di Antonio Socci
La Chiesa è una cosa troppo importante (e troppo preziosa) per essere lasciata a preti, vescovi e prelati. Ci pensavo partecipando a una recente puntata di “Annozero” dove si parlava degli scandali della pedofilia (del clero) e un vescovo, mandato dalla Cei, ha fatto, poveretto, una figura desolante. Non ha saputo rispondere alle domande più ovvie, appariva palesemente impreparato quando si trattava di difendere il papa e la Chiesa da accuse ingiuste, e non ha saputo dire parole cristiane a chi è stato vittima di abusi. Eppure gli bastava ripetere sinceramente le cose grandi e umili che ha detto Benedetto XVI.
Ma non voglio colpevolizzare il povero monsignore di Palestrina, fin troppo biasimato in questi giorni dai suoi confratelli che lo hanno mandato allo sbaraglio e che lì, nella fossa dei leoni, ha pensato di cavarsela distribuendo maldestre risate.
Non sono abituati, molti di loro, a esporre la faccia alle cannonate. Hanno vissuto sempre in sacrestia e non hanno mai rischiato qualche sprangata per annunciare Gesù Cristo. Non sanno dare ragioni.
Ma quel che è peggio pochi – fra i prelati – sembrano voler capire quello che il Papa sta dicendo, sta facendo e sta chiedendo. Molti sembrano intenzionati a far finta di nulla. Ignorando questa sua rivoluzione pericolosa per le loro poltrone e le loro ambizioni.
Dunque (lo dico da cattolico, da militante cattolico che è pronto a dare anche la vita per Gesù Cristo e per la Chiesa) non lasciamo la Chiesa nelle mani di una gerarchia oggi largamente inadeguata al momento grande e drammatico che viviamo.
Non è un caso che Benedetto XVI abbia messo la Chiesa nelle mani della Madonna a Fatima e che in un precedente viaggio in Australia abbia chiesto ai laici, al popolo cristiano, di aiutarlo a estirpare dalla Chiesa il cancro marcio della pedofilia del clero e degli abusi sessuali.
Che non sono un dramma a sé, ma sono la punta dell’iceberg di uno smarrimento generale, di un peccato che comprende tante altre cose. Come quell’ “abuso di autorità” e quel “carrierismo” che il Papa ha denunciato il 26 maggio scorso e che storicamente (anche nei nostri tempi) ha caratterizzato notevole parte della gerarchia.
La Chiesa è una cosa troppo importante (e troppo preziosa) per essere lasciata a preti, vescovi e prelati. Ci pensavo partecipando a una recente puntata di “Annozero” dove si parlava degli scandali della pedofilia (del clero) e un vescovo, mandato dalla Cei, ha fatto, poveretto, una figura desolante. Non ha saputo rispondere alle domande più ovvie, appariva palesemente impreparato quando si trattava di difendere il papa e la Chiesa da accuse ingiuste, e non ha saputo dire parole cristiane a chi è stato vittima di abusi. Eppure gli bastava ripetere sinceramente le cose grandi e umili che ha detto Benedetto XVI.
Ma non voglio colpevolizzare il povero monsignore di Palestrina, fin troppo biasimato in questi giorni dai suoi confratelli che lo hanno mandato allo sbaraglio e che lì, nella fossa dei leoni, ha pensato di cavarsela distribuendo maldestre risate.
Non sono abituati, molti di loro, a esporre la faccia alle cannonate. Hanno vissuto sempre in sacrestia e non hanno mai rischiato qualche sprangata per annunciare Gesù Cristo. Non sanno dare ragioni.
Ma quel che è peggio pochi – fra i prelati – sembrano voler capire quello che il Papa sta dicendo, sta facendo e sta chiedendo. Molti sembrano intenzionati a far finta di nulla. Ignorando questa sua rivoluzione pericolosa per le loro poltrone e le loro ambizioni.
Dunque (lo dico da cattolico, da militante cattolico che è pronto a dare anche la vita per Gesù Cristo e per la Chiesa) non lasciamo la Chiesa nelle mani di una gerarchia oggi largamente inadeguata al momento grande e drammatico che viviamo.
Non è un caso che Benedetto XVI abbia messo la Chiesa nelle mani della Madonna a Fatima e che in un precedente viaggio in Australia abbia chiesto ai laici, al popolo cristiano, di aiutarlo a estirpare dalla Chiesa il cancro marcio della pedofilia del clero e degli abusi sessuali.
Che non sono un dramma a sé, ma sono la punta dell’iceberg di uno smarrimento generale, di un peccato che comprende tante altre cose. Come quell’ “abuso di autorità” e quel “carrierismo” che il Papa ha denunciato il 26 maggio scorso e che storicamente (anche nei nostri tempi) ha caratterizzato notevole parte della gerarchia.
Rivoluzione
E’ una vera rivoluzione quella che Ratzinger sta cercando di fare. Una declericalizzazione che vuole far risplendere la bellezza del volto di Gesù.
Oggi più che mai perciò è necessario aiutare il Papa che quasi ogni giorno tuona, chiedendo ai prelati e ai preti “penitenza e purificazione”, sottolineando la necessità di sradicare il “carrierismo” e ripetendo “la necessità della giustizia” per le vittime che hanno subito violenze da preti.
Si tratta di aiutare il Papa perché nella Curia romana e fra i vescovi non sembra di vedere schiere di penitenti vestiti di sacco con la cenere sulla testa. O almeno disposti a mettere in discussione seriamente se stessi e le proprie “ambizioni”.
Fra le poche eccezioni c’è il cardinale Bagnasco che nella sua prolusione alla Cei di tre giorni fa ha avuto il coraggio di mettere il dito nella piaga.
E ieri, dopo l’ennesimo richiamo del Santo Padre, ha osato affermare che in Italia vi è “la possibilità” che ci siano state coperture anche di qualche vescovo su casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti. “Si tratta – ha detto – di una cosa sbagliata, che va corretta e superata”.
Il linguaggio ovattato e curiale può dar fastidio. Ma la prudenza stessa di questo inedito pronunciamento fa capire quanto forte sia la resistenza a questo umile riconoscimento.
E a questa sacrosanta necessità di fare giustizia. Che, fra l’altro, è il solo atteggiamento che rende poi credibili nel difendere altri preti che magari sono stati calunniati ingiustamente.
Ovviamente adesso si aspettano i fatti. Dovranno essere i vescovi a mostrare cosa significa seguire il papa e a chi si riferisce Bagnasco. Nell’attesa – che ci si augura breve – ci si può cimentare però con i casi già noti. Come quello di Firenze su cui un pronunciamento – e durissimo – della Santa Sede, che ha ridotto allo stato laicale quel personaggio, don Cantini, c’è già.
Scandalo fiorentino
Pronunciamento, arrivato nel 2008, che è anche un pesante giudizio su come ha agito la Curia fiorentina almeno dal 2004.
Eppure non risulta che vi sia mai stato – anche dopo la sentenza di Roma – un umile riconoscimento della propria inadeguatezza (per così dire, con un eufemismo) da parte del cardinale Antonelli che se n’è andato per limiti di età, mentre il vescovo ausiliario Maniago è ancora – incredibilmente – al suo posto.
Non risulta che la Curia di Firenze – le cui gerarchie hanno ripetutamente solidarizzato con se stesse – abbia mai chiesto ufficialmente e solennemente “perdono” alle vittime per quello che hanno subito da un prete.
Vittime che peraltro mostrano una coscienza cristiana commovente: per la loro sconvolgente capacità di perdono e per aver continuato a chiedere provvedimenti seri alla Chiesa come si fa con una madre, senza mai intentare cause civili miliardarie, come è stato fatto in altri Paesi.
Dobbiamo forse sospettare che sia proprio questa loro bontà ad aver provocato la sordità di coloro che dovevano intervenire subito? Si aspettano risposte serie.
Ma ora occorre dar seguito a ciò che Roma ha decretato, chiedendo oltretutto di aver cura materna delle vittime, che invece sembrano ancora essere considerate “nemiche”.
Occorre un grande atto di umiltà. Vorremmo vedere vescovi e cardinali capaci di gesti che la cristianità dei secoli passati sapeva fare (magari anche facendosi da parte: andando a servire in un lebbrosario del Terzo Mondo).
Vorremmo vederli piangere con chi piange, come il Papa a Malta, e inginocchiarsi davanti a coloro che, da bambini, subirono un orrore che portano ancora addosso e che vanno riconosciuti finalmente come il vero volto di Cristo crocifisso e non come nemici.
E’ stato il papa stesso, a Fatima, a dire che le loro sofferenze rappresentano la peggior persecuzione subita dalla Chiesa.
Il Re in ginocchio
Sarebbe bello che questa purificazione penitenziale cominciasse proprio da Firenze, una città di cui Gesù Cristo è stato dichiarato Re, dal Comune, molti secoli fa.
Perché lui, Gesù, il Nazareno, espresse la sua “regalità” proprio così: inginocchiandosi davanti a quei dodici esseri umani che aveva davanti, cioè davanti a ognuno di noi, indegnissimi peccatori. Inginocchiandosi – Lui, il Re dell’universo – davanti a ognuno di noi e lavando a ciascuno i piedi, come – a quel tempo – facevano gli schiavi.
Gesù comandò di essere come il Figlio di Dio “che non è venuto per farsi servire, ma per servire”.
Non è un’esagerazione evocare questo sconvolgente passo del Vangelo perché è stato il Papa stesso, nel discorso del 26 maggio, a citarlo per ribaltare il concetto di “gerarchia” e per rivoluzionare la Chiesa purificandola e rinnovandola.
“Gerarchia”, ha detto il Papa, in genere viene inteso in senso giuridico, come potere e questo – ha detto – è stato “storicamente causato da abusi di autorità e da carrierismo, che sono appunto abusi e non derivano dall’essere stesso dell’autorità gerarchica”.
Il suo significato vero sta proprio in quel gesto di Gesù, nel “servire”. Preti, vescovi, cardinali dovrebbero cominciare a concepirsi come “servi”, non come padroni della fede e della Chiesa.
Il Papa e noi, popolo cristiano, li vorremmo finalmente umili, distaccati da ambizioni, soldi e potere.
Capaci di riconoscere i propri errori e di chiedere perdono. Uomini che puntano alla santità – come ha ripetuto il Papa – non a conservare o conquistare una miserabile poltrona, la cui sciocca gloria dura un attimo e poi è divorata dalle tarme.
Come diceva il grande Tommaso Moro: “è già un pessimo affare dare la propria anima per il mondo intero, figurarsi per la Cornovaglia…”.
Da “Libero”, 29 maggio 2010, via blog di Socci
Bellissimo questo articolo di Socci!
RispondiEliminaCondivido in pieno il suo pensiero.
Debbo confessare che Socci non mi era mai piaciuto ma ora mi ha fatto ricredere
Purtroppo nel testo di Socci c'è un errore: il Card. Antonelli non se n'è andato da Firenze per raggiunti limiti è stato promosso Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia!
RispondiEliminaQuanto a Sigalini: basterebbe ricordare che fu nominato vescovo da un papa appena morto retrodatando il decreto......quando è venuto nella mia città ad un incontro per i giovani della locale PIGI, ha stupito tutti noi con affermazioni del tipo: " Pur di lavorare e rendervi indipendenti, voi giovani avete inventato la flessibilità (sic!) dicendo: Non mi interessa il lavoro fisso. Voglio cominciare il mio percorso di vita..... Altro esempio: con la forza dei giovani sono crollati i regimi comunisti".
Cosa pretendere da lui? Forse che sia nominato "pastore" della spianata di Tor Vergata e messo a capo di tremila pecore che bruchino l'erba evitando di ricorrere ai mezzi comunali!
Richiesta inutile quella di Socci. la maggioranza del clero e' affetta da un narcisismo pazzesco. Che si manifesta nei rapporti con gli altri. Sono intenti a portare avanti i loro particolarismi ed idee personali. nessuno che si chieda ma quello che dico e' vero??
RispondiEliminaPochi giorni fa incontro un sacerdote a Roma, c'e' l'occasione di parlare un po... nn che mi chiede nulla di me....ho perso il lavoro, nn una parola a dirmi come va??
Intento invece a martellare con le sue idee, bonta della comunione sulla mano, insignificanza di chi si ostina a riceverla in bocca ect..
questi sono dei cristiani?? nn lo so.........
Come stai, come va??? forse lo sa' dire anche una cassiera.
monumentale!
RispondiEliminacondivido anche le virgole.
Sigalini?
è una di quelle nomine fatte da un papa agonizzante che dimostrano lo strapotere di don Stanislao.
Una volta mi sentii dire: " ma lo sa lei che io sono amico del segretario del papa?"
Poco tempo dopo, mentre il papa stava incamminandosi alla fossa, questa persona fu fatta arcivescovo.................
ah! le amicizie che contano......possono far miracoli.
Don Stanislao avrebbe fatto più bella figura se si fosse astenuto, almeno per decenza, dallo sfornare nomine anche col papa in coma.
A meno che (ma ne dubito) non sia stato lo stesso Giovanni Paolo II a dare queste disposizioni.
Comunque, le nomine fatte da Giovanni Paolo II quando era in pieno possesso delle facoltà, e mi duole dirlo, non brillano certo per maggior discernimento.
Dispiace dirlo, ma ci ritroviamo una "classe dirigente" di un livello deprimente.
Dove sono i grandi vescovi che fino a pochi decenni or sono si potevano incontrare numerosi in ogni circoscrizione ecclesiastica?
Non c'è grande o piccola sede episcopale che non abbia avuto, nella prima metà del XX secolo, almeno un prelato di cui ancora oggi si ricordano e lo zelo apostolico, e la preparazione dottrinale, e la santità personale e la grande carità cristiana.
Nella mia diocesi si ricorda ancora un vescovo di 60 anni fa che usava una cappa magna appartenuta ai vescovi precedenti e mille volte rattoppata dalle suore, che girava con le scarpe bucate e portava un saturno liso; che mangiava anche pane e acqua (perché non c'era altro) e che girava la diocesi su un cavallo (perchè non c'eran soldi per la benzina la quale scarseggiava pure).
Oggi i vescovi si ricordano per aver speso 70.000 euro e più per ristrutturare il palazzo episcopale..............
Ma, che ai vescovi e ai preti facciano bene le ristrettezze economiche?
Socci fa ridere i polli. Sembra che Ratzinger sia un poveraccio caduto dalla luna in un nido di vipere. La Chiesa attuale, purtroppo, in parte lo è, ma anche lui ne è responsabile (intendo dottrinalmente, e quindi moralmente). Amiamo la verità, non gli schemetti che fanno acqua da tutte le parti, buoni solo per le ricostruzioni sul cattolicissimo "Libero".
RispondiEliminaNon tutti hanno il dono della parola come Socci, molti di noi però dovrebbero ricordare che i preti ed i vescovi hanno scelto il sacerdozio, cosa che molti di noi preti mancati non abbiamo avuto il coraggio di fare. Rispetto per i nostri vescovi e non scavalchiamo mai chi ha il sacramento dell'Ordine e le grazie ad esso connesse.
RispondiEliminaMa va là!
RispondiEliminaBenedetto è un profeta nel senso vero ed etimologico del termine.
E' capace di indicare il cammino, la via diritta, la retta via.
Per questo gli dobbiamo sostegno e preghiera.
Tutto il resto è fuffa.
L'articolo di Socci! Ammirabile e mirabile....come sempre.
Quanto al prete mancato, parla per te caro Ospite. Io mi glorio di non averci mai pensato nemmeno per un secondo.
RispondiEliminaE quanto al rispetto, bisogna, se non saperlo conquistare, quanto meno comportarsi con quel minimo di dignità per saperlo conservare.
Certe pelose esortazioni valle a scrivere su cattoliciromani, avrai più successo.
Ratzinger è tra quelli che più si è speso, all'interno della Chiesa, per mantenere un po' di buon senso dottrinale e liturgico. Questo tuo commento è, oltre che ingiusto, gravemente inesatto.
RispondiEliminaOttimo Socci. Concordo pienamente. Purtroppo vogliono censurarci e prima o poi toccherà anche a Socci. Chi censura? Ovviamente buona parte della CEI e buona parte di quel laicato che da anni fa da "accolito" alla CEI. Già circolano su internet riferimenti nientemeno che tratti dalla vita (o fiction) di San Pio da Pietrelcina il quale rimprovera aspramente il penitente che si permette in sua presenza di criticare l'operato di un vescovo. Molto male! Che cosa sono i nostri Ordinari? Una casta di intoccabili? Anche quando con il loro magistero disobbediscono a Pietro? La verità, credo, va detta, anche ai vescovi.
RispondiEliminaNoto come, sempre la zelante CEI, stamattina ci ha proposto benevolmente la Messa teletrasmessa su Rai1 dalla Basilica di Santa Giustina in Padova, sede, come sappiamo, dei più tosti avversari del Summorum Pontificum (sono Benedettini nè vero? Esempio mirabile di "grande" obbedienza al Vicario di Cristo! Roba da far rivoltare nella tomba San Benedetto da Norcia!). Messa presieduta dal novello vescovo cappuccino di Caltagirone, Calogero Pera, tanto, ma tanto caro a mons Romeo, altro "grande" presule e intoccabile in quel di Palermo. Accidenti quanti chilometri ha percorso il vescovo di Caltagirone...fino a Padova e proprio a Santa Giustina. Eppure s'era detto in Sicilia che fosse un severo conservatore..., mah, mah.
Ma alla fin fine chi è che fa stè nomine di vescovi? Molto spesso arrivano nei loro territori ecclesiastici da impreparati al loro alto compito. Noi a Catanzaro-Squillace attendiamo la nomina del nuovo arcivescovo. Possiamo sperare in un buon vescovo, un santo vescovo?
<span></span>
RispondiElimina<span>Il giudizio sul vescovo di Palestrina collima perfettamente con quello che alcuni di noi qui hann'a suo tempo formulato.
Sul caso Cantini di Firenze, il più colpevole è Piovanelli: lo scandalo fu lui a coprirlo riservando solo una severa reprensione al prete pervertito che rimase al suo posto. I suoi successori hann'ereditato una situazione esplosiva e Antonelli non l'ha affrontata come avrebbe dovuto. Io spero che Betori faccia piena luce sulla vicenda. Quanto a mons. Maniago, credo che, alla luce dei fatti, non abbia colpe: ho già scritto che un santo prete che ha passato vari anni nella parrocchia incriminata mai s'era accorto di nulla e Maniago era uno dei tanti ragazzi che frequentavan l'ambiente. In un'intervista a Toscana Oggi la scorsa settimana ha chiarito la sua posizione. Nelle sue parole leggo una voce di verità e di vicinanza alle vittime. Anche lui, penso, si trova a disagio a Firenze dov'è col fucile puntato alla tempia: ma cosa far di questi vescovi, e son tanti, che, anche innocenti, han comunque perso credibilità di pastori? In Vaticano c'è una coda di monsignori in tali situazioi e le commissioni e i consigli sono strapieni!</span>
<span>un po' di buon senso dottrinale e liturgico.</span>
RispondiEliminaUN PO'. Aspettiamo, da un Papa, qualcosa invpiù.
A forza di ridere di tutto e di tutti questo vescovo di palestrina è arrivato dove voleva arrivare...su e giu' dai carri dei vincitori di turno,neppure il piu' spudorato camaleonte riuscirebbe a tanto,lo ricordiamo ai tempi in cui rideva dei preti in tonaca ,sprezzante di ogni regola liturgica e di bon ton,con l'accolta di comunisti alle sue marce per la pace con una bella evidente sciarpa rossa...ridere,ridre,ridere,...risento ancora le sue risate....poi lo si vide con clergyman romani da strozzare chiun que e apparve anche in veste filettata...le lenti a contatto e qualche ritocco...e rideva e rideva...poi vescovo lo si vide sfialre unico nel corteo in clergyman accanto al Papa morto...non rideva...poi a palestrina a cercare di arredare il vescovado e poi a caccia di seminaristi...ma che fino hanno fatto?e rideva e rideva,poi a radio Maria,..e un pò dappertutto profeta del niente ...ma sempre lì a ingannare giovani e non piu'...a confondere la redenzione con l'infinita ricreazione e ride,ride,ride....a noi non resterebbe che piangere,ma abbiamo una speranza,quella non la perdiamo.
RispondiEliminaBellissimo l'articolo di Socci !
RispondiEliminaUna sola domanda perchè mai Mons.Maniago dovrebbe dimettersi?
Ho saluto, da diversi fedeli fiorentini, che è stato un ottimo prete così come ora è un Vescovo irreprensibile!
Se le colpe dei parroci si dovessero riversare sui vescovi poveri noi !
In un clima di gogna mediatica dobbiamo centuplicare le nostre preghiere !
Il prof. Pastorelli ha ragione riguardo ai nomi di chi fu il primo e più colpevole "copritore" di Cantini.
RispondiEliminaRiguardo ai vescovi che han perso credibilità pastorale per qual motivo li si deve necessariamente impiegare in Curia?
Finora è stato il metodo più seguito: impiegare in Curia chi non aveva più credibilità per governare diocesi. E la Curia è così divenuta il ricettacolo di persone di scarso valore, una sorta di magazzino dove mettere i falliti.
Io penso che la Curia Romana dovrebbe raccogliere il fior fiore dei prelati cattolici, non lo scarto, gli avanzi e i rifiuti, o la "merce scaduta".
Marcinkus da Arcivescovo che era andò a fare il parroco di una sperduta località. Non credo che ci andò perché mandato, credo che ci andò per sua volontà. E questo gli fa onore.
Se i prelati "scaduti" o "guasti" anziché essere riciclati a Roma venissero spediti in terra di missione, sotto l'autorità di altri missionari, forse la Chiesa ne guadagnerebbe in credibilità. Ene guadagnerebbero anche i diretti interessati: spediti a far penitenza per le propie mancanze anzichè essere "promossi" dopo aver coperto preti pedofili.
(Ogni riferimento ad arcipreti di basiliche papali è puramente voluto.)
Tra l'altro...quanto è divenuto insopportabile "CattoliciRomani"? Non puoi più dire "A" che ti puniscono, o che ti inveiscono dietro...
RispondiEliminaIl 95% (per non direi il 100%) dei vescovi delle nostre diocesi si deve alla volontà diretta o indiretta di Giovanni Paolo II, e qui ognuno pensi quel che vuole (io penso male)... per il resto è verissimo che le nomine tra le più sciagurate si ebbero con il Papa in "articulo mortis" ... nomine che ricordano molto certa nobiltà "di maggio" dei tempi di Umberto II...e i frutti li vediamo ora noi povere pecorelle in mano a pastori che assomigliano più a lupi.
RispondiEliminaA proposito della Messa di stamattina andata in onda su Rai uno, ho ascoltato l'omelia del vescovo di Caltagirone, non sapendo chi fosse, ma mi hanno colpito le insulsaggini che ha detto. Una predica interamente imperniata sul sociale, sul "vogliamo bene", sull'accoglienza verso i "fratelli", sul "comunismo universale". Insomma, le solite arie trite e ritrite che stanno trasformando la Chiesa in una Onu dei popoli, un'organizzazione filantropica e umanitaria del tutto scevra di spiritualità, di misticismo e di attenzione al divino. Non una parola sul mistero della SS Trinità, di cui oggi ricorre la festa liturgica. Insomma, uno schifo. Senza contare la casula iridescente che indossava, il fatto che durante la predica non portasse la mitria, la nudità dell'altare, privo di croce e di candelabri, ecc...
RispondiEliminaE' proprio vero, la Chiesa veneta si trova in una situzione liturgica e pastorale particolarmente grave, è fortemente modernista da tutti i punti di vista.
Un giorno, mi sono recato nella Basilica del Santo (abito in una cittadina a 20 km da Padova, Mirano Veneto) e, recatomi in sacrestia, ho chiesto ad un giovane frate francescano se in Basilica si celebrassero Sante Messe secondo la forma straordinaria. Ebbene, egli, guardandomi perplesso, mi rispose candidamente: "Sarebbe a dire? Cosa intende"? Al che, io risposi incredulo: "Ma come, il Summorum Pontificum..." E lui di rimando: "Ah, la Messa in latino! Non lo so, deve chiederlo al mio superiore".
Capito? Questi sono i giovani frati e preti che vengono su nel Veneto!
L'Ospite confonde coloro che si sforzano di essere buoni cattolici con i preti mancati. Evidentemente per l'ospite la vocazione è una sola, il sacerdozio. Tutte le altre sono mancanza di coraggio. Come se non servisse coraggio anche per tirare su famiglia come la Chiesa richiede.
RispondiEliminaTroppe volte cerchiamo di affidare agli altri le nostre mancanze.
<span><span>Solennità della Ss.ma Trinità - 30 maggio 2010
RispondiEliminaPreghiera dei fedeli.
-----------------------
1 - Gloria a Te, Santa Trinità, comunione d'amore che si esprime nell'unità!
Sostieni il cammino ecumenico della Chiesa.
Nell'accoglienza e nel rispetto delle diversità sappia ricercare ciò che unisce
e rende i cristiani autentici testimoni della tua vita divina.
Preghiamo.
....................
Deduzione del piccolo fedele semi-(in)colto:
- La SS.ma Trinità vuole e sostiene il cammino ecumenico della Chiesa;
- Essa vuole che si rispettino le diversità;
- vuole che la Chiesa sappia ricercare ciò che unisce;
ecc.
----------------
La didattica conciliare della ecumenica-diversificata-unione continua la sua diffusione capillare....
:( </span></span>
http://www.ilgiornale.it/interni/ecco_tesoro_vaticano_9_miliardi_case_e_terreni/30-05-2010/articolo-id=449127-page=0-comments=1
RispondiEliminaha ragione socci
Ottimo e giustissimo commento di Antonello. Fra l'altro a non pochi Vescovi farebbe bene fare il parroco. Avrebbero meno occasioni per mettersi in mostra, poche interviste, nessuna statua per la propia gloria (vedi arcivescovo di Salerno) e tante possibilità di stare fra la gente vivendo il ministero del Buon Pastore. A Mons. Maniago e ad altri farebbe solo bene.
RispondiEliminaIl SSSSantosubito negli ultimi 5 anni non ha firmato più nulla..... Si controllassero i c/c riconducibili a Stanislao... Tra lui, Tecla e Kiko, ne hanno fatti di danni: ci vorranno decenni per riparare a tutto ciò...
RispondiEliminaTanti frutti ha dato l'ecumenismo post-conciliare che i prelati ortodossi di Cipro stanno protestando perchè non vogliono che il Papa "eretico" visiti la loro isola (si veda il relativo post sul blog di Raffaella). E parliamo degli ortodossi, cioè la confessione cristiana più vicina al cattolicesimo. Se è vero, come è vero, che nel Nuovo Testamento sta scritto: "dai frutti li riconoscerete", allora è lampante che Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno miseramente fallito con la loro smania ecumaniaca.
RispondiEliminaI Papi, prima del concilio, affermavano che l'unico ecumenismo possibile è rappresentato dal ritorno all'unica Chiesa di Cristo (la Cattolica) di tutti i cristiani che, un giorno, da essa infelicemente si separarono. Ma, come diceva il compianto vescovo di Como Mons. Maggiolini, l'ottimismo (compreso quello dei Papi) è la virtù degli imbecilli!
Da come reinventava i formulari previsti dal Messale non pareva tanto conservatore...
RispondiEliminaIl 19 giugno, se tutto va bene, ce ne sarà una in rito antico presso la Cappella del Santissimo. Ore 11.30
RispondiEliminaAha!Aha!AhA Marcinkus santo subitissimo!!!!!!!!
RispondiEliminaIl 17 marzo 2005 è stato nominato Vescovo di San Marino- Montefeltro mons. Luigi Negri. Non mi sembra tra le nomine peggiori tanto meno sciagurate...
RispondiEliminaLe eccezioni (meno male!) ci sono sempre, ma sono pur sempre eccezioni.
RispondiEliminaDirei che il discorso parte dai seminari, dalla formazione e da un buon lavoro di scelta da parte delle autorita'.
RispondiEliminaChiaro che se alla base e' mancata una sana dottrina tutto casca.
Convertirli??? direi cambiamo formazione nei seminari, insegnamo la teologia romana.
Riproponiamo il Santo Curato d'Ars x qualche decenniocome cura intensiva.
hahahahaa.....fa ridere!!!
RispondiEliminaPer non piangere......
Nei seminari la formazione dovrebbe tornare ad essere incentrata sulla scolastica, la patristica e le vite dei santi. Invece, cosa insegnano ai futuri preti? La teologia di Rahner!
RispondiEliminaamdatevi a vedere la prima pagina dell'Osservatore Romano del 2 aprile 2005 con il papa morente un'intera paginata
RispondiEliminadi nomine. Simoniaci!!!
Si dice che l'educazione dei figli, parta dall'educazione della mamma.
RispondiEliminaAnalogamente bisogna aspettare qualche generazione episcopale e sacerdotale.....
realisticamente sara' cosi'
ammesso ma nn concesso che abbiano voglia di cambiare libri di studio...
RispondiEliminami pare una pseudo-restaurazione
Vedi Antonello, in casi del genere o si depongono e riducono allo stato laicale (se ci son colpe accertate) o se ci son dubbi e se il fango li ha macchiati, risulta difficile trasferirli in altre diocesi ed anche mandarli a fare i parroci.
RispondiEliminaIn Curia ci son tante commissioni, ma son piene, anche di persone esperte e irreprensibili. Ma se vescovi, senza colpa, son diventati agli occhi della gente poco credibili, è meglio che lavorino in una commissione che mantenerli in un posto dove sarà sempre difficile per loro ottenere pieno rispetto. Inoltre in Curia i livelli di impegno son diversi: non tutti son membri di commissioni e consigli importanti, e posti di assessore, segretario, vice segretaro, ecc. ecc. evitano l'esposizione. Ma, ripeto, di vescovi in attesa ce n'è uin esercito.
IL problema non è di facile soluzione.
<span>educazione della mamma. </span>
RispondiEliminaeh già !...
MA......le nuove mamme, e le prossime,
CHI LE EDUCHERA' ?
e con QUALE EDUCAZIONE ?
:(
riproponiamo ??
RispondiElimina....perchè, secondo lei, questa proposta del papa, nella durata di un anno, è stata raccolta da qualcuno ??
Se vai alla chiesa dei cappuccini a Mestre (frequentata da me per molto tempo fino a quando mi sono esaurita trovando poi la chiesa di San Simon Pìcolo!) ci sarebbe da piangere! Fatta eccezione di un frate, padre Ruffino (che non c'è più da qualche anno perché trasferito), vedessi che prefiche che faceva: tutte piene di spiritualità! Il resto dei frati, poverini, prediche così come dici tu oppure incomprensibili (ce n'era uno che rideva da solo delle sue barzellette durante la predica, frasi senza senso. Mi ricordo che dei fedeli dietro a me si chiedevano: "Ma cosa dice? Non capisco niente!") Insomma, ho molto sofferto lì gli ultimi anni prima della "liberazione"! :)
RispondiEliminadopo questo mio post mi aspetto le solite sterili accuse di sedevacantismo. Premesso che non sono un sedevacantista, premesso che amare il santo padre per me significa anche non essere uno yes man, dico che è ora di smetterla con la diplomazia e l'ipocrisia: roncalli, montini, wojtyla e ratzinger, avrebbero fatto meglio e (quanto all'attuale pontefice) farebbe meglio ad allinearsi a quanto fecero e dissere tutti i papi che li hanno preceduti in 2000 anni di storia della Chiesa. il concilio è stato un fallimento totale, è inutile difenderlo, anzi è controproducente, insomma un po di coraggio papa ratzinger, cerca di guardare a PIO X e lascia perdere i tre fallimentari pontefici che ti hanno preceduto, pontefici che, tra l'altro, hanno anche osato non obbedire ad un preciso ordine della madonna apparsa a Fatima. altro che santi subito e roba del genere, mi sa che hanno bisogno di parecchie preghiere per purgare i loro peccati. (preciso che non li critico come uomini ma solo come pontefici, dato che come uomini non dubito del fatto che io al loro cospetto non son degno neanche di aprire bocca)
RispondiEliminaNon sarai sedevacantista, ma nemmeno sei realista né concreto. Scrivere su un blog è facile, ma girare il timone di una barca, anzi di una portaerei che va nella direzione non dovuta, e con un equipaggio pronto all'ammutinamento, è tutt'altra faccenda.
RispondiEliminacara redazione, lei trascura l'assistenza della Provvidenza! Se si crede nella Provvidenza non si ha timore di nulla. La posta in palio è troppo alta per arrendersi di fronte alle difficoltà umane
RispondiEliminaCome mai quest'equipaggio pronto all'ammutinamento? Chi ha scelto questa ciurma scellerata?
RispondiEliminaNon Benedetto, in linea di massima. Semmai, gli si può rimproverare di essersela tenuta e tenersela. E questa vischiosità dell'apparato, questa apparente impotenza del Papa persino di scegliersi i collaboratori più stretti, è la cosa forse più misteriosa, inquietante e interessante di tutte.
RispondiElimina<span><span>la (diabolica) vischiosità dell'apparato</span> NON AVREBBE MAI dominato nè la Chiesa, nè il Papa nè i prelati, nè i Vescovi, nè il gregge che lo subisce,
RispondiEliminaSE i Papi avessero ascoltato e obbedito alla richiesta formulata dalla Madre di Dio Maria Santissima, fin dal 1917, o almeno dalla data decisiva e improrogabile del 1960, per la quale data suor Lucia disse, spiegando:
"Perchè allora si capirà meglio", intendendo che si sarebbe chiarita tutta la complessa situazione politica mondiale, i rapporti delle nazioni con la Chiesa, e soprattutto le forze "d'intralcio" al governo petrino che già erano presenti dentro i vertici della Chiesa, e che l'avrebbero portata di forza e di fatto nella disastrosa direzione successiva.
Niente di tutto lo sfacelo che vediamo sarebbe accaduto, dandole ascolto, poichè la Madonna parlava a Nome e per incarico di Dio stesso e avrebbe protetto la Chiesa e il mondo (ma chi le ha creduto, dei potenti? e chi ci crede oggi ?....): Ella è Sedes Sapientiae, Mater Boni Consilii, Vergine Potente contro il male, ....Mater Ecclesiae; questi NON SONO appellativi poetici, ma qualità e <span>facoltà reali:</span> avrebbe ottenuto la massima protezione sulla Chiesa e l'allontanamento di TUTTI I MALI.
Ma purtroppo è stata considerata una "guastafeste", una "profeta di sventura", un ostacolo alla nuova civiltà dell'amore che si voleva annunciare e organizzare, rinnovando tutto per aprirsi alle esigenze del nuovo mondo....e così la Madre e Regina del Cielo e della Terra, degli Angeli e dei Santi, compartecipe della Sapienza Divina, che -ab origine- l'ha resa potentissima contro IL MALE ("Ella ti schiaccerà il capo"...)
fu pregata di accomodarsi fuori dalla storia degli uomini....e di tacere !
...perchè gli uomini erano<span> ormai "adulti"</span> e sapevano ben fare a meno di una Madre, ed erano pronti
a sbagliare e a correggersi da soli, se deragliavano dalla Strada Maestra !
(lo vediamo bene oggi, a cose fatte e IN FIERI, come si sanno correggere e rimediare ai disastri cercati e voluti !.....)</span>
Come mi dispiace il tono di quest' articolo di uno scrittore che si dice cattolico e propone una Chiesa "declerizzata" dimenticando che la Chiesa è stata affidata da Cristo a Pietro e agli Apostoli i quali successori sono Il Santo Padre e i Vescovi.
RispondiEliminaA troppo sputare sui Vescovi non si rinnova sicuramente la Chiesa
La Sacra Gerarchia è di istituzione divina.E lo Spirito Santo che guida la Santa Chiesa e che è all'origine dei sacramento dell'ordine che comporta nella sua pienezza il servizio del popolo di Dio. L' aspetto carismatico certo viene anche dallo Spirito Santo ma non può mai essere in contraposizione con la Sacra Gerarchia quando quest'ultimo è autentico.
Francamente non penso e anzi sono sicuro che Maria Santissima avrebbe gradito quest' articolo.
Poi non capisco queata insistenza a fare pensare attraverso parole e scritti che il grave peccato della pedofilia sia il cancro che divora tutta la Chiesa. Certo che può esistere e allora dobbiamo comportarci come il Santo Padre ci ha indicato ma di là a dire che tutto oggi è cosi... non credevo che uno potesse essere così succube delle forze laiciste
Mi perdoni il tono e forse l' asprezza del giudizio ma nella mia vita sacerdotale purtroppo ho visto alcuni casi di false accuse che hanno distrutto ( litteralmente) delle vita umane e non riesco più ad ingoiare l' acqua del "così si dice dunque è così" L' inferno non è solo per il preti pedofili come l'ha ricordato molto caritatevolmente un certo prelato ma anche per chi calunnia ingiustamente un altra .
Mi permetto di esprimere anche il dubbio che sputare così sulla Sacra Gerarchia ed auspicare quasi la sua sparizione sotto una chiesa tutta spirituale e mistica (non è lo spirito della setta dell' Armata di Maria?) sia veramente il megliore modo di sanare le piaghe delle vere vittime
In Cordis Iesus
Concordo pienamente.... forse Piovanelli non è stato mai citato dalla stampa per le sue aderenze con Repubblica? Il giudizio espresso su Mons. Maniago è molto discutibile. Esso è persona di grande umanità, forse in questo attacco personale si voleva punire la sua affezione al Papa e alla Chiesa? Nel clero fiorentino certe simaptie non sono gradite!
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