Programma di alcuni eventi liturgici nella forma
EXTRA-ORDINARIA DEL RITO AMBROSIANO
che si terranno a Roma nei prossimi giorni.
Si tratta di celebrazioni di rilievo, viste le basiliche in cui si terranno.
Venerdì 30 aprile 2010, ore 16:00, Basilica di Santa Maria sopra Minerva.Si tratta di celebrazioni di rilievo, viste le basiliche in cui si terranno.
Messa cantata della festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d'Italia, celebrata all'altar maggiore (ove cioè si trova il corpo della Santa) nella forma extra-ordinaria del rito ambrosiano.
Alla presenza del m.r.p. John Berg, superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pietro.
Sabato 1 maggio 2010, ore 16:30, Basilica di Sant'Andrea al Quirinale.
Vespro e compieta solenni, nella forma extra-ordinaria del rito ambrosiano.
Domenica 2 maggio 2010, ore 12:00, Basilica di Santa Maria dei Martiri (Pantheon). Messa solenne nella forma extra-ordinaria del rito ambrosiano, applicata per il Santo Padre in questi momenti di grande necessità della Chiesa.
Parteciperà ed animerà tutte le funzioni la Schola Saint-Cécile di Parigi (30 cantori, direttore M° Henri Adam de Villiers), che eseguirà:
-venerdì 30 aprile: Missa dicta Ambrosiana sine nomine, di Loyset Compère (1445-1518), Maestro di Cappella del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza (dall'Archivio Musicale della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano);
all'offertorio: "O felix anima" di Giacomo Carissimi (1605-1674), Maestro di Cappella della Cattedrale di Assisi ed in seguito Maestro di cappella della Basilica di Sant'Apollinare in Roma; alla consacrazione: "Adoramust te, Christe" dalla "Missa Galeazescha" di Loyset Compère; a seguire un "Tantum ergo" di Orfeo Vecchi (1550-1604), Maestro di Cappella a Santa Maria della Scala in Milano.
-sabato 1 maggio: Vespri e Compieta in canto fermo ambrosiano, Magnificat polifonico di Claudìn de Sermisy (1490-1562), Maestro di Cappella del re di Francia.
-domenica 2 maggio: Missa Secunda (1599), di Hans Leo Hassler(1564-1612), Arcimusico della città di Norimberga, Organista e Maestro di Cappella dell'elettore di Sassonia; al termine "Regina Caeli" a quattro voci (1622).
Quanta Grazia, che fortuna abitare a Roma.
RispondiEliminaDa noi invece non ti concedono nemmeno la più sgangherata chiesetta campestre...Domine miserere nobis.
Immagino la gioia degli ambrosiani residenti nell'omonima diocesi per questo fiorire di celebrazioni solenni "a due passi da casa".
RispondiEliminaMassima solidarietà e un ricordo nella preghiera.
Colgo l'occasione per invitare gli eventuali lettori ambrosiani che avessero voglia di farsi promotori di nuove celebrazioni (o che già avessero fatto qualche tentativo con esito negativo) di contattarmi all'indirizzo cardinalschuster@gmail.com
RispondiEliminacome mai il rito ambrosiano a Roma? =-O
RispondiEliminaChiedo scusa per l'OT, ma mi aspettavo una scheda commemorativa di San Pio V che celebriamo oggi.
RispondiEliminapartecipero' con gioia ai vespri di domani sera. conosciamo le difficoltà del VO a Milano ma anch'io mi chiedo: come mai a Roma?
RispondiEliminaSabato ho accompagnato per la prima volta un amico alla messa antica, non c'ero mai stato, non la conoscevo e francamente nemmeno m'importava conoscerla; ma quando si è in compagnia di amici bisogna arrivare a compromessi.
RispondiEliminaE così dopo moltissima insistenza, ho ceduto alle pressioni.
La prima cosa che mi ha colpito è stato l'altare girato ed il silenzio dell'attesa.
Il mio amico ad ogni mia curiosità tecnica mi ha istruito con pazienza, poi mi ha messo in mano un libretto e mi ha detto semplicemente "leggi, li troverai le tue Risposte".
Ho letto il Salmo 42 e poi tutto il resto con avidità, come se i miei occhi avessero sete di quelle parole.
La messa è iniziata e sebbene non in grado di rispondere,perchè il latino non l'ho mai parlato ne letto, i gesti del sacerdote e del chierichetto mi hanno rapito. Che bellezza. Credente o no, dovevo ammettere che davvero quel prete era al cospetto di Dio.
Per coerenza non mi sono accostato alla comunione , ma ho osservato con che devozione gli altri la ricevevano.
Posso dire senza vergognarmi che mi sono commosso più volte durante il rito, pur non comprendendo quasi nulla dei testi.
Sono uscito di chiesa ammutolito e pensieroso ma felice di aver assistito a quella messa, ho rubato il libretto perchè lo desideravo, lo voglio studiare e imparare...ho il desiderio forte che arrivi domani per tornare in quella chiesa per dissetare ancora i miei occhi..no anzi, dissetare la mia anima che ha sete tanta sete di Dio.
L'ho Trovato li, dove il prete sta girato e apparentemente lo nasconde.
Ieri mi sono confessato dopo dodici anni, e domani potro anch'io inginocchiarmi alla balaustra per ricevere l'Ostia.
Grazie, infinite per la disponibilità su questo blog, e grazie al mio Amico Fabrizio che mi ha dato il Mezzo per "trovare le risposte".
Eppure quanti preti e vescovi si ostinano a non capirlo. Quanti!
RispondiEliminaNon capisco cosa si faccia a Milano e in tutto il vasto territorio ''Ambrosiano''. L'unica chiesa nell'urbe dove dovrebbe esserci questo rito dovrebbe essere quella di San Carlo al Corso ma credo potrà essere impossibile una celebrazione del genere in quel tempio milanese in Roma.
RispondiEliminaCelebrazione V.O. a s. Andrea al Quirinale, chiesa dei Gesuiti? Ma costoro, per caso, si sono convertiti alla Messa di sempre? Se così fosse, sarebbe quasi un miracolo
RispondiElimina"Chinati junco ca passi la china" (in memoriam di Padre Pintacuda)
RispondiEliminaNessuna chiesa di Roma, nemmeno la chiesa di san Carlo al corso è officiata in Ambrosiano, anche perchè, a rigor di logica, non ha senso celebrare il rito ambrosiano fuori diocesi, a meno che non sia l'arcivescovo stesso, che incarna il rito, lo celebri...dunque non mi spiego la necessità di farlo in Santa Maria sopra MInerva, per di più in rito antico, visto che il Rito Ambrosiano è soggetto alle restrizioni dall'Ecclesia Dei alla potestà dell'Arcivescovo, come per i riti dei religiosi...e poi nessun prete non ambrosiano, salvo indulto particolare, è abilitato a celebrare con il rito della chiesa di Milano!
RispondiEliminaConcordo, ma non sul punto delle "restrizione dall'Ecclesia Dei"; si applica "filialmente in modo analogo" il motu proprio Summorum Pontificum.
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RispondiEliminaGrazie per aver condiviso con noi la tua bellissima esperienza.
RispondiEliminaSiamo in tempi un po' particolari.... perciò ben venga il rito ambrosiano anche a Roma, magari l'arcivescovo di Milano si sveglierà dal suo letargo e deciderà una più ampia applicazione del Motu Proprio nella diocesi ambrosiana....
RispondiEliminaCaro Francesco grazie per la tua bella esperienza e per avercela comunicata. Non c'è niente da fare la Messa tridentina è davvero straordinaria ed emana un fascino eccezionale. Più la celebro e più mi attira e seduce....
RispondiEliminadon Bernardo
Caro Trinacria, siamo in tempi un po' confusi, meglio però il rito ambrosiano antico a Roma che da nessuna parte......
RispondiEliminaMa si tratta di veri e propri concerti di polifonia rinascimentale, ed anche della più esclusiva (Loyset de Compère non è proprio pietanza di tutti i giorni). Una vera pacchia per gli amanti della musica 'reservata'. Cosa poi questo abbia a che fare con Cristo e l'eucarestia ce lo spiegherete un'altra volta.
RispondiEliminaBeh ma si sa che i teatrini piacciono a tutti, poi quando sono gratis la gente accorre in gran numero....
RispondiEliminaMa si dica che il celebrante era il can. Amodeo, del capitolo minore della Metropolitana di Milano, di cosa si ha paura? Che in curia lo vengano a sapere? Ma in curia lo sanno già da un sacco di tempo: sono quelle prudenze che fanno ridere i polli, come quando si deve usare discrezione per travestirsi da arcivescovo e pontificare e poi mandare le foto a tutti i forum e i blog dell'universo.
RispondiEliminaImmagino che il reverendissimo monsignore si sia divertito ad usare croci, anelli, vesti paonazze e chi più ne ha più ne metta. Peccato che le poche cose che può usare le può usare solo in diocesi e non in giro per il mondo a fare il vescovino.
RispondiEliminaPoi, ma chissà come mai, una celebrazione per il XXV dell'indulto di Martini si tenga a Roma......
Poi la diocesi di Milano si dice chiusa al Motu Proprio...... per forza! Finchè ci sono preti che si divertono a fare quello che vogliono......
Una solo ragione: tutto ciò fu fatto per l'eucarestia dai compositori che avevano ancora la fede, più fede di voi.....
RispondiEliminaQuanta invidia......Viva Amodeo che non fa scomparire il rito ambrosiano. Se apettassimo voi....
RispondiEliminaIl tuo "post" è piaciuto a te stesso....quando si fa il multinick bisogna ricordarsi con che nome si è scritto il messaggio precedente.....basta un pò di pratica anche lei ci arriverà, ma alcuni ecclesiastici milanesi hanno scoperto "messainlatino" da poco....sempre per invidia....e cattiva coscienza....
RispondiEliminaInformati...a Milano non si bloccano estetismi, si blocca la messa ambrosiana, da parte di chi? Ma è chiaro dell'Antipapa ambrosiano....come titolava Il Giornal: "ormai a Milano di rosso c'è rimasto solo Tettamanzi"....e non si parlava dell'abito.....
RispondiEliminaPerche non avrebbe senso celebrare caro professorone di liturgia? Se un prete greco passa a Roma celebra nel proprio rito. Punto e basta. Se un ambrosiano va a Roma celebra nel suo rito. Punto e basta.
RispondiEliminaSe un prete ambrosiano è costretto ad andare a Roma per celebrare il proprio rito, traetene le conclusioni.
Non ci vuole tanto per capirlo.
Hai proprio ragione, i teatrini del "Tetta" sono migliori, guarda che bella foto:
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2010/01/oggi-la-festa-dei-popoli-del-card.html
altro che Amodeo che si limita ai riti bimillenari della Chiesa
Credo di essere una delle persone più informate e informanti sull'argomento.
RispondiEliminaBravo Beroldo, difendi il nostro "Tetta" che forse ti fa Monsignore....e pure canonico, una paonazza la troveremo anche a te.
RispondiEliminaMi piace perchè un anonimo si mette a scomunicare e a dare dei senza Dio a tutti quelli che non la pensano come lui: che sia Cristo?
RispondiElimina"un anonimo", perché tu chi cavolo sei? ti firmi con uno pseudonimo pure tu e sputi sentenze più degli altri.
RispondiElimina.....e più presuntuose non ce lo metti?
RispondiEliminaDelle beghe di sagrestia 'ambrosiane' e non, penso che non importi niente a nessuno. Quanto alla fede dei compositori del '500, che magari scrivevano per le amanti di Francesco primo, ci sarebbe da discutere. In ogni caso un musicista ufficiale delle città imperiale di Norimberga era con tutta probabilità luterano!
RispondiEliminaSegua il dibattito: si parlava di Compère, compositore e sacerdote cattolico.
RispondiEliminaSe poi qualche buon compositore si è invaghito di una bella donna non vedo in cosa ciò tocchi la fede. Al limite, se ha peccato con la bella donna, tocca la carità, che è virtù distinta dalla fede.
Frequenti di più le beghe da sacrestia, imparerà accidentalmente un pò di teologia.
No
RispondiEliminaNon necessito di leccare i piedi all'attuale cardinale per indossare legittimamente una veste paonazza
RispondiEliminaMA invidia di cosa? non sono certo invidioso di una veste paonazza o un po' di pizzo... invidio piuttosto la santità di tanti preti AMBROSIANI che cercano di non far morire le tradizioni vissute nel segreto e non nell'ostentazione.
RispondiEliminaCaro ospite, non si parlava affatto di Compére, che io sentivo quando probabilmente lei con i calzoni corti si estasiava per l'Ave Maria di Schubert o per la Marcia nuziale di Mendelssohn, ma proprio di sagrestie. Quanto alla teologia preferisco averla imparata su San Tommaso e su Duns Scoto invece che partecipando ai pettegolezzi preteschi su cui evidentemente l'avrà imparata lei se non sa nemmeno che una fede che contrasta con la carità è una fides informis che non basta alla salvezza
RispondiElimina<span>Comunque, mi permetto determinate osservazioni in quanto, benchè io non neghi che mons. Amodeo sia un santo sacerdote dell'Arcidiocesi ambrosiana (lo conosco personalmente e di certo non potrei negare che sia un santo prete) ritengo inammissibile che un canonico della Cattedrale Milanese - che dovrebbe rappresentare la Chiesa di Milano - si diverta a fare cose che non può.
RispondiEliminaUn conto è celebrare il rito Ambrosiano Antico da semplice sacerdote quale lui è; un conto è recarsi a Roma e sfoggiare insegne che gli sono consentite solo in capitolo o in rappresentanza dell'Arcivescovo. L'uso dell'anello, della croce, della talare paonazza (o filettata), della ferula, della mitra o della berretta con fiocco paonazzo gli sono concessi solo in diocesi di Milano, dove lui è canonico minore equiparato ai protonotari apostolici (e solo per gentile concessione di sua eminenza il card. Martini). Al di fuori della diocesi di Milano lui torna ad essere un normale prete, privo di qualsiasi insegna.
Mons. Amodeo non ha nomine pontificie che gli consentano anche solo un po' di colore sulla veste al di fuori della sua diocesi.
Se solo la celebrazione del Rito Ambrosiano Antico venisse vissuta con più serietà la diocesi di Milano non si chiuderebbe in se ogni qualvolta si chiedesse una messa con questo rito.
Non ho particolare ammirazione per il mio attuale Cardinale ma preferisco passare per "Leccapiedi dl Tetta" e vivere il rito che celebro - nuovo e vecchio - con serietà e fede piuttosto che dirmi "difensore del rito antico" e usare questa scusa come scudo per fare quello che voglio.
CERTE COSE NEMMENO ANDREBBERO PENSATE, FIGIRIAMOCI FATTE!</span>
Il celeberrimo Joachim Nabuco nel suo "Jus Pontificalium" (pag. 33) - siamo nel 1956- ricorda che i Canonici della Metropolitana di Milano sono per concessione di Leone XIII elevati a Prelati Domestici ( non già Protonotari Apostolici) quindi con vesti paonazze etc. etc. etc.
RispondiEliminaVi sarebbe quindi da domandarsi ( a prescindere dalla croce che in effetti andrebbe indossata entro i limiti della Diocesi ambrosiana) in cosa Mons. Amodeo sbagli nell'indossare abiti concessi.
Rammento che ci sono due tipi di Canonici nella Metropolitana Milanese...
RispondiEliminaI maggiori, che hanno l'equiparazione descritta e i minori, che praticamente non avevano nulla.
RispondiEliminaSe si seguisse alla lettera il vecchio rito, amodeo non avrebbe diritto nemmeno alla fascia paonazza, figuriamoci alla croce o ad altro.
Martini equiparò le insegne prima di andarsene ma o usi il rito vecchio con le norme vecchie o quello nuovo con le norme nuove. Cosa facciamo usiamo il rito vecchio con le norme nuove? Pensavo che la cosa fosse stata inventa da mons. Manganini e non da mons. Amodeo. Vedo che i canonici sono fatti con lo stampino
Beh ma cosa si pretende da uno che grida al delitto quando Manganini mischia il vecchio col nuovo.... Mons. Amodeo si sarà sentito triste e avrà voluto emularlo un po'.... eh questi canonici che cercano sempre di essere i primi della classe... eh va beh....
RispondiEliminaChe tenerezza!!!! Tientela la tua religione del cuore! Il cattolicesimo è una fiaccola che si mette in cima alla montagna!
RispondiEliminaCome si possa poi "non far morire una tradizione" quando essa resta "vissuta nel segreto" è un mistero che ci dovrà spiegare. La tradizione si trasmette VISIBILMENTE.
Viva i preti coraggiosi (con tutti i difetti che possono avere), abbasso i "tradizionalisti del segreto" (ipocriti e vigliacchi).
Non dubitavamo che lei fosse un canonico di Milano che non ha il coraggio di esporsi, ma che ha il coraggio di attaccare un confratello con la viltà di un anonimo denigratore. Povera Chiesa. Si faccia l'esame di coscienza, Monsignore.
RispondiEliminalei ha scritto: "<span>Non necessito di leccare i piedi all'attuale cardinale per indossare legittimamente una veste paonazza", senza commento.</span>
La cosa può essere discussa a meno di essere dei manichei. Seguendo la sua logica tutti i tredizionalisti dovrebbero usare il odice del 1917,
RispondiEliminaAmmetta che c'è un'ambiguità e "in dubiis libertas"
Il problema di Milano si chiama Tettamanzi e Manganini. L'Antipapa e l'accolito. Smettela, vigliaccamente, di prendervela con chi mette un fiocco viola in più.....
RispondiEliminaIl problema di Milano non è un canonico (che è un sant'uomo) che porta una fascia paonazza....aprite gli occhi
Grazie per la lezioncina, tuttavia...
RispondiEliminaSappia che la fede informe resta soprannaturale anche nel peccatore, essa risiede nell'intelligenza che si trova (anche nel peccatore) ad essere illuminata dalla fede soprannaturale. Il compositore cattolico (benchè povero peccatore) si trova quindi ad avere un'intelligenza che beneficia del "lumen fidei" soprannaturale, quindi può scrivere con "intelligentia fidei", anche se è un povero peccatore.
Forse lei ha letto un pò troppo Scoto (con le sue pericolose teorie sula fede acquisita) e troppo poco San Tommaso.
UN GIORNO LO RINGRAZIERETE
RispondiEliminaChi se ne frega di due bottoni viola in più o in meno, non siate ipocriti o farisei.
Viva Amodeo che è un sant'uomo, che vuole trasmettere quel che ha ricevuto, il modo di cantare, incensare, celebrare ambrosiano non se lo porterà nella tomba, perchè l'ha trasmesso.
Volesse la Providenza che ce ne fossero di come lui, un vecchio prete che trasmette le tredizioni in ogni posto dove ci sono antiche liturgie. Magari ce ne fosse uno a LIONE, uno a BRAGA, uno a TOLEDO....magari
Cerchiamo di non essere ipocriti:
RispondiEliminaSE A MILANO LA MESSA AMBROSIANA E' BLOCCATA E' COLPA DELL'ANTIPAPA, NON E' COLPA DEI TRADIZIONALISTI
Un Antipapa che distrugge non solo la liturgia le sue bellezze, ma anche la morale e la fede. Lo sanno anche i muri.
Ah no è vero, è colpa di un canonico che si veste da Vescovo, vorrei poi solo informarvi di una notizia della quale forse non siete a conoscenza, ci sono tanti sacerdoti Ambrosiani che celebrano il rito Ambrosiano Antico senza andare in giro a fare i pagliacci preservando e conservando il nostro venerando Rito. In fine non arrogatevi il diritto di canonizzare Santo una persona che ancora vive.
RispondiEliminaBeh ma confondere Canonici Minori con Canonici Maggiori e Dignità Capitolari devo dire che è una bella libertà che il caro Rito Tridentino non permetteva una volta, o tutto o niente cari miei, non si può giocare alle bambole e pensare di star giocando con i soldatini...
RispondiEliminaSi ma qui il problema non è una fascia paonazza, bensì: Mitria Aurifregiata, Anello, Croce Pettorale, Zucchetto, Gambali Pontificali, Dalmatica e Tunicella... etc. , Se fosse il problema la fascia ed un fiocco viola non ci sarebbe motivo di discussione. ma qui direi che le cose sono ben diverse.
RispondiEliminaInfine come dimenticare un certo Vescovo che vedendo Mons.Amodeo agghindato come un'albero di Natale (e vorrei precisare che esso non fù Tettamanzi) gli disse che il Vescovo della Diocesi era lui e mandò il caro Canonico Minore (che in grembo suo si sente anche Canonico Maggiore, Dignità Capitolare e Vescovo di Desiderio) in Sagrestia a cambiarsi per rimanere in rocchetto ad assistere in coro... Se questo è quello che si fa per la tradizione Ambrosiana, da Ambrosiano preferisco che essa muoia con dignità per ciò che è stata o che venga mantenuta salda da altri sacerdoti.
Certo la Fede in Dio và mostrata, essa va annunziata alle genti, ma di certo non è giocando alle bambole pettinandole ed accarezzando i loro vestitini che la Gloria di Dio verrà proclamata in terra... non è la tradizione che va annunciata ma la Fede in Cristo, se lei nella Cresima ha ricevuto questo compito me lo faccia sapere che vorrei sapere chi l'abbia cresimata, (forse lo stesso Amodeo con l'episcopalite).
RispondiElimina<span>Cito una lettera del Card. Schuster, lui sì che era difensore del Rito Ambrosiano:</span>
RispondiElimina<span>«Per la nuova edizione del “Manuale di Liturgia Ambrosiana” fu desiderata la presentazione dell’Arcivescovo. Ce n’è bisogno? Dopo le amplissime lodi che seguirono la prima edizione, che cosa potrei dire di più autorevole e di meglio? La precisione e la pietà che traspirano, rendono più amabile la competenza del pio Autore. Non mi resta, quindi, che raccomandare il libro allo studio del nostro Ven. Clero, il quale ben sa quale diligenza usasse San Carlo, perché il rito della S. Chiesa Ambrosiana fosse eseguito da tutti con esattezza, decoro e pietà squisita. Fare diversamente, è incorrere nella maledizione divina lanciata contro chi compie con negligenza l’opera di Dio;mentre il custodire con diligenza le cerimonie del culto del Signore, equivale a meritare le più larghe benedizioni.»
</span>
<span>A. Ildefonso, Card. Arciv.Milano, </span>
<span>nella Solennità di Sant’Ambrogio,</span>
<span>7 dicembre 1936</span>
Intanto Tettamanzi è Cardinale Arcivescovo, Amodeo è un semplice prete.... Se è vero che lo spirito soffia dove vuole.......
RispondiEliminaNon vedo nessuna ambiguità. Nelle ribriche del Rito Nuovo forse ve ne troverai, ma in quelle del Rito Vecchio...... ti dicevano pure che colore di calze metterti sotto la talare
RispondiEliminaVedo che anche lei è stato al pontificale di mons. Amodeo a Meda qualche anno fa. Penso di conservarne ancora le fotografie. è stato un teatrino molto divertente, un prete vestito da vescovo, nulla di liturgico, comunque
RispondiEliminaE questa sarebbe una lettera? Figliolo, torna a lezione di composizione dalla tua maestra delle elementari.
RispondiEliminaIn risposta all'ospite precedente: non andiamoci così leggeri a proclamare santo qualcuno! La santità corrisponde alla pienezza dell'Essere. Da chi è santo bisognerebbe prendere tutto ciò che dice o fà come insegnamento per la propria vita. Da un santo si può solo imparare. Mons. Amodeo, invece, necessita che tutto ciò che dice o fà vada misurato sulla bilancia e parte di esso vada scartato. Un tempo era un santo prete, ora è solo un prete che, alla fine della sua carriera, fa quello che vuole.
Di Cardinali peccatori ce ne furono tanti......di semplici preti santi ce ne furono tanti.....lo Spirito soffia prorpio dove vuole!
RispondiEliminaQuando si è vigliacchi non ci sono più limiti. Perchè non ti dichiari, stai attaccando un prete pubblicamente e inoltre su delle sciocchezze. Mi fa schifo. Che vergogna, non hai il coraggio di dichiararti? Stai zitto almeno.
RispondiEliminaQuanta viltà! Questa gente salverà la Chiesa? Povera Chiesa!
La vostra generazione di preti vili, che vede i mali della Chiesa e tace, è la più colpevole!
Decidetevi ! Se avete ragione voi la Congregazione della Fede per noi si chiama ancora Sant'Uffizio. La prossima volta scriverò così sulle lettere (specificando che per me i cambiamenti non valgono) dirò pure che tutto il diritto positivo del 1983 non ha per noi tradizionalisti, nessun valore.
RispondiEliminaA me andrebbe bene, è un vero peccato che la tua opinione valga poco in Vaticano, io la sottoscriverei.
Diteci chi siete e cosa fate per il rito ambrosiano.......oltre leccare i piedi del "Tetta"
RispondiEliminaMi pare che Pontificalia Insigna non sia così "dubbio" come documento, ma molto chiaro. Se non possono pontificare i veri protonotari, figuriamoci gli equiparati, e figuriamoci chi non è mai stato niente, ma recentemente ha avuto il permesso della talare paonazza nell'arcidiocesi.
RispondiEliminaPurtroppo si nota sempre e solo una cosa: essere cattolici è difficile, perchè da fastidio quando ci sono delle leggi che dicono di fare o di credere cose che non ci piacciono. Allora si preferisce, anzichè accettare la realtà per quella che è, optare per una "scelta": tenere ciò che piace dei dogmi e delle leggi, e rifiutare il resto. Questo si chiama eresia, cioè appunto "scelta".
Lutero, Calvino, Cerulario, Cranmer, avevano tutti ottime giustificazioni, dal loro punto di vista, per trasgredire alla legge. Ovviamente gli argomenti trattati in questi commenti sono ridicoli, rispetto alla macroscopicità dei casi che ho citato. Trattasi solo di un prete anziano che ha tanta voglia di divertirsi e di giocare.
Ma quello che è esecrabile, non è già questa vecchiaia frivola: è l'accanimento cieco, l'odio, il livore, e il ferocissimo attaccamento campanilistico ad uno spirito che non è cattolico, ma che sembra assolutamente farisaico e formalistico. Questa non è la tradizione.
La diocesi di Milano (così come mille altre diocesi), ha UNA SERIE di problemi. Uno sarà sicuramente il vescovo, di ideologie moderniste, con curia di analoghe vedute (ereditate da 30 anni di svolta a sinistra).
RispondiEliminaAltro problema sono i fedeli. Tra questi fedeli, un problema lo costituiscono ALCUNI tradizionalisti. Non è l'attaccamento al rito antico a rendere tradizionalista. Può esservi un attaccamento malato e fanatico, che rende colui che lo pone in essere esattamente sullo stesso piano del modernista con focaccia e bicchierozzo, e casula arcobaleno.
Non è affatto vero che esiste un "partito tradizionale", formato da tutti coloro che frequentano le messe tridentine. A Milano come altrove: il tradizionalismo è una scelta di vita dura, faticosa, studiata, meditata e sacrificale. Solo pochi tra coloro che si dicono tradizionalisti lo sono veramente. Gli altri, non sono che la faccia "antica" di un unico problema di tutta la chiesa universale.
E' bello perchè su Messainlatino c'è tutto il Capitolo di Milano che interviene, vuol dire che c'è un grande interesse liturgico
RispondiEliminaVi propongo una tregua: fregatevene di Amodeo (nel bene e nel male) e pensate, anzi pensiamo, a quel che si può fare per salvare il rito ambrosiano, è compito di ogni buon prete ambrosiano.
Organizziamoci e lasciamo queste beghe secondarie. Salviamo il rito. Solo questo importa.
Lei legge nei cuori, ma che gran dono! Sa chi è santo e chi no!
RispondiElimina