Parecchi lettori ce ne hanno riferito; segno inequivocabile, tra l'altro, di quanti aspiranti frequentatori di Messe tradizionali negate od impedite siano costretti a sorbirsi, per assolvere alla meno peggio il precetto domenicale, il rito tristemente ordinario. Ma non divaghiamo: ecco il testo:
ERA il 7 marzo 1965, prima domenica di quaresima, quando, dopo secoli di silenzio, l’assemblea riunita per la celebrazione dell’Eucaristia, grazie alla riforma liturgica del concilio Vaticano II, poté finalmente unire la propria voce a quella del sacerdote e partecipare attivamente alla messa, della quale i fedeli costituiscono il soggetto principale. Infatti, chi celebra «è tutta la comunità, il Corpo di Cristo unito al suo Capo» (Catechismo della Ch. Catt., 1140). La funzione sacerdotale di Cristo, partecipata in forme diverse a tutti i battezzati, è manifestata in tanti momenti della messa con la partecipazione attiva.
Uno di questi momenti particolarmente significativo è la Preghiera dei fedeli. Non si trattò in quel lontano 1965 di una vera e propria novità, ma di un recupero della tradizione della Chiesa del primo millennio.
Con questo intervento l’assemblea intendeva allora, e intende nuovamente anche oggi, esprimere la propria partecipazione alla preghiera di Cristo che "risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi" (Rm 8, 34). Infatti, cos’è la Preghiera dei fedeli se non l’espressione dell’amore stesso di Cristo per tutti gli uomini? Per questo le diverse intercessioni che costituiscono questa preghiera non si limitano alle necessità personali, ma allargano lo sguardo sugli ampi orizzonti del mondo. Questa è la ragione per cui la Preghiera dei fedeli fin dai primi secoli è chiamata anche Preghiera universale.
Di norma sono quattro gli ambiti verso i quali questa forma di preghiera volge la sua attenzione: le necessità della Chiesa, popolo di Dio; la salvezza di tutti gli uomini attraverso la giustizia e la pace; coloro che si trovano in situazioni di sofferenza e di prova; per la comunità locale ed eventualmente per alcune intenzioni particolari. Le proposte per questa preghiera, offerte dai vari sussidi (compreso il nostro), sono soltanto orientative. Infatti una nostra rubrica avverte che si possono adattare e anche completare con l’aggiunta di intenzioni particolari alla concreta assemblea.
La preghiera non può ridursi ad una formalità. Deve esprimere i sentimenti e le preoccupazioni che si agitano davvero nel cuore di ogni autentico cristiano. «Così la solidarietà orante si apre a tutti i fratelli facendosi carico dei loro problemi, delle loro aspirazioni; e la messa, ponte fra cielo e terra, diventa il luogo di comunicazione e di incontro con i fratelli lontani in una quotidiana e incessante edificazione dell’unità e della pace» (CEI, Premessa all’Orazionale, 2).
Silvano Sirboni, liturgista
Alessio P. ci manda queste riflessioni.
1- Il reverendo inizia l'articolo allo stesso modo con cui iniziano altri articoli che celebrano la fine di guerre o dittature: Era il giorno tale, e finalmente dopo anni ci siamo liberati ecc. Un modo davvero poco rispettoso nei confronti della Santa Messa Gregoriana, e anche poco rispettoso delle innumerevoli schiere di Sacerdoti Santi (penso al Curato d'Ars, a Padre Pio, a don Bosco...) che nei secoli, hanno costruito la Chiesa di adesso, perchè è utile ricordarlo, la Chiesa non è nata nel 1965 al termine del Concilio, ma nel 1965 contava già secoli di storia e di santità. Dunque comincia l'articolo svilendo la S.Messa, i Santi Sacerdoti, e anche martiri e fedeli che nei secoli si sono avvicendati.
2- Viene esaltata la famosa celebrazione attiva dei fedeli al Rito, che fino al 1962 poverini, erano costretti a vedere uno girato di spalle, che pronunciava sottovoce formule in latino. Urge una puntualizzazione: Che cos'è la Santa Messa? A dispetto della tendenza post-conciliare, che preferisce esaltare l'aspetto conviviale del Rito, la S. Messa è il sacrificio della Croce perpetuato e rinnovato. Assistere a una S.Messa, specialmente nel momento della consacrazione, è seppur in maniera visibile diverso, come stare sotto la Croce. Compreso questo, mi chiedo: sotto la Croce, che tipo di partecipazione avrei avuto? Attiva o passiva? Probabilmente mi trovassi sul Calvario al momento dell'agonia di Cristo, non riuscirei a muovere un dito. Rimarrei scosso, colpito, mi metterei in ginocchio, manterrei un atteggiamento “di sacralità”, magari piangerei, ma di sicuro non mi verrebbe in mente di andare sotto la Croce a leggere una serie intermabile di preghiere, di sicuro non tirerei fuori una chitarra o un bongo...rimarrei in atteggiamento passivo, ma con il cuore attivo, cercando di unirmi alla solennità e alla grande importanza del momento. L'unica che sotto la Croce poteva dire di partecipare atttivamente, era la Madonna, che viveva lo strazio del Figlio, insieme con lui ai piedi del patibolo.
3- “Uno di questi momenti particolarmente significativo è la Preghiera dei fedeli. Non si trattò in quel lontano 1965 di una vera e propria novità, ma di un recupero della tradizione della Chiesa del primo millennio.”
Altra frase che mi lascia perplesso: la tendenza di voler dare un taglio a una evoluzione costante della Liturgia nei secoli, giustificandola con un recupero delle origini. Si vorrebbe ritornare all'epoca dei primi cristiani delle Catacombe, per un gusto puramente ideologico. Dei primi cristiani, bisogna ammirare la tenacia con cui difesero la fede cristiana dai persecutori prima e dalle eresie poi, con sprezzo supremo della propria vita. Altri aspetti che hanno subito una graduale e lentissima evoluzione, non andrebbero recuperati. Altrimenti ci si potrebbe chiedere perchè non si ritorna alle diaconesse o perchè alla fine della Messa non si porta via la Comunione da conservare in casa o dare ai malati... Si continua a usare la memoria dei martiri per giustificare forme di arcaismo e scelte discutibili (viene in mente il famoso pallio dato a Benedetto XVI all'inizio del pontificato), poi giustamente archiviato proprio perchè ci si era resi conto che era solo un poco riuscito tentativo di archeologia liturgica.
4-Con questo intervento l’assemblea intendeva allora, e intende nuovamente anche oggi, esprimere la propria partecipazione alla preghiera di Cristo che "risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi" (Rm 8, 34).
Vorrei dire che la partecipazione alla Preghiera di Cristo avverrebbe meglio se si seguisse la Messa in maniera più consapevole di quello che la Messa stessa è, non perchè si leggono cinque minuti di preghiere...
5- Infatti, cos’è la Preghiera dei fedeli se non l’espressione dell’amore stesso di Cristo per tutti gli uomini?
Questa frase, la trovo proprio inopportuna. Mi sarei aspettato di leggere: Infatti, che cos'è la Santa Messa, se non l'espressione dell'amore di Cristo stesso per tutti gli uomini?... Probabilmente sono io che, interpretando male il Vangelo, ho l'impressione di capire che Cristo è morto perchè il Padre ha amato talmente tutti gli uomini da mandare il Figlio a morire per loro...
6- Questa è la ragione per cui la Preghiera dei fedeli fin dai primi secoli è chiamata anche Preghiera universale.
Anche qui mi trovo in disaccordo. Io sapevo che la preghiera universale era rimasta nella liturgia gregoriana al Venerdì Santo, quando appunto, si ricordava il Cristo morto per l'umanità e quindi si pregava per tutte le situazioni che lo richiedevano, salvo poi la questione della preghiera per gli Ebrei, diventata una pietra di inciampo nelle relazioni con gli Ebrei, che non perdono occasione per rinfacciarcelo.
7- Di norma sono quattro gli ambiti verso i quali questa forma di preghiera volge la sua attenzione: le necessità della Chiesa, popolo di Dio; la salvezza di tutti gli uomini attraverso la giustizia e la pace; coloro che si trovano in situazioni di sofferenza e di prova; per la comunità locale ed eventualmente per alcune intenzioni particolari. Le proposte per questa preghiera, offerte dai vari sussidi (compreso il nostro), sono soltanto orientative. Infatti una nostra rubrica avverte che si possono adattare e anche completare con l’aggiunta di intenzioni particolari alla concreta assemblea.
A parte l'inevitabile pubblicità del sussidio, per mia esperienza personale, posso affermare che spesso la preghiera dei fedeli volge la sua attenzione alle più disparate cause...trasformandosi in un elenco di preghiere più o meno mielose e retoriche a seconda delle celebrazioni...
8-La preghiera non può ridursi ad una formalità. Deve esprimere i sentimenti e le preoccupazioni che si agitano davvero nel cuore di ogni autentico cristiano.
Chissà perchè questa frase mi sembra una frecciatina rivolta al Rito Tridentino, che non lascia troppo spazio ai sentimenti e alle preoccupazioni del primo animatore liturgico/animatore che passa dall'altare...Poi cosa serve esprimere pubblicamente? La preghiera, non dovrebbe essere nel segreto della propria camera? Oppure si dubita che il Signore per intervenire debba sentirla arrivare dal leggio?
9- «Così la solidarietà orante si apre a tutti i fratelli facendosi carico dei loro problemi, delle loro aspirazioni; e la messa, ponte fra cielo e terra, diventa il luogo di comunicazione e di incontro con i fratelli lontani in una quotidiana e incessante edificazione dell’unità e della pace» (CEI, Premessa all’Orazionale, 2)
Termino permettendomi di fare le pulci anche a questo estratto del documento della Cei. A parte la mancata maiuscola alla parola Messa, non vedo, come già detto sopra la necessità così forte di comunicazione durante la Messa. Personalmente, la preghiera dei fedeli è un momento che abbassa la sacralità della Celebrazione. Io sarei favorevole, se non alla sua eliminazione (non mi sembra poi così importante) allo spostamento della stessa all'inizo della Messa o in un altro momento...
"incessante edificazione dell'unità", ma di che parlano alla CEI ?
RispondiEliminaQuale unità manca alla Chiesa?
Forse quell'unità che i Vescovi non vogliono "edificare" coi fedeli tradizionali, con la Tradizione, coi Papi, col Papa regnante. Preghiamo perchè i Vescovi "edifichino l'unità" sul vero fondamento di essa. La Tradizione.
le preghiere dei fedeli sono la parte più straziante del novus ordo. veri spot pubblicitari. non sono quasi mai preghiere ma un parlarsi addosso; accozzaglia di eresie e di fantasie suoresche; a volte non si sfiora solo il ridicolo ma ci si sguazza dentro; insomma se ne può dire solo male: da abolire indubbiamente. Gli ideologi del novus ordo naturalmente la pensano diversamente ma anche loro sono ormai ridotti a dover ricorrere agli spot pubblcitari.
RispondiEliminaIl mio plauso all'ignoto commentatore dei malsani foglietti.
RispondiEliminaGeniale!
Ad uso dei tanti addormentati che sparano fesserie dall'alto della loro presunzione ed ignoranza
RispondiEliminahttp://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.com/2010/04/padre-cantalamessa-cita-la-lettera-di.html
Ora mi esprimerò in termini piuttosto drastici, (e accetto le critiche).
RispondiEliminaSe qualcuno dall'alto decidesse ad eliminarle senza rimpianti, questo sarebbe un primo passo concreto verso il vero risanamento della Liturgia, perchè riporterebbe i fedeli all'interiorità della preghiera, e alla loro partecipazione interiore, il famoso e obliato RACCOGLIMENTO di tutte le energie spirituali e dei pensieri, che si concentrerebbero sul vero protagonista della S. Messa: Nostro Signore e il suo Santo Sacrificio di Redenzione.
Si eliminerebbe null'altro che un rumore di vane parole, fastidiosissime perchè quasi tutte riferite e <span>finalizzate a scopi orizzontali e filantropici,</span> che nulla hanno a che fare con la Vita eterna, e dove si perde completamente di vista la salvezza delle anime dovuta all'Espiazione dei nostri peccati! Non è che una distrazione CHIASSOSA, (brava compagna della musica pacchiana e profana delle allegre "bands" liturgiche) dall'essenza del Sacrificio di Gesù Cristo, davanti al quale solo il silenzio sacro ci farebbe tornare all'
adorazione dovuta a Dio.
Ma ormai si sa: a questo chiasso di cui la Messa sessantottina è impregnata fino al midollo -il<span> rumore di parole umane e orizzontali </span>che sovrastano quelle del Mistero Divino, trascendente- rumore invadente, frastornante, distraente, eccedente, pervasivo, che ci distoglie il cuore dal Mistero di Dio che viene, a questo prepotente rumore dell'aldiqua, i fautori del NO non possono più rinunciare: tutti coloro che stando ai "vertici" potrebbero decidere di abolirlo, non lo faranno mai....
E' una Messa nata con lo scopo di trattenere le orecchie e gli occhi interiori completamente nella dimensione terrena, come dichiarò apertamente Paolo VI (e come ricordato nel post dedicato alla ricorrenza del Messale riformato, 1969...): e i sostenitori entusiasti di questa messa mai permetteranno che si abolisca il rumore molto umano, frivolo e orizzontale che ne fa parte integrante.
<span>Ora mi esprimerò in termini piuttosto drastici, (e accetto le critiche).
RispondiEliminaSe qualcuno dall'alto decidesse ad eliminarle senza rimpianti, questo sarebbe un primo passo concreto verso il vero risanamento della Liturgia, perchè riporterebbe i fedeli all'interiorità della preghiera, e alla loro partecipazione interiore, il famoso e obliato RACCOGLIMENTO di tutte le energie spirituali e dei pensieri, che si concentrerebbero sul vero protagonista della S. Messa: Nostro Signore e il suo Santo Sacrificio di Redenzione.
Si eliminerebbe null'altro che un rumore di vane parole, fastidiosissimeperchè quasi tutte riferite e <span>finalizzate a scopi orizzontali e filantropici,</span> che nulla hanno a che fare con la Vita eterna, e dove si perde completamente di vista la salvezza delle anime dovuta all'Espiazione dei nostri peccati! Non è che una distrazione CHIASSOSA, (brava compagna della musica pacchiana e profana delle allegre "bands" liturgiche) dall'essenza del Sacrificio di Gesù Cristo, davanti al quale solo il silenzio sacro ci farebbe tornare all'
adorazione dovuta a Dio.
Ma ormai si sa: a questo chiasso di cui la Messa sessantottina è impregnata fino al midollo -il<span> rumore di parole umane e orizzontali </span>che sovrastano quelle del Mistero Divino, trascendente- rumore invadente, frastornante, distraente, eccedente, pervasivo, che ci distoglie il cuore dal Mistero di Dio che viene, a questo prepotente rumore dell'aldiqua, i fautori del NO non possono più rinunciare: tutti coloro che stando ai "vertici" potrebbero decidere di abolirlo, non lo faranno mai....
E' una Messa nata con lo scopo di trattenere le orecchie e gli occhi interiori completamente nella dimensione terrena, come dichiarò apertamente Paolo VI (e come ricordato nel post dedicato alla ricorrenza del Messale riformato, 1969...): e i sostenitori entusiasti di questa Messa mai permetteranno che si abolisca il rumore molto umano, frivolo e orizzontale che ne fa parte integrante.</span>
Sempre per la riflessione
RispondiEliminahttp://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.com/2010/04/preghiamo-per-il-santo-padre-perche.html
Beh, certo avete ragione di indignarvi.
RispondiEliminaMa mentre la Chiesa e il Santo Padre, quello che più ha fatto per la messa tradizionale, subiscono attacchi sempre più feroci su base quotidiana, non trovate di meglio che lamentarvi di foglietti, che quasi nessuno legge?? Grottesco!
Dum Romae consulitur, Saguntum expugnantur!
i nemici peggiori della Chiesa e del Papa sono quelli intra-ecclesiali, che fanno sorrisetti dicendo: "Sì, Santo Padre, d'accordo!" e appena lui volta le spalle, ricominciano a remargli contro: inutile ripetere quali e quanti siano tali rematori, che sommano al 90-95% dei componenti di basi e vertici...
RispondiEliminaEracliooooooo!
RispondiEliminahttp://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.com/2010/04/listruttiva-intervista-di-galeazzi-di.html
io non mi curo nè dei liturgisti neomodernisti nè dei documenti della Cei.
RispondiEliminaNon mi curo di lor ma guardo e passo..
come sarebbe "guardo e passo" ?
RispondiEliminavede, per quanto noi non ce ne curiamo, i <span>danni -sottili, persuasivi, persistenti-</span> DENTRO le coscienze, in modo subliminale e tenace, o aperto e spavaldo, continuano a farlo eccome ! ed è danno pertinace e dilagante all'intero Corpo Mistico, di cui tutti siamo membra, e non possiamo rimanere indifferenti ad esso, come ci ricorda S. Paolo. Così come io non posso permettermi di rimanere indifferente (stoicamente?) mentre mi accorgo che un mm quadrato della mia pelle sta sanguinando, o anche un organo interno del mio corpo, in modo silente, mi sta preparando una grave malattia, a cui dovrei porre <span>URGENTI terapie, </span>se non voglio che tutto il corpo vada alla rovina, grazie alla mia NONCURANZA !
è proprio a furia di "guardare e passare", e ASCOLTARE i messaggi-spot-musiche martellanti di tipo orizzontal-dissacrante, per 42 lunghi anni, che siamo arrivati a questo punto:
RispondiEliminacome in una eccellente MITRIDATIZZAZIONE !
<span>
RispondiElimina<p><span>Dal Messale Ambrosiano Quotidiano - S. Paolo - 1949 - a cura di mons. C. Dotta.</span>
</p><p><span> </span>
</p><p><span><span>Preci litaniche o per la pace</span></span>
</p><p><span> </span>
</p><p><span><span> </span>Un’ultima parola sul prezioso cimelio delle Preci litaniche o ireniche, le quali un tempo dovevano essere comuni a tutte le Messe dell’anno, ma che da noi sono state conservate, come tanti altri ricordi, nella Quaresima.</span>
</p><p><span><span> </span>Tali Preci si dicono alle prime cinque Domeniche di questo Tempo sacro. Se ne ha un doppio formulario, che deve essere la riduzione di un altro più antico e più lungo, forse non estraneo neppure all’altica Sinagoga. Più che preci si direbbero intenzioni di preghiere, che il popolo fa sue ed attua coll’implorare all’annuncio di ciascuna di esse,la divina pietà: Domine, miserere; Kyrie, eleison. Tali intenzioni, modulate dal Diacono, sull’ambone o ad un corno dell’Altare, prima dell’Orazione sopra il Popolo, hanno una forma di tale semplicità, e risentono d’un sapore così spiccatamente arcaico, che si è tentati di identificarle con quelle stesse che l’Apostolo (1 Timoteo, 2, 1) e Tertulliano attestavano farsi nella Chiesa primitiva, tanto più che non vi manca neppure il ricordo dei condannati alla pena «dei metalli», che ricorre pure tra le indicazioni di Tertulliano, ma fu abolita fin dal 230.</span>
</p><p><span><span> </span>L’alta spiritualità di queste Preci, dette anche ireniche, o per la pace, portanti a noi l’eco fedele dei primi secoli cristiani, la cattolicità dei desideri che le informano, non disgiunti da aspirazioni eque e modeste di grazie temporali, sono ben degne di essere prese in considerazione da noi, per conformarvi le nostre intenzioni, talora troppo ristrette, e riformare il carattere unicamente egoistico di tante nostre preghiere </span>
</p></span>
1- Il reverendo inizia l'articolo allo stesso modo con cui iniziano altri articoli che celebrano la fine di guerre o dittature: Era il giorno tale, e finalmente dopo anni ci siamo liberati ecc.
RispondiElimina****************************
ahimè...il punto dolente sta proprio qui per altro definito come ABUSO, tale tentativo, nel MP Summorum Pontificum di Benedetto XVI... ma si sa che qui ognuno oramai, sempre in nome non della Chiesa, ma di un CONCILIO, si fa il bello e il cattivo tempo, inoltrando opinioni che sono divenute tristemente verità...
Da anni colleziono i cari BREVIARI degli anni precedenti al Concilio.... la mia collezione non è fanatismo, quanto piuttosto UNA FONTE DI VERITA' che non si trova nei commentatori "autorevoli" di oggi...quante menzogne e quante bugie abbiamo dovuto subire! Si, il Concilio avrebbe finito un tempo, caspita di 2000 anni, di dittatura E DI ERRORI LITURGICI... che pena!!
Ma veniamo al sodo... comprando questi antichi breviari la realtà è ben diversa....
<span>Da un libretto del 1906 che riporta nelle prime pagine la spiegazione di cosa è la Messa si legge:
La struttura della Santa Messa nei suoi elementi essenziali è così composta ed assemblata magistralmente, una volta per tutte, dal Concilio di Trento e con san Pio V:
1) Il popolo viene convocato: Gesù, sono qui per assistere al Tuo Santo Sacrificio nella Messa, voglio essere devoto e seguirti nei gesti che il Sacerdote compie anche per me. Invoco Maria Santissima e gli Angeli con i Santi a pregare per me, perchè questa Messa mi faccia diventare santo/a.
2) Liturgia della Parola nella quale Dio fa la sua proposta: il popolo accetta. Gesù, sono qui ad ascoltare la Tua parola, rendimi un cuore docile per mettere in pratica i consigli e i suggerimenti che il Sacerdote in tua vece mi darà. Fa che la Tua Parola venga accolta anche da coloro che non credono e che non conoscono la sana dottrina. Gesù, le tre croci che faccio imitando il Sacerdote sulla fronte, sulle labbra e sul cuore, voglio che imprimano in me la Tua Parola nella mia mente, dalle mie labbra, dentro il mio cuore.
3) Liturgia della offerta. Gesù, ciò che sta facendo ora il Sacerdote, voglio anch'io unire la mia povera offerta. Ti offro il mio cuore perchè sia tuo per sempre. Ti offro i miei studi, la mia malattia, la mia salute, i miei divertimenti, le mie gioie così come anche ogni pena che soffrirò per tuo amore. Mi dispongo con Maria ai piedi della Croce per accogliere i tuoi sospiri dalla Croce e con Lei non voglio fuggire dal Calvario, ma attendere il compimento di ogni tua parola. Infine mi dispongo affinchè questa offerta produca frutti di conversione e i peccatori siano salvati dalla tua misericordia.
continua....</span>
<span>4) Liturgia del Sacrificio. Gesù è giunto il momento di fare silenzio e di adorarti. Ti adoro nell'Ostia candida, adoro il Tuo Corpo che fu per me crocifisso sul Calvario, abbi pietà di me. Gesù ti adoro nel Mistero di questo Sangue preziosissimo che hai sparso sulla Croce per la mia salvezza, abbi pietà di me e delle anime dei peccatori.
RispondiElimina5) Liturgia della Comunione. Gesù è giunto il momento che tanto aspettavo, unirmi a Te nella Santa Eucarestia. Fa che mi tenga sempre in grazia per goderti un giorno per sempre. Non permettere che mi accosti a Te in stato di grave peccato, donami la perfetta contrizione e fa che la Santa Comunione che sto per ricevere, preservi il mio corpo e la mia anima da ogni pericolo di eterna perdizione, perchè questo anelo dalla tua somma bontà.
(postilla: se per qualche motivo non fai la Comunione sacramentale, non distogliere la tua attenzione dal fare la comunione spirituale impegnandoti di confessarti al più presto per poter ricevere degnamente Gesù-Ostia, pronuncia con tutto il tuo cuore queste parole: "Gesù, io ti credo realmente presente sull'altare e desidero ardentemente riceverti, ma come sai in questo momento mi è impossibile riceverti sacramentalmente, vieni in me spiritualmente e trasforma la mia anima come vuoi Tu (si faccia silenzio). Ti adoro e ti amo, liberami o Gesù da ogni peccato, accresci in me la vita della Grazia e rendimi forte nella volontà, puro nei desideri. Amen" )
6) Liturgia di «Missione» con l'ite Missae est. Gesù, la tua benedizione mi accompagni ora nella giornata e mi aiuti a mantenere i propositi che mi hai suggerito in questa Santa Messa. Fammi missionario della Tua Parola, apostolo della Tua dottrina, fedele della Santa Eucarestia. Tornando a casa ti porto dentro di me, fa che diventi testimone della dignità che hai riversato in me. Vergine Santa, mi accompagni la tua benedizione. San Michele Arcangelo mi sostenga la tua spada. San Giuseppe mi protegga la grazia con la quale proteggesti una volta il Bambin Gesù dalle minacce di Erode, fammi custode di questa Santa Messa perchè possa conservarmi come vero amico di Gesù.
leggendo queste due paginette descritte ed insegnate nel 1906 e che racchiudono pertanto L'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA DI TUTTI I TEMPI, mi chiedo cosa ci fosse da correggere...e di cosa si insegna oggi della Messa...ad ogni modo, senza alcun spirito di polemica, vorrei proseguire con voi sulla segnalazione di parti importanti che rilevo dai diversi Messali che ho raccolto e che sono datati a prima del Concilio ma sempre validi nella Catechesi della Chiesa.
Ciò che colpisce è la ricchezza di questi materiali fatti in formati economici quanti impreziositi per tutte le possibilità, e ciò dimostra di quanto i fedeli fossero informati sulla Messa, sul contenuto dei messalini, su cosa fosse la Liturgia...</span>
<span>Ecco ora un altra dimostrazione tratta dal libretto in formato economico del 1958 a cura dell'Opera della Regalità di N.S.G.C. con l'Imprimatur del 3.4.1958 niente meno che la VI Edizione...segno evidente che fu triste leggenda mistificatrice il dire che i fedeli NON conoscevano e non capivano cosa facevano alla Messa.... <img></img>
RispondiEliminaNota: Tutto ciò che segue è tratto dal libretto!
All'attenzione del Fedele!
Il testo della Santa Messa è composto da una parte invariabile che si chiama "Ordinario" e di una parte mobile che cambia ad ogni ricorrenza e secondo i momenti liturgici.
Ecco perchè il Messale Festivo (e tanto più quello quotidiano) si presentano separati e voluminosi, benchè in carta sottilissima.
Facilitare la ricerca del "Proprio" di ogni Messa, e nello stesso tempo dare al testo completo delle Messe festive e di precetto, in una edizione popolare ma agile, è lo scopo di questa pubblicazione che grazie alle tante richieste ed al successo già ottenuto, è giunto alla sua sesta edizione.
Esso comprende:
- il testo dell'Ordinario completo (italiano e latino nelle parti dialogate e cantate), e le indicazioni per ricorrere al "Proprio" della Messa, ogni volta che sarà necessario;
- un plico di foglietti con il "Proprio" della Messa della Domenica e feste di precetto (se non hai trovato il plico con questo libretto, richiedilo a....)
L'uso è semplicissimo:
a - includere, prima della Santa Messa, nel libretto il foglio con il "Proprio" della rispettiva Domenica o festa di precetto;
b - seguire l'Ordinario e, al richiamo posto all'inizio di ogni preghiera variabile (che nel libretto troverai scritta in rosso), riportarsi al foglietto.
INDICAZIONI GENERALI
Ascolta o Fedele: che cosa è la Santa Messa
La Santa Messa è il Sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo che, sotto le apparenze del pane e del vino, si offre per le mani del Sacerdote a Dio Padre sull'altare, in memoria e rinnovazione (incruenta) del Sacrificio della Croce.
continua.....</span>
<span>Devi sapere, caro fedele, che la Messa si divide in due parti:
RispondiElimina</span><span>- Messa detta dei catecumeni o didattica;
- Messa dei fedeli o sacrificale con rendimento di grazie.
La prima parte è chiamata dei catecumeni, perchè fin dagli albori della Chiesa vi assistevano coloro che si preparavano a ricevere il Battesimo, perciò detti catecumeni; è detta anche didattica perchè contiene la Parola di Dio, gli insegnamenti di Gesù, dei profeti degli apostoli, e l'omelia.
Questa parte della Messa sia il catecumeno come il fedele già battezzato e riconciliato con Dio per mezzo del sacramento della Confessione, vi partecipano grazie alle preghiere che il Sacerdote recita ai piedi dell'altare e comprende:
- l'Introito, l'epistola, il graduale e il vangelo.
- il Credo attraverso il quale il fedele dà testimonianza della propria fede e il catecumeno si prepara a diventare un vero testimone anche lui.
La seconda parte detta Messa Sacrificale, a cui anticamente assistevano solo i battezzati, comprende azioni importantissime senza le quali la Chiesa stessa non avrebbe di che vivere:
- l'Offertorio: il Sacerdote offre il pane e il vino, frutto del lavoro dell'uomo. Il fedele diventa così compartecipe del Sacrificio ed offre insieme al Sacerdote il suo cuore, la sua vita, i suoi affetti, i suoi dolori, tutto il suo essere.
- la Consacrazione: preceduta dal Prefazio, dal Sanctus e da altre preghiere molto care alla Chiesa e culmina nella transustanziazione del pane e del vino nela vero Corpo e vero Sangue di Gesù Cristo, cioè, nella Vittima del Calvario per la nostra redenzione; si conclude questa parte nell'offerta della Vittima al Padre che il Sacerdote pronuncia nella veste di Cristo. Il fedele si unisce tutto a Gesù rinnovando atti di fede, di amore, di immolazione, si abbandona completamente e fiduciosamente a Gesù ora presente vivo e vero sull'altare, in ginocchio fa contrizione della propria condotta difettosa e si propone di vivere da vero cristiano.
- la Comunione: è la consumazione del Sacrificio in un rendimento di grazie e di piena gratitudine. E' il Banchetto Eucaristico che ci dà il Pane di vita, Gesù stesso, nostro ausilio e nostra fortezza nel travaglio quotidiano. Il fedele si reca presso l'altare, e messosi in ginocchio, si prepara a ricevere degnamente l'Ostia Santa, è importante che il fedele eviti di distrarsi, il silenzio è fondamentale, la musica sacra che potrà accompagnare i fedeli alla Comunione, aiuta nella meditazione.
La Santa Messa si conclude così con la Benedizione, l'Ite Missa est e le ultime preghiere che sostengono la devozione del Fedele nella Comunione dei Santi a cominciare proprio dalla Vergine Santa, Regina di tutti i Santi e ausilio del credente.
</span>
Seguono niente meno che LE NORME DEL GALATEO IN CHIESA.....
RispondiElimina<span>NORME DI GALATEO
Il Cristiano in Chiesa
1. La Chiesa è la Casa di Dio. Ci si va per pregare, per partecipare alla Santa Messa e per ricevere i Sacramenti. Anche Gesù si recava al Tempio per pregare, il fedele deve imitarne il comportamento, si va in Chiesa per lodare Dio, per adorarlo mentre Egli è li vivo e vero dentro al Tabernacolo.
2. Prima di andare in Chiesa abbi cura della tua persona. Non stai andando ad un incontro mondano fra amici, la chiesa non è infatti un luogo di ritrovo o dove far mostra di sè, in essa i fedeli si ritrovano per condividere la fede in Gesù vero Dio presente nel Tabernacolo. Ci si vesti adeguatamente pensando bene che si va a far visita ad una Persona che merita tutta la nostra massima attenzione.
3. Non profanare il luogo sacro con un abbigliamento indecente. Abbi rispetto non solo per Dio ma anche per coloro che li in adorazione, potrebbero a ragione restare turbati da un vestiario non idoneo per il luogo.
Entrando in chiesa, se sei in compagnia, smetti di parlare!
Fai devotamente il segno della Croce utilizzando l'acqua benedetta con una corretta genuflessione: è il segno del Cristiano, un atto di fede importante, è una testimonianza per chi ti vede.
Camminando evita di correre!
4. Non fermarti in fondo alla Chiesa o appoggiato sui muri, alle colonne o agli altari laterali, se sei entrato vai fino in fondo, dove c'è posto, resta inginocchiato al banco per salutare Gesù-Ostia Santa, prima di pregare i Santi infatti è necessario ricordare che bisogna pregare Dio e la Vergine Santa. Vai dunque a salutare Gesù nel Tabernacolo, intrattieniti con Lui qualche minuto, sii composto nella genuflessione, e qui recita le tue Preghiere. Se devi accendere qualche candela votiva fallo con discrezione dopo aver salutato Gesù nel Sacramento, se ti è possibile ricordati dell'offerta ai poveri. Evita di accendere candele durante la Santa Messa, fallo o prima o dopo, così per la Confessione: non recarti all'ultimo minuto tutto di corsa, la Confessione ha bisogno di un tempo per l'esame di coscienza, preparati per tempo, fai tutto con calma e responsabilità.
5. Evita di distrarti e lasciati rapire dal luogo santo, stai raccolto e se sei in compagnia, non parlare con nessuno. Sia che in visita al Santissimo Sacramento, sia che durante la Messa, evita distrazioni: non voltarti continuamente da tutte le parti per vedere chi sta entrando o uscendo, non metterti a salutare amici e conoscenti, evita di sederti accavallando le gambe e con le braccia conserte, ricordati che sei davanti a Dio. I saluti fra amici si fanno fuori della chiesa, in chiesa si prega.
6. Se porti dei bambini con te, abbi cura di prepararli a casa spiegando loro dove li stai portando, con amore e dolcezza spiega loro che è importante che in chiesa non si mettano a giocare, nè ad urlare. E' importante infatti che i bambini crescano imparando fin da piccoli che esiste un luogo sacro dedicato a Dio fatto per pregare e dove nel silenzio possiamo ascoltare la voce di Dio che ci parla nel cuore. Educa i bambini al silenzio, alla preghiera, al rispetto per la Casa di Dio.
continua....</span>
<span>7. Non fare rumore trascinando le sedie o spostando i banchi! Le tue preghiere recitale sottovoce per non disturbare gli altri. Durante la Messa per le parti indicate dove è necessario mettersi in ginocchio (per esempio alla Consacrazione) non restare in piedi come un salame perchè non solo è una pessima testimonianza della tua fede, ma eviti alla persona che sta in ginocchio dietro di te di fargli vedere cosa sta facendo il sacerdote, anche questa è una mancanza di rispetto. Ricordati che è san Paolo che ci insegna che nel Nome santo di Gesù ogni ginocchio si pieghi.
RispondiElimina8. L'obolo non è certamente un obbligo, ma se puoi è un dovere cristiano che la Chiesa ha reso come precetto, il 5° quando dice: "Contribuire alle necessità della Chiesa secondo le leggi e le usanze". Come vedi non sei obbligato, ma sta al tuo buon cuore comprendere le necessità che il sacerdote ha nel mandare avanti una chiesa dove tu trovi sempre tutto, adeguatamente, pronto per le tue necessità spirituali ed anche materiali perchè il sacerdote provvede, con una parte degli introiti, anche all'elemosina di chi non ha nulla.
9. Se hai la possibilità, segui la Messa con il libretto, ti aiuterà a non distrarti e a capire che cosa sta avvenendo. Unisciti sempre alle preghiere di tutti, ricordati che la Messa è il sacrificio di tutta la Chiesa. Durante la settimana abbi cura di prepararti il libretto per la Messa della Domenica, nel frattempo medita dal foglietto precedente la lettura che hai ascoltato, la Messa deve sostenerti per tutta la settimana abbi cura ogni giorno della tua anima. Al Vangelo segnati col pollice con tre piccole croci sulla fronte, sulla bocca e sul cuore, a significare la tua attenzione a ciò che stai per udire, è la parola di Dio. Quando tocca a te rispondere, non essere timido, pronuncia con chiarezza e convinzione le parole che dovrai dire.
10. Unisciti agli altri quando si canta, anche se sei stonato puoi cantare magari senza alzare troppo i toni, non devi sentirti escluso. Mettici il cuore, associa il gusto. Durante la Comunione cerca di essere ordinato, non parlare, non spingere, non dare gomitate, avviati invece con le mani giunte ben sapendo cosa stai andando a ricevere. Inginocchiati con amore, resta raccolto quando torni al tuo posto, resta profondamente inginocchiato perchè la Comunione che hai ricevuto è rendimento di grazie, fai qualche buon proposito, prega per i Defunti, per le Anime del Purgatorio, per la conversione dei peccatori.
11. Non lasciare la Chiesa prima che il Sacerdote abbia finito e sia tornato in Sagrestia. Ricordati che Gesù è dentro di te nella sostanza per almeno quindici minuti prima di sciogliersi in un tutt'uno con il tuo organismo. Recita con somma riverenza e devozioni le Preghiere dopo la Messa. Prima di andartene saluta Gesù nel Sacramento con la genuflessione ed un devoto segno di croce, poi senza correre esci in silenzio!
</span>**************************************
"esci in silenzio"....siamo nel Sabato Santo, giorno del silenzio....auguriamoci che voci stonanti e discordanti finiscano per tacere mentre si gridi dai tetti LA VERITA'...
Santa Pasqua a tutti!
<p>
RispondiElimina</p><p>"...grazie alla riforma liturgica del concilio Vaticano II, poté finalmente unire la propria voce a quella del sacerdote e partecipare attivamente alla messa, della quale i fedeli costituiscono il soggetto principale."
</p><p><span>I fedeli = soggetto principale ???</span>
</p>
La preghiera dei fedeli, l'offertorio, la comunione sulla mano tutte cose arcaiche che sono state riesumate per sottolineare il sacerdozio comune dei fedeli, la nuova ecclesiologia e tutto unito alla
RispondiEliminamaggiore attenzione data alla Parola.
Abbiamo perso: la sacralità, l'orientamento ad oriente, la bellezza esteriore dei riti ed altro sicuramente. Non si può che pregare perchè la Chiesa si riappropri di una liturgia più mistagogica ossia che ci introduca al mistero.Ci vorrebbe una liturgia con la forza santificante di quella antica e la capacità comunicativa della nuova.
<span>Silvano Sirboni, liturgista…</span>
RispondiEliminaLa liturgie est une chose trop sérieuse pour qu'on la laisse aux mains des liturgistes.
<span><span>Silvano Sirboni, liturgista…</span>
RispondiElimina</span>
<span>La liturgie est une chose trop sérieuse pour qu'on la laisse aux mains des liturgistes.</span>
<p>Consiglio a don Sirboni di leggere il libro: "Davanti al Protagonista" di Joseph Ratzinger -Benedetto XVI.
RispondiElimina</p><p>Sono sicura che ne trarrà il più grande beneficio...o sono un`illusa?
</p>
Illusa
RispondiEliminaDon Sirboni mi ricorda qualcuno che aspettava un'umanita' di santi e profeti "come frutti del Concilio".....
RispondiEliminaFdS
e pure fuorviante! infatti non si può certo dire che l'assemblea fosse muta. Chi non conosce la realtà è così portato a pensare ad una sorta di trotura che doveva subire l'assemblea pur di assolvere al precetto festivo... mammamia... Già, ma quell'aria da furbetto di Don Sirboni, non poteva non rivelarsi... :-)
RispondiEliminaOh Dante, mi hai tolto le mie ultime illusioni....già che non tenevano che grazie ad un filo sottilissimo! :'(
RispondiEliminaSapevo che Narrava Padre Pio, di un frate del suo convento, che aveva scontato 250 anni di purgatorio perché FACEVA LA GENUFLESSIONE SOLO ESTERIORMENTE, SENZA VERA PArtecipazione interiore, e PARLAVA IN CHIESA senza necessità! Un frate che a conosciuto Padre Pio, mi h detto che sapevo male. Gli anni di purgatorio furono 350
RispondiEliminaEntrando in chiesa, se sei in compagnia, smetti di parlare!
RispondiEliminaecco, questa è una delle tante regole che tutti, ma proprio tutti, anche i sassi, conoscevano come regola basilare di contegno nel luogo sacro: il silenzio assoluto in segno di rispetto per il Signore Presente nella sua Regalità nascosta nel Tabernacolo, e chiunque, anche i visitatori occasionali (es. turisti) sapevano di doverla rispettare, anche al di fuori della Messa.
Ma se oggi, appena finita la Messa, la chiesa si trasforma nella piazza del mercato (richiami, risatine, gruppetti concitati immersi in saluti e chiacchiere da bar, nè più nè meno che in una sala da conferenze o nella platea di un teatro, a spettacolo finito.....come facciamo a convincere i presenti di dover mantenere il silenzio ? Ci direbbero che la Messa è finita, e il Signore non si offende (perchè "non c'è più".....e anche per Lui lo spettacolo è finito, è "andato di là, forse, nelle sue stanze", chissà...).
Il sipario è calato, siamo tutti in libera conversazione: chi si sente in grado di imporre il silenzio ? Il parroco ?.... macchè! e perchè il silenzio ? Una volta si sapeva, oggi non più.
Mi viene da piangere! Che lontano siamo da questi santi propositi! E' un'impressione mia perché non ho idea di come vengano insegnate queste cose, soprattutto ai bambini. Se s'insegnano ancora! Forse tu me lo saprai dire, Caterina! Basta vedere nelle Messe N.O. quanta mancanza di rispetto, non soltanto da parte di alcuni bambini ma, quello che è peggio, da certi adulti. E non parlo solo di come celebrano alcuni preti ma dei fedeli che vi partecipano! Non potendo più sopportare questo stato di cose nella chiesa che frequentavo, ho deciso, 7 mesi fa, di ritrovare la mia pace interiore andando alla Messa V.O.
RispondiElimina<span><span> Se devi accendere qualche candela votiva fallo con discrezione dopo aver salutato Gesù nel Sacramento, se ti è possibile ricordati dell'offerta ai poveri. Evita di accendere candele durante la Santa Messa, fallo o prima o dopo</span></span>
RispondiEliminaE qua, devo dire che, in quella chiesa che frequentavo, non si smette di accendere le candele durante la Messa e a ciò si aggiunge il rumore che fanno le monete quando cadono nelle cassette e che provocano delle distrazioni. Una volta sono andata a lamentarmi da uno dei frati ma questi mi aveva detto di aver pazienza! Mah...
Grazie, Caterina! Che bello sarebbe distribuire questo foglietto delle buone maniere in tutte le chiese!
RispondiEliminaScrivo da Alessandria dove don Sirboni è parroco della parrocchia dei SS. Apostoli e direttore dell'ufficio liturgico diocesano, nominato dall'emerito Charrier e non rimosso dall'attuale vescovo Versaldi (perchè in partenza per Torino?). Assistetti una volta alla Messa pre festiva celebrata da don Sirboni ove fu omessa la proclamazione della seconda lettura e ad un battesimo dal medesimo celebrato dove l'acqua battesimale era stata riposta in una sorta di secchiello da muratore.
RispondiEliminaPosso con certezza affermare che almeno fino a due anni fa in quella parrocchia mancavano (perchè poi non ci sono più entrato):
a) il fonte battesimale;
b) almeno un confessionale;
c) gli inginocchiatoi.
Sirboni ha 72 anni ed è uno di quelli che ancora crede che la Chiesa sia sorta nel 1962.
Lascia perdere Eraclio: troppo impegnato a dare del fascista a chi non la pensa come lui.
RispondiEliminaAnch'io scrivo da Alessandria e devo completare ciò che ha scritto Alessandro.
RispondiEliminaInnanzitutto, pochi sanno quali titoli effettivi abbia don Sirboni per definirsi "liturgista".
E' il commentatore della grande processione della Madonna della Salve, patrona della Città.
Tutti gli anni ripete le stesse cose, che intristiscono e non danno alcuna gioia. Niente di niente! Aride e secche.
Poi, come responsabile dell'Ufficio liturgico, fa' impartire al Vescovo la Benedizione Apostolica al termine della processione, quando è a tutti noto che tale Benedizione deve essere annunciata all'atto penitenziale della Messa ed impartita al termine della stessa Messa (v. i libri liturgici: Benedizionale nella ed. da altare opp. Cerimoniale episcoporum).
Ma andiamo a vanti. Il nostro è enche commentatore e redattore di "Vita pastorale": prima collaboratore di P. Falsini (Requiescat...) poi suo successore nelle risposte alle lettere dei lettori nella rubrica "Ci scrivono". Leggete, leggete qui cosa risponde ad un sacerdote di Rimini, proprio in ordine alla Messa in latino.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e cosa ne pensa il nostro blogger.
Non è una novità: tutti ricordano quando paragonò i nostalgici della Messa in latino con i "nostalgici" della politica.
E tutti ricordano, Charrier regnante, le sue omelie domenicali che definire filo-centrosinistra sarebbe dire veramente poco. Ora è un po' più attutito: eh, gli anni passano.
E' poi molto amico, qualcuno li definisce il gatto e la volpe, con il prof. Guasco suo coetaneo, altro collaboratotre di "Vita pastorale" (cercate i suoi articoli.....), docente nella Facoltà alessandrina di Scienze Politiche all'Università del Piemonte Orientale: qui trovate il suo curriculum ufficiale. Vedete, si è dimenticato di dire che è un prete! Forse se ne vergogna. Quegli "studi classici in Alessandria" che indica nel curriculum sono in realtà il Seminario. Capito!
Il Guasco nel 1989 fu tra i firmatari del "Documento dei sessantatre" di cui sarebbe troppo lungo parlare, ma leggete qui.
Per tornare al don Sirboni: dovreste leggere cosa ha scritto sul numero di "Voce alessandrina", settimanale della Diocesi di Alessandria, della Domenica delle Palme, in riferimento alla Messa del Crisma.
Purtroppo non è on line, se riuscirò ad averlo, lo inserirò.
Eppure questi due sono i maitre-a-penser ad Alessandria. Ricordate: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti..." (Mt 23, 1 e segg.). Per la verità sempre meno, però intimidiscono per la loro agressività.
Fortunatamente il tempo sta passando anche per loro e si dimostrano sempre più come veri conservatori.
Concludendo, avrete capito: il nostro fa' parte di quesi preti che non insegnano la verità della Chiesa ma la propria verità e così ritengono i propri titoli (se li hanno) superiori al carìsma petrino ed alla stessa autorità della Chiesa, di cui se ne infischiano!
E ho detto poco, veramete poco!
E sarebbe ora che se ne andassero davvero in pensione...e dico poco, veramente poco.
Caro Baudolino, abito ad Alessandria solo da tre anni e mezzo e concordo con tutto quanto hai scritto, anche su don Maurilio Guasco che è perennemente invitato dall'attuale vescovo Versaldi a parlare ai "martedì di quaresima". Comunque Versaldi non si è ancora sbarazzato di certi preti che la facevano da padrone (benedicente Charrier) tranne don Fiocchi, relegato in un sobborgo della città. Gli incarichi di Curia sono rimasti tutti congelati, nonostante charrier se ne sia andato da 3 anni e mezzo. La chiesa alessandrina è in tutto simile alla francia. La diocesi è scristianizzata anche grazie alla pastorale del lavoro (sindacalese e sindacalista) imposta da Charrier per quasi 20 anni. E ora ne paghiamo le conseguenze
RispondiElimina...se proprio non si riescono ad eliminare i foglietti..., almeno si possono sostituire...
RispondiEliminaconsiglio le ed di P. Lucio http://www.padrelucio.it/article/articleview/3
i fogli domenicali "incontro alla Luce" hanno "preghiere dei fedeli" molto più serie... e cattoliche...
inoltre presso le stesse edizioni tanto altro materiale...
Cari Alessandro e Baudolino mi unisco ai vostri commenti che approvo e sostengo con forza!
RispondiEliminaHo letto pure io l'articolo a proposito della Messa del Crisma (di cui allego copia) a dir poco scandalosa e sempre pronto a rimarcare quanto ora "finalmente" tutto sia tornato in una dimensione più giusta e corretta.
Aggiungo, a proposito della Processione della Salve, che non solo i contenuti dei commenti di don Sirboni sono tristi, aridi e ripetitivi ma anche il tono della sua voce è triste e lamentoso. Alla faccia della giornata di festa della Chiesa alessandrina!
Per quanto riguarda il prof. Guasco (che sì, si infischia del <span>carìsma petrino e della stessa autorità della Chiesa</span> e <span>ritiene i propri titoli superiori ad essi</span>) ho potuto sperimentare qualche anno fa in una piccola chiesa della città la sua estrema maleducazione, freddezza e ira che perfettamente si addicono ad un sacerdote...!
Purtroppo la nostra Diocesi è congelata e costellata di tante "signorine" lavandaie mal in arnese che dovrebbero tornare in seminario e ricominciare da capo! Invece al loro tempo possedevano le chiavi del portone del seminario con la libiertà di entrare ed uscire a loro piacimento a qualsiasi ora del giorno e della notte assecondati, oltre che da mons. Charrier, da sacerdoti come don Sirboni e prof. Guasco di turno che MAI ho visto indossare l'abito talare, MAI! All'appello di questo elenco triste manca il molto reverendo Parroco di San Rocco. Ma di questo "illustrissimo" personaggio bisognerebbe aprire un blog a parte...
Speriamo nel futuro!
<span>Cari Alessandro e Baudolino mi unisco ai vostri commenti che approvo e sostengo con forza!
RispondiEliminaHo letto pure io l'articolo a proposito della Messa del Crisma (di cui allego copia) a dir poco scandalosa e sempre pronto a rimarcare quanto ora "finalmente" tutto sia tornato in una dimensione più giusta e corretta.
Aggiungo, a proposito della Processione della Salve, che non solo i contenuti dei commenti di don Sirboni sono tristi, aridi e ripetitivi ma anche il tono della sua voce è triste e lamentoso. Alla faccia della giornata di festa della Chiesa alessandrina!
Per quanto riguarda il prof. Guasco (che sì, si infischia del <span>carìsma petrino e della stessa autorità della Chiesa</span> e <span>ritiene i propri titoli superiori ad essi</span>) ho potuto sperimentare qualche anno fa in una piccola chiesa della città la sua estrema maleducazione, freddezza e ira che perfettamente si addicono ad un sacerdote...!
Purtroppo la nostra Diocesi è congelata e costellata di tante "signorine" lavandaie mal in arnese che dovrebbero tornare in seminario e ricominciare da capo! Invece al loro tempo possedevano le chiavi del portone del seminario con la libiertà di entrare ed uscire a loro piacimento a qualsiasi ora del giorno e della notte assecondati, oltre che da mons. Charrier, da sacerdoti come don Sirboni e prof. Guasco di turno che MAI ho visto indossare l'abito talare, MAI! All'appello di questo elenco triste manca il molto reverendo Parroco di San Rocco. Ma di questo "illustrissimo" personaggio bisognerebbe aprire un blog a parte...
Speriamo nel futuro!</span>
<span>Cari Alessandro e Baudolino mi unisco ai vostri commenti che approvo e sostengo con forza!
RispondiEliminaHo letto pure io l'articolo a proposito della Messa del Crisma (di cui allego copia) a dir poco scandalosa e sempre pronto a rimarcare quanto ora "finalmente" tutto sia tornato in una dimensione più giusta e corretta.
Aggiungo, a proposito della Processione della Salve, che non solo i contenuti dei commenti di don Sirboni sono tristi, aridi e ripetitivi ma anche il tono della sua voce è triste e lamentoso. Alla faccia della giornata di festa della Chiesa alessandrina!
Per quanto riguarda il prof. Guasco (che sì, si infischia del <span>carìsma petrino e della stessa autorità della Chiesa</span> e <span>ritiene i propri titoli superiori ad essi</span>) ho potuto sperimentare qualche anno fa in una piccola chiesa della città la sua estrema maleducazione, freddezza e ira che perfettamente si addicono ad un sacerdote...!
Purtroppo la nostra Diocesi è congelata e costellata di tante "signorine" lavandaie mal in arnese che dovrebbero tornare in seminario e ricominciare da capo! Invece al loro tempo possedevano le chiavi del portone del seminario con la libiertà di entrare ed uscire a loro piacimento a qualsiasi ora del giorno e della notte assecondati, oltre che da mons. Charrier, da sacerdoti come don Sirboni e prof. Guasco di turno che MAI ho visto indossare l'abito talare, MAI! All'appello di questo elenco triste manca il molto reverendo Parroco di San Rocco. Ma di questo "illustrissimo" personaggio bisognerebbe aprire un blog a parte...
Speriamo nel futuro!</span>
Ma una domanda ai teologi: ne il Corpo di Cristo, non sono incluse anche le anime purganti e le anime Beate? Nel caso, domanda ai liturgisti, come si manifesta la loro partecipazione attiva?
RispondiEliminaGrazie
Io ho 15 anni e sono organista del duomo SS. Petro e Paolo a Castelgomberto (vicino a valdagno).... sinceramente io in duomo non ho mai parlato a voce bassissima e mai ho avuto tutti questi complessi di galateo... Io mantengo la mia decenza ma è inutile che te vai a scrivere in Bon-ton della chiesa se poi sono per primi i preti che vengono li a farti chiacchierare oppure si siedono nel trono del presidio a leggere il giornale che hanno comprato cinque minuti prima dal giornalaio in piazza....
RispondiElimina