"Dopo un inizio in sordina, cresce il numero di fedeli che apprezza la celebrazione con il cosiddetto rito straordinario".
Queste parole, che l'articolista attribuisce alla Mesa di Castelsangiovanni, ci sembra descrivere la situazione tipica in quasi tutta Italia, anzi nel mondo: un tesoro nascosto e perfino vituparato per mezzo secolo, viene ora riscoperto dapprima con difficoltà, poi con sempre maggiore interesse.
Leggete l'articolo (cliccate per ingrandirlo), poi andate a leggere questa nostra pagina contenente il raffronto tra la Messa antica e nuova. Che dire: è un buon segno constatare che un sito come questo venga assunto a referenza dal grande pubblico e dai giornalisti in merito agli argomenti liturgici. Questo premia l'approccio volutamente divulgativo che abbiamo scelto, già a partire dal nostro nome.
non so quanto monsignore qua sopra(che nemmeno porta il manipolo) celebri la messa di sempre volentieri... posso dirvi, per quantoo lo conosco, che mai mi sarei aspettato di vederlo celebrare con il vetus ordo...
RispondiEliminaé vero, non ha il manipolo, e poi noi dovremmo dare il buon esempio....
RispondiEliminaA nome del gruppo stabile di fedeli di Castel San Giovanni voglio esprimere il più sentito ringraziamento al nostro Parroco che, in filiale adesione alla volontà del Sommo Pontefice, si è reso disponibile alla celebrazione della S. Messa nella forma straordinaria del Rito Romano. Con il suo atteggiamento aperto e puntiglioso è sicuramente il principale artefice del "successo" che sta riscuotendo la Messa tridentina
RispondiEliminaNoi, come il Parroco, stiamo, <span>con molta umiltà</span>, imparando ad entrare perfettamente nello spirito di questa magnifica liturgia.
Volevo inoltre ricordare che l'articolo in questione è comparso sul settimanale diocesano "Il Nuovo Giornale", che ringraziamo: è prova tangibile del grande interesse che suscita, in tutta la Diocesi, la Messa di San Pio V.
Paolo Balduini - Castel San Giovanni
bè umiltà non vuol dire che si tralasciano le cose, perchè se le si tralasciano per fare di testa propria, non si è umili per niente (come fanno certi preti del NO che non mettono la stola o non fanno questo e quello perchè la sanno più lunga). Se poi è stato un errore, bè pazienza sbagliando si impara, ma bisogna correggersi, comunque coraggio bravi andate avanti.
RispondiEliminaCongratulazioni al signor Riccardo Grandi per il bellissimo articolo. Ad maiora.
RispondiEliminaMi associo alle congratulazioni al giornalista
RispondiEliminae grazie al nostro vescovo soprstutto!!
RispondiEliminacondivido! infatti chi la messa di sempre è di solito associata dai profani a 3 cose: 1latino 2 dar le spalle 3manipolo
RispondiEliminaRicordo con gioia la prima Messa Tridentina a Piacenza (San Raimondo), nella quale assieme alla task force Tradizionalista ho dato il mio modesto contributo per la musica ed il canto!
RispondiEliminaAvanti cosi' ragazzi, e Iddio ci accompagni tutti quanti!!
Puo` darsi che il manipolo sia stato buttato negli anni della primavera postconciliare e quindi che il sacerdote sia stato costretto a celebrare senza.
RispondiEliminaPuo` darsi che il manipolo sia stato buttato negli anni della primavera postconciliare e quindi che il sacerdote sia stato costretto a celebrare senza.
RispondiEliminaposso assicurarti che in nessuna chiesa di piacenza manca un manipolo... solo nella mia parrocchia ci sono ancora tutti e così nelle altre, come in cattedrale, se il vescovo volesse servirsene ci sono chiroteche, calzari, sandali, dalmatiche con la manica doppia, cappemagne con tanto di ermellino!
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