di Sandro Magister
Sull’ultimo numero de “La Civiltà Cattolica“, con l’imprimatur delle autorità vaticane, il teologo gesuita Giovanni Cucci stronca l’ultimo libro di Vito Mancuso, “La vita autentica
Verso la fine della recensione, padre Cucci scrive:
“Mettendo a confronto le varie parti del libro, il meno che si possa dire è che la conduzione del discorso risulta molto ambigua ed equivoca, per non dire contraddittoria. In fin dei conti, per Mancuso, Dio è necessario o no ai fini del discorso sull’autenticità? Le risposte che giungono dal libro non consentono di stabilirlo, poiché si afferma in una pagina quanto viene negato alla pagina successiva.
“La prospettiva di un orizzonte impersonale non risulta soltanto insostenibile in sede filosofica. Resterebbe da chiedersi come Mancuso, escludendo dal suo discorso la possibilità di Dio, possa ancora presentarsi come un teologo cristiano, e su che cosa verta a questo punto l’indagine della sua disciplina, ammesso che le parole conservino ancora un senso”.
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Intanto, però, la carovana di Mancuso gira per l’Italia, al traino di quell’astuto imprenditore culturale che è Corrado Augias.
Mercoledì 17 febbraio il “teologo” ha fatto tappa a Firenze. Dove ha incrociato la penna affilata di Pietro De Marco, che l’indomani, sull’inserto fiorentino del “Corriere della Sera”, l’ha sistemato così:
LA MACCHINA DEL TEMPO. UN CONFRONTO SULLA FEDE VECCHIO DI UN SECOLO
Le formula “Leggere per non dimenticare”, che intitola a Firenze una nutrita, seguitissima serie di presentazioni di libri e autori, suonava particolarmente convincente ieri al pubblico più provveduto. Il confronto tra Vito Mancuso, che “insegna teologia” all’università privata Vita-Salute di Milano, e Corrado Augias, giornalista e autore-conduttore di programmi televisivi, ricordava infatti i toni e i contenuti di una tipica discussione d’inizio Novecento, tra un intellettuale cattolico modernista e un divulgatore agnostico e anticlericale.
Mancuso ha ripetuto, con una semplificazione che è già tutta nei suoi libri, qualcosa che il secolo scorso ha conosciuto fino alla nausea e al rigetto, filosofico e teologico. La fede è esperienza vitale, nasce dalla Vita, sussiste, se resta autentica, nella Vita; le religioni vengono dopo, interpretano variamente l’Esperienza, le si aggiungono come sovrastrutture; la Realtà è un tutto energetico, percorso come da una “corrente elettrica” che è la modalità autentica dell’esistere; il Dio personale del cristianesimo è teologia infantile o erronea, da superare, al pari di altri fondamenti della fede cristiana come il peccato, il male, l’immortalità dell’essere personale creato.
In un libretto recente, “La vita autentica”, il nostro “teologo” scrive: “Essendo tutto dominato dalla logica evolutiva, non esiste alcun punto fermo, se con fermo si intende qualcosa di statico e di immobile [...]. Dio è un punto fermo [...] nel senso di immutabile quanto alla dinamica del suo movimento vitale che è l’amore [...]. E va da sé che, non essendo Dio, a maggior ragione non sono punto fermo né la Bibbia [...] né la Chiesa con il suo magistero dottrinale [...], il quale parla veramente nel nome del Dio vivo solo se consente e incrementa il creativo dinamismo della libertà”. Un linguaggio disarmante, che non accetterei nella tesina di uno studente.
Mancuso aggiunge che “il punto in base al quale pensare me stesso e gli altri [...] non è statico, ma è dinamico, e tuttavia è fermo”. Per lui “il punto fermo di tipo dinamico” è una essenziale libertà non anarchica, un principio guida dell’essere. Un punto archimedeo. Sulla sua base, scrive: “sollevo me stesso, posso prendere in mano la mia vita, so cosa sono, attivo la mia natura profonda”.
Questo monismo energetico, disperante nella sua dogmaticità, può certamente apparire frutto di un tardo, sfilacciato New Age. La Rivelazione, le Rivelazioni, sono accessorie. Ma il sostrato teorico di Mancuso è ben descritto da molti passi di un testo scritto più di cento anni fa.
L’enciclica “Pascendi“, del settembre 1907, prima che condannare diagnosticava magistralmente derive simili. Per i modernisti, scriveva, “nel sentimento religioso si deve riconoscere come un’intuizione del cuore”; essa “mette l’uomo in contatto immediato la realtà stessa di Dio”, così “chiunque abbia questa esperienza diventa credente in senso vero e proprio”. Il filosofo religioso di tipo modernista divinizza sia il Cosmo sia il suo Principio immanente. Vale la pena di rileggere l’enciclica di Pio X, una diagnosi che fu giudicata in molte cerchie filosofiche un capolavoro. E che, perfetta per l’oggi, rivela il suo valore predittivo.
Da anni, leggendo Mancuso, sono diviso tra lo stupore per una cultura, filosofica e teologica, approssimativa ed esibita, e la riflessione sul suo successo. Che Augias abbia catturato Mancuso in un libro a due, che si vende molto, e che se lo porti dietro in un inesausto calendario di incontri, ha una sua logica. Mancuso produce, infatti, più danni nella religiosità comune e cattolica che la cultura ottocentesca del giornalista de “la Repubblica”. Dopo Adriano Prosperi, e altri, la coppia Mancuso-Augias garantisce una solida continuità di polemica anticattolica. Augias ha avuto persino il cattivo gusto di polemizzare a Firenze col suo “arcivescovo retrivo”.
Ma che la minoranza cattolica che legge di “teologia” accetti enunciati vitalistici che Max Weber avrebbe detto da rivista salottiera (“la vera fede si nutre delle interrogazioni radicali della vita perché sa di essere al servizio della vita”); e li accetti come “metodo” e come via d’uscita da quello che il nostro “teologo” definisce le incapacità teologiche della dommatica cattolica (che non conosce), produce allarme. Chi ha decostruito l’intelletto cattolico a questo punto?
(Di Pietro De Marco, Firenze, 18 febbraio 2010).
La Civiltà Cattolica è già due volte che stronca Mancuso e segnala le sue gravissime eresie che recidono le basi stesse del cristianesimo.
RispondiEliminaQuesto sedicente (anche in TV) "teologo cattolico" cattolico non è. Cosa si aspetta a scomunicarlo?
I suoi testi son disponibili nelle librerie cattoliche. Si scomunichino anche coloro che diffondon questi libri perniciosi.
Insomma come al solito: a capite foetet piscis.
appunto.. sedicente.. e sto pensando a quell'apparizione televisiva due settimane fa su la 7, con Gad Lerner: era disgustoso accorgersi di come cercasse di far passare le sue eresie coprendole con un falso velo di ortodossia, arrivando addirittura a nominare il Papa come giustificazione, nei suoi sproloquii... meno male che c'era anche il buon Vittorio..
RispondiElimina<span>Viviamo un momento difficile: la Chiesa è tornata ad attutire la profezia o, meglio, a scoraggiare i profeti che, emarginati dalla gente più che dalla gerarchia, non trovano spazio per farsi sentire. Sì, oggi il cristianesimo è tradito dal popolo cristiano, e la gerarchia lo sa, e se ne approfitta per restaurare l’antico regno costantiniano</span>
RispondiElimina<p><span><span>Si dimentica che la Fede è essenzialmente fondata sulla Parola di Dio: sopprimere tale Parola e rimpiazzarla con una qualsiasi intuizione, può portare ad una fenomenologia, una qualche filosofia, giammai alla fede cattolica. Si dà nella fede un elemento personale, una grazia, illuminazione soprannaturale: ma questo serve anzitutto a farci riconoscere la testimonianza di Dio, per Cristo, Verbo incarnato, nel suo corpo ecclesiale.</span></span>
RispondiElimina</p><p><span><span>Il Cristiano non è mai lasciato a se stesso, non è solo davanti a Dio, non deve rifarsi personalmente il suo “credo”, elaborare i suoi dogmi, in forza della sua esperienza personale, intima: questo porta in ultima analisi al Soggettivismo e Panteismo.</span></span>
</p><p><span><span>S. Pio X decise di formulare le conseguenze estreme di tali idee, più o meno in circolazione e di condannarle. Lo fece con l’Enciclica Pascendi (1907): è condannato un sistema soggettivista e naturalista, naufragio della Fede cattolica.</span></span></p>
<p><span><span>L’Istruzione della CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Veritatis donum, Vocazione ecclesiale del teologo, così si esprime al n 16: «Ciò che concerne la morale può essere oggetto di magistero autentico, perché il Vangelo, che è parola di vita, ispira<span> </span>dirige tutto l’ambito dell’agire umano. Il magistero ha dunque il compito di discernere, mediante giudizi normativi per la coscienza dei fedeli, gli atti che sono in se stessi conformi alle esigenze della fede, e ne promuovono l’espressione nella vita, e quelli che al contrario, per la loro malizia intrinseca, sono incompatibili con queste esigenze. A motivo del legame che esiste tra l’ordine della creazione e l’ordine della redenzione, e a motivo della necessità di conoscere ed osservare tutta la legge morale in vista della salvezza, la competenza del magistero si estende anche a ciò che riguarda la legge naturale. D’altra parte la rivelazione contiene insegnamenti morali che di per sé potrebbero essere conosciuti dalla ragione naturale, ma a cui la condizione dell’uomo peccatore rende difficile l’accesso. È dottrina di fede che queste norme di fede norme morali possono essere infallibilmente insegnate dal magistero» in EV, 12, 204-205. Cfr GIOVANNI PAOLO II, Veritatis splendor, IV . L’atto morale, nn 71-83, in EV 13, 1452-1477; COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, Alla ricerca di una etica universale: nuovo sguardo sulla legge<span> </span>naturale, LEV 2009.</span></span>
RispondiElimina<span>Cfr anche BENEDETTO XVI, Caritas in veritate, LEV 2009.</span></p>
Anche questo stile me ne ricorda altri.
RispondiEliminaComunque i profeti nascono e vivono umilmente nella Chiesa. Fuori? "Sorgeranno altri profeti".
!) Provo una certa simpatia per Augias, in cui riconosco il tipo del borghese colto e misurato ( come il prof. Veronesi ), e per Mancuso, a cui non mancano tratti di umanità generosa ( anni fa alla richiesta epistolare di un parere in campo teologico da parte di uno sconosciuto qual ero io rispose con un bel biglietto ).
RispondiElimina2) Mi sono chiesto perchè un "laico" come Augias faccia e promuova incursioni nel campo cattolico: come se un giornale cattolico tradizionalista si agitasse per intervistare un deviazionista del Partito Radicale, dandogli largo spazio e appoggiando le sue istanze. La frase giusta sarebbe: DI CHE T'IMPICCI? Mi sono dato questa risposta: gran parte dei laici vede ancora nel mondo cattolico una riserva di energie spirituali che in loro manca o è carente; perciò cercano di promuovere un cattolicesimo laicizzato secondo le loro esigenze: da qui tentativi di "infiltrarlo" e di allargare il fossato tra il magistero ( ottuso) e i gruppi del popolo cristiano ( generosi e socialmente aperti: meglio di tutti quelli "di base" ). Negli ultimi tempi hanno avuto una forte promozione editoriale libri come "La Chiesa dei no" di Marco Politi e "Pretacci" di Candido Cannavò ( buonanima ) in cui vengono esaltati come eroi della libertà e dell'impegno generoso preti orgogliosamente disobbedienti e oggettivamente eretici.
3) Il perdurare della tendenza modernista si spiega non con i colpi di testa di qualche prete fissato, ma con la SITUAZIONE DI SFIDA OGGETTIVA E TERRIBILE a cui la cultura cattolica è sottoposta dalla Modernità. L'antropologia, dominata dai "maestri del sospetto" come Nietzsche, Marx, Darwin, Freud, sembra ridurre l'uomo ad animale evoluto; la cosmologia presenta un universo ( anzi, un "multiverso") senza senso ( quello già intuito da Pascal ). La critica biblica e lo studio delle religioni e delle culture sembrano smentire la divinità di Gesù Cristo, l'unicità della sua azione redentiva, la sua centralità nella storia. La tecnologia ( giunta alla manipolazione delle strutture somatiche ) si propone di costruire un "paradiso terrestre" a prescindere da Dio. Di fronte alle obiezioni, che hanno una loro plausibilità immediata, e ai "prodigi e segni" della tecnologia bisogna essere o fedeli per principio, magari piuttosto incolti ( quindi fuori dalla corrosione della critica in virtù della santa ignoranza ) oppure culturalmente ferratissimi, anzi ultraferratissimi ( come lo è il teologo Joseph Ratzinger ): in poche parole, bisogna "saperne una più del diavolo": impresa decisamente ardua. Molti teologi e pensatori cristiani, a uso e consumo della borghesia medio-colta preferiscono smussare le punte di proposizioni dogmatiche e di precetti etici che fanno scandalo e, per così dire, risultano "laicas aures offendentes". Questo è in sostanza il Modernismo: il tentativo di salvare la sostanza etica del Cattolicesimo scaricando la "zavorra" dogmatico-etica.
4) L'enciclica "Pascendi" di Pio X ( 1907 ) venne altamente apprezzata dai due "sommi pontefici" della cultura laica di allora ( Croce e Gentile ) che irrisero il tentativo ibrido dei Modernisti: per loro non c'era una via di mezzo: o con la teologia tradizionale o con il laicismo schietto. Tertium non dabatur.
5) Per quanto riguarda me personalmente, devo dire che, avendo gustato nella prima infanzia il sapore del Cattolicesimo tradizionale, ho sempre rifiutato il compromesso modernista; però, non avendo la"foi di charbonnier", ho dovuto fare dell'Apologetica l'interesse principale della mia vita. La posizione da battere è quella espressa da Francesco Alberoni nel 1991:".. i racconti del paradiso e dell'inferno, l'angelo custode, le inverosimili storie dei santi, i dogmi, tutta LA RELIGIONE COME FAVOLA, SUOPERSTIZIONE [...]
e pensare che Alberoni è pronipote di uo dei più grandi cardinali di S.R.C.!!!
RispondiEliminaVito Mancuso va scomunicato senza esitazioni
RispondiEliminaA Placentinum. Non solo, ma Alberoni è stato anche collaboratore di padre Gemelli all'Università Cattolica ( da medicina a psicologia e poi sociologia ). Comunque sua moglie ( Rosa Giannetta Alberoni ) due anni fa ha pubblicato una vibrante requisitoria contro il Darwinismo ( "Il Dio di Mosè e la barba di Darwin" ) Pare che si siano sposati in Chiesa.
RispondiElimina( Un "ritorno"? ) Chi è il grande cardinale? Forse Casaroli?
P.S. Mi sembra che nei movimenti cattolici, che dovrebbero essere la "punta di lancia" di una ripresa, si facciano discorsi improntati prevalentemente a una specie di esistenzialismo ( contiguo al "metodo d'immanenza" di Blondel ? ), troppo poco alla dogmatica e all'apologetica ( per la quale ci vogliono molte competenze, possibili generalmente per un prete molto colto: e i preti sono pochi ).
Con mia grande sorpresa ( e consolazione ) in un libretto delle Ore ambrosiano del 1962 ( in latino e italiano ) ho trovato, da recitarsi alla domenica, il SIMBOLO DI SANT'ATANASIO:
QUICUMQUE VULT SALVUS ESSE, ANTE OMNIA OPUS EST, UT TENEAT CATHOLICAM FIDEM;
QUAM NISI QUISQUE INTEGRAM INVIOLATAMQUE SERVAVERIT, ABSQUE DUBIO IN AETERNUM PERIBIT.
FIDES AUTEM CATHOLICA HAEC EST: UT DEUM IN TRINITATE, ET TRINITATEM INN UNITATE VENEREMUR.
NEQUE CONFUNDENTES PERSONAS, NEQUE SUBSTANTIAM SEPARANTES.
ALIA EST ENIM PERSONA PATRIS, ALIA FILII, ALIA SPIRITUS SANCTI:
SED PATRIS, ET FILII, ET SPIRITUS SANCTI UNA EST DIVINITAS, AEQUALIS GLORIA, COAETERNA MAIESTAS.
QUALIS PATER, TALIS FILIUS, TALIS SPIRITUS SANCTUS.
INCREATUS PATER, INCREATUS FILIUS, INCREATUS SPIRITUS SANCTUS.
IMMENSUS PATER, IMMENSUS FILIUS, IMMENSUS SPIRITUS SANCTUS.
AETERNUS PATER, AETERNUS FILIUS, AETERNUS SPIRITUS SANCTUS.
ET TAMEN NON TRES AETERNI; SED UNUS AETERNUS.
SICUT NON TRES INCREATI, NEC TRES IMMENSI; SED UNUS INCREATUSS ET UNUS IMMENSUS.
SIMILITER OMNIPOTENS PATER, OMNIPOTENS FILIUS, ONNIPOTENS SPIRITUS SANCTUS.
ET TAMEN NON TRES OMNIPOTENTES, SED UNUS OMNIPOTENS...
Mancuso risulta tra i relatori di un convegno organizzato dalla Massoneria del 33° grado di rito scozzese antico e accettato di Palazzo Giustiniani (Roma), lo scorso novembre 2009. Poi quest'anno, forse gennaio o febbraio, Mancuso ha partecipato a un convegno o tavola rotonda con esponenti toscani del Grande Oriente d'Italia... Mancuso è in sintonia con la massoneria...
RispondiEliminaGrazie della informazione adesso mi è chiaro il collegamento con un procuratore che ha preso certe difese al limite della menzogna
Eliminano, è il nipote del Cardinale Giulio Alberoni... diplomatico, fondatore del collegio Alberoni di Piacenza, l'unico dei 4 seminari della diocesi ancora in funzione... un tempo prestigioso e ormai decaduto... per darne l'idea dico che ci insegna un liturgista dalle frustrate aspirazioni vescovili, che non hanno voluto più neanche a Roma... uno di quelli di santa Giustina, che ha lavorato anche al "nuovo rito del matrimonio" ... ah, a proposito:bella roba!!
RispondiElimina<span><span>ah a proposito:grande cardinale il Casaroli... sì, ma allora meglio l'altro nostro piacentinissimo Oddi!</span> :) o Poggi che dice di non aver mai celebrato il N.O. e neanche samorè era proprio da buttare! ahhh, meno male che c'erano loro.. altrimenti la mia povera diocesi aveva l'onta di aver generato Piero Marini...
RispondiElimina</span>
E beh, se lo dice don Giorgio..
RispondiEliminaPersonalmente non mi preoccupa Vito Mancuso. Che sparli di tutto e di tutti, che si comporti da ubriaco, che porti avanti la sua gnosi, che continui pure il suo rapporto con Augias. Vedendo la trasmissione di Lerner (chiaramente viziata) mi sono reso conto che è un poveraccio! Quello che mi preoccupa sono gli uomini di Chiesa che parlano alla Mancuso. Quelli che ritengono le fedi tutte uguali e proclamano fratelli maggiori e minori.
RispondiEliminaCaro Franco, la Fede cattolica e la Chiesa ci sono donate per la nostra salvezza e non vengono create o trovate dal nostro sentimento.
RispondiEliminaL'apparato dogmatico e' espressione di quanto sopra.
La sostanza etica del Cattolicesimo senza Cristo e la sua Chiesa rimane quindi un discorso vano, propedeutico all'instaurazione di una societa' completamente pagana (sedicente laica).
FdS
io vorrei esprimere un'opinione un po' controcorrente. A me Augias e Mancuso non dispiacciono (a parte le quantità di cose strane che c hanno scritto): coi loro libri hanno avuto il merito di raccendere un interesse e un dibattito nuovi sul Cristianesimo e sulla Chiesa , interesse che in questi ultimo tempi era diventato solo giornalistico. In questo modo molti teologi "allineati" han dovuto tirar fuori le grinfie per controbattere, uscendo da quel torpore apologetico che ha caratterizzato molti libri uscit negli ultimi anni. Se Augias ha successo editoriale vuol dire che nelle persone il bisogno e l'interesse per la fede e le proprie radici (intese non nel senso di patria..) è ancora vivo e aspetta solo che qualcuno ricominci a parlarne. (Ovviamente è solo una mia personalssima opinione..)
RispondiEliminaInsomma apprezzi che si sparga un veleno che ammazza centinaia di migliaia di anime per vedere se se ne può ricavare un antidoto. Che esiste già: ed è il Magistero infallibile e la sana teologia.
RispondiEliminaMa se il magistero e la sana teologia non raggiungono più il cuore degli uomini non è auspicabile cambiare il linguaggio? IN fondo questo problema è stato uno dei motivi della convocazione del Vaticano II: e ancora oggi la gente non recepisce più l'apologetica sullo stile di certi intervento a radio Maria. Non vedere questo vuol dire volere non guardare fuori della finestra e pensare che se gli altri non si interessano è solo colpa loro...
RispondiEliminaMancuso si rende ridicolo come teologo: vuole adattare la Rivelazione Soprannaturale ai discorsetti degli scenziati: quelli che poco tempo fa sparlavano dei quattro umori. La scienza è solo accertamento, misurazione e formulazione di ipotesi. Accerti un po' da solo il proprio Cuore, misuri un po' la Grazia, e si ipotizzi la Verità. Contento lui. In buona compagnia con Augias ed Odifreddi
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