Mons. Luc De Maere, uomo intraprendente e buon organizzatore, è un nome da ricordare: l’articolo dello Standaard del 27 dicembre 2007 non ha esitato a dedicare una rubrica a questo noto ecclesiastico ratzingeriano, episcopabile di buona stoffa. Filosofo di formazione, dottore in diritto canonico, Luc de Maere è il rappresentante della S. Sede nel Comitato internazionale di medicina militare. È detto vicino all'Opus Dei, come si dice, è vero, anche del vescovo Bonny. Questo perfetto bilingue (fiammingo e francofono), ma anche poliglotta, che ha esercitato molti incarichi professorali e giudiziari, è il fondatore della branca belga Vereniging voor Latijnse liturgie, associazione olandese per la promozione della nuova liturgia in latino (accoglie anche nella sua Chiesa collegiale di Saint-Jacques di Anversa una messa tridentina mensile).
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domenica 24 gennaio 2010
"Quando l'incubo diventa realtà"
Golias, il sito ultraprogressista francese di cui siamo, lo confessiamo, lettori morbosamente affezionati, pubblica un post sulla nomina del nuovo Arcivescovo di Malines-Bruxelles dal titolo a dir poco eloquente: "Quando l'incubo diventa realtà".
La nomina di mons. Léonard per quella gente è semplicemente indigeribile. Ma qui ci interessa riferire, in particolare, delle ulteriori inquietudini dei progressisti per l'imminente scelta di un ausiliare per quella diocesi; nomina che potrebbe porre in minoranza, lo ricordiamo, l'altro vescovo ausiliare Josef De Kesel, già delfino e pupillo del card. Danneels e, se possibile, ancor più modernista di quello. Di De Kesel avevamo dato una presentazione in questo post.
Golias, infatti, afferma che favorito per quella nomina è un prete di Anversa, mons. Luc de Maere, che definisce "prossimo all'ambiente culturale della curia". Anche di questo de Maere abbiamo già scritto, in questi termini:
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Come dire SINISTRO e DESTRO e KO tecnico!
RispondiEliminaGrande Benedetto XVI!
Matteo Dellanoce
Come sono felice!!!! Finalmente un po di pulizia dopo gli anni di tutto a posto e tutto eè buono!!!
RispondiEliminaPreghiamo per il Papa.
In Italia quando arriveranno le nomine di vescovi vicino a papa Ratzinger?
Messa in latino faccia un indagine seria sulla già nota avversità del nostro episcopato alla linea di Benedetto XVI
<span>...se viene chiamato incubo il risveglio salutare che la Provvidenza concede alla Chiesa, immersa in un torpore letale per le coscienze, a suo tempo sbandierato per "vento di primavera", durato oltre 40 anni nei suoi pastori e nel suo Gregge, e che ha portato alla dissipazione della Fede, disgregando inesorabilmente la Roccia su cui quella Chiesa era fondata....
RispondiElimina....se un'intera generazione -autrice e vittima di quel torpore- continua spasmodicamente nel qualificare in tal modo il provvidenziale risveglio (di cui il Papa è fedele collaboratore, sia pure come "strumento insufficiente", come disse di se stesso...)
...e, contrariata piagnucola o inveisce -come un bambino che respinge la mamma che lo sveglia per andare a Scuola come Sempre- insistendo nel qualificare stizzita con la parola INCUBO (segno di terrore) quella REALTA' che si palesa oggi per la salute di tutta la Chiesa....
....non rimane allora che una constatazione da fare:
quella generazione stizzita e terrorizzata dal risveglio è affetta dalla
sindrome di Peter Pan !</span>
indubbiamente gli "ossi duri" stanno per lo più in Italia, per il Papa; e credo che ci sarà molto da aspettare prima che possiamo vederlo prendere di petto la situazione, piena di scogli alti e minacciosi; del resto non è nel suo stile affrontare a viso duro gli oppositori, ma piuttosto aggirarli e neutralizzarli in modo soft, mi pare...
RispondiEliminama ne dovrà fare di "aggiramenti", qui da noi! (da dover soffrire una bella serie di... vertigini)
bella domanda: quando arriveranno? e io direi: ma QUANTI sono i vescovi vicini alla posizione del Papa ? (una mano per contarli...è scarsa?)
RispondiElimina*DONT_KNOW*
significa che si dicono "cristiani adulti", ma in realtà non lo sono...
RispondiEliminaa quando il suggerimento di clonare il papa? :'(
RispondiEliminaCosa significa vescovo più vicino a Ratzingher? Una vescovo più vicino al potere o alla verità? un vescovo più vicino alla verità narrativa o ai dogmi? una fratello alla guida dei fratelli o un'ispettore di polizia? Bisogna rendersi conto che la chiesa oggi vive le contraddizioni di quando si è passati dalla verità narrativa alla verità dogmatica. La rottura della verità narrativa, nel senso di strangolamento, rimpicciolimento interpretativo, si è aggravata nella rappresentazione catechistica (dai simboli "apostolici", fino al tridentino, Pio X°, CCC) di questi dogmi. I dogmi già travisavano l'aspetto narrativo delle scritture, perché nel dogma prevaleva l'aspetto dottrinario, Questi erano però dei modi di dire che non avevano alcuna perentorietà. Erano ancora reduci dell'etimologia greca: pensare, opinare. Quando dall'etimologia verbale si passò all'etimologia sostantivale, dal verbo al sostantivo, la parola "dogma" comparve subito con una pregnanza assertiva, circoscrittiva, fotografica, totalmente diversa. Dall'esprimere, come necessario nella contingenza itinerante della storia, una opinione, la parola “dogma” intendeva fotografare la verità, intendeva soprattutto circoscrivere la verità, tagliarla, dall'errore. Ecco il grande traadimento La verità narrativa enunciava un percorso, disegnava un orizzonte. La teologia dogmatica divenne invece definitoria. Nacque l'ossessione delle definizioni. Mentre all'inizio il vero problema è ad esempio: come bisogna dire che nella persona storica di Gesù di Nazareth si è fatto vivo e attivo Dio?, successivamente si spostò la questione e l'interrogativo divenne: qual è la natura di Gesù? Danneels si era reso conto, pur restando un dogmatico, della necessità della riconsiderazione narrativa della Parola, Ratzingher, no. Il concilio stava nella linea narrativa, infatti fu solo pastorale.
RispondiEliminaCara redazione guardate come stanno celebrando la Messa su Rai 1
RispondiEliminaScandaloso
Mah! La differenzaq tra narrazione e chiacchiere sta nella definizione del dogma che nasce nella narrazione. La narrazione è insegnamento, lascia un segno che è indelebile. Altrimenti la narrazione diviene interpretabile alla luce della volontà del singolo che non è la volontà di Dio. Quindi il pastorale del CVII è una nuova rappresentazione ( etimologica) di un qualcosa di immutabile!
RispondiEliminaMi spiace ma c'è una profonda differenza tra narrazione evangelica e chiacchiere evangeliche! Mi sembra che ( posso essere smentito) la sua riflessione appartenga alle seconde!
Matteo Dellanoce
ricordiamoci che il dogma non ingabbia, orienta nella direzione giusta, ed ha una profondità ed uno spessore sempre ulteriormente da scoprire man mano che si approfondisce la fede.
RispondiEliminaSenza il dogma mancano le fondamentali indicazioni di percorso... la narrazione segna un percorso. E non esistono percorsi che si rispettino senza punti di riferimento,. A meno che non si sia ancora approdati alla VIA VERITA' E VITA e ci si voglia dare l'arbitrio di percorsi alternativi più o meno avventurosi ed autodeterminati, senza tener conto che il dogma nasce dalla Rivelazione...
Golias dice pero' anche altre cose del nuovo arcivescovo, tutt'altro che rassicuranti se vere. L'incipit dell'articolo, riferendosi a Monsignor Meonard suona piu' o meno cosi': " farsi filmare in costume da bagno o in pigiama, in piscina o nel suo letto. Intonando una canzone suppostamente umoristica DI DUBBIO GUSTO. O, piu' recentemente, anticipando l'annuncio ufficiale della sua nomina a Bruxelles..." Che dire di cio'???
RispondiEliminaCaro anonimo...cosa dire ai neoterici non è rimasto che il Gossip!
RispondiEliminaMatteo Dellanoce
Scrive d. (don o donna?) Mercenaro
RispondiElimina<span>"Mentre all'inizio il vero problema è ad esempio: come bisogna dire che nella persona storica di Gesù di Nazareth si è fatto vivo e attivo Dio?, successivamente si spostò la questione e l'interrogativo divenne: qual è la natura di Gesù?".</span>
Ma rileggiti il Vangelo! Gesù ha rivelato la sua natura divina. Le discussioni son nate dopo che quelli come te, gli eretici, la mettevano in dubbio: allora la verità doveva essere fissata una volta per sempre, non poteva esser lasciata in balìa delle "narrazioni" adulterate. E così nel corso dei secoli: la mala pianta dell'eresia non muore mai. Magari cambia nome, volto e persino sesso.
Ogni anno aspettavo con ansia e trepidazione le domenica nella Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, per poter assistere ad una bella Messa Bizantin, ripresa o a Grottaferrata o a Piana degli Albanesi.
RispondiEliminaOggi si è preferito dare la precedenza alla festa di San Francesco di Sales e trasmettere la liturgia (ovviamente "latina" in rito ordinario ed in lingua italiana) dal teatro delle Vittorie. La delusione è stata grande.
Il sito presente, si faccia carico di una petizione alla Santa Sede ed alla CEI (anche se ho scarsa fiducia in entrambe, ma nella seconda, se possibile, ancora meno) affinché la festa del patrono dei giornalisti torni, anche nel calendario del rito ordinario (in attesa che spariscano entrambi, rito ordinario e calendario) torni alla sua data giusta, ovvero il 29 gennaio ed il 24 si festeggi San Timoteo e, in questo tempo, ci sia sempre una celebrazione bizantina
Distinti Saluti
Michele O.
Ogni anno aspettavo con ansia e trepidazione le domenica nella Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, per poter assistere ad una bella Messa Bizantin, ripresa o a Grottaferrata o a Piana degli Albanesi.
RispondiEliminaOggi si è preferito dare la precedenza alla festa di San Francesco di Sales e trasmettere la liturgia (ovviamente "latina" in rito ordinario ed in lingua italiana) dal teatro delle Vittorie. La delusione è stata grande.
Il sito presente, si faccia carico di una petizione alla Santa Sede ed alla CEI (anche se ho scarsa fiducia in entrambe, ma nella seconda, se possibile, ancora meno) affinché la festa del patrono dei giornalisti torni, anche nel calendario del rito ordinario (in attesa che spariscano entrambi, rito ordinario e calendario) torni alla sua data giusta, ovvero il 29 gennaio ed il 24 si festeggi San Timoteo e, in questo tempo, ci sia sempre una celebrazione bizantina
Distinti Saluti
Michele O.
Andatelo a chiedere a Mons. FILONI, N. 3 del Vaticano, stretto collaboratore del Papa e Suo più grande traditore, che sta fabbricando i nuovi Vescovi con il Card. RE! Preghiamo per il Santo Padre perchè possa accorgersi di queste talpe ... e se non dovesse accorgersene ... Lo Spirito Santo saprà come continuare a guidare la Sua Chiesa!
RispondiEliminaRete 4 ha trasmesso, stamattina, da Sondrio, Chiesa dei santi Gervasio e Protasio, la Sacra Liturgia in rito bizantino-slavo celebrata da Padre Romano Scalfi e accompagnata dal coro di Russia Cristiana.
RispondiEliminaUno splendore.
<span>I NOSTRI SONO I PEGGIORI COSI` MASCHERATI DI IPOCRISIA ..... Per lo meno l` Episcopato Francese cosi` apertamante avverso al Motu Proprio e` degno di ammirazione .......... </span>
RispondiElimina<span></span>
<span>P.S. domenica passata ST NICHOLAS DU CHARDONNET ha avuto l` intera facciata imbrattata di grandi macchie rosse . sono stati avvertiti il Sindaco di Parigi ed il Presidente della Repubbblica ........</span>
A D. Mercenaro. Capisco "psicologicamente" la sua difficoltà di fronte alla nitidezza definitoria dei dogmi, dato il clima di "storicismo" in cui viviamo, ma non condivido la sua soluzione. Ogni organizzazione, religiosa o civile che sia, ha bisogno di alcuni pricipi base, attorno a cui coagulare i propri valori. Lei definirebbe la prima parte della Costituzione repubblicana come un coacervo di asserti dogmatici che dovrebbero fare posto ad affermazioni di "verità narrativa", ad es. sui principi di libertà ed uguaglianza? Messo in difficoltà da Kung, parecchi anni fa ho iniziato a esplorare la dogmatica cattolica. Sto via via scoprendo con meraviglia che i "dogmi" 1) trovano una precisa corrispondenza nelle strutture di pensiero che reggono i regimi politici laici 2) hanno radici bibliche ben individuabili, 3) sono inestricabilmente interconnessi, formando un "sistema" che bisogna prendere o lasciare in blocco. La vitalità dei dogmi è dimostrata dal fatto che se ne è potuta trarre altissima poesia-preghiera: la preghiera alla Vergine nel "Paradiso" ( "Vergine Madre, figlia del tui figlio" ), quella di santa Elisabetta della Trinità ( Mio Dio, Trinità che adoro" ). Che dire poi dell'alimento che hanno fornito alla pietà popolare nelle loro formulazioni devozionali ( "Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento" ). Il catechismo di san Pio X è un capolavoro di nitidezza sintetica. La dottrina trinitaria ( vedasi G. Prestige "Dio nel pensiero dei Padri", con storia della formazione dei dogmi cristologici ) è non meno affascinante di un trattato di fisica nucleare.
RispondiEliminaUna piccola correzione....g. prestige è decisamente più affascinante di un trattato di fisica nucleare!
RispondiEliminaCondivido, quoto e sottoscrivo l'ottimo intervento!
Matteo Dellanoce
Caro FRANCO, a mio avviso il valore e l'essenza dei dogmi sta nei tuoi punti 2 e 3. Il n. 1 è ininfluente.
RispondiEliminaNon tiriamoci m.... da soli. L'ipocrisia dei nostri stra forse anche a significare che sussite ancora qualche scrupolo, la volontà di non rompere (anche le p....). I cugini d'oltralpe, invece, col loro irrigidimento palese stanno bruciando i ponti e stanno aizzando uno scontro che avrà vincitori ma anche vinti. E questi ultimi che faranno?
RispondiEliminaEccellente : condivido dalla A alla Z !
RispondiElimina<span>3) sono inestricabilmente interconnessi, formando un "sistema" che bisogna prendere o lasciare in blocco.</span>
RispondiEliminasoprattutto questo! ed è ciò che gli eretici non vogliono fare, decidendo invece di "scegliere" (dal v. gr. aireo= scelgo, preferisco) ciò che a loro piace, secondo un'ideologia divergente dal Magistero perenne, semplicemente per un atto di superbia!
I progressisti non hanno forse i loro dogmi? La rabbia con la quale rispondono a quanto innescato dal motu proprio (e non solo) dimostrerebbe il contrario.
RispondiElimina"Ma come! Si permettono, 'sti zulù, di ridiscutere i luminosi frutti del CVII?"
"Vorrebbero ribaltare una verità consolidata e sotto gli occhi di tutti e sostenere che dal CVII l'Europa si è scristianizzata?".
"Hanno il coraggio di sostenere che l'organo è più indicato del tam tam per favorire il raccoglimento durante la Messa?"
"Parlano ancora di transustanziazione? E ci credono?"
" Anatema!"
E i corrispondenti politici di questi cattolici adulti non hanno a loro volta i loro dogmi da imporre a suon di "politicamente corretto"? Provatevi, appunto, a entrare anche solo nel merito di alcuni tabù (la Costituzione, appunto, è un ottimo esempio). Pure gli storici ci mettono la loro, fino ad invocare ed ottenere la galera per chi li contraddice.
C'è, però, una differenza non da poco. I dogmi della Chiesa cattolica non hanno la pretesa di essere rispettati da chi in questa Chiesa non si riconosce (o, come nel caso dei progressisti, non ci si riconosce più). Sono, mi si passi la fesseria, dogmi democratici (nonchè equi e solidali).
Al prof. Pastorelli. Grazie del "caro", anche perchè proveniente da chi ha saputo rispondere per le rime a don Santoro ( "Lettera allo Spirito Santo" ). Secondo me il punto 1) ( analogia tra strutture del pensiero politico e del pensiero dogmatico-religioso ) è utile psicologicamente e pedagogicamente. Io ho finito di scandalizzarmi per il procedere della gerarchia ecclesiastica nel periodo pre e postridentino ( tranne che per le cantonate e le malefatte inescusabili ) quando ho capito che veniva applicato il sistema "assolutistico" ( detto in sede di "scienza della politica", senza le connotazioni negative che oggi gli vengono conferite ). Anche i laici se ne sono serviti come utile e "progressivo" ( lo Stato - "macchina" comandata da un'unica "stanza dei bottoni", con tutte le necessarie pratiche di controllo - vedasi i modernizzatori come i Giacobini, Napoleone e i Bolscevichi al potere ) Di conseguenza vedo perchè ci si debba stracciare pregiudizialmente le vesti di fronte a certo modo di procedere de Vaticano. Su questo Paolo Prodi "Il sovrano pontefice": il Papato come monarchia progressiva. Oggi la centralizzazione totale non è opportuna, perchè siamo in una società a comunicazione reticolare. Però non bisogna esagerare nel decentramento: persone sensate oltrechè intellettualmente ferratissime come von Balthasar ( già autore di "Abbattere i bastioni" ) e Ratzinger hanno capito ben preso che bisognava frenare per evitare il disfacimento Se la strada è tutta curva, il freno acquista importanza rispetto all'acceleratore.
RispondiEliminascusi, forse voleva dire :
RispondiElimina<span> di conseguenza... non vedo?</span>
<span>"Ma come! Si permettono, 'sti zulù, di ridiscutere i luminosi frutti del CVII?" </span>
RispondiEliminainfatti...l'instaurazione del Potere modernista nella Chiesa, che attualmente sta imponendo -di fatto- il divieto di discutere il superdogma Concilio (che io chiamerei piuttosto tabù), obbligandoci tutti ad accettarlo o rifiutarlo in blocco, quasi fosse un aggregato di dogmi, inscindibili oltre che indiscutibili, è avvenuta con un vero colpo di mano, come in ogni regime totalitario "che si rispetti" (si fa per dire....)
e se ne può ravvisare la data nell'anno 1962....
<span>Vorrei esporre un quesito che mi sono posto durante la Messa di oggi.
RispondiEliminaIl sacerdote (molto anziano) nell'omelia, tra i vari argomenti portati per spiegare "applicando" alla vita cristiana il Vangelo di oggi, ha esortato in fedeli con questo invito:
"Vi raccomando, per vivere questa pagina nella nostra realtà odierna, di cercare di valorizzare la prima parte della Messa, con la sua ricchezza di letture prese dal V.T., che possono dare tanto nutrimento alla vita del cristiano, mostrando la loro perenne validità di parola che il Signore rivolge a ognuno di noi in tutti i tempi, ecc.".
Vorrei chiedere ai bloggers qui presenti, o ai più esperti nello studio delle trasformazioni subite dalla Liturgia post-Concilio, se nel Messale VO non erano affatto presenti le Letture, e se per questa carenza possiamo (o dobbiamo) ritenere che da quella Messa scaturisse minor "ricchezza di nutrimento", come lasciava intendere quel celebrante.
Grazie.</span>
Forti della riforma liturgica che sembrava aver dato mano libera a tutti, a partire dal Vaticano II, per piccoli passi, giorno dopo giorno, le verità alla base della Chiesa tradizionale sono state abbattute. Con mooooolta vasellina. Si è partiti dagli aspetti formali in campo liturgico con motivazioni che non potevano essere contraddette, perbacco! Vedi la sedia gestatoria (e che! E' un re?), i paramenti (è un oltraggio alla miseria!), il latino (ma come, non lo si studia neanche a scuola!). Di fronte a questi provvedimenti(ni), presi singolarmente, tutti zitti. Ed è quindi venuto il momento di porre mano ad interventi più radicali che, venute meno le nostre nonnine di nero vestite, avevano ormai la strada spianata. Conseguenza: via i dogmi e la Chiesa è diventata qualcos'altro rispetto al passato. Chi si vuole riconoscere in essa per quel che era ne esca, i padroni di casa sono cambiati!
RispondiEliminaGiusto per spiegarmi senza voler fare paragoni irrispettosi, una cosa analoga, in campo politico italiano è successa nel campo "fascista" e in quello "comunista". A piccoli passi, con moooooooolta vasellina, i capi dei due partiti hanno abiurato tutto l'abiurabile, con motivazioni che, prese individualmente, potevano essere digerite dal loro elettorato, seppur con qualche mal di pancia. Ed ora sono a capo di un qualcosa di diverso,che non teme contestazioni. E chi è di destra e di sinistra se ne deve andare a cercare altri lidi. Da loro non c'è più posto.
Ma a differenza del campo politico (col quale grazie a Dio la Chiesa non ha nulla a che fare) è arrivato Ratzinger. Ora, grazie a lui, chi si riconosce nella tradizione non è più estraneo in casa ed il vasellinato percorso di espulsione dalla Chiesa è interrotto.
E' un re? Si nella Chiesa è un Re! Ma lo è anche fuori!
RispondiEliminaI paramenti. Il lusso per Dio non è un oltreggi alla miseria. Giuda voleva vendere i profumi per dare il ricavato ai poveri...<span>GIUDA</span>!
Il latino. Il fatto che a scuola si sfornino dei belatori non è indicativo che lo stesso debba succedere nella Chiesa. Anzi siccome la Chiesa non è del mondo è bene che sforni persone che hanno spessore culturale!
Condivido...chi usava la vaselina adesso smascherato usa l'ascia. Ma Benedetto XVI va avanti.
Matteo Dellanoce
A Ospite. Grazie per la correzione. Fretta e miopia. Volevo dire " di conseguenza non vedo perchè ci si debba stracciare pregiudizialmente le vesti..."; inoitre "strada tutta curve".
RispondiEliminaApprofitto dell'occasione per dire che in una biografia di Karl Rahner ho visto una foto del periodo conciliare in cui il prof. Ratzinger è ripreso in giacca e cravatta, anche se in nero, assieme al suo ( allora ) amico teorizzatore della "svolta antropologica". Ipotizzo che sul "rientro" di Ratzinger abbia agito l'"imprinting" della fede montanara bavarese, mentre su Karl Rahner ( come in Kung ) abbia giocato un ruolo importante la matrice più borghese. Nell'autobiografia di Kung si vede come la sua vocazione sia maturata più per l'esperienza di "compagnia" di un gruppo parrocchiale ben funzionante e considerato "non retrogrado" ( per la fine degli anni '40 ) che un'esperienza mistica e devozionale. Già prima del Concilio recalcitrava contro il latino della Messa. Il suo rifiuto della Mariolatria appare chiaramente pregiudiziale. Andò a Lourdes col naso arricciato, rifiutò espressamente di andare a Fatima. Gli quadrava meglio credere che fosse tutta una "bufala". Non a caso è stato un ammiratore di Erasmo da Rotterdam, un borghese corrosivo.
Finalmente si legge qualcosa di sensato. Ottimo Intervento.
RispondiEliminaCerto deve essere un peccato veramente grave vestire in giacca e cravatta...
RispondiEliminaA Guglielmo. Non ho segnalato l'abbigliamento in giacca e cravatta perchè lo consideri un peccato. Volevo solo dare un'indicazione di come il "reazionario" Ratzinger stesse allora dalla parte dei "progressisti". Si dice che il famoso discorso di rottura del cardinale Frings contro il Sant'Uffizio di Ottaviani (" ... procedi- menti contrari alla dignità della persona umana..." o qualcosa del genere ) sia stato scritto da lui. Questo per dire, a chi lo considera la reincarnazione di Torquemada, che è un uomo senza il paraocchi ( e con una bussola ben funzionante )
RispondiEliminaP.S. Una nota di colore. Se lei è giovane non può ricordarsi del polverone che suscitò Jesus, l'appena nato mensile dei Paolini, presentando in copertina una illustrazione con Gesù giovane, brillante ... e con la cravatta. Alla stessa stregua Don Tonino Bello, come ho letto, ha messo in bermuda la Vergine Maria.
Io trovo l'immagine della vergine Maria in bermuda suggestiva...certo, deve essere letta nel suo contesto, come un'espressione poetica indicante il fatto che lei era una normale ragazzina (dai 13 ai 16 anni) e che il dono che le era stato fatto non l'aveva fatta distaccare dalla quotidianità. Per quanto riguarda il look, personalmente non ho nulla contro i preti che portano il collarino, ma io personalmente ho fatto da tempo la scelta di giacca e cravatta. Per quanto riguarda il suo pensiero, se ne evince che chi porta il collarino sia più cattolico di chi è accravattato; e su questo, me lo conceda, ho fortissime perplessità. Per quanto riguarda il S.Uffizio ("procedimenti contrari alla dignità della persona umana") purtroppo è ancora un sistema tragicamente in atto.
RispondiEliminainfatti l'abito è sempre il segno esteriore di un'appartenenza (ad una classe, ad un'idea, ad uno stile, ad un ordine, ad una funzione pubblica o sociale o militare o religiosa...addirittura può indicare uno stato d'animo): in sintesi, ad uno "status"...
RispondiEliminaIl modo di apparire può essere la più infedele espressione del modo di essere
RispondiElimina<p><span>Caro Dubbioso,</span>
RispondiElimina</p><p><span>nella Messa VO ci sono due letture bibliche, nella Messa NO tre. Nella Messa VO di oggi, per esempio, si legge un brano dalla Lettera ai Romani e un brano dal Vangelo di Matteo. Però: coloro che lamentano l’assenza del Vecchio Testamento nei testi liturgici dimenticano una piccola cosa: che nell’Ordinario della Messa VO molti brani tratti dal VT sono presenti non sotto forma di “lettura” ma sotto altre forme.</span>
</p><p><span>Se vuoi, seguimi in questa ricognizione della Messa di oggi, secondo il VO:</span>
</p><p><span>· Nel rito dell’aspersione sono compresi due versetti del salmo 50.</span>
</p><p><span>· Nelle preghiere ai piedi dell’altare: sei versetti del salmo 42.</span>
</p><p><span>· Nell’Introito: tre versetti del salmo 96.</span>
</p><p><span>· Nel Graduale: due versetti del salmo 101.</span>
</p><p><span>· Nell’Offertorio: due versetti del salmo 117.</span>
</p><p><span>· Ancora durante l’Offertorio: due versetti del libro di Daniele.</span>
</p><p><span>· Durante il rito dell’incenso: due versetti del salmo 140.</span>
</p><p><span>· Al Lavabo: sette versetti del salmo 25.</span>
</p><p>(Segue)
</p><p><span>
</span>
</p>
<p><span>(Segue)</span>
RispondiElimina</p><p><span>Questo, solo limitandoci alla Messa di oggi e solo riferendoci al VT. Hai voglia a meditare e arricchirsi spiritualmente, sempre che lo si voglia davvero!</span>
</p><p><span>Quanto all’invito a privilegiare la prima parte della Messa rispetto al momento in cui si manifesta la presenza reale di Gesù nel Sacramento... be’, l’anziano celebrante di cui racconti dovrebbe solo vergognarsi e pentirsi.</span>
</p>
Mi sembra ancora molto stiracchiata l'analogia tra dogma e sistemi politici e loro basi.
RispondiEliminaEsatto: può, se preso da solo. Ma contestualizzato può anche, e normalmente lo fa, indicare un'appartenenza, una coerenza, una natura. Una guida a cui affidarsi.
RispondiEliminaSe le norme della Chiesa impongono la talare ed il clergymen, la prima nell'amministrazione dei sacramenti, in chiesa e nell'insegnamento è obbligatoria, il secondo per motivi di praticità (sempre completo, nero o grigio scuro) l'uso di giacca e cravatta è segno di ribellione o di disobbedienza. L'abito religioso è un segno della presenza di Cristo nelle città, nei paesi, sui treni ecc. E' testimonianza e difesa. Chi disobbedisce nelle piccole cose (che poi piccole non sono) disobbedisce nelle grandi.
RispondiEliminaSanta Teresa diceva: per una reverenza darei la vita.
Quella nuda col pancione, certo nel suo contesto, è ancor più suggestiva...
RispondiElimina<span>In Francia, è uso comune per i vescovi, salvo qualche rara eccezione, di vestirsi in giacca e cravatta, con la croce, quando c`è , ben nascosta nel taschino interiore.</span>
RispondiEliminaVedere un vescovo rifiutare di dire al mondo il suo essere in Cristo, è fonte per me di grande amarezza, e forse anche rabbia, non riesco proprio ad abituarmi....
Il non indossare l'abito sacerdotale è forma di eresia. Se in un mondo in cui i marchi sono l'unità di misura per dire di esistere, il vestirsi da laici è dire che Cristo ha solo una dimensione umana! Quindi non stupisce che in Francia non si vestano più da sacerdoti ma da amministratori delegati di una ONG!
RispondiEliminaMatteo Dellanoce
Ma quali sono le norme della Conferenza Episcopale Francese in merito?
RispondiEliminaC.I.C. 284 "Clerici decentem habitum ecclesiasticum, iuxta normas ab Episcoporum conferentia editas atque legitimas locorum consuetudines, deferant." Qualunque siano le norme della Conferenza Episcopale Francese in merito, deve sempre trattarsi di un abito ecclesiastico decoroso. Non mi risulta che camicia, giacca e cravatta possano essere definite tali, almeno che lo spirito del concilio non soffi anche in questo campo!
RispondiEliminaIn Italia diciamo "L'abito non fa il monaco". In Germania si dice:"L'abito FA il monaco".
RispondiEliminaFinalmente i nostri amici di Golias hanno gettato uno sguardo sulla Normandia. In mancaza di meglio, hanno scoperto che il parroco rivoluzionario ha commemorato la decapitazione del Re Luigi XVI, Per questo motivo (!) è stato accusato di essere molto lontano dal Vangelo (notoriamente fonte d'ispirazione per les tricoteuses). Eufemia
RispondiEliminaCaro Andrìa, lo so che il CIC recita quel che hai scritto: ma le CE poi devono mettere poi in pratica la legge generale a seconda dei costumi ecc.. e dove si va a finire non si sa mai. Quindi, ovviamente condividendo quanto tu affermi, ci mancherebbe altro, perché sarei in contraddizione con tutta la mia storia, ero solo interessato a sapere qualcosa sulle norme della CEF che ignoro. Qualcuno mi può dar risposta?
RispondiEliminaOttima osservazione, Eufemia.
RispondiElimina