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Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

lunedì 11 gennaio 2010

Aggiornamento su Thiberville

Si è appreso che giovedì scorso, 7 gennaio, il vescovo di Evreux mons. Nourrichard si è recato a Parigi per conferire col Nunzio da poco insediatosi, mons. Ventura. Che, come osservavamo (fummo i primi, lo ricorderete, ad anticipare di tre mesi la notizia della sua nomina: vedi qui), non è certo della stessa sensibilità liturgica modernistica di Nourrichard.

Questo spiega probabilmente il fatto che il giorno dopo, venerdì 8, come abbiamo già riferito, il vescovo di Evreux in un'intervista abbia moderato i toni e, pur ribadendo che la sua scelta non è in discussione, ha consentito che l'abbé Michel possa continuare de facto la sua attività di parroco (ma non de iure: di qui l'impossibilità di celebrare matrimoni).
Ieri, domenica, il vescovo ha fatto leggere in tutte le chiese della sua diocesi una dichiarazione che trovate a questo link; ecco comunque qualche perla:
Noi proseguiamo nella nostra diocesi l'applicazione del progetto diocesano "Parrocchia 2000". Abbiamo preso in considerazione la seria analisi realizzata dal Servizio diocesano delle parrocchie. Con l'accordo del Consiglio episcopale e di quello del Consiglio presbiterale, come previsto dal codice di diritto canonico, ho preso la decisione di modificare il vecchio raggruppamento interparrocchiale di Thiberville (meno di 5000 abitanti) affinché diventi una comunità locale della parrocchia Notre Dame de Charentonne. Chiedo al Padre Jean VIVIEN attualmente parroco di tale parrocchia con l’équipe di animazione pastorale e l'aiuto dei padri BENARD e GAUDIN di ricevere questa nuova comunità locale.

Questa decisione modifica le abitudini che avevano, da parecchi anni, i parrocchiani di Thiberville. Essi beneficiavano di un prete per una popolazione di meno di 5000 abitanti. Alcuni parrocchiani hanno difficoltà a entrare in questa nuova maniera di vivere nella Chiesa, in cui è chiesto a più numerosi battezzati una maggiore collaborazione col loro parroco e gli altri preti in seno a una parrocchia più grande.
Nello stesso tempo, a Thiberville, l'abbé Michel ha potuto celebrare le sue consuete messe (in francese e tridentina) nella chiesa parrocchiale strapiena, come ha potuto appurare la televisione il cui reportage trovate a questo link.

Ma chi è questo abbé Michel? Ecco un resoconto che ce lo spiega.

C'era una volta un giovane curato nella cattedrale di Evreux di nome Francis Michel. Sicome non manifestava un entusiasmo progressista delirante [qual era quella dell'allora vescovo Gaillot, poi per i suoi eccessi modernisti rimosso - caso quasi unico - da Giovanni Paolo II], è stato immediatamente inviato a Thiberville: non poteva essere spostato più lontano, perché è al limite del Calvados...

Egli divenne sacerdote unico sul posto, de facto incaricato di una dozzina di parrocchie .

La vita parrocchiale era limitata al momento del suo arrivo a una ventina di parrocchiani di Thiberville che si riunivano per la loro "celebrazione" intorno al loro parroco in Sacrestia, “perché l'inverno era riscaldata"(sic!). La Chiesa restava vuota, quasi chiusa la maggior parte del tempo...

L’abbé Michel fece il giro dei Municipi e convinse tutti i comuni: ottenne dappertutto la promessa del restauro e della riapertura delle chiese contro un'assicurazione che vi avrebbe celebrato una messa almeno ogni due settimane. E i sindaci accettarono tutti... E le chiese furono rapidamente recuperate talvolta con grandi sforzi finanziari per questi piccoli comuni... Così, i villaggi ritrovarono la loro anima e il loro ritmo parrocchiale.

E l'abbé Michel iniziò il suo apostolato a tappeto, battendo instancabilmente le strade della diocesi per ridar vita a quelle chiese, le "sue" chiese, fino allora abbandonate e disertate da almeno vent'anni...E vi riuscì dappertuto. Con quale successo!

Arrivò così, spinto dal suo fervore apostolico, a eliminare, con l’accordo dei suoi parrocchiani, certe “innovazioni liturgiche feconde” del suo predecessore. Non senza qualche contrasto con le suore residenti a Thiberville, progressiste arrabbiate, furiose di veder sparire gli altari verso il popolo e soprattutto, cosa che scatenò la guerra totale, il ripristino della balaustra. Che sacrilegio in effetti vedere dei fedeli in ginocchio ricevere la comunione sulla lingua.

Ma raggiunte dal limite di età, quelle pasionarie postconciliari finirono per lasciare il comune per andare in pensione.

Applicando una liturgia in francese, l’abbé Michel si tenne alla stretta osservanza delle prescrizioni conciliari, che non hanno mai rinnegato il canone tradizionale che ha sempre utilizzato, con i cantici latini, gli inni della liturgia classica, ecc. Restaurò statue, ornamenti, e le chiese si riempirono.

Rimise in onore la celebrazione di feste locali, le confraternite e riesumò le processioni in campagna. Installò perfino un grosso presepe all’esterno che conobbe un vivo successo. I bambini affluivano al catechismo, i fidanzati ai corsi di preparazione al matrimonio. E alcuni giovani entrarono in seminario…

Fu installato a Evreux mons. Nourrichard, l'ex vicario generale di Rouen dal 1989, ma di cui il nuovo vescovo di Rouen Jean-Charles Descube, installato nel 2004, voleva liberarsi al più presto, tenuto conto del carattere più che ingombrante di questo progressista altrettanto settario che aggressivo.

E nella Chiesa, per sbarazzarsi di qualcuno che dà fastidio, il metodo migliore è sempre stato la promozione! Il caso Nourrichard conferma la regola...

Per Nourrichard, degno erede di Gaillot, mentre Benedetto XVI cerca con tutti i mezzi di arrestare la divisione dei cattolici generata dal Concilio, promuovendo un ritorno a una liturgia più tradizionale ed allargando il Motu Proprio, non è questione di vedere il cancro di Thiberville espandersi a macchia d’olio e servire da esempio.

La questione non è quella di un trasferimento dell’abbé Michael, ognuno è consapevole del fatto che non vi è alcuna ragione per questa partenza: è una questione di cacciata per motivi ideologici.

Quando vediamo il lavoro di evangelizzazione e l'ardore nella pratica religiosa che ha ottenuto l'abbé Michel, si potrebbe supporre che sia chiamato ad altre funzioni per arrivare altrove allo stesso risultato. In quel caso certamente i fedeli dell’abbé Michel avrebbero dovuto rassegnarsi. Ma di questo non è proprio questione, al contrario.

Nourrichard è un fanatico settario progressista astioso, nella scia di un Gaillot: non intende in alcun modo temporeggiare... Egli si appoggia innanzitutto sui consigli diocesani di laici. Salvo quando i laici, come a Thiberville, non condividono la sua opinione…

Nourrichard, se richiede l'obbedienza di tutti, non intende, lui, obbedire alle disposizioni del Vaticano: non se ne parla per lui di cedere alle ingiunzioni di Benedetto XVI sull'applicazione del Motu Proprio...

Ma questo potrebbe rivelarsi imbarazzante per lui, perché oggi si aspetta niente meno che il soccorso del Nunzio Apostolico per sbrogliare la crisi e vincerla.

C’è da scommettere che la Nunziatura è già sommersa da lettere di protesta dei parrocchiani del luogo.

28 commenti:

  1. La rivista Golias stranamente su Thiberville non dice nulla, ma spara sempre sui soliti noti. Forse dopo la figuraccia del pesce d'aprile rifilatagli dal Salon Beige, pensa che la  cacciata del vescovo sia una finta come dicono i benpensanti dell'impresa del pesista Tartaglia e della saltatrice Maiolo.  Comunque Nourrichard è ingombrante anche fisicamente e nel frattempo la Cef non si pronuncia né viene investita del problema.

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  2. Non solo lo zampino, ma anche la lunga coda che s'attorciglia alla coda e soffoca.

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  3. E pensare che quando andai un paio di volte a Saint-Nicolas-du-Chardonnet, il mio direttore spirituale (un gesuita molto moderno, anche se non smaccatamente modernista), mi suggerì di frequentare chiese indultiste, e di leggermi magari la Paix Liturgique, che a suo dire era ben immune da tentazioni lefebvriane... E ora vedo queste affermazioni, fatte per di più da un uomo dotto, prudente e tutt'altro che tradizionalista, messe in "Dubbio"... Mah, non sarà che a forza di temere i lefebvriani (e in parte forse anche giustamente), li si vedono dappertutto, specialmente dove non sono?

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  4. se non ci fosse stato questo blog come si sarebbero sapute questa e tante altre notizie?

    Tramite altri blog sedicenti tradizionali che vengono aggiornati ogni dieci giorni e dove si danno si e no il 3% delle notizie che si riportano qui?

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  5. alcuni dati sulla diocesi di Evreaux:

    parrocchie:  nel 1950 erano 582, oggi sono 34
    preti:   nel 1950 erano 312 oggi quelli in attività sono 48
    fonte: blog cordialiter

    Mi chiedo perché il vescovo e i 25 preti di questa diocesi che hanno meno di 60 anni non iniziano a cercarsi un'altra occupazione; impara l'arte e mettila da parte.






    fonte: blog cordialiter

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  6. Mi ha colpito l'espressione "equipe di animazione pastorale" nel comunicato del Vescovo, altra perla del linguaggio progressista.
    FdS

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  7. <!--StartFragment-->
    <p><span style="font-family: Helvetica;">L’affaire de Thiberville est une illustration vivante de la difficulté théorique et pratique de «l'<span style="color: #3a3a3a;">ermeneutica della continuità».</span></span>
    <p><span style="font-family: Helvetica; color: #3a3a3a;">L’avouerai-je? </span><span style="font-family: Helvetica;">Je n'ai jamais très bien compris, du reste — j'en demande pardon au Saint-Père et aux honorables lecteurs de ce blog —, la signification exacte de «l'<span style="color: #3a3a3a;">ermeneutica della continuità»…</span></span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">a) Et d’abord, la continuité de quoi?</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">La continuité du changement? C’est ce que défend l’évêque d’Evreux. Alors on a «l'esprit du Concile», c’est-à-dire celui des modernistes, et je rappellerai que c’est au nom de cet esprit que Paul VI a, notamment, détruit le rit grégorien (improprement appelé tridentin).</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">La continuité de la permanence? C’est ce que défend l’abbé Michel. Alors on maintient ce que l'Église a toujours dit et fait jusqu'au Concile exclu, puisque celui-ci constitue, de l’aveu de tous, la plus grande rupture intervenue dans le déroulement de l'histoire de l'Eglise — et cela à tous les points de vue: doctrinal, liturgique, sociologique, etc. ; à tel point qu’on peut dire, sans excès, qu’il a ouvert la porte à l’instauration d'une nouvelle religion, toute mondaine, toute philanthropique, toute anthropocentrique (c’était le but recherché par les modernistes).</span>
    <p><span style="">
    </span>
    <!--EndFragment-->

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  8. <p><span style="font-family: Helvetica;">b) L’herméneutique, maintenant.</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">«Interpréter» quoi? Les textes du Concile, c’est vrai, sont souvent ambigus, fruits de compromis entre traditionalistes et modernistes.</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">Souvent on y commence par un rappel de la doctrine ou de la pratique de toujours (et c’est très bien), jusqu’à ce que surgisse un petit «sed», un innocent (en apparence) «tamen» (c’est-à-dire: «cependant»), et, tout d’un coup, on lit, étonné, le contraire de ce qui vient d’être rappelé. On pourrait multiplier les exemples.</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">Alors, dans la lecture des textes conciliaires — et toute lecture est une interprétation —, qui a raison? L’évêque ou l’abbé? Celui qui ne veut voir que le rappel de la doctrine et de la pratique de toujours, ou celui qui ne veut voir que l’innovation, qui nie tout ce qui précède?</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">A mon avis, celui qui saurait répondre à cette question aurait résolu par le fait même le problème de la quadrature du cercle… Peut-être le nouveau nonce à Paris y parviendra-t-il…</span>
    <p><span style="">
    </span>

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  9. <p><span style="font-family: Helvetica;">Je me permets une dernière réflexion: on comprend le souci qu’a le Saint-Père de la continuité de l’Église, c’est même sa mission la plus essentielle (assurer cette continuité), il s’y est obligé par serment lors de son élection (un serment que Paul VI a violé).</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">Mais, lorsqu’il était encore cardinal, il a lui aussi admis que ledit Concile constituait une rupture, sur bien des points, avec la doctrine et la pratique antérieure… Il a même parlé d’anti-Syllabus… Pour s’en féliciter.</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">Donc il y a une contradiction… Qui dépasse largement le cas de Thiberville.</span>
    <p><span style="font-family: Helvetica;">Alors, j’en reviens à mes questions…</span>
    <p><span style="">Je conclurai provisoirement par disant qu’une Église qui enseignerait (et ferait) aujourd’hui le contraire de ce qu’elle enseignait (et faisait) hier finirait par perdre toute crédibilité (c’est d’ailleurs ce qui se passe un peu partout dans le monde depuis 45 ans, pas seulement dans le diocèse d'Évreux), finirait même, s’il était possible, par se suicider…</span>
    <span style="">
    </span>

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  10. Ragazzi era solo un dubbio, eh! Mica un'affermazione dommatica. Redazione ha chiarito, per cui il dubbio è dissipato.

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  11. Bisogna passare dallo slogan ai fatti concreti. La Chiesa non può sopportare altri 50 o 100 anni di confusione ed ambiguità dottrinale.

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  12. <span><span>une Église qui enseignerait (et ferait) aujourd’hui le contraire de ce qu’elle enseignait (et faisait) hier finirait par perdre toute crédibilité ... finirait même, s’il était possible, par se suicider…</span>  </span>
    proprio così:
    è l'amara realtà in atto, come alcuni avevano già sottolineato: la perdita fatale, all'origine dello sgretolamento della Fede a cui assistiamo impotenti, nella Chiesa disorientata, è quella di aver rinunciato al<span style="text-decoration: underline;"> principio di identità e di non contraddizione</span>; essa ci appare - come ravvisiamo spesso nel linguaggio ambivalente usato da tanti prelati, che permette opposte interpretazioni di un'affermazione - prigioniera del pensiero relativista, che ha fatto la sua comparsa nell'ambiguità delle formulazioni di alcuni testi conciliari!
    Oggi appare un'impresa titanica quella di ricucire lo strappo allora provocato col passato, recuperando la continuità dove c'è una frattura evidente: ci vorrà un intervento eccezionale dello Spirito Santo.
    La Chiesa stessa sta dando ragione alla cupa profezia di Papa Pio XII: ha iniziato nel lontano 1962 quello che fu da lui pre-avvertito (sulla scorta del severo monito della Madonna a Fatima) come

    "il suicidio di alterare la Fede, nella sua liturgia, la sua teologia e la sua anima"

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  13. ha detto bene chi ha detto:

    in fondo il vescovo sta portando avanti la sua linea conforme allo "spirito del Concilio"; come si potrebbe fargli vedere che sta sbagliando ?
    egli è convinto di stare nella "giusta linea" obbedendo al Concilio
    (suprema autorità è il Concilio, postulato di ogni logica comportamentale...)
    ma...
    il Concilio A CHI obbedisce ?

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  14. ALTRI 100? FOSSERO STATI SOLO 100!!!

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  15. <span>100 anni, 200...chissà!</span>
    <span> oh, non chiedetevi quanto durerà! a che pro...?  
    Siamo ora nelle mani del DIO VIVENTE!  
     
    In realtà, siamo nel pieno del castigo annunciato a Fatima (castigo= purificazione) che è come un purgatorio che Dio stesso sta permettendo per far rinascere la vera Fede, picconata, sgretolata e dissipata dalle tempestose primavere sperimentali del post-concilio, e durerà finchè Dio vorrà!  
    Ha ragione don Luigi che ha detto:  
    il Signore ci prenderà per fame.  
    Fame di Verità, di Vita eterna (che i pastori non nominano più, tutti assorbiti dall'assistenza social-orizzontale...), fame della Divina Liturgia che abbiamo stravolto e disprezzato:  
    fame del Pane Eucaristico di Vita eterna che è Lui...  
    e dovremo supplicarlo piangendo...se verrà quel giorno che in un tremito di pensiero avvertì Pio XII:  
    "Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta. Come Maria Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno: “Dove Lo hanno portato?”  
    "DOVE LO HANNO PORTATO"? 
    Il Signore vorrà allora che in tutta la Chiesa, da un capo all'altro del mondo, ci mettiamo in ginocchio e piangendo Gli chiediamo di tornare, di restare con noi (dopo averLo emarginato della Liturgia divina e dai tabernacoli, per fare le nostre adunate-assemblee-animate...)  
    magari anche proclamando, come in quell'assedio famoso:  
     
    "Il morbo infuria,  
    il Pan ci manca,  
    sul ponte sventola  
    bandiera bianca"!  
    :'( </span>

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  16. La retta dottrina anche al vertice della Chiesa non è mai stata intaccata come lo è stata negli ultimi 40 anni. Ecco perché dico: non si possono sopportare altri 50 o 100 anni di ambiguità e confusione.
    In passato la Chiesa stroncava le eresie con le sue condanne: la Chiesa parlava alto e forte e gli uomini di buona volontà avevano in Roma la stella polare.

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  17. Sorprendente come sia semplice richiamare la gente in chiesa! basterebbe fare quello che si è sempre fatto: processioni, serietà liturgica, senso del sacro.
    I preti hanno la salvezza di tante anime in pochi semplicissimi gesti, perché preferiscono vie complicate? forse perché le vie di sempre non solletica il loro protagonismo?

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  18. l'hai detto, Nike: basta rileggere anche l'accenno fatto da Canizares poco più sotto sul clima post-conciliare ...
    <span>un clima culturale marcato o dominato intensamente da una concezione dell’uomo come ‘creatore’ che difficilmente si accompagna bene a una liturgia che, soprattutto, è azione di Dio e sua priorità, </span>
    <span></span>(ma dal quale non mi pare affatto che i pastori vogliano scostarsi tanto, checchè faccia o dica il Papa....)

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  19. ...per questo oggi dicevo, l'ideologia dell'homo faber,<span> ecco il duro nocciolo...al quale però non si vuole arrivare decisamente (per paura di doverlo smentire nettamente, dopo 40</span>
    <span> anni di adeguamento ad esso); ci si limita ogni tanto a sfiorarlo col pensiero... 
    e poi via di nuovo a cercare possibili compromessi, "morbidi consensi" con l'antropocentrismo e l'orizzontalità ! 
    Siamo a un punto cruciale che richiederebbe un passo quasi impensabile da parte dei vertici della Chiesa, impraticabile: un atto di umiltà tale da far dire decisamente e chiaramente:
    </span>
    <span> "Ci eravamo sbagliati, e di parecchio...Adesso dietro-front!"</span>
    Se atto di superbia ci fu all'origine della dispersione, atto di umiltà ci dovrà essere per il recupero e il ....ritrovamento di ciò che si è perduto o dissipato!
    (un po' sulla linea di quella presa di coscienza di chi disse "Avevamo creduto che venisse un vento di primavera, e invece venne la tempesta"...ecco, continuare su quella linea, che si chiamerebbe conversione, cioè -è dura a dirsi- tornare sui propri passi, piano piano, come Pollicino, verso la Casa paterna perduta...)
    Solo rimettendo Dio al centro della teologia, della catechesi, della pastorale, e Cristo al centro della Liturgia, il cristiano cattolico, e l'uomo d'oggi tout-court, ritroverebbe se stesso!

    ...dite la vostra ché ho detto la mia...

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  20. Giusto. Lunga vita a questo blog :) !

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  21. Si il linguaggio progressista è fenomenale: equipe di animazione pastorale.  Equipe sappiamo tutti cosa vuol dire. Ma "animazione pastorale" che significa?


    Uhmm, forse ho capito. Dunque a Thiberville non c'è una equipe di animazione pastorale mentre questa equipe vi è in tutto il resto della diocesi.

    Thiberville è una parrocchia fiorentissima. Il resto della diocesi è una savana.

    Queste equipes credo che siano molto utili a far terra bruciata.

    Almeno stando ai dati della diocesi di Evraux.

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  22. Hai una visione mooooooolto idealizzata della storia della Chiesa. Purtroppo non fu sempre una passeggiata, con la pronta condanna delle eresie e la sana gestione della Nave. Il problema è semmai un altro: mai come oggi la Chiesa deve confrontarsi con un sistema concettuale affilato, bellicoso e persuasivo (quello dell'apparato scientifico-tecnologico).

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  23. Non credo di esser così digiuno di storia della Chiesa da idealizzar persone e momenti storici. Ho persino spesso ricordato spesso qualche Papa che, come dottore privato, pronunciava autentiche eresie, ma in settori specifici della dottrina (Giovanni XXIII ad es.). Ma la Chiesa, nel suo complesso, sapeva resistere, nonostante le persecuzioni e le invasioni di campo delle potenze terrene che volevano limitarne l'azione e condizionarne la dottrina, e passava al contrattacco. Né si può paragonar la celerità con cui oggi si può aver contezza di posizioni ereticali, con quella d'un tempo.
    Il confronto col sistema attuale tencologico-scientifico non c'entra proprio niente con la mancata difesa della vera dottrina. Pone problemi, certo, che vanno affrontati.

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  24. Perchè accanirsi contro un "gallico" Vescovo! Nella nostra amata italica penisola non avviene tacitamente lo stesso? Solo che alcuni dei nostri artisti Vescovi sono palesemente difesi dal primo collaboratore dello stesso Santo Padre, Mons. FILONI, sostituto nella Segreteria di Stato del Papa. Mons. FILONI, non appare ma esercita un disumano potere dispotico a nome del Papa ma contro ciò che più sta a cuore il Papa e cioè la Liturgia, difendendo sotto la sua sottana (imponendo un ricattatorio silenzio a quelli che sanno) quei Vescovi modernisti che difatto remano contro il Papa e il Suo Segretario di Stato: è notorio! Filoni comincia a crearsi amici "con la disonesta ricchezza" avendo forse capito di essere stato scoperto! Sono certo che la nostra preghiera aiuterà questo santo uomo a ravvedersi oppure aiuterà il Papa o il Card. Bertone a Promuovere presto Filoni in modo che possa ugualmente servire Santa Romana Chiesa in un'altro campo dell'immmensa Vigna del Signore! Comunque sia, il SUMMORUM PONTIFICUM si sta affermando ... malgrado i FILONI di turno! Pregare, pregare, pregare, per tutti ... il Signore abbia misericordia di tutti ...

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  25. Redazione di Messainlatino.it13 gennaio 2010 alle ore 01:13

    Intendevi Giovanni XXII, suppongo, non Papa Roncalli

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  26. ) Il postulatore Gumpel attacca. Lombardi: Benedetto XVI libero di decidere
    Tullia Zevi: "I dubbi non si sopiranno finché su questa storia non scenderà il silenzio" Pio XII, scontro sulla beatificazione
    "Pressioni da ebrei, il Papa non firma" La beatificazione papa Pacelli è da sempre motivo di polemiche per l'accusa di aver taciuto sulla Shoah
    di ORAZIO LA ROCCA

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