Dice Vittorio Messori al Foglio che a Ratzinger “sta a cuore il problema della fede, come viverla e salvaguardarla”.
Lo ha scritto, il Papa, anche nella lettera con la quale ha spiegato ai vescovi il motivo del Summorum Pontificum: “Mentre noi facciamo convegni la fede si sta spegnendo come una candela che non trova più alimento”.
E’ per questo che al Papa interessa la liturgia: “Perché – dice Messori – la liturgia è espressione orante della fede. Lex orandi lex credendi, come si prega è come si crede. La fede, insomma, nella liturgia si fa culto”. E’ per questo motivo, perché la liturgia esprime la fede della chiesa, che “il Papa desidera che la liturgia sia espressione d’una fede ortodossa”. Ed è per questo che “la riforma liturgica del post Concilio studiata a tavolino non l’ha convinto: del resto non era mai successo che una riforma liturgica non nascesse dal popolo credente”.
Secondo Messori il Papa arriverà a “una riforma dell’et-et della liturgia”.
Ovvero non tornerà all’antico ma farà sì che antico e nuovo convivano assieme: “Il canone tornerà a essere pronunciato in latino mentre le parti in comune resteranno nelle lingue volgari. Insieme la celebrazione avverrà in parte con l’altare rivolto a oriente e in parte no”.
Alberto Melloni non ritiene sia corretto parlare di riforma liturgica nel pontificato di Ratzinger. Dice al Foglio che “i cambiamenti portati dal Papa nella liturgia sono quelli di un pastore che intende usare tutte le libertà che il messale concede al fine di reinterpretarle in senso restauratore”. La sua, dunque, “non è la volontà di riformare la liturgia così come il Concilio l’ha consegnata, bensì è il tentativo legittimo di addattare la liturgia al proprio gusto”.
Secondo Melloni in molti cadono oggi nel tentativo di interpretare Benedetto XVI a proprio piacimento.
“Ma se il Papa avesse in mente una riforma della riforma lo direbbe apertamente.
Non è un Papa che maschera le proprie azioni, anzi è sempre chiaro ed esplicito nelle sue decisioni. E’ vero: l’abbiamo visto in Tv celebrare rivolto a oriente: ma l’ha fatto nella sua cappella privata, non in pubblico”.
© Copyright Il Foglio, 9 gennaio 2010, via Papa Ratzinger blog
Lo ha scritto, il Papa, anche nella lettera con la quale ha spiegato ai vescovi il motivo del Summorum Pontificum: “Mentre noi facciamo convegni la fede si sta spegnendo come una candela che non trova più alimento”.
E’ per questo che al Papa interessa la liturgia: “Perché – dice Messori – la liturgia è espressione orante della fede. Lex orandi lex credendi, come si prega è come si crede. La fede, insomma, nella liturgia si fa culto”. E’ per questo motivo, perché la liturgia esprime la fede della chiesa, che “il Papa desidera che la liturgia sia espressione d’una fede ortodossa”. Ed è per questo che “la riforma liturgica del post Concilio studiata a tavolino non l’ha convinto: del resto non era mai successo che una riforma liturgica non nascesse dal popolo credente”.
Secondo Messori il Papa arriverà a “una riforma dell’et-et della liturgia”.
Ovvero non tornerà all’antico ma farà sì che antico e nuovo convivano assieme: “Il canone tornerà a essere pronunciato in latino mentre le parti in comune resteranno nelle lingue volgari. Insieme la celebrazione avverrà in parte con l’altare rivolto a oriente e in parte no”.
Alberto Melloni non ritiene sia corretto parlare di riforma liturgica nel pontificato di Ratzinger. Dice al Foglio che “i cambiamenti portati dal Papa nella liturgia sono quelli di un pastore che intende usare tutte le libertà che il messale concede al fine di reinterpretarle in senso restauratore”. La sua, dunque, “non è la volontà di riformare la liturgia così come il Concilio l’ha consegnata, bensì è il tentativo legittimo di addattare la liturgia al proprio gusto”.
Secondo Melloni in molti cadono oggi nel tentativo di interpretare Benedetto XVI a proprio piacimento.
“Ma se il Papa avesse in mente una riforma della riforma lo direbbe apertamente.
Non è un Papa che maschera le proprie azioni, anzi è sempre chiaro ed esplicito nelle sue decisioni. E’ vero: l’abbiamo visto in Tv celebrare rivolto a oriente: ma l’ha fatto nella sua cappella privata, non in pubblico”.
© Copyright Il Foglio, 9 gennaio 2010, via Papa Ratzinger blog
Melloni ovvero la consueta interpretazione eversiva del Vaticano II. Il lupo perde il pelo ...
RispondiEliminaMelloni sa che il papa non sta interpretando la liturgia a propio gusto, ma sta cercando di riportare il novus ordo a quel porto dal quale è partito rompendo gli ormeggi e finendo a vagare di quà e di là.
RispondiEliminaMelloni sa che quelli che lui definisce i gusti del papa" altro non sono che i gusti propii della bimillenaria liturgia romana.
Propio perché lo sa non lo dice, perché deve, come sempre, portare acqua sempre e solo ai mulini bolognesi. E deve pertanto ridurre e minimizzare i pochi ma significativi interventi liturgici del papa. Nella speranza, la sua, che il prossimo papa, in virtù di questo soggettivismo dei gusti, ritorni a seguire i gusti minimalisti inaugurati da Paolo VI e tanto cari a lui.
I moccoletti e i portamoccoli in stile finto-povero piacciono ancora a tanti.
A tre anni dal tuo commento e dall'articolo, Melloni esulta per Francesco,e c'è il rischio che questa tu commento si realizzi :( Miserere!
EliminaMelloni mente sapendo di mentire. Questi modernisti senza argomenti fanno pena
RispondiEliminaMelloni, la Cappella Sistina, sarebbe una cappella privata? Ecco come vengono "indottrinati" i seminaristi".
RispondiEliminaLa cappella Paolina, recentemente restaurata, per la maggior gloria di Dio, dopo i nefasti rifacimenti di Mons Macchi segretario di Paolo VI ( personalmente me ne resi conto, durante una mia personale visita nel 1987, ) è la cappella dell'adorazione del Romano Pontefice,ma in quel luogo Santo il Papa ha come una finestra sul mondo, perchè vi si ritira in preghiera . L'latare voluto da Ratzinger consente la celebrazione ad Orientem come versus populus , con alcuni accorgimenti importanti. Qualora il celebrante voglia celebrare secondo il N. O viene rimosso il Santissimo e lasciato aperta la porta del tabernacolo, come è successo con la celebrazione presieduta dal card. Bertone.. Qualora invece,èil Pontefice a celebrare ad orientem il santissimo viene lasciato.
Melloni, melloni e tutto il resto dei provati cattocomunisti quando finirà questa lenta e quanto deplorevole lotta al massacro? perchè volete imporre il solo vostro modo di celebrare che sta portando continuamente ad un salasso della messa doemicale. Si celebri con il N.O ma con un severo spirito alla Tradizione e non già alle sparata evangeliche e pentecostali. Siamo stanchi di vedere abusi liturgici.
Il Vaticano II non ci ha consegnato nessuna liturgia e nessun messale, se non genericamente quello del 1965, può dirsi compilato nel rispetto della Sacrosanctum Concilium. Il resto, cioè l'attuale liturgia, è creazione d'uno spirito di rottura. Basta leggere quel che scriveva Ratzinger sin dal 1976 al Waldestein.
RispondiEliminaLe intenzioni del Papa, e parlo di intenzioni da cardinale, così come ne han parlato i suoi principali collaboratori in materia, son quelle di riportare sacralità nella Messa attraverso l'ausilio dell'antico rito.
Quanto all'uso del latino, ricordando che il Concilio ne ribadiva l'uso nella gran parte della Messa, sarebbe già un riforma notevole se si utilizzasse nel Canone. E quanto al Canone, sarebbe utile sfoltirne l'attuale cespuglio, lasciandone un paio dei nuovi, e tornare all'obbligo del Canone Romano, con la possibilità di ricorrere solo in particolari circostanze agli altri due.
In ogni caso, conosciamo le intenzioni del Papa, ma il lavoro non sembra neppure abbozzato.
Caro Dante, io aggiungerei che, da subito, vengano portate le modifiche al canone laddove la traduzione è imprecisa per non dire errata. Io sto ancora aspettando la rettifica del pro multis da parte della CEI! Come mi aspetterei in tempi brevi anche la correzione del «rese grazie con la preghiera di benedizione», come si faceva notare in un post precedente. Lei che è più vicino a Roma di noi lombardi faccia sentire le nostre voci a chi di dovere.
RispondiEliminaIo, da povero pensionato della scuola, caro don Gianluigi, fo sentir la mia voce dove posso e a chi posso. E dove non arrivo da me qualcuno più importante di me mi dà una mano. Diversi passi si compiono in silenzio.
RispondiEliminaCerto, manca la correzione nel messale, ma la traduzione esatta del pro multis è stata data.
Così nel V canone la formula conclusiva ambigua ("affinché Cristo sia presente in mezzo a noi..." nell'ed. typica del 2003 è stata corrretta (ut fiant...). Ma chi dice la Messa in latino?
E allora basterebbe un decreto di poche righe della Congregazione per il Culto Divino: da oggi in poi il per molti è obbligatorio; le formule consacratorie tutte devono concludersi con "affinché diventino il Corpo e il Sangue...": chi vìola la disposizione sia sottoposto a giusta pena dall'Ordinario.
nel frattempo...
RispondiEliminanon dovrebbero avvicinarsi i giorni di un nuovo colloquio della S. Sede con la FSSPX?
e si può sperare che siano finite le introduzioni e i convenevoli e si passi al vivo delle discussioni dottrinali ?
(già c'è da dire che la cadenza di 1 ogni due mesi viene percepita come un tempo biblico, vista l'urgenza di risanamento ormai avvertita in misura sempre più estesa: il Corpo Mistico si va svegliando dal torpore....)
Credo che ormai, tolti gli ostacoli rinvenuti sotto la linea di galleggiamento, il Pontificato di BXVI stia prendendo il largo. Si parla a cose fatte. E se se parla poco e con molto equilibrio vuol dire che le cose stanno per farsi. Il tutto e subito piacerebbe a molti eppure le truppe fidate sono poche e questo rallenta... Il passo decisivo sarebbe la possibilità per i fedeli di poter partecipare a celebrazioni vetus ordo la domenica mattina IN TUTTE LE DIOCESI. In ogni caso credo che il 2010 sarà l'anno del ritorno alla consacrazione coram deo. Il resto verrà da sè.
RispondiEliminaUtopie! A tre anni nessuna novità!
Elimina<span>2010 l'anno del ritorno...?</span>
RispondiElimina?
ah Mazzarino...
anche lei, come Bartimeo, parla come chi vive in un'isola felix!
....ipotizzo dalle Marche in su, vero ?
Mi lasci amaramente sorridere....chè altro non posso fare, pensando a come sono "conciati" almeno 2/3 dell'Italia !
:'(
Secondo Melloni in molti cadono oggi nel tentativo di interpretare Benedetto XVI a proprio piacimento...
RispondiEliminaVerissimo!!! e il primo a cadere in questa trappola è proprio lui....
Questo "gioco" dell'interpretare guarda il "caso" è proprio cominciato con gli eventi del Concilio...a cominciare dalle famose parole di Giovanni XXIII all'apertura del Concilio quando, disse: non era più il tempo delle scomuniche, ma si doveva cominciare ad usare la misericordia.... e così si è cominciato ad interpretare TUTTO della Chiesa in chiave modernista...o con la fede DEL FAI DA TE, parole letterali di Benedetto XVI...
Chiunque NON riporta INTEGRALMENTE la Tradizione viva della Chiesa nella sua DOTTRINA e Magistero bimillenario, tende ad estrapolarne piccole parti per INTERPRETARE a proprio piacimento i vari accomodamenti con tutti i danni che vediamo, viviamo e che stiamo duramente pagando....
C'è solo un sistema per frenare questa deriva: RITORNARE ALLA FEDELTA' DOTTRINALE DELLA CHIESA agendo con coraggio laddove da dopo il Concilio, si sono appoggiate e sostenute le interpretazioni di comodo e sincretiste...ma c'è carenza di prelati autorevoli che agiscano con questo coraggio, tuttavia si cominciano a vedere sacerdoti che questo coraggio lo vivono a proprie spese...
Complimenti a Melloni, come sempre equilibrato e pertinente nelle sue analisi...Non si può dire certo lo stesso di Messori...
RispondiEliminaottimo Caterina! e siccome papa Giovanni ha detto "Da oggi basta con le scomuniche" ecco che da allora qualunque interpretazione eretica del Magistero, qualunque Liturgia fantasiosa venga celebrata, ... lassez faire ! dico bene ?
RispondiEliminaNon esistono più sanzioni, non c'è più certezza del diritto ! vero ?....
(sulla linea del Concilio...)
:) ..... :( .... *DONT_KNOW*
Caro Disilluso
RispondiEliminaHai ragione. Noi riusciamo a partecipare alla Messa di sempre tutte le domeniche.
Dobbiamo perà fare 40 Km all'andata e 40 al ritorno.
E' chiaro che in questo modo la bellezza del rito è volutamente tenuta nascosta al popolo cristiano ed anche noi agli inizi, avendo avuto notizia solo via Internet e non conoscendo ancora le persone eravamo titubanti e guardinghi. C'è un muro di cinta da superare! Ma è bastata la prima volta per capire che non c'era problema anzi... Basterebbe anche una sola Messa Vetus Ordo per ogni Diocesi in una Chiesa del centro città .......... E' per questo che ci vuole una spallata da Roma.
L'alternativa è una diretta della Domenica da Rete4 con una Messa Vetus Ordo con letture e anche qualche canto (bello) in italiano. Suggerirei da Bologna.
<span>sì, bella la diretta TV per unirsi in spirito alla celebrazione, ma non valida, purtroppo, per il precetto festivo...
RispondiEliminaContinueremo a pregare, dalle Marche in giù, sperando nella profezia del Magnificat:
"Ha rovesciato i potenti dai troni
ha innalzato gli umili..."</span>
Purtroppo, nonostante il richiamo di Giovanni XXIII, le scomuniche continuano a piovere; vengono tolte solo quelle dei lefevriani, mentre decine di teologi, colpevoli di vivere e trasmettere una fede pensante incorrono in processi da inquisizione, senza la minima considerazione degli elementi più basilari del diritto della persona, e sono tenuti ai margini. Basti pensare che il S.Uffizio (che ha cambiato nome ma non sostanza) accetta denunce anonime....
RispondiElimina<span style="">Pio XI dichiarò che la Messa è il più importante organo dell’ordinario Magistero della Chiesa. Quando la liturgia verrà restaurata a una chiara e non equivoca professione di Fede Cattolica, allora i fedeli cesseranno di vivere nelle nebbie della confusione che sono state causate dal fallimento dei loro pastori e dalla negligenza della gerarchia superiore nel ritenere e confermare in modo chiaro e senza equivoci la Fede Cattolica. Ma mediante lo spargimento di confusione, ambiguità ed equivoci, esse hanno portato a ciò che è espresso nel segreto di Fatima – rivelato da niente meno che dall’ex Vescovo di Fatima – l’apostasia, la perdita della Fede in interi continenti.</span>
RispondiEliminaMelloni e Messori: il diavolo e l'acqua santa. Uno presuntuoso e saccente professore pseudo-teologo che rimpiange il cattocomunismo ormai, grazie a Dio, ridotto al lumicino. L'altro umile giornalista educato nel più assoluto anticattolicesimo, che si arrende all'amore del Signore e ne diventa un formidabile strumento di evangelizzazione. Personalmente sono diventato cristiano,al di là dell'educazione cattolica ricevuta in famiglia, leggendo "Ipotesi su Gesù", "Patì sotto Ponzio Pilato?" e "Dicono che è risorto". Non è certo una caso che sia l'unico autore italiano citato dal Sommo Pontefice nel suo "Gesù di Nazaret". Povero Melloni!
RispondiElimina<span>Non dice male Melloni. Solo chi ha deciso per partito preso che BXVI è un Papa tradizionalista può attaccare le frasi di Melloni in tal modo.
RispondiElimina-Il Papa finora ha celebrato solo privatamente in un certo modo, il che è del tutto legittimo da sempre. E' possibile che lo facesse anche GPII, così come lo fanno altri sacerdoti che conosco e che in parrocchia celebrano il NOM. BXVI, così come GPII, celebra pubblicamente il NOM in latino. Anche GPII diceva il NOM in latino <span style="color: #6131bd;">http://www.youtube.com/watch?v=WAbmRut5Z7w</span>
-Ha parlato di particolare sensibilità(gusto) da non discriminare in riferimento al Motu Proprio. Non ha detto che il VOM è cattolico e il NOM, come abitualmente celebrato è "non si sa cosa".
-Non ha imposto a nessuno nè la lingua latina, nè l' orientamento coram deo, nè la comunione in bocca, nè quella in ginocchio. Anche quando ha parlato della sacralità liturgica mai lo ha fatto specificatamente parlando di queste cose.
-Non ha mai affermato che la situazione birituale è solo momentanea.
Cosa c' è dunque di illegittimo nell' opinione di Melloni?</span>
A parte le battutacce su Castel Sant'Angelo e i roghi, dare dell'ignorante al Professor Pastorelli è inqualificabile...quanto alla questione del Pro Multis, lo aveva già a suo tempo esposto il Gueranger, nella sua monumentale, e magnifica, spiegazione della Santa Messa e dell'Anno Liturgico...Cristo invita tutti alla Salvezza, e il Suo Preziosissimo Sangue è dato per tutti...ma non tutti, comunque, ne potranno godere, in quanto ne hanno rifiutato gli effetti salvifici, o per ignoranza o per malvagità o per malafede...tutto qui...
RispondiEliminaBene faceva notare comunque il Professore che era urgente modificare (in meglio) le preghiere eucaristiche aggiunte negli ultimi decenni...troppe volte non ho sentito dire "affinchè diventino per noi il Corpo e il Sangue di Cristo"...ora, se anche a me (che pur non essendo uno studioso o un teologo, qualcosa dal catechismo e da mie letture private so e ricordo) hanno a volte provocato dei problemi e delle confusioni, che dire di ciò che possono provocare a chi ha avuto carenti o nulle formazioni catechetiche e liturgiche?
Ben vengano finalmente queste correzioni!
<span>Basti pensare che il S.Uffizio (che ha cambiato nome ma non sostanza) accetta denunce anonime....
RispondiEliminaè una menzogna... per aprire qualunque pratica la Dottrina della Fede, come ogni altro organismo di Curia, richiede una ovvia assunzione di responsanilità, che non consente nessun tipo di anonimato</span>
<span></span>
quanto a Melloni, la sua interpretazione eversiva del Vaticano II spero abbia fatto il suo tempo, anche se è tuttora la cultura egemone.Trovo pertinenti e realistiche le considerazioni di C.C, ma le condivido con una certa amarezza, che credo sia anche la sua...
Se stiamo parlando di "teologi" come il Boff, il Barbero, lo Schillebeecks, il Kung, il Cacitti, il Mancuso, la Zarri, ben vengano sanzioni e scomuniche!! C'è una differenza fondamentale tra i "lefebvriani" e certi sacerdoti e teologi...i primi nessun dogma di Fede e nessun Concilio negano...lo stesso, e purtroppo, non si può dire dei secondi...e, a riguardo di questi ultimi, alcuni non sono solo fuori dal Cattolicesimo, ma addirittura dal Cristianesimo! (vedi Kung che nega la Resurrezione dei Morti e il Paradiso, l'Inferno e il Purgatorio, o vedi Barbero che nega la Trinità, la Divinità di Gesù e la Veridicità dei Testi Biblici...)
RispondiEliminaLex orandi, lex credendi. E' chiaro come il sole che la nuova Messa e l'antica non hanno nulla a che spartire. Del resto, perchè l'avrebbero scritta se non con l'intento di fare qualcosa di diverso? Si tratta di due religioni diverse tanto quanto sono diversi gli ortodossi dai protestanti. La versione ibrida delle due liturgie non mi convince, soprattutto il doppio orientamento dell'altare. Che senso ha che il prete stia ora davanti ora dietro?
RispondiEliminaLa Messa antica andava rivista allo stesso modo in cui si restaura un'affresco delicatissimo (Brandi docet). Bugnini invece ha dato una scialbatura bianca sperando che il nuovo, asettico intonaco la facesse dimenticare. Ma quanti dipinti si sono perfettamente conservati proprio grazie allo scialbo! Voglia Iddio che presto venga rimossa la crosta...
Non sono un latinista, un esegeta, un teologo o un liturgista...ma comunque il Gueranger riesco a capirlo...e, soprattutto, riesco a capire Gesù, che durante l'Ultima Cena disse proprio "Per Molti"...
RispondiEliminaMelloni dice il vero purtroppo. Speriamo che venga presto smentito da nuovi accadimenti.
RispondiEliminaCondivido quanto detto dal Restauratore. Tuttavia ritengo che sarebbe auspicabile e probabilmente anche risolutiva una riforma della messa NO secondo le indicazioni date da Messori. Sarebbe cioè sufficiente l'orientamento del celebrante coram Deo durante la liturgia eucaristica e la recita in latino del Canone (Romano, naturalmente) a ridare decoro, dignità e sacralità alla Santa Messa, senza necessariamente prevedere un ritorno obbligatorio al Vetus Ordo (peraltro improponibile in quanto difficilmente verrebbe accettato dall'episcopato "sic et simpliciter"). L'importante è che Benedetto XVI si decida, finalmente, a mettere in pratica questa riforma della riforma, prima che sia troppo tardi. Chi, infatti, mi assicura che il successore dell'attuale Pontefice proseguirà in questa direzione se non vincolato da qualche decreto pontificio opportunamente approvato in precedenza? Non dimentichiamoci che i marpioni del Vaticano II sono ancora in maggioranza anche tra i cardinali. Ad ogni modo, stando alle recenti dichiarazioni del cardinale Canizares, non mi sento molto tranquillo: la riforma della riforma appare ancora molto lontana all'orizzonte. Mah, spero tanto di sbagliarmi...
RispondiEliminadice Mazzarino:
RispondiElimina"ci vuole una spallata da Roma. ..."
...è buffo pensare al povero Papa che comincia a prender la rincorsa per dare spallate in direzione di cento curie episcopali in tutt'Italia....rischiando di fratturasi per bene!
Tragicomico, non vi pare ?
Oppure...quali baldi giovani da Roma dovrebbero dare queste spallate, inviati dove, da chi, con quale mandato "di spallata" ?
Vaticaneide
dice Mazzarino:
RispondiElimina"ci vuole una spallata da Roma ..."
...è buffo pensare al povero Papa che comincia a prender la rincorsa per dare spallate in direzione di cento curie episcopali in tutt'Italia....rischiando di fratturarsi per bene!
Tragicomico, non vi pare ?
Oppure...quali baldi giovani da Roma dovrebbero dare queste spallate, inviati dove, da chi, con quale mandato "di spallata" ?
:-D -- :( ----?
<span>sempre equilibrato</span>
RispondiEliminae quantomai imparziale... *DONT_KNOW*
Che a sentire lui, tutto ciò è un capriccio restauratore del Papa, fatto solo per i propri gusti.
RispondiEliminaRisposta a Melloni.
RispondiEliminaL'allora Card. Ratzinger ha parlato chiaro e tondo di Riforma della Riforma. Era a Fontgombault nel 2001.
Ecco il link in francese purtroppo...
http://notredamedesneiges.over-blog.com/article-la-reforme-de-la-reforme-par-le-cardinal-joseph-ratzinger-42437403.html
Caro Vaticaneide
RispondiEliminaSe lei crede che BXVI non abbia il coraggio di spazzare via ciò che vuole. Non lo conosce.
E' chiaro che non può forzare pubblicamente perchè inevitabilmente nel contrasto si perderebbero le anime semplici degli aizzati di turno. Ci sono metodi molto più caritatevoli per dare spallate. Senza bisogno di mandanti e mandati. Oggi tutto si fa con i "criteri di valutazione" e quelli li decide una sola Persona. Ad esempio imponendo il vincolo per ii nuovi vescovi di conoscere e parlare perfettamente il latino e saper celebrare bene sia NO che VO. Con controlli preventivi senza avviso durante le celebrazioni pubbliche etc. etc. Sono o non sono "eccellenze"? Non ridano troppo gli amici lettori, perchè è quanto si fa abitualmente per verificare "seriamente" le carriere di lavoro ai livelli più alti di responsabilità. Era la Chiesa che un tempo era maestra in queste cose! Resi pubblici i criteri (con pesi e percentuali) non preoccupatevi che in qualche mese........
Del resto provate a non sapere l'inglese ed ormai non vi prendono neppure a raccogliere pomodori...
Saluti da ALMA PREX
Caro Disilluso,
RispondiEliminaa Lodi, diocesi guidata dal solito uomo qualunque di musliana memori, ormai un essicatoio dello spirito per la festività del Santo Padrono mi hanno infilato nelle costole una predicazione del superpiorone di Bose, per quanto riguarda La Messa VO ne fanno una al mese di domenica alle 11 ( non un brutto orario) ma in una chiesetta che non "appartiene" a nessuna parrocchia!
Matteo dellanoce
PS Io vado all'eremo di minucciano...MESSA FANTASTICA ED OMELIA DI PADRE LORENZO GRANDIOSA SULA COMPUNZIONE DELLE LACRIME!
Dimenticavo...faccio 220 kilometri ad andare e 220 a tornare! Non sempre ma quando posso ne vale la pena!
RispondiEliminaMatteo Dellanoce
Affermazioni così nette sono negative e neppure vere: il NOM è aperto all'ambiguità, ma non è il culto di un'altra religione! Ma come si fa a non capire l'enormità di affermazioni solo controproducenti per i veri tradizionalisti: sarebbe come dire che Benedetto XVI celebra la liturgia di un'altra religione. Siamo seri, per favore!
RispondiElimina