Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

domenica 22 novembre 2009

Due anniversari per due Messali



Pubblichiamo un articolo di don Mauro Gagliardi tratto da ZENIT.org dell'11 novembre 2009.

***

Il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto, come a tutti noto, l’Anno Sacerdotale (giugno 2009 – giugno 2010), in occasione del 150° anniversario del dies natalis del Santo Curato d’Ars. L’intento è di «contribuire a promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi» [1]. San Giovanni Maria Vianney, oltre a rappresentare al vivo un modello sommo di sacerdote, ha sempre annunciato con chiarezza e con enfasi l’incomparabile dignità del sacerdozio e la centralità del ministero ordinato in seno alla Chiesa. Attingendo ai suoi insegnamenti, il Santo Padre ha riproposto le seguenti parole del Santo: «"Oh come il prete è grande!... Se egli si comprendesse, morirebbe... Dio gli obbedisce: egli pronuncia due parole e Nostro Signore scende dal cielo alla sua voce e si rinchiude in una piccola ostia..."». E ancora: «Tolto il sacramento dell’Ordine, noi non avremmo il Signore. Chi lo ha riposto là in quel tabernacolo? Il sacerdote. Chi ha accolto la vostra anima al primo entrare nella vita? Il sacerdote. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparerà a comparire innanzi a Dio, lavandola per l’ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se quest’anima viene a morire [per il peccato], chi la risusciterà, chi le renderà la calma e la pace? Ancora il sacerdote... Dopo Dio, il sacerdote è tutto!... Lui stesso non si capirà bene che in cielo» [2].

Come si vede, san Giovanni Maria individua la grandezza del sacerdote con riferimento privilegiato al potere che egli esercita nei sacramenti a nome e nella Persona di Cristo. Benedetto XVI ha messo in evidenza questo fatto, riportando ancora altre parole del Curato d’Ars, che si riferiscono in particolare al ministero di celebrare la Santa Eucaristia. Il Papa scrive che il Santo «era convinto che dalla Messa dipendesse tutto il fervore della vita di un prete: "La causa della rilassatezza del sacerdote è che non fa attenzione alla Messa! Mio Dio, come è da compiangere un prete che celebra come se facesse una cosa ordinaria!"» [3].

L’Anno Sacerdotale propone alla nostra riflessione la figura del sacerdote e, in modo particolare, la sua dignità di ministro ordinato che celebra i sacramenti, a beneficio di tutta la Chiesa, nella Persona di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote [4].

In questo Anno Sacerdotale, che si celebra tra il 2009 ed il 2010, ci sono tuttavia anche altre ricorrenze che merita ricordare, perché intimamente connesse con l’indole eucaristica della dignità sacerdotale. Nel 1969, il Papa Paolo VI promulgava, con la Costituzione apostolica Missale Romanum, il nuovo Messale approntato dopo il Concilio Vaticano II. Nel presente anno 2009, dunque, si celebra il 40° di tale promulgazione. Il prossimo anno 2010, si celebreranno altri due anniversari, pure legati direttamente alla celebrazione dell’Eucaristia. Il primo coincide con il 40° anniversario (1970-2010) della promulgazione della definitiva editio typica (prima) della Institutio Generalis Missalis Romani. Il secondo coincide con il 440° anniversario della promulgazione del Messale attualmente detto Vetus Ordo o Usus antiquior, promulgato da san Pio V con la Costituzione apostolica Quo primum del 14 luglio 1570. Tale Costituzione è richiamata, assieme al Messale di san Pio V, sin dalle prime parole della menzionata Costituzione apostolica Missale Romanum di Paolo VI [5].

I due Messali, uniti anche dalla celebrazione dei rispettivi anniversari, sono due forme dell’unica lex orandi della Chiesa di Rito latino. A questo riguardo, si è espresso il Santo Padre Benedetto XVI, insegnando che, in relazione al Messale di Paolo VI, «il Messale Romano promulgato da san Pio V e nuovamente edito dal beato Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria della stessa "lex orandi" ["legge della preghiera"] e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico. Queste due espressioni della "lex orandi" della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella "lex credendi" ("legge della fede") della Chiesa; sono infatti due usi dell’unico Rito Romano. Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal beato Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa» [6].

La possibilità di una serena ed armonica coesistenza delle due forme dell’unico Rito Romano è infine stata indirettamente affermata anche dalla compresenza di entrambi gli Ordines Missae (beato Giovanni XXIII e Paolo VI) all’interno del recentissimo Compendium Eucharisticum, pubblicato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti [7].

La coincidenza di queste diverse ricorrenze ha dettato anche il tema che la rubrica Spirito della Liturgia si propone di approfondire quest’anno: quello del «Sacerdote nella Celebrazione eucaristica». Attraverso brevi articoli a cadenza quindicinale, redatti da teologi, liturgisti e canonisti competenti, cercheremo di presentare in modo chiaro ed accessibile il ruolo ed il compito del sacerdote nelle diverse parti della Messa, tenendo presenti entrambi i Messali di cui si celebrano gli anniversari. L’auspicio è che questi articoli possano aiutare i sacerdoti a cogliere l’opportunità di riflessione e di conversione offerta dall’Anno Sacerdotale, e che li possano stimolare ad una cura sempre più attenta dell’ars celebrandi. Speriamo inoltre che i contributi che saranno via via pubblicati possano aiutare anche gli altri lettori – religiosi, religiose, seminaristi, fedeli laici – a riconsiderare con maggiore attenzione, e a venerare con profondo rispetto religioso, la grandezza del Mistero eucaristico e la dignità del ministero sacerdotale, nonché a riscoprire la loro centralità nella vita e nella missione della Chiesa.

Note
[1] Benedetto XVI, Lettera di Indizione dell’Anno Sacerdotale, 16.06.2009.
[2] Ibid.
[3] Ibid.
[4] I presbiteri «esercitano al massimo grado il loro sacro munus nel culto eucaristico o sinassi, nella quale, agendo in persona di Cristo [in persona Christi] e proclamando il suo mistero, uniscono i voti dei fedeli al sacrificio del loro Capo, e nel sacrificio della Messa rappresentano ed applicano l’unico sacrificio della nuova alleanza, cioè di Cristo che si offrì al Padre una volta per sempre come Vittima immacolata, fino alla venuta del Signore»: Concilio Vaticano II, Lumen gentium, n. 28: AAS 57 (1965), p. 34. Cf. anche Presbyterorum Ordinis, nn. 2; 12; 13.
[5] Cf. Paolo VI, Missale Romanum, 03.04.1969: AAS 61 (1969), p. 217.
[6] Benedetto XVI, Summorum Pontificum, 07.07.2007, art. 1.
[7] Cf. Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, Compendium Eucharisticum, LEV, Città del Vaticano 2009. La preparazione di questo testo era stata affidata direttamente dal Santo Padre, che ne aveva dato notizia nella Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis, 22.02.2007, n. 93.

59 commenti:

  1. Gli anniversare c'entrano come i cavoli a merenda. Nelle intenzioni della riforma liturgica doveva essere cancellato il ritualismo e il clericalismo: partecipazione dell’Assemblea (non semplice appendice del corpo sacerdotale) e inculturazione delle parole e dei gesti (soprattutto nella struttura mentale secolare dell’uomo d’oggi). Nelle intenzioni del Summorun Pomtificum c'è tutto il contrario, tornare indietro ad un'epoca che è già defunta.
    Come è possibile continuare a ripetere funzioni religiose sempre uguali, imbalsamate da secoli dentro un ritualismo che non lascia spazio a nessuna spontaneità per paura dell’eresia?

    RispondiElimina
  2. E` possibile se si vuole essere cattolici, che tramandano quello che hanno ricevuto. Se invece si vogliono ripetere slogan sessantottini, ci si puo` convertire al protestantesimo.

    RispondiElimina
  3. una serena ed armonica coesistenza delle due forme ...
    --------------
    Io continuo a vedere (ma forse mi mancano parecchie "diottrie") che le due forme vanno in direzioni opposte: il VO è teocentrico, il NO antropocentrico.
    Come può esserci tra loro "armonica coesistenza"?
    E ripeto all'infinito la stessa domanda (che da un capo all'altro dell'orbe cattolico tormenta nell'intimo le anime dei semplici fedeli che hanno riscoperto la "Messa di sempre"...):
    SE LA SOSTANZA delle due forme è la stessa, perchè il VO suscita tanta repulsione (o paura) in tanti ministri di Dio?
    Non dovrebbero essere essi stessi per primi a riscoprirne la bellezza e a promuoverne la celebrazione e la rifioritura?
    (Penso che potendo scegliere, molti preferiscono il NO perchè "ormai" in vigore stabilmente da oltre 40 anni e rifiutano la fatica di un "ristudiare" ed applicarsi al VO, magari convinti che non abbia più nulla da dare alla Fede...)
    Ma - domanda a monte di tutte -
    SE sotto il Papa Paolo VI la gran massa dei fedeli, seguendo i dettami del Vicario di Cristo, ha INTESO che la vecchia Messa era stata abolita (questo in realtà è stato fatto intendere; e chi mai veniva a dirci 40 anni fa, a noi piccoli o ignari, che si stavano ingannando i semplici con l'abrogazione DI FATTO della Messa di S. Pio V?)....,
    PERCHE' ora viene dichiarato che non era mai stata abrogata e che PUO' (o DEVE? non è dettaglio questo...: il Redattore dice "possibilità", poi nei fatti concreti varrà la legge del più forte, temo!),
    che PUO' serenamente convivere con quella riformata del 1969?

    Come possono serenamente convivere una Messa a misura di Dio, da Lui stesso donata alla Chiesa e una Messa ri-strutturata dall'uomo, a "misura d'uomo", al cui Messale hanno collaborato sei pastori protestanti?

    In attesa di chiarimenti, rimango, come spesso mi accade,
    "piuccheperplesso".

    RispondiElimina
  4. SE LA SOSTANZA delle due forme è la stessa, perchè il VO suscita tanta repulsione (o paura) in tanti ministri di Dio?

    Perplesso come te sono più che perplessa e sottoscrivo ogni tua parola.
    Io ho vissuto 40 anni fa lo strazio della violenza con cui ci è stata tolta la "nostra " santa Messa e il nostro Messale.
    Non mi si venga a dire oggi che Paolo VI non voleva sopprimere la Messa tridentina e il suo Messale, quella era la sua intenzione, lo ha detto più che chiaramente nell`udienza generale del mercoledì in cui ha annunciato la riforma.
    E così, generazioni di cattolici sono cresciuti nell`ignoranza la più assoluta del Rito che ha nutrito la Fede della Chiesa fino al Vaticano II, ignoranza alimentata dall`astio dei pastori stessi verso il Rito che li ha formati e visti
    crescere, dall`ideologia di chi ha vissuto il Vaticano II , che conosceva la Sacrosanctum Concilium e che non poteva dunque ignorare come e quanto la riforma di Paolo VI si allontanasse da ciò che aveva voluto il Concilio.
    La riforma liturgica come è stata voluta e attuata da Paolo VI, (si parla sempre di Bugnini, ma Bugnini non avrebbe potuto fare tutto ciò che ha fatto senza l`avallo del Papa, a meno che entrassero in conto altri fattori sui quali non voglio entrare), è intrisa di una certa ideologia, verso chi e cosa quellaariforma voleva portare la Iiturgia cattolica è evidente.
    Quando il principio che sottointende la riforma è che la Liturgia cattolica non deve essere una pietra di inciampo per i nostri fratelli separati, i protestanti (presenti nel Consilium), e che la preghiera della Chiesa non deve essere motivo di malessere spirituale per nessuno (Bugnini dixit), con il risultato che conosciamo, come possiamo dire che non c`è stata rottura?
    Allora sia ben chiaro che io son felice e riconoscente per il Summorum Pomntificum, ma quando leggo:
    I due Messali, uniti anche dalla celebrazione dei rispettivi anniversari, sono due forme dell’unica lex orandi della Chiesa di Rito latino,
    non posso non dirmi che purtroppo ciò, non solo non è stato detto negli ultimo 40 anni, ma che in pratica il Messale di San Pio V è stato soppresso, disprezzato, criticato, e per i più ignorato.
    E non posso ignorare e dimenticare che è a causa di quella soppressione che mi sono allontanata dalla pratica della fede.

    RispondiElimina
  5. "Come può esserci tra loro "armonica coesistenza"?

    Magari - la butto là così, un po'ereticamente? - nello stesso modo in cui in Cristo esistono due nature.

    RispondiElimina
  6. L'anonimo 9:24 non ha letto (o sorvola con gran disinvoltura) l'osservazione -incontestabile- che il Messale NO contiene elementi simil-protestanti, inseriti dai "collaboratori-redattori" protestanti...

    RispondiElimina
  7. Certo, a pensarci...
    a voler seguire l'idea dell'anonimo 9:24:
    è molto strano che, dal 33 al 1962 circa, migliaia di illustri uomini di Chiesa, Papi, prelati, santi sacerdoti e teologi, illustri mitrati convenuti a 20 Concilii non abbiano mai pensato che, siccome in Gesù Cristo sono presenti in unione ipostatica la natura umana e quella divina, anche il Messale doveva un giorno raggiungere questa vetta dell'unione di due nature....
    molto strano, vero, amici?
    Sarà che non era ancora sorta all'orizzonte della Chiesa la mitica "profezia conciliare", che doveva portare a tale riforma epocale, e lo Spirito Santo non aveva ancora ben illuminato le menti dei dotti Padri della Chiesa per capire che il Rito bimillenario doveva, nell'anno Domini 1969, dividersi in due forme destinate poi a convivere in "armonia" ? !
    (armonia come quella voluta da chi SUBITO impedì la celebrazione del VO, anche con atti di violenza, come abbiamo letto qui...?
    armonia promossa e favorita dal 99% del clero attuale, vescovi in primis, come ampiamente testimoniato con parole o silenzi di sconfitta, da tanti luoghi vicini e lontani della Chiesa Militante ?)

    RispondiElimina
  8. Magari - la butto là così, un po'ereticamente? - nello stesso modo in cui in Cristo esistono due nature.

    la differenza è che matura umana e natura divina in Cristo sono inseparabili, strettamente interconnesse e non l'una la negazione dell'altra... la similitudine ha del profanatorio.

    Se si vuole intendere che il NO è più a misura d'uomo, c'è da chiedersi: di quale "uomo dimezzato" e non destinato alla pienezza di umanità che solo Cristo Vivo e Vero, e non scimmiottato o de-formato, può dargli

    Anche se non comprende tutto e subito, ogni uomo è chiamato a immergersi nel Mistero e ad accoglierne i doni ineffabili che lo fanno essere sempre più uomo vero, secondo la volontà del Padre, in Cristo.

    Banalizzare il mistero e desacralizzarlo significa 'dimezzare' il potere di Dio e depauperare l'uomo dell'unica Relazione Viva che lo salva

    RispondiElimina
  9. art7igmr

    il modernisomo porta sempre a un modo distorto di vedere la realta', vale a dire a non vederla.

    Il mondo defunto e' quello di oggi e i frutti sono quelli che ci circondano.

    FdS

    RispondiElimina
  10. A me pare che la divisione artificiosa del Rito romano in due forme abbia generato nella Chiesa la profonda divisione interna (di Dottrina, di Fede, di Liturgia) a cui assistiamo da oltre 40 anni....
    o no?

    RispondiElimina
  11. Luisa ha scritto:

    "...Io ho vissuto 40 anni fa lo strazio della violenza con cui ci è stata tolta la "nostra " santa Messa e il nostro Messale.
    Non mi si venga a dire oggi che Paolo VI non voleva sopprimere la Messa tridentina e il suo Messale, quella era la sua intenzione, lo ha detto più che chiaramente nell`udienza generale del mercoledì in cui ha annunciato la riforma.
    E così, generazioni di cattolici sono cresciuti nell`ignoranza la più assoluta del Rito che ha nutrito la Fede della Chiesa fino al Vaticano II, ignoranza alimentata dall`astio dei pastori stessi verso il Rito che li ha formati e visti crescere, dall`ideologia di chi ha vissuto il Vaticano II , che conosceva la Sacrosanctum Concilium e che non poteva dunque ignorare come e quanto la riforma di Paolo VI si allontanasse da ciò che aveva voluto il Concilio. ...
    .

    Concordo e aggiungo: giorni fa MIC mi ha chiesto cosa proponessi di fare (parlavo di azioni a difesa del cattolicesimo usando un termine effettivamente improprio: "éclatant"), ebbene, non so se sia fattibile ma avanzo questa idea la cui fattibilità è tutta da verificare:

    In questo blog molti sono esperti di legge, alcuni si sono dichiarati avvocati, chiedo loro: il fatto che la gerarchia abbia ABUSIVAMENTE abrogato la liturgia cattolica di sempre e abbia nel corso degli anni modificato, o - venendo meno ai propri doveri - permesso che venissero modificati in maniera sensibile i fondamenti della dottrina cattolica quale da sempre tramandata, l'appoggio a movimenti ereticali o similtali, ha indubbiamente causato un danno morale incalcolabile ai milioni di persone che, per quasi quarant'anni sono state private sia della possibilità di professare coerentemente e pienamente la loro fede sia dell'assistenza, al momento della morte, di quei sacramenti cui la loro cattolicità dava pieno diritto.

    Indubbiamente di quelle loro sofferenze sarà stato tenuto conto dal momento del giudizio, ma esiste anche, fino a che esisterà il mondo, una giustizia terrena.

    Chi li risarcisce?

    Sarebbe possobile a questo punto, da parte degli eredi legittimi, una class action che richieda, oltre i danni morali quantificabili in misura equa in 40000 mld di euro (1000 mld all'anno) anche i punitive damages da devolvere - ovviamente - INTERAMENTE a sollievo di quella tanta parte dell'umanità sofferente?

    L'azione, se fattibile, sarebbe a mio avviso da indirizzare sia alla Santa Sede, sia alle varie Conferenze Episcopali che malgrado la sia pure parziale resipiscenza vaticana continuano a frapporre ostacoli al ripristino della liturgia di sempre e della vera dottrina cattolica.

    Ovviamente non solo le istituzioni dovrebbero essere chiamate al risarcimento ma anche i singoli componenti di esse con incarichi di responsabilità (per es. i Vescovi) sia con i loro beni personali sia coi proventi del lavoro che svolgerebbero (fatto salvo un minimo per il loro sostentamento) per gli anni che rimangono loro da vivere in attesa del giudizio divino sul loro operato.

    Non vedo altre strade per ridurre quest'accozzaglia di apostati mangiapane a tradimento a più miti consigli.

    RispondiElimina
  12. Io seppur cresciuta con il NOM non dimentico che il Battesimo l'ho ricevuto con il VOM a fine marzo del 1963 vivente Giovanni XXIII.
    Il Battesimo e dunque l'ingresso nella Chiesa con la Messa di sempre e gli altri Sacramenti con il Messale riformato...mi chiedo: cosa devo festeggiare?
    Senza il Battesimo non avrei avuto gli altri Sacramenti...ma gli altri Sacramenti ricevuti nell'altra forma mi hanno appunto formata, sostenuta ed accompagnata nel corso della vita...

    Tuttavia mi chiedo: era davvero necessario modificare la Liturgia?
    Non si è forse portato così una voluta spaccatura tra la scelta di san Pio V e la scelta di Paolo VI?

    Se una Famiglia entra in crisi, è forse MODIFICANDO la sua forma che si possono risolvere i problemi?
    Così per la Chiesa: è stato forse modificando la Messa che si colmata la crisi della Chiesa degli anni '70?
    ^__^ non credo!

    è come se si pretendesse di modificare la Scrittura laddove la società del momento non la comprendesse...così da ritrovarsi a festeggiare due Scritture: quella di sempre e quella modificata, adattata al momento...

    Sono d'accordo con il Papa quando dice che dobbiamo evitare ogni sentore di frattura e che i due messali fanno parte di un unico rito, ma i fatti dimostrano il contrario...il Papa stesso lo sa altrimenti non avrebbe corretto lo stesso Rito che celebra lui con il NOM...
    ma nessuno ancora lo imita ergo i due anniversari ci fanno comprendere ancora una volta che una frattura c'è stata, in buona o fede poco importa, i danni sono stati devastanti e molte anime si sono perdute...

    RispondiElimina
  13. Caterina scrive:

    "...il Papa stesso lo sa altrimenti non avrebbe corretto lo stesso Rito che celebra lui con il NOM....

    Scusi Caterina, ma il Papa ha prima corretto il rito che non ha mai (almeno pubblicamente) celebrato (il cd VOM, ossia la Messa di sempre) nella parte che riguarda la preghiera per i "fratelli maggiori" espressione questa che, come ho già scritto, se riferita agli odierni ebrei non potrebbe essere più falsa e bugiarda.

    RispondiElimina
  14. riconosco che l'azione di Cesare è davvero "eclatant", ma è razionale e proponibile e corrisponde anche ad una mia re-azione razionale oltre che istituale.
    Bisogna tuttavia rifletter meglio, discernere, non solo sotto l'aspetto giuridico, che non fa una piega, per valutare le implicazioni dello scandalo che si ripercuoterebbe sia sui 'piccoli' che sulla Chiesa come istituzione...

    Essa ci fa soffrire, possiamo criticare e disapprovare in tutto quanto ci andiamo ripetendo, ma da qui a chiamarla -dal di dentro- ad un giudizio umano in un contesto in cui il giudizio umano ad extra già la massacra, non la vedo così semplice...

    Sono consapevole di aver espresso un parere cerchiobottista che normalmente disapprovo, ma devo pensarci su ancora e meditarci...

    Tuttavia non nego la enorme RESPONSABILITA' della gerarchia e di pastori, che dovrebbero vigilare e garantire la fede, nel continuare a consentire pratiche e insegnamenti che provocano danni materiali e morali, danneggiamo spiritualmente, prima ancora che psicologicamente ed anche negli ambiti e nelle scelte di vita, molte persone

    RispondiElimina
  15. inoltre penso che un reato giuridicamente perseguibile come la pedofilia è un conto. Più difficile fornire prove concrete inquadrabili in un reato perseguibile, rispetto ai danni materiali e morali di cui accennavo....
    Potrebbero farlo solo gli interessati nei confronti del loro vescovo ad esempio, se non temessero che la loro voce verrebbe presto soffocata da connivenze e coperture di ogni genere, molto ma molto umane e molto ma molto potenti.

    RispondiElimina
  16. ... conosco casi concreti di parroci che, solo per aver tentato di opporsi nell'ambito della loro competenza, sono stati brutalmente calunniati ed estromessi, sacerdoti perseguitati fino al termine dei loro giorni

    RispondiElimina
  17. Proposta interessante quella di Cesare: dunque si dovrebbe istituire una specie di "tribunale dei diritti del fedele" (come quello del malato? o come il Codacons ?
    E chi prenderbbe e gestirebbe tale incarico ?
    Con quali effetti giuridici reali?

    RispondiElimina
  18. senza andar tanto lontani ricordate l'obbedienza dovuta obtorto collo al vescovo di Cagliari, per evitare mali maggiori di un negato diritto contingente?

    di casi del genere possiamo addurne parecchi. C'è perfino L'Ecclesia Dei che dovrebbe esser lì per garantire e risolvere in questo ambito. Ci sono gli strumenti, ma manca la volontà al vertice. Fino a che punto del vertice non sono in grado di saperlo

    RispondiElimina
  19. conosco sacerdoti romani che non hanno partecipato al recente convegno sul motu proprio non nel timore, ma nella certezza che non si sarebbero mai vista assegnare una parrocchia; così come conosco seminaristi che devono nascondere il loro amore per il VO, se vogliono sperare di essere ordinati sacerdoti.
    Ho perso anche la voglia oltre che la forza di chiedermi, ma il Papa lo sa? Se frequentano internet, come lo frequenatno di sicuro e se leggono questo blog, come lo leggono, sono in molti a saperlo in Curia; ma che fanno? I filtri, le sentinelle mute i cani dormienti?

    RispondiElimina
  20. ...letto anche (e condiviso) il commento di Mic, non resta che prendere atto della realtà: nella Chiesa del 3° millennio viviamo in regime DITTATORIALE (per ora)...
    ... poichè, essendo stata ormai demolita, nei fatti visibili, la originaria e sacrosanta struttura gerarchica, vige la legge del più forte !

    RispondiElimina
  21. paragonare i due MESSALI è come farlo col PRINCIPE ED IL CONTADINO ......
    non rinuncerò mai a definire la MESSA di PAOLO VI , pur sempre valida , una MESSA DEFICIENTE , proprio perchè manca ......... non ha spina dorsale , il sacro non è percepito anche se detta in latino ....

    proprio ora ritorno da NORCIA con amici , abbiamo avuto modo di goderci un pò di PARADISO con la MESSA DI S PIOV .
    i miei amici , ignoranti più di me in materia di liturgia , uscendo trasognati dalla basilica benedettina sono usciti con l' espressione che per poter dire la MESSA TRIDENTINA bisogna essere ben preparati ......
    c' è molto da mettere sul tavolo a proposito ......

    tanto è inutile voler cercare compromessi inutili per voler rimediare o scusare ai danni fatti da 40 anni a questa parte , la SOSTANZA E' SOSTANZA .......
    chi sta da una parte non può accettare l' altra ,,,
    e non sto parlando come di partiti o idiozie simili ........

    RispondiElimina
  22. Ma non bisogna desistere. Il processo sarà lento e l'esito è tutt'altro che scontato, ma non bisogna desistere.

    RispondiElimina
  23. già, Vittorio, ... come quando i cinesi si mettono a fare la copia della reggia di Versailles...o della Basilica di S. Pietro: in tutto uguali all'originale, apparentemente!
    Insomma sul Messale VO c'è la firma di Dio, su quello NO una firma di uomo (chi sia non importa), con la stessa distanza che c'è tra finito e infinito...

    RispondiElimina
  24. Il processo sarà lento ...
    --------
    "processo" di che cosa?
    Convivenza pacifica...
    o fusione a freddo....
    o "casto connubio" ?....
    Non "desistere" da che cosa ?

    RispondiElimina
  25. .... con una differenza ......
    un palazzo antico si può rifare in copia quando si ha un progetto , rispettandolo e facendo uno scrupoloso uso dei materiali ...

    anche se , oggi mancano i cervelli per farlo ...

    la MESSA DEFICIENTE DI PAOLO VI è nata di tutto punto a tavolino ,
    quella di SAN PIO V ha trovato la perfezione nel tempo , si è distillata nella storia bimillenaria della CHIESA .......
    col CVIII si è voluto scientemente rompere con il passato ........
    ed io mi domando ... si può parlare di passato , presente , futuro nelle cose eterne ed immutabili della CHIESA ????
    la liturgia è la dottrina , semplicemente !!!!!!

    RispondiElimina
  26. ...tuttavia, caro Vittorio, il Signore accetta (tollera) da 40 anni di farsi Presente in Corpo Sangue Anima e Divinità in questa Messa NO, farsi per noi Pane di Vita Eterna, nel Suo Amore sconfinato per noi: Umiltà incommensurabile, per la quale non basterà l'Eternità per ringraziarlo !
    E converrebbe magari ricordare ai sacerdoti che Egli si lamentò con S. Padre Pio, piangendo perchè stavano trasformando la Messa in un teatro: ma ci credono, i sacerdoti odierni, che il Signore soffre e si lamenta con i Santi per gli oltraggi che riceve da noi ?
    E che chiede atti di riparazione e adorazione che Gli diano sollievo ?

    Memoranda

    RispondiElimina
  27. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  28. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  29. Voglio sperare che i due edificanti post anonimi qui sopra non siano di sacerdoti o di esperti di Messa e Messale...
    e aspetto un civile intervento correttivo della Redazione
    (pur dovendo subire il prolungarsi dell'onda nefasta del "VIETATO VIETARE", anche quando si sta parlando di cose sacre, e del restauro della Santa Messa destrutturata e sempre più dissacrata !)

    RispondiElimina
  30. la Verità suscita odio22 novembre 2009 alle ore 16:33

    o forse c'è chi invece di argomentare preferisce insultare, visto che di argomenti non ne ha, di fronte ai fatti...

    RispondiElimina
  31. E' chiaro che la formula della coesistenza pacifica dei due messali è un compromesso in attesa di soluzioni migliori. (Non sfuggirà spero che comunque siamo dieci gradini più in alto rispetto a quando si diceva che il vetus ordo era abrogato, spirato, non più esistente! Situazione alla quale molti che di cattolico hanno ormai solo il nome vorrebbero tornare senza indugi.)

    RispondiElimina
  32. anonimo delle 16.05 ........

    e ti rifai vivo ???
    fra le cose che mi danno veramente piacere , una fra le tante è sporcarmi le mani di terra .......

    per l' ignoranza a volte non so se è un merito o un difetto essere tali ... dipende .....

    RispondiElimina
  33. Ingenuo, "processo" era riferito al tentativo di operare il pieno e stabile recupero del Vetus Ordo, e possibilmente il suo reinsediamento al centro della vita liturgica cristiana.
    "Non desistere" significa, invece, non sfiduciarsi, e non stancarsi di pretendere messe VO.

    RispondiElimina
  34. Spiace leggere ingiurie al blog e alle persone che lo frequentano. La divergenza di opinione non dà in alcun modo il diritto di offendere il prossimo.

    RispondiElimina
  35. Grazie, Anselmuccio, per il chiarimento (17:34) franco, esauriente e incoraggiante.
    Perfetto.
    Lo sottoscrivo e metto "in cornice"!
    Ad maiorem Dei gloriam

    RispondiElimina
  36. Cari amici condivido in pieno le critiche di tutti voi al messale di Paolo VI, tanto più che è lo stesso Papa Ratzinger che quando era cardinale ha sempre criticato la riforma liturgica, basta che vi leggiate il bellissimo libro "Davanti al Protagonista" con interessanti interventi dell'allora cardinale, mi permetto di ricopiare qualche frase:

    "Ciò che è avvenuto dopo il Concilio Vat. II è che al posto di una liturgia frutto di uno sviluppo continuo, è stata messa una liturgia fabbricata. Si è usciti dal processo vivente di crescita e di divenire per entrare nella fabbricazione. Non si è più voluto perseguire il divenire e la maturazione organici del vivente attraverso i secoli e li si è rimpiazzati come fosse una produzione tecnica, con una fabbricazione prodotto banale del momento" pag. 193.

    "Quando noi ci raduniamo insieme con i fratelli e con il sacerdote di Dio celebriamo il sacrificio divino, non possiamo scuotere l'aria con rumori senza forma e nemmeno gettare addosso a Dio le nostre preghiere con un chiacchiericcio sguaiato, quelle preghiere che invece Gli dovremmo presentare con umiltà, poiche Dio non ha bisogno che noi Gli ricordiamo tutto ciò con le nostre grida" pag. 163.

    "La liturgia terrena è liturgia solo per il fatto che si inserisce in ciò che già c'è, in ciò che è più grande" pag. 151.

    "Dunque le cose non stanno così che l'uomo si inventa qualcosa e poi lo canta, bensì che il canto gli proviene dagli angeli, ed egli deve innalzare il suo cuore affinchè stia in armonia con questa tonalità che gli giunge dall'alto" pag. 151.

    seguiranno altre citazioni....
    don Bernardo

    RispondiElimina
  37. Seguito di citazioni dal libro con interventi del card. Ratzinger: Davanti al Protegonista.

    "Una cosa dovrebbe essere chiara. La liturgia non deve essere il terreno di sperimentazioni per ipotesi teologiche. In questi ultimi decenni congetture di esperti sono entrate troppo rapidamente nella pratica liturgica, spesso anche passando allato dell'autorità ecclesiastica, tramite il canale di commissioni che seppero divulgare a livello internazionale il loro consenso del momento e nella pratica seppero trasformarlo in legge liturgica. La liturgia trae la sua grandezza da ciò che essa è e non da ciò che noi ne facciamo.
    La nostra partecipazione è certamente necessaria, ma come un mezzo per inserirci umilmente nello spirito della liturgia e per servire Colui che è il vero sogetto della liturgia: Gesù Cristo.
    La liturgia non è l'espressione della coscienza di una comunità, che del resto è varia e mutevole.
    Essa è la Rivelazione accolta nella fede e nella preghiera...."
    pag. 148.

    "La cosa più importante oggi è riacquistare il rispetto per la liturgia e la consapevolezza della sua non manipolabilità. Reimparare a riconoscerla nel suo essere una creatura vivente che cresce e che ci è stata donata, per il cui tramite noi prendiamo parte alla liturgia celeste. Rinunciare a cercare in essa la propria autorealizzazione per vedervi invece un dono.
    Questa credo è la prima cosa: sconfiggere la tentazione di un fare dispotico che concepisce la liturgia come ogetto di proprietà dell'uomo e risvegliare il senso interiore del sacro..." Pag. 114.

    "L'uomo non può 'farsi' da sé il proprio culto; egli afferra solo il vuoto de Dio non si mostra....
    La vera liturgia non può trarre origine dalla nostra fantasia, dalla nostra creatività..."
    Pag. 78.

    Tutto il libro è una miniera. Penso che ognuno di noi imbevuto di questi principi e unendosi con altri potrà fare qualcosa. Cominciando a rendere più sacre possibili le celebrazioni nello zoppicante Novus Ordo (pieno di limiti e difetti) e poi facendo delle celebrazioni in Vetus Ordo almeno ogni tanto per aiutare gradatamente i fedeli a venire a contatto con i tesori dell'autentica liturgia.
    don Bernardo.

    RispondiElimina
  38. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  39. scettico (14,24) ha scritto:

    Proposta interessante quella di Cesare: dunque si dovrebbe istituire una specie di "tribunale dei diritti del fedele" (come quello del malato? o come il Codacons ?
    E chi prenderbbe e gestirebbe tale incarico ?
    Con quali effetti giuridici reali?


    Non necessariamente.

    Si potrebbe far partire l'azione legale, o meglio, le azioni legali: una per i trapassati e una per gli ancora viventi, da un qualsiasi tribunale civile di un paese, per esempio gli USA, dove esistono avvocati "ferrati" in questo genere di cause, dove le class action sono veramente degne di tal nome e, per le loro conseguenze, comunque temutissime anche da colossi economici tipo le multinazionali farmaceutiche.

    Ovviamente non da un tribunale italiano, sarebbe da dementi.

    IN OGNI CASO, una azione del genere otterrebbe un risultato: quello di rendere pubblico il dissenso di chi non accetta lo stravolgimento della dottrina cristiana operato dalla gerarchia in questi anni e un segnale che non ci si limita più a "suppliche" nei confronti di elementi che minor danni certamente farebbero se si recassero ogni mattina, a piedi, verso i campi, con lo "zappone" in spalla.

    Aggiungo una piccolissima informazione: nel caso l'avvocato o gli avvocati interpellati (mi riferisco sempre agli USA) ritengano che l'azione abbia buone prospettive di successo, è uso che non richiedano ai partecipanti alla class action un solo centesimo (cosa impensabile in Italia), anticiperebbero qualsiasi spesa e si rifarebbero, solo in caso di vittoria, incassando una percentuale della cifra ottenuta.

    RispondiElimina
  40. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  41. bella iniziativa del prof. Gagliardi!

    Interesserà qualcuno del clero "ordinario"?

    ...O la storia delle due forme del medesimo rito e, diciamocelo pure, questa ermeneutica della continuità è solo nella mente di una sola persona (il Santo Padre)...?

    RispondiElimina
  42. Si vede che è Domenica e la Redazione è ancora intenta a santificare la festa e permette che il turpiloquio faccia il suo ingresso nel blog. Seguo quasi quotidianamente tutti gli interventi ma non mi sembra che eventuali parolacce siano rimaste pubblicate più di un quarto d'ora. Personalmente ritengo turpiloquio anche la prospettata azione legale contro la Chiesa per l'adozione del Messale paolino, ma questo è un parere personale criticabilissimo. A chi ha proposto questa iniziativa eclatante chiedo se pensa sinceramente che favorisca il comune intento di avere messe gregoriane più numerose possibile o non sarebbe piuttosto dare manforte a chi vorrebbe farle scomparire per sempre.

    RispondiElimina
  43. Beh si vede che il novello papà è occupato con compiti ben più importanti che la moderazione di questo blog.
    Complimenti anche al solito troll, riconoscibile fra mille!

    RispondiElimina
  44. Proprio così, cara Luisa.

    Quanto alla class action... giuridicamente non sta in alcun modo in piedi (per che cosa? Per lesione di un ipotetico diritto soggettivo alla salvazione?). E quanto alla sua opportunità (non fosse che come gesto dimostrativo) ritengo sarebbe controproducente e velleitaria.

    RispondiElimina
  45. Andria scrive:

    ... Personalmente ritengo turpiloquio anche la prospettata azione legale contro la Chiesa per l'adozione del Messale paolino, ma questo è un parere personale criticabilissimo. A chi ha proposto questa iniziativa eclatante chiedo se pensa sinceramente che favorisca il comune intento di avere messe gregoriane più numerose possibile o non sarebbe piuttosto dare manforte a chi vorrebbe farle scomparire per sempre..

    La S.Messa di sempre, con buona pace degli apostati da quarant'anni in azione, fino a che ci sarà sulla Terra un solo sacerdote validamente ordinato e degno di questo nome, NON SCOMPARIRA' MAI.

    Perché definisce la mia proposta "turpiloquio"? Crede che non mi renda conto di cosa comporterebbe l'avvio di qualcosa del genere anche se non sortisse nessun altro effetto economico? Ma cosa altro è possibile fare nella situazione nella quale ci si trova da quarant'anni se non opporvisi con ogni mezzo? Difendere la propria religione è un DOVERE. Tanti paventano il "pericolo islamico"... il nemico vero, da affrontare, è invece da tempo all'interno.

    Vogliamo renderci conto che siamo stati DEFRAUDATI? anzi, DERUBATI. Lo si dica chiaramente. Si chiamino col nome che loro spetta coloro che hanno perpetrato il furto: LADRI.

    RispondiElimina
  46. Le chiedo scusa, caro Cesare, per aver definito la sua proposta "turpiloquio", l'ho fatto solo per collegarmi alla prima parte del mio commento. Molto più opportunamente la Redazione l'ha definita "controproducente e velleitaria". Lasciamo le cause contro la Chiesa ai miscredenti, così numerosi, e ai settantenni che dopo mezzo secolo si ricordano di qualche "attenzione particolare" rivolta loro da qualche pretino. Penso che noi, semplici fedeli tradizionalisti, possiamo perorare la causa in altri modi, magari pregando, o smettendola di fornire munizoni a chi vuole spararci.

    RispondiElimina
  47. Ho ricevuto il Battesimo con il VOM.
    Ho preso la Prima Comunione con il VOM.
    Ho ricevuto la Cresima con in VOM.

    Siccome sono su con gli anni, e ogni momento è buono per lasciare questo mondo, chiedo a Mons. Pozzo / Ecclesia Dei:

    Potrò avere mai il rito funebre secondo il Rituale Romanum De Exsequiss di San Pio V nella mia Parrocchia dove ci è stata già rifiutata la celebrazione della Santa Messa Tridentina? o mi consiglia di riscrivere il mio testamento?

    http://www.maranatha.it/rituale/71page.htm

    RispondiElimina
  48. Cesare ha detto...
    Caterina scrive:

    "...il Papa stesso lo sa altrimenti non avrebbe corretto lo stesso Rito che celebra lui con il NOM....

    Scusi Caterina, ma il Papa ha prima corretto il rito che non ha mai (almeno pubblicamente) celebrato (il cd VOM, ossia la Messa di sempre) nella parte che riguarda la preghiera per i "fratelli maggiori" espressione questa che, come ho già scritto, se riferita agli odierni ebrei non potrebbe essere più falsa e bugiarda.

    ******************************

    ^__^ ha toccato UNA FRASE non ha corretto IL RITO è ben diverso eh! ^__^
    confesso l'ambiguità di tale ritocco, quasi che si abbia paura di dire: IO PREGO PER LA CONVERSIONE DI TUTTI, DALLA MIA, A QUELLA ANCHE DEGLI EBREI...

    Ciò che invece ha fatto con il NOM è proprio una Riformna della riforma (termine che sto cominciando ad odiare!! visto che il significato errato che gli si è dato penalizzando la Sacra Tradizione)...basti vedere come lo facevano celebrare a Wojtyla e a come lo sta celebrando lui...

    Il NOM tuttavia si presta proprio ALLA CREATIVITA' per altro condannata espressamente dal Papa nel MP...diversamente non si comprenderebbe perchè ogni Movimento si senta autorizzato a vivere la Liturgia METTENDOCI DEL SUO...a discapito della CATTOLICITA'...;-)

    fra quarant'anni celebreremo tre messali? 4, 5?

    RispondiElimina
  49. Areki ha detto...
    Seguito di citazioni dal libro con interventi del card. Ratzinger: Davanti al Protegonista.

    "Una cosa dovrebbe essere chiara. La liturgia non deve essere il terreno di sperimentazioni per ipotesi teologiche. In questi ultimi decenni congetture di esperti sono entrate troppo rapidamente nella pratica liturgica, spesso anche passando allato dell'autorità ecclesiastica, tramite il canale di commissioni che seppero divulgare a livello internazionale il loro consenso del momento e nella pratica seppero trasformarlo in legge liturgica. La liturgia trae la sua grandezza da ciò che essa è e non da ciò che noi ne facciamo.
    La nostra partecipazione è certamente necessaria, ma come un mezzo per inserirci umilmente nello spirito della liturgia e per servire Colui che è il vero sogetto della liturgia: Gesù Cristo.
    La liturgia non è l'espressione della coscienza di una comunità, che del resto è varia e mutevole.
    Essa è la Rivelazione accolta nella fede e nella preghiera...."
    pag. 148.

    ****************************

    perchè allora non si agisce di conseguenza?
    perchè si lascia fare che gruppi e movimenti continuino con le proprie sperimentazioni teologiche nella liturgia?
    perchè si è permesso a Kiko di eliminare i presbiteri dalle sue chiese e di montarle secondo la loro visione anticattolica ed antitradizionale?

    Se la Chiesa ha saputo intervenire ENERGICAMENTE spiegando che NON è in suo potere dare il sacerdozio alle donne, perchè non interviene altrettanto energicamente per impedire che vescovi e cardinali celibrino messe fantozziane kikiane?

    Se questo potere non lo hanno loro, chi ce l'ha?
    perchè tacciono ancora e permettono il dilagare dell'iniquità liturgica e la confusione e lo scandalo nei fedeli?

    Lo so, domande trite e ritrite...e sappiamo come la pensa il Papa e ringraziamo il cielo per questo, ma a quando un'azione diretta e petrina contro la menzogna?

    ^__^

    RispondiElimina
  50. ma il Papa non avrà mica paura di mettersi contro Kiko e i prelati a lui favorevoli?
    (lo chiedo, visto che alcuni qui hanno affermato con certezza che non celebrerà mai la Messa VO perchè ha paura dei vescovi contrari....)
    In fondo si tratterebbe di esercitare il suo sacrosanto diritto-dovere di CORREZIONE, a nome della Chiesa "Magistra";
    e dovrebbe usare una buona volta degli atti di imperio, secondo l'Autorità suprema che a lui spetta...
    o no ?

    Franco

    RispondiElimina
  51. Mi pare che l'ottimo Pastorelli ha ricordato tempo fa su questo blog la ferma dichiarazione del
    Papa San Felice III (483-492 d.C.):
    "Non opporsi ad un errore,
    vuol dire approvarlo.
    Non difendere la Verità,
    vuol dire sopprimerla."

    Franco

    RispondiElimina
  52. Più che definirmi un fedele "derubato" dagli apostati, caro Cesare, preferisco definirmi un fedele obbediente alla Chiesa, anche se questo dovesse comportare sacrifici, offese, privazioni o persecuzioni.
    Se con una causa legale riuscissi a ricevere dalla Chiesa anche solo 1 euro, avrei già avuto la mia ricompensa su questa terra. (Cfr Mt 6)

    RispondiElimina
  53. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la Fraternità San Pio X. Festeggerà il 40^ anniversaro del NOM in quanto "rito ordinario" di Santa Madre Chiesa o sosterrà pubblicamente, come abbiamo chiesto noi, il S.Rosario di riparazione? Mah...

    RispondiElimina
  54. Laico (17.15) scrive:

    "Più che definirmi un fedele "derubato" dagli apostati, caro Cesare, preferisco definirmi un fedele obbediente alla Chiesa, anche se questo dovesse comportare sacrifici, offese, privazioni o persecuzioni.
    Se con una causa legale riuscissi a ricevere dalla Chiesa anche solo 1 euro, avrei già avuto la mia ricompensa su questa terra. (Cfr Mt 6)
    ".

    Può spiegarmi, già che c'è, caro Laico perché mai la Chiesa dovrebbe infliggere ai fedeli non dico sacrifici (se per una buona causa possono essere affrontati con gioia) ma "offese, privazioni" e addirittura "persecuzioni"?
    Cose queste che ci si potrebbe attendere da chi odia la Chiesa di Gesù Cristo e quindi ne affligge i fedeli, non certo da chi "Sposa di Cristo" ne è Madre e guida.
    Non lo capisco,e non capisco perché, in questo caso, essendo "altro" si dovrebbe obbedienza a chi per il conseguimento di chissà quali altri fini la rappresenta.

    Riguardo alla mia proposta di azione legale (e l'avevo pure specificato) non era certo finalizzata a "spillare" denaro alla Chiesa. Intendevo dire che sarebbe stato forse il caso di dare un "segnale" diverso da quelli finora lanciati. Basta intendevo con suppliche rivolte ai fautori dello scempio, ai diffonditori (impuniti) di eresie, basta con suppliche a chi, pretendendo dai sottoposti ubbidienza, ha fatto della disubbidienza la sua norma di vita.
    E' stata giudicata non fattibile e comunque, anche se solo a scopo dimostrativo (come chiaramente intendeva essere, almeno nelle mie intenzioni) controproducente. Benissimo.
    Affidiamo tutto alla preghiera, mi è stato consigliato dalla gentile ANDRIA. Lo farò senz'altro.

    RispondiElimina
  55. Gentilissimo Cesare, tanti santi nella storia della Chiesa hanno ricevuto privazioni e persecuzioni dall'interno della Chiesa stessa molto più che dall'esterno di essa.

    Essi rifugiandosi nell'obbedienza hanno dimostrato che l'amore per Cristo vale più dei personali successi terreni.

    Non prospetto niente di inedito quando richiamo persecuzioni, offese e oltraggi. S.Pio da Pietrelcina forse è più emblematico e recente (dichiarato impostore, costretto a rinunciare alla celebrazione dei sacramenti, ha accettato le condanne con devozione filiale) ma posso enumerare altri santi compresa santa Giovanna d'Arco dichiarata prima eretica e condannata a morte dal vescovo cattolico di Beauvais e poi innalzata agli altari.

    Se mi chiede il "perchè" questo avvenga, la risposta penso sia da ricercare nell'umanità degli uomini di Chiesa e nell'opera del principe delle tenebre. Certo è, che seguire le impronte dei santi, non ci porterà sulla cattiva strada.
    Con rispetto.

    RispondiElimina
  56. Quella del N.O è una ricorrenza infausta.
    La notizia dell'apertura della causa di beatificazione di Montini, nel 1992, fu accolta dagli episcopati di mezzo mondo, da uno scrosciare di risate.

    RispondiElimina
  57. mons. Piero Marini sull'Osservatore Romano di domani:

    "Durante il suo Pontificato [ di GPII] le celebrazioni papali sono così diventate per le Chiese particolari un punto di riferimento sicuro per riconoscere il volto della liturgia quale l'ha voluta il Concilio"

    ...due, tre, mille messali!!!
    MA che volto!?! Volto tumefatto!

    RispondiElimina
  58. "piuccheperplesso" dovresti metterti di impegno e studiare un pochino i documenti del magistero degli ultimi 50 anni per capire un po'.
    riguardo a quello che dice che gli anniversari ci stanno come cavoli a merenda... beh non metto alcuna parola. la verità è che il NO ordo ha abrogato di fatto il vecchio come avviene ogni volta che si pubblica un nuovo messale il precendente non è più in vigore. questa è la verità. se oggi il Santo padre ha voluto dare il "permesso" di riutilizzare il VO lo ha fatto per magnanimità verso i confratelli dissidenti e restii a obbedire al Papa e alle nuove disposizioni. Tutte al altre questioni intono sono solo sterili polemiche. Nella Mia parrocchia la Messa di Pio V si celebra dagli anni '80 e non da oggi, ma non abbiamo mai pensato di avversare il NO con il quale celebriamo degnamente e in obbedienza alle disposizioni della Santa madre Chiesa.
    pace e bene a tutti
    giovanni

    RispondiElimina
  59. sono daccordo con Andria quando dice: Penso che noi, semplici fedeli tradizionalisti, possiamo perorare la causa in altri modi, magari pregando, o smettendola di fornire munizoni a chi vuole spararci.
    io non sono ne tradizionalista ne modernista ma semplicemente un povero fedele che obbedisce al Magistero e no mi sogno nemmeno di soparlare di questo o di quel Papa perchè se è vero che sono stati eletti per intercessione dello Spirito allora il Papa che ci viene dato ci dobbiamo tenere ed rispettare. Mi assoccio alla preghiera proposta da Andria.
    Nanni

    RispondiElimina