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venerdì 25 settembre 2009

Seconda intervista di Castrillòn Hoyos

Leggiamo sul sito Pontifex.Roma quest'altra intervista del Presidente emerito della Commissione Ecclesia Dei. Apparsa in quel sito con data di oggi, non è chiaro però quando sia stata concessa, visto che non fa alcun riferimento alla questione sollevata dalla recente trasmissione televisiva svedese.


"Lo dico con franchezza: i Lefebvriani non sono affatto scismatici”: affermazione del Cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, Presidente Emerito della Pontificia Commissione Ecclesia Dei. Il porporato precisa: “ quando faccio questa affermazione non mi riferisco ai Vescovi che vennero ordinati senza l’autorizzazione del Papa. Quello fu un fatto in violazione delle regole canoniche e dunque meritevole della scomunica. Ma quando invece affermo che i tradizionalisti e i lefebvriani non sono scismatici, mi riferisco alle centinaia di fedeli tradizionalisti amanti della Chiesa tradizionale, al quella Chiesa legati e che nella dottrina sono in piena comunione. Ecco la ragione per cui affermo che i lefebvriani non si possono definire tutti scismatici, un errore di generalizzazione”. Dai Lefebvriani alla figura, controversa di Monsignor Marcelle Lefebvre. Che giudizio ne da?: “ egli fu un grande uomo di chiesa e negarlo sarebbe sbagliato e certamente antistorico, contro la verità. Indubbiamente, commise un grave atto di disubbidienza contro il Papa che gli costò una necessaria scomunica e commise un errore anche grave. Ma, per essere intellettualmente onesti, bisogna saper riconoscere che accanto a quell’errore Lefebvre ebbe e nutrì un grande amore per la Chiesa cattolica e compì cose buone delle quali bisogna tener conto. In sostanza, dico, senza timore di smentita, che Lefebvre fu un buon cattolico la cui vita va studiata, approfondita e in certi lati anche rivalutata”. Eminenza, pensa che prima o poi si arriverà alla piena comunione tra Roma e i lefebvriani?: “ io penso e sono convinto di sì. Certamente non sarà un cammino facile, ma le parti sono bene intenzionate e marciano sulla via giusta. In fondo, i Lefebvriani non sono così tanto lontani dalle verità del cattolicesimo [??] e noi dobbiamo cercare quello che ci unisce, sia pur nella diversità”. Capitolo della revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani. Ha suscitato un vespaio di polemiche, lei era consenziente?: “ certo. Il Papa ha fatto non bene, ma molto bene. Spesso sul tema ho sentito cose assurde. Bene, la revoca non era un atto di indirizzo teologico, ma solo un rimedio di diritto canonico, una misura di misericordia e di perdono e come tale andava visto. Ma non è stato compreso nella sua entità. In sostanza il Papa ha eliminato tecnicamente la causa della scomunica,ma non ha operato alcuna scelta teologica. Questo ha dato fastidio ad ambienti ostili fuori ed anche, duole dirlo, dentro la chiesa”. Dunque lei pensa che la revoca della scomunica sia stata giusta?: “ sì, lo è stata”. Veniamo al altro tema. Quale pensa che sia la posizione più conveniente per amministrare il sacramento della comunione?: “ le due posizioni prevalenti sono quella in piedi e quella in ginocchio. Entrambe valide. Ma le due hanno bisogno senza ombra di dubbio, di un momento di compunzione, di sapere chi realmente vado a ricevere. Anche in quella in piedi è necessario un momento di adorazione e di meditazione. Io penso, ma la mia è una opinione personale, che la forma che meglio corrisponda alla sacralità della comunione, al senso di stupore e adorazione, sia quella in ginocchio”. Abusi liturgici, ritiene che sia bene celebrare ad oriente?: “ la mia idea è che mentre la liturgia della Parola possa essere proclamata di faccia ai fedeli, non sarebbe male, recitare parti della messa verso oriente, ossia verso Cristo. In tal modo i fedeli e non la parola assemblea, guarderebbe non al sacerdote,che mai è protagonista,ma a Cristo”. Come fare per abolire nei limiti del possibile gli abusi liturgici?: “ la sua è una domanda troppo facile, ma anche troppo difficile. Penso che i sacerdoti la debbano finire di svolgere il compito di protagonisti e capire che la liturgia non è proprietà loro,ma della Chiesa. Spiacevolmente, e dopo certe interpretazioni del post concilio, si è avuta la sensazione di sacerdoti che credono di essere dei presentatori televisivi e neppure di buon livello”.
Bruno Volpe

15 commenti:

  1. Secondo me, l'intervista è stata data poco, forse anche pochissimo, tempo dopo la revoca delle scomuniche...ma è solo una mia idea...

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  2. Sembra un film di (quel mediocre regista che è) Moretti: siamo diversi, ma siamo uguali, ma siamo diversi... Allora, cardinale, questi lefebvriani sono cattolici o no? Come si fa a essere cattolici e al tempo stesso in cammino verso la verità del cattolicesimo?

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  3. Qonoscere non è sapere ma sapere è conoscere, il Card. Hoyos sa perchè conosce. La sua Fedeltà al Papa gli è costata cara. E' necessario che la Chiesa per sopravvivere respiri a due polmoni: Oriente ed Occidente, latini e bizantini, cattolici ed ortodossi. I lefbreviani sono una componente piaccia o meno ai cattolici adulti del polmone occidentale.

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  4. mi pare un intervista '' sciapa,, , è come la minestra senza sale .......

    '' in fondo i LEFEBVRIANI , NON SONO così tanto lontani dalle verità del cattolicesimo ????????? ,,

    se c è qualcuno che può dare una spiegazione .......

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  5. Un'intervista molto diversa in chiarezza e precisione di linguaggio
    rispetto ad altre precedenti.
    Il Cardinale o è stanco di ripeter sempre le stesse cose o non è stato ben interpretato.

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  6. Una possibile spiegazione.

    Nell'animo del Cardinale operano tre forze contrastanti:

    1) quella della formalismo canonico (utile strumento che tuttavia, se ipostatizzato, degenera in deleterio letteralismo causidico: ne abbiamo visti notevoli saggi anche nel nostro blog);

    2) quella dell'"opportunità" (che da esercizio di prudenza imposto dalle circostanze può trasformarsi in abitudine alla sciagurata reticenza: e da questo il nostro blog è quasi immune);

    3) quella della coscienza (stavo per dire dell'intuizione, che gli addita l'evidente cattolicità fattuale dei lefebvriani, almeno in termini comparativi)

    Il conflitto tra queste forze, e tra altre ancora, produce un latente dissidio interiore, che trapela nelle evidenti oscillazioni verbali e concettuali giustamente rilevate da Vittorio.

    Il dissidio, d'altronde non agisce soltanto in Hoyos. Tutti i fedeli tradizionalisti, per esempio, vivono il conflitto tra l'assoluto ossequio alla Tradizione e l'obbedienza al Papa, la quale è della Tradizione senz'altro un tratto. Gli escamotaggi dialettici per comporre la contraddizione sono commoventi, ma per lo più inefficaci. E sapete perché? Be', magari ve lo racconto un'altra volta.

    Sullo

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  7. continua SULLO


    ....... per favore , sono ingordo ......

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  8. Secondo me questa intervista è un riassunto di un'altra intervista più lunga e complessa; il redattore credo non si intenda molto di quello che viene trattato e così ha riassunto male, solo così si giustifica il saltare ' di palo in frasca' del Cardinale.

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  9. Sono d' accorso sul fatto che i "lefebvriani" non siano così tanto lontani dalle verità del cattolicesimo. Ma solo perchè oggi giorno nessuno è coincidente a tali verità, anche perchè non si è ancora capito cosa sia il Cattolicesimo oggigiorno.

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  10. Ma solo perchè oggi giorno nessuno è coincidente a tali verità, anche perchè non si è ancora capito cosa sia il Cattolicesimo oggigiorno

    il Cattolicesimo è quello che é non quello che APPARE oggigiorno. Purtroppo quello che appare oggigiorno NON E' cattolicesimo è neo-protestantesimo + modernismi di vario genere.

    Chi è davvero cattolico -e non ha solo l'etichetta di cattolico- SA cos'è il cattolicesimo... piuttosto non riesce a orientarsi su DOVE è arrivata sta andando la Chiesa visibile oggi.
    La Chiesa UNA, SANTA, la Sposa del Signore, E' dov'è sempre stata e lì resterà in eterno e prima o poi il suo Signore la renderà ancora visibile

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  11. La Chiesa non può non esser visibile cara mic.
    Il mio era un discorso non tecnico.

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. La Chiesa non può non esser visibile cara mic.

    vero, ma sconfortante, C.C

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  14. mi sovviene, tuttavia, di quando era visibile la Chiesa Ariana, C.C, e della "disubbidienza ubbidiente" (a Cristo) di Atanasio

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  15. Al tempo di San Atanasio la Chiesa era assolutamente visibile, come lo è oggi.
    Su questo non vi può essere alcun dubbio teorico, altrimenti ogni altra discussione muore sul nascere.

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