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sabato 27 giugno 2009

Intervista al superiore tedesco dei lefebvriani: Roma considera per noi una sorta di prelatura personale.


L’intervista è stata rilasciata a KNA - Katholische Nachrichten-Agentur, Agenzia di stampa cattolica, da Pater Franz Schmidberger, già Superiore generale della FSSPX e ora Superiore del Distretto tedesco della Fraternità. La traiamo da Rorate Caeli.


KNA: Herr Schmidberger, lei è un prete della Chiesa cattolica?
Naturalmente. Sono stato ordinato nel 1975 dall’arcivescovo Marcel Lefebvre a Econe.

KNA: Lo dice senza specificare?
Sì. Io vivo e lavoro nel cuore della Chiesa

KNA: Che cosa significa per lei il Concilio Vaticano II?
Non c’è dubbio che è stato un concilio ecumenico, ma tra i 21 concilii possiede un carattere unico come concilio pastorale. Entrambi i papi del concilio hanno dichiarato che non volevano definire nuovi dogmi. Perciò, il Concilio Vaticano II non ha lo stesso status degli altri concilii.

KNA: Che cosa pensa del suo contenuto?
Lo spirito del Concilio è stato descritto come un cattivo spirito, persino da Papa Benedetto XVI. Ci sono affermazioni ambigue nei documenti, e molte altre che non collimano con la dottrina tradizionale.

KNA: Come dovrebbe essere il dialogo teologico tra la fraternità e Roma circa il concilio?
Per quanto concerne la forma esteriore, potrebbe essere orale o scritto, ma principalmente dovrebbe essere scritto. Abbiamo scelto i nostri rappresentanti e Roma anche ha scelto i suoi. Le discussioni riguarderanno: che cosa è ambiguo nel Concilio? Che cosa contraddice la dottrina tradizionale della Chiesa?

KNA: Francamente, crede che vecchio e nuovo rito possano continuare a coesistere a lungo termine.
Beh, vedremo come le cose si sviluppano. Ci sono profonde differenze tra i due riti; per esempio, l'orientamento della celebrazione. Il vecchio rito è teocentrico. Quello nuovo è antropocentrico. Molti gesti, simboli, e rituali, sono stati cambiati nelle fondamenta. Oggi, il vecchio rito è come una solida roccia tra le onde scatenate, che deve restare invariato. Il nuovo rito richiede un radicale rifacimento in modo che la natura sacrificale sia di nuovo esplicitamente espressa.

KNA: Che cosa pensa la Fraternità del Decreto conciliare sull’Ecumenismo [Unitatis Redintegratio]?
Dice che le altre denominazioni [cristiane] sono mezzi di salvezza. Se quello è vero, allora non c’è più alcuno scopo ad impegnarsi in attività missionaria. Questo necessita d’esser chiarito.

KNA: Che ne pensa di Nostra Aetate, che concerne il rapporto con gli Ebrei?
Non solo gli Ebrei, riguarda anche Islam, Induismo e Buddismo. Queste religioni non cristiane sono coperte di lodi. Questo ha incoraggiato l’espansione dell’Islam, per esempio. Oggi ci sono 4,3 milioni di mussulmani in Germania. La Chiesa ha un mandato di adoperarsi per la loro conversione, ma io non conosco di un solo vescovo tedesco che abbia fatto progetti per farlo. Circa la relazione con gli Ebrei, le affermazioni del Concilio non possono essere criticate nella loro essenza. Ma, dopo il Concilio, si fa strada l’idea che gli Ebrei abbiano la loro propria strada per la salvezza. Questo è completamente opposto al comandamento missionario di Gesù Cristo.

KNA: E avete anche problemi con la descrizione degli Ebrei da parte di Papa Giovanni Paolo II come fratelli maggiori dei cristiani.
Certamente Abramo, Isacco, Giacobbe e i profeti lo sono. Ma gli Ebrei di oggi no, perché non riconoscono Gesù Cristo come l’unico e solo redentore. Come potrebbero essere i fratelli maggiori [per vero lo stesso mons. Fellay ha usato tale espressione in riferimento agli Ebrei di oggi: “Gli Ebrei sono i “nostri fratelli maggiori”, nel senso che abbiamo un qualcosa in comune, cioè l’antica Alleanza. Certo, ci separa l’aver riconosciuto il Cristo quando lui è venuto”: clicca qui]

KNA: E’ corretta l’impressione che voi, con le vostre posizioni, volete imporre un prezzo per l’unione con la Chiesa cattolica?
Noi vogliamo che la verità trionfi. Non ha niente a che vedere con le opinioni soggettive, riguarda interamente la verità.

KNA: Come voi la definite!
No, noi leggiamo tutte le precedenti affermazioni dei Concilii e dei Papi. Papa Pio IX ha parlato contro la libertà religiosa, ad esempio. La domanda è: queste false religioni hanno diritti di natura? Il Concilio Vaticano II risponde diversamente da Pio IX. Quella è una rottura.

KNA: Il diritto canonico richiede ai preti di sottomettersi al vescovo locale. Perché questo è difficile per voi?
Non è per niente difficile. Ma noi siamo la nostra Fraternità, che fu perfino lodata da Roma nel 1971. In seguito, abbiamo sviluppato la nostra propria vita. Poi le tensioni di sono sviluppate perché rifiutammo di partecipare alle distruttive riforme protestantizzanti. Abbiamo domande sulla fede della Chiesa e i vescovi rispondono solo domandando obbedienza. Ma la Fede è superiore all’obbedienza.

KNA: In seguito allo scandalo Williamson, Papa Benedetto XVI ha accusato la FSSPX di arroganza e vi ha ingiunto di astenervi dalle provocazioni. Ma è successo il contrario. Come può aiutare a rimettere insieme i cocci?
Naturalmente, ogni uomo ha le sue debolezze e cose infelici sono state dette. Ma noi vogliamo vivere insieme in pace. Ho scritto una lettera privata personale al presidente della Conferenza episcopale, l’Arcivescovo Zollitsch, ma i vescovi non intendono iniziare un dialogo. Rifiutano ogni colloquio con noi. Perché chiedono che noi obbediamo al diritto canonico alla lettera mentre allo stesso tempo affermano che noi siamo fuori della Chiesa?

KNA: Nel 2005 c’è stata una conversazione a Castel Gandolfo in cui, oltre al Papa, al cardinale di Curia Dario Castrillon Hoyos, e al vescovo tradizionalista Bernard Fellay, c’era anche lei. Che cosa è stato deciso quella volta?
Abbiamo discusso l’intera situazione con la Fraternità e convenuto sul cammino che ora stiamo seguendo Il Motu Proprio del 2007 e la revoca delle scomuniche erano i primi passi. Ora viene il dialogo teologico. Dopo, dobbiamo trovare una struttura canonica per la Fraternità con i suoi 500 preti. Siamo soddisfatti della soluzione che Roma sta considerando.

KNA: Quale è?
In direzione di una prelatura personale

KNA: Simile all’Opus Dei?
In qualche modo.

KNA: Altre ordinazioni sono previste per il prossimo fine settimana, benché Roma abbia detto che sono illecite. Perché insistete con queste ordinazioni?
La legge suprema della Chiesa è la salvezza delle anime. I fedeli hanno un diritto alla celebrazione della forma tradizionale della Messa. Il punto è ordinare preti che desiderano rendere disponibile il Vangelo. Le ordinazioni non intendono essere un affronto ad alcuno. Sono fatte in realtà per aiutare il Papa e i vescovi. Ma è come trattare con pazienti che non vedono quello che la medicina fa per la loro salute.

KNA: E così pretende avere il ruolo di medico
Sì, è vero. La Tradizione è la sola guida per portare la Chiesa fuori della presente crisi. Nel 1950, 13 milioni di cattolici andavano alla Messa domenicale. Oggi è appena meno di 2 milioni. Questa è un crollo dell’85%. In dieci anni, tutte le chiese saranno vuote. E’ questo che vogliono i vescovi? Che cosa succederà ai nostri figli? Si tratta della preservazione del cristianesimo in Occidente.

102 commenti:

  1. Veramente si tratterebbe della salvezza delle anime. Che col sacramento della Penitenza "invalido" è difficile da raggiungere....

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  2. Gentile Novelliere, i Sacramenti amministrati dalla Fraternità San Pio X non sono invalidi.
    Giovanni Mandis

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  3. Ha dichiarato nell'intervista:

    "Ma la Fede è superiore all’obbedienza."

    ???

    Sta diventando una burla. Povero papa!

    Credo proprio che con la seconda prelatura personale, oltre all'unità della Chiesa, perderemo gli ultimi che vanno in Chiesa.

    RispondiElimina
  4. ANONIMO, si obbedisce prima a Dio e poi agli uomini.
    Se c'è contrasto tra la Verità sempre conosciuta e quella presentta dagli attuali uomini di Chiesa, l'obbedienza non è una virtù.
    E' il contrasto che si deve dimostrare.
    Se un Papa o un concilio mi dicono che il buddismo è via d'accesso a Dio come la religione cattolica, io son tenuto a disubbidire, in quanto si tratta di definizione di salvezza "inaudita" nella storia del magistero ecclesiastico.

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  5. Gentile Sig. Giovanni Mandis, la invito a leggere i documenti della Ecclesia Dei in merito all'invalidità del sacramento del Matrimonio e della Penitenza amministrati dalla fraternità.
    Darà poi atto che "contra factum non valet argumentum".
    Distinti saluti.

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  6. Ancora una volta i toni usati da un esponente della FSSPX (e che esponente: uno più che battagliero!!!)lasciano intuire che seppur a piccoli passi la soluzione dei problemi s'avvicina.
    Il bene che la FSSPX ha fatto e farà alla Chiesa non sarà conosciuto se non nei decenni e nei secoli a venire; e sarà la Chiesa stessa che lo riconoscerà, come nei primi anni settanta riconobbe e benedisse la nascente Fraternità, salvo poi cambiare registro qando la medesima disse, contrariamente a quello che allora dicevano le Gerarchie della Chiesa, che il messale antico non era abolito.
    La FSSPX sarà per la Chiesa ciò che il lievito è per la pasta.

    W Mons. Lefebvre
    Antonello

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  7. "Per la valida assoluzione dei peccati si richiede che il ministro, oltre alla potestà di ordine, abbia la facoltà di esercitarla sui fedeli ai quali imparte l'assoluzione" (CJC, Can. 966 §.1).

    La FSSPX non ha facoltà (cfr. Lettera del Papa ai Vescovi), quindi -per ora- non può confessare validamente.

    Non prendiamoci in giro con la solita tiritera dello stato di necessità.
    Se fossero gli unici ad assolvere rimasti saremmo in stato di necessità, grazie a Dio ci sono ancora buoni preti che assolvono volendo fare ciò che la Chiesa fa nell'amministrare i Sacramenti.
    Detto ciò.. ben venga la nuova Prelatura Personale.
    Allora confesseranno validamente e faranno un gran bene nella Chiesa!
    (liberi dai sopprusi di tanti reverendi ordinari, dovranno rispondere direttamente al loro Prelato).

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  8. All`anonimo delle 2.13...vada a vedere le chiese della FFSPX sono piene !
    L`ostilità, che si può definire avversione, di certi cattolici verso la Fraternità e il suo eventuale ritorno, è così evidente che è stomachevole (non so se si dice...).
    Questi cattolici così severi e intransigenti, così pronti a prendere le armi e esigere l`obbedienza, tacciono, sono muti, davanti alle insolenti disobbedienze dei vari sacerdoti, vescovi e cardinali formalmente uniti a Pietro.
    Sono questi i veri nemici dell`unità della Chiesa, sono loro che insinuano dubbi, seminano confusione e dunque divisione!
    Ma per loro...tolleranza, indulgenza, silenzio!

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  9. Non credo che il concilio abbia mai detto che il buddismo è via di salvezza "come" la religione cattolica.
    Semmai i buddisti possono essere salvati, nella loro inconsapevolezza, da Cristo.

    Nella questione soteriologica, tra i due estremi dell'esclusivismo e del relativismo, c'è l'inclusivismo che mi sembra la via più ragionevole e cattolica.

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  10. Luisa.... le chiese della Fraternità sono piene?

    Ma non prendiamoci in giro.... in Italia saranno massimo 600.

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  11. Alla Signora delle 9.18.
    Il temd di cui parlavo non era "chiese piene o vuote".
    Il tema era "il Sacramento della Penitenza" invalido.
    Quel sacramento "invalido" distribuito dai sacerdoti (sospesi "a divinis" e senza "facoltà"),
    non rendono un buon servigio alle anime.
    Se ne faccia una ragione.

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  12. Anonimo delle 10.04, sa che la Chiesa non finisce alle frontiere dell`Italia?

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  13. La signora delle 9.18 che firma con il suo nome e che dunque si chiama Luisa, dice a Novelliere che con il suo commento rispondeva a chi sentenziava che con un` eventuale prelatura per la FFSPX si perderebbero gli ultimi che vanno in Chiesa.
    Io non ho da farmi una ragione per un bel niente, ma una cosa è certa non nutro per la FFSPX l`astio quando non è odio che vedo in molti commenti.

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  14. In non pochi luoghi non c'è che una terribile situazione: o rivolgersi a preti "cattolici" magari concubini, ed eretici, oppure andare dalla FSSPX i cui preti tutto sono tranne che eretici. E questo non sarebbe uno stato di necessità?
    Senza andare lontano a cercar preti "pericolosi" è capitato anche a me, in Italia, di confessarmi da un prete che mi invitava a comunicarmi anche in stato di peccato mortale!
    Ora, il mio dovere principale è quello di salvare la mia anima, ed un prete che mi spinge a fare certe cose la mia anima la vuol dannare. E' un prete al servizio di Satana. E questo non sarebbe uno stato di necessità?
    Ma per favore! cercate di essere più coi piedi per terra e di vedere la realtà per ciò che è e non per ciò che dovrebbe essere.

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  15. I Sacerdoti della Fraternità San Pio X hanno la facoltà di amministrare i Sacramenti; questa facoltà seppure ricevuta illecitamente è esercitata validamente. Per cui i Sacramenti da loro amministrati sono validi.

    Giovanni Mandis

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  16. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  17. Il tema era "il Sacramento della Penitenza" invalido.
    Quel sacramento "invalido" distribuito dai sacerdoti (sospesi "a divinis" e senza "facoltà"),
    non rendono un buon servigio alle anime.
    Se ne faccia una ragione.


    caro "novelliere" nonché autoproclamatosi giurisconsulto, lasci decidere alle anime davanti al loro Signore chi 'sentono' rende loro un buono oppure pessimo servigio.

    Le anime sono più 'sensibili' e pronte ad attingere alla 'sostanza' che alla giurisprudenza

    forse è lei che deve farsi una ragione del fatto che i sacramenti amministrati dalla FSSPX, pur se dichiarati illegittimi giuridicamente, in ragione di una posizione canonica da sanare, sono VALIDI spiritualmente!

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  18. Signora Luisa.
    Leggo anche io odio e astio da parte sua nei confronti dei "sacerdoti di Linz" e quelli a questi assimilabili.
    Resta il fatto però che per quanto "indegni" tali sacerdoti, distribuiscono "validamente" i sacramenti. Dignità e validità dovrebbero, giustamente, andare a braccetto. Resta comunque "il fato" che la "validità" è infinitamente più importante della "degnità" di chi lo impartisce. Perchè chi "impartisce il sacramento" lo fa in quel momento "in persona Christi".
    E "persona Christi" indegna non si è mai vista, mentre "invalidi" che è sinonimo di "senza valore", "falsi", purtroppo c'è ne fu e ce ne è abbastanza. Ed il Divin Maesro ci insegna a guardarcene.
    Se lege S. Francesco, il Santo specifica di baciare si le mani, ma ai sacerdoti appartenenti alla Chiesa.

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  19. Non voglio essere caustico come ieri, ma più diplomatico:
    Anche questa notizia è totalmente destituita di fondamento!

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  20. Essendo in campagna non ho con me libri di carattere teologico né gli atti del Concilio o il CIC. Ho da pensare e da fre altro.
    Leggere bene la Nova Aetate ed altri testi e leggere gli articoli apparsi sull'Osservatore Romano e in Civiltà Cattolica (organi ufficiali ed ufficiosi della S. Sede) da me citati del 1986-7, che parlavano delle religioni pagane venerande anch'esse e strade d'accesso alla salvezza.
    Il problema della salvezza fuori della Chiesa non è poi così difficile da comprendere: il buddismo, l'ebraismo, l'islamismo, l'induismo ecc. non salvan proprio nessuno. I singoli uomini si posson salvar nella loro religione e nonostante quella se cercan la Verità e siano disposti ad accettarla quando ne vengano a conoscenza e vivano secondo la morale divino-naturale.

    Le religioni false, quindi, semmai son d'ostacolo alla salvezza: laltro che venerande!

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  21. Novelliere, ma non faccia il leguleio!
    Certo, per la validità della confessione ci vuole l'autorizzazione dell'ordinario del luogo o del parroco, ma quante volte mi sarà capitato all'estero di confessare persone che non trovavano un prete, non ha mai sentito parlare della autorizzazione presunta. Penso che il Padre di ogni misericordia non abbia una mente così ristretta da negare il perdono solo perché vescovi "superficiali" non autorizzano sacerdoti che si dedicano a un ministero negletto da tanti preti.

    RispondiElimina
  22. il Santo specifica di baciare si le mani, ma ai sacerdoti appartenenti alla Chiesa.

    il grande santo di Assisi, che intercede per noi che "eroicamente" (così è di questi tempi) cerchiamo di rimanere saldi e fedeli al Magistero di Sempre, si riferiva alla Chiesa, Corpo mistico di Cristo nonché cattolica, non certamente alle pseudo-Chiese che vi si sono infiltrate e rischiano di minarla dall'interno

    ma che già sappiamo "non praevalbunt", anche se al momento sono quelle che hanno più voce e fanno fin troppo sentire anche su blog come questo

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  23. Don Gianluigi, "presunta" anche l'autorizzazione alle ordinazioni.
    Certo che a furia di "presumere", si presumerà ognuno ciò che vuole (la storia ci parla di tanti eretici che "presumevano", in contrasto con la retta dottrina).
    Novella o barzelletta questa non è però

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  24. . Resta comunque "il fato" che la "validità" è infinitamente più importante della "degnità" di chi lo impartisce. Perchè chi "impartisce il sacramento" lo fa in quel momento "in persona Christi".


    Ebbene novelliere, lei è molto legalista, ma duole dirle che sembrerebbe proprio che molti sacerdoti abbiano "dimenticato" che agiscono in persona Christi.
    Che dire di quei sacerdoti che hanno svuotato il Sacrificio eucaristico riducendolo ad una cena fra amici mooolto animata, che dire di qui sacerdoti che durante un matrimonio o un funerale, dicono all`assemblea, al momento della Comunione : venite tutti anche chi non è cattolico, che dire di quei sacerdoti che pubblicamente proclamano convivere con una concubina, verrà il giorno in cui proclamenranno di convivere con un concubino, e che continuano ad esercitare le loro funzioni?
    Non ho problemi ad ammettere che il comportamento di questi sacerdoti indegni provoca in me collera, fanno tanto male alla Chiesa, sono sorgente di scandalo.
    Se la legalità conferisce la dignità, l`indignità rompe la legalità e mette il sacerdote in rottura con la legalità, la sanzione dovrebbe seguire, purtroppo cpsì non è e la confusione e la divisione continuano.

    RispondiElimina
  25. don Gianluigi di Lucino27 giugno 2009 alle ore 11:48

    No, caro reverendo, qui si presume ciò che l'ordinario legittimo darebbe senz'indugio per la salvezza delle anime, poiché il perdono dei peccati non è un lusso che sta a Lei decidere chi e quando lo possa concedere, ma è una necessità.

    Anche don Camillo in Russia andò a confessare una donna senza chiedere l'autorizzazione al vescovo :) :)

    Adesso racconti un'altra delle sue storielle :)
    E non abbia paura a mettere il suo nome (a meno che sia un vescovo)

    RispondiElimina
  26. La situazione canonica di preti e fedeli della FSSPX sarà sanata in radice. Considerato da un lato il livore dei nostri vescovi verso di noi e la catastrofica situazione del clero se nei singoli preti e fedeli non c'è intenzione scismatica la Chiesa supplisce giurisdizione, perché la legge suprema della Chiesa è la salvezza delle anime; tutte le altre leggi a questa devono piegarsi e cedere il passo.

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  27. Il Novelliere ha detto:
    "Anche questa notizia è totalmente destituita di fondamento!"

    Ci spieghi come è possibile, tecnicamente, che un'intervista sia "notizia destituita di fondamento"? Vuol significare che Schmidberger non avrebbe mai rilasciato quell'intervista?

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  28. Anche Lutero e Calvino presumevano, come luterani e calvinisti "presumono" oggi.
    I primi credendo di esser nel giusto. I secondi come i primi credendo di esser nel giusto, e presumendo che quindi non necessitano /vano dell'autorità (colei che "autorizza", "autentica") della Chiesa, e dicono di operare per il bene e la salvezza delle anime. Non scadiamo in ciò che Papa Benedetto combatte (intende, non voglio nominarlo).
    Ringrazio comunque dell'apprezzamento, ma non sono una "eccellenza reverendissima".

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  29. Intendevo dire, non credo l'ATTUALE volonta pontificia sia questa.
    Credo sia successo qualcosina nel frattempo.
    Non mi permetterei mai di insinuare che l'intervista sia falsa.
    E' erronea la percezione dell'ATTUALE volontà del pontefice.
    Spero sia stato chiaro.
    Distinti saluti.

    RispondiElimina
  30. Il concilio invece dice chiaramente che la Chiesa guarda con rispetto le altre religioni, addirittura, dice che nulla rigetta di ciò che è vero e santo in queste religioni, come è scritto su Nostra Aetate. Quindi il Concilio insegna una dottrina che è assolutamente erronea, rispetto a ciò che la Chiesa ha sempre infallibilmente insegnato. E dunque, visto che la Chiesa insegnava delle dottrine palesemente eretiche, io credo che mons. Lefebvre agì veramente in stato di necessità, quando procedette alle ordinazioni sacerdotali ed episcopali, per salvaguardare la Tradizione.

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  31. Per la cortese Redazione
    Infatti, si parla di colloquio avuto in merito nel 2005 e succesivi sviluppi. Questo alla Direzione per fare notare la correttezza "formale" delle mie affermazioni.
    Quanto al contenuto poi ogni giusta obiezione è lecita.

    RispondiElimina
  32. Sembra di leggere le opinioni di relativisti.
    Si "presumono" le facoltà ministeriali.. ma da quando?

    Ripeto, per i tardi di comprendonio:
    "Per la VALIDA [non "legittima", VALIDA] assoluzione dei peccati si richiede che il ministro, oltre alla potestà di ordine, abbia la facoltà di esercitarla sui fedeli ai quali imparte l'assoluzione" (CJC, Can. 966 §.1).

    Per ora, PURTROPPO, i FSSPX no hanno alcuna potestà. Speriamo che la abbiano presto, ma per favore siamo seri.

    L'esempio di don Gianluigi non fa testo. Lei è provvisto delle facoltà del suo Ordinario, i FSSPX non hanno alcuna facoltà.

    Io sono molto a favore della FSSPX, ma senza il prosciutto sugli occhi.
    Per questo spero in una pronta soluzione giuridica, per il bene delle anime.

    RispondiElimina
  33. Sono luca: mi sembra che il bene delle anime e l'unità della Chiesa siano in sommo grado.

    è CONTRADDITTORIO affermare in alcuni post che l'obbedienza viene prima della Fede e in altri post che viene prima la Fede e poi l'obbedienza.
    Se è così, chi decide quale è la vera Fede?

    "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno."
    La nostra Fede afferma che
    Il perdono di D-o è sempre PERFETTO, TOTALE e, sulla Croce, in virtù di questo perdono, Gesù conserva l'Antica Alleanza mentre ne crea una Nuova.
    Chi, contro il magistero di Giovanni Paolo II, contro la Lettera ai Romani, dichiara il FALSO: affermando che gli ebrei di oggi non sarebbero nostri fratelli e che non avrebbero una loro strada per la redenzione, chi dichiara queste cose è amico del diavolo perché nega le parole di Gesù sulla Croce: "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno." E se non lo "sapevano" allora a maggior ragione non possono "saperlo" oggi.
    La nostra Fede afferma che
    Il perdono di D-o è sempre PERFETTO, TOTALE.

    Invece, sono "i protestanti" ad affermare l'imperfetta efficacia del perdono di D-o a causa della natura umana imperfetta; quindi, questa "fraternità di san Pio X" mi sembra affetta da apostasia patologica.

    Al di là di tutte le "pistilli versatio", NON HA FEDE chi non si rende conto dell'amore totale che Cristo ha manifestato e continua a manifestare a noi e al Suo Popolo.

    RispondiElimina
  34. Chi, contro il magistero di Giovanni Paolo II, contro la Lettera ai Romani, dichiara il FALSO: affermando che gli ebrei di oggi non sarebbero nostri fratelli e che non avrebbero una loro strada per la redenzione, chi dichiara queste cose è amico del diavolo perché nega le parole di Gesù sulla Croce: "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno." E se non lo "sapevano" allora a maggior ragione non possono "saperlo" oggi.
    La nostra Fede afferma che
    Il perdono di D-o è sempre PERFETTO, TOTALE.


    1. Luca, perché scrivi la parola D-o secondo il costume ebraico? Che c'entra?

    2. se non lo sapevano allora perché non hanno accolto il Signore, come possono saperlo oggi se non c'è nessuno che il Signore glielo annuncia e quindi non hanno alcuna possibilità (né desiderio) di accoglierlo?

    3. il Signore ha chiesto perdono per i suoi crocifissori e per quanti lo beffeggiavano, non credo lo abbia chiesto per il sommo sacerdote e il sinedrio che sapevano quello che facevano. Questo non significa demonizzare gli ebrei di oggi, ma non giustifica nessun 'buonismo' superficiale

    4. Il perdono del Signore è perfetto totale per chi desidera essere perdonato e lo accoglie

    5. Il Signore ha realizzato con loro la prima Alleanza - che ha avuto compimento in Gesù Cristo - con la Nuova ed Eterna Alleanza, che proviene dalla prima ma la completa e la sostituisce... la prima non gliela toglie nessuno ma non è completa

    6. altrimenti il Signore Gesù cos'è venuto a fare?

    RispondiElimina
  35. NON HA FEDE chi non si rende conto dell'amore totale che Cristo ha manifestato e continua a manifestare a noi e al Suo Popolo.

    il "Suo popolo", come pure il "Suo Corpo mistico" è rappresentato dalla Chiesa cattolica e non dagli ebrei e nemmeno da tutti gli uomini del mondo, perché per essere "Popolo" occorre avere un Capo che è Cristo, seguirlo, aderire a Lui radicati nella Fede ricevuta col Battesimo e nutrita dalla vita Sacramentale e di preghiera nella Sua Chiesa!

    RispondiElimina
  36. ... oleastro trapiantato nell'ulivo, certo, ma ben saldo e radicato e Fedele al Signore!

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  37. "innestato", più che trapiantato per la precisione paolina...

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  38. Discepolo,
    il diritto canonico richiede ad validitatem l'autorizzazione non del mio ordinario, ma dell'ordinario del luogo. Mi sembrate una manica di farisei, che pur di screditare la fraternità, vi attaccate a tutti i cavilli.

    RispondiElimina
  39. Prima imperversava Inopportuno con un vezzo linguistico; ora imperversa Luca con un altro vezzo, sempre linguistico.
    e tra novelle e novellieri spuntati da chissà dove il trolleggiamento è sempre dietro l'angolo, certo meno evidente di prima ma no (vezzo!)meno presente. Insomma è un pò come D-o( altro vezzo!!): ovunque.

    Antonello

    RispondiElimina
  40. a Luca
    gli ebrei di oggi non sono nostri fratelli, non appartengono al gregge di Dio e non si salveranno senza il signore Gesù.

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  41. " la Chiesa guarda con rispetto le altre religioni, addirittura, dice che nulla rigetta di ciò che è vero e santo in queste religioni"

    Precisamente. Non rispetta "le religioni", ma "ciò che di vero e santo" si può trovare in esse. La dottrina dei semina Verbi già cara ai Padri della Chiesa.

    Attenzione a non cadere, in odium infidelium, in una vecchia tentazione gnostica: il manicheismo.

    RispondiElimina
  42. Comunque, anche Schmidberger, come già il suo compare rettore del seminario della Fsspx, è prodigo di "conditiones sine quae non" per trattare con Roma, e ovviamente cavilla di par suo giungendo anch'egli, come i suoi capi, a giustificare le ordinazioni che avvengono esplicitamente contro la volontà del Papa.

    Il progetto è chiaro: ingrandiamoci più che possiamo perchè, in qualunque modo finisca, possiamo condizionare maggiormente le cose a nostro favore.
    Quindi Roma, a causa del numero degli scismatici, farà una bella "sanatoria" all'italiana e finirà tutto a tarallucci e vino, con la presenza gomito a gomito di cattolici fedeli a Roma e di cattolici che fino a oggi parlavano della "Roma degli anticristi".

    Nell'intanto si continua nel voler decidere cos'è dogma e tradizione e cosa no, e come si debba intenderla, pervertendo persino le parole del Papa per accordarle alle proprie volontà.

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  43. Precisiamo anche, a riprova della malafede e dell'attitudine scismatica dei preti della Fsspx, che - come già rilevato in interventi precedenti- essi continuano a confessare pur essendo i vescovi "supplenti" (e quindi tutti i preti da loro ordinati illecitamente) totalmente privi del potere di giurisdizione, necessario per assolvere, per loro stessa ammissione.

    Ma basta invocare lo" stato di necessità" et... voilà!

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  44. Ma basta invocare lo" stato di necessità" et... voilà!

    lo stato di necessità purtroppo c'è, eccome, se sei circondato da parrocchie con preti modernisti o neocatecumenali!!!

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  45. Bravo Ludovico, meno male che ci siete voi ad avvisarci di non andare a confessarci dai preti scismatici di Lefebvre! Come mai il papa e il vaticano, che dovrebbero avere come suprema legge la salute delle anime, non ci ammoniscono di evitare questa fraternità?
    Come mai il papa non ha posto come conditio sine qua non la rinuncia a celebrare i sacramenti invalidi?

    E cosa succede agli ortodossi che confessano invalidamente e celebrano matrimoni invalidi?

    Li mandate tutti all'inferno, voi cultori del diritto?

    Andate a leggervi l'art. 144 del CIC che forse vi rischiarerà un po' le idee.

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  46. Quindi Roma, a causa del numero degli scismatici, farà una bella "sanatoria" all'italiana e finirà tutto a tarallucci e vino, con la presenza gomito a gomito di cattolici fedeli a Roma e di cattolici che fino a oggi parlavano della "Roma degli anticristi".

    se Roma ha fatto diventare 'Chiese sorelle' anche le confessioni protestanti e oensa che ci siano elementi di salvezza anche nel cammino neocatecumenale, perché non dovrebbe pensarlo anche della FSSPX?
    Piuttosto, che Chiesa è questa?
    La riconosco più integra nella FSSPX, senza averci mai appartenuto

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  47. Il suo "compare" rettore....i suoi capi...malafede...

    Ebbene amici a me il semplice linguaggio di Ludovico, basta per togliere ogni credito alle sue parole.
    Tanto disprezzo per i sacerdoti della FFSPX, non Fsspx, e tanto silenzio complice, tanta tolleranza, per i sacerdoti, formalmente uniti al Successore di Pietro, che creano quello stato di necesità di cui parlava mic.
    Quando vedrò la stessa esigenza, lo stesso rigore, la stessa severità verso chi all`interno della Chiesa crea scandalo, confusione e divisione allora potrò mettere da parte la diffidenza che mi ispirano certi commenti.

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  48. Per don Gianluigi

    Can. 967 - §2. Coloro che godono della facoltà di ricevere abitualmente le confessioni sia in forza dell'ufficio, sia in forza della concessione dell'Ordinario del luogo di incardinazione o del luogo nel quale hanno il domicilio, possono esercitare la stessa facoltà ovunque, a meno che l'Ordinario del luogo, in un caso particolare, non abbia fatto divieto, ferme restando le disposizioni del can. 974, §§2 e 3.

    Resta il fatto che la FSSPX non ha facoltà da nessuno. Dagli Ordinari dei luoghi, che gliele negano, né dal loro "ordinario" che non avendo alcuna missio canonica non le può concedere.

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  49. Caro rev. Discipulus,
    ha ragione Lei, io ero rimasto al vecchio codice. Vorrà dire che andranno tutti all'inferno, così sarete contenti voi cultori della lettera del diritto, che sarete gli unici in Paradiso, naturalmente insieme a eretici, ebrei e musulmani

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  50. Caro reverendo Discipulus si è dimenticato di dare un'occhiata al ca.144?

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  51. Viva la Chiesa , la Chiesa che ha scelto di credere ancora in questo sogno, Monsignore siamo con te, meno male che Marcello c'è.
    :)
    Scusatemi non ho resistito.

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  52. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  53. Caro don Gianluigi, non sono "reverendo".
    Non mi è sfuggito il canone, ma non ha nulla a che vedere.
    Rilegga la lettera del Papa del marzo scorso e il decreto di revoca della scomunica.

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  54. Se penso che fra non molto tutti questi discorsi saranno stati inutile perdita di tempo!
    Quelli della FSSPX sappiamo benissimo in quale situazione canonica si trovano e prima e più di noi lo sanno loro; sanno benissimo di essere in una situazione irregolare. Orbene, visto che sia loro che il Papa hanno il più vivo desiderio di sanare tale situazione canonica, perché non preghiamo di più e chiacchieriamo di meno?
    Le obiezioni contro la FSSPX sono 40 che le si sente ripetere. Abbiamo capito.

    Et de hoc satis!

    INNOMINATO

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  55. Sono tradizionalista. Grazie al Motu Proprio posso seguire la messa di san pio v tutti i giorni, ma proprio per questo mi sento di dissentire dai "difensori" della fraternità S.S.P.X di questo blog. Tradizione è per me, oggi, accettare anche il concilio vaticano II in obbedienza al papa e ai suoi vescovi. Non sono convinto che un esponente di uno scisma possa amministrarmi validamente un sacramento. Se così fosse sarebbero ben amministrati anche quelli di certi preti "progressisti" ormai legalmente allontanati dalla chiesa. La norma non è un ostacolo al fedele, anzi un aiuto per discernere il buono dal meno buono. Se una persona non è validamente Sacerdote di Cristo, come fa Cristo ad operare per mezzo suo? Distruggere questo punto è minare l'essenza stessa della successione apostolica e, con essa, l'intera Chiesa.

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  56. Vedi caro Giovanni, prima di parlare bisognerebbe conoscere l'argomento di cui si parla!

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  57. Grazie del consiglio caro anonimo. Se lo avessi condito di spiegazioni e delucidazioni avresti dialogato. Così hai solo colto l'occasione per tacere a tua volta.

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  58. vedi caro Giovanni, le cose che tu hai detto le si sentono da 40 anni; se tu avessi dato uno sguardo a ciò che in questo post come in altri s'è detto sull'argomento, avresti fatto meglio anziché accodarti a dire sproloqui. E gli sproloqui sono: definire scisma ciò che il papa ha detto non essere scisma;
    definire invalido ciò che il papa definisce valido; confondi illiceità con invalidità.non so perché l'anonimo non t'ha risposto, forse perché sarà stanco di dover ripetere le stesse cose all'infinito.E sinceramente son stanco pure io a sentire sempre la stessa cantilena di imprecisioni e di inesattezze.
    fraternamente
    Antonello

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  59. "Non sono convinto che un esponente di uno scisma possa amministrarmi validamente un sacramento"

    Ancora la storia dello scisma che non è mai esistito.

    Quante volte si dovrà ricordare che i membri della FSSPX non sono scismatici?.

    Vabbè, preghiamo che è meglio.

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  60. Anche io ho iniziato a frequentare la messa in latino dopo il motu propio, non lo posso fare tutti i giorni ma solo la domenica; il sacerdote diocesano che la celebra però mi ha detto che molte delle cose che dicono quelli di Lefebvre sono vere; ha però aggiunto che questo non si può però dire ancora pubblicamente. Però non ha detto che i Sacramenti loro non sono invalidi, ha anzi detto che sono validi e che loro sono più cattolici di noi. Un altro prete della mia diocesi invece mi ha detto il contrario. Vacci a capire qualcosa.
    Mario

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  61. Caro don gianluigi,

    non sta a me dire chi vada all'inferno e chi no.
    Continua a fraintendermi.
    Io sono un sincero sostenitore della FSSPX (ho appena finito di leggere l'intervista a Fellay e l'ho trovata ottima!).
    Sarò il primo a partecipare alle celebrazioni della San Pio X dopo che avranno un regolare status canonico e saranno assolti dalle pene canoniche (non c'era mica solo la scomunica dell'88, eh!).
    La mia stima verso la buona battaglia di Lefebvre però non mi porta a travisare la legge della Chiesa o adattarla ai miei comodi, tutto qui.
    Ritengo, inoltre, che l'VIII sacramento (l'ignoranza) salvi molte persone, come diceva il grandioso Cardinal Siri.
    Ripeto, non sono rev., sono un ragazzo di poco più di 20 anni: cerco solo di parlare di argomenti che ho studiato con un po' di attenzione.
    Cordialmente

    Discipulus

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  62. A PROPOSITO DELLA NOSTRA AETATE -1

    Parlando, nella Nostra Aetate, delle religioni non cristiane, il concilio afferma che la Chiesa niente rigetta di quanto è vero e santo v’è nelle altre religioni: essa nutre [dal concilio in poi] rispetto sincero per la vita ed i costumi che da quelle religioni derivano e per le stesse dottrine che, pur differenziandosi in molti punti dalla verità professata dal cattolicesimo, spesso tuttavia manifestano raggi della verità che illumina tutto il mondo.
    In sostanza in queste false religioni si esprimono alcune verità cattoliche, raggi della luce del vero Dio. Non lo si dice apertamente, ma si suggerisce, con idonee circonlocuzioni, che quei raggi illuminano la mente e portano alla salvezza. Infatti:
    “Così nell’ “INDUISMO” gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, SIA NEL RIFUGIO IN DIO CON AMORE E CONFIDENZA.” Ohibò! Così, senz’altro specificare. Chi legge capisce che l’induismo porta a rifugiarsi in Dio, nell’unico vero Dio.
    Mi chiedo di quale Dio si parli. Siamo nel mito, nell’invenzione umana. Il Dio di questa “religione” è Brahman, il Tutto Originario e onnicomprensivo, il principio cosmico ed astratto da cui tutto si sprigiona e tutto riassorbe in sé.
    Siamo sul piano del peggior panteismo. II panteismo che nega la trascendenza, il Dio creatore e la Provvidenza. Ne consegue che l’identificazione di Dio col mondo, mondanizza Dio, materializzandolo, e spiritualizza il mondo, il che significa che nega l’essenza d’ambedue.
    Nell’induismo gli uomini si purificano attraverso la METEMPSICOSI, e questo è un caposaldo di questa “religione”, che libera gli uomini dalle passioni, dall’attaccamento a ciò ch’è terreno e corporeo per raggiungere il riposo nel “nirvana” che è estinzione d’ogni esistenza!
    Quanto ai costumi induisti non so quali siano quelli per cui si possa nutrire tutto questo rispetto.

    Leggiamo ancora:
    “Nel BUDDISMO, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema per mezzo dei propri sforzi o con l'aiuto venuto dall'alto. Ugualmente anche le altre religioni che si trovano nel mondo intero si sforzano di superare, in vari modi, l'inquietudine del cuore umano proponendo delle vie, cioè dottrine, precetti di vita e riti sacri”.
    I principi del BUDDISMO son comuni all’induismo e al giainismo. La vita è dolore perché i beni terreni generano passioni che vengon deluse. Il problema della sofferenza si risolve annullando il desiderio mediante un’apatia estrema: vale a dire che si dev’estinguere la coscienza individuale attraverso l’ascesi che fa raggiunger la condizione del nirvana di cui s’è detto. Questo nirvana non è la pace che si raggiunge nell’approdar nell’infinito amore di Dio ma l’annullamento, il naufragar della persona, dell’Io, in una condizione in cui tutte le cose perdon i loro “modi”, per cui non posson più sedurre e, pertanto, provocar illusioni e dolori.
    Visione estremamente pessimistica per cui è necessaria la metempsicosi di cui s’è accennato.
    Dove siano i raggi della Verità non so: è una “religione”, meglio una dottrina o un pensiero, e forse neanche questi, trattandosi piuttosto di PRASSI, di pratica esistenziale in cui l’ascetismo ha la sua parte ma l’uomo si perde nel tutto-nulla. Antimetafisico per eccellenza, dov’è Dio? Cos’è quell’ “alto” da cui, secondo la Nostra Aetate, verrebbe l’aiuto per gli uomini, se si nega la metafisica?
    Domande senza risposta.

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  63. A PROPOSITO DELLA NOSTRA AETATE - 2

    “La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.
    Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà.”

    L’esortazione è del tutto condivisibile, ci mancherebbe altro.
    Ma noi abbiamo lo stesso Dio dei Musulmani? Abbiamo in comune un tratto della Bibbia rivisto e corretto, ma poi da esso, post Christum Natum, Maometto si allontana creando un’altra religione, che col Cristianesimo non ha sostanzialmente più niente in comune. I profeti prima di Cristo han creduto nel Cristo venturo, Maometto non riconosce il Figlio di Dio. Anche la Scrittura relativa all’Antico Testamento, quindi, è travisata nella sua essenza, la preparazione della Nuova Alleanza nell’economia della salvezza.
    Se si nega Cristo, quali Verità cattoliche possono esser contenute in questa religione? Quale luce può illuminar le menti e le anime? Il nostro Dio è uno e Trino ab aeterno. Se si nega il Figlio si nega anche il Padre, scrive S. Giovanni. Quindi il Dio che adorato dall’Islam non è il Dio cattolico.
    L’atteggiamento degli uomini è di schiavitù nei riguardi di Dio. Attendono, sì, il giorno del giudizio. Ma a chi è concesso il Paradiso? Agli sterminatori di ebrei e cristiani? Ai Kamikaze che seminan morte e distruzione? E qual è questo Paradiso, se non quello delle belle Urì, vergini che tornano ad esserlo dopo ogni rapporto sessuale con i fedeli eroici dell’Islam, per render loro ancora più piacevole la paradisiaca vita, e donate a decine a ciascuno d’essi? Un paradiso pagano ed immorale dove ogni forma di piacere è lecito. Dov’è la visione spirituale di Dio e dell’uomo? Quest’islamica concezione di Dio, inoltre, contiene fatalismo, pessimismo, marcato e spesso mero formalismo ecc.
    Certo, i musulmani pregano, fanno offerte e digiunano. Ma quale vita morale hanno in onore? La morale divino-naturale è rispettata? L’Islam ammette la poligamia, il ripudio, la schiavitù, per tralasciar l’intolleranza e la confusione tra religione e politica. Ma di questo il documento tace.

    Francamente non so cosa di rispettabile e di stimabile ci sia in queste “religioni”. Personalmente non vedo niente ch’io possa condividere.
    Seguendo i precetti di queste false religioni non è possibile la salvezza. Le false religioni non son opera di Dio. Per gl’ignoranti invincibili vi posson esser attenuanti: per i dotti o per coloro che han conosciuto la Vera Religione e non l’hann’accettata, no.

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  64. A PROPOSITO DELLA NOSTRA AETATE - 3

    Quanto ad altre cosiddette religioni non espressamente citate nel documento conciliare, l’ANIMISMO è pura primitiva credenza che in ogni cosa ci sia uno spirito, insomma è una proiezione dell’immagine umana nella natura. Lo SHINTOISMO, è una credenza politeista-animistica: “shinto” sono gli dei: per influenze del Confucianesimo a queste divinità si aggiunsero gli antenati a cui pure si deve un culto. Punto fondamentale è la ricerca della purezza, che non è quella dell’anima o della coscienza, ma è tutta esteriore, raggiungibile con atti di culto, benedizioni, esorcismi con sale o acqua. Non esiste una dottrina morale, non appare il problema dell’anima e del suo destino ultimo.
    Il CONFUCIANESIMO non è una religione, non conosce ansie metafisiche neppur sul piano filosofico: è una serie di precetti che tendono a regolare la vita i individuale con la vita altrui, individui e comunità.

    Anche in queste: cosa c’è di Verità, di raggi di Luce sia pur intermittenti?

    Per il capitolo della Nostra Aetate sugli Ebrei rimando all’eccellente saggio di mons. Gherardini rintracciabile in internet “Gli ebrei, così serenamente”.

    Le mie brevi considerazioni sulle affermazioni equivoche di questo documento, specie per quel che riguarda la natura delle varie religioni, sono condotte sul filo della memoria di ciò che ho letto a suo tempo su testi sicuramente cattolici, come l’Enciclopedia Cattolica che sui tutte le voci da me citate presenta ampie dissertazioni ed indica vasta bibliografia.

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  65. Ringrazio il Prof. Pastorelli, che se non sbaglio si trova in villeggiatura. Otium sine litteris mors est et homini vivi sepoltura.
    I Problemi possono derivare non solo dalla negazione della verita' cattolica ma anche dal suo offuscamento, come roguardo ai msulmani far credere che la negazione di Gesu' Cristo sia una bagatella di secondaria importanza, e che in realta' si adori lo stesso Dio, negando cosi' anche la SS. Trinita'.
    Analogamente per l'ecumenismo e' da vedere quali siano i molteplici eleenti di verita' presenti nelle confessioni diverse dalla cattolica.
    In primo luogo l'unita' dei cristiani e' una condizione che non va raggiunta (perche' e' gia' esistita ed esiste sempre nella Chiesa cattolica) ma va semmai ristabilita. Il fatto che i protestanti ammnistrino il battesimo e proclamno Gesu' Cristo non puo' far dimenticare che negano i sacramenti e il sacerdozio che li amministra, rivelndosi cosi' nella sua essenza di sistema volto alla dannazione delle anime a mezzo della privazione della grazia santificante. In una parola uno strumento del demonio, che e' l'esatto contrario della verita' e della salvezza (ad perditionem animarum pervagantur in mundo).
    FdS

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  66. Per quasi 50 anni'è nascosto, velato, sminuito ciò che doveva essere invece palesato in tutta la sua interezza e luce.
    Gli effetti son quelli che abbiamo sotto gli occhi.

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  67. COMMENTO PRECEDENTE: si legga "s'è nascosto" ecc.

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  68. Gli anonimi perdonino la mia ignoranza e il mio legalismo.
    Dal motu proprio Ecclesia Dei di Giovanni Paolo II papa:
    3 - "Perciò, tale disobbedienza - che porta con sé un rifiuto pratico del Primato romano - costituisce un atto scismatico"
    4 - "La radice di questo atto scismatico è individuabile in una incompleta e contraddittoria nozione di Traditione"
    5 - "Nessuno deve ignorare che l'adesione formale allo scisma costituisce una grave offesa a Dio e comporta la scomunica stabilita dal diritto della Chiesa"

    Una nota esplicativa del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi del 24 agosto 1996, inoltre, si intitola "Sulla scomunica per scisma in cui incorrono gli aderenti al movimento del Vescovo Marcel Lefebvre"

    Vista la mia abissale ignoranza, quindi, vorrei essere meglio specificato cosa si intende per:
    "Ancora la storia dello scisma che non è mai esistito.

    Quante volte si dovrà ricordare che i membri della FSSPX non sono scismatici?."

    Grazie per i chiarimenti,
    Gianni

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  69. La consacrazione vescovile senza mandato papale si configurava come atto scismatico. Non si e' mai parlato di scisma consumato come con gli ortodossi. Comunque dopo i recenti provvedimenti la situazione e' oggettivamente cambiata anche se molto rimane da fare.
    Ricordo comunque la solennita' conferita alla "riciproca' remissione delle scomuniche tra Paolo VI e Atenagora, come se la scomunica ortodossa avesse un qualche valore giuridico, teologico, formale e sostanziale.
    E' da concludere che tra le varie nebulose anche il concetto di scisma e' ormai piuttosto vago.
    FdS

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  70. Ma così diventa un blog di imbucati lefebvriani

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  71. Le stupidaggini dell'ultimo anonimo lascian il tempo che trovano.
    A parlar dell'inesistenza di scisma sono stati eminenti canonisti e cardinali, tra cui Castillo LLara che presiedeva il pontificio Consiglio per l'interpretazione dei testi legislativi. Non uno scalzacane.
    Negli ultimi anni il card. Castrillon, insieme ad altri, s'è sgolato a sostener che non c'è stato scisma, e l'attuale Papa parla di processo di separazione che può condurre allo scisma.

    Il testo pontificio fu redatto abbastanza alla buona oltre che con enorme fretta (la garra frettolosa fa i figli ciechi) se fior di cardinali non vicini a Lefebvre lo han "curialmente" criticato, e spesso eran canonisti (anche Palazzini, Stickler, forse il più grande di tutti).
    E se si legge bene quel testo si vede che si parla di atto di natura scismatica, atto scismatico, scisma, in un'insalata russa indigesta anche a canonisti laici.
    Bastava scrivere: scisma di fatto e formale.
    Ma il malvezzo di lasciar le cose a metà strada ricorrendo linguaggio fumoso produce questi effetti.
    Comunque lo scisma in genere
    implica la volontà di creare una Chiesa parallela. Questo la Fraternità nopn l'ha fatto (al contrario dei vescovi patriottici cinesi, dei vetero-cattolici ed anche, sembra, secondo quanto si legge sulla stampa, Milingo, per non citar i sedevacantisti). Ed ha sempre riconosciuto la legittimità del Papa, tanto da celebrar la messa "una cum".
    Al card. Cassidy, l'ecumenista, chiesero perché non s'applicava l'ecumenismo coi lefebvriani. Lui rispose: Perché non ce n'è bisogno. Costoro non sono un'altra Chiesa,
    sono nella Chiesa ma in una posizione irregolare.

    Tempo al tempo,e su questa scomunica scenderà il velo dell'oblìo, se non addirittura il riconoscimento d'uno stato soggettivo di necessità.
    Nessuno m'ha mai spiegato perché lo scomunicato Savonarola viene onorato, che so, nella basilica di S. Marco a Firenze, la sua chiesa, con un grande monumento e perché sia stata aperta la causa di beatificazione (che a mio avviso non andrà mai in porto)

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  72. Ammetto che umanamente si cerchi di difendere le proprie posizioni.
    Ma qui si cerca di difendere l'indifendibile con ipotesi e tesi che di fondato e ragionevole non hanno nulla. Comunque fin qui, sempre per quell' "umanamente" che usavo prima passi pure. Ma quando addirittura si vogliono metter in dubbio documenti che sono palesi e sotto gli occhi di tutti, chiari ed espliciti, si arriva al colmo.

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  73. Elasticità e rigore in base al bisogno! Ratzinger può diventare un comunissimo dottore privato, mentre un comunissimo cardinale può diventare un infallibile canonista!

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  74. Concordo con quest'ultimo post del Novelliere.
    Molti forumisti, mentre si riempiono la bocca di critiche ed alti lai contro i preti "modernisti" che non osservano ciò che il Papa dice e vuole, sono pronti a giustificare qualunque cosa e a fare distinguo e subdistinguo degni della miglior scolastica.

    Pur di negare l'evidenza, spaccano il capello in quattro, dimenticando che Gesù ha detto: sia il vostro parlare sì, sì e no, no.

    E questo vale anche per Schimdberger e i suoi accoliti (che mi spiace per Luisa, ma è il termine più adatto, e certamente molto meno duro di tanti che ho sentito qui contro i preti "modernisti", etc.).

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  75. Curioso anche come lo "stato di necessità" si applichi, stranamente, a tutte le situazioni che fanno comodo alla Fsspx.
    A pura discrezione loro, ovviamente.

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  76. Si taccia su questo stato di necessità. Perchè se lo viene a sapere Milingo lo invoca pure lui. E se diventa una "moda" tutti iniziano ad "ordinare" in base allo stato di necessità.
    Dopo per "necessità si spacca la Chiesa.
    E su questa mia ultima affermazione tutti a dire che "non praevalebunt".
    Tranne poi dimenticarla quando in impossibili ragionamenti, cercano di dimostrare che a momenti satana tiene in scacco tutta la Chiesa.
    Il tutto "usato" a seconda delle proprie "necessità".

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  77. Anonimo delle 21.57.
    Ma non c'è bisogno di scomodare cardinali. Basta qualche prete o monsignore.
    Basta che Critichi il Concilio ed: et voilà... les jeux sont fait

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  78. Se il Papa erra in materia di fede o morale o non è papa (o cessa di esserlo in quel momento diventando eretico e scismatico ponendo la Chiesa in stato di scisma capitale) o parla come dottore privato che non impegna la sua autorità apostolica.
    Se Giov. Paolo II o Benedetto XVI nei loro libri scritti durante il pontificato, che non sono testi di Magistero, sostengono tesi contrarie alla Sacra Tradizione, errano e son colpevoli idi false dottrine, ma non errano in quanto papi proprio perché quei testi non impegnano la loro infallibilità ma l'autore Woytila e Ratzinger. I disinformati confondono la persona del papa che può errare (e commettere peccati, perché il papa non gode del privilegio dell'impeccabilità) con l'ufficio del Papa. Da qui la confusione nel gidicare il pensiero e le opere dei pontefici. E sarebbe meglio, perciò, che parlasero solo con testi di magistero.
    Studiate, bambini, per non far le solite figure cacine.

    Alcuni cardinali che ho citato son grandissimi teologi e canonisti, professori a loro tempo presso le pontificie università e autori di opere monumentali e che han fatto "scuola".
    Informatevi ed eviterete di dimostrarvi ignoranti.

    Anche i preti ed i monsignori possono esser eccellenti teologi o canonisti. Ed anche i laici.

    La necessità di Milingo è di natura sessuale, credo che lo sappiate.

    Quanto allo stato di necessità, Lefebvre in tale stato riteneva d'essere visti gli sbandamenti perniciosi della Chiesa in campo dottrinale e morale, come Ratzinger ha denunciato e denuncia, e prima di lui Paolo VI e Giov. P. II.
    Vedremo se la S. Sede prima o poi riconoscerà o meno - ristudiando tutto il caso - riconoscerà che almeno uno stato di necessità soggettivo esisteva o no. Il CIC prevede per attenuante anche l'errore colpevole com'ebbe a notar un altro noto canonista, Neri Capponi.
    Non è detto che la S. Sede arrivi a riconoscere lo stato di necessità almeno soggettivo. Io mi auguro che a tanto giunga.
    Già s'è dovuta ringoiare per decisione del Papa
    "l'abrogazione" del messale di S. Pio V, abrogazione esistente nella mente di Paolo VI e di tutte le novatrici mosche cocchiere, ma non certo in quelle di dottissimi cardinali come Ottaviani ed altri che ho citato via via, compresi alcuni che hanno continuato imperterriti a celebrar sempre con quel messale come il card. Poggi.

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  79. lo stato di necessità è causato da fattori obiettivi e reali. Non mi sono sognato io di queste tragiche situazioni della chiesa post conciliare, ma Paolo VI parlò di fumo di satana e nel 1974 dei grandi mali della chiesa "che l'affliggono, l'indeboliscono, la snervano dal di dentro. Il cuore si riempie d'amarezza"
    Giovanni Paolo II parlò di apostasia dell'Europa, card. Ratzinger, nella missa pro eligendo pontifice, disse: " Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo."

    Un vescovo che vede i suoi colleghi inoltrarsi in dottrine eterodosse, distruggere la chiesa non può dunque avere qualche giustificazione nel ritenere giustificato lo stato di necessità?

    Provate a pensare cosa succedeva attorno a Lefebvre? Cosa facevano i vescovi olandesi nel loro concilio, condannato da Paolo VI, ma che rimasero al loro posto?

    Avevano ragione loro o Lefebvre? Cosa ne è oggi della chiesa in olanda?

    Mi pare che siate voi novellieri e ludovici vari a voler condannare chi ha resistito a questa devastazione, non sulla base di criteri oggettivi ma di vostri schemi mentali.

    don gianluigi braga

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  80. La calma è la Virtù dei forti......
    nella Fede.

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  81. Purché la Fede non sia un'accozzaglia di stupide novelle d'incolte zitelle che aspirano a diventar scrittrici da Nobel: la Fede è l'assenso dell'intelletto e della volontà alla Buona Novella integralmente accettata e vissuta come proposta dalla Chiesa nel suo Magistero infallibile, cioè fedele alla Tradizione.

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  82. Ma un Motu Proprio di un Pontefice è un atto di magistero infallibile del papa, o no? O è uno scritto fallibile del privato Wojtyla e del privato Ratzinger?

    Con il sig. Pastorelli, mi sembra di risentire il mio professore di matematica che, essendo molto distratto nella risoluzione di problemi geometrici, quando il suo risultato (sbagliato) non collimava con quello del libro di testo, era solito dire:"Ha sbagliato il testo!".

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  83. Se la vera fede fosse riducibile a quattro articoletti di procedura teologica in usum Delphini e se per sdoganarsi dall'Ignoranza bastasse leggiucchiare una dozzina di Spadafore, ne avremmo parecchi di teologi e di santi. Ci vuole ben altro!

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  84. Nei libri di matematica dei miei tempi, spesso i risultati erano effettivamente sbagliati.

    Di quale Motu Proprio parli? Mistero. Parole in libertà

    Ho già spiegato più d'una volta quando il Papa è infallibile e quando non lo è, e quando può errare come dottore privato.
    Non tutti gli atti del Magistero sono infallibili. E tanto meno i discorsi o gli atti d'un Papa. Ci mancherebbe altro. Si arriverebbe all'infallibilismo, alla papolatria. Il Papa che bacia il Corano compie un atto caratterizato dall'infallibilità? E il Papa che entra a piedi nudi nella moschea? Cioè, c'insegna, da maestro universale ed interprete delle Scritture e Vicario di Cristo, come ci si deve comportare obbligatoriamente?

    Se ti riferisci al Motu Proprio Summorum Pontificum, il Papa ha dichiarato che il Messale di S. Pio V non è mai stato abrogato. E' un atto giuridico che smentisce l'avventatezza giuridico-teologica di Paolo VI.

    Se ti riferisci alla scomunica di Lefebvre, non credo che una scomunica, in cui non sia presente una certa contestazione di eresie, faccia parte del magistero infallibile. Nessuno ha mai ha avuto il coraggio di dar dell'eretico a Lefebvre ed ai suoi discepoli.
    E' una misura disciplinare.
    Se poi si pensa alle tante scomuniche "politiche" del passato o ai santi che sono stati scomunicati, bisognerebbe far parecchia tara sul valore di certe scomuniche.
    Federico II, che on era uno stinco di santo, veniva scomunicato perché non andava in crociata!
    Non c'è, ovviamente, da scherzar con la scomunica: è un atto pesante, una misura gravissima.
    La storia ci dirà cosa c'è stato dietro la fretta di emanar l'atto combinato tra l'africano Gantin e l'italiano Sodano ed avallato da un papa che ormai era minato nella salute, sì da lasciar tutto il suo potere nelle mani dei collaboratori.
    Come ci dirà perché Lefebvre disdisse l'accordo già firmato, per quali trappole erano state approntate nella Curia.
    E comunque delle attenuanti Lefebvre le poteva invocare, come le invocò dichiarandosi sempre figlio della Chiesa da cui mai si sarebbe staccato, non solo nella situazione della Chiesa, da far rabbrividir gli stessi pontefici che lo osteggiarono (fumo di Satana, autodemolizione della Chiesa, pensiero non cristiano ecc.), ma per il fatto che tutta la situazione era nata dall'iniqua "abrogazione" del Messale di S. Pio V, poi rivelatasi, come lui e non solo lui (da Ottaviani in giù, da Una Voce a tante altre associazioni) sostenevano, Diritto Canonico alle mani, e come ora il Papa ha riconosciuto. Con 40 anni di ritardo colpevole.
    Ad un ordine ingiusto perché contra legem, si deve ubbidire, se vien dal Papa?
    Ora sappiamo che l'ordine di Paolo VI era effettivamente contra legem. E allora?
    Lefebvre ha combattuto una lunga battaglia solitaria perché molti alti papaveri che lo avevano mandato avanti si tirarono indietro. ed ora, a babo morto, come si dice in Toscana, escono allo scoperto.

    Paolo VI, che agì contro il diritto, era papa o no? Sì, era papa e sbagliò. In matewria di fede? No, in ambito giuridico. In buona fede? Mah, lo sa Iddio. Certo ha creato divisioni nella Chiesa. E non c'è colpa peggiore per un pontefice che minar l'unità della Chiesa.
    Ho chiesto: mi sapete spiegare perché si onora nelle chiese domenicane Savonarola e si è aperto un processo di beatificazione per lui, scomunicato e impiccato sul rogo?
    Potrei portar anche l'esempi di Giovanna d'Arco o Atanasio e tant'altri.
    Se avete argomenti rispondete a queste domande. I n caso contrario, tacete, smettete di annoiar con i vostri uggiosi lai inconcludenti.

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  85. Effettivamente, ANONIMO delle 13.08
    hai bisogno non di leggiucchiare ma di studiare.
    Ironizzi su un grande esegeta come mons. F. Spadafora, un luminare degli studi biblici: leggi l'Enciclopèedia cattolica e vedrai come, ancor giovane, era già uno studioso apprezzatissimo. Tutti, a parte qualche novatore di quart'ordine, lo pongono sul piano dei Romeo, Garofalo, Vaccari ecc.
    Sciacquati ben bene la bocca prima di pronunciar parole contro un eminente uomo di chiesa ed eccellente biblista e teologo, professore alla Lateranense, alla cui scuola si son formati centinaia di studiosi, e perito di fiducia del card. Ottaviani ed altri pilastri della Fede.

    La malizia (ANONIMA!) che fuoriesce dalle tue parole sappiamo bene d'onde abbia origine: dalla PRIMA MALIZIA. Che almeno un nome ce l'ha.

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  86. DANTE, secondo la tua opinione la Dominus Iesus potrebbe già costituire una interpretazione autentica della Nostra Aetate? O no? Purtroppo non è una enciclica. Alessandro

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  87. Non ironizziamo su Spadafora ma su chi crede di tenere Dio in mano e la fede in tasca solo perché ha leggiucchiato et ab hic et ab hoc. Non meno penoso di chi l'interroga come se fosse un oracolo.

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  88. Oh, questa è bella!

    Il signor Pastorelli, che ammette di non essere teologo ma si ammanta di modi cattedratici, afferma che "riguardo al Motu Proprio Summorum Pontificum, il Papa ha dichiarato che il Messale di S. Pio V non è mai stato abrogato. E' un atto giuridico che smentisce l'avventatezza giuridico-teologica di Paolo VI."

    Ora, egregio Dante, può spiegare a me che son semplice religioso e non teologo, come si fa a parlare di "avventatezza giuridico-teologica" di Paolo VI e non di Benedetto XVI?
    La scienza infusa le suggerisce forse che Benedetto XVI, per aver detto il contrario del suo antecessore, abbia ragione?
    E su che basi? sui pareri privati di qualche cardinale, pareri sospetti in quanto viziati da sostegno più o meno velato al rito abrogato e alla combriccola di Econe?
    Pareri che sono stati confutati espressamente da Paolo VI, il quale ha dichiarato che il VO è stato rimpiazzato dal NO e quindi abrogato, e dalla stessa commissione Ecclesia Dei in una nota del 1999?

    Non sarà che, per puro caso, siccome lei sostiene più o meno velatamente certe teorie degli scismatici d'oltralpe - massime quella sullo stato di necessità (da dimostrare) - , automaticamente dà ragione a Benedetto XVI ignorando del tutto le palesi fonti che dicono l'opposto?

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  89. anonimo delle 14,49: degnati (se non ti fa schifo) d'utilizzare un nick name. So bene, e non c'è bisogno che me lo ricordi tu, che Dante PASTORELLI non è nè un oracole nè la reincarnazione della Sibilla Cumana. Ma ci tengo a conoscere la sua opinione perchè il Prof. PASTORELLI è uomo dal forte ingegno e dalla vasta cultura (sia teologica sia liturgica). Forse questo non ti era ancora chiaro, vero? Alessandro

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  90. E a proposito dello stato di necessità... ma com'è che fra tutti i 2500 Padri intervenuti al Concilio, solo Lefebvre e de Castro Mayer abbiano, illuminati dallo spirito (non Santo, però), fatto ricorso allo stato di necessità, e gli altri no?

    Qualche apologeta ha già detto che erano tutti vili e timorosi etc., tranne il "Atanasio del XX secolo" (sic!!!).

    Insomma, c'era uno stato di necessità così evidente che solo due vescovi se ne sono accorti. Forse questo stato esisteva solo nel fantastico mondo di Oz (e di Econe)... però io vorrei saperlo dai vari don gianluigi, perchè se c'è lo stato di necessità allora siamo liberi di fare ciò che ci pare, anche abusi, passando sopra ogni legge canonica per "il bene delle anime".
    A Linz lo hanno già fatto, eppure stranamente sono stati biasimati... qualcosa non torna.

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  91. Ludovico, il Concilio non ha voluto nè auspicato l'abrogazione del V.O.. In una pagina di questo sito sono spiegate bene le cose che il Concilio non aveva neppure pensato ma che sono state attuate o contra o ultra Concilium. Da Bugnini in primis ma anche, purtroppo, da Paolo VI. Alessandro

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  92. Adesso comunque sappiamo che le scomuniche non valgono nulla, quando sono contro Lefebvre e i suoi seguaci.
    Ma allora perchè qui c'è chi le invoca contro i preti "progressisti" e "modernisti"?

    Altro che schemi mentali, qui siamo alla politica del doppio binario: paradiso allo scisma lefebvriano e inferno agli abusi di Linz.
    Sul secondo si può essere d'accordo, ma sul primo certamente no.

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  93. PER LUDOVICO XYZ CORAGGIOSO RELIGIOSO

    Sin dall'apparire del Novus Ordo, anzi almeno dal 1964, quando si cominciò a metter mano alla revisione del Messale del '62, si cominciò, da parte degli studiosi, di diverse nazioni e levatura, a porsi domande sulla legittimità del divieto o abrogazione imposto da Paolo VI. Nel 1971 il card. Ottaviani, eccelso giurista oltre che prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, a specifica domanda pubblicamente rispose: "Non mi risulta che il messale di S. Pio V sia stato abrogato".
    Via via altri eminenti cardinali han sostenuto la stessa opinione, coadiuvati da canonisti laici, come il romano Caffarelli, il fiorentino Capponi ecc., che furono presidenti di Una Voce.
    Ratzinger, già nel 1977 giudicava errata la decisione di Paolo VI in una lettera al prof. Waldestein: mai nella Chiesa, diceva, s'era giunti ad una rottura così plateale con la Tradizione. Tutti, aggiungeva, ora posson dire che ciò che s'è sempre creduto può esser disatteso.
    Nel 1986 una commissione cardinalizia di 9 membri (tra i quali Ratzinger, Palazzini, Stickler, Casaroli, Tomko ecc. ) fu riunita da Giov. Paolo II perché rispondesse a due domande: I) Il Novus Ordo ha aolito il Messale di S. Pio V? 2) I due messali posson convivere?
    La risposta al primo quesito fu che il messale di S. Pio V mai era stato abrogato e che pertanto era sempre in vigore (8 voti su 9); alla seconda domanda all'unanimità fu risposto che i due riti dovevano condividere. Alle risposte seguivano alcune linee da seguire per questa convivenza.

    Il Papa, quindi, sul parere giuridico di ques'alta Commissione si è basato, oltre che su studi personali.
    Giov. Paolo II era anche lui convimnto di ciò, ma, per le opposixzioni interne, si limitò a concedere l'indulto, che creò confusione: perché l'in dulto si concede come deroga ad una legge e qui la legge era invalida!

    Il Papa felicemente regnante ha sbagliato? Dimostralo. Io m'attengo a quanto stabilito dai vertici della Chiesa che han confermato quel che anch'io ho sempre pensato non per mia particolar scienza ma basandomi su motivazioni di autori probati.

    Quanto alla dichiarazione del 1999 (era dell'Ecclesia Dei o della congregazione per il Culto Divino?)
    fu stilata dall'ottimo card. Medina Estevez sotto forma di risposta al Vescovo di Siena. Pochi anni dopo, però, lo stesso cardinale, da me chiamato in causa in "Una Voce dicentes", mi scrisse brevemente (in internet la lettera vien ricordata) che, approfondendo gli studi s'era convinto che il Messale mai era stato abrogato. Pubblicai la lettera, con l'assenso del porporato, nel mio bollettino. Dopo di allora il cardinale fu uno dei più solerti sostenitori della parità dei diritti del VO.

    Caro Ludovico, sarai anche un religioso, ma evidentemente ancora non hai imparato la virtù della prudenza: prima di scrivere informati. E visto che ci sei, datti anche una calmata: il tuo volgare sarcasmo ti ha già squalificato.

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  94. Sulla scomunica di mons. Lefebvre ho scritto che è una cosa da non prender sottogamba. Mai ho detto che è invalida. Esplicito alcuni dubbi e per la fretta con cui fu emessa e perché non furono prese in seria considerazione eventuali attenuanti nello stato disastroso in cui si trovava la Chiesa e per l'iniqua imposizione di Paolo VI che, mentre lasciava aperte strade e prebende agli eretici d'ogni risma, non volle accordare ad un vechio vescovo di continuare la via della tradizione. Che, come ha detto Benedetto XVI è una riccheza, un tesoro ecc.
    Quindi, io auspico una revisione di quel provedimento, anche alla luce delle dichiarazioni di Lefebvre che, pur nella disubbidienza alla disciplina canonica, sempre ha tenuto ad affermare la sua fedeltà alla Chiesa Romana, e a tutti i papi.
    Tanto che i vari Cassidy e Castillo LLara (giudicati di parte progressista) sostenevano che non c'era in Lefebvre alcuna intenzione scismatica.
    Basti leggere tutte le dichiarazioni che in quel periodo apparvero su 30GIORNI (oltre a costoro, Palazzini, Oddi, Thiandoum, ecc. ecc.).
    Se questi vertici vaticani credevano nella possibilità di applicar attenuanti e non credevano ad una volontà scismatica - che presuppone il completo distacco dal Papa (i lefebvriani dicono la mesa "una cum") e la formazione di una chiesa autonoma con gerarchia parallela, non vedo perché io non possa aggregarmi a loro.
    La scomunica fu pronunciata a seguito delle consacrazioni episcopali illecite, non per eresia.

    Ma tu e qualche altro coraggioso anonimo non rispondete alla domanda su Savonarola e sulle scomuniche politiche. Anchwe di politica religiosa.

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  95. Non metto in dubbio le parole dell'illustre prof. Pastorelli. Quando però dice: "La storia ci dirà cosa c'è stato dietro la fretta di emanar l'atto combinato tra l'africano Gantin e l'italiano Sodano ed avallato da un papa che ormai era minato nella salute, sì da lasciar tutto il suo potere nelle mani dei collaboratori."
    Vorrei conoscere di quale malattia soffrisse nel 1988 il pontefice da impedirgli di annullare un atto voluto, a detta del professore, dal Card. Sodano.
    Prendo a caso una fotografia dall'archivio del vaticano del pontefice nell'anno 1988 (anno del Motu Proprio "Ecclesia Dei" da me già citato). Lo scatto risale al 30 dicembre di quell'anno.
    https://www.photo.va/photos/middle/15/or150961.jpg
    A voi il giudizio se si tratta di una persona più sofferente nel fisico del promulgatore del "Summorum Pontificum".

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  96. Dopo l'attentato la salute del papa è stata sempre più cagionevole, e le sofferenze fisiche, anche se nascoste, ne minavan la fibra.
    La salute minata per sempre ed i lunghi e faticosi viaggi all'estero e l'estrema fiducia nei collaboratori fecero sì che il governo della Chiesa venise lasciato in altre mani. E non tutte erano come quelle del card. Ratzinger.
    Lo ammise lo stesso Giov. P. II quando ebbe a dire che il maggior limite del suo pontificato era stato quello di non aver saputo governar la Chiesa come avrebbe dovuto.
    In alto loco si sa che Ratzinger voleva prender tempo prima di comminar la scomunica, mentre Gantin e Sodano fecero pressioni molto forti sul Papa. E l'ebbero vinta.
    Come l'ebbe vinta Seper su Siri, quando ormai la conciliazione verbalmente era già avvenuta. E come fu sopraffatto Gagnon che tanto s'era speso per la fine della frattura ed aveva stilato relazioni ultra-positive sulla Fraternità dopo le sue ricognizioni: le sue relazioni si fermavano nella segreteria di Stato senza arrivare al papa.

    Ripeto, sarà la storia, sempre che lo si voglia far sapere, come effettivamente siano andate le cose in una vicenda intricata e tragica.
    In uno degli ultimi numeri di Divinitas, mons. Gherardini che non è certo lefebvriano, parlando del nuovo corso delle relazioni tra Econe e Roma, dice chiaramente che a Lefebvre il portone di bronzo fu sbattuto in faccia tutte le volte che cercava di entrare.

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  97. Sulla intenzione chiara, benchè abilmente simulata, di Lefebvre di creare una chiesuola "sostitutiva" (di supplenza, quindi parallela) a Roma, ecco le parole pronunciate durante l'omelia delle cosnacrazioni illecite del 1988:

    "Voi sapete bene, miei carissimi fratelli, sapete bene che non possono esserci sacerdoti senza vescovi. Tutti questi seminaristi qui presenti, se domani Dio mi chiamerà - e questo avverrà senza dubbio tra non molto - da chi riceveranno il sacramento dell'Ordine? Dai vescovi conciliari, i cui sacramenti sono tutti dubbi perché non si sa esattamente quali siano le
    loro intenzioni? Non è possibile. Ora, quali sono i vescovi che hanno
    conservato la Tradizione, che hanno conservato i sacramenti tali e quali la Chiesa li ha amministrati da venti secoli fino al Concilio Vaticano II?
    Ebbene siamo monsignor de Castro Mayer e io stesso. Io non posso farci nulla ma è così. E dunque molti seminaristi si sono affidati a noi, hanno sentito che qui c'era la continuità della Chiesa, la continuazione della Tradizione. E dunque sono venuti nei nostri seminari, malgrado le difficoltà che hanno incontrato, per ricevere una vera ordinazione sacerdotale, e per poter offrire il vero Sacrificio del Calvario, il vero
    Sacrificio della Messa e darvi i veri sacramenti, la vera dottrina, il vero catechismo: ecco lo scopo di questi seminari".

    E questo è un linguaggio da figlio devoto della Chiesa: infatti dice che in pratica i veri cattolici sono solo lui, Mayer e i loro seguaci.

    E Roma? e il Papa?
    La risposta Lefebvre la dà nel 1987, scrivendo ai futuri vescovi che consacrerà illecitamente:
    "Miei cari amici, La Sede di Pietro e i posti di autorità in Roma essendo occupati da anticristi, la distruzione del Regno di Nostro Signore viene condotta rapidamente...".

    Quindi il Papa, quello il cui nome si proclama nel canone e la fedeltà al quale si sbandiera, è un anticristo assieme ai suoi collaboratori, in primis Ratzinger.

    Però se gli eminenti teologi da te citati, caro Dante, dicono che non c'era intenzione di scisma e di Chiesa parallela... allora siamo davanti a un contorsionismo che nemmeno Houdini poteva eguagliare.

    Dinanzi a queste frasi ben precise, questi personaggi, ancorchè illustri, sono solo ciechi che guidano altri ciechi, come ben dice il Vangelo.

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  98. E venendo al Messale, a me delle rivelazioni private di Estevez non cale nulla, perchè, per quanto rispettabili, sono nulla di fronte a un documento ufficiale della Commissione, e soprattutto alla ferma volontò di Paolo VI di abrogare il rito precedente.

    Sulla legittimità non c'è nulla da discutere: il Papa ha pienezza di poteri in campo liturgico e quando abroga un rito o lo riforma non deve chiedere assensi a nessuno. Se a qualcuno non piace, liberissimo, ma le modifiche o le abrogazioni restano.
    Tant'è che, quando Pio XII ha riformato il rito o Giovanni XXIII ha fatto il mp Rubricarum instructum, il clero cattolico ha eseguito quelle modifiche senza pretendere di dire che le versioni precedenti non erano abrogate.
    Ora, anche un bambino capisce che se quello del 1969 è il messale romano, abroga de facto quelli precedenti, con buona pace della Quo primum che cade anch'essa sotto il potere abrogativo del Papa.

    Che poi a Ottaviani non risultasse, buon per lui: a Paolo VI e a Giovani Paolo II risultava, tant'è che lo stesso Paolo VI diede l'indulto all'Inghilterra per usare l'edizione del '62, il che quindi evidenzia come già da subito fosse chiara l'abrogazione del vecchio rito.

    E questo tacita anche il gruppo di cardinali che, fiutato il vento, hanno detto che non c'era abrogazione: un bel parere privato che non muta di una virgola il dettato di GPII che concedeva l'indulto.
    Inutile fare processi alle intenzioni: l'indulto fu cocnesso perchè il Messale era abrogato, e la nota del 1999 lo ribadì chiaramente.

    Ora arriva un motuproprio a rovesciare tutto, e pretende che come i ciuchi noi pieghiamo il collo e sosteniamo oggi l'esatto contrario di ciò che sostenevamo fino a ieri.
    Siamo al "credo quia absurdum" in versione papista. Ma siccome nemmeno il Papa può cambiare il bianco in nero e il vero in falso, i casi sono due: o han sbagliato Paolo VI e GPII, o ha sbagliato BXVI.
    Nel dubbio, io sto con la Tradizione, e perciò: messale abrogato.


    E a proposito di volgare sarcasmo, rimando a una nota del "vescovo" Pivarnuas, sedevacantista, che illustra bene i giri di valzer di Lefebvre circa la cattolicità della Chiesa di Roma, alternativamente affermata e negata: evidentemente la virtù della coerenza faceva gran difetto al povero Lefebvre.
    http://www.cmri.org/ital-102prog3.html

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  99. E così l'obbedientissimo cattolico LUDOVICO XYZ (ma quanto siete arditi nell'ombra: chi agisce nell'ombra?) reputa parere privato un documento redatto da una Commissione cardinalizia al più alto livello dal papa che aveva scomunicato Lefebvre, quindi non sospettabile di simpatie lefebvriste, ufficialmente convocata per stabilir una volta per tutte ad altissimo livello se sul piano giuridico il messale di S. Pio V fosse stato abrogato o meno.
    La commissione dà il suo responso: non è stato abrogato. Ma questo responso non ha valore.
    Il nuovo Papa con un motu proprio riprende e conferma quel giudizio e decide di liberalizzare, in modo peraltro abbastanza limitato (forma straordinaria) l'antico rito. Un documento ufficiale molto chiaro, senza riserve implicite che spiega i motivi della suprema decisione. E Ludovico XYZ dall'alto della sua autorità dichiara che il Papa ha errato.
    E invece il Papa, senza dirlo esplicitamente, ristabilisce la giustizia violata
    - sulla buona fede non mi pronuncio - da un altro papa, enigmatico, tentennante e circondato da massoni e modernisti.
    E invece il Papa con questo atto giuridico ha posto fine alla questione, piaccia o meno: la messa di S. Pio V è rimasta sempre in vigore. Se ne ricava che chi l'ha vietata ha perpetrato una somma ingiustizia verso la Chiesa.

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  100. A proposito LUDOVICO: dimenticavo che sei un religioso. Dunque sei un sacerdote ribelle all'autorità del papa regnante.
    E come puoi accusar Lefebvre che disubbidiva al papa regnante per rimaner fedele a tutti i papi precedenti e che chiedeva soltanto di continuar la strada su cui aveva sempre camminato?
    RELIGIOSO ADULTO, con quel che segue.

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  101. Il linguaggio di Lefebvre ha sempre avuto un tono "profetico" che si avvale di immagini drammatiche.
    Egli denuncia gli errori a cui i papi conciliari a suo giudizio indulgono (falso ecumenismo, falsa libertà religiosa, Assisi ecc.): per questo, riprendendo immagini e linguaggio di profezie o visioni (La Salette, Quito ecc.), usa termini come anticristi e distruttori della Chiesa. Del resto è il linguaggio che, mutatis mutandis, usano anche Paolo VI e Giov. Paolo II e Benedetto XVI per dimostrar come Satana imperversi nella Chiesa.
    Ma nello stesso tempo nell'omelia del giorno delle copnsacrazioni episcopali e nella lettera che scrisse ai consacrandi, il presule ricorda loro di rimanere attaccati a Roma, alla Roma di sempre, alla cattedra di Pietro e di rimettere il mandato nelle mani di un Papa che riprenderà la Tradizione.

    A Giov. Paolo II scrive subito dopo l'elezione confermando il suo riconoscimento della legittimità sua e dei papi precedenti.
    Ecco, gli errori di quei papi erano dei dottori privati o di papi la cui persona rifiutava in certi momenti di obbedire alla funzione di papa. Tant'è vero che, a proposito del Credo di Paolo VI, Lefebvre ebbe a scrivere di aggrapparsi a quella professione di fede ed andare avanti sulla via della Verità.
    Distinzione necessaria tra persona questa del Papa e funzione del Papa, del Papa e del dottore privato per capire la mentalità di Lefebvre che grandi teologi e canonisti avevan ben compreso quando dichiaravano che non c'era intenzione scismatica in quelle consacrazioni.

    Certo è molto coerente cercar di demolir Lefebvre con le parole di un vescovo sedevacantista. Neoterici come LUDOVICO, religioso ribelle, s'attaccano a tutto, anche ai sedevacantisti, per aggredir Benedetto XVI. Ché l'obbiettivo è sempe questo: l'attuale papa. E dicono d'essere in comunione!

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  102. No, Ludovico: Paolo VI è andato ultra Concilium se non addirittura contra Concilium. Il Concilio è vincolante per tutti ma non per i Papi? Se così fosse ci troveremmo davanti ad una barzelletta. La Sacrosanctum Concilium stabiliva che cosa poteva o doveva essere fatto e cosa no. Il latino e il canto gregoriano dovevano essere mantenuti, alla faccia della premiata ditta Montini & Bugnini. Così come il Concilio non aveva pensato il celebrante rivolto verso il popolo o la demolizione delle balaustre e neppure la costruzione di nuove chiese che nulla hanno di religioso. Sono solo capannoni simili ai parcheggi per auto nei dintorni di Malpensa. Alessandro

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