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lunedì 27 aprile 2009

Nuova intervista al card. Castrillòn Hoyos



Il card. Castrillòn Hoyos ha rilasciato il 25 scorso una nuova intervista ad una rivista colombiana, Semana. L’intervistatore non pone le domande che interesserebbero a noi: sul lavoro della Commissione Ecclesia Dei, sulle sue prospettive, sul famigerato e mai emanato decreto di interpretazione del motu proprio, e così via. Ecco comunque alcune delle affermazioni del cardinale, quelle di qualche interesse:


- Semana: Lei, che è la persona in Vaticano che più li conosce, non sapeva della posizione di Williamson?
No, non la sapeva. L’ho saputa solo dalla stampa il 5 febbraio [così tardi?], quando era già stato firmato il decreto per revocare la scomunica. Né il Santo Padre, che prima di essere eletto era membro della mia Commissione e conosceva perfettamente quanto stavamo facendo, né gli altri membri la conoscevamo. Il problema sono le interpretazioni date e l’impressione che togliere la scomunica fosse un atto antisemita, il che non ha nulla a che vedere.

- Semana: Però è stato quello che ha causato la polemica mondiale.
Essi furono scomunicati esclusivamente per essere stati ordinati senza permesso. Dopo tutte le consultazioni tecniche, teologiche e giuridiche, si arrivò a quello che il Santo Padre, che noi crediamo avere la luce dello Spirito Santo, chiedeva. Tuttavia non è stata regolarizzata completamente la situazione dei vescovi lefebvriani: non sono più scomunicati, ma non sono regolarizzati.

-Semana: Per fortuna per Lei, Williamson ha ritrattato.
Ha ritrattato, ma non è sufficiente. Non si tratta di chieder perdono alle persone, né alla sua comunità né alla Chiesa, ma cambiare affermazioni che non sono accettabili né per i fatti né per una verità irrefutabile né per la Chiesa. Si è discolpato in modo insufficiente.

-Semana: Alcuni dicono che Lei è stato usato come un fusibile per mitigare il problema.
Questo non è certo. Non ho niente a che vedere con un problema di un signore che nega un fatto storico. I dialoghi coi lefebvriani non sono cominciati. Gesù Cristo ci disse di essere uniti. Con il papa Giovanni Paolo II e ora con Benedetto, abbiamo cercato di raggiungere questa unione, di mirare a tessere la tunica della Chiesa unita con quelli che si separarono in ragione dei cambiamenti liturgici e le interpretazioni. Io resto pieno di entusiasmo aspettando questi dialoghi.

-Semana: Sono state intaccate le sue relazioni col Papa?
Non furono mai intaccate, mai avuto problemi col Santo Padre. Le difficoltà furono chiarite subito.

-Semana: Proseguirà nel Suo incarico?
Quando compiamo 80 anni ci ritiriamo, non abbiamo che dimetterci. Noi non ci sentiamo obbligati a restare.


1 commento:

  1. Sempre disponibile, umile, leale ma fermo. Un uomo vero.

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