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giovedì 23 aprile 2009

Nomine interessanti in Vaticano



Come appare dall'ultimo bollettino della Sala Stampa della S. Sede, sono stati nominati due nuovi consultori della Congregazione del Culto Divino: uno è Mons. Juan Miguel Ferrer Grenesche, vicario generale dell’Arcidiocesi di Toledo, quindi stretto collaboratore da tempo del card. Cañizares, che ora segue nel suo nuovo incarico romano come Prefetto di quella Congregazione. Già essere stato vicario del "piccolo Ratzinger" (il soprannome di Cañizares) è ottima referenza; ma non bastasse, il vicario è stato anche tra gli organizzatori di un corso di insegnamento del rito antico a Toledo, in collaborazione con l’istituto di Cristo Re.

L’altro è mons. Wilhelm Imkamp, rettore del Santuario di Maria Vesperbild (della Pietà), diocesi di Augusta, dove incoraggia con forza la riforma della riforma tramite la celebrazione ad orientem della forma ordinaria insieme a regolari celebrazioni nel rito classico. Lo scorso anno si recò a celebrare al Santuario (in forma ordinaria, ma molto tridentinizzata, in pianeta, dalmatica e tunicella, ad orientem e con comunione in ginocchio: vedi qui) mons. Ranjith, Segretario della Congregazione.

Da segnalare inoltre un'altra nomina: alla Commissione Teologica Internazionale (ente legato alla Congregazione per la Dottrina della Fede, costituito da una trentina di teologi e presieduto dal Prefetto della Congregazione stessa) è stato sostituito il Segretario: il domenicano Charles Morerod prende il posto nella Commissione del gesuita Ladaria Ferrer, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

La Commissione Teologica Internazionale è un organismo molto prestigioso, infinitamente più della quasi ominima Pontificia Accademia Teologica, alla cui presidenza è recentemente arrivato il trad-hater don Manlio Sodi (vedi qui). La Commissione elebora testi di grande rilievo, pur se sprovvisti di autorità magisteriale: l'ultimo inerente la speranza di salvezza dei bambini morti senza battesimo, in cui si propone il superamento del concetto di limbo (ma la proposta non è stata accolta fin qui dal Magistero) e, nel 2000, un documento (Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato) che spianò la strada alle famose richieste di perdono di Giovanni Paolo II.

Il P. Morerod appare essere teologo molto in sintonia con l'attuale Pontefice, grande conoscitore del tomismo e lucido (leggere: critico) sui problemi attuali della Chiesa. Un'ottima persona, che potrebbe tra l'altro portare un grande contributo nei futuri colloqui teologici con la Fraternità San Pio X.

14 commenti:

  1. La sostituzione del gesuita Ladarìa Ferrer è del tutto normale: nè Bovone, nè Bertone nè Amato quali segretari della Congregazione furono al tempo stesso segretari della commissione teologica internazionale. Alessandro

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  2. La "forma ordinaria" fatta bene non è "tridentinizzata", è semplicemente quello che dovrebbe essere! Mi sono accorto per esperienza che molti di quelli che si dicono "attaccati al rito antico", una volta scoperto il vero rito di Paolo VI, in latino e celebrato come si deve, con il canto e secondo la tradizione della Chiesa, si riconciliano moltissimo con il buon Papa riformatore e capiscono che molti problemi non derivano altro che dalla mentalità abusiva di larghe fasce del clero (e del laicato...) non dalla Chiesa in quanto tale.

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  3. Don Tiddi, mi spiace, ma la forma ordinaria fatta bene, non ha niente a che vedere col rito antico, semplicemente perché quello che in questo articolo viene riferito: la celebrazione ad orientem e la comunione in ginocchio, è estraneo alla nuova messa (sarebbe quasi un abuso). In essa è il prete ad essere il protagonista, che sceglie quale formula o quale orazione, o quale canone adottare, è lui che "fa" la liturgia, mentre nel rito tradizionale egli si pone come lo strumento che agisce in nome della chiesa, seguendo quelle rubriche che nel post concilio vennero talmente demonizzate da essere completamente sostituite con la creatività e oggi l'unica rubrica esistente è appunto quella.
    No, mi spiace, io celebro secondo il N.O. ho celebrato per un anno anche il vetus, ma non c'è paragone assolutamente.

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  4. Ma, don Tiddi, quando si celebra la messa novus ordo in latino, ad orientem, con i canti in gregoriano ecc. (che non deve essere affatto male, ne convengo), non vale la pena di fare un piccolissimo sforzo in più e optare decisamente per il vetus??? Perché darsi tanta pena per avvicinarsi il più possibile alla tradizione, quando la tradizione è lì a portata di mano??? Sempre che questo non sia un modo per evitare fulmini episcopali (ma se un vescovo ha in uggia il vetus ordo difficilmente lascerà passare indenne un novus in latino...).

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  5. Don Tiddi mi spiace contraddirLa.
    Io ho più volte assistito alla Messa di Paolo VI celebrata benissimo ed addirittura in latino.
    Penso di essere stato anche un buon cerimoniere con questo rito.
    Da quando ho ri-scoperto il santo e venerando rito antico penso sempre più spesso che sto attraversando un periodo di grande ricchezza spirituale.
    Don Gianluigi e don Jacopo hanno molto bene risposto alla Sua simpatica "provocazione" .
    Il rito romano antico, che si è sedimentato nel corso dei secoli, non è l'invenzione a tavolino, sia pur in buona fede, di alcuni che hanno bramato il desiderio di lasciare il loro segno nella storia della Chiesa, ma il consolidamento di una fede che si è fatta liturgia.
    La nuova Messa è datata, anni 60 post bellici, voglia di nuovo e di cambiamento, quella antica è semplicemente eterna.
    Nessuno si poteva illudere che l'antico modo di celebrare potesse essere dimenticato...
    La Provvidenza Divina vede e provvede...
    A.C.

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  6. Salvo qualche comunità, non mi risultano parrocchie in cui si celebri in latino il N.O. nelle città e nei paesi che meglio conosco.
    La celebrazione ad orientem poi non la vedo da decenni.
    Comunque un N.O., celebrato in latino, con adeguato canto e rispetto delle rubriche è indubbiamente più dignitoso di quello cui normalmente è dato assistere. Che abbia la profonda sacralità del rito antico non è sostenibile.
    Ieri mi raccontavano d'un gesuita siciliano (che pure è persona di cultura) che riformula la Messa - e fin qui niente di nuovo - ma gira fra le panche per dar la comunione, oltre ovviamente alla "pace".

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  7. Che ci sia qualche sparuta celebrazione del Novus Ordo fatta in latino, ad orientem e con grande dignità e sacralità è un fatto positivo; tuttavia tra una messa che cerca di imitare il vetus ordo e una messa in vetus ordo io non ho nessuna esitazione: preferisco l'originale.

    Le imitazioni, per quanto ben riuscite, restan sempre delle copie.

    Antonello

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  8. Nomine interessanti queste, soprattutto per me profondamente legato al rito antico al quale però non posso partecipare perché il mio vescovo non lo permette ed impone a tutti di partecipare al novus ordo.

    Questo è il tenore di un mio intervento in un blog non tradizionale ma che a volte sembra guardare favorevolmente il rito antico. In questo blog le nomire in questine son presentate positivamente....ma il mio intervento non è stato pubblicato.
    :))

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  9. Una buona nomina sarebbe quella di un nuovo arcivescovo di Friburgo se è vera la notizia per cui l'attuale titolare mons. Zollitsch(che tra l'altro è pure presidente della conferenza episcopale tedesca) avrebbe affermato che "Gesù non è morto per i peccati della gente come se Dio avesse preparato un'offerta sacrificale, un capro espiatorio.
    Piuttosto, Gesù ha offerto soltanto "solidarietà" con i poveri ed i sofferenti".


    Antonio

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  10. Antonio, mi potresti indicar la fonte, l'originale di tale affermazione?
    Il tedesco non lo mastico, ma posso farmi tradurre tale dichiarazione da persone di madrelingua o espertissimi, in modo da esser certo dell'enormità
    di questa eresia.

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  11. Intervista originale a mons. Zollitsch
    nell'originale tedesco (video):

    http://www.kreuz.net/article.9028.html

    Articoli su blogs in inglese:

    http://cathcon.blogspot.com/2009/04/denial-of-heart-of-catholicism-by-head.html

    http://rorate-caeli.blogspot.com/2009/04/christ-did-not-die-for-sins-of-people.html

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  12. Un altro indirizzo per il video dell'intervista è questo:

    http://de.gloria.tv/?media=25131


    Antonio

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  13. Prof. Pastorelli,poi ci faccia sapere l'esatta dichiarazione dell'arcivescovo.

    Antonio

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