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martedì 17 febbraio 2009

La collera di un Arcivescovo africano



Dal sito ultraprogressista Golias traduciamo questo articolo interessante, perché ci offre qualche elemento sulla Chiesa d’Africa. Aggiungiamo una cosa: nonostante le dichiarazioni dell'Arcivescovo, nella sua arcidiocesi è stata comunque da poco iniziata la regolare celebrazione della Messa tridentina: v. questo sito.


Mons. Buti Joseph Tlhagale, arcivescovo di Johannesburg, esprime la sua inquitudine in un intervista accordata alla rivista missionaria Nigrizia [rivista dei Padri Comboniani, di tendenza progressista] circa il Sinodo per l’Africa previsto in ottobre 2009 a Roma e che, secondo lui, rischia di essere ben poco africano. Per questo prelato, in effetti, l’Assemblea sinodale avrebbe dovuto tenersi sul continente africano [dove sarebbe costata immensamente di più, visto che in Vaticano le strutture logistiche per questi incontri sono già a disposizione]. Di fatto, l’arcivescovo di Johannesburg non critica solo il luogo del Sinodo ma anche il suo contenuto che traspare dai lineamenta (lavori preparatori) presentati nel 2006. Mons. Tlhagale punta in particolare l’esclusione di temi che sono tuttavia brucianti come quello dell’obbligo del celibato dei preti [si tratta di argomento "bruciante" da circa mille anni, da quando fu sancito l’obbligo del celibato per tutto il clero di rito latino; ha senso quindi trattarlo in un Sinodo dedicato ad un singolo continente?]. E soprattutto, i vescovi avranno un tempo limitato di intervento, 5 minuti, a rischio di essere così neutralizzati nei discorsi di disturbo che potrebbero aver a cuore di tenere [due osservazioni: il problema di questi incontri è proprio l’inutile verbosità; un sintetico discorso di pochi minuti è immensamente più efficace, e giocoforza diretto e sincero, di uno sproloquio interminabile. Secondo punto: perché dei vescovi dovrebbero voler effettuare "discorsi di disturbo"? E’ con questa attitudine che si va ai sinodi?]. Il Vaticano si mostra in generale sempre più refrattario ad ogni idea di inculturazione e intende imporre ovunque un modello romano conservatore, benché discreditato in Europa occidentale [veramente negli ultimi decenni in Europa ha prevalso il modello antiromano e progressista, coi risultati che vediamo. Ciascuno giudichi quale è il più discreditato]. Alla Curia, al momento, non ci sono più capi di dicastero africani, mentre sotto Giovanni Paolo II ve ne erano due: l’anglofono Francis Arinze e il francofono Bernardin Gantin.


Benedetto XVI potrebbe tuttavia promuovere alla testa di un dicastero romano l’arcivescovo Robert Sarah, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, o far venire a Roma uno dei due cardinali seguenti, più romani dei romani, e che tendono a emergere come possibili papabili neri: Policarp Pengo di Tanzania e Théodore-Adrien Sarre del Senegal [bei nomi di battesimo, non c’è che dire!].

3 commenti:

  1. Esattamente tra un mese il S. Padre si recherà il viaggio apostolico nel continete africano. E durante questo viaggio celebrerà Santa Messa in occasione della pubblicazione dell’Instrumentum Laboris della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, nello Stadio Amadou Ahidjo di Yaoundé.
    Se poi il Sinodo si svolgerà a Roma sarà occasione per il S. Padre di incontrare i Padri sinodali e, se lo riterrà opportuno, trattenerne qualcuno a Roma.

    Dall'articolo sembra quasi che il S. S. Benedetto XVI abbia allontanto i cardinali africani. Vorrei precisare che S. E. Rev.ma il Sig. Card. Bernardin Cardinal Gantin, dopo 27 anni ministero presso la Curia Romana (dove era stato chiamato da S. S. Paolo VI) lasciò per motivi di età l'incarico di Prefetto della Congregazione dei Vescovi nel 1998. S. S. Giovanni Paolo II lo sostituì con un cardinale italiano (S.E.Rev.ma il Sig. Card. Re.) che ricopre ancora tale incarico.
    Mentre S. E. Rev.ma il sig. Card. Francis Arinze ha appena lasciato l'incarico di Prefetto di una congregazione romana anche lui per motivi di età. S. S. Benedetto XVI lo aveva promosso alla sede vescovile che fu sua imemdiatamente dopo la sua elezione a Sommo Pontefice.

    PS non ho capito il riferiemnto ai nonmi di battesimo: Policarpo e TeodoroAdriano.

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  2. La Chiesa in Africa ha molti problemi legati anche alla sua stessa cultura profondamente ANIMISTA....

    Il card. Gantin e Ratzinger erano due grandi amici, Ratzinger teneva in alta considerazione le opinioni di Gantin attraverso le quali potè comprendere anche la questione complessa CULTURALE legata all'ex mons. Milingo....

    La Chiesa in Africa SOFFRE DI UN GRAVE COMPLESSO DI INFERIORITA' per il quale occorre pregare che i vescovi soprattutto di recente nomina fatti da Benedetto XVI, sappiano LIBERARSI di questo complesso e guardare alla COMUNIONE ECCLESIALE senza che questa impedisca loro di esprimersi con la cultura che gli è propria....

    Non dimentichiamo che si confonde facilmente l'identità culturale di un popolo-Nazione, con le NORME UNIVERSALI DELLA CHIESA VALIDE IN OGNI CONTINENTE....
    non si tratta solo di NON voler vedere più donne a tette di fuori durante l'offertorio alla Messa del Pontefice, ma di capire che dietro a questo si nasconde la deriva DOTTRINALE delle più elementari Norme che disciplinano una Chiesa atta ad EDUCARSI E A RISPETTARSI e a gratificarsi CRESCENDO e non impoverendosi...

    Infine il problema Africa è legato anche all'espansionismo di matrice PROTESTANTE....e con gruppi Onlus non governativi (che non professano alcuna fede) che con la scusa delle opere di carità, seminano una falsa cultura etica e morale come la contraccezione, il controllo delle nascite, la poligamia, ecc...

    Il Sinodo sarà una grande opportunità e da quel che si sa si svolgerà in Africa non a Roma...il Papa ricverà i delegati alla chiusura se non ho capito male....

    Fraternamente CaterinaLD

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  3. Speriamo che, se il Papa ne deve trattenere qualcuno a Roma, si tratti di vescovi cattolici e non di stregoni. E neppure di ambiziosi collerici.

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