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giovedì 12 febbraio 2009

Il Papa agli Ebrei in udienza oggi

Dall’allocuzione odierna di S.Santità Benedetto XVI ai membri della Conference of Presidents of major American Jewish Organizations (estratto tradotto a cura di Messainlatino.it – testo originale integrale in inglese su Vatican.va - sottolineature nostre)

[..] La Chiesa è profondamente e irrevocabilmente impegnata a rigettare ogni antisemitismo e a continuare a costruire relazioni buone e durevoli tra le nostre due comunità. Se c’è un’immagine particolare che esemplifica questo impegno, è il momento in cui il mio amato predecessore Papa Giovanni Paolo II ristette al muro occidentale in Gerusalemme invocando il perdono di Dio per tutte le ingiustizie patite dal popolo ebraico. Io ora faccio mia questa preghiera: “Dio dei nostri padri, tu scegliesti Abramo e i suoi discendenti per portare il Tuo Nome alle Nazioni; noi siamo profondamente rattristati dal comportamento di coloro che nel corso della storia hanno causato a questi Tuoi figli sofferenze e chiedendo il Tuo perdono vogliamo impegnarci a una autentica fratellanza col popolo dell’Alleanza” (26 marzo 2000)
L’odio e il disprezzo per uomini, donne e bambini che fu manifestato nella Shoà fu un crimine contro Dio e contro l’umanità. Questo dev’essere chiaro a chiunque, specie a coloro che si pongono nella tradizione delle Sacre Scritture, per le quali ogni essere umano è creato ad immagine e somiglianza di Dio (Gen. 1, 26-27). E’ fuori discussione che ogni diniego o minimizzazione di questo terribile crimine è intollerabile e del tutto inaccettabile. Recentemente, in una pubblica udienza, ho riaffermato che la Shoà dev’essere “un avvertimento per tutti contro l’oblio, la negazione o il riduzionismo, poiché la violenza commessa contro un singolo essere umano è violenza contro tutti” (28 gennaio 2009)
Questo terribile capitolo nella nostra storia non deve mai essere dimentica. Il ricordo – si dice giustamente – è memoria futuri, un avvertimento per il futuro e uno sprone per cercare la riconciliazione. Ricordare è fare tutto quanto in nostro potere per prevenire ogni reiterazione di una tale catastrofe nell’umana famiglia, costruendo ponti di amicizia durevole. E’ la mia fervente preghiera che la memoria di questo crimine allucinante possa rinforzare la nostra determinazione di sanare le ferite che troppo a lungo hanno macchiato le relazioni tra Cristiani ed Ebrei. E’ mio cordiale desiderio che l’amicizia che noi godiamo possa crescere perfino più forte, cosicché l’impegno irrevocabile della Chiesa per relazioni rispettose e armoniose col popolo dell’Alleanza portino frutto in abbondanza.

Ed ora, dopo queste ulteriori parole che-più-chiare-di-così-non-si-può, noi di Messainlatino.it ci auguriamo che sia il Papa sia, nel nostro piccolo, noi tradizionalisti, possiamo tornare ad occuparci di qualcosa d’altro che non degli Ebrei.

8 commenti:

  1. D'accordo col Papa e col vostro commento. Però il discorso pontificio m'appare un'occasione mancata per chiedere una volta per tutte agli Ebrei un atteggiamento di reciprocità, senza il quale non può esserci dialogo ma solo prepotente monologo. A cui io non intendo cedere.

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  2. Concordo con l'esimio Dante Pastorelli; anche se ritengo che tale atteggiamento sia necessario sopratutto nei gradi più bassi della Gerarchia Ecclesiastica, sin troppe volte preda di deliri ecumenici con gli ebrei.

    ed inoltre concordo con la redazione ove afferma che finalmente si può tornare a parlare di altro che non sia la tribù di giuda....
    saluti cordiali

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  3. I paletti è l'alta gerarchia che deve piantarli, e ben solidamente.

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  4. Credo che il discorso di oggi abbia avuto lo scopo di spianare la strada al viaggio in terra Santa. Li si ci saranno le occasioni vere per seminare e testimoniare Gesù Cristo.

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  5. Credo,in nome della decenza e del buongusto che esplicitano il concetto di misura,che la questione sia giunta ad un livello di un tale parossismo da farci sospettare che una delle due parti si stia ora prendendo gioco dell'altra,a tal punto da farla apparire ridicola.Intelligenti pauca.Se cosi' e',ridera' bene chi ridera' per ultimo....

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  6. Cari amici,
    ieri sera sul canale satellitare 543 di Sky, canale bilingue tedesco-inglese, della "prestigiosa e storica" Deutsche Welle ( con le sue trasmissioni radiofoniche raggiunge tutt'ora gran parte del globo terrestre...e ora anche con trasmissioni televisive...poveri noi!), ecco spuntare in seconda serata, un'intervista al superiore del distretto tedesco della FSSPX (il programma in questione è Politik Direkt). Perchè proprio un programma di politica tedesca va a interessarsi della FFSPX? Se in Italia si sono parzialmente "assopite" le tante voci di asprissima critica al Santo Padre per la revoca della scomunica ai 4 Vescovi della FSSPX e al caso Williamson, e dico "assopite", perchè sotto-sotto si mormora ancora, nell'attesa di una succulenta notiziola in anteprima, passata a loro (giornalisti) dagli amici degli amici di qualcuno che lavora in qualche ufficio della Curia Romana, precisamente sulla FSSPX, su Williamson, da poter commentare a dovere sui loro giornali; in Germania, questo era il contenuto del programma Politik Direkt di ieri sera, la polemica non è affatto "assopita" sulla decisione del Santo Padre, che tutt'ora, interessa direttamente tutta la politica tedesca (accidenti!) e se ne discute ancora (non hanno evidentemente nient'altro da fare...mi viene da supporre..). L'intervista al superiore del distretto tedesco della FSSPX mi è parsa soddisfacente per le risposte date da questo mite sacerdote (così mi è sembrato), ma cosa volete farci, l'intervistatore doveva assolutamente scovare a mò di detectiv, il vile serpente dell'antisemitismo nascosto sotto l'abito talare dell'intervistato. Ecco spuntare ad hoc,( nel montaggio di questi servizi giornalistici, i tedeschi sono abili manovratori..specialmente quando si parla di Chiesa Cattolica..), alcune pubblicazioni della FSSPX con contenuti "espliciti" di antisemitismo. A condire la pietanza, un'intervista, suppongo si tratti di un responsabile delle comunità israelitiche in Germania, il quale afferma: Williamson non è che la punta di un iceberg, tutta la Fraternità (Pius Bruderschaft) è infettata dal virus negazionista e antisemita. Pare di capire che per gran parte della intelligentia tedesca,per tradizionalista cattolico, equivale ad antisemita, negazionista,contro il dialogo ecumenico e tra le altre religioni, propugnatore di una teologia medievale (superata e da scartare), amante di pizzi e merletti (riguardo alla liturgia V.O. che non è affatto tutta pizzi e merletti..sciocchezze), e ancora..,ostinatamente persuaso che solo nella Chiesa c'è salvezza etc. etc. A questo punto mi chiedo se gli interventi del Santo Padre sul dialogo con gli Ebrei, sulla condanna dell'Olocausto, sulle motivazioni che lo hanno portato a revocare la scomunica ai 4 Vescovi, sulla netta distanza presa nei confronti delle dichiarazioni del Williamson, della telefonata alla Merkel..., siano arrivate e comunicate in Germania. Non spetta a me difendere la FSSPX, ma sono un tradizionalista cattolico e non mi sento per nulla nè un antisemita nè un negazionista. Questa bufera mediatica contro la tradizione cattolica,( non è solo diretta alla FSSPX), non mi intimorisce, anzi è occasione per me di pregare ancor più per quanti come me amano e difendono la tradizione cattolica e la Santa Messa e in modo particolare per quelli che trovano nelle loro comunità e diocesi, difficoltà ad essere compresi, capiti, accolti come fratelli (come non pensare a chi è è in ricerca vocazionale e non trova comprensione e luoghi dove poter vivere la sua vita di Sequela del Signore secondo la tradizione). Prego per tutti, anche per quanti hanno il cuore indurito, non si lasciano plasmare dalla grazia divina.
    Penso a quei prebiteri, religiosi, teologi e vescovi della Germania, terra in cui ho vissuto 20 anni. Non voglio fare nomi, ma ricordatevi che chi, da quella Nazione, si è mosso contro il Santo Padre, il Vicario di Cristo, ha espresso dubbi, critiche e giudizi (sempre disobbedienti!)...,sono gli stessi che hanno criticato, giudicato in malo modo Giovanni Paolo II, gli stessi che negli anni di dura prova e sofferenza del Servo di Dio, andavano a dire in giro e privatamente: si dimetta, non serve più!
    Ma quali difensori del Concilio, dell'Ecumenismo..., questi vanno avanti solo per seminare cattiva zizzania nella Chiesa. Li ho conosciuti tutti e so cosa alberga nel loro cuore...Il Concilio? Che ne sanno loro? Come lo hanno applicato? Nelle loro parrocchie è praticamente scomparsa la Confessione sacramentale, la preghiera del Rosario, i Tabernacoli non si sa più dove trovarli e dove li hanno nascosti, di Adorazioni Eucaristiche nemmeno il ricordo. Solo Messe festosissime in cui il celebrante si presenta con camice e stola, chi usa la casula farebbe meglio a nasconderla per i colori variopinti da cui non si riesce a capire se si è in Avvento, se è il tempo Ordinario o se è la memoria di un martire...,già l'arcobaleno (ma chi confeziona stè casule?). Messe sempre attorniate da un folto gruppo di chierichetti/e, e non si comprende che ruolo hanno e che ci fanno all'altare. Celebrante che praticamente spiega tutta la messa, gesti, parole etc. è un dialogo allegro e compiaciuto con l'assemblea (che "deve" essere informata e formata su quanto si compie all'altare..., accidenti! perdonatemi..., loro preferiscono chiamarlo "mensa") . Ecco la loro "Cena del Signore", e non meravigliatevi se hanno così tanta paura della Messa V.O. e la avversano con tutto il fiato che hanno nei polmoni, perchè non sono stupidi, lo sanno, lo sanno che cosa è la Messa V.O., quali Divini Misteri sono in Essa celebrati. Vorrei, per finire, chiedere una preghiera speciale per l'autore di questo blog e tutti i loro simpatizzanti lettori, come la gent.ma Caterina 63 che stimo tanto e sento molto vicina: sì, pregate per il Sud Italia, la Sicilia in particolar modo e la Calabria. Noi, legati profondamente alla Tradizione, non abbiamo nè possiamo sognare una Santa Messa V.O. Il problema è trovare un sacerdote in grado di celebrarla e se vuole celebrarla (ha paura, ha paura!), siamo isolati, o meglio per trovarci tra di noi occorrerebbe mettere un annuncio pubblico..., eppure ci siamo, sì, ci siamo e tanto vorremmo che si aprisse un seminario tradizionale dalle nostre parti( che non chieda danaro perchè le nostre famiglie non possono permetterselo e ci risulta che altri seminari tradizionalisti chiedono una retta mensile o annuale salatissima). Aspettiamo ancora i Francescani dell'Immacolata..., ma la loro attenzione è più per le terre di missione: non lo siamo anche noi terra di missione?
    Fraternamente e a tutti un grande abbraccio.
    Bruno 64

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  7. Si',caro Bruno, siamo terra di missione,a cominciare dalla Citta' del Vaticano.Sapessi quanti modernisti e massoni ,ed anche atei,ci sono la'dentro,ti meraviglieresti della sussistenza formale(talora manco quella)della Santa Chiesa che,se ancora non e' subissata,si deve al sano Popolo di Dio,a qualche santo sacerdote ed al Sommo Pontefice che,tutto sommato,e' "assicurato"dalla specifica promessa dell'Uomo-Dio.Rifletti su una sola cosa.Se ai tempi di S.Pio X ci fu bisogno del Sodalitium Pianum,immagina oggi,in pieno,imperturbato, e maturo svolgersi dei venti post-conciliari,in che situazione possiamo mai essere.Io mi meraviglio TUTTE LE MATTINE,aprendo il televisore per sentire le ultime notizie,di sapere che il Papa e' ancora vivo.Non sto scherzando!

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  8. Certo che il Papa,a furia di scuse e controscuse,si e' messo proprio una bella ipoteca pure sugli starnuti.Avete visto quanti dentro e fuori la Chiesa hanno alzato la cresta senza che succedesse niente.Ci si sono messi tutti,persino voi dite un gesuita che parla su Radio Vaticana,conferenze episcopali,cardinali,vescovi,preti,ebrei,politici.Mai si era assistito ad un linciaggio simile.Si e' scelta la peggiore delle risposte:mi scuso,non lo faccio piu'.Temo che il Papato ne esca in istato di liberta' vigilata,di tutela insomma,che non lascia presagire niente di buono.

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