Nostro Signore nel cassetto in una chiesa del Gruppo Abele di Ciotti.
Il tavolo da cucina e il "cassetto delle posate" usati per riporre Nostro Signore, sarebbero il Tabernacolo del SS. Sacramento?
Grazie all'amico Michele per la segnalazione.
Luigi
Chi ha visitato il complesso della Certosa di Avigliana in provincia di Torino, ex convento, oggi trasformato in struttura ricettiva e centro di formazione, aperto a tutti, “luogo di formazione e ospitalità “,affidata al Gruppo Abele di don Luigi Ciotti, è rimasto colpito dalla bellezza del luogo. Nell’antica chiesetta, risalente al XV secolo, recentemente restaurata, tutt’ora consacrata e officiata, l’altare è un tavolo da cucina con ripiano di marmo che, secondo le indicazioni del sito, fu la mensa dei primi ospiti del Gruppo Abele. Osservando poi la luce rossa che segnala la presenza del S.S. Sacramento, si è naturalmente indotti a cercare il tabernacolo o almeno il luogo ove Esso è riposto, quello che con terminologia orribile, viene oggi denominata la “Custodia Eucaristica”. Dopo qualche tentativo per individuare un angolino, una mensola o una colonna ben nascosta, si si è costretti a domandare allo zelante Sacrestano dove si trovi il Santissimo Sacramento, e si rivela l’impensabile e che cioè le Specie Eucaristiche sono finite nel cassetto del tavolo-altare, presentato con tronfia fierezza liturgica come “Gesù in mezzo ai poveri”.
Si tratta di una vera e propria profanazione canonicamente perseguibile. Non soltanto perché l’altare non risulta sia consacrato, ma per il trattamento riservato a Nostro Signore occultato in un cassetto come qualsiasi stoviglia e che nessun culto dell’uomo, sia pure sofferente, può giustificare.
Cosa ha da dire l’Arcivescovo Roberto Repole ?
Michele Di Pietro