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giovedì 21 aprile 2022

Controstoria del Movimento liturgico #25 - La forma del monaco: Mauro Wolter (1825-1890)

25º appuntamento della rubrica sulla storia del Movimento Liturgico a cura del M° Aurelio Porfiri.
Oggi ci presenta la figura del monaco benedettino Mauro Wolter 

Qui i precedenti medaglioni.

La forma del monaco: Mauro Wolter (1825-1890)

Il contributo dato dai benedettini allo studio della liturgia e alla sua evoluzione non potrà mai essere troppo enfatizzato. Abbiamo già visto come uno dei padri del rinnovamento recente e di quello che poi verrà definito Movimento Liturgico è quel Prosper Guéranger a cui ancora oggi molti fanno riferimento per abbeverarsi ad una sana spiritualità liturgica. Ma molti altri saranno protagonisti dello studio della liturgia, tra cui Mauro Wolter, tedesco, che fu attivo al monastero di san Paolo a Roma e fondatore della Congregazione di Beuron, coadiuvato dal fratello Placido (1828-1908). Mauro fu autore anche di opere varie, tra cui una in 5 volumi sulla liturgia chiamata Psallite sapienter. Mauro Wolter scrisse anche un importante testo di spiritualità monastica.

Se non possiamo negare l’importanza iconica che ebbe una figura come quella di dom Guéranger nell’avviarsi del Movimento Liturgico, non si può però ignorare anche l’opera dei fratelli Wolter in questo senso. Certo i due uomini erano diversi e mentre in dom Guéranger si poteva apprezzare una maggiore attenzione per la familiarità nei rapporti anche nella vita del monaco (con i limiti dovuti) in Wolter vi era una maggiore attenzione all’etichetta e tutto, nella sua visione, sembrava quasi ritualizzato (1). Non che a Solesmes non fosse anche presente questa ritualizzazione della vita monastica ma nell’idea del fondatore della Comgregazione di Beuron l’idea era spinta ancora oltre, pur se anche egli si abbeverò di persona a quanto a Solesmes si andava elaborando, trascorrendoci alcuni mesi. Era probabilmente importante la concezione di Guéranger per cui l’esistenza del monaco “è elevata da una sfera inferiore a una sfera superiore, in cui essa è come divinizzata” e tutto questo doveva risaltare non solo nelle celebrazioni liturgiche, quando essi erano alla presenza di Dio ma anche dei fedeli, ma anche quando essi fossero stati davanti alla presenza dei confratelli o soli con Dio, essi dovevano sempre configurare quella forma esistenziale che li modellava per una esistenza soprannaturale.

Dom Mauro Wolter comprendeva che una via maestra a questa superiore conformazione era quella della musica e dell’arte, ecco perché già dal 1870 stabilì a Beuron una scuola di canto liturgico e di arte sacra, per quest’ultima una scuola che è proseguita con personaggi anche importanti come il monaco olandese Jan Verkade (1868-1946), che acquisterà una certa importanza nel panorama pittorico del secolo passato.


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NOTE 

(1) CENTRO STUDI AVELLANITI (2002). Monachesimo e vita religiosa: rinnovamento e storia tra i secoli XIX-XX . Il Segno dei Gabrielli editore.

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