Ecco la traduzione italiana delle 9 domande che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha inviato ai Vescovi USA (di cui MiL aveva dato notizia ieri sera in anteprima, si veda QUI) sull'applicazione del Summorum Pontificum, 13 anni dopo l'entrata in vigore.
Riprendiamo la traduzione di Chiesa e Post Concilio.
Qui il testo della lettera accompagnatoria:
CONGREGAZIONE
PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
PROT. N02/2020-ED
Città del Vaticano
Palazzo del Sant’Uffizio
7 marzo 2020
Eccellenza Reverendissima,
tredici anni dopo la pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum emanato da Papa Benedetto XVI, Sua Santità Papa Francesco desidera essere informato sull’attuale applicazione del documento summenzionato.
A tal fine, questa Congregazione, a cui sono state affidate le competenze di quella che fu la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, gradirebbe che Lei inoltrasse il questionario in allegato a tutti i vescovi della Sua nazione, affinché si possa realizzare nelle loro rispettive diocesi l’inchiesta richiesta.
Le sarei grato se potesse inviare i risultati dell’inchiesta a questa Congregazione entro il 31 luglio 2020.
RingraziandoLa in anticipo per la Sua preziosa collaborazione, colgo l’occasione per rinnovare i sensi della mia più alta considerazione.
Resto devotissimo di Vostra Eccellenza,
Luís F. Card. Ladaria, SJ
Prefetto
***
Queste invece le 9 domande:
CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDE
CONSULTAZIONE DEI VESCOVI SULL’APPLICAZIONE
DEL MOTU PROPRIO
SUMMORUM PONTIFICUM
(Aprile 2020)
Diocesi:
Ordinario:
- Qual è la situazione all’interno della Sua diocesi riguardo alla forma straordinaria del Rito Romano?
- Se vi è celebrata la forma straordinaria, ciò è dovuto a una necessità pastorale reale o è promosso dall’iniziativa di un singolo sacerdote?
- Secondo Lei, esistono aspetti positivi o negativi nell’uso della forma straordinaria?
- Le norme e le condizioni del Summorum Pontificum sono rispettate?
- Ritiene che all’interno della Sua diocesi la forma ordinaria abbia adottato elementi della forma straordinaria?
- Per la celebrazione della Messa, Lei usa il Messale promulgato da Papa Giovanni XXIII nel 1962?
- Oltre alla celebrazione della Messa nella forma straordinaria, vengono svolte altre celebrazioni (per esempio il Battesimo, la Confermazione, il Matrimonio, la Penitenza, l’Unzione degli Infermi, l’Ordinazione, l’Ufficio Divino, il Triduo Pasquale, i riti funebri) secondo libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II?
- Il motu proprio Summorum Pontifucum ha influenzato la vita dei seminari (il seminario della diocesi) e di altri istituti di formazione?
- Tredici anni dopo il motu proprio Summorum Pontificum, qual è il Suo giudizio sulla forma straordinaria del Rito Romano?
Quel che maggiormente rattrista è quella carta intestata "Congregation for the Doctrine of the Faith". Si compie l'auspicio espresso 32 anni fa dalla mia insegnante d'inglese, secondo cui non aveva alcun senso che la Santa Sede continuasse a usare il latino mentre, se avesse voluto veramente essere universale, avrebbe dovuto adottare l'inglese.
RispondiEliminaRisponda alla sua insegnante che in chiesa si celebra la messa, non è un luogo per praticare l'inglese, lingua tutt'altro che universale visto che non è compresa da miliardi di persone.
EliminaCosa c'è dietro questa subdola pantomima tipicamente bergogliana ?. La maggioranza dei vescovi che proibisce con vari pretesti il MP che hanno fatto pressioni presso il Vaticano per abolirlo, risponderanno che non interessa ai fedeli anzi è nocivo e quindi da proibire ai giovani sacerdoti e seminaristi. Da noi scontata la biliosa risposta della CEI la quale,indifferente alla desertificazione della pratica religiosa, non sa fare altro che impedire con ogni mezzo la celebrazione tradizionale. E' il classico ingannevole e manovrato referendum dei regimi dittatoriali per estorcere il consenso e giustificare la repressione. Il disinvolto manipolatore dei Sinodi che allontana i fautori del MP ( vedi Burke e altri! )non è certo affidabile !
RispondiEliminaE' un questionario, diamine! Cercare sempre la malizia in ogni dove mi sembra molto poco cristiano.
EliminaI questionari referendum storicamente sono quasi sempre un trucco per far credere che un'Autorità la quale, subdolamente, vuole imporre una volontà più o meno recondita,non agisce come un dittatore ma sulla base della volontà di una ampia maggioranza. Poco cristiano è accusare di non esserlo coloro che esprimeno dei dubbi che, a quanto sembra, si stanno rivelando più che fondati.
Eliminascusi anonimo delle 11:18, dove l'avrebbe vista la nostra malizia?
RispondiEliminaMi pare ovvio che stanno preparando il terreno per abrogarla perché "caduta in disuso e crea isolamenti tra la comunitá"...
RispondiEliminaMa chiedo viene svolto un questionario rivolto ai Vescovi in cui si può sinceramente riferire quanto scaturisce dalla Santa Messa conforme al Messale del 1962?
RispondiEliminaAllora si chiama raffronto, ma strano che invece si metta sotto controllo ciò che è sempre stato valido per tutti da sempre ovunque.
Il questionario fa parte delle truffe iniziate dai novatori dal CVII. I dati statistici che forniranno i vescovi saranno del tutto inattendibili perché la limitata frequenza al VO è frutto di proibizioni, intimidazioni e ostacoli nei riguardi dei sacerdoti e fedeli. Una statistica onesta richiederebbe parità di condizioni. Permettano i biliosi mitratelli prima la celebrazione nelle parrocchie e basilche e poi facciano le statitiche: ma ne hanno paura perchè, nonostante tutto il VO è in espansione. Conosco i due viceparroci di una grande parrocchia paracentrale di Roma che vorreggero celebrare VO almeno una volta le domeniche ma il parroco li ha dissuasi per non avere rogne; qualche volta hanno celebrato semiclandestinamente in chiese isolate.
RispondiElimina"In che posso servirla ?" chiese Don Rodrigo a frate Cristoforo, ma dal tono il vero significato delle parole era: "Pensa bene chi sono, bada a quello che dici, e sbrigati !". Ecco che cos'è un questionario per Colui Che Vuole Essere Informato, caro il mio 11.18 .
RispondiEliminaSe tutti i coeuts e le organizzazioni di coordinamento in Italia non si mettono d'accordo e forniscono ai Vescovi, con largo anticipo per ciascuna Diocesi, i reali elementi per fornire le risposte richieste, la catastrofe è largamente prevedibile. Ma riusciranno i gruppi e le varie strutture di coordinamento, spesso in aperta o sotterranea lotta fra loro, a coltivare questo intento comune? E i preti che celebrano privatamente o di nascosto, avranno il coraggio di scrivere al loro Vescovo e dire "ebbene sì, anche io la celebro?" Sarebbe opportuno che un rapporto fosse redatto e inviato ai Vescovi di ciascuna Diocesi, e reso pubblico prima che le risposte ufficiali partano per Roma. Ma ci vorrà anche prudenza: ad esempio sarà opportuno far sapere al Vescovo locale che la un coetus di Messa antica ha prodotto tot seminaristi o postulanti, che però si sono ovviamente ben guardati di entrare in strutture diocesane? Messainlatino ha già molti dati, ma sono incompleti anche per via delle sopra accennate rivalità. Si potrebbe cominciare a completarli.
RispondiEliminaSe Bergoglio decide di eliminare il “problema” abrogando il rito V.O. C’e’ poco da fare.. le scuse le trova sempre. Certo e’ un atto grave irrispettoso delle minoranze che andrebbero cristianamente rispettate. La Chiesa si dimostrerebbe una insopportabile dittatura
RispondiEliminaCondivido pienamente quanto affermato da "lo statistico" con nota del 25 aprile 2020 ore 11,24. Spero che in questa occasione si possa costituire una confederazione pro tempore delle varie associazioni, organizzazioni ecc. mantenendo ognuna le proprie peculiarità ma facendo fronte comune per difendere il rito V.O.
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