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venerdì 25 ottobre 2019

#sumpont2019 -5- Natalia Fenollera, autrice della "signorina Prim"


Il poliedrico Padre Diaz, parroco argentino di rito orientale e, ora, responsabile delle liturgia tridentina nella parrocchia londinese di S Beda, ha introdotto la relatrice, Natalia Sanmartin Fenollera, autrice del romanzo: Il risveglio della signorina Prim, in Italia edito da Mondadori (ora esaurito, in attesa di nuova edizione).

Il romanzo racconta di un villaggio che si ribella contro gli aspetti deteriori della modernità, raccolto intorno ad un monastero di rito antico.

L'autrice ci dice che lo ha scritto dopo la sua scoperta della Tradizione. E come il suo racconto sia spesso travisato, tanto che è stata contattata da femministe o protestanti, che credono di trovarvi elementi a favore delle loro tesi.

La cosa non sorprende, perché nemmeno tra i cattolici odierni si comprende il concetto del Sacrificio, dell'immolazione, che è l'essenza della Messa ma che nel culto
sentimentalistico odierno non si riesce affatto a percepire.


Quando il futuro cardinale Newman, ancora pastore anglicano, iniziava il suo cammino verso la vera Fede, scandalizzò una buona signora di Cheltenham che andò a lamentarsi con orrore dal rettore di Oxford perché un suo sacerdote, ogni mattina,  "celebrava sacrifici". Ecco, almeno lei aveva capito qualcosa. Oggi chi lo sospetterebbe in una messa moderna?

Sempre il card. Newman diceva che la poesia è il rifugio di chi non conosce il cattolicesimo, surrogato di quella  che è la massima e  vera arte e poesia, la liturgia cattolica di sempre.

L'idea banale di Dio che ci trasmette la nuova Messa comporta che diamo un culto ben inferiore a quello che dovremmo e, soprattutto, a quello che servirebbe a sostenere la nostra fede.

L'autrice è tornata alla pratica meditando le parole ora tenere, ora terribili, ora illuminanti, dei salmi, così lontani dalla pratica orizzontale, sentimentalistica e  piatta del novus ordo.

Chi non ha compreso l'idea bizantina della unione del cielo e della terra assistendo ad una santa Messa di sempre, non necessariamente solenne, ma magari letta, in una chiesa mezza vuota?

Enrico

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La Redazione