Montelupone (Macerata). Pochi minuti fa è stata riaperta al culto la splendida chiesa di San Francesco di proprietà comunale dopo le sopressioni degli ordini religiosi nell'ex Stato Pontificio.
La chiesa è stata chiusa per due anni a seguito del terribile sisma del 2016 al pari di tutte le altre belle chiese del paese.
Per due anni i devotissimi fedeli di Montelupone , stupendo paese che faceva parte della fiorente diocesi di Recanati e che vanta a ragione il riconoscimento di " uno dei più belli borghi d'Italia", hanno trovato ospitalità liturgica in un'ex chiesa dismessa dopo l'ultimo Concilio ed utilizzata come teatrino parrocchiale.
L'Amministrazione Comunale, sollecita ai bisogni spirituali della popolazione, ha provveduto in modo encomiabile al restauro e alla messa in sicurezza antisismica della bella e poderosa chiesa medioevale che all'interno venne "rinnovellata" in stile tardobarocco ed abbellita con stupende pale d'altare. (v.sotto)
Non riusciamo a comprendere perchè sono state inserite delle "tristissime" strutture movibili in anonimo stile "moderno" che snaturano la maestosa bellezza del presbiterio: una pedana, un cubo , un grande ambone, uno stranissimo tabernacolo (che qualcuno in paese ha già ribattezzato come
una cassetta per gli attrezzi).
La riapertura post sisma della chiesa di San Francesco poteva essere l'occasione per ricollocare l'altare antico o almeno una parte di esso - quasi a costo zero - rispettando così l'armonia dell'insieme.
Dicitur che l'infelice sistemazione del presbiterio sia stata ispirata da un liturgista forestiero.
Eh già ... quel tipo di "liturgisti" ancora in voga che non paghi di aver intristito in ogni modo la festosa liturgia cattolica con delle cellule cancerogene luterane e calviniste osano ora parlare artificialmente di entusiasmo (v.QUI).
Quale entusiasmo può suscitare l'inserimento di un cubo all'interno dell'area prebiteriale in stile tardobarocco sotto una splendida pala d'altare capolavoro di fede e di arte?
Inutile e patetico voler attribuire significati "cosmici" o rappresentativi del mondo ad un cubo!
Per fortuna si tratta di manufatti movibili anche se sono destinati a rimanere per alcuni anni in attesa del restauro e della riapertura al culto della Collegiata dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, un tempo sede del Capitolo di Canonici istituito da Papa Benedetto XIV l' 11 dicembre 1748.
L'intatta e pia devozione cattolica che caratterizza ancora la spiritualità delle terre lauretane si è concretizzata con l'inserimento all'interno del cubo della Pietra Sacra con le Reliquie dei Santi Protettori della cittadina prezioso dono della Rev.ma Curia Vescovile di Macerata.
All'Amministrazione Comunale, lo ripetiamo, la riconoscente gratitudine per aver riaperto a lode di Dio la splendida chiesa di San Francesco assieme all'auspicio di affidarsi in futuro al validissimo staff liturgico-artistico-storico presente ed operante nella Curia Maceratese: l'ensemble armonioso della chiesa ne sarebbe stato beneficiato e così pure i fedeli di Montelupone che sono, fin dall'epoca medioevale, attenti ed orgogliosi fruitori di quella sacra bellezza "che salverà il mondo".
AC
Su disegno del bresciano Padre Camaldolese Giuseppe Antonio Soratini (1680-1762), a metà del secolo XVIII iniziarono i lavori di rifacimento della Chiesa di San Francesco di Montelupone, in stile tardobarocco, che si mostra in tutto il suo splendore nelle ricchissime decorazioni di stucco presenti all’interno dell’edificio.
Al centro, sopra il portone di ingresso, sono poste tre lapidi e due stemmi.
La prima lapide (senza stemma) recita: Frate Giovanni Cola da Montelupone dell’ordine dei Minori Coventuali figlio di questo cenobio di San Francesco, insigne teologo, grazie alle sue doti d’animo e alle sue singolari virtù, venne creato Vescovo neopatense da Bonifacio IX, Pontefice Ottimo Massimo, 1393; per questo motivo per il nome di un tanto grande uomo, Frate Domenico Santoni P. E. Steg. P. E. nell’anno del Signore 1641.
La seconda lapide ricorda: Sisto V° Pontefice ottimo massimo, dell’ordine dei minori conventuali, Piceno da Montalto, nell’anno della sua vita 65° l’ottavo giorno prima delle calende di maggio (24 aprile) 1585 del suo ottimo pontificato.
Essa è completata dallo stemma di Papa Sisto V.
La terza lapide (con uno stemma che non le appartiene), dice: Ad Amico Panici, nobile maceratese, con grande merito Vescovo di Loreto e Recanati, devotissimo del Serafico Padre e vigilantissimo protettore di questo cenobio.
Frate Domenico M. Santoni O. S. O. P. E. P. nell’anno del Signore 1648.
Lo stemma sovrastante si riferisce probabilmente a un componente della nobile famiglia Tomassini (poi Tomassini Barbarossa N.d.R.).
Non riusciamo a comprendere perchè sono state inserite delle "tristissime" strutture movibili in anonimo stile "moderno" che snaturano la maestosa bellezza del presbiterio: una pedana, un cubo , un grande ambone, uno stranissimo tabernacolo (che qualcuno in paese ha già ribattezzato come
una cassetta per gli attrezzi).
La riapertura post sisma della chiesa di San Francesco poteva essere l'occasione per ricollocare l'altare antico o almeno una parte di esso - quasi a costo zero - rispettando così l'armonia dell'insieme.
Dicitur che l'infelice sistemazione del presbiterio sia stata ispirata da un liturgista forestiero.
Eh già ... quel tipo di "liturgisti" ancora in voga che non paghi di aver intristito in ogni modo la festosa liturgia cattolica con delle cellule cancerogene luterane e calviniste osano ora parlare artificialmente di entusiasmo (v.QUI).
Quale entusiasmo può suscitare l'inserimento di un cubo all'interno dell'area prebiteriale in stile tardobarocco sotto una splendida pala d'altare capolavoro di fede e di arte?
Inutile e patetico voler attribuire significati "cosmici" o rappresentativi del mondo ad un cubo!
Per fortuna si tratta di manufatti movibili anche se sono destinati a rimanere per alcuni anni in attesa del restauro e della riapertura al culto della Collegiata dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, un tempo sede del Capitolo di Canonici istituito da Papa Benedetto XIV l' 11 dicembre 1748.
L'intatta e pia devozione cattolica che caratterizza ancora la spiritualità delle terre lauretane si è concretizzata con l'inserimento all'interno del cubo della Pietra Sacra con le Reliquie dei Santi Protettori della cittadina prezioso dono della Rev.ma Curia Vescovile di Macerata.
All'Amministrazione Comunale, lo ripetiamo, la riconoscente gratitudine per aver riaperto a lode di Dio la splendida chiesa di San Francesco assieme all'auspicio di affidarsi in futuro al validissimo staff liturgico-artistico-storico presente ed operante nella Curia Maceratese: l'ensemble armonioso della chiesa ne sarebbe stato beneficiato e così pure i fedeli di Montelupone che sono, fin dall'epoca medioevale, attenti ed orgogliosi fruitori di quella sacra bellezza "che salverà il mondo".
AC
Alcune notizie della Chiesa di San Francesco di Montelupone
Su disegno del bresciano Padre Camaldolese Giuseppe Antonio Soratini (1680-1762), a metà del secolo XVIII iniziarono i lavori di rifacimento della Chiesa di San Francesco di Montelupone, in stile tardobarocco, che si mostra in tutto il suo splendore nelle ricchissime decorazioni di stucco presenti all’interno dell’edificio.
Al centro, sopra il portone di ingresso, sono poste tre lapidi e due stemmi.
La prima lapide (senza stemma) recita: Frate Giovanni Cola da Montelupone dell’ordine dei Minori Coventuali figlio di questo cenobio di San Francesco, insigne teologo, grazie alle sue doti d’animo e alle sue singolari virtù, venne creato Vescovo neopatense da Bonifacio IX, Pontefice Ottimo Massimo, 1393; per questo motivo per il nome di un tanto grande uomo, Frate Domenico Santoni P. E. Steg. P. E. nell’anno del Signore 1641.
La seconda lapide ricorda: Sisto V° Pontefice ottimo massimo, dell’ordine dei minori conventuali, Piceno da Montalto, nell’anno della sua vita 65° l’ottavo giorno prima delle calende di maggio (24 aprile) 1585 del suo ottimo pontificato.
Essa è completata dallo stemma di Papa Sisto V.
La terza lapide (con uno stemma che non le appartiene), dice: Ad Amico Panici, nobile maceratese, con grande merito Vescovo di Loreto e Recanati, devotissimo del Serafico Padre e vigilantissimo protettore di questo cenobio.
Frate Domenico M. Santoni O. S. O. P. E. P. nell’anno del Signore 1648.
Lo stemma sovrastante si riferisce probabilmente a un componente della nobile famiglia Tomassini (poi Tomassini Barbarossa N.d.R.).
E’ probabile che lo stesso San Francesco sia passato per Montelupone, ma è sicuro che i lavori per la costruzione del Convento e della chiesa a lui dedicati hanno inizio nel 1251: ne dà infatti testimonianza la Bolla con cui Innocenzo IV concedeva quaranta giorni di Indulgenza a quei benefattori che avrebbero concorso alla fabbrica della Chiesa di San Francesco.
La sua consacrazione avvenne nel 1397 (data ritenuta come la più attendibile rispetto al 1292 o 1297) ad opera del Vescovo di Umana (= Numana N.d.R.) Antonio da Fabriano e del Vescovo di Nicopoli Giovanni Cecchi da Offida il primo di Maggio, sotto il pontificato di Bonifacio IX. ( QUI )
La sua consacrazione avvenne nel 1397 (data ritenuta come la più attendibile rispetto al 1292 o 1297) ad opera del Vescovo di Umana (= Numana N.d.R.) Antonio da Fabriano e del Vescovo di Nicopoli Giovanni Cecchi da Offida il primo di Maggio, sotto il pontificato di Bonifacio IX. ( QUI )
Dopo oltre sessant’anni d’incuria e degrado la chiesa è stata restaurata grazie ai fondi del Giubileo.
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Dopo la riapertura del 1999, si è arricchita in questi anni di beni storico-artistici preziosissimi grazie all’impegno delle Amministrazioni comunali che si sono succedute: nel 2002 è stato restaurato il coro ligneo con il contributo della Fondazione Carima, nel 2004 è stata ricollocata sull’altare centrale la celebre Madonna del Latte di Antonio da Faenza (foto 2), nel 2009 sono state ricollocate lungo le navate le altre tele restaurate grazie alla collaborazione tra l’assessorato alla Cultura del Comune di Montelupone e la Sovrintendenza regionale ai Beni storico-artistici, tra le quali ricordiamo Estasi di San Francesco, pala di scuola marchigiana della prima metà del XVII secolo, la Madonna del Rosario di un allievo della Scuola del Lotto e la Madonna dell’Immacolata Concezione o della Misericordia del fiammingo Ernest Van Schayck del 1631. ... (QUI)
Dopo la riapertura del 1999, si è arricchita in questi anni di beni storico-artistici preziosissimi grazie all’impegno delle Amministrazioni comunali che si sono succedute: nel 2002 è stato restaurato il coro ligneo con il contributo della Fondazione Carima, nel 2004 è stata ricollocata sull’altare centrale la celebre Madonna del Latte di Antonio da Faenza (foto 2), nel 2009 sono state ricollocate lungo le navate le altre tele restaurate grazie alla collaborazione tra l’assessorato alla Cultura del Comune di Montelupone e la Sovrintendenza regionale ai Beni storico-artistici, tra le quali ricordiamo Estasi di San Francesco, pala di scuola marchigiana della prima metà del XVII secolo, la Madonna del Rosario di un allievo della Scuola del Lotto e la Madonna dell’Immacolata Concezione o della Misericordia del fiammingo Ernest Van Schayck del 1631. ... (QUI)
(continua...)
Quale commento? All'occhio non si comanda e neppure al cuore che corre a difesa della buona dottrina che nei secoli ha generato gli altari eretti a lode di Dio che non erano certamente dei cubi.
RispondiEliminaLo stesso curatore della tristezza nella chiesa sopra descritta aveva osato metter mano alla medioevale abbazia di San Firmano con delle strutture, movibili, da "casa di Barbie". Un poco di pazienza e tutto sarà buttato nell'isola ecologica.
Siiiii!!!! Sottoscrivo!!!
EliminaElegante ed accogliente architettura ed egregie opere d'arte dettate da "coloro che ci precedettero nella fede", accusati di aver sbagliato, ora sconciata e imbruttita dalla psicopatia dell' adeguamento liturgico' con il solito banchetto da mercatino del pesce e altre baracche da autorimessa, indice non solo dell'ignoranza di mitrati, ma anche della loro povertà spirituale. Sembra un contenitore museale di opere d'arte del passato, ora adibito al culto protestante; Paolo VI che ci teneva tanto è stato accontentato.
RispondiEliminaL'articolo è privo di argomentazioni....per contro invito l'autore ed i lettori a leggere la nota della CEI sull'adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, troverete una completa rispondenza degli arredi alle linee guida. Inoltre se l'autore dell'articolo avesse partecipato alla messa di inaugurazione avrebbe sentito direttamente dalla voce del nostro Vescovo la spiegazione del significato degli arredi e la gioia nel vedere come questi siano segno della fede dei nostri tempi , in particolare l'altare segno della fede solida e quadrata dei monteluponesi. Infine vorrei sottolineare che le passate amministrazioni, dopo la riapertura, hanno utilizzato la Chiesa di San Francesco come sala mostre e sala conferenze non a tema spirituale o cristiano....questo a me sembra veramente triste ma probabilmente si tratta della mia educazione e della mia cultura....
RispondiEliminaNon occorrono argomentazioni se non il buon gusto e il buon senso che solo l'occhio di fede può ispirare.
EliminaL'Autore dell'articolo ha avuto la registrazione dell'omelia " del nostro Vescovo la spiegazione del significato degli arredi e la gioia nel vedere come questi siano segno della fede dei nostri tempi , in particolare l'altare segno della fede solida e quadrata dei monteluponesi".
Per fortuna, non essendo dogma di fede o di morale, i monteluponesi hanno già espesso in modo chiarissimo il loro "NON PLACET" della sistemazione del presbiterio. E' solo una questione di tempo e di pazienza: le amministrazioni comunali cambiano e con esse le orride scelte ideologiche che deterpaano i sacri spazi tardobarocchi.
La Curia cosa doveva fare? Rifiutare il dono dell'ospitalità in una vasta e accogliente chiesa?
Per fortuna quei manufatti sono movibili...
Che disastro! Rovinato il presbiterio a causa di liturgisti IPER MODERNISTI!
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