Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

mercoledì 12 dicembre 2018

La profanazione delle chiese sponsorizzata ufficialmente da un'intelligenza dal potere eccezionale e diabolico

La recente profanazione della Cattedrale di Santo Stefano a Vienna, presente e sponsorizzante il Cardinale Arcivescovo Christoph Schönborn, ha indignato i cattolici di tutto mondo! 
Il noto sito statunitense New Liturgical movement (link sotto) ne ha descritto la gravità: occorrerà riconsacrare quella Cattedrale violata?
Anche in Italia si sta pericolosamente diffondendo il diabolico progetto di profanare le chiese consacrate: il Sole24Ore ha difatti dato notizia  che nella Cattedrale di Avezzano (concerto avvenuto ieri)  degli artisti pop-rock notoriamente lontani dall'insegnamento evangelico si esibiranno  in alcuni Santuari-Basiliche. Serate ovviamente super sponsorizzate dalla stampa nazionale di stampo laico.
Ha destato stupore e sconcerto, fra i suoi stessi fedeli diocesani, quel che ha scritto ieri in un "social" un Vescovo: "Curioso di assistere a questi concerti: Patti Smith e Jethro Tull: quando il rock suona in cattedrale". 
Cosa sta accadendo ai Consacrati? Stanno forse impazzendo tutti? 
Anche in questi momenti terribili contrassegnati dalle troppe chiese diabolicamente profanate, preludio del tempo preapocalittico, risuonino nel nostro cuore ferito le decise e chiare parole di San Giovanni Paolo II:  
«Siate forti nella fede! Non abbiate paura!» 
AC  

Gli edifici consacrati e la loro profanazione sponsorizzata ufficialmente 
del Prof. Peter Kwasniewski  
( Per motivi di spazio postiamo l'Articolo dalla parte centrale)

Mons. Nicola Bux teologo liturgista ha scritto nel suo libro "Con i sacramenti non si scherza" (un libro che consiglio vivamente): ... 
"La consacrazione rende il Signore sempre presente in un luogo fatto da mani umane, e
aumenta il timore reverenziale e la devozione per la dimora e la casa di Dio. 
La consacrazione cambia l'uso designato del luogo: non può essere usato per scopi profani. Ma sfortunatamente oggi le cose non sono sempre così! E così Dio ci lascia, non è con noi, non ci protegge e non ci accompagna nel cammino della vita, non ci nutre, non ci fa tornare sani e salvi a casa nostra".  
Più tardi, Bux parla più a lungo del significato grave della consacrazione di una chiesa - qualcosa che la modifica in modo obiettivo e permanente. 
Le sue parole meritano di essere citate per intero:  
Benedizione della Chiesa e... profanazione 
(dalla pagina 202 del citato libro in lingua italiana N.d.R.) 
Tanto enfatizzata circa gli effetti e i mutamenti che provoca sul luogo prescelto, la dedicazione dell'edificio di culto cristiano, oggi viene ben presto dimenticata: si assiste, infatti, frequentemente alla profanazione di quanto con tale rito è stato offerto al Signore. 
La benedizione della chiesa è molto importante; si distingue dalle altre e assomiglia all'iniziazione di una persona: è chiamata anche dedicazione o consacrazione. 
Dalla sacra liturgia, l'edifìcio della chiesa o tempio del Signore - così chiamato, perché vi dimora il Signore nel santissimo sacramento e accoglie il mistero del corpo mistico di Cristo, che è il popolo di Dio - è trattato come una persona: se ne prende possesso mediante la "misurazione" da parte del vescovo, che traccia, su una croce composta di cenere sul pavimento, lettere latine e greche, quasi a proteggere il luogo sacro dal maligno. 
Segue la lustrazione dell'altare e delle pareti della chiesa con l'acqua benedetta, quasi un battesimo. 
Dopo l'omelia, il credo e le litanie dei santi, si collocano le reliquie sotto l'altare, si recita la preghiera di consacrazione e lo si unge con il crisma; poi, si impone l'incenso per incensarlo da cima a fondo, per simboleggiare il profumo di Cristo che sale dall'altare, la presenza dello Spirito Santo e la preghiera della comunità, che si eleva in permanenza da quel luogo sacro. Il rito culmina nella messa, la prima ad essere celebrata dopo aver rivestito l'altare con le
tovaglie e acceso le candele. 
Si potrebbe fare un excursus nella storia delle religioni, specialmente del giudaismo, che celebra ancora hannuccah, la festadella dedicazione del tempio dopo la profanazione pagana, ma fermiamoci al cristianesimo. 
I discepoli del Signore, che si riunivano per i divini misteri, creavano uno spazio santo che pian piano, a motivo dell'assiduità dei raduni, implicò prima l'uso di ambienti adatti in case private, messe a disposizione in genere da convertiti ragguardevoli, poi, soprattutto dopo la libertà costantiniana, la costruzione di edifìci di culto per le "cose sante dei santi". 
Così il termine "chiesa", che indicava la comunità convocata dal Signore, è passato significativamente a indicare il luogo santo. 
Sin dalle origini, la comunità cristiana ha deciso di riservarlo al servizio esclusivo del culto divino, e sottolinea tale decisione attraverso un'azione "solenne" - da ricordare ogni anno - implorante soprattutto la grazia di Dio. 
Il rito di dedicazione della chiesa proviene dall'oriente, dove si cominciò a celebrare nel IV secolo, con la deposizione delle reliquie dei martiri sotto l'altare; poi fu portato nell'occidente non romano e recepito nel libro del Pontificale romano: in quello ordinario del 1977, la messa della dedicazione sottolinea la volontà della comunità ecclesiale di dedicare il nuovo edifìcio, in modo esclusivo e perpetuo, al culto divino. 
In particolare, la presenza del sacramento e dell'altare non consentono qualsiasi altro uso; infatti, stanno a ricordare che la chiesa è il segno del santuario celeste dove Gesù Cristo è penetrato per comparire al cospetto di Dio in nostro favore (Eh 9,24). 
Un rito così suggestivo, con i suoi gesti e testi venerandi, offre ai cristiani l'opportunità di riflettere su di sé, come corpo mistico consacrato al Signore, sull'autenticità del culto e sulla serietà dell'impegno preso con Dio: cioè l'alleanza nuova ed eterna. 
Direbbero i liturgisti che per la verità del segno la chiesa non può essere adibita ad altro che non sia il culto, pena l'offendere gravemente il Signore a cui era stato offerto. 
La dedicazione, inoltre,è giustamente commemorata ogni anno nel giorno anniversario, in specie nella chiesa consacrata. 
È perciò un peccato che. di fatto, la consacrazione appena descritta venga ai nostri giorni vanificata, proprio ad opera di sacerdoti, con manifestazioni non compatibili col luogo sacro: concerti, spettacoli, balletti, riunioni di ogni tipo, che un tempo si facevano fuori o "di fronte al tempio", come ricorda la parola latina pro-fanum; sembra inarrestabile il fenomeno delle chiese adibite a concerti non solo di musica sacra ma profana: gli atti non sacri che normalmente si fanno altrove, comportano una profanazione. 
Nella pubblicità delle cosiddette "Notti sacre" scorreva in sequenza la scritta "musica, preghiera e spettacoli nelle chiese": una scimmiottatura delle "Notti bianche", ormai diffuse nelle città secolarizzate europee. 
Come il cristiano nell'iniziazione consacra se stesso a Dio dopo l'esorcismo, così il luogo santo con la dedicazione è consacrato a Dio, dopo essere stato sottratto all'influenza del maligno, che deve restare fuori del tempio con tutte le sue azioni. 
Non si possono ospitare tali o altre azioni profane, laddove si celebrano i divini misteri. Come è possibile che vescovi e preti abbiano dimenticato che quel luogo, edificato spesso con sacrificio dai fedeli, è stato "dedicato" - parola che ricorda l'atto con cui si offre qualcosa di molto personale a chi si ama - a Dio? 
Dedicare significa che non è più mio, ma suo. Se me lo riprendessi sarebbe un tradimento. 
È cosa grave, perché togliamo a Dio ciò che è suo, ciò che noi stessi avevamo giurato di dargli. 
Che sia un giuramento, cioè un atto sacro, lo dimostra il rito di dedicazione. 
Che bisogno c'è di tanta solennità, se poi il luogo sacro viene adibito a usi profani? Bisognerebbe ricordare che col rito di dedicazione della chiesa noi diciamo al Signore: questo spazio era nostro, adesso lo diamo a te perché sia tuo e si faccia solo il culto a te dovuto. 
Nei mosaici e affreschi medievali, spesso, era raffigurato il vescovo o il fedele laico committente che offre al Signore, alla Vergine o al santo titolare il modellino dell'edifìcio sacro. 
I liturgisti esaltano il rito di dedicazione, ma in modo contraddittorio avallano o non spendono una parola dinanzi alla trasformazione delle chiese in sale multiuso, peggio di quanto è stato fatto dai regimi ateisti totalitari, che avevano trasformato i luoghi di culto in teatri, palestre e magazzini. 
È un fenomeno molto grave, perché vuol dire che è stato smarrito il senso della chiesa come luogo offerto a Dio, per la dovuta adorazione; abbiamo consacrato qualcosa e poi ce la riprendiamo per farvi cose umane; in secondo luogo, cosi si favorisce l'eclissi della presenza divina, perché si praticano quei comportamenti propri di un teatro o di un auditorium, come parlare, mangiare, applaudire e altri atteggiamenti tipici dei luoghi di intrattenimento. Quando una chiesa diventa teatro dove si ride, si applaude e si grida, diventa difficile, poi, esigere nello stesso luogo gli atteggiamenti propri del culto: ascolto, raccoglimento, silenzio, adorazione, perché ha messo radici il convincimento di stare in un luogo versatile. 
E, se ancora si crede alla presenza del Signore nel tempio, tale convincimento porta a oscurare la funzione principale e caratteristica della chiesa, che è l'adorazione, e a proscrivere il porsi in ginocchio e in orazione sia quando in essa si celebra la liturgia, sia fuori di essa. 
La chiesa, infatti, rimane luogo della presenza e dell'orazione, del silenzio, anche quando non c'è liturgia. 
Ne guadagnerebbe anche la preghiera personale senza della quale non c'è liturgia ovvero preghiera pubblica. 
La desolazione, invece, ha preso il posto del Salmo 84 che dice: Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L'anima mia languisce e brama gli altri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi! Beato l'uomo che in te confida, Signore.
Nella Regola di san Benedetto è scritto che l'oratorio (così egli chiama la chiesa, dal termine orazione) sia quello che dice il suo (di Dio) nome, quindi in esso non si faccia ne si riponga altro. Alla fine di ogni celebrazione liturgica escano tutti in perfetto silenzio e con grande rispetto per Dio, in modo che, se qualcuno volesse rimanere a pregare privatamente, non sia impedito dall'indiscrezione altrui. Se però, anche in un altro momento qualcuno desidera pregare per proprio conto, entri senz'altro e preghi, non a voce alta, ma con lacrime e intimo ardore. Perciò, come abbiamo detto, chi non intende dedicarsi all'orazione si guardi bene dal trattenersi in chiesa dopo le celebrazioni liturgiche, per evitare che altri siano disturbati dalla sua presenza. 
Eppure, nessun luogo è più adatto a far incontrare Dio a chi lo cerca...e sono tanti! Altro che ridurre la chiesa ad "aula liturgica"! 
Possibile che, non vi siano luoghi per fare concerti, rappresentazioni teatrali e altro? 
Allora non ci si meravigli se sia andato perduto il senso del sacro, cioè della presenza divina. Oggi, pochi sanno cosa voglia dire sacro e santo. 
La teologia "secolarista" ritiene che tutto è sacro e non c'è niente di profano, quindi vuol far credere che la dedicazione della chiesa non sia una consacrazione, in modo che la si possa usare anche per atti profani; dedicazione è un termine antico, ma facendola con l'unzione crismale si fa diventare sacro ciò che prima non era: è una consacrazione. 
Tutto ciò che è sacro proviene dallo Spirito Santo. 
Qualcuno obietterà che i cristiani, per il loro culto non hanno bisogno di tempio: è vero, basta il culto spirituale, che comunque non prescinde dal corpo e dalle cose materiali. 
Allora non costruiamo più luoghi sacri e riuniamoci all'aperto, caldo o freddo permettendo. 
Ma, se dobbiamo continuare a farlo, bisogna essere coerenti. 
Non sono i cristiani pietre vive dell'edificio spirituale come dice san Pietro (cfr. lPt 2,5)? 
Oppure, non ci toccano le parole di Paolo ai Corinzi: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi» (lCor 3,16-17). 
Non è questa verità, secondo il prefazio della dedicazione, misticamente adombrata nel segno del tempio?" 
Due dei più eclatanti esempi postconciliari del disprezzo per lo spazio sacro che i lamenti di Bux sono stati forniti, horribile dictu, da un Cardinale e dal Papa. 
Il più recente, come riportato la scorsa settimana da Infovaticana e Rorate Caeli ( ...e da MiL QUI) è stato il concerto rock "World AIDS Day" tenutosi nella Cattedrale di Santo Stefano a Vienna, sotto gli auspici del Cardinale Arcivescovo, che si è seduto in prima fila ed è stato fotografato prima e dopo con gli artisti. 
...
Più tranquillo ma non meno scandaloso è stato il pranzo papale tenuto all'interno della basilica di San Petronio a Bologna il 1 ° ottobre 2017, mentre migliaia di persone che si trovavano nella navata guardavano il Papa gustare un pasto con i suoi ospiti invitati. 
Anche se i paralleli non sono euguali non si può fare a meno di pensare alle profanazioni del tempio ebraico registrate nell'Antico Testamento e alla festa di Baldassarre, che, ne sono certo, sorrideva piacevolmente fino a quando un'orribile mano cominciò a scrivere sul muro. Le sobrie parole di Bux colpiscono il cuore di questo insensato secolarismo: "Una chiesa non può essere impiegata per scopi diversi dall'adorazione, a pena di grave offendere il Signore a cui è stato offerto. ... Atti che non sono sacri, e normalmente fatti altrove, portano con loro una profanazione della chiesa. ... È una cosa grave, perché prendiamo da Dio ciò che è suo, ciò che noi stessi abbiamo giurato noi gli avremmo dato ". 
Nostro Signore Gesù Cristo ha mangiato con i peccatori e i pubblicani, sì - ma non nel Tempio. 
... 
Bux ci ricorda cosa fecero i sovietici alla fine della seconda guerra mondiale mentre i loro eserciti arrivavano attraverso l'Europa centrale: sceglievano spesso di rifocillare i loro cavalli nelle chiese, per mostrare il loro disprezzo per lo spazio e ciò che rappresentava. In questo i comunisti imitarono i protestanti che, al tempo della rivolta protestante, saccheggiarono le chiese, tolsero il Santissimo Sacramento ospitato nei tabernacoli lanciandolo ai cavalli e ai cani! (I protestanti fecero la stessa cosa con le Reliquie dei Santi buttate ai cani...N.d.R.)
Non sorprende affatto che lo stesso Papa che nega in pratica la distinzione tra comunioni degne e indegne dovrebbe essere colui che viola in pratica la distinzione tra un luogo consacrato e un non consacrato. 
Colui che ha elevato Paolo VI agli altari in realtà è lo stesso  che disdegna il significato del rito di dedicazione della chiesa che quello stesso Papa ha promulgato. 
Tali cose sono pienamente coerenti con la teologia modernista di coloro che, come spiega Ratzinger, negano la stessa distinzione tra sacro e profano, sostenendo che con la venuta di Cristo,  tutti e tutte le cose sono già state redente, è già benedetto - è, per così dire, automaticamente in Cristo. 
Potremmo prendere allora in prestito una frase da Dostoevskij, "tutto è permesso" per giustificare quel concetto. 
Una chiesa non è più speciale della Chiesa di cui è un segno; se extra ecclesiam nulla è sbagliato, così deve essere intra ecclesiam nullum profanum.  
Bux si rivolge proprio a questo punto: 
Non c'è posto più adatto di una chiesa per portare persone che lo desiderano - e ce ne sono molte! - a un incontro con Dio. 
La Chiesa non deve essere considerata come "lo spazio liturgico" e nient'altro! 
È possibile che non ci siano posti disponibili per concerti, spettacoli teatrali e altre cose simili? 
Quindi non dovremmo sorprenderci se il senso del sacro, il senso della presenza divina, è stato perso. Pochi oggi sanno cosa significa sacro e santo. 
La "teologia della secolarizzazione" ritiene che tutto sia sacro e che non vi sia nulla di profano, e quindi ci vuole credere che la dedicazione di una chiesa non è una consacrazione; può anche essere usato per attività profane. [10] 
Nel suo libro Signs of the Holy One, don Uwe Michael Lang documenta come la categoria del sacro sia stata minata in Rahner e Teilhard, tra gli altri. 
Dopotutto, "propriamente inteso", il che significa che attraverso un ressourcement patristico filtrato attraverso un prisma modernista, l'incarnazione di Cristo era una redenzione cosmica, una ricapitolazione dell'intero universo; quindi perché ridurre gli effetti della redenzione solo a pochi vecchi edifici o, per quel motivo, a qualche vecchio rito? 
L'intero tempio della creazione è stato consacrato, dedicato e la grazia è accessibile ovunque. Teilhard sembra dire che i sacramenti sono solo "espressioni", risvolti particolari di questa grazia cosmica che circonda e ci pervade. 
È, inutile dirlo, ma un passo da questa visione, che sembra vagamente pia, ad una totale secolarizzazione della Chiesa che evacua del tutto Dio. 
Credo che queste osservazioni ci aiutino a collocare in un contesto più ampio le inquietanti luci che sono state proiettate sulle facciate delle varie chiese di Roma negli ultimi anni, mostrando animali selvatici che le attraversano, o l'edificio che si dissolve e si rovescia (come questo durante il Sinodo della Gioventù), come se vivessimo in una nuova era in cui la Chiesa istituzionale sarà superata da un "luv" senza confini, senza inibizioni, aperto, il sostituto della grazia del mondo contemporaneo. 
Se questo suona molto simile a un rifacimento del 1968, con il falso profeta Herbert Marcuse che si spalma dietro le quinte, state tranquilli: lo è. 
Eppure è peggio la seconda volta. 
L'ondata di emozioni rivoluzionarie alla fine degli anni '60 potrebbe essere perdonata come un'eruzione di immaturità incontrollata esacerbata da particolari circostanze sociali. 
L'antinomianismo di oggi, che non si vergogna di introdurre nel tempio di Dio artisti senza maglietta con chitarre elettriche o vassoi carichi di lasagne, è premeditato, teorico, programmatico e totalitario. 
Non attribuisco necessariamente questa organizzazione della profanazione a nessun agente umano ma ad un'intelligenza dal potere eccezionale che deve sicuramente trovarsi dietro di essa.

Peter Kwasniewski  

Fonte: New Liturgical movement QUI

15 commenti:

  1. Non c'era la disponibilita' di un teatro , una piazza , una scuola , una palestra ? NO ? Ci vuole una Chiesa? Una Chiesa per i nuovi idoli al posto di Cristo ?

    RispondiElimina
  2. I papi, da Giovanni XXIII, fino a Benedetto XVI, hanno rilevato gli effetti dei venti modernisti, risollevatisi con il CVII e ammonito a non deviare e a non confondere qualche limitata revisione ' pastorale', con la sovversione. Iniziò papa Giovanni con la Veterum Sapientia, seguitò persino Paolo VI, autore della riforma origine di tutti i mali, GPI condannò duramente gli abusi liturgici e giustificò le reazioni negative, GPII, allarmato, ad es. con la Ecclesia de Eucharistia ed, infine papa Benedetto con tanti profondi richiami e il SP, considerato come un argine al disfacimento del Sacro. Per il cattolicesimo, infatti, spazio consacrato e liturgia sono inscindibili ed esclusivi. E ora? Dall'usurpato soglio di Pietro,il silenzio assoluto che suona come approvazione e disinteresse dei doveri apostolici, comandati da Cristo. Le tragiche frasi: " chi sono io per giudicare ?" e "i segni dei tempi", stanno a significare un subdolo programma di distruzione della Chiesa cattolica, il più satanico, visto che viene dall'interno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E così Roncalli, Montini, Woitila, Luciani e Ratzinger li mettiamo tra gli anti modernisti, mentre il solo Bergoglio sarebbe il responsabile de bailamme attuale? Caro Anonimo 10:35, evidentemente lei fino all'elezione di Bergoglio ha vissuto su un altro pianeta.

      Elimina
    2. Legga bene: sono evocati dati di fatto, a parte poi verificare l'efficacia dei pronunciamenti dei papi, limitati dalla palla al piede del CVII, dichiarati su questa terra e non su un altro pianeta, leggibili se si vuole. Questo gioco al massacro ideologico nuoce alla tradizione, quanto quella dei novatori accaniti. Bergoglio, che proclama d'ufficio la sovversione, è tutt'altra cosa dei papi precedenti.

      Elimina
    3. I "dati di fatto" non sono costituiti da quanto scritto ma dai ... "fatti" che con un crescendo spaventoso, regnanti i papi vaticanosecondisti, hanno ridotto la Chiesa nelle pietose condizioni in cui si trova. Non bastano i "pronunciamenti" se poi, da parte degli autori che ne hanno il potere, non si prendono misure per farli rispettare. Gridare "al lupo al lupo" e starsene sulle proprie per vedere che succede è qualcosa di assolutamente riprovevole e scandaloso. Bergoglio non è venuto fuori come un fungo nella notte, bensì ha trovato il terreno adatto alle sue scorribande perché glielo hanno preparato i papi precedenti.

      Elimina
    4. La differenza tra Bergoglio e i papi precedenti è enorme. Se si vuole dare un giudizio sommario su quei papi, evitando un esame critico corretto e circostanziato, che sarebbero colpevoli di aver fatto poco o nulla 'fate vobis' come dicevano i maccheronici. Ma è evidente che Bergoglio sta codificando ufficialmente, come mai avvenuto, tutto il repertorio delle eresie dottrinali e morali moderniste, relativiste e massonico-marksiste. ribaltando totalmente la missione millenaria della Chiesa, con lui non più cattolica.

      Elimina
  3. segnalo alcuni eventi che nei prossimi giorni saranno ospitati in alcune chiese della diocesi di Teramo, nell'ambito di una manifestazione organizzata alla regione Abruzzo (giunta di sinistra) incentrata sulle "espressioni della musica popolare abruzzese legate ai riti del Solstizio d’inverno". peccato che nel cartellone di musica abruzzese se ne trova poca. spicca su tutti uno spettacolo dell'attore Moni Ovadia sulla cultura yiddish. Nel duomo della città. Con tutto il rispetto ma non si capisce perché proprio al duomo e non al teatro comunale, se non come sfregio alla nostra religione, per di più sotto Natale
    https://abruzzodalvivo.it/festival-abruzzo-dal-vivo/events/544?resetSearch=1&menuCategoryId=544&controller=search&categorySearch=544&orderBy=start_date%20asc&limit=20&limitstart=0

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma lei dove vive ? Ma davvero crede che nelle chiese cattoliche al giorno d'oggi si continuino a cantare canzoncine come Tu scendi dalle stelle o Astro del ciel ?. La chiesa cattolica grazie al Vescovo Bergoglio ha superato d'un balzo tutti i duecento anni di ritardi che aveva accumulato sul mondo e di cui la accusava il cardinale Martini e ora può legittimamente occupare il suo posto nel mondo. Ad majora e voi rosicate pure tanto altro non sapete fare. Deposte le armi vi aspetta un solo destino morire.

      Elimina
    2. Le "canzoncine", come le chiama lei, contengono il fior fiore della Verità rivelata, della quale, evidentemente, a lei non importa un fico secco. Il "balzo" che il "Vescovo Bergoglio" (fa bene a non chiamarlo Papa) è quello verso l'abisso. Qui non "rosica" nessuno, ma si rilevano le nefandezze postconciliari che a getto continuo stanno dissolvendo la Santa Chiesa di Cristo. A noi il destino ci riserva di morire ma siamo ancora vivi. Lei è già un morto che parla.

      Elimina
    3. Ahahahaha non merita neppure una risposta Anonimo 21:44

      Elimina
    4. Anonimo delle 21:04 credo che lei non abbia capito. Rilegga con attenzione.

      Elimina
    5. Egregio Veleno vedo che anche lei non ha capito. Rilegga. Rosicate pure tanto altro non sapete fare. Deposte le armi, vivete di chiacchiere. Quando sarete di fronte al Padre direte che avete rilevato tutte le nefandezze postconciliari. Basterà ?.

      Elimina
    6. Caro Anonimo che ha capito tutto, vorrebbe gentilmente spiegarmi cos'è che non ho capito?

      Elimina