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giovedì 14 settembre 2017

#sumpont2017 - La mattinata (in diretta, o quasi...). Muller: "nella liturgia si decide il destino della Chiesa"

ROMA, 14 settembre 2017. Dai vostri inviati di MIL Enrico R. e Luigi per il X anniversario del Summorum Pontificum




In una sala strapiena (vedi foto) è iniziato il V convegno "Il Motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI: una rinnovata giovinezza per la Chiesa" organizzato dal R.do padre Nuara e dall'Amicizia Sacerdotale "Summorum Pontificum" / Giovani e Tradizione. Alla presenza, tra gli altri, dei cardinali Sarah e Burke e di molti monaci, clero e laicato del mondo tradizionale si aperto il convegno.






Dopo i saluti di p. Vincenzo Nuara in cui ha, tra l'altro, rivelato il sostituto del card. Caffarra per il pontificale di sabato in san Pietro (S.E.R. mons. Pozzo), la prima relazione è stata quella di Mons. Guido Pozzo: "Il Summorum Pontificum dieci anni dopo: Bilancio e prospettive".

Mons. Pozzo ha iniziato con alcuni dati, rilevando il formidabile incremento delle celebrazioni domenicali regolari della Messa tradizionale nei dieci anni di applicazione del Motu Proprio. Sussistono però alcuni problemi: indisponibilità o scarsità del clero, pregiudizi teologici o pastorali; isolamento dei gruppi, non dovuto però alla Messa ma ad altri fattori che le singole diocesi dovrebbero risolvere; inoltre ogni eventuale problema dovrebbe essere risolti dal sacerdote incaricato.

Di seguito altri flashes dalla relazione di Mons. Pozzo.

Il patrimonio spirituale e teologico della messa essendo perenne è sempre attuale. 

La gioventù di gran parte dei fedeli dimostra che non si tratta di nostalgici. Del pari significativo che molti giovani sacerdoti si dimostrino interessati. Da questo punto di vista i seminari non coltivano adeguatamente la preparazione alla liturgia tradizionale. 

Le ombre sono date dalle resistenze “ideologiche” (mons. Pozzo non ha usato questo termine) ancora diffuse. 

La liturgia tradizionale va diffusa senza interferenze ideologiche provenienti da qualunque parte. Ciò farà del bene a tutti, inclusi coloro che seguono la forma ordinaria. 

Prospettive: va sottolineata la volontà di risanare la spaccatura ecclesiologica, non solo liturgica, tra il nuovo e l’antico. 

Occorre domandarsi qual sia l’origine dell’eclissi del sacro nella liturgia riformata. In questa prospettiva, occorre domandarsi non tanto qual sia il futuro quantitativo della liturgia (quante nuove messe tradizionali, quanti nuovi gruppi, ecc.), ma se essa potrà costituire, qualitativamente, l’antidoto contro l’arbitraria creatività che fa scomparire il mistero e contro le tendenze allarmanti che tendono a sminuire il carattere sacrificale della S. Messa. Dunque occorre rifiutare un’alternativa di principio tra mondo per e post conciliare, e occorre respingere l’alternativa polemica tra prete e assemblea, che per taluni discrimina le due forme.

La liturgia è opera di Dio oppure non esiste.

Ed ora qualche flash dalla relazione del Card. Muller. 


Nella liturgia si decide il destino della Chiesa.

La liturgia è "infallibile" e supera le opinioni personali personali di teologi, vescovi e Papi, perché esprime la fede oggettiva della Chiesa.

Il crollo della liturgia a portato ad un crollo della Chiesa.

Traduzione è "Tradizione". Importanza di traduzioni fedeli.

Lex orandi, lex credendi: la Liturgia luogo e norma della fede.

Don Marino Neri - che, dopo l'introduzione di P. Nuara, ha moderato i vari interventi - ha  poi specificamente presentato gli atti dell'ultimo Convegno Summorum Pontificum



L'abate di Fontgombault, M.R.P Dom Jean Pateu, ci ha descritto i dolci frutti del Summorum Pontificum per la vita monastica e sacerdotale. Ha esposto, inter alia, i pericoli per la vita monacale dell'abuso della concelebrazione nel NOM. Il MP favorisce la pietà liturgica anche con le Messe individuali lette. Occorre fiducia e speranza nel futuro, sicuro che la celebrazione e la liturgia delle ore nella forma tradizionale porteranno pace, devozione e nuove vocazioni. Auspicando che sempre più comunità inizieranno a celebrare la liturgia tradizionale. Il mistero, la sacralità, la ricchezza della liturgia tradizionale avranno frutti certi e faranno anche del bene alle comunità monastiche NOM.



Lo scrittore e saggista tedesco Martin Mosebach, autore del formidabile "L'eresia dell'informe", ha chiuso la mattinata con l'intervento intitolato "Santa routine: sul mistero della ripetizione" 

Ricordando l'indicazione conciliare di eliminare le ripetizioni inutili, e pensando alla riduzione del Kyre a sole due invocazioni, si è chiesto perché una duplice ripetizione sia meno inutile di una triplice.


La semplicità e la ripetizione non esprimono alcuna contraddizione; al contrario la semplicità esige la ripetizione.

Lo strumento retorico della ripetizione viene scelto per rendere un canto echeggiante al di fuori della sfera storica (es.: il Sanctus). Il Kyrie, nella sua triplice ripetizione, è indice del fatto che dorrebbe essere ripetuto all'infinito, che è l'unica preghiera che vale la pena di pronunciare (in questo la liturgia orientale è esemplare).  Colle triplici invocazioni (Kyrie, ma anche Agnus Dei) la liturgia romana vuole come erigere un monumento. La soppressione delle "ripetizioni inutili", probabilmente nell'inconsapevolezza dei padri conciliari, segna distacco dall'aspetto escatologico della liturgia.

La rinascita della liturgia tradizionale rivaluta le "ripetizioni necessarie", non già all'interno del rito, ma dell'intero rito. Il rito è ripetizione. 

Lasciarsi trasportare dalla messa nelle sue interminabili ripetizioni significa abbandonare la volontà di nettare e di pensare in maniera indipendente, dimenticare il capriccio, e molto altro.

Il rito ripetuto indica che esso (rito) è più forte degli uomini.

Ed ecco di seguito qualche ulteriore foto.


Chiude la mattinata P. Nuara. Ci rivediamo nel pomeriggio!

Ultime informazioni: la Via Crucis di domani si terrà presso la Chiesa di S. Maria in Campitelli











7 commenti:

  1. Papa Benedetto XVI aveva già affermato che la crisi della Chiesa post CVII e la perdita della fede era dovuta allo stravolgimento della liturgia perché in essa si concentra tutta la dottrina cattolica. Con il NO è venuta meno anche la dottrina per manipolare la quale si è ricorsi a subdole esigenze ' pastorali'.

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  2. Il cardinal Muller ha anche tessuto le lodi del Cammino neocatecumenale. Allora secondo lui la loro liturgia va bene ?

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    1. Il card. Muller dice tutto e il contrario di tutto, così facendo pensa di azzeccare almeno qualcosa.... sed Deus non irridetur!

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    2. Infatti, è un agnostico come il suo connazionale Ratzinger, solo meno colto e raffinato!

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    3. Ma certo che la loro liturgia va bene, venne approvata anche dal "beato" Montini e dal "santo" Wojtyla, cosa vuoi di più?!

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  3. MUller è uno che sta coi frati e zappa l'orto?

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