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Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1142 pubblicata da Paix Liturgique il 20 dicembre , in cui Christian Marquant, Presidente...

mercoledì 8 marzo 2017

Terni: Mons. Paglia ha commissionato un affresco blasfemo. Trans e coppie gay vanno in paradiso, mentre si palpano.


E no, non potevano noi esimerci dallo stigmatizzare lo scandaloso dipinto nel Duomo di Terni. 
Chiariamo subito che non è la nudità l'elemento che pare più inopportuno: molti infatti sono i dipinti nelle Cattedrali medioevali che per illustrare i Novissimi (Giudizio, Inferno) e la Resurrezione presentano corpi nudi.  
Basti pensare alla splendida cappella di S. Brizio nel Duomo di Orvieo, oppure al Duomo di San Giminiano o ad altre chiese come chiesa di San Pellegrino, a Giornico, ecc. 
Certo, fino ad allora la nudità era presentata secondo natura per illustare la finitezza dell'anima inerme e tremante di fronte al tremendo Re nel giorno dell'Ira. 
Fino ad allora si diceva. 
Sì: perchè oggi, nel quadro del Duomo di Terni, per commissione del Mons. Paglia, la nudità è rappresentata con significato e scopo erotici. 
Per ammissione esplicita dell'autore, e volontà del vescovo Paglia 
Sconvolgente sono le parole dell'Artista gay R. Cinalli che lo ha dipinto nella controfacciata del Duomo di Terni. 

Guardate il video prima per le immagini (che raffigurano anche trans) e poi riguardatelo per rileggere il testo delle parole dell'autore: tre sono i punti focali: 
1) ogni dettaglio del dipinto fu valutato, deciso e approvato dal parroco don Fabio Leonardis e dal Vescovo Mons. Paglia (anch'essi rappresentati, nudi, abbracciati ad altri uomini, nel dipinto). 
2) la dimensione erotica, gli abbracci e le palpate tra le anime dello stesso sesso, la scelta di inserire trans e prostituti e prostitute fu approvata da Mons. Paglia (che però bontà, decise di non far rappresentare due anime mentre stavano copulando...). 
3) Mons. Paglia decise di far intravedere il pene di Gesù con la "spiegazione" che anche Egli era umano... 

Non è tanto, si ripete, la rafficurazione di nudi, o di personaggi che in vita sono emarginati o additati (trans, prostitute, ecc): ma l'impunita arroganza di omettere ogni segno di conversione o pentimento di questi soggetti, e la pretesa di considerarli "salvati" nella loro rappresentazione peccaminosa. 
Nostro Signore salvò l'adultera ma le ordinò di non peccare più...  
Nel dipinto di Terni invece non solo le anime sono rappresentate in abbracci e atteggiamenti lascivi che fino a quanche tempo fa sarebbero stati usati per identificare le anime dannate, ma si sarebbe voluto addirittura far salire in cielo due anime nell'atto della copula.. 
Veramente ardito e scandaloso! 
 
Si veda anche l'articolo uscito su La Nuva Bussola Quotidiana di R. Cascioli del 08.03.2017 
Per vedere altri dipinti blasfemi dell'autore gay Cinalli tanto caro a Mons. Paglia, si veda l'articolo su Libertà e Persona del 08.03.2017

***

La “pesca mistica” di Cinalli:
simbologie nuove per una "nuova" chiesa e una "nuova" fede
 
Riproponiamo  un nostro studio del 1 settembre 2016 sul grande affresco "La pesca mistica" (o il Giudizio Universale o il "giudizio misericordioso") dell'Artista Argentino Ricardo Cinalli, commissionato e attentamente seguito nelle varie fasi, dall'allora Vescovo Diocesano Mons. Vincenzo Paglia.

MiL si era , per prima, occupata della discussa opera pittorica del Duomo di Terni, dopo che un noto Quotidiano nazionale aveva messo in guardia i suoi lettori sul  futuro del dipinto poichè  dopo dieci anni è sempre più indigesto ai Fedeli e a diversi Sacerdoti. 
Per questo se ne sta  seriamente valutando la sua rimozione o la sua copertura almeno durante le celebrazioni liturgiche.

La grande opera pittorica, realizzata nella contro-facciata della Cattedrale, si impone pesantemente  alla vista dei Sacerdoti durante le celebrazioni liturgiche  (versus populum)  e ovviamente ai fedeli quando escono dalla chiesa.

Il video postato fa comprendere appieno le "intenzioni" convergenti dell'Artista, che ha realizzato l'affresco "in piena libertà" e quelle del committente Mons.Vincenzo Paglia, coadiuvato da  don Fabio Leonardis che in alcuni commenti sull'opera s'ispira chiaramente alla retorica  muratoria.  


Idee che avevano anticipato di qualche anno l'exploit di un "nuovo stile" della cosiddetta "chiesa in uscita" .

Secondo don Fabio: "L’arte di Cinalli nella cattedrale di Terni è un invito forte che il Risorto fa all’uomo contemporaneo, un invito a risorgere con Lui nel Suo oggi, un invito che arriva fin nelle viscere di chi osserva quest’opera costringendolo a sciogliersi di fronte al suo amore che salva". (Cfr. Blog De Arte Sacra - parte prima - QUI la seconda parte con due opere a confronto-). 

Peccato che i fedeli ternani non riescono proprio a "sciogliersi" davanti a quel dipinto... perchè ne "sognano" il suo definitivo trasloco fuori dalla cattedrale.

L'Autore dell'articolo che postiamo non pecca d' ipocrisia:  è schietto anche nell'uso della terminologia, intrisa di quegli slogan del progressismo ecclesiale/illuminista/marxista che caratterizzano fortemente il nuovo corso della chiesa  "solo ufficialmente inaugurato" il 13 marzo 2013.
AC

L'inconcepibile Risurrezione: 
il dipinto di Cinalli nel Duomo di Terni 

di Tommaso Dore *

Quanti a Terni conoscono l'impressionante dipinto murale della "Risurrezione" – o meglio del Giudizio universale – che è stato realizzato dal pittore argentino Ricardo Cinalli nel 2007 sulla controfacciata del Duomo? e nel resto d'Italia chi ne ha mai sentito parlare? 
Probabilmente ben poche persone… 
Invece si tratta di un'opera clamorosa e rivoluzionaria, nel variegato e a volte deprimente panorama dell'arte sacra contemporanea, per il suo pregio artistico, le notevoli dimensioni, ma ancor più per il suo significato allegorico-didattico, recante un messaggio di libertà, uguaglianza e fratellanza (Sottolineatura nostra N.d.R.): nel giorno del giudizio, Cristo salva tutte le creature senza distinzione di razza, credo religioso, politico ed orientamento sessuale.(Sottolineatura nostra N.d.R.)

Qualche fedele ha già notato con disappunto questa peculiarità dell'opera, nonché la sua evidente "carnalità", tipica tuttavia dello stile figurativo dell'artista che l'ha creata.
Cinalli è infatti noto soprattutto per la sua produzione di carattere profano, "pagano" e persino esplicitamente erotico.

Del resto, però, anche Pietro Aretino aveva criticato il Giudizio di Michelangelo paragonandolo ad un postribolo.

Ciononostante, in merito al dipinto del Duomo di Terni "si sa che è stato seguito giorno e notte da don Fabio Leonardis [direttore dell'Ufficio beni culturali della diocesi di Terni-Narni-Amelia] e da ripetute visite in cantiere del Vescovo Paglia" , per cui non dovrebbero esserci dubbi circa la sua liceità.

Il lavoro è stato compiuto in sole sette settimane, utilizzando una tecnica di pittura ad olio molto più rapida di quella ad affresco, cosicché la continua supervisione da parte degli ecclesiastici sembra fosse motivata anche dal fatto che il pittore voleva sbrigarsi a completare il lavoro, quando tutto doveva essere invece eseguito in modo degno e nel rispetto del soggetto sacro rappresentato.

Dicevamo che in Italia non si è parlato molto della Risurrezione ternana, mentre in Gran Bretagna si è addirittura tenuta nel 2009 un'apposita conferenza, alla Grosvenor Chapel Garden Room di Londra. Intervistato da Brian Sewell, "il più famoso e controverso critico d'arte inglese", il pittore argentino Ricardo Cinalli ha narrato così ad un attentissimo pubblico la storia della sua esperienza artistica in Umbria.

Fu proprio don Fabio Leonardis, in qualità di responsabile dell'Ufficio beni culturali della diocesi, a contattarlo per la realizzazione dell'opera.


L'incontro avvenne per due volte consecutive alla Fiera dell'Arte di Bologna, dove il pittore stava esponendo alcuni suoi lavori.
Don Fabio e il vescovo di Terni Vincenzo Paglia erano alla ricerca di un artista capace di affrescare l'enorme parete della controfacciata del Duomo, alta ben 20,60 metri e larga 11,80.

Terni, ha poi spiegato Cinalli all'uditorio londinese, è una grande città industriale con alcune "piccole parti con cose belle"; negli immediati dintorni ci sono poi Narni e Amelia, due centri spettacolari del Romanico e del Rinascimento, importanti quanto e forse più di Spoleto.

La controfacciata del Duomo, al tempo della realizzazione del dipinto, (2007) mostrava qualche elemento della precedente chiesa romanica: le due bifore, ancora oggi visibili, e il rosone che poi fu ricoperto. (Si ! Abbiamo letto bene: il rosone romanico  è stato ricoperto ! Miracolo dei potenti ! Sottolineatura nostra N.d.R. )

L'artista, in un primo momento, proprio a causa della presenza del rosone al centro della parete sulla quale avrebbe dovuto trovar posto la sua creazione, aveva deciso di rinunciare all'incarico.

Questo elemento architettonico di valore storico-artistico avrebbe infatti certamente impedito l'esecuzione del progetto ma, inaspettatamente, nonostante si trattasse di una "questione burocratica molto complicata" , il vescovo riuscì alla fine ad ottenere l'autorizzazione a ricoprirlo. (Sottolineatura nostra N.d.R.)

Un caso più unico che raro in Italia, dove si è privilegiata la realizzazione del nuovo a discapito dell'antico. ( Beh... non è stata l'unica operazione ... pensiamo ad esempio a tanti presbiteri antichi inesorabolmente distrutti con la scusa dell'adeguamento liturgico... Sottolineatura nostra N.d.R.)

Si tratta però, a mio modesto parere, del più significativo Giudizio universale commissionato dalla Chiesa cattolica nella sua storia millenaria dopo quello di Michelangelo nella Cappella Sistina.

E come quello fu censurato, speriamo non arrivi prima o poi un Daniele da Volterra di turno a mettere le braghe alle "scandalose" nudità che lo costellano!


In Italia, nelle poche occasioni in cui si è parlato di questo grande dipinto lo si è fatto con lo scopo di focalizzare l'attenzione sul soggetto che esso vuole rappresentare: "una ‘Risurrezione di Cristo' che è al contempo ‘giudizio misericordioso' sempre in atto per coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica."

Questa è l'estrema sintesi del significato dell'opera che è stata più volte ribadita: "Il cambiamento di prospettiva, da ‘Giudizio finale' a ‘Risurrezione', indica una visione teologica carica di speranza per l'uomo contemporaneo, perché pone al centro del dipinto l'azione di una salvezza sempre in atto che il Risorto, Gesù Cristo, offre a tutti."

Discutere sul fatto se il dipinto rappresenti il Giudizio finale, la Risurrezione di Cristo o la Pésca mistica – come anche è stato definito – è un discorso sofistico che svia l'attenzione da quel che è il vero senso dell'opera e dal suo rivoluzionario messaggio nell'ambito dell'arte sacra.  (Sottolineatura nostra N.d.R.)

Ossia che la Chiesa cattolica, in questa rappresentazione pittorica, afferma per la prima volta – tramite, si badi bene, un mezzo di comunicazione visivo e non verbale – di riconoscere i "diritti personali" dell'individuo tesi all'autoaffermazione di ciascuna personalità a livello religioso, morale o sessuale, di qualsiasi genere essa sia.  (Sottolineatura nostra N.d.R.)
E lo fa con un effetto dirompente.

Altrimenti non si capisce perché nell'opera compaiono una donna con il burqa, una coppia gay e un transessuale che, insieme a molti altri personaggi (prostitute, corpi tatuati, esponenti di religioni diverse), vengono tutti trascinati, tramite le "reti" della redenzione divina, verso la Gerusalemme celeste.  (Sottolineatura nostra N.d.R.)

Infatti, al di là della semplice e apparentemente innocua spiegazione secondo cui "la Chiesa accoglie tutti i peccatori di oggi" c'è ben altro in questo dipinto… ma per scoprirlo è opportuno prima descriverlo almeno per sommi capi. 
I riferimenti stilistici principali sono senz'altro la cappella di San Brizio di Luca Signorelli nel Duomo di Orvieto – che costituì anche il precedente per la cappella Sistina di Michelangelo – e l'affresco della Madonna del Parto di Piero della Francesca, nonché alcune opere metafisiche di De Chirico.

Il dipinto di Terni è però erede della lunga tradizione occidentale dell'arte sacra, non solo per le sue citazioni formali, ma soprattutto per la sua funzione "didattico-catechetica".

Si tratta infatti di un'allegoria che ha quasi il sapore di un rebus: come sulla scena di un teatro, due angeli aprono un ampio tendaggio, un sipario sulla scena dell'opera, secondo una composizione ripresa dall'affresco di Piero della Francesca.

A proposito degli angeli questi sono un vero "shock", dato che la tradizione negli affreschi di soggetto sacro li vorrebbe asessuati: "i miei angeli, che sono calvi, sono cose molto specifiche; sono come grandi adolescenti, giovani robusti e molto avvenenti con un senso di potere e determinazione come a dire di essere abbastanza forti per dischiudere questi tendaggi e far vedere cosa sta succedendo, e la prima cosa che è possibile vedere è il livello più basso dove si osserva tutta la disperazione, la solitudine e il dolore che ci stanno affliggendo…."

In basso è infatti rappresentato il male principale che tormenta la società moderna: "La solitudine è il grande male che imprigiona l'uomo contemporaneo che solo apparentemente sembra essere felice nella società del mercato e del mercimonio; in realtà è incapace a tessere relazioni solidali, affettive e d'amore disinteressato."
I vortici-buchi, in cui sprofondano gli individui, rappresentano dunque la solitudine e l'egoismo che possono isolare l'uomo di oggi dai suoi simili.

In uno di essi sembra che stia cadendo un transessuale nudo ma "sul lato destro e sinistro in basso nel dipinto, vediamo persone di diversa entità sollevarsi e aiutare altri a sollevarsi: è il momento della redenzione."
Qualcuno quindi si salverà mentre altri resteranno dove sono...
Poco più su, sopra la porta principale della chiesa, è raffigurata la città contemporanea con tutti i suoi problemi, una megalopoli con al centro grandi e svettanti edifici moderni, circondata da fumi inquinanti e assediata da una povera baraccopoli che "offre alla meditazione di tutti la visione del mondo di oggi; un mondo in cui domina la solitudine dei suoi abitanti, dove le città sono malate, dove il brutto e la volgarità hanno trovato stabile dimora.

Soprattutto nell'Occidente dove persiste una esibizione superficiale di ogni cosa, una stupidità sempre più volgare e inarrestabile…
È un mondo disperato? 
In parte sì, perché non c'è più amore…."
La parte principale dell'opera è poi dominata dalla figura del Cristo risorto, con le due reti strette nelle mani, nell'atto di trascinare l'umanità verso Dio – impersonato dalla grande mano in cima alla composizione – dopo averla liberata dalla schiavitù della solitudine e dell'egoismo che la tiene prigioniera, simboleggiata dai buchi-vortici più in basso. 

Attraverso questa "pesca mistica" l'umanità è quindi traghettata in alto verso la Gerusalemme celeste, una meta alla quale tutti tendono: quasi un ritorno al passato, ad una dimensione più a misura d'uomo, ai valori di solidarietà e fratellanza fra tutti gli uomini e le razze del pianeta.
I personaggi "incastrati nella rete amorosa di Gesù… dallo stato di bruttezza sono passati a quello di bellezza… 

Dunque il "Risorto rende bello il brutto attraverso la sua penetrazione nelle viscere dell'uomo, costringendolo a guardarsi allo specchio del tu che ha di fronte, attraverso lo sguardo di un suo simile che per questo deve essere amato e non rifiutato".

Come modello per la figura di Cristo, ha raccontato ancora Cinalli durante la conferenza di Londra, don Fabio propose un giovane ferroviere ma poi la scelta cadde sul parrucchiere ternano dell'artista, tale Emiliano. 

Nel dipinto sono poi raffigurati lo stesso Cinalli, uno dei dannati nei vortici di solitudine, il vescovo Paglia, aiutato nell'ascesa al cielo da un uomo barbuto in una delle reti divine, e don Fabio – "una persona straordinaria, un intellettuale" ricorda Cinalli – con un tatuaggio sulla spalla: un cuore trafitto da una freccia con la scritta "Love"

La freccia indica un adolescente posto poco più in alto nella rete, verso la mano del quale, poggiata sulla sua spalla, il religioso inclina il capo. 
Credo che don Fabio sia il personaggio chiave per capire come sia stata possibile la realizzazione di un'opera simile: "Don Fabio Leonardis era lontano anni luce dallo stereotipo dell'uomo di chiesa: una formazione da artista sperimentale, la sua, con una giovinezza controcorrente e una conversione spettacolare, durante la cerimonia d'inizio pontificato di Giovanni Paolo II". 

Nel 1968 era un militante di Lotta Continua, prima del 1978, l'anno della conversione "era un ventottenne ateo, amante dell'arte e degli eccessi; era stato il primo in Italia ad aprire un negozio di abiti usati, il cosiddetto vintage, e con quello manteneva il Centro di arte contemporanea e multimediale fondato a L'Aquila, oltre che ‘Radio attiva’, un'emittente libera legata con la celebre Radio Alice di Bologna".
Un uomo dal carattere schietto e "anticonformista fino al midollo". 

Don Fabio a sua volta ha scritto a proposito del pittore argentino Cinalli: "condivide con noi la sua forza pittorica che da latino-americano vede nella carne, nei corpi aggrovigliati tutta la passione e il dramma dell'umana fragilità e dell'umano piacere dei sensi".
Dunque, l'affresco di Terni è un'opera clamorosa e affronta temi "scabrosi".

Nella conferenza-intervista londinese con il critico d'arte Brian Sewell, Cinalli ha spiegato inoltre che alcune persone benpensanti, dopo lo scoprimento del dipinto, durante la sua inaugurazione, reagirono molto male, in modo aggressivo nei confronti dell'artista e protestando con il vescovo Paglia in particolare per la raffigurazione del Cristo, il cui panneggio lascia intravedere l'attributo virile: "Io volevo creare una composizione tutta nuda ma avevamo già abbastanza problemi perché si può intravedere il pene di Cristo attraverso il suo drappo trasparente così come per gli uomini e le donne nude". 

Ma il pittore ha poi difeso il suo operato asserendo che "la rappresentazione di Gesù Cristo con il suo carico umano è umanizzata nel senso proprio del termine e include la sua fisicità". 

Ora, a sostegno della personale giustificazione del pittore, lo studioso Nicola Pezzella in un sorprendente saggio intitolato i Segreti del Cristo Itifallico, ha spiegato quale senso potrebbe avere una simile raffigurazione: "Quale simbolo di riviviscenza post mortem, l'identificazione di erezione e resurrezione ha radici nell'antichità precristiana e caratterizza per esempio Osiride, il dio egizio dell'oltretomba, raffigurato con il membro ricostruito, che sporge a guisa di lancia. 
La metafora della resurrezione della carne con l'erezione si trova testimoniata non solo nell'iconografia… 
Del pene di Cristo risorto se ne parlò ampiamente in trattati e scritti del Medioevo e del Rinascimento e la questione verteva essenzialmente sul fatto che, al momento della Resurrezione, il corpo del Cristo fosse integro, ovvero senza i segni della circoncisione. 
Si spesero fiumi di parole… [e] si fa notare… che il membro ripristinato sia considerato signum victoriae". 

Ciò è riscontrabile soprattutto per alcune opere d'arte del passato in cui la nudità del Cristo era ben visibile e in particolare fino alla Controriforma, quando un maggior rigore da parte delle gerarchie ecclesiastiche e un rinnovato senso del pudore condizionarono da quel momento in poi gli artisti nella raffigurazione della fisicità del creatore, sempre più attenuata grazie all'uso di ampi panneggi. 

Veniamo ora ad un altro dei temi "scabrosi" che suscita la Risurrezione: quello del giudizio della Chiesa nei confronti dell'omosessualità.

In buona sostanza, ufficialmente la dottrina cattolica afferma che "i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso non possono essere approvati in nessun caso, e che sarebbero contrari alla legge naturale anche qualora, come alcuni sostengono, l'omosessualità non fosse il risultato di una scelta deliberata; anche in questo caso, infatti, permane quella libertà fondamentale che caratterizza la persona umana e che le consente di evitare l'attività omosessuale". 


Inoltre "le ‘pratiche omosessuali' sono elencate tra i peccati contrari alla castità insieme ai rapporti sessuali extra matrimoniali (fornicazione) e alla masturbazione".
In pratica, secondo la morale sessuofobica della Chiesa, l'omosessuale dovrebbe essere casto a vita, il che, come chiunque dotato di buon senso può immaginare, è una cosa assolutamente impossibile; tuttavia, il clero cattolico è condizionato e costretto a questa visione da una ben nota ed elevata presenza di omosessualità repressa nei propri membri. 
La relazione omosessuale a livello sociale, in generale, è vista dunque come un fenomeno da contenere.
Ora, fortunatamente, vi è qualcuno che dall'interno della Chiesa cerca di scostarsi da questa visione dominante. 
Franco Barbero, dimesso nel 2003 dallo stato clericale, ritiene possibile il riconoscimento, sotto il profilo religioso, del patto d'amore fra due persone dello stesso sesso, impegnate in una relazione matura, fedele e libera.

È un atteggiamento che talvolta si riscontra anche nella pratica pastorale, in cui la coppia omosessuale viene in qualche modo tollerata.
Pur distinguendo tra rapporti occasionali e relazioni affettive, qualcuno parla persino di "amore", anche con riferimento alle coppie dello stesso sesso, come il cardinale Basil Hume che dichiarò: "l'amore tra due persone, siano dello stesso sesso o di sesso diverso, va apprezzato e rispettato". 

Purtroppo però si tratta di voci isolate ( ora non più ... N.d.R.), come isolato e clamoroso è il caso della Risurrezione di Terni che sembra voler proporre un concetto simile attraverso una rappresentazione visiva, ossia con un mezzo molto diretto ed efficace, sebbene meno compromettente di un'esplicita affermazione verbale o scritta.
La coppia gay che viene tratta in salvo da Cristo e ascende insieme a lui verso la Gerusalemme celeste è palesemente una conferma di questo ragionamento. 

Il transessuale, ancora prigioniero del suo vortice-buco di solitudine in basso, anela anch'esso alla salvezza e si intuisce che verrà salvato… 
Forse i gesti particolari delle sue mani hanno un significato in tal senso?
La sinistra ha il palmo disteso con le dita divaricate forse ad indicare una scissione, mentre la destra indica in alto verso la Gerusalemme celeste dove si sta svolgendo una sorta di grande baccanale: "La mia visione della Gerusalemme celeste è quella di una città ideale; non qui, non là… 
Ma quel che interessava a don Fabio, che mi è stato sempre vicino, sono i milioni di persone che formano una cinta muraria umana intorno ad essa. 
Li ho dipinti in stile impressionistico usando larghi colpi di spazzola e lavaggi e, a distanza, essi sembrano addossati l'uno sull'altro".

Andatela a vedere questa Gerusalemme celeste: quel che veramente non si comprende è perché nelle figure che danzano ad anello intorno alla città, con troppi minareti e poche chiese cristiane, ci siano anche alcuni gruppetti di uomini e donne in atteggiamenti non proprio serafici…! (Sottolineatura nostra...N.d.R.)



L'impressione generale è, ad ogni modo, che i ternani non abbiano colto l'importanza di quest'opera misconosciuta e il suo rivoluzionario messaggio di apertura e accoglienza verso tutte le diversità, o che non abbiano voluto farlo scientemente. 
Un'opera passata inosservata peraltro anche nel resto d'Italia e della quale non si è assolutamente parlato, forse perché il suo riconoscimento condurrebbe a un dibattito di livello più ampio e generale: quello sulla necessità di una drastica riforma della tradizionale visione del mondo da parte della Chiesa cattolica. 

L'auspicio più sincero è che aver aperto gli occhi a qualcuno non scateni un effetto controproducente o interventi censori da parte di qualche zelante rappresentante del clero come, ad esempio, programmare un provvidenziale intervento di "restauro".

In ogni caso si vedrà se il messaggio lanciato dalla Risurrezione verrà smentito o meno dal neoletto presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, già vescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia. Si tratta infatti di "uno dei pontifici consigli destinati ad avere in futuro un peso specifico maggiore di quanto non abbia avuto finora. 
La battaglia per la difesa della famiglia è destinata a diventare una questione sostanziale per la Chiesa, viste le legislazioni a favore delle coppie gay che avanzano a passo di carica in molti Paesi occidentali".
Da questa e da altre questioni future dipenderà il "giudizio finale" sul dipinto del Duomo di Terni: potrà essere considerato un'opera lungimirante e rivoluzionaria nel campo del sacro, prefigurante un nuovo atteggiamento della Chiesa più tollerante verso il mondo contemporaneo – del quale si è voluto fare un "test" nella città umbra – oppure resterà solo un'opera controversa e "clandestina", testimonianza della pavida ipocrisia e delle contraddizioni delle alte gerarchie vaticane? 
In fondo i più grandi misteri sono quelli umani e non quelli divini. 

Resta il fatto, poi, che la Risurrezione di Cinalli potrebbe invece costituire un'importante attrattiva, insieme alle emergenze archeologiche sparpagliate tutt'intorno alla città e alle bellezze naturali come la cascata delle Marmore, per non parlare della straordinaria necropoli delle Acciaierie, se solo venisse riportato alla luce ciò che forse ne rimane.
Forse dobbiamo essere grati al caso che ha fatto incontrare due personaggi eccezionali come don Fabio Leonardis e l'artista argentino Ricardo Cinalli, dalla cui collaborazione è scaturita un'opera sacra unica, non solo per Terni; un dipinto semplicemente "inconcepibile" in una qualsiasi altra chiesa italiana che, grazie agli ideali universali di libertà, fratellanza e uguaglianza, (Sottolineatura nostra...N.d.R.) illumina le tenebre paludose in cui brancolano ancora la Chiesa cattolica e una buona parte del mondo politico, con tutto ciò che ne consegue a livello culturale e sociale per la nostra povera e arretrata nazione. 

L'11 Febbraio 2013 Benedetto XVI ha annunciato la sua clamorosa e coraggiosa decisione di abbandonare il soglio pontificio. 
E ora... quale Chiesa ci aspetta?
Lo storico francese Jacques Le Goff, intervistato sull'argomento, ha dichiarato che il Papa si ritira davanti al mondo moderno. 
Si sente incapace di padroneggiare questo mondo, di far sentire sufficientemente la voce del Dio dei cristiani e della Chiesa cattolica in questo mondo. 
Nel suo ritiro si compendiano la lucidità, la modestia, la speranza di permettere alla Chiesa di rimontare la china e di affrontare meglio il futuro".  
* (testo privo di note e citazioni bibliografiche estratto dal libro di Tommaso Dore: Misteri di ieri e di oggi a Terni e nella Bassa Umbria, Italus Edizioni, Roma 2013, pp. 89-100) di Tommaso Dore Mercoledì 1° Maggio 2013 

Nota aggiuntiva suggerita da un Lettore di MiL :
Il libro di Tommaso Dore è stato pubblicato in realtà nel febbraio 2013 (il 1 Magggio 2013 ne è stato pubblicato poi un estratto sul web).
Dunque il testo prefigura e auspica "il nuovo corso della chiesa ufficialmente 'inaugurato' il 13 marzo 2013".
Infine, una prima edizione dello stesso libro risale al mese di novembre 2012 ma ovviamente non contiene l'ultima affermazione sul ritiro di Benedetto XVI, non essendo l'autore chiaroveggente!

Da : Ternimania 

Tutte le foto dell'opera pittorica del Maestro Ricardo Cinalli sono state prese dal citato articolo di Benedetta Perilli e Giulia Villoresi su Repubblica.


38 commenti:

  1. Il libro di Tommaso Dore è stato pubblicato in realtà nel febbraio 2013 (il 1 Magggio 2013 ne è stato pubblicato poi un estratto sul web). Dunque il testo prefigura e auspica "il nuovo corso della chiesa ufficialmente 'inaugurato' il 13 marzo 2013". Infine, una prima edizione dello stesso libro risale al mese di novembre 2012 ma ovviamente non contiene l'ultima affermazione sul ritiro di Benedetto XVI, non essendo l'autore chiaroveggente!

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  2. Sconcezze da omosessuali, pedofili e prostitute (i). E' l'immagine degli ecclesiastici di oggi. Su di esse la benedizione e la misericordia di Bergoglio! Alla base c'è il rifiuto della dottrina e morale cattolica. Per tirarsi fuori da questa fogna è necessario un movimento di riforma dei costumi come quello che portò al Concilio di Trento. Ormai non è più tempo di stare a guardare. I cardinali, i vescovi e i sacerdoti sani hanno il dovere di guidare la reazione. Il popolo li seguirà.

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  3. Secondo me è un capolavoro. Cristo Risorto, cristizza tutta la creazione. Tutti pescati dal suo Amore infinito. Siete i soliti oscurantisti, e spero per voi che convertiate il cuore all' amore, che non pone limiti. Chi mi ama mi segue...E voi lo amate.Davide83

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    1. ???????!!!!!!???????.......

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    2. Fatti vedere da uno bravo.

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    3. "...cristizza..."

      rotfl

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    4. Si Cristizza, e Cristo sarà tutto in tutti. Ma voi nn potete capire siete legati alla legge e non all'Amore. Poi sinceramente un trans non può andare in paradiso e perché? Una prostituta costretta al suo Lavoro non può andare in Paradiso? È dv sta scritto....!Io nel vangelo trovo solo questa parola guai a voi ricchi perché avete...Ecc! È ancora è più più facile che ecc...! Prima di scandalizzarvi usate il cervello, se quelle immagini vi turbano fatevi vedere voi avete problemi con la vs. Sessualità altro che i trans e omosessuali. Siete ridicoli con qst storia di Mons.Paglia.
      Davide83

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    5. Caro Davide83 in un certo senso mi trovo daccordo con la tua concezione altamente cristologica. Cammindando nelle realtà della vita per i vicoli delle diversità sento che Cristo è vicino veramente a tutti: niente da eccepire dunque se le prostitute ( che stimo assai di più rispetto ai politici o a certi prelati trafficoni) si ritroveranno prima di me (peccatore) nel regno dei cieli. Il nocciolo di questa riflessione è la "patente" di desacralizzazione di un'opera d'arte ( obiettivamente il dipinto è bello) e quindi del contesto in cui l'opera d'arte è collocata e in questo caso concepita. Alcuni preti di Terni riferiscono che quando sono costretti a concelebrare in duomo lo fanno assai mal volentieri anche perchè l'affresco del Cinalli disturba la loro preghiera. Un effetto voluto? Un effetto desiderato? Bisognerebbe chiederlo a Mons. Paglia che, nel frattempo, tesse panegirici nei confronti dei leader massimi del Partito Radicale. Lo stesso prelato quando era a Terni si era distinto neella generosa assistenza e risoluzione di problemi di vario tipo verso chi aveva veramente bisogno. Per questo una parte della popolazione locale lo ricorda con gratitudine. Paradossalmente anche la piccola comunità "tradizionale" ternana aveva ricevuto assai di più con Mons.Paglia che non l'aridissimo attuale sordo ad ogni richiesta di approfondimenti liturgici differenti dal suo. Peccato che Mons. Paglia, un po' per età un po' per ordini di scuderia, abbia preso questa "sbandata" per le ideologie "radicali"... cerchiamo almeno di capire come parlando a braccio durante la presentazione del libro du Pannella la sua pressione sanguigna lo abbia portato a sragionare... Puo' succedere a tutti...

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    6. Questa frase non la capisco:
      "Alcuni preti di Terni riferiscono che quando sono costretti a concelebrare in duomo lo fanno assai mal volentieri anche perchè l'affresco del Cinalli disturba la loro preghiera."
      Ma come fa a disturbare la loro preghiera? quello che stanno compiendo sull'altare è la realtà di quello che nel dipinto pur bello che sia è solo immagine. Li sull'altare tutta la realtà del pane e del vino si fa Cristo, in attesa che tutta la creazione diventi "Deificata in Cristo". Li sull'altare Cristo di offre per tutti ("pro multis" poi magari non tutti lo accetteranno, ma lui si offre per tutti gli uomini) Ripeto credo che questi presbiteri abbiamo seri problemi con la loro sessualità, la vedono ovunque anche dove non c'è o dove non è il primo obbiettivo dell'opera.
      Davide83

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    7. Scusa Davide83 ma stavolta non concordo con il tuo scritto. L'arte sacra è un sussidio alla preghiera non un'alternativa. Tecnicamente il dipinto è bello: è un'opera d'arte. Liturgicamente non lo è. Come la mettiamo ?

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    8. In che senso, io non detto che il dipinto è un alternativa, ma un sussidio e secondo me il dipinto in questione dovrebbe aiutare non disturbare. Ovvio che il dipinto non sostituisce l azione sacra.
      Forse mi hai,frainteso.

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    9. "Siete ridicoli con questa storia di Mons. Paglia".

      E si continua a offendere, non avendo argomentazioni, tipico dei moralisti progressisti in difficoltà. Hai visto troppe volte Jesus Christ Superstar, e hai una visione delirante e sdolcinata del Vangelo, tipica degli anni '70. Ci sono molte definizioni di amore e neanche la più "compassionevole" corrisponde a quel melenso e subdolo afflato che cercano di propinare certi interpreti delle Scritture riferendolo all'amore. Comunque continua a venire su questo sito a battere i piedini, che ci divertiamo.

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    10. Carissimo anonimo delle 13:35 al massimo siete voi che non avete argomentazioni contro Paglia, e ne inventate sempre di nuove. Io il film che citi non l'ho mai visto se non qualche spezzone qua e là. Visto che non riuscite a scalfire il Signor Papa ve la prendete con uno dei suoi più stretti collaboratori. E spiegami cosa sarebbe l'Amore del Vangelo, visto che tu sei cosi bravo...! Io ti dico la mia secondo me l'Amore del Vangelo sta nel fatto che un Dio si fatto tanto piccolo da essere contenuto in un utero di una donna; a vissuto 30 anni senza alzare la sua voce ma facendo il falegname carpentiere, in un remoto villaggio della Giudea;alla fine si è fatto appendere ad una Croce. Soltanto perchè ci aveva creati e pensati a sua immagine e somiglianza dall'eternità e ci voleva con lui. Perchè appunto Dio è giusto e misericordioso, qualcuno doveva scontare per giustizia il ns. peccato. Quel qualcuno è Gesù di Nazareth tutto il resto è corollario e il fulcro dei Vangeli come dice Paolo il kerigma è questo: Passione, morte e resurezzione di Gesù.
      Forse se studiassi meglio il catechismo, la tradizione e per ultima le Scritture lo sapresti anche tu.

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    11. "resurrezzione"

      Sei nervoso e ti trema la mano? La parola amore avrà una dozzina di significati diversi nel Vangelo, il più importante dei quali è "giustizia", non certo la finta compassione e la solidarietà verso chi sta sbagliando. Al tempo, non esisteva neanche l'emozione a cui facciamo riferimento e che nulla ha a che vedere con Gesù, che era un vero e proprio combattente: coraggioso, generoso, ma pur sempre combattente (all'ultima cena i romani inviarono molti soldati: perché fare questo se si tratta di pacifisti?). Il Vangelo ha rinnovato, non ha contraddetto la Legge. La Bibbia va letta tutta, non solo certe parti del Vangelo, e neanche Bergoglio ha abolito l'AT; dai libri dell'AT non traspare certo una compassione sdolcinata da parte di Dio verso le tribù confinanti alla propria... Peraltro il falegname carpentiere che citi all'epoca non era un appartenente al "ceto basso". Voi continuate con questo quadretto sentimentale deformando il messaggio ma non vi crede più nessuno, sono finiti gli anni' 70 e un certo approccio "debole" al cattolicesimo è stato smascherato ed è agli sgoccioli, Bergoglio ne è l'ultimo triste epigono.

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    12. A te invece pare tremi il cervello.
      Chi ha detto che Gesù apparteneva al ceto basso? io detto che faceva il carpentiere-falegname non che era un miserabile nulla tenente.Secondo, l'AT non lo ha abolito nessuno, ma tu lo hai detto "Il Vangelo ha rinnovato, non ha contraddetto la Legge" rinnovare = mutare=cambiare in senso positivo, altrimenti saremmo tutti ancora circoncisi e mangeremmo koscher. Gesù combattente mi è nuova, tutto il Vangelo trasuda non violenza da parte di Cristo. Adesso tu mi citeresti il versetto Io sono venuto a portare la guerra non la pace" e altri simili, certo perchè Gesù è scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani. La frase sopra ci dice che Gesù è il punto di svolta dell'umanità è l'uomo dello scandalo un Dio che si fa Carne e Sangue, e noi guarda caso stiamo litigando su questo.
      Il Dio dell'Antico testamento vuole mettere in risalto la sua unicità e il suo essere nella storia dell'uomo, che è fatta anche di guerre, stupri, omicidi e violenza. Leggi però i sapienzali e ti renderai conto e capirai che Dio è oltre l'uomo e i suoi dogmi e regole è sempre Altro. Siamo uomini non potremo mai penetrare il mistero Trinitario.
      Giustizia certo, allora se citi la giustizia tutti i ricchi dovrebbero vendere le loro proprietà e darle ai poveri, anche questa è giustizia agli occhi di Dio. L'amore è sempre esistito un mondo senza Amore sarebbe morto all'istante perché il suo creatore è AMORE anzi CARITAS anzi AGAPE'per dirla con le parole di Giovanni e con la stupenda enciclica di Benedetto XVI. Sei un povero uomo se non credi nell'amore; non ti rendi conto che stai bestemmiando lo Spirito Santo che è l'Amore eterno del Padre e del Figlio. In greco Amore si dice con tre parole diverse AGAPE FILIA EROS ogni una delle quali ha un significato diverso e non dozzine di significati. Nel vangelo si parla sempre di agapè e qualche volta di filia, credo mai di eros. Prima di parlare magari studiare non ti farebbe male.
      Davide83

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    13. Siamo arrivati al punto in cui mostrare il messaggio cristiano per quello che è significa esporsi al ridicolo mentre, al contrario, osannare dipinti (forse ottimi in tecnica ma perversi nel risultato finale) significa essere bravi. La Chiesa ha smesso di farsi sentire, inabissata com'è nel "politicamente corretto". In realtà Cristo era quanto di meno "politicamente corretto" ci fosse: "Come sei entrato nella sala nuziale senza la veste?" Dice in parabola per indicare che in Paradiso non si entra facendo in terra i propri comodi, svagadosi e vivendo come l'impulso istintuale dice di vivere. "Buttatelo fuori!", aggiunge poi Cristo nella parabola. Questo è il Vangelo assieme al "Va' e NON PECCARE PIU'" (se non vuoi che ti capiti di peggio, aggiunge in un'altro racconto). La Gerusalemme celeste uno se la deve meritare, non fare i propri porci comodi in terra e presumere la salvezza in Cielo! Questo è l'autentico Cristianesimo, non quell'eresia che si sta diffondendo oggi, complice il capo della Chiesa cattolica!

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    14. Bisognerebbe proporre una bella tinteggiata di bianco su quella autentica oscenità, sarebbe molto meglio!

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  4. Questo è quello che vuole Lui come il suo amico essere sulla cresta dell'onda; se non si mette in evienziano, spariscono. Comunque sono eretici e blasfemi.
    Meno si parla di queste persone meglio si sente la nostra anima - ma voi durante il giorno pensate o parlate dei pagani dei tempi dell'impero romano? credo di no..... dunque fate finta che non esistono; non c'è cosa peggiore vedersi ignorati.

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  5. Una risata li seppellisca

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  6. Adesso è chiaro per quali credenziali è stato scelto a presiedere la pontificia commissione per la vita e la pontificia commissione per la famiglia.
    Come mettere Dracula a presiedere L'Avis

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  9. Guardate qui:
    http://opportuneimportune.blogspot.it/2014/10/mons-bruno-forte-e-il-martirio-di-san.html

    Questo è un dipinto di Cesare Giuliani, commissionato e benedetto da mons. Bruno Forte per la parrocchia di San Lorenzo Martire nella Diocesi di Chieti-Vasto.

    E' evidente che siamo giunti ben al di là della decenza, e che questi sporcaccioni non hanno più alcuna vergogna a palesarsi per quel che peraltro si sapeva comunque - e da parecchio - sul loro conto.

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  10. Caro Davide83 in un certo senso mi trovo daccordo con la tua concezione altamente cristologica. Cammindando nei vicoli delle più variegate diversità sento che Cristo E'vicino veramente a tutti: niente da eccepire dunque se le prostitute ( che stimo assai di più rispetto ai politici o a certi prelati trafficoni e eretici) si ritroveranno prima di me (peccatore) nel regno dei cieli. Il nocciolo di questa riflessione è la "patente" di desacralizzazione di un'opera d'arte ( obiettivamente il dipinto è bello) e quindi del contesto in cui l'opera d'arte è collocata e in questo caso concepita. Alcuni preti di Terni riferiscono che quando sono costretti a concelebrare in duomo lo fanno assai mal volentieri anche perchè l'affresco del Cinalli disturba la loro preghiera. Un effetto voluto? Un effetto desiderato? Bisognerebbe chiederlo a Mons. Paglia penso che non si asterrebbe. Lo stesso prelato quando era a Terni si era distinto nella generosa assistenza e risoluzione di problemi di vario tipo verso chi aveva veramente bisogno. Per questo una parte della popolazione locale lo ricorda con gratitudine. La gratitudine non si cancella con un trasferimento: Mons. Paglia ha fatto molto del bene a tante persone a Terni o altrove. Paradossalmente anche la piccola comunità "tradizionale" ternana aveva ricevuto assai di più con Mons.Paglia che non l'aridissimo attuale sordo ad ogni richiesta di approfondimenti liturgici differenti dal suo. Peccato che Mons. Paglia, un po' per età un po' per ordini di scuderia, abbia preso questa "sbandata" per le ideologie "radicali"... cerchiamo almeno di capire come parlando a braccio durante la presentazione del libro du Pannella la sua pressione sanguigna lo abbia portato a sragionare... Puo' succedere a tutti...

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    1. "...Cristo è vicino veramente a tutti..."

      Non facciamo i furbetti, sono le persone che non vogliono "vicino" Cristo, eventualmente. Ma l'errore è l'uso di queste parole, parole come "vicino", che non hanno nulla di metafisico e che non sono riconducibili a un Dio. Poi, nella fattispecie, si tratta sempre di parole sdolcinate, che vorrebbero commuovere, facendo leva sugli istinti più bassi, chissa perché... Fate gli uomini, Gesù ha dato la vita, non era un pappamolla effeminato.

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  11. Il dipinto di Ricardo Cinalli è un'opera d'arte fra le più belle della nostra contemporaneità.
    L'opera è stata umiliata dall'eccesso di libertà che vi è stato immesso: è stata castrata dall'ideologia gay e non dalle caratteristiche omosensibili dell'autore.
    Al pari della chiesa di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo l'opera ternana avrebbe potuto risplendere della luce che la genialità umana produce quando è legata all'obbedienza e al rispetto della sana committenza.

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  12. Caro anonimo del 9 Marzo 08:10 mi sembra che lei confonda l'arte con l'esibizionismo perverso, nel caso del dipinto del Cinalli. Quanto alla chiesa di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo potrebbe passare, nonostante la sua irrazionalità, come edificio polifunzionale. Ma come Chiesa..... le viene da adorare Dio in un capannone simile? al massimo da scappar fuori a respirare aria buona!

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    1. Difatti caro Anonimo delle 12:26 le due opere citate nell'intervento delle 8:10 avrebbero "potuto risplendere della luce che la genialità umana produce quando è legata all'obbedienza e al rispetto della sana committenza" ( leggasi al rispetto della vera Fede ). Se i committenti avessero posto dei paletti nel nome della fede e delle liturgia gli artisti avrebbero prodotto ben altra cosa.

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  13. Quindi sarebbe opportuno avvalersi di archi tetti e pittori che hanno la 'vera fede' ma questo cozza con l'attuale gerarchia composta in massima parte da 'diversamente credenti'

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  14. Il dipinto è bello, solo che non dovrebbe stare in una chiesa, tutto qua, quanto ai vizi dei prelati c'è inflazione di notizie dappertutto, non sono certo un esempio evangelico, a meno che non si sia kikkino o affine, allora tutto OK.

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  15. Io parto sempre da quanto Gesù disse a Pilato: "il mio Regno non è di questo mondo". Quando vedo folle osannanti verso tutte queste "aperture" incitamenti ad un cattolicesimo "politicamente corretto" e che accontenti tutti ecco, mi fermo e ripenso a quelle parole di Gesù che ha scolpito su di noi come pietra e dico che forse chi tenta di crearsi un paradiso in terra è fuori strada. Lo avrebbe fatto Gesù, ne aveva l'autorità ed il potere.....ma non l'ha fatto.

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    1. Hierro1973: il tuo commento basterebbe ad illuminare quelle zucche, confuse ed in malafede, che si ostinano a portare la Chiesa di Cristo verso il baratro (guidate dal perito chimico argentino)...

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  16. Osceno e schifoso, rappresentazione esterna di anime ecclesiastiche odierne!

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  17. Osceno, blasfemo, umilia ognuno di noi che ama Gesù. È incredibile che nessun prete/ vescovo/cardinale abbia dato ordine di coprirlo con una bella tinteggiatura bianca! Cosa aspettano? Anche loro risponderanno della loro vile accettazione di questo obbrobrio.

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