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martedì 1 novembre 2016

V Pellegrinaggio Internazionale Summorum Pontificum. L'omelia di Mons. Sample

"Moralmente e spiritualmente, siamo tutti della diocesi di Portland"
(don Claude Barthe nel messaggio di conclusione di #sumpont2016)




Sia lodato Gesù Cristo!

Mentre giungiamo al termine di questo splendido pellegrinaggio, durante il quale abbiamo celebrato il motu proprio di Benedetto XVI che ha condotto ad una maggiore disponibilità della celebrazione della Santa Messa nell’usus antiquior, lo facciamo anche oggi nella grande Festa di Cristo Re. Siamo tutti molto grati a Papa Benedetto per la sua amorevole cura nei confronti di chi ama questa antica forma del Rito Romano e preghiamo affinché la sua diffusione abbia un effetto profondo e duraturo sul culto divino celebrato in entrambe le forme.

Celebrando la Festa di Cristo Re, la Santa Madre Chiesa ci ricorda la centralità del mistero di Cristo nelle nostre vite quanto nel nostro culto. Esaltiamo il Nostro Divino Salvatore come il centro di tutta la storia umana e come Colui che ci rivela il vero significato e lo scopo delle nostre vite. È proprio questo il mistero che celebriamo nel Santo Sacrificio della Messa. Rileggiamo ciò che San Paolo ci insegna sulla pienezza di tutto quello che Dio vuole rivelarci nel Suo Figlio Gesù Cristo Nostro Signore e Re.

Gesù Cristo è l’immagine di Dio invisibile. Nel mistero dell’Incarnazione, Iddio Si è pienamente rivelato a noi nel Verbo Incarnato, Suo Figlio Unigenito. Cristo è la manifestazione visibile della misericordia divina nei confronti di noi poveri peccatori. È appropriato ricordarlo in occasione di quest’Anno Giubilare della Misericordia. In Cristo vediamo la misericordia incarnata. Egli è presente in ogni Messa, specialmente nell’offerta del Santo Sacrificio e nella Sua presenza Eucaristica in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

Gesù è il primogenito di ogni creatura, presente alla creazione dell’intero universo. Con una splendida trilogia di espressioni San Paolo ci ricorda che tutte le cose sono state create nel Verbo Incarnato, che Egli è precedente a tutte le creature nella Sua eternità e che tutte le cose sono tenute insieme in Lui. Cristo è al centro della volontà creativa di Dio Padre.

Cristo è il Capo del Corpo, che è la Chiesa. La Chiesa è il Corpo mistico di Cristo, la Sua duratura presenza nel mondo creato. Attraverso la Chiesa Cristo continua la Sua presenza redentiva nel mondo. Siamo tutti membri individuali di quel Corpo, come ancora ci ricorda San Paolo; e Cristo Re è il Capo del Suo Corpo mistico, sempre presente tra noi nella Sua Parola, nei sacramenti e nell’assemblea dei fedeli. Cristo non potrà mai essere separato dalla Sua Chiesa anche se alcuni ci proveranno. Noi non possiamo avere Cristo senza la Chiesa, poiché Egli è eternamente ed intimamente unito ad Essa. Noi, come Corpo mistico di Cristo, siamo inseparabilmente uniti al nostro Capo, Cristo Signore. Come tale la Chiesa è il Sacramento universale della salvezza del mondo.

Cristo è il primo anche tra i morti. Ci ha preceduti e tramite la Sua Morte e Resurrezione ha reso possibile la nostra stessa resurrezione dai morti. Dov’è andato Lui noi speriamo un giorno di seguirLo. La Sua Morte è il nostro riscatto dalla morte, la Sua Resurrezione la nostra ascesa a vita nuova.

È il primo e tutta la pienezza abita in lui. Nella Sua Divinità unita per sempre all’umana natura formata nel grembo della Sua Vergine Madre nulla manca. Gesù è la pienezza di ciò che ogni cuore umano desidera. Quello che di buono cerchiamo in questa vita è solo un pallido e sbiadito riflesso della pienezza di bellezza, bontà, gioia e perfezione che risiede in Cristo. Ogni ricerca virtuosa dell’uomo è in fine ricerca di Cristo.

Questo è il Cristo che onoriamo come Re Universale. Ma Nostro Signore ci ricorda che il Suo Regno non è di questo mondo. I discepoli non lo compresero pienamente se non dopo la Resurrezione e la discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. Noi non dobbiamo mai scordarlo. Non viviamo per la completezza e la realizzazione in questo mondo, ma ci sforziamo di renderlo sempre migliore e simile al Regno di Dio. Siamo solo pellegrini di passaggio in questa vita terrena sulla strada verso il Regno di Dio, il Regno dei Cieli. Tutta la nostra vita è preparazione alla pienezza del Regno di Dio.

Questo Regno, ora imperfettamente presente nella Sua Chiesa, è anche Regno di Verità. È Nostro Signore a dirci che il motivo per il quale Egli è nato ed è entrato in questo mondo è la testimonianza della Verità. Tutti coloro che vi appartengono ascoltano e rispondo a questa voce. Questa Verità rivelata da Cristo è la Verità su Dio, su noi stessi creati a Sua immagine e somiglianza e sulla salvezza eterna vinta per noi con la Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Questa è la vita eterna che riconosciamo e viviamo nella Verità.

Il mondo in cui viviamo sembra divenire ogni giorno più secolarizzato e materialista. Non riconosce più una verità che sia eterna e che coinvolga tutti. Papa Benedetto ha coniato la celebre espressione “dittatura del relativismo”: vivere senza l’eterna Verità di Dio è vivere senza Cristo, nell’oscurità, nell’ignoranza, nel dubbio e nella paura. Cristo è venuto a rendere testimonianza alla Verità e a liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e illuminarci con la Buona Novella della Sua misericordia e del Suo amore. Le prima parole del Suo ministero pubblico sono “Il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo!”

Siamo trasferiti in questo Regno del Diletto Figlio di Dio partecipando alla redenzione che Egli ha vinto per noi attraverso il Suo Sangue, facendoci ricevere la remissione dei peccati. Come San Paolo ci dice, Cristo ha riconciliato tutte le cose in Sé attraverso il Sangue della Sua Croce. Noi per primi riceviamo la grazia di questa redenzione nel giorno del nostro battesimo, lavati dal peccato originale e santificati dalla grazia di Dio.

Questo mistero della nostra redenzione è anche rinnovato ogni volta che partecipiamo all’offerta del Santo Sacrificio della Messa. Cristo, che ha offerto Sé stesso come Sacerdote e Vittima sull’altare della Croce, si offre ora in modo sacramentale e incruento attraverso il ministero del sacerdote sugli altari delle nostre chiese tutte le volte che viene celebrata la Santa Messa.

Cristo Re governa trionfante sulla morte anche quando pende sulla Croce per la nostra salvezza. Il Suo mistero pasquale, resoci presente nel Sacrificio Eucaristico del Suo Corpo e Sangue, è la fonte della nostra continua santificazione mentre rendiamo Gloria a Dio nel nostro culto.

Questa realtà è poderosamente resa presente in ogni Messa, sia nella forma Ordinaria che in quella Straordinaria del Rito Romano. Ma la Messa tradizionale palesa in modo particolarmente chiaro ed eloquente questa realtà con segni, simboli e parole.

Le preghiere della Forma Straordinaria, i gesti rituali e in modo particolare l’orientamento liturgico del sacerdote all’altare fanno risaltare la natura sacrificale della Messa. Questo è senza dubbio il culto che sacerdote e fedeli offrono a Dio Onnipotente per la Sua Gloria e per la santificazione delle loro anime.

Papa Benedetto ha riconosciuto che la Forma Ordinaria del Rito Romano, almeno come viene celebrata in molti luoghi, ha perso parte della chiarezza e dello splendore. Ha insegnato che non potrà mai esserci una rottura con la Tradizione, ma che l’autentica riforma liturgica deve essere realizzata in chiara continuità con le precedenti tradizioni e forme della Sacra Liturgia. Questo è il motivo per cui ha emanato il motu proprio Summorum Pontificum, precisamente per riconciliare la Chiesa col suo passato.

La speranza di Papa Benedetto era che le due forme del Rito Romano possano e debbano arricchirsi mutualmente così che sia nuovamente possibile un rinnovamento autentico della celebrazione della Santa Messa, denominato riforma della riforma della Sacra Liturgia.

Lo scopo di tale riforma non può essere che di rendere maggiormente visibile la sovranità di Cristo Re mentre Egli Si offre per la nostra salvezza in un mistero che si perpetua in ogni Messa. Possa la Messa Antica fiorire nella Chiesa così che molti possano beneficiare di questa forma del Rito Romano per la maggior Gloria di Cristo Re Nostro Signore. A Lui ogni gloria, lode e onore nei secoli dei secoli! Amen!




Omelia di S.E.R. Mons. Alexander K. Sample, Arcivescovo di Portland, per la Festa di Cristo Re, in occasione del V Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum.

Roma, 30 ottobre 2016, Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini






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