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martedì 3 aprile 2012

Balletto moderno "Leo et Aquila" sulla tomba S. Celestino V (Collemaggio, AQ)

Balletto contemporaneo nella Basilica di Collemaggio a L'Aquila

Spettabile Redazione MiL,

torno a scriverVi dopo lungo tempo, mi chiamo Luca D'Antonis e molto tempo fa vi scrissi perché ero alla ricerca di fedeli che come me fossero interessati alla Celebrazione in Rito Extraordinario a L'Aquila.
Non posso riferire nulla in merito a celebrazioni in Rito Extraordinario a L'Aquila, dato che ad oggi non è stato possibile celebrarne, nonostante molti nostri sforzi, ma in compenso posso dare testimonianza di altre iniziative, certo meno ortodosse e ben più spettacolari.
Mi riferisco allo spettacolo che sabato sera scorso (17 c.m., foto) si è tenuto all'interno della Basilica di Santa Maria di Collemaggio in L'Aquila, proprio quella dove riposa il corpo di Pietro dal Morrone ovvero San Celestino V. Avendo letto cenni e riferimenti sull'argomento anche sul vostro blog, ritengo doveroso da parte mia riferire per sommi capi l'accaduto per evitare voci infondate o affermazioni non veritiere e posso farlo in serenità dato che sono stato testimone oculare della vicenda.

I preparativi per lo spettacolo di danza contemporanea sono iniziati svariati giorni prima; giovedì sera il palco teatrale (o da discoteca, io non sono pratico) era già interamente montato dentro la Basilica; Venerdì pomeriggio (come tutti i venerdì di Quaresima) mi sono ivi recato a pregare il Santo Rosario in latino con altri amici e parenti; questo è quello che tutti noi abbiamo visto:
Il palco occupava interamente tutto il transetto e la prima “ex-navata”, (ex a causa del crollo avvenuto dopo il sisma), per una superficie ben oltre i cento metri quadrati. Nella navata centrale è stata sistemata una rampa tipo trampolino indirizzato verso l'altare centrale lunga svariati metri; il palco di colore nero era sovrastato da tralicci metallici e rotaiesostenenti un complesso sistema di luci tipico dei concerti all'aperto. Era presente una attrezzatura di amplificazione
assai imponente almeno per me che non sono certo un esperto di intrattenimento o service teatrale.

Il corpo di San Celestino V deposto in una teca senza alcuna protezione né delimitazione, collocato sopra il troncone di una delle colonne crollate della navata centrale era a ridosso del palco (neppure un metro di distanza), tanto che se durante lo spettacolo vi fosse stata qualche ballerina che scivolava o qualche contrattempo scenografico facilmente la teca col corpo del Santo sarebbe potuta andare in pezzi.

I pavimenti erano disseminati di cavi elettrici e di attrezzature, sparse ovunque fino all'ingresso della basilica, all'internosi trovavano diverse persone, intente a chiacchierare o a trasportare palificazioni ed altre carpenterie metalliche.

L'impressione che ho avuto è stata quella di uno scempio vero e proprio, considerato che già la basilica è interamente puntellata da tiranti e tralicci dopo il sisma. Vedere quel palco enorme davanti all'altare fino a ridosso la teca di San Celestino V, a pochi metri dal Tabernacolo e dalla Porta Santa, non è stato facile da digerire.

Abbiamo pregato il Santo Rosario con l'amaro in bocca e poi siamo usciti. All'uscita ci attendeva il Sig. Cosmo Intini, regista dello spettacolo che avendo letto l'articolo di giornale che allego, ha voluto parlarci.
Abbiamo avuto un civile dialogo in cui le reciproche posizioni sono restate assai divergenti.
Il regista stesso ci ha confermato che lo spettacolo danzante in programma aveva ricevuto non solo il necessario nulla osta dall'Arcivescovo, ma addirittura il formale patrocinio della Diocesi. Abbiamo chiesto ragione del perché non si sia scelto di tenere lo spettacolo presso il ridotto del teatro stabile o presso l'auditorium della caserma della GdF (due tra le tante strutture agibili e libere anche la sera dello spettacolo); il regista ha risposto che la basilica aveva a suo giudizio una atmosfera più adatta al suo spettacolo. Gli abbiamo risposto che a nostro parere a prescindere dalle atmosfere, i teatri sono luoghi di intrattenimento dove si fanno i balletti e gli spettacoli e le chiese sono luoghi sacri dove si prega e si celebra, specialmente in presenza delle Reliquie dei Santi e vieppiù nelle Basiliche, e sempre specialmente in tempo di Quaresima.

Le dirimenze del Magistero parlano a nostro avviso assai chiaramente su come debbano essere usate le chiese, ma siccome lo spettacolo era autorizzato dall'Arcivescovo o comunque aveva il patrocinio della diocesi, abbiamo ritenute vane ed inopportune ulteriori discussioni in quella sede, salutati gli amici ed il regista ci siamo congedati.

Il giorno successivo, durante lo spettacolo mi sono recato all'ingresso della Basilica, con un amico, ed ho verificato chelo spettacolo di danza era regolarmente in corso, con un corpo di ballo interamente femminile, le ballerine in costume scenico assai poco "ingombrante" e con i volti dipinti di svariate colorazioni intrattenevano con le loro contemporanee evoluzioni un pubblico assai esiguo (alcune decine di persone), accompagnate da musiche e canti mai sentiti, con toni cupi e certo non facenti parte di alcun repertorio sacro (almeno per ciò che riguarda il Rito Cattolico).

La mia scarsa preparazione sulla danza contemporanea ed i moderni spettacoli di arte figurativa mi hanno certamente impedito di apprezzare “la scenografia astratta”, “il simbolismo sotteso”, e tutta l'opera nel suo complesso, anche perché la presenza dell'altare sullo sfondo e del Santo nella sua teca a pochi metri dalle ballerine in costume attillato mi debbono aver distratto assai. L'impressione nel breve lasso di tempo che è durata la mia visione preferisco tacerla ad evitare ricadute legali, ma non posso esimermi dal significare la mia radicale disistima verso questo "atipico" evento mediatico.

Lo spettacolo che consentiva l'ingresso libero, è 'ultimo di una lunga serie di iniziative "atipiche" a cui ho dovuto assistere negli ultimi tempi nella basilica di Collemaggio, specialmente dopo il terremoto: ci sono stati sempre nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, in ordine sparso:
- i Granatieri di Sardegna con la loro banda a suonare marce e canzonette con trombe e tromboni in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia;
- il coro degli Alpini a cantare le loro canzoni di montagna durante un loro raduno;
- l'associazione culturale "l'angelo ribelle" con la sua mostra d'arte astratta per tutto il periodo di avvento, durata fino al 23 dicembra 2011, e tra gli altri anche
-una originale rappresentazione medievale in costume con biglietto a pagamento, che però è stata una eccezione (il biglietto intendo), d'altro canto questi spettacoli quasi sempre gratuiti pur non riscuotendo grandi successi di pubblico, continuano a spuntare come funghi, visto che vengono spesso e volentieri sovvenzionati coi fondi pubblici e/o regionali di erogazione europea. In altri termini li paga "pantalone", forse sarà solo show-business ma con la diocesi che patrocina, l'atmosfera ci guadagna sempre no? Si dirà che la Basilica resta puntellata, il tetto resta rotto e ricoperto di pannelli di plastica trasparente per non farci piovere, ma giocando con le luci, come location per gli spettacoli all'aperto va bene, con buona pace di Porte Sante, Perdonanza e Santi, il comune, la provincia, la regione e l'europa mica possono pensare a riparare le basiliche, sono troppo impegnati a sovvenzionare la "cultura".

Luca D'Antonis

PS: oltre all'articolo di giornale vi allego anche il link del video della "performance":
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Leo-et-Aquila-la-performance-simbolica-nella-magia-di-Collemaggio/75804.htm"
dove oltre ai costumi adamitici delle danzatrici si vede sullo sfondo l'altare maggiore.
Sul "folto" pubblico (quattro gatti) meglio glissare.

secondo PS:
Potete pubblicarla ad una semplice condizione, che venga pubblicato anche questo mio presente poscritto, in cui mi preme evidenziare, pur nello sconcerto e nella sofferenza (non solo mia) derivante dai fatti che ivi riporto, che intatta resta la mia filiale devozione al Pastore Diocesano, intatta la fede nel Signore Nostro Gesù Cristo, intatta la mia adesione piena e sincera alla comunione fraterna con tutti i Sacerdoti i Religiosi ed i Laici e le connesse realtà Diocesane.

Non è però tacendo la verità che si dimostra attenzione verso il prossimo, non è rifiutando oppure omettendo le opere di misericordia spirituale che si serve la Giustizia d'Amore che Nostro Signore incarna. Non è per polemica o per volontà di discredito che ho scritto, ma perché la Gloria di Dio risplenda pur nelle inutilità della mia servitù. Grazie a voi per il lavoro prezioso che fate, che Nostro Signore ve ne renda merito. Per quello che concerne la mia relazione, essa con tutti i limiti che la affliggono (derivanti dall'autore) è scritta in ossequioso spirito di verità e di carità.
Vi ringrazio per l'attenzione ed invito voi e tutti i lettori a pregare per il Santo Padre e per la nostra disgraziata città, per la nostra Diocesi sofferente, ovvero per il nostro Arcivescovo e per tutto il Clero ed il Popolo Aquilano.

Grazie ancora.

Luca D'Antonis

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