Giannicola D’Amico
Il Canto gregoriano nel Magistero della Chiesa.
Normativa canonica, prassi e documentazione tra Età moderna e contemporanea.
Conservatorio Statale di Musica "F.Venezze" - Rovigo (p. 232)
Il testo ha idealmente battezzato il nuovo percorso di studi musicali specialistici sortito a seguito della riforma degli studi superiori musicali, instaurata con la L. 508/99, trattandosi della dotta tesi specialistica per il conseguimento del primo Diploma di II livello in Discipline Musicali conferito in Italia, nel settembre 2005, che il Conservatorio di Rovigo, per l’eccezionalità della trattazione, ha pubblicato.
Scrupoloso studio di natura storico-estetico-canonistica dell’epoca compresa fra il XV e il XX sec. che i manuali e le enciclopedie musicali solitamente liquidano in poche righe, classificandola quale età della decadenza del canto gregoriano, il libro è corredato da un imponente apparato di note di argomento musicologico, dottrinario e musicale, nonché da una nutrita bibliografia, utilissima per ricostruire gli ultimi due secoli di pubblicazioni in materia.
L’opera passa in rassegna la normativa canonica a partire dalla Cost. Ap. Docta Sanctorum di Giovanni XXII (con richiami alla legislazione precedente), attraverso il Concilio di Trento e la normazione del XVII e XVIII sec. fino alle riforme di S. Pio X ed al Magistero del Concilio Vaticano II e del post-Concilio, le pubblicazioni, soprattutto del periodo compreso fra il tardo Cinquecento e l’Edizione Vaticana, attraverso la famigerata Medicea e gli apografi ottocenteschi, nonché gli studi di area principalmente italiana e francese, le prassi esecutive e liturgiche, nonché la storia del movimento ceciliano e della riforma solesmense fino alle soglie del XXI sec., dando un esauriente panorama del Canto liturgico attraverso i secoli di corruzione musicale, rappresentata dal c.d. canto fratto, e di gallicanesimo rituale, tanto vicino all’attuale situazione, che proprio nelle variazioni del corpus del canto piano aveva un apparentemente innocuo cavallo di battaglia, in funzione anti romana aldilà delle Alpi.
Già positivamente recensito da riviste musicali e musicologiche specialistiche, il volume si inserisce nel filone di approfondimento storico e teologico della liturgia che fa capo a Benedetto XVI e che vede nella Chiesa tutta il soggetto della Liturgia, superando l’idea che la liturgia sia totalmente a disposizione di chi la attua e riportando il culto divino al suo fine essenziale, ovvero dare giusta lode a Dio.
L’Autore, come il Pontefice, si augura che tale lode sia espressa con arte.
Il testo può richiedersi al Conservatorio F. Venezze, c.so del Popolo 245 - Rovigo
Una buona iniziativa!
RispondiEliminaDeve essere dello stesso autore che qualche mese fa scrisse quel bell'articolo, che la Redazione riportò, confutando sapientemente le ariose castronerie di Palombella pubblicate su "Armonia di Voci".
RispondiEliminaSebbene non sia un esperto, ma un amante del latino e del canto gregoriano, vedrò di procurarmelo.
sarebbe il caso di inviarlo al sommo PALOMBELLA visto che afferma che i neumi sono scarabocchi per far litigare i gregorianisti, inoltre nei seminari sarebbe opportuno far recapitare il testo per essere letto non dico studiato...sarebbe un miracolo.....ma almeno letto !!!!
RispondiEliminaIo l'ho letto e l'ho pure studiato.
RispondiEliminaOpera densissima e di certo animata da una passione per la liurgia e la musica sacra veramente non comune.
L'ho consigliato ai miei cantori.
Palombella e i neumi.....!?!? Mah!
Nei seminari, finchè seguiranno il duo Parisi-Frisina, non c'è scampo: i preti saranno tutti una massa di asini in campo musicale.
Figuriamoci se conosceranno un minimo di canto gregoriano.
Nemmeno i monaci - ahiloro! - vi si dedicano più!
Seee... in seminario? Gli attuali seminaristi aborriscono il Gregoriano, se conoscono la Messa De Angelis va gia' grassa....
RispondiEliminaE' arcinota l'abissale ignoranza dei preti in campo musicale (quanti litigi!!!); risponderei loro con una mazza da baseball quando dimostrano feroce acredine verso tutto cio' che non e' chitarre e tamburelli !!
RispondiEliminaCalma, calma!
RispondiEliminaFate come suor Giacomina che, una volta che andammo in pellegrinaggio a S. Giovanni Rotondo, e ci rintronarono con indigeste lagne di Frisina e Rainoldi, si mise a cantare - con la voce baritonale che la connota - "Di quella pira" e i fedeli che seguivano la processione, caddero in ginocchio, gridando al miracolo.
Non sapevano, poverini, che suor Giacomina da piccola è caduta nel paiolo del minestrone alla piemontese.....
Bisognerebbe sapere invece dove sono caduti da piccoli Frisina e Parisi .....
Comuque questo libro me lo procurerò per suor Terzianilla.
Non conosco il testo qui presentato, sicuramente si tratterà di un ottimo lavoro sotto il profilostorico-scientifico che cercherò di procurarmi. Ma testi di canto gregoriano che trattano bene la materia ce ne sono molti in circolazione, specialmente quelli che, a partire dagli anni Sessanta/Settanta analizzano e spiegano molto bene l'interpretazione gli antichi neumi sotto il profilo semiologico, grazie al quale il testo viene veramente "rivestito" dell'importanza dovuta e ne vengono così evidenziate le parole che costituiscono la chiave di lettura teologica del brano. Il problema è che questi testi, importanti e stupendi, girano solo tra le mani dei gregorianisti e rimangono rigorosamente fuori dai seminari. Provate ad eseguire una messa Novus Ordo in canto gregoriano, dovrete fare un'estenuante trattativa con il prete di turno, per stabilire quei pochi brani che, grazie al suo buon cuore, sarà possibile eseguire; tali trattative faranno solo impallidire quelle di Marchionne/sindacati o Alitalia/Cai.
RispondiElimina<span>Non conosco il testo qui presentato, sicuramente si tratterà di un ottimo lavoro sotto il profilostorico-scientifico che cercherò di procurarmi. Ma testi di canto gregoriano che trattano bene la materia ce ne sono molti in circolazione, specialmente quelli che, a partire dagli anni Sessanta/Settanta analizzano e spiegano molto bene l'interpretazione degli antichi neumi sotto il profilo semiologico, grazie al quale il testo viene veramente "rivestito" dell'importanza dovuta e ne vengono così evidenziate le parole che costituiscono la chiave di lettura teologica del brano. Il problema è che questi testi, importanti e stupendi, girano solo tra le mani dei gregorianisti e rimangono rigorosamente fuori dai seminari. Provate ad eseguire una messa Novus Ordo in canto gregoriano, dovrete fare un'estenuante trattativa con il prete di turno, per stabilire quei pochi brani che, grazie al suo buon cuore, sarà possibile eseguire; tali trattative faranno solo impallidire quelle di Marchionne/sindacati o Alitalia/Cai.</span>
RispondiEliminaCome, sorella Eufrasia, non conosce la storia dei due pargoli Frisina e Parisi? Ma va la', suvvia, lo sanno anche le pietre che caddero dal seggiolone!!! La botta fu tanta e tale che...Si figuri: al catechismo mentre gli altri in devota mistizia inneggiavano al "T'Adoriam ostia divina" loro insistevano con " la macchina del capo, ha un buco nella gomma, la macchina del capo ha un buco nella gomma, la macchina del capo ha un buco nella gomma ripariamola col chewing-gum"!!! ..cioè...non c'è speranza capito!!??? né ci fu segno di miglioramente nel corso degli anni... neppure oggi che canizie incombe....
RispondiElimina<span>Come, sorella Eufrasia, non conosce la storia dei due pargoli Frisina e Parisi? Ma va la', suvvia, lo sanno anche le pietre che caddero dal seggiolone!!! La botta fu tanta e tale che...Si figuri che da bambini al catechismo mentre gli altri in devota mestizia inneggiavano al "T'Adoriam ostia divina" , loro insistevano con " la macchina del capo, ha un buco nella gomma, la macchina del capo ha un buco nella gomma, la macchina del capo ha un buco nella gomma ripariamola col chewing-gum"!!! ..cioè...senza speranza capito!!??? né ci fu segno di miglioramente nel corso degli anni... neppure oggi che canizie incombe....eppoi, mi sembra sia evidente il degrado...Ehhh, cose che succedono mia cara!!</span>
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Ovvio perchè, Palombella è un asino!
RispondiEliminasuggerisco anche un libro " DEL CANTO GREGORIANO" DIALOGHI SUL CANTO PROPRIO DELLA CHIESA EDIZIONE RUGGINENTI di un Maestro vero del Canto Gregoriano FULVIO RAMPI!
RispondiElimina<span>i manuali e le enciclopedie musicali solitamente liquidano in poche righe, classificandola quale età della decadenza del canto gregoriano</span>
RispondiEliminaPer l'appunto. Molto meglio i lavori di Rampi.
Rampi va bene, ma non è il solo. Ci sono vari testi di quelli che furono i suoi maestri che trattano a livelli diversi il Canto Gregoriano, dalla "semiologia gregoriana" del padre Cardine, a quelli di Agustoni-Goeschl (2 volumi in tre tomi che rappresentano in po' "la Summa" del gregoriano) ai molteplici editi da Turco, a quelli preziosissimi sotto il profilo codicologico di Baroffio e via elencando...
RispondiElimina...il libro di Rampi è un testo ispiarto alla fine della lettura il lettore affascinato inizia sicuramente a studiare seriamente la materia.
RispondiEliminaRampi non è l'unico gregorianista ma è IL MIGLIORE!!!!!
Fintanto che il Papa non si deciderà a ripristinare il culto Cattolico con i suoi canti in ogni parrocchia questo bel, anzi OTTIMO, lavoro non servirà a nulla!
RispondiElimina"Provate ad eseguire una messa Novus Ordo in canto gregoriano, dovrete fare un'estenuante trattativa con il prete di turno, per stabilire quei pochi brani che, grazie al suo buon cuore, sarà possibile eseguire; tali trattative faranno solo impallidire quelle di Marchionne/sindacati o Alitalia/Cai."
RispondiEliminaAh ah ah ah!!! E ti faranno sempre un piacere per gentile concessione mentre seduti spalle al tabernacolo ti guarderanno con impazienza per vedere se "hai finito". Poi interverranno con uno stentoreo "Il Signoreeeee siiiia con voìiiiiii!"
Ricordi di una gioventù da cantore di cappella: mi toccò "guidare il popolo" nel O Redemptor sume carmen finché un massiccio smodato "cerimoniere" non mi cacciò in modo spiccio dall'ambòne, dov'ero ero: game over! la liturgia doveva proseguire....
Ricordi di un passato che dal 7/7/2007 si sbiadisce sempre più.
Date retta, niente gregoriano alle Messe NOM: non è il suo posto... e neppure il mio.
...intanto istruiamoci che così non ci facciamo sorprendere. Del resto non sappiamo né il giorno né l'ora; certezza dell'an, incertezza del quando!
RispondiEliminaI lavori di Rampi sono eccellenti.
RispondiEliminaLasciatemi dire, visto che ho letto anche il succitato "Del canto gregoriano", che sono due cose completamente diverse.
Questo ha un taglio più storico-giuridico.
Rampi, invece, punta molto al lato estetico e, oserei dire, filosofico.
Mi permetto poi di osservare a chi non vuole sentire parlare delle epoche di decadenza del canto liturgico, vivendo forse in una pura idolatria di un passato meraviglioso ma lontanissimo, che così si scade nel puro e semplice archeologismo, tanto deprecato da Pio XII.
Quello stesso archeologismo che i modernisti-bugninisti hanno portato avanti per distruggere la Liturgia della Tradizione, e quindi se si ragionasse con meno zelo estetico e purismo da "edizione filologica" e si convenisse che il canto che abbiamo ricevuto nel recentissimo passato è, obtorto collo, anche il canto formatosi nei secoli di decadenza, si farebbe un servizio alla Chiesa, alla Liturgia e al Canto gregoriano.
L'autore lo dice chiaramente.
I testi di Baroffio o quell di Agustoni-Goeschl sono meraviglie rare, ma di altro genere.
Cme pure le belle edizioni di don Alberto Turco.
Signori, però, ricordiamoci che tutti questi personaggi sono - compreso il grande Rampi - ai margini del mondo liturgico: rammentiamo che la dittatura del triumvirato Palombella-Frisina-Parisi sarà dura a morire.....
pensiamo più a confutare nei fatti simili personaggi, che a fare le pulci a quelli che hanno reso e rendono un gran servizio alle nostre comuni idee!
Caro don Camillo, bsterebbe che il S. Padre dimissionasse una decina di persone.......
RispondiEliminaCerchiamo di non distribuire pagelle a nessuno. E' sufficiente conoscere il più possibile tutta la letteratura prodotta afferente al canto gregoriano; la mia bilbioteca è ben fornita, contiene tutte le opere sin qui citate ed altre ancora. Poi cisacuno, dal proprio punto di vista soggettivo, stabilirà chi è il migliore gregorianista. Io, dal canto mio, l'ho già stabilito da un pezzo chi è il migliore, mi sembra però indelicato che ci si pronunci a favore di uno o dell'altro in questo blog, credo che non renderemo un buon servinio nemmeno all'autore che viene sponsorizzato.
RispondiEliminaHo letto il libro del M° D'Amico e l'ho trovato eccellente.
RispondiEliminaIntanto dal punto di vista stilistico scorre meravigliosamente perché riesce a svirgolare dai tanti tecnicismi che la materia, di per sè impegnativa, impone, mentre indugia con dovizia sugli eventi, nonché l'ostilità, il travaglio, l'agonia che incontrò la musica sacra nel corso dei secoli. Passando dal profondo e tetro oscurantismo medievale al concilio di Trento per approdare alla musica barocca e oltre..i tutto è narrato in un affresco dai contorni vivi, dove i personaggi descritti -papi, monaci, figuri eccellenti- con le loro normative, divieti, burocrazie si fanno attori attivi della scena, partecipando con le loro decisioni al destino, alla sorte del canto liturgico fino ai nostri giorni con una particolare attenzione alla Francia, culla del gregoriano e del gotico, "restauratrice sincera della sua bellezza fra il XIX e il XXsec".
Tantissimi i rivoli dai cui attingere per risalire alla fonte della tradizione così miseramente tradita dai recenti fatti.
Di certo, il testo fin dal suo incipit lascia aperta la porta alla speranza che non tutto è perduto: a noi è consegnato il testimone, a noi che vedono nella musica un "cammino verso lo spirito" spetta il compito di lottare, affinchè tutti gli eventi narrati nel libro di D'Amico possano essere da monito, istruirci nel cammino di perfezione che la musica ci fa presentire e prenderne coscienza, sperando nell'aiuto di Dio, per Sua maggior gloria!
Un bellissimo libro, che consiglio a tutti di leggere!
Bravo Maestro Giannicola D'Amico.
<span>Ho letto il libro del M° D'Amico e l'ho trovato eccellente.
RispondiEliminaIntanto dal punto di vista stilistico scorre meravigliosamente perché riesce a svirgolare dai tanti tecnicismi che la materia, di per sè impegnativa, impone, mentre indugia con dovizia sugli eventi, nonché l'ostilità, il travaglio, l'agonia che incontra la musica sacra nel corso dei secoli. Passando dal profondo e tetro oscurantismo medievale al concilio di Trento per approdare alla musica barocca e oltre....il tutto narrato in un affresco dai contorni vivi, dove i personaggi descritti -papi, monaci, figuri eccellenti- con le loro normative, divieti, burocrazie si fanno attori attivi della scena, partecipando con le loro decisioni al destino, alla sorte del canto liturgico fino ai nostri giorni con una particolare attenzione alla Francia, culla del gregoriano "restauratrice sincera della sua bellezza fra il XIX e il XXsec".
Tantissimi i rivoli dai cui attingere per risalire alla fonte della tradizione così miseramente tradita dai recenti fatti.
Di certo, il testo fin dal suo incipit lascia aperta la porta alla speranza che non tutto è perduto: a noi è consegnato il testimone, a noi uomi e donne di fede consapevoli del tesoro che la musica racchiude di quel "cammino verso lo spirito" cui ogni anima anela. A noi il compito di lottare, affinchè tutti gli eventi narrati nel libro di D'Amico possano essere da monito e istruirci, lottare è la prola d'ordine, lo slogan, perché quel tesoro deposto in anfore screpolate non vada definitivamente in malora, come sembra avviarsi, sperando nell'aiuto di Dio, per Sua maggior gloria!
Un bellissimo libro, che consiglio a tutti di leggere!
Bravo Maestro Giannicola D'Amico.</span>
e sappiamo chi...!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminadon Magnifico, a quella decina ne aggiungere un'altra dozzina...Oh...vedrò di coinvolgere la mia parente più prossima, la maga Circe perché, orsù, li trasmuti seduta stante in grassi, puzzolenti porcellini...
RispondiElimina<span><span>Ho letto il libro del M° D'Amico e l'ho trovato eccellente.
RispondiEliminaIntanto dal punto di vista stilistico scorre meravigliosamente perché riesce a svirgolare dai tanti tecnicismi che la materia, di per sè impegnativa, impone, mentre indugia con dovizia sugli eventi, nonché l'ostilità, il travaglio, l'agonia che incontra la musica sacra, ovvero il canto gregoriano, nel corso dei secoli. Passando dal profondo e tetro oscurantismo medievale dove se ne raccolgono i semi, i prodromi delle future fioriture modali dalle quali germogliò quella che sarà la prima struttura compositiva ritmica antica, al concilio di Trento, per approdare alla musica barocca e oltre -con una particolare attenzione alla Francia, culla del gregoriano "restauratrice sincera della sua bellezza fra il XIX e il XXsec.- il tutto narrato in un affresco dai contorni vivi, dove i personaggi descritti -papi, monaci, figure eccellenti- con le loro normative, divieti, bolle, burocrazie e quant'altro si fanno attori attivi della scena, partecipando con le loro decisioni al destino, alla sorte ingloriosa del canto liturgico il quale, col passare dei decenni ha subito una tale involuzione che la risultante è, a tutt'oggi , sotto gli occhi di tutti! Tantissimi i rivoli dai cui attingere per risalire alla fonte della tradizione così miseramente tradita dai recenti fatti.
Di certo, il testo fin dal suo incipit lascia aperta la porta alla speranza che non tutto è perduto: a noi è consegnato il testimone, a noi uomi e donne di fede consapevoli del tesoro che la musica racchiude di quel "cammino verso lo spirito" cui ogni anima anela. A noi il compito di lottare, affinchè tutti gli eventi narrati nel libro di D'Amico possano essere da monito e istruirci, lottare è la prola d'ordine, lo slogan, perché quel tesoro deposto in anfore screpolate non vada definitivamente in malora, come sembra avviarsi, sperando nell'aiuto di Dio, per Sua maggior gloria!
Un bellissimo libro, che consiglio a tutti di leggere.</span></span>
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<span><span>Complimenti maestro D'Amico!</span></span>
..Don Magnifico, che ne direbbe se a quella decina ne aggiungerei un'altra mezza dozzina..ehmm..vediamo..chiederò alla mia parente più prossima, la Circe, una maga sui generis, perché li trasmuti seduta stante in puzzolenti, grassi maialini!!!
RispondiEliminaEffettivamente .....
RispondiElimina:'( ma cosa state dicendo ? il gregoriano è roba da museo, meglio Frisina e il sommo magnifico Palombella con i suoi angeli cantori adulti sono meglio dei monaci di solesmes...volete mettere ?? gira voce che Palombella con Padre Pierre Paul stiano preparando un libro editore vaticano su come eseguire il canto piano...altro che Baroffio, Turco, Rampi ........gente sono loro i MAESTRI della chiesa cattolica romana!!!!!................................................
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=Uzxwo-ku6k0
RispondiEliminaMi meraviglio di P. Pierre Paul!
RispondiEliminaSe Palombella si mette pure a pontificare sul gregoriano, allora - come disse mons. Favella - siamo alla frutta...
Sciroppata?
E una mezza cartuccia!
RispondiEliminaE' arrivato il momento della Verità di questo Pontificato con l'annuncio di un Motu Proprio sulla liturgia, spero proprio che il Maestro Giannicola sia stato mosso dallo Spirito Santo per produrre questo capolavoro presto e spero OBBLIGATORIO per tutta la Chiesa!
RispondiEliminaDon Camillo!
RispondiEliminaPer renderlo obbligatorio per tutta la Chiesa bisognerebbe tradurlo in molte lingue.
Oppure in latino.
Bisogna, a questo punto, chiedere all'autore se è disposto a farlo.
Anche perchè la Fondazione Latinitas è stata soppressa..... (da Bertone)
E' sufficiente imparare a cantarlo, il gregoriano, senza perdere troppo tempo negli studi per specialisti.
RispondiElimina:* .....meglio don marco Frisina !!!!!...ilcanto gregoriano è roba di altri tempi e poi al chiesa con molto garbo gli ha conferito il primo posto si!!! ma fuori dalla chiesa!!!
RispondiEliminaEminem o Eminenz?
RispondiEliminaSa qual'è la verità...eminem ? Che purtroppo gli spiriti mediocri, di solito, applaudono ciò che supera la loro piccola statura, semplicemente perché, il loro grado di giudizio -pari alla loro statura appunto- non è in grado di valutare l'altezza dei grandi o delle opere grandi, né sa discernere ciò che è intramontabile e imperituro, da ciò che è transeunte,destinato ad entrare nell'armadio della nonna, al dimenticatoio e questo destino non appartiene al Gregoriano che piaccia o no è tesoro della Tradizione, mentre le strimpellate, le inquacchiate e pulcinellate di quello pseudo direttore saranno, presto o tardi spazzate via come pula
RispondiEliminaEbbene, reve. eminem, i suoi commenti evidenziano la sua immensa ignoranza e la esorto a studiare un tantino, un' ignoranza tal quale quella degli asini (palombella, Frisina, parisi) ai quali conferisce, con enfasi, il primo posto....
Mi dispiace tanto per lei ma il canto Gregoriano dal cui tronco presero vita tutte le derivazioni successive compresa la grande polifonia non è destinato affatto ad uscire dalla Chiesa -anche se il suo futuro sembra incerto e i vertici sembrano sordi- le toccanti intensità dei mottetti i responsori di Palestrina e di altri autori polifonici del tardo Cinquecento ne sono l'anima, la Voce stessa di Dio...una voce che gente come lei ha smesso di ascoltare -mistero dell'iniquità- ma ci sono anime forti pronte a combattete perchè questo non avvenga!
Sa qual'è la verità...eminem ? Che purtroppo gli spiriti mediocri, di solito, applaudono ciò che supera la loro piccola statura, semplicemente perché, il loro grado di giudizio -pari alla loro statura appunto- non è in grado di valutare l'altezza dei grandi o delle opere grandi, né sa discernere ciò che è intramontabile e imperituro, da ciò che è transeunte,destinato ad entrare nell'armadio della nonna, al dimenticatoio e questo destino non appartiene al Gregoriano poiché, che piaccia o no, è e resterà tesoro della Tradizione,patrimonio del Popolo di Dio, mentre le strimpellate, le inquacchiate e pulcinellate, le urlatacce di quello pseudo direttore saranno, presto o tardi spazzate via come pula
RispondiEliminaEbbene, reve. eminem, i suoi commenti evidenziano la sua immensa ignoranza e la esorto a studiare un tantino, un' ignoranza tal quale quella degli asini (palombella, Frisina, parisi) ai quali conferisce, con enfasi, il primo posto....
Mi dispiace tanto per lei ma il canto Gregoriano dal cui tronco presero vita tutte le derivazioni successive compresa la grande polifonia non è destinato affatto ad uscire dalla Chiesa -anche se il suo futuro sembra incerto e i vertici sembrano sordi- le toccanti intensità dei mottetti i responsori di Palestrina e di altri autori polifonici del tardo Cinquecento ne sono l'anima, la Voce stessa di Dio...una voce che gente come lei ha smesso di ascoltare -mistero dell'iniquità- ma ci sono anime forti pronte a combattete perchè questo non avvenga!