Per contrastare lo svuotamento delle chiese la Compagnia di Gesù propone rimedi inconferenti. Invece di preoccuparsi della composizione dei consigli diocesani e del Collegio Cardinalizio, dovrebbero preoccuparsi della formazione dei sacerdoti e dei catechisti. Allora forse sì, che con preti e insegnanti più ortodossi, più seri, migliori testimoni della Fede e di Cristo i fedeli sarebbero veramente attratti dalla dottrina e tornerebbero a rimpire le chiese per salvarsi l'anima.
Non è modificando lo il "regolamento" del Senato del Papa, considerandolo alla stregua di un Consiglio di Amministrazione, che si pongono i rimedi per la crisi religiosa e vocazionale.
Roberto
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“Spazio ai laici nel collegio dei cardinali”. I gesuiti americani ci provano
di Paolo Rodari - 22 febbraio 2011 -.
Non è una rivista qualunque, America. Ha sede a New York, è prodotta dai gesuiti, negli Stati Uniti è considerata la rivista di punta del cattolicesimo progressista. Ovvio, dunque, che abbia un peso in tutto il mondo, Vaticano compreso.
Ovvio che con attenzione sia stata vagliata la sua ultima uscita, dedicata a una proposta fuori dagli schemi. In risposta “allo svuotamento dei banchi delle chiese parrocchiali in Inghilterra, Europa e Stati Uniti”, come panacea per una istituzione, quella ecclesiastica, ammalata perché troppo “clericale”, “tutta al maschile”, incapace di “lasciare spazio per altre voci”, America non propone – come fanno i teologi del dissenso tedeschi – l’abolizione del celibato o l’ordinazione di donne prete, quanto “di ammettere dei laici all’interno del collegio dei cardinali”. In questo modo, dicono i gesuiti, “la chiesa potrebbe continuare nella tradizione di un sacerdozio tutto maschile, ma trasformare questa sorta di ‘club per soli uomini’ in una chiesa che abbia un volto che assomigli di più a quel popolo di Dio già delineato dal Concilio Vaticano II”.
Va ricordato che America, in passato, ha fatto uscite choc non sempre ben viste nella chiesa. Nel 2005, ad esempio, dovette chiedere pubblicamente perdono per la “svista” della pubblicazione di un’inserzione con la statua della Madonna coperta da un preservativo e in vendita per 300 dollari. Ma questa volta il tenore della proposta è diverso.
L’idea è seria e cerca di non uscire dal seminato del consentito.
Si articola in due fasi: anzitutto una riorganizzazione degli uffici diocesani in modo tale che i laici vengano a rappresentare la metà dei consiglieri del vescovo (già oggi è in crescendo il numero dei laici che vengono assunti negli uffici di curia delle diocesi americane).
In secondo luogo dar vita alla creazione di un nuovo organismo, una sorta di consiglio internazionale di laici che affianchi nelle funzioni il collegio cardinalizio. I membri laici dovrebbero essere dei cattolici che “amano la chiesa, unanimemente riconosciuti come buoni cristiani”. Dovrebbero appartenere a diverse aree di provenienza e professioni: nel campo dell’educazione, della salute, della vita religiosa, del diritto, delle arti, dell’economia, delle scienze, della politica e del lavoro.
Scrive America che alcuni membri di questo consiglio potrebbero “dirigere dei dicasteri vaticani”, altri “recarsi a Roma per consultazioni periodiche”. Triplice la finalità del loro lavoro: amministrare gli uffici vaticani, consigliare il Papa e scegliere il suo successore. America previene le eventuali (e inevitabili) critiche dicendo che “un consiglio di laici non minerebbe in alcun modo l’autorità papale”. Per sostenere ciò, i gesuiti americani citano Giovanni Paolo II che riguardo al papato disse: “L’autorità di questo ministero è al servizio del disegno misericordioso di Dio e deve essere vista unicamente in questa prospettiva”. Commenta America: “Discernere questo disegno è un compito che i cattolici dovrebbero compiere tutti insieme”.
.Pubblicato sul Foglio martedì 22 febbraio 2011 via Palazzo Apostolico
Ovvio che con attenzione sia stata vagliata la sua ultima uscita, dedicata a una proposta fuori dagli schemi. In risposta “allo svuotamento dei banchi delle chiese parrocchiali in Inghilterra, Europa e Stati Uniti”, come panacea per una istituzione, quella ecclesiastica, ammalata perché troppo “clericale”, “tutta al maschile”, incapace di “lasciare spazio per altre voci”, America non propone – come fanno i teologi del dissenso tedeschi – l’abolizione del celibato o l’ordinazione di donne prete, quanto “di ammettere dei laici all’interno del collegio dei cardinali”. In questo modo, dicono i gesuiti, “la chiesa potrebbe continuare nella tradizione di un sacerdozio tutto maschile, ma trasformare questa sorta di ‘club per soli uomini’ in una chiesa che abbia un volto che assomigli di più a quel popolo di Dio già delineato dal Concilio Vaticano II”.
Va ricordato che America, in passato, ha fatto uscite choc non sempre ben viste nella chiesa. Nel 2005, ad esempio, dovette chiedere pubblicamente perdono per la “svista” della pubblicazione di un’inserzione con la statua della Madonna coperta da un preservativo e in vendita per 300 dollari. Ma questa volta il tenore della proposta è diverso.
L’idea è seria e cerca di non uscire dal seminato del consentito.
Si articola in due fasi: anzitutto una riorganizzazione degli uffici diocesani in modo tale che i laici vengano a rappresentare la metà dei consiglieri del vescovo (già oggi è in crescendo il numero dei laici che vengono assunti negli uffici di curia delle diocesi americane).
In secondo luogo dar vita alla creazione di un nuovo organismo, una sorta di consiglio internazionale di laici che affianchi nelle funzioni il collegio cardinalizio. I membri laici dovrebbero essere dei cattolici che “amano la chiesa, unanimemente riconosciuti come buoni cristiani”. Dovrebbero appartenere a diverse aree di provenienza e professioni: nel campo dell’educazione, della salute, della vita religiosa, del diritto, delle arti, dell’economia, delle scienze, della politica e del lavoro.
Scrive America che alcuni membri di questo consiglio potrebbero “dirigere dei dicasteri vaticani”, altri “recarsi a Roma per consultazioni periodiche”. Triplice la finalità del loro lavoro: amministrare gli uffici vaticani, consigliare il Papa e scegliere il suo successore. America previene le eventuali (e inevitabili) critiche dicendo che “un consiglio di laici non minerebbe in alcun modo l’autorità papale”. Per sostenere ciò, i gesuiti americani citano Giovanni Paolo II che riguardo al papato disse: “L’autorità di questo ministero è al servizio del disegno misericordioso di Dio e deve essere vista unicamente in questa prospettiva”. Commenta America: “Discernere questo disegno è un compito che i cattolici dovrebbero compiere tutti insieme”.
.Pubblicato sul Foglio martedì 22 febbraio 2011 via Palazzo Apostolico
Scusate l'ignoranza, ma se può essere canonicamente e lecitamente eletto papa qualsiasi maschio battezzato (celibe?), che ci sarebbe di male in un cardinale non vescovo o presbitero?
RispondiEliminaUBI LUTERO, IBI ERESIA
RispondiEliminaSacerdoti=laici - laici=sacerdoti
UBI LUTERO, IBI ERESIA
Si propongono tutte idee e teorie protestanti luterane
CHE SIA ANATEMA
DOVE NON C'E DOTTRINA CATTOLICA, NON C'E' CHIESA CATTOLICA
UBI LUTERO, IBI ERESIA
<p>
RispondiElimina</p><p>@ ENRICO.....OT
</p><p>In Svizzera sta succedendo un pandemonio, che occupa molto spazio sui TG della Svizzera tedesca, perchè Monsignor Huonder ha voluto che il seminario di Coira accogliesse anche "tradizionalisti", formati con la liturgia in Rito Antico, non sia mai...che scandalo... rivolta del rettore del seminario che non voleva quei seminaristi e ha dato le dimissioni, proteste dei buoni cattolici progressisti, dimissioni del vicario regionale per il canton Gigioni, rinuncia, di fronte alle proteste dei buoni democratici cattolici svizzeri, del vescovo ausiliare voluto da Mons Huonder...troppo fedele a Roma, richiamo del vescovo ausiliare. un benedettino che prenderà la direzione de seminario, insomma un putiferio contro la Santa Messa che è una delle due forme del Rito Romano, contro la Tradizione della Chiesa, contro il vescovo che mantiene la sua decisione e spiega a quei "cattolici" disgustati che quella Messa non è morta, che non è un ritorno al passato, che non è una restrizione del NO, ma un allargamento delle possibilità e via dicendo.
</p><p>Se Enrico è interessato posso fargli inviare i vari link.
</p>
non è questione dei laici nel collegio cardinalizio (già un tempo era così) ma indignante è che 'sti gesuiti ne trovino di tutti i colori di cose assurde e non religiose, di non ortodosse, di non spirituali, di non serie, di non efficaci per porre rimedio allo sbandamento della Chiesa.
RispondiEliminaadorazione eucaristica, seminari seri, insegnamenti ortodosse, testi tradizionali di studio, presti non "assistentisociali", preghiere, rosari, ecco, a mio avviso, vere e efficaci rimedi per impetrare da Dio la sua grazia per salvare la Chiesa.
Non è certo modificando la composizione dei consigli parrocchiali, episcopali, o del Papa che si pone rimedio.
Questo è il mio pensiero. e condivido un po' l'indignazione della redazione per queste strampalate iniziative gesuitiche.
hahahahahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah HUONDER!!!! BENE! BENE!!! CREDEVANO DI AVERLA FATTA FRANCA A FARE DI TUTTO PER CACCIARE HAAS, CREDEVANO DI AVER VINTO LORO!!!
RispondiElimina10.000 ANNI AL PRINCIPE-VESCOVO DI COIRA!!!
LA PORPORA A HAAS E HOUNDER!!!
<span>hahahahahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah HUONDER!!!! BENE! BENE!!! CREDEVANO DI AVERLA FATTA FRANCA A FARE DI TUTTO PER CACCIARE HAAS, CREDEVANO DI AVER VINTO LORO!!!
RispondiElimina10.000 ANNI AL PRINCIPE-VESCOVO DI COIRA!!!
LA PORPORA A HAAS E HUONDER!!!</span>
ecco lo sapevo. C'è già il solito furbone che ha sparato la solita scemenza. NON CI SONO MAI STATI LAICI NEL COLLEGIO CARDINALIZIO. Per ottenere qualsiasi beneficio ecclesiastico, cardinalato compreso, si doveva essere almeno tonsurati, e inoltre vigeva l'obbligo di essere ordinati almeno al grado del proprio titolo (Diacono, Prete o Vescovo). In qualche epoca, come nel Rinascimento, questo obbligo di ordinazione non era sempre rispettato, così qualcuno restava negli ordini minori. Ma siccome Paolo VI nel Rinascimento non aveva ancora abolito niente, questi erano CHIERICI a tutti gli effetti e NON LAICI
RispondiEliminaGIUSTO!
RispondiEliminaSe per esempio, il cardinale laico fosse Messori io sarei anche contento... in fondo non sarebbe un male se ci fosse qualche cardinale laico...
Regole della Massoneria
RispondiElimina"Per distruggere la Chiesa dal suo interno occorre la collaborazione di parte della gerarchia ecclesiastica"
"Fate che molti di loro divengano nostri figli"
"Crederanno di camminare sotto le chiavi apostoliche invece cammineranno sotto le nostre"
"Corrompete i giovani e non avrete piu' Cattolici"
"Per credere di camminare sotto le chiavi apostoliche occorre un falso Cristianesimo , ecco il Protestantesismo !"
Pertanto
UBI LUTERO, IBI ERESIA
Dossier su Lutero altro ancora su www.Chiesaviva.com
NON CI SONO MAI STATI LAICI NEL COLLEGIO CARDINALIZIO, COMPOSTO DAL CLERO DI ROMA (PRETI, DIACONI, VESCOVI). SONO TITTOLI ECCLESIASICI. Qualcuno nel Rinascimento per abuso non era ordinato all'odine corrispondente al proprio titolo cardinalizio, ma era sempre chierico negli ordini minori, altrimenti sarebbe stato canonicamente incapace di assumere qualsiasi dignità ecclesiastica.
RispondiEliminai Cardinali sono gli unici ELETTORI del Papa, non gli unici ELIGIBILI. Facile distinzione no?
RispondiElimina''I gesuiti o sono grandi santi o sono grandi diavoli,, così disse qualcuno tempo fa...
RispondiElimina''I gesuiti o sono grandi santi o sono grandi diavoli,, così disse qualcuno tempo fa...
RispondiElimina''I gesuiti o sono grandi santi o sono grandi diavoli,, così disse qualcuno tempo fa...
RispondiEliminaIl "furbone" ha scelto come nome "Ignorante" e ha esordito con "<span>Scusate l'ignoranza". Si può avere un po' di comprensione?</span>
RispondiEliminaOltretutto lei aveva già pubblicato un commento simile più su, nel luogo più appropriato.
FZ
questo è il primo commento pubblicato, teste l'ora. Il furbone era Sanremese e non Ignorante. Ho ripetuto il commento nel luogo appropriato avendo appunto visto che era più appropriato e visibile. Il mio intento era di evitare che il commento prendesse le mosse da un dato storico sbagliato, rimanendo poi viziato. Ecco perché mi sono permesso un tono tale da essere notato
RispondiEliminasbagliato!! con la creazione a cardinale il laico avrebbe dovuto assumere lo stato rispettivo all'ordine a cui apparteneva, ma questa ordinazione veniva rimandata sine die, e di fatto rimaneva laico.
RispondiEliminaSBAGLIATO! era almeno tonsurato se non negli ordini minori comunque!
RispondiEliminache poi venisse tonsurato è vero, ma in seguito, e comunque al momento della nomina era laico.
RispondiEliminaRichelieu, Mazarino e Ruffo erano solo tonsurati. In particolare Richelieu, l'unico obbligo ecclesiastico che aveva, oltre all'abito, era quelo del breviario. Ed è passato alla storia perchè lo recitava tutto insieme dalle 23 a mezzanotte. Se, poi, non aveva sonno, recitava quello del gionro dopo, da mezzanotte all'una. Cumunque, è statao Giovanni XXIII a stabilire che, d'ordinario, i cardinali debbono essere veescovi.
RispondiElimina<p>Perciò, un ordine umano che è in contrasto con un ordine divino, non può e non deve essere eseguito, appunto perché bisogna «ubbidire a Dio prima che agli uomini!» (Act. 5,29; 4,19).
RispondiElimina</p><p>«Oportet
oboedire Deo magis
quam hominibus».
(“Atti”, 5,29)
</p><p>
</p><p>UBI LUTERO, IBI ERESIA</p>
Capito, qualsiasi vir battezzato può essere creato cardinale (e diventire elettore attivo) e qualsiasi vir battezzato può subire l'elettorato passivo a norma di canone anche prima del concilio. Non mi sembra una proposta sbagliata.
RispondiEliminaun esempio, anche uno solo. Il giovane Giovanni de Medici era stato tonsurato a sette anni. Perfino Cesare Borgia era già chierico prima del Cardinalato (e aveva il titolo di Vescovo, anche se non fu mai consacrato). Ippolito I d'Este era stato tonsurato da giovanissimo, lo stesso Mazzarino (che notoriamente non ebbe mai gli ordini maggiori) aveva una decina d'anni di carriera ecclesiastica alle spalle etc. etc. etc.. Pure nel caso (improbabile) esistesse un esempio di tonsura successiva alla nomina, la dignità cardinalizia e i benefici non potevano essere effettivi fino alla collazione della medesima, perché tale era il diritto canonico: solo un chierico può avere un beneficio ecclesiastico o una dignità. Comunque un esempio non sarebbe male.
RispondiEliminail fatto è che il Cardinale o è già o deve diventare, se viene nominato essendo laico, un chierico. Non può restare laico, ammesso che esistano casi di laci nominati cardinali non essendo già chierici prima.
RispondiEliminaERRATA prima del concilio
RispondiEliminaCORRIGE prima della riforma liturgica del concilio.
Il problema quindi, se una volta si posticipava a sine die la nomina, de facto questo era un tonsurato, un laico che non aveva avuto l'accesso agli ordini.
(E se questo, nell'attesa del sine die, moriva prima di prendere il diaconato, se così era stato incardinato, moriva in peccato mortale?)
un tonsurato è o era un chierico a tutti gli effetti, non un laico. Quanto al grado di colpa del non farsi ordinare, le cose erano abbastanza incerte, finché Urbano VIII non fissò un tempo limite (di qualche mese, devo verificare)
RispondiEliminaRichelieu era Vescovo consacrato. Mazarino effettivamente era chierico (minorista o tonsurato). Ruffo era Diacono. Giovanni XXIII ha stabilito che tutti i Cardinali dovevano essere consacrati Vescovi, a qualunque ordine appartenessero, salvo dispensa. http://www2.fiu.edu/~mirandas/cardinals.htm
RispondiEliminaHo un idea migliore: ammettiamo invece il ripristino del breve Dominus ac Redemptor di Clemente XIV e sopprimiamo i Gesuiti.
RispondiEliminaGrazie Luisa.
RispondiEliminaSe avesse tempo e voglia di scrivere o tradurre qualcosa, ancor meglio: in questi giorni sono lavorativamente débordé.
Enrico
La proposta non ha in sé nulla di scandaloso perché sia dal punto di vista canonico che dal punto di vista tradizionale la possibilità del cardinale laico (maschio, s'intende) è legittima.
RispondiEliminaIn passato ci sono stati anche diversi casi di cardinali riconvertiti in laici e ammogliatisi per ragioni di continuità dinastica, come Ferdinando I de' Medici. Quindi non c'è molto di cui scandalizzarsi per la proposta gesuitica. Anche perché la conduzione della chiesa da parte degli uomini consacrati è stata molto carente, per cui l'idea di contemplare un intervento del migliore laicato non è, in linea teorica, così peregrina. Il problema è concreto: voi lo digerireste, tanto per dire, un Messori cardinale?
<span>La proposta non ha in sé nulla di scandaloso perché sia dal punto di vista canonico che dal punto di vista tradizionale la possibilità del cardinale laico (maschio, s'intende) è legittima.
RispondiEliminaIn passato ci sono stati anche diversi casi di cardinali riconvertiti in laici e ammogliatisi per ragioni di continuità dinastica, come Ferdinando I de' Medici. Quindi non c'è molto di cui scandalizzarsi per la proposta gesuitica. Anche perché la conduzione della chiesa da parte degli uomini consacrati è stata molto carente, per cui l'idea di contemplare un intervento del migliore laicato non è, in linea teorica, così peregrina. Il problema è concreto: chi ci assicura che i laici saprebbero fare di meglio? Io ho molti dubbi a riguardo. Senza contare che con il cardinalato laico il rischio di infiltrazioni da parte di simulatori ostili alla chiesa aumenterebbe a dismisura.
</span>
Non, non sopprimiamoli ma speriamo che il Papa li commissari per almeno un ventennio. C'è già ilprecedente di Giovanni Paolo II quando nominò il gesuita Dezza come suo delegato personale ... ma solo per 2 anni (1981 - 1983).
RispondiElimina<span><span>In passato ci sono stati alcuni casi di cardinali riconvertiti in laici e ammogliatisi per ragioni di continuità dinastica, come Ferdinando I de' Medici, ma l'esistenza di laici creati cardinali non trova gran conforto nella storia della Chiesa. Ma visto che negli ultimi tempi la conduzione della Chiesa da parte degli uomini consacrati è stata assai carente, l'idea di contemplare l'assunzione al ruolo di qualche ottimo laico non è, in linea teorica, così assurda. Solo in linea teorica, però, perché concretamente chi ci assicura che i laici saprebbero fare di meglio? Io ho molti dubbi a riguardo. Senza contare che con il cardinalato laico il rischio di infiltrazioni da parte di simulatori ostili alla chiesa aumenterebbe a dismisura.
RispondiElimina</span></span>
<span><span><span>In passato ci sono stati anche alcuni casi di cardinali riconvertiti in laici e ammogliatisi per ragioni di continuità dinastica, come Ferdinando I de' Medici. </span></span></span>
RispondiEliminacerto, ma appunto è il caso contrario a quello voluto dai gesuiti!. Anche il già citato Cesare Borgia ritornò al laicato e sposò una d'Albret. Credo poi due Gonzaga, e Ferdinando de Medici giustamente citato: erano diaconi e dovettero ottenere dispensa dal sacro celibato cf sempre http://www2.fiu.edu/~mirandas/cardinals.htm
RispondiEliminaanzi leggo che Vincenzo Gonzaga non aveva mai ricevuto gli ordini sacri, ma solo i minori, e venne dichiarato decaduto dallo stato clericale per aver contratto matrimonio (un chierico in minoribus infatti può contrarre matrimonio valido, ma per il fatto stesso perde lo stato clericale). Fu l'ultimo della dinastia a governare Mantova
RispondiEliminaScusate, non capisco davvero. Un chierico è (o era) uno che ha chiesto l'ammissione agli ordi sacri, un tonsurato, accolito, esorcista ?. Un laico è colui che non ha ricevuto l'ordine a partire da (sud)diaconato. Quindi un accolito di oggi portebbe ricevere il cardinalato a norma canonica? Spiegatemela bene sta cosa, per favore.
RispondiEliminaCerto che questo P.Rodari descrive e descrive certe situazioni, apparentemente è un bravo cronista, ma sotto sotto simpatizza sempre per i distruttori della chiesa travestiti da agnelli.
RispondiEliminaTemo che questa simpatia la veda solo lei.
RispondiEliminaFZ
Old. Very old.
RispondiEliminaNon è la prima volta che i gesuiti e altri avanzano questa proposta. Come già fatto notare da altri, non sarebbe una novità assoluta la presenza di laici nel collegio cardinalizio nella forma di elevati all'ordine cardinalizio diaconale di cui poi però si procrastinava l'ordinazione "sine die". Qualcuno assunse anche degli incarichi curiali di governo pontificio (non ecclesiastico, ovviamente). Personalmente non ci vedrei pregiudizialmente nulla di male, come pure all'abolizione dell'obbligo (salvo dispensa) dell'elevazione all'episcopato per tutti i cardinali, ma resterebbe comunque da capire SE ed eventualmente QUANTO sarebbe utile per la Chiesa.
Ho il sospetto che la questione sia sullo stesso livello dell'apertura al clero uxorato nella Chiesa latina: probabilmente qualche pregiudizio nei confronti del clero cattolico verrebbe meno, ma siamo poi sicuri che il clero uxorato abbia solo aspetti positivi e non anche tanti problemi che oggi la Chiesa latina non sia assolutamente pronta ad affrontare?
C'è troppa gente che parla, propone, suggerisce presunte soluzioni senza avere davvero idea di cosa significano.
con la ricezione della tonsura si era CHIERICI a tutti gli effetti, non laici, non laici, non laici. Un accolito di oggi dopo le riforme di Paolo VI non è più un chierico in nessun modo, leggi Ministeria quaedam, dove Paolo VI dice che si conservano i nomi di lettore e accolito ma assolutamente non sono ordini, come la domanda di accedere agli ordini non ha nulla a che vedere con la tonsura, che costituiva il chierico. Chiaro? il tonsurato non era più un laico. Un laico è colui che non ha ricevuto la tonsura. Dopo la tonsura potevi ricevere gli altri ordini minori e maggiori, ma eri già CHIERICO
RispondiEliminaLa seconda immagine è una vergognosa copia di una copertina di OP - Osservatore Politico degli anni del CV2. Una rivista attendibile come Wanna Marchi...
RispondiEliminaCmq, queste presunte "regole" della massoneria da dove vengono? Dalle Costituzioni di Anderson? Dalle Morali di Pyke? No, per sapere quale fonte "attendibile" è stata usata. Perché le fonti attendibili sono altre e liberamente consultabili.
Parliamo di cose serie.
Non voglio assolutamente polemizzare con Messainlatino però invito a leggere tutti gli articoli di Rodari e di farlo attentamente.Grazie
RispondiEliminaNel momento in cui un laico veniva creato cardinale, automaticamente abbandonava lo stato laicale per passare a quello clericale. Anche se non tutti venivano ordinati preti, erano stati comunque ordinati diaconi. In ogni caso, fino al 1970, l'ingresso al ceto ecclesiastico avveniva col conferimento della tonsura e degli ordini minori. Quando mai c'è stato un cardinale privo di ordini minori? Come si fanno a dire certe stupidaggini?
RispondiEliminaE che c'entra questo?
RispondiEliminaE che c'entra questo?
RispondiEliminaNon sono mai esistiti laici nel Collegio Cardinalizio. Quelli che sostengono questa fesseria ignoraro la storia della Chiesa, oltre al Diritto Canonico.
RispondiEliminail binomio cardinale-laico è un ossimoro, una contraddizione in termini, un non-senso. E' ontologicamente impossibile. Il Modernismo, ormai, fa parte anche del DNA spirituale dei "tradizionalisti".
Grazie, ho capito! Non ero a conoscenza di quel motu proprio, ora l'ho letto.
RispondiElimina<span>Scusate l'ignoranza, ma se può essere canonicamente e lecitamente eletto papa qualsiasi maschio battezzato (celibe?), che ci sarebbe di male in un cardinale non vescovo o presbitero?</span>
RispondiEliminaTeoricamente può essere eletto Papa qualsiasi maschio battezzato celibe. Teoricamente...perchè di fatto questa opzione di è verificata solo nel caso di S. Pietro, primo Papa. Che il famoso "Petrus Romanus", Pietro II, sia eletto tra le fila dei maschi laici? :-D
Può essre eletto qualunque battezzato vir e celibe.... ma dopo l'elezione deve essere immediatamente ordinato Vescovo e assumere tutti gli obblighi concernenti il suo status clericale... cosa c'entrano i cardinali.... non confondte le carte questo è sofismo!!!!
RispondiEliminaPeccato. Da grande volevo fare il cardinale...
RispondiEliminabeh è il caso a contrario sollevato da qualcuno, ergo se ne parla
RispondiEliminaanche Leone VIII era laico quando fu eletto Papa! e il Cerimoniale apostolico prevede il caso, spiegando cosa bisogna fare nel caso (si ritiene che l'eletto riceva immediatamente giusrisdizione da Dio, diventando chierico per diritto divino, e poi ovviamente è previsto come debba ricevere la tonsura e tutti gli ordini). San Pietro in realtà ricevette la promessa del Pontificato da "laico" (ti darò le chiavi...) ma il Pontificato stesso essendo già Vescovo, perché si ritiene che Nostro Signore glielo conferisse effettivamente dopo la Resurrezione, con le parole "Pasci le mie pecorelle", adempiendo alla sua promessa (e gli Apostoli ricevettero l'Ordine all'ultima Cena, con le parole "hoc facite in meam commemorationem)
RispondiEliminaPure io. Ma forse sono già in pectore.
RispondiEliminaNella plurisecolare storia della Chiesa si è visto di tutto. Cercando bene emergerebbero anche evidenze del caso in oggetto. Poi ci vorrà, come al solito, qualche Messori che con un po' di cavillamento à la sicilienne o prestidigitazione togata tranquillizzi gli animi degli infallibilisti più tetragoni facendo quadrare il non quadrabile cerchio. Ecco un caso concreto valutare la praticabilità dell'idea gesuitica: lo gradiremmo un Messori cardinale?
RispondiEliminaSan Pietro celibe? Non mancano indizi del contrario. Nulla di certo può essere stabilito in merito. Il "solo caso di San Pietro", comunque, è anche il solo caso in cui l'elezione fu compiuta direttamente da Nostro Signore. Non un caso qualsiasi, dunque.
RispondiEliminaMi dispiace per Rodare, ma, sai com'è, ho ancora tutto Dostoevskji da finire.
RispondiEliminaChi cerca trova, Phil. Scava, scava, e vedrai che il laico cardinale salterà fuori.
RispondiEliminaMa è chiaro come il sole che qui con "laico" i gesuiti non intendono dire "non tonsurato", bensì "non sacerdote". Non messorizziamo.
RispondiElimina