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sabato 11 dicembre 2010

Buone notizie da Pistoia

Diocesi di Pistoia
Chiesa della Madonna del Carmine
piazza del Carmine, Pistoia
Tutti i sabati, ore 18:30
Celebrazione della
Santa Messa
nella forma straordinaria del rito romano
secondo il Missale Romanum
del beato Giovanni XXIII
(in latino, con canto gregoriano e organo)
Periodo natalizio:
Venerdì 24 dicembre 2010: ore 21
Sabato 1 gennaio 2011: ore 18:30
Mercoledì 5 gennaio 2011: ore 18:30

Tutti i primi sabati del mese, ore 18:10
Recita del Santo Rosario
“Non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto”.
Benedetto XVI,

5 commenti:

  1. BENE, BENE!
    Come dice il proverbio "Gutta cavat lapidem".....
    Lo stilloicidio inesorabile delle Santa Messe tridentine finirà con lo spezzare la pietra tombale liturgica della messa bugniniana sotto la quale i liturgisti massoni e neomodernisti hanno cercato di seppellire la fede cattolica........
    Gesù è vivo, Gesù risorge......
    don Bernardo

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  2. [Intanto. a Roma..: 
    <span> <span> </span> </span>

    <span> NOMINA DI MEMBRI DELLA CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA  </span>
    Il Santo Padre ha nominato Membri della Congregazione per l’Educazione Cattolica gli Em.mi Cardinali: Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagreb; Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa; Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising; Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, delle Pontificie Commissioni per i Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra e del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie.

    http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/26550.php?index=26550&lang=en  ]

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  3. Se qualcuno mi dice come l'abolizione di tutta una gestualità liturgica non sia in contrasto con la sua permanenza, come il Canone a voce alta sia in continuità con il Canone in silenzio, come la Messa detta con una preghiera eucaristica introdotta ad hoc (quando il Canone Romano era stato IL Canone già mille anni prima che la bisnonna di Berta imparasse a filare), come un ciclo di letture per biblisti su tre anni sia in continuità con un ciclo di letture annuo, sarò contento di ascoltare la risposta. Mio figlio (11 anni), dopo la quarta volta che ha servito Messa more antiquo, mi chiede se sia giusto pensare a quanto Gesù ha sofferto per noi durante il Canone; chissà perchè non me l'ha mai chiesto prima, se c'è effettivamente tutta questa continuità, percepibile, visibile a tutti e non solo a chi studia in modo astratto i due Messali nella loro versione latina.  

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  4. Senza alcuna intenzione di polemizzare (personalmente partecipo a messe sia VO che NO) direi che la questione è posta un po' male. Sarebbe come chiedersi perché la Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo è tanto diversa da quella, chiamiamola così, di S. Gregorio Magno. Dov'è la continuità tra queste due? Hanno persino formule della consacrazione diversa...
    Forse la differenza tra NO e VO ci fa più effetto perché è "cronologica" e non "geografica".
    La continuità, a mio modesto avviso, la dà la Presenza Reale di Nostro Signore. Sul fatto che il NO in molti punti segni un impoverimento rispetto al VO posso poi tranquillamente concordare.

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  5. Cattolico terra terra12 dicembre 2010 alle ore 21:57

    Al di là del Novus Ordo, che come ho constatato personalmente potrebbe anche essere celebrato con devozione (pensiamo a quanti giovani preti non sanno il latino), bisognerebbe che qualche monsignore ci spiegasse perchè la comunione non si fa più in ginocchio anzi viene addirittura data in mano, perchè il tabernacolo non è più al centro della chiesa, perchè il canone romano del Novus Ordo non viene più usato, perchè ci tocca sentire i bonghi mentre il Signore si sacrifica sull'altare, e tante altre cose che il Concilio non ha mai detto e, se non sbaglio, neppure Paolo VI e i suoi successori.
    Non è che per caso il Novus Ordo, con il suo spazio concesso all'improvvisazione, finisca per dare spazio anche alla perdita della fede?

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