Pare strano perché è la prima volta che accade, ma, dopo decenni di vulgata progressista sul Vaticano II e il suo spirito, l’effetto è innegabilmente benefico: saliti in cima alle 632 pagine del saggio che Roberto de Mattei ha opportunamente intitolato "Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta", si può finalmente guardare negli occhi da pari a pari la decennale produzione sull’argomento messa in circolazione dalla scuola di Bologna. Nello studio dello storico romano ci sono documenti, metodo e criteri per misurarsi senza complessi di inferiorità con quella gioiosa macchina da guerra storiografica che, guidata prima da Giuseppe Alberigo e poi da Alberto Melloni, aveva prodotto fino ad oggi l’unica seria e organica ricostruzione del fenomeno conciliare. Ricostruzione tendenziosa, ideologica e persino eversiva, certo, ma fatta da gente che il mestiere di storico, innegabilmente, lo conosce bene.
Oltre quarant’anni dopo la chiusura del Concilio e davanti alle macerie fumanti della nuova Pentecoste, questo merito varrebbe da solo l’impegno di leggere il saggio di de Mattei. Ma non è il solo perché, man mano si scorrono pagine e capitoli, si fanno più chiari i termini di un dibattito ben lontano dall’essere concluso con la semplice recezione del concetto di “ermeneutica della continuità” che illude tante anime belle ma poco pratiche di mondo. Il discorso alla curia con cui, nel 2005, Benedetto XVI ha parlato della contrapposizione tra due ermeneutiche del Concilio, lungi dall’aver chiuso il discorso, ha di fatto aperto il confronto tra due visioni inconciliabili della Chiesa. L’opera storica di de Mattei si pone autorevolmente in questo agone, accanto a quella filosofica di un Romano Amerio e a quella teologica di un Brunero Gherardini. E, dopo averla letta senza paraocchi, riesce difficile immaginare che, nello scontro dichiarato con la scuola progressista, possano rimanere in piedi quelle vie di mezzo lacerate tra la constatazione del disastro e l’ossessiva ripetizione del mantra secondo cui la ragione della crisi consisterebbe nella mancata applicazione integrale del Concilio. Documenti alla mano, de Mattei mostra con perizia che i problemi di stesura e di lettura dei testi conciliari nascono ben prima dell’assise vaticana e sono frutto di un teologia e di una filosofia votate alla “rottura” con il passato. Ne scende naturalmente che l’applicazione integrale di quella filosofia e quella teologia poteva portare solo sull’orlo del baratro con la ferma intenzione di buttarcisi dentro. Alla luce dei fatti narrati in quest’opera, risulta troppo evidente che la “continuità” c’è o non c’è: per quanto in buona fede, non è certo il tentativo di imbrigliare la deriva eversiva nella categorie della conservazione che la ricostruisce. La realtà non ha sempre la faccia che si vorrebbe.
Con la pubblicazione del libro di de Mattei, finalmente, siamo davanti alla contesa tra chi sostiene che, se il Vaticano II ha un difetto, è quello di non essere addirittura un Vaticano III e chi sostiene che, se di difetto si tratta, è quello di averne poste le premesse. Piaccia o non piaccia, questo è il terreno della contesa e questa è la materia del contendere. Ma sbaglierebbe chi conferisse alle due posizioni una valutazione speculare del Concilio inteso come “rottura”, vista in senso positivo o in senso negativo a seconda delle lenti utilizzate. Lo è effettivamente e dichiaratamente nella lettura progressista, dove il Concilio viene inteso come “evento” fondante della “nuova Pentecoste”. Ma de Mattei, pur mettendo in evidenza pericolose spinte eversive dentro e fuori l’aula conciliare, non parla mai di un soggetto in qualche modo nuovo: togliendo dal suo orizzonte storiografico il concetto mitico di “evento conciliare”, elimina automaticamente quello di “nuova Chiesa”. Le due valutazioni non sono speculari poiché non si tratta solo di sostituire un segno meno là dove altri messo avevano un segno più, in quanto i soggetti presi in sono diversi per natura: una Chiesa completamente nuova secondo la scuola di Bologna, quella di sempre secondo lo storico romano.
Questo studio segna dunque una svolta storica: il passaggio dall’era mitologica alla stagione della critica razionale. Pertanto non teme di documentare l’esistenza di posizioni divergenti e di tensioni che hanno dilaniato i lavori conciliari, troppo a lungo occultate da mani pietose. Sotto la lente dello storico emerge così un paradosso curioso e drammatico: quella "nouvelle teologie" che aveva lavorato per demitizzare i testi sacri e per eliminare dalla filosofia la metafisica di Aristotele e Tommaso, negli anni Sessanta individuò nel Concilio Vaticano II l’unico evento metafisico nella storia della Chiesa.
In questa prospettiva, sarà molto più difficile continuare a conservare l’immagine idilliaca di un evento che fu, stando ai fatti descritti, il terreno di uno scontro terribile. Ovviamente, questa constatazione non toglie nulla al carattere autorevole della ventunesima assise ecumenico nella storia della Chiesa. Ma rimane l’evidenza dei fatti con cui bisogna fare i conti. L’autore riporta le lettere allarmate a Paolo VI nelle quali il cardinale Siri denuncia la piega presa da alcune commissioni conciliari, mette a confronto i documenti con cui Pio XI e Pio XII vietano ai cattolici di partecipare a incontri di preghiera ecumenici con le nuove tendenze emergenti dal concilio… E così via per pagine e pagine, in fondo alle quali sorge una legittima e onesta domanda: l’errata interpretazione dei testi del Concilio è sufficiente a spiegare la vastità e la profondità della crisi della Chiesa? Il professore non risponde, ma aggiunge una considerazione di logica elementare: “L’esistenza di una pluralità di ermeneutiche attesta peraltro una certa ambiguità o ambivalenza dei documenti”. Il che non significa impallinare l’enunciazione dell’esigenza di un’ermeneutica della continuità. Tanto è vero che c’è chi, da tempo, la pensa autorevolmente così: “I risultati che hanno seguito il Concilio sembrano crudelmente opporsi alle attese di tutti, a cominciare da quelle di Giovanni XXIII e di Paolo VI (…) ci si aspettava un balzo in avanti, e ci si è invece trovati di fronte a un processo progressivo di decadenza (…) La Chiesa del dopo Concilio è un grande cantiere; ma è un cantiere dove è andato perduto il progetto e ciascuno continua a fabbricare secondo il suo gusto”. Firmato cardinale Joseph Ratzinger, 1985.
Alessandro Gnocchi
Mario Palmaro
Ottimissimi Gniocchi e Palmaro!
RispondiEliminaMa io vorrei chiedere a chi mi sa rispondere
1. che relazione c'è (o se c'è stata) tra De Mattei e Fini?
2. Che cosa è Allenaza Cattolica?
3. Che realzione c'è (o se c'è stata) tra de Mattei e Introvigne?
4. Che realzione c'è (o se c'è stata) tra Alleanza Cattolica e il Centro Studi sulle Nuove Religioni?
5. che relazione c'è (o se c'è stata) tra Alleanza cattolica e il TFP (tradizione famiglia e proprietà)?
6. Cosa è e cosa si prefige il TFP?
7. Chi è Plino Correa?
Concordo pienamente con Gnocchi-Palmaro, sto leggendo l'opera del Prof.De Mattei e la trovo ben fatta, degna di cotanto autore. Ma leggendo il libro temo che verrà censurato o comunque trattato malamente dai tanti e numerosi cultori del VaticanoII, coloro i quali sostengono, fino a strapparsi i capelli, che il Vaticano II rappresenta la "nuova Pentecoste" della Chiesa, una svolta epocale, storica, la definitiva rottura con "quella Chiesa" retrograda, autoritaria, non aperta al mondo di Pio XII e predecessori....
RispondiEliminaVedrete come tali "difensori" del Vaticano II assolderanno fior fiore di professoroni, critici, filosofi, storici della Chiesa, teologi etc. etc. per smontare il libro di De Mattei. Lo hanno fatto con quello del Gherardini, figuriamoci ora se si fanno scappare l'occasione.
Finalmente un opera coraggiosa che ci ricorda che non c'è solo la scuola di Bologna o del Melloni....
1 De Mattei ha collaborato con Fini nella sua fase "cattolica". Poi se ne è meritoriamente allontanato
RispondiElimina2Alleanza Cattolica (di cui de Mattei faceva parte fino alla fine degli anni '70) è un associazione che promuove la diffusione del Magistero del S. Padre. Usa usualmente il rito tridentino e prega in latino. Per un certo periodo (fino al 1981) è stata vicino alle posizioni della FSSPX, distaccandosene quando la fraternità incominciò a rifare le cresime.
3 de Mattei e Introvigne sono amici, pur con posizioni dottrinali diverse e sono ambedue vicini al pensatore brasiliano Plinio Correa de Oliveira.
4 Introvigne . vice reggente nazionale di Alleanza Cattolico - come famoso sociologo delle religioni, ha fondato negli '80 il CESNUR, di cui è il direttore.
5 Alleanza Cattolica e la TFP hanno avuto il comune pensatore Plinio ma sono sempre state due associazioni diverse e indipendenti, in rapporto di reciproca stima.
6 La TFP (ora divisa in due tronconi, di cui uno sono gli Araldi del Vangelo) si prefiggeva il regno sociale di N.S.G.C, attraverso lo studio e la propaganda del Magistero del Papa. Anche attraverso l'opera principale di Plio "Rivoluzione econtrorivoluzione".
7 Plinio è un pensatore brasiliano morto nel 1994, tradizionalista e cattolico. Si possono trovare notizie nel sito della TFP e di Alleanza Cattolica/Cristianità. Una biografia su di lui è stata scritta da Massimo Introvigne "Una battaglia nella notte", un'altra da de Mattei "Il crociato del XX secolo"
E' possibile (e la mia è una domanda rispettosa e non retorica) che l' "ermeneutica della continuità" sia una sorta di wishful thinking (probabilmente meritorio nelle intenzioni e forse persino necessario pastoralmente) ma incerto e scivoloso su un piano documentale, storico e teologico?
RispondiElimina<span> La Chiesa del dopo Concilio è un grande cantiere; ma è un cantiere dove è andato perduto il progetto ....</span>
RispondiEliminabunona immagine; ma allora, è lecito chiedersi:
un cantiere in cui è andato perduto -addirittura- il progetto, a che cosa servirà ?
e quale/quali specie di edificio produrrà ?
Non è forse una contraddizione in termini l'esistenza di un "cantiere senza progetto" ?
Per ritrovare la invisibile (finora) continuità si dovrebbe dunque (ri)trovare quello che ERA il progetto (se c'era)...o no ?
(e dove sarà andato a finire?....)
<span><span>La Chiesa del dopo Concilio è un grande cantiere; ma è un cantiere dove è andato perduto il progetto ....</span>
RispondiEliminabuona immagine; ma allora, è lecito chiedersi:
un cantiere in cui è andato perduto -addirittura- il progetto, a che cosa servirà ?
e quale/quali specie di edificio produrrà ? </span>
<span>Non è forse una contraddizione in termini l'esistenza di un "cantiere senza progetto" ? </span>
<span>Per ritrovare la invisibile (finora) continuità si dovrebbe dunque (ri)trovare quello che ERA il progetto (se c'era)...o no ?
(e dove sarà andato a finire?....)</span>
Mi sembra che sul Concilio Vaticano II la storiografia stia seguendo la stessa parabola che sulla Resistenza o sul Sessantotto: cioè dapprima storiografia entusiatica, quasi corale esaltazione senza nessuna voce critica, poi caute critiche pur nel giudizio ancora a larga maggioranza positivo, infine critiche sempre più serrate, per arrivare a un vero e prorpio "revisionismo" ( vedi pansa sulla resistenza) cioè al ribaltamento del primo giudizio. Dunque prima evento meraviglioso, assolutamente positivo per tutti , poi evento criticabile da qualcuno, infine evento per larga parte negativo.
RispondiEliminaChe questo sia la parabola di tutti gli eventi storici mi sembra ovvio... ma il CVII non è solo un evento storico ma spirituale.. ora io non credo, non posso credre, che lo Spirito santo fosse in vacnaza durante il CVII, dunque mi convince di più la tesi della "continuità" espressa da Benedetto XVI, una continuità che non è stat capita, che è stata combattuta , che è parsa soccombere sotto le spinte della "rottura".. ma come la Natura non fa "salti" così credo che la storia della chiesa non faccia salti nè piroette ne' giravolte, se ben interpretata
Precise e veritiere risposte. E' da considerare peraltro (fermi i meriti - indiscutibili - di Alleanza Cattolica sia da un punto di vista culturale sia, soprattutto, spirituale nonché la qualità intellettuale - oggi merce assai rara - dei suoi esponenti) che questo sodalizio nasce come tradizionalista e oggi è su posizioni "teocon" (mi si passi l'approssimazione giornalistica del termine). E' un dato di fatto e non un giudizio di valore.
RispondiEliminaappunto se ben interpretata e non male applicata...
RispondiEliminaQualche spiritaccio ha detto che lo Spirito Santo al CVII c'era, ha fatto dire che era un concilio pastorale e poi è volato via.
RispondiElimina<span>Qualche spiritaccio ha detto che lo Spirito Santo al CVII c'era, ha fatto dire che era un concilio pastorale e poi è volato via...</span>
RispondiEliminacome scriveva Mons. Giuseppe Pace salesiano, (+2000), nel Vat. II lo Spirito Santo ha agito in via "Negativa", impedendo la definizione di anti-dogmi.
RispondiEliminaquesta è la stessa tesi sostenuta più volte su questo blog con convinta fiducia da D. Pastorelli: lo Spirito Santo avrebbe cioè agito da "freno" al peggiore esito potenziale, mantenendo gli argini necessari affinchè le enunciazioni non scivolassero nell'eresia.
RispondiEliminaTuttavia molte di esse rimangono e rimarranno ambigue ed esposte a varie interpretazioni (spesso fuorvianti rispetto alla Tradizione) finchè il Papa, che ha facoltà di "sciogliere e legare" -secondo il Mandato Divino delle Chiavi consegnate a Pietro- non interverrà con un pronunciamento definitorio e definitivo circa ciò che è da accettare perchè sicuramente in linea con la Dottrina tradizionale e ciò che è da rigettare perchè non conforme ad essa.
Ma finchè il Papa non procederà a tale "chiusura definitiva" di quelle porte che furono aperte a variabili interpretazioni, (come ben evidenziato da DE MATTEI, in consonanza con la disamina e supplica di mons. Gherardini)<span> quei documenti </span>problematici rimarrano oscuri e i nodi in loro presenti di conseguenza IRRISOLTI: resteranno cioè nodi, NON sciolti.
CHIUDERE le porte del cantiere permanente,
SCIOGLIERE definitivamente i nodi, sempre più intricati:
queste sono le urgenze sempre più pressanti e ineludibili che si pongono di fronte all'Autorità Suprema della Chiesa, con tutta evidenza, nella crescente consapevolezza di tutto il Corpo Mistico (ovvero "popolo di Dio"...) di riportare Luce e chiarezza là dove da tempo è penombra, confusione, smarrimento.
il progetto non si trova, quindi si "naviga a vista" inventandosi progetti nuovi e stravaganti ogni giorno, pur di non far chiudere il cantiere...
RispondiEliminaQuello dei pliniani e di Alleanza Cattolica è un tradizionalismo spurio, di origine non cattolica, ossia da Guenon poi Evola per finire appunto a un cattolicesimo che però punta soprattutto su aspetti politici, con una sorta di elitismo che di cristiano ha poco o niente. Dunque finisce con l'assumere posizioni contraddittorie, dalla nostalgia per l'Impero asburgico all'ammirazione per il Bush "neocon" passando per Fini (che qualche anno fa era il beniamino dei suddetti, i quali prendevano in giro chi faceva loro notare l'inaffidabilità del personaggio; alcuni di Alleanza Cattolica apprezzavano persino Urso! :) ). Il vero cattolicesimo italiano tradizionale è altra cosa, ma purtroppo è stato demolito dal PostConcilio, e il vuoto viene riempito da questi pubblicisti (vedi anche Il Timone) sedicenti "tradizionalisti" ma in realtà collegati ad ambienti d'oltralpe, vuoi francesi (lefebvriani) vuoi americani, non necessariamente cattolici, in qualche caso persino massonicheggianti, e comunque non in sintonia con la storia italiana.
RispondiEliminaUn esempio: si può benissimo essere cattolici tradizionalisti e non ritenere che la storia d'Italia finisca con l'Ancien Régime, checché ne dicano i pliniani o quelli del Cerchio.
I pliniani, peraltro, anche su questo sono incoerenti, dato che prima vituperano l'Unità d'Italia e poi vanno sottobraccio allo storico massonicheggiante (anche se in contrasto col Grande Oriente) Aldo Mola, che invece esalta la monarchia sabauda.
A parte ciò, il libro di De Mattei è cosa buona, anche se non introduce nuovi elementi, ma temo che verrà facilmente silenziato ad es. dalla CEI, che non stima il prof. particolarmente.
Interessanti le tue considerazioni, non le prenderei tutte per oro colato, però le ritengo degne di attenzione!
RispondiEliminacaro Iginio aggiungi che: la Lindau (che ha pubblicato il libro di De Mattei) possiede il marchio delle Edizioni Età dell'Acquario che pubblicano anche libri di massoni sulla massoneria (es.: Lino Sacchi, Marco Novarino). Ai massoni piace anche il tradizionalismo. Mola è vicino alla Gran Loggia d'Italia Palazzo Vitelleschi, "avversaria" del Grande Oriente d'Italia.
RispondiEliminaE' inutile negare che su alcuni punti il Concilio ha segnato una forte discontinuità con la dottrina precedente: una per tutte l'affermazione che anche per i non cattolici esiste libertà di culto pubblico. Forse non ci si è resi pienamente conto di questa novità perché prima di fatto l'organizzazione ecclesiastica non aveva più da circa un secolo la possibilità di proibirlo, ma 'de iure' la dottrina rimaneva quella per cui, appartenendo solo alla verità il diritto di manifestarsi, tutti gli altri potevano al massimo mantenere le loro convinzioni nel foro interiore della coscienza senza farle pubbliche (un po' come si comportano con i cristiani regimi tipo Arabia Saudita). Del resto ancora sotto Franco il governo spagnolo proibiva le confessioni riformate. Il Concilio ha detto che facevano parte del messaggio di Cristo, o per lo meno non gli erano contrari, la tolleranza, anzi il rispetto per posizioni diverse dalla propria in materia di religione.
RispondiEliminaLe conseguenze 'pratiche' che ne derivano sono sotto gli occhi di tutti. Naturalmente sarei curioso di sapere se per tutti i critici del Concilio sarebbe auspicabile, per essere veri cristiani, ritornare al regime anteriore in Francia alla Rivoluzione e in Italia all'Unità
Lei dimentica che Benedetto XVI ha definito il Vaticano II "pietra miliare nella storia della Chiesa". Con un Papa che fa simili affermazioni c'è ben poco da sperare, anzi, proprio nulla. E il prossimo Papa sarà peggiore dell'attuale perchè avrà perduto anche l' ultimo legame anagrafico con la Chiesa pre-conciliare e i preti formatisi dopo il concilio, o hanno studiato negli istituti tradizionali (e allora vanno bene), altrimenti sono dei quaquaraquà, degli intellettualoidi pseudo-pastori nè carne nè pesce, nè laici nè preti, degli operatori pastorali imbevuti di buonismo umanitario e perbenismo sociale e politica che nulla hanno a che fare con l'autentico sacerdozio cattolico. L'era dei cardinali Schuster o dei Massimiliano Kolbe (che definiva l'ecumenismo "nemico dell'Immacolata") è finita per sempre. Se Ratti e Pacelli diffidavano i cattolici dal partecipare alle riunioni ecumeniche, oggi i Papi pregano nelle moschee e celebrano i vespri con i prelati anglicani, o tengono le omelie nei templi luterani. Salvo poi stupirsi e lagnarsi per l'indifferentismo e il relativiso che hanno conquistato il popolo cattolico.
RispondiEliminaUn'informazione, dove si trova il "vero cattolicesimo italiano tradizionale"? Chiedo per curiosità, la domanda va letta priva di qualsiasi forma di intento polemico.
RispondiElimina.....tutto..questo...si chiama...TRADIMENTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!Chi tradisce...a lui non si crede piu'!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaCome fa il buon papa Benedetto dire che il Concilio è un cantiere dove si perse di vista il progetto quando anche lui ne era tra i demolitori (dei progetti) ? Be, almeno è coerente e cerca la "continuità" tanto per non dire che la si deve cercare col lanternino senza trovarne un'ombra,data l'ambiguità dei testi scaturiti. Ne è esempio anche la lettera ai Cattolici cinesi, scritta sia per la chiesa "sotterranea" sia per quella ufficila con tanto di marchio governativo. Fu scritta in versione "conciliare" da papa di struttura e teologia "conciliare" e persino dai cinesi, avvezzi alle tortuosità di gentilezza è stata poco capita! Essendo poi "democratico" conciliarista non vuole imporre un'autorità petrina ma chiede una condiscendenza ideale e la barca è lasciata andare....Anche Brunero Gherardini chiese una parola autorevole papale sulle ambiguità conciliari, ma tutto tace tuttora, appunto ! Non parliamo poi delle eresie varie espresse in movimenti tipo neocatecu,affatto fermate, ma benignamente accettate ed incoraggiate, ed il quadro diventa più completo.
RispondiEliminaSe ,come dice Iginio, Alleanza cattolica ed il Timone fossero pubblicisti che traggono fonti da oltralpe, sarebbe ancora buona la cosa...Ma è vero che Introvigne da ricercatore sulle religioni è approdato ad interessi librari che sembrano più per il successo che per la diffusione di verità ignote. Alcune sue recenti prese di posizione sembrano di acquiescenza sulle linee mondialiste che di condotta diretta ed univoca senza compromessi.Che volete, tutti invecchiamo e "teniamo famiglia". Alleanza cattolica da movimento di pensiero elitario di destra in senso generico, nei tempi del sinistrismo imperante, è approdato ad un vaticanismo ad oltranza di comodo per non urtare certe sensibilità romane. De Mattei sembra ancora immune da compromessi anche per il suo sito.
RispondiEliminaMettiamola sul ridere:
RispondiElimina"Concilio Vaticano II: se lo conosci..... lo eviti!"
"Concilio Vaticano II: ciò che c'è di buono non è nuovo e.... ciò che c'è di nuovo non è buono!"
"Concilio Vaticano II: la montagna che ha partorito..... un topolino"
Don Curzio Nitoglia, mio unico punto di riferimento!
RispondiEliminaBravi Gnocchi e Palmaro che stimo molto, però il pensiero si fa triste se penso che Mons. Lefebvre aveva già detto tutto quando il Concilio era ancora in atto e poi l'ha ripetuto fino alla morte, ma fu scomunicato. Qui vien proprio da pensare: Tanta sofferenza gratuita, che ancora continua per i fedeli e i sacerdoti della Fraternità (gli unici ancora malguardati dai vescovi, che concedono chiese a tutti fuorchè........), per poi rendersi conto che le scomuniche in quel periodo venivano date proprio a cuor leggero, una commedia, nulla di serio, ora tutti stanno apparentemente aprendo gli occhi, ma non sento nessun MEA CULPA. dovuto, altroche' se dovuto! il CVII una buffonata che ha fatto morire di crepacuore cardinali, ha fatto ghettizzare sacerdoti, ha umiliato i cattolici che volevano rimanere tali, ha fatto perdere anime. Un disastro fatto a cuor leggero come andare a passeggio o guardarsi un film. Che tristezza!!!!Poi c'è ancora qualche furbetto che cerca di sviare la Verità e far passare per vero un terzo segreto di fatima ridicolo quanto le idee che in questi 40 anni hanno invaso, anzi invasato Cardinali, Vescovi, sacerdoti, fedeli e purtroppo Papi. Ora vogliono cavarsela parlando di ermeneutiche varie, ma io dico solo questo VERGOGNA, PENTITEVI, RIPORTATE LA VERA FEDE E SAPIATE DIRE: ABBIAMO SBAGLIATO!
RispondiEliminaOggi la S.Messa è ancora ghettizzata, c'è chi esulta per le misere priciole concesse, io piango invece nel vedere che molti vescovi che ci chiamano (noi cattolici) disobbedienti, poi loro sono i primi ad ostacolare il Motu proprio subdolamente, facendo finta di accoglierlo, magari concedendo una Messa settimanale, ma poi di fatto ostacolando chi questa S.Messa vorrebbe dirla sempre, farla sua. Basti pensare che non viene insegnata nemmeno in seminario. Ancora viene ostacolata e chi vorrebbe dirla è guardato a vista come possibile problema. Mi chiedo quanto ancora soggiogheranno le anime con la minaccia dell'obbedienza, questa obbedienza che pare nessuno sappia a Chi si debba per prima. Si disobbedisce quando non si bestemmia se il padre lo fa? o quando il padre uccide e noi non vogliamo essere complici si disobbedisce? Forse in questi anni non si è attentato alle anime, forse non se ne sono uccise? E chi obbedì e fu complice nei delitti è da premiare o da biasimare? Forse che la vocazione del sacerdote non è quella di salvare le anime e di servire innanzi tutto il Buon Dio? E se chi è ai vertici disobbedisce a Dio ed attenta alle anime, se insegna eresie, bisogna seguirlo? A mio parere ci sono pochi cuori impavidi che amano ardentemente Nostro Signore, più dello stipendio o del quieto vivere, altrimenti non mi spiego come mai tanti sacerdoti tradiscono per "obbedienza" la loro vocazione e non comprendo come un ragazzo che sente realmente la vocazione possa ancora fare un seminario mondano, dove si sono buttate alle ortiche la vera teologia, la vera filosofia e la vera vita sacerdotale, dove si debba persino sentirsi dire che Gesù non è risorto veramente dove è vietato portare la talare. Non mi capacito come tante anime piene di fervore per Nostro Signore e le anime, non scappino tutte ad Econe dove troverebbero la vera vocazione, la vera dottrina, la vera morale, la vera vita sacerdotale. Troppo sacrificio? Niente stipendio una volta sacerdoti? propensione alla schizzofrenia? Perchè non so come un seminarista possa in cuore suo voler servire Dio nella verità e sopportare le menzogne che gli vengono insegnate, vivere una doppia vita, una doppia fede, sperando poi che una volta usciti, se si ha la fortuna di uscirne indenni (direi quasi impossibile) si possa poi fare la controriforma, avere una propria parrocchia dove dire la S.Messa di sempre. ILLUSIONI!!!! Ci sarà poi il Vescovo di turno che [...]
<span>Cattolico e tradizionale! Ha fatto il suo cammino tormentato ma ora</span><span> Don Curzio Nitoglia, è forse l'unico punto di riferimento italiano e romano valido, assolutamente libero e Vero!! </span>
RispondiEliminanon ho affatto dimenticato le convinzioni di Benedetto XVI, ne sono perfettamente consapevole; infatti ho sottolineato ciò che mons. Gherardini e tanti altri sperano che il Papa faccia, ciò che dovrebbe fare, ma che io (come altri) da parte mia credo che non farà mai (soprattutto dopo la pubblicazione del suo ultimo discusso libro).
RispondiEliminama allora è vero chela sspx rifà le cresime?!
RispondiEliminaDefinire "spurio" il tradizionalismo di Alleanza Cattolica (che pure è tradizionalista sui generis) e di Plinio Correa de Oliveira mi sembra quanto meno stravagante, e ancor di più l'accusa (velata) di legami con la massoneria, che sfiora veramente il ridicolo. L'apprezzamento storico complessivo per l'impero asburgico mi sembra più che legittimo, così pure come le riserve sul "come" dell'unità d'Italia e sulle influenze massoniche e anticattoliche (in questo caso ben accertate) che ne furono componente determinante. Diverso il discorso sulle attuali posizioni "teocon" di AC e della TFP (in contesti geopolitici e culturali peraltro, e ovviamente, molto diversi) che meriterebbero un'analisi critica più articolata e meditata. Su Evola e Guenon: pur acattolici (Evola "pagano" e Guenon mussulmano), il loro tradizionalismo ha salvato molti giovani, negli anni Sessanta e Settanta, e probabilmente anche oltre, dalle perversioni del marxismo, dando loro una prospettiva e una visione spirituale, oltre che una solida cultura storico-critica, almeno per quanto riguarda Evola. In molti casi, questo ne ha persino favorito la "riconversione" al cattolicesimo tradizionale e tradizionalista. Provvidenziali? Con la dovuta prudenza, mi piace pensarlo. Comunque è l'ennesima dimostrazione che Dio sa scrivere diritto anche su righe storte. Riguardo all'editore Lindau, è per me benemerito per molte delle opere che ha pubblicato. Delle sue scelte commerciali e di marketing (nel senso di possesso di altri marchi) non m'importa nulla. Riguardo all'affermazione "Ai massoni piace anche il tradizionalismo", posso solo dire che è semplicemente incommentabile.
RispondiElimina....ai tempi anche Padre Pio....diceva di terminare piu' presto possibile il Concilio.......Sentiva bene dove portava tutta questa immondizia........parole di un Santo!!!!!!!!
RispondiEliminacaro silente, hai mai letto qualcosa di Evola? Tipo cavalcare la tigre, la tradizione ermetica, il cammino del cinabro? Evola elogia la via della mano sinistra, la dissoluzione... Ai massoni "di tradizione" piacciono Evola e Guénon.
RispondiEliminaConcordo con la domanda di peter moscatelli...a volte trovo che a forza di precisare e distinguersi non si capisce più cosa si è e dove si va. Sopratutto non riesco a capire cosa si intende "per pubblicisti sedicenti tradizionalisti". Gnocchi e Palmaro rientrano nella categoria? Ad ogni modo visto il panorama attuale della Chiesa mi pare che mettersi a bacchettare anche una rivista (Il Timone) che fa tanto bene a molte anime sia davvero un esercizio che non dimostra grande sensibilità verso le anime dei fratelli (che dovrebbe essere l'unico e ultimo interesse di qualsiasi amante della Tradizione della Chiesa). Purtroppo non si capisce mai se c'è qualcuno che gioca a chi è più tradizionalista.
RispondiEliminaL'ideologia (anche conciliare, ma non solo) della "libertà religiosa", e non l'idea della mera tolleranza, alla luce della quiete e del bene pubblico, non è che l'inveramento, in versione politica e "costituzionale", di quella è stata autorevolmente definita "dittatura del relativismo". Riguardo alla rivoluzione francese, essa fu anticattolica nelle perverse premesse filosofiche e politiche, nello svolgimento crudele e negli esiti malvagi. Migliaia di martiri, dalla Vandea a Nantes, da Parigi alla Bretagna, si ergono tra noi e i rivoluzionari.
RispondiEliminaComunque caro Silente, ben venuto... 8-)
RispondiElimina<p>Anche questa una felice conseguenza del Vaticano II ... o quando la Conferenza episcopale francese si iscrive e impegna in un`altra conferenza, quella dei responsabili di culto ( al singolare e non meglio definito), dove i vescovi cattolici si troveranno messi su piedi di parità con tutte le altre confessioni non solo non cattoliche ma non cristiane, il "culto"cattolico uno fra i tanti, la voce della Chiesa messa sullo stesso piano di chi non solo nega la costituzione divina della Chiesa cattolica ma di coloro che rigettano Cristo, e non un vescovo che faccia sentire la sua voce, non uno per ricordare che la Chiesa cattolica non fa parte del Consiglio ecumenico delle Chiese e della Conferenza della Chiese europeee.
RispondiElimina</p><p>
</p><p>http://www.perepiscopus.org/relativisme/creation-de-la-conference-des-responsables-de-culte-en-france-2
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RispondiEliminaAnche questa una felice conseguenza del Vaticano II ... o quando la Conferenza episcopale francese si iscrive e si impegna in un`altra conferenza, quella dei responsabili di culto ( al singolare e non meglio definito), dove i vescovi cattolici si troveranno messi su piedi di parità con tutte le altre confessioni non solo non cattoliche ma non cristiane, il "culto"cattolico uno fra i tanti, la voce della Chiesa messa sullo stesso piano di chi non solo nega la costituzione divina della Chiesa cattolica ma di coloro che rigettano Cristo, e non un vescovo che faccia sentire la sua voce, non uno per ricordare che la Chiesa cattolica non fa parte del Consiglio ecumenico delle Chiese e della Conferenza della Chiese europeee.
http://www.perepiscopus.org/relativisme/creation-de-la-conference-des-responsables-de-culte-en-france-2
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Io ho letto qua e là che addirittura parrebbe che rifacciano le Ordinazioni...
RispondiEliminaQualcuno ha qualche informazione in più?
Questo è un altro frutto della 'nuova pentecoste' conciliare
RispondiEliminahttp://neocatecumenali.blogspot.com/2010/12/le-ultimissime-in-attesa-dellesito.html
Se Nitoglia è l'unico punto di riferimento del tradizionalismo, viva il modernismo!
RispondiEliminaEnrico
<span>Questo è un altro frutto della 'nuova pentecoste' conciliare
RispondiEliminahttp://neocatecumenali.blogspot.com/2010/12/le-ultimissime-in-attesa-dellesito.html</span>
Credo di aver letto tutto, o quasi, di Evola, in gioventù. Non ho affatto detto che Evola sia esemplare o sempre magistrale. In ogni caso, i testi che tu citi rappresentano solo una parte del pensiero evoliano. Perchè non citare allora "Rivolta contro il mondo moderno" o "Gli uomini e le rovine", che meglio rappresentano il pensiero metastorico di Evola? La "Tradizione ermetica"" è un testo "tecnico" sull'alchimia, "Cavalcare la tigre" è una confessione, molto personale, che rappresenta bene il pessimismo storico di Evola nell'ultima parte della sua vita, sempre più scettico sulla possibilità di una uscita "politica" dall'incubo della modernità. Evola non ha mai raccomandato la "via della mano sinistra" che ha solo descritto come "possibilità" presente in alcune tradizioni metafisiche, quali l'induismo.Inoltre l'ultimo Evola ha manifestato rispetto per il cattolicesimo "medioevale" e "controriformista", modificando certi estremismi giovanili presenti in testi quali "Imperialismo pagano". La condanna di Evola della massoneria è sempre stata netta e radicale, proprio in nome della tradizione. Basta leggere i testi che ho sopra citato. Diverso è il caso di Guénon, che in gioventù aderì alla massoneria, ma che in seguito rinnegò, aderendo all' islamismo e in particolare al sufismo. Che ad alcuni massoni possano piacere Evola e Guénon non significa proprio nulla. Che si facciano carico delle loro contraddizioni. Anche l'on. Granata era, in gioventù, evoliano....
RispondiElimina"viva il modernismo!"
RispondiEliminaDalle tue parole ti misuro!
Quanta timidezza, quanta circospezione, quanto sussiego, quanta vaghezza, ..... quanta tremarella: nessuno che abbia il liberatorio coraggio di affermare, come il ragionier Fantozzi di fronte all'ennesima discussione sul "capolavoro" di Eisenstein, che l'ermeneutica della continuità è ..... una c...ta pazzesca!. Vi meritate tutti i Palombella di questo mondo.
RispondiEliminaPerche non vi spostate a dire queste stupidaggini contro la Chiesa e il Papa da Castagna o similia. Così chi legge non pensa che i tradizionalisti sono criptosedeprivazionisti?
RispondiEliminaMons. Lefebvre firmò tutti i docc del CVII
RispondiElimina<span> ora io non credo, non posso credre, che lo Spirito santo fosse in vacnaza durante il CVII, dunque mi convince di più la tesi della "continuità" espressa da Benedetto XVI, una continuità che non è stat capita,</span>
RispondiEliminaNon sarà stato certo in vacanza ma la sua assistenza, la sua ispirazione può essere stata, personalmente sono certo sia stata, rifiutata con piena avvertenza e deliberato consenso.
La tesi della "continuità" espressa dal Padre non è che non la si è capita: è smentita da una ormai imponente letteratura e soprattutto dai fatti, dai "frutti" avvelenati prodotti dall'esecrando concilio. Che Benedetto XVI non se ne sia accorto è... imbarazzante.
Ringrazio Dio di essere un laico e di non avere quindi responsabilità alcuna riguardo agli stravolgimenti dottrinali e alla loro diffusione da parte di chi, tradendo il mandato ricevuto e aderendo a chissà quale altra 'rivelazione' li ha voluti e imposti e da chi, loro sottoposto li ha predicati nell'ultimo mezzo secolo.
Che N.S. Gesù Cristo li perdoni e pensi Lui, direttamente, a salvare la Sua Chiesa.
Veni Domine Iesu !
<span><span> ora io non credo, non posso credre, che lo Spirito santo fosse in vacnaza durante il CVII, dunque mi convince di più la tesi della "continuità" espressa da Benedetto XVI, una continuità che non è stat capita,</span>
RispondiEliminaNon sarà stato certo in vacanza ma la sua assistenza, la sua ispirazione può essere stata, personalmente sono certo sia stata, rifiutata con piena avvertenza e deliberato consenso.
La tesi della "continuità" espressa dal Padre non è che non la si è capita: è smentita da una ormai imponente letteratura e soprattutto dai fatti, dai "frutti" avvelenati prodotti dall'esecrando concilio. Che Benedetto XVI non se ne sia accorto è... imbarazzante.
Ringrazio Dio di essere un laico e di non avere quindi responsabilità alcuna riguardo agli stravolgimenti dottrinali e alla loro diffusione da parte di chi, tradendo il mandato ricevuto e aderendo a chissà quale altra 'rivelazione' li ha voluti e imposti e da chi, loro sottoposto li ha predicati nell'ultimo mezzo secolo. Il giudizio sul loro operato e sul danno che in questi anni hanno causato in milioni e milioni di anime lo darà N.S. Gesù Cristo.
Veni Domine Iesu !</span>
<span>... legittima e onesta domanda: l’errata interpretazione dei testi del Concilio è sufficiente a spiegare la vastità e la profondità della crisi della Chiesa? Il professore non risponde, ma aggiunge una considerazione di logica elementare: “L’esistenza di una pluralità di ermeneutiche attesta peraltro una certa ambiguità o ambivalenza dei documenti”. </span>
RispondiElimina-----------------------------
risposta elementare:
- NO; l'errata interpretazione dei testi non è, non può essere sufficiente a spiegare la crisi della Chiesa, che si aggrava anzichè guarire spontaneamente (senza cioè terapie risolutive imposte da un medico coraggioso);
- se i testi nascono ambigui, come si può ricondurli alla chiarezza del "sì sì no no" ? pare che nessuno sia ancora apparso all'orizzonte della Chiesa, che sia in grado di svolgere questa operazione epocale di portare luce dov'è oscurità, dissipando quel denso fumo che ha occupato tutta la Chiesa, cominciando dal clero, favorendo il degrado di Fede, Dottrina, Liturgia, prassi pastorale, senso morale ecc.;
- bisogna avere il coraggio di guardare la realtà storica dell'evento, che ci mostra quello scenario dove assistiamo nella verace e documentata ricostruzione storica ad
<span>"un evento che fu, stando ai fatti descritti, il terreno di uno scontro terribile. "</span>
ed avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, cioè il coraggio della Verità:
uno scontro terribile tra i conservatori della Tradizione e i suoi demolitori in nome del nuovo-ad-ogni-costo, sotto la ingannevole bandiera di "nuova pentecoste", NON E' evento da considerare dono dello Spirito Santo: il Signore non inganna, non regala ambiguità e "verità nuove" che si pongano in alternativa/concorrenza/superamento evolutivo della Verità Eterna, rivelatasi in Gesù Cristo e consegnata alla Tradizione perenne : Stat Veritas.
(a meno che non si voglia continuare a dire: "Che bei vestiti ha l'imperatore!", di fronte all'evidenza crescente che non c'è ombra di vestiti....)
I testi e le loro problematiche enunciazioni NON si possono separare dal concreto svolgersi di quell'evento, contrassegnato da uno "scontro terribile", dopo il quale una fazione (quella decisa a demolire il passato della Chiesa, disconoscendo la ricchezza santificante della Tradizione perenne e viva) si è imposta sull'altra, quella più prudente, costringendola alla resa.
Il sopruso dei novatores non è di certo un dono venuto da Dio, nè lo si può assolvere rimuovendolo dalla memoria, minimizzandolo come se fosse senza conseguenze: esso è proprio l'inizio (il bandolo della matassa intricata) di quella serie di abusi e soprusi (liturgici e dottrinali) cresciuta a dismisura in 40 anni, che stiamo tuttora vedendo e vivendo nel travagliato tentativo di riportare al dovuto onore la Liturgia di sempre, quella Nativa e imperitura.
Ed è Via Crucis della Chiesa, iniziata da diversi decenni, e ancora tutta da percorrere.
<span>... legittima e onesta domanda: l’errata interpretazione dei testi del Concilio è sufficiente a spiegare la vastità e la profondità della crisi della Chiesa? Il professore non risponde, ma aggiunge una considerazione di logica elementare: “L’esistenza di una pluralità di ermeneutiche attesta peraltro una certa ambiguità o ambivalenza dei documenti”.
RispondiElimina-----------------------------
risposta elementare:
- NO; l'errata interpretazione dei testi non è, non può essere sufficiente a spiegare la crisi della Chiesa, che si aggrava anzichè guarire spontaneamente (senza cioè terapie risolutive imposte da un medico coraggioso);
- se i testi nascono ambigui, come si può ricondurli alla chiarezza del "sì sì no no" ? pare che nessuno sia ancora apparso all'orizzonte della Chiesa, che sia in grado di svolgere questa operazione epocale di portare luce dov'è oscurità,dissipando quel denso fumo che ha occupato tutta la Chiesa, cominciando dal clero, favorendo il degrado di Fede, Dottrina, Liturgia, prassi pastorale, senso morale ecc.;
- bisogna avere il coraggio di guardare la realtà storica dell'evento, che ci mostra quello scenario dove assistiamo nella verace e documentata ricostruzione storica ad
<span>"un evento che fu, stando ai fatti descritti, il terreno di uno scontro terribile. "</span>
ed avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, cioè il coraggio della Verità:
uno scontro terribile tra i conservatori della Tradizione e i suoi demolitori in nome del nuovo-ad-ogni-costo, sotto la ingannevole bandiera di "nuova pentecoste", NON E' evento da considerare dono dello Spirito Santo: il Signore non inganna, non regala ambiguità e "verità nuove" che si pongano in alternativa/concorrenza/superamento evolutivo della Verità Eterna, rivelatasi in Gesù Cristo e consegnata alla Tradizione perenne : Stat Veritas.
(a meno che non si voglia continuare a dire: "Che bei vestiti ha l'imperatore!", di fronte all'evidenza crescente che non c'è ombra di vestiti....)
I testi e le loro problematiche enunciazioni NON si possono separare dal concreto svolgersi di quell'evento, contrassegnato da uno "scontro terribile", dopo il quale una fazione (quella decisa a demolire il passato della Chiesa, disconoscendo la ricchezza santificante della Tradizione perenne e viva) si è imposta sull'altra, quella più prudente, costringendola alla resa.
Il sopruso dei novatores non è di certo un dono venuto da Dio, nè lo si può assolvere rimuovendolo dalla memoria, minimizzandolo come se fosse senza conseguenze: esso è proprio l'inizio (il bandolo della matassa intricata) di quella serie di abusi e soprusi (liturgici e dottrinali) cresciuta a dismisura in 40 anni, che stiamo tuttora vedendo e vivendo nel travagliato tentativo di riportare al dovuto onore la Liturgia di sempre, quella Nativa e imperitura.
Ed è Via Crucis della Chiesa, iniziata da diversi decenni, e ancora tutta da percorrere.</span>
caro silente, scusami,la tua ermeneutica evoliana mi pare un pò "soft" ... tipica di certi ambienti cattolici "correct"...
RispondiEliminama leggilo bene Evola, nel suo cammino del cinabro: vede la via della mano sinistra come l'unica via per il raddrizzamento... e in questo Evola è in sintonia con Guénon, solo che questi definiva la via della mano sinistra come Kali Yuga. In pratica dicevano la stessa cosa. Il pensiero metastorico di Evola lo rappresentano meglio le opere che ti ho citato (oltre a quelle sul sesso e la potenza) e che l'autore ha confermato tutte nel suo cammino del cinabro (autobiografia). Vuoi che ti dò la pagina? Tu le ha lette in gioventù. Io le ho lette e rilette poco tempo fa... Non con mente di giovane spensierato ma con occhio critico e metafisico.
Evola condanna la Massoneria? Un certo tipo di massoneria, caro mio... quella più rivoluzionaria e socialistoide... Non per nulla massoni "di destra" o "di tradizione" (esoterica ovvio!) elogiano Evola. Vedi i vari libri di Fabio Venzi, Gran Maestro Gran Loggia Regolare d'Italia. I massoni che amano Evola e Guénon non sono affatto contraddittori. Ciao. Buona domenica.
Dunque, se non ho capito male, per Silente, la tolleranza odierna nei confronti dei fratelli separati (pardon, degli eretici) si deve solo al fatto che purtroppo la vera Chiesa non ha più o non ha ancora la forza necessaria per ridurli al silenzio, come avveniva per esempio in Francia prima della Rivoluzione ai bei tempi di Luigi XIV o in Italia prima dello Statuto Albertino ai bei tempi della caccia ai Valdesi.
RispondiEliminail discorso di "caccia agli eretici" penso sia tramontato e non fa parte della mens di un autentico cristiano...
RispondiEliminale eresie si combattono denunciando gli errori e con la preghiera e la santità di vita. Una Chiesa Una Santa e non 'oscurata' sarebbe in grado di espellere da sé i corpi estranei, senza crociate o 'cacce', ma vivendo e promuovendo la retta Fede e l'autentico Culto a Dio... è da lì che nasce tutto
Anche cattolici veri ed esemplari, come Giuseppe Capograssi, vedevano qualcosa di provvidenzialmente cristiano non solo nell'Unità d'Italia ma persino nella Rivoluzione francese. Non è vero che prima del 1789 vi fosse il Paradiso terrestre e poi l'inferno. I privilegi nobiliari o la monarchia assoluta (che peraltro erano in contrasto) non hanno niente di "cristiano", anche se sino ad allora la società aveva subito evoluzioni più che rivoluzioni e riconosceva l'importanza della religione. Anticristiana è la pretesa di realizzare un ordine mondano perfetto, e ciò vale sia per i "democratici" sia per i "tradizionalisti". Questi ultimi, in particolare, travisano la nozione di Regalità di Cristo, facendone il simbolo di un determinato progetto politico, il che non è: esattamente come fanno quelli di sinistra che la vedevano come sinonimo di rivoluzione sociale.
RispondiEliminaQuanto al "cattolicissimo" Impero asburgico: se volete vedere una città all'avanguardia della scristianizzazione (già a fine Ottocento), andate a vivere a Trieste. Anche nell'Impero asburgico c'erano ed erano influenti i massoni, e la religione era poco più di un instrumentum regni, tanto è vero che oggi l'Austria è uno dei Paesi più scristianizzati d'Europa e la sua Chiesa è in una condizione a dir poco penosa. L'Austria fu salvata dai Turchi grazie a un italiano, il beato Marco d'Aviano. Un ufficiale italiano prigioniero in Austria durante la prima guerra mondiale scrisse un libro di memorie dedicandolo a papa Benedetto XV (altro che guerra massonica!) e fornendo esempi della mancanza di carità cristiana con cui i prigionieri venivano trattati dagli austriaci. Dunque, finiamola di sputare sul nostro Paese e di credere che gli stranieri siano sempre migliori di noi, siano di sinistra o "tradizionalisti".
Il vero tradizionalismo è nella fedeltà alla Chiesa, non a un'idea di tradizione che finirebbe per portarci al paganesimo (Giuliano l'Apostata era "tradizionalista").
Quanto al Timone, anch'io lo consiglio, lungi da me l'intento di parlarne male, ma ho il diritto di criticare certe uscite di Respinti e soci che scambiano le loro ridicole fissazioni politiche (ad esempio credono che il Sud degli Stati Uniti fosse un modello di società tradizionale cristiana! Mentre in realtà era fanaticamente anticattolico e disprezzava i negri) con la dottrina sociale della Chiesa.
Enrico, anche dal tuo NON argomentare sei misurato!
RispondiEliminaPurtroppo, mic, sembra che la Chiesa non solo non sia in grado di espellere i corpi estranei ma sembra anche sempre più evidente che non voglia espellerli, ci sono poi i corpi estranei che la Chiesa accoglie e, accogliendoli, fa entrare i loro errori, le loro difformità, senza correggerli, anzi, incoraggiandoli.
RispondiEliminaE questo per chi ha una coscienza rettamente formata dal Magistero della Chiesa è fonte di sconcerto, di incomprensione e di scoraggiamento.
E voi vorreste che benedetto XVI , che pazientemente e saggiamente, cerca di ricucire gli strappi, di sanare le ferite, di riunire ciò che è diviso, voi vorreste che buttasse tutto a catafascio affermando che il CVII non è stato un concilio valido? Questa sì che sarebbe un'azione imprudente e non certo dettata dallo Spirito santo.
RispondiEliminaDovreste ringraziare DIO che abbiamo questo Papa. poteva toccarci molto di peggio.
Signor Roberto, esiste una figura retorica che si chiama "paradosso"...ne ha mai sentito parlare?
RispondiEliminaquando si dice la "modestia"
RispondiEliminaVada a dormire che è meglio
@REDAZIONE
RispondiEliminaChe si riferisca a me o a mic, ma credo mi riguardi, il commento dell`anonimo e coraggioso ospite, avallato come si deve dal tandem ben conosciuto, è senza dubbio di quelli che stanno alzando il livello dei commenti.
Chiedo alla REDAZIONE se ha l`intenzione di tollerare che questi anonimi personaggi continuino a mancare di rispetto a bersagli ben mirati.
Con questa tolleranza avete già perso chi contribuiva a fare di questo blog non solo un luogo di discussione ma uno spazio didattico importante.
Chère madame Luisa, comme le disait déjà le Poète, "non ragioniam di lor, ma guarda e passa ..!" - il ne faut pas etre trop susceptible, surtout avec ceux qui se cachent derrière l'anonymat des "commentaires bon marché", n'est-ce pas? Vous souhaitant un bon Dimanche, en union de prière.
RispondiEliminaCon permesso, da dove ha preso il fiato, trombone? Questo thread era rimasto molto istruttivo, fin'ora.
RispondiEliminaScusi trombone, da dove ha preso fiato (anonimo)? Questo thread era rimasto molto istruttivo, fino a questa stecca.
RispondiEliminaE al trombone, anonimo delle, chiederei da dove ha preso fiato. Il thread era decisamente istruttivo e di buon livello, fino alla sua stecca.
RispondiElimina<span>Chère madame Luisa, comme le disait déjà le Poète, "non ragioniam di lor, ma guarda e passa ..!" - il ne faut pas etre trop susceptible, surtout avec ceux qui se cachent derrière l'anonymat des "commentaires bon marché", n'est-ce pas? Vous souhaitant un bon Dimanche, en union de prières </span>
RispondiElimina<span>E al trombone, anonimo delle 14.02, chiederei da dove ha preso fiato. Il thread era decisamente istruttivo e di buon livello, finoalla sua stecca.</span>
RispondiEliminaIl ne s`agit pas de "susceptibilité", quel "commento" anonimo non mi ha toccato, mi limito a fare osservare alla REDAZIONE una realtà che purtroppo ha già contribuito ad allontanare persone che con la loro competenza e esperienza hanno dato molto a questo spazio.
RispondiEliminaMerci quand-même, Peter, et bon dimanche à vous aussi!
Beh, certamente Giuseppe Capograssi è stato un ottimo filosofo del diritto ed anche un ottimo "democristiano", ma cattolico esemplare ... per favore ...
RispondiEliminaDefinire Capograssi democristiano e insinuare che non fosse un cattolico esemplare, significa semplicemente calunniare.
RispondiEliminaLeggendo con attenzione tutti i commenti mi viene purtroppo e ancora una volta da constatare che, mentre per i modernisti tutto fa brodo, invece trovare due tradizionalisti che la pensino alla stessa maniera è davvero arduo.
RispondiEliminaricucire...come? sanare...come? lasciando continuare le derive ?
RispondiEliminascusi, doc, secondo lei: riaffermare la dottrina perenne davanti alle innumerevoli deviazioni di certi movimenti eretici (specialmente uno), sarebbe un'operazione non voluta dallo Spirito Santo ? riconfermare i cattolici nella Fede, ribadendo le verità fondamentali del nostro Credo (mentre tanti apostati vanno seminando menzogne e confusione con le catechesi devianti, disperdendo il Gregge con strani ITINERARI) non sarebbe volontà dello Spirito Santo ? correggere gli errori, raddrizzare i sentieri distorti (come diceva il Battista alla venuta di Gesù) sarebbe azione sgradita allo Spirito Santo ? e dove finisce il munus docendi del Papa, come quello di ogni Pastore di anime ? insegnare vuol dire lasciare che ognuno costruisca un edificio dottrinale a modo suo ?
ohibò, qui allora siamo al rovesciamento palese della Verità stessa...
Tu sei misurato dal tuo padrone, che è Satana!
RispondiEliminacerto, ospite/tripparolo/bartimeo, quando trovi "modernisti" tutto fa brodo con un bel cervello fritto, ma con due "tradizionalisti" il cervello ronza per le funzioni e diventa difficile metterli d'accordo... :-P :-P
RispondiEliminaFino a prova contraria, Giuseppe Capograssi fu uno dei principali estensori del Codice di Camaldoli che, in ambito italiano, rappresenta il documento di maggior momento di quel "cristianesimo sociale" che, sulle orme dell'eresia modernista, nelle sue manifestazioni più esplicite, appare direttamente inteso a ridurre il cattolicesimo a mero "movimento sociale" . Non a caso, la filosofia di Capograssi viene ad essere comunemente ricollegata al cosiddetto "personalismo" di Maritain e Mounier, il quale è stato autorevolmente ravvisato costituire il coerente svolgimento delle teorie del movimento Sillon, esplicitamente condannato da San Pio X <span>attraverso la Lettera Nôtre Charge Apostolique del 23 agosto 1910</span><span>, nonché parimenti antesignano della c.d. "teologia della liberazione" (in tal senso, fra gli altri, anche il card. Siri e mons. Meinvielle ) . Dunque, ciò atteso: esemplare cattolico il Prof. Capograssi e, di conseguenza, spiritualmente pessima la figura di quel San Pio X che, invece, aveva avuto a condannare i postulati ideali, in vario modo, coltivati dal primo? </span>
RispondiElimina<span>Sotto il profilo, poi, della pratica appartenenza partitica di Capograssi, mi permetterei di chiedere al Sig. Luca: chi fu a fortemente volere Capograssi alla Corte Costituzionale? Risulta forse al sig. Luca che quella designazione fosse stata avanzata da qualcuno di diverso, rispetto alla sinistra democristiana? </span>
Grazie, caro Don Camillo. Rivolgendomi a Parlante, per chiudere questa cortese polemica su Evola che mi sembra anche abbastanza fuori tema, ti consiglierei la lettura di una raccolta di saggi di Evola, "Scritti sulla Massoneria", edita dalle Edizioni Settimo Sigillo nel 1984. La sua contrapposizione, storica e ideologica, rispetto a questa setta, in tutte le sue correnti e componenti, anche quelle che tu definisci "di tradizione", è decisa e netta. Infatti ne negava, in parziale polemica con Guénon, ogni valore "iniziatico" e questo dovrebbe essere risolutivo rispetto a "simpatie" di qualche massone che tu citi. Che poi, in qualche momento della sua vita, abbia forse personalmente "flirtato" con improbabili "vie della mano sinistra" (vedi i brani a cui tu accenni di uno dei capitoli finali de "Il cammino del Cinabro", intriso di un pessimismo metastorico accentuatosi al termine della sua vita), mi sembra ininfluente rispetto al nucleo centrale e metapolitico del suo pensiero, ben rappresentato, come dicevo, da "Rivolta contro il mondo moderno" e "Gli uomini e le rovine", quest'ultimo, tra l'altro, pubblicato dal cattolicissimo editore Giovanni Volpe, e che costituiscono i testi classici e "di scuola" per cui Evola è conosciuto. Sui lati "sulfurei" e discutibili di Evola posso anche essere, come cattolico, d'accordo, ma non possono essere sottaciuti, per rispetto a un doveroso equilibrio e oggettività, i non pochi meriti di questo pensatore, soprattutto se riferiti al contesto storico e intellettuale degli anni '60, '70 e '80. Buona domenica, pur in ritardo, anche a te.
RispondiEliminaSignor Anonimo, la retorica è arte sopraffina che lascio a coloro che la sanno magistralmente maneggiare, nel cui numero non posso annoverare il redattor Enrico, dalla cui penna è trasudata l'antitesi Nitoglio-modernistica, dilemma di fronte al quale Egli pare optare, senza tentennamento alcuno, per l'eresia: contento lui!.........tuttavia queste anime delicate vanno comprese: pensi che è bastato un satirico accenno a comuni esigenze fisiologiche per fargli perdere la propensione al paradosso e fargli scattare il riflesso della maestrina dalla penna blu .....
RispondiEliminaUna volta che un documento conciliare ha ottenuto la maggioranza dei voti e poi anche l'approvazione del papa, tutti i vescovi sono costretti a firmarlo. Un'altra cosa sono il placet, il non placet ed il placet iuxta modum che rappresentano le opzioni presentate ai padri conciliari per votare un documento.
RispondiEliminaQualcuno mi spiega cosa c'entra Bartimeo?
RispondiEliminaMD
"IL Concilio è bello perché vario./
RispondiEliminaCi trovi dentro tutto./
E pure il suo contrario."
(da un sonetto del PROFESSOR Arturo Saldini, pubblicato su "Chiesa Viva" negli anni '90)
Ha ragione!!!!!!!
RispondiEliminaIl ronzio è dovuto alle funzioni alterate.
Tutto ciò che ronza è prossimo al guasto "irreparabile"
Capograssi, come è noto, ritirò la propria sottoscrizione dal Codice di Camaldoli, appunto perché non gli piacque l'impostazione complessiva del documento, troppo sbilanciato. Che poi la sua nomina a giudice costituzionale fosse una colpa... beh, avercene oggi di giudici costituzionali così! Purtroppo morì prima di entrare in carica.
RispondiEliminaSignor Ospite, lei istituisce una catena di rapporti causa-effetto che non sta in piedi, fa semplicemente ridere. Tanto vale dire che, siccome Pannella votò per Scalfaro presidente della repubblica, allora Pannella era democristiano o Scalfaro radicale.
RispondiEliminaInoltre le sue informazioni sono del tutto infondate. Dire che la teologia della liberazione derivi da Maritain, fa ridere: lei lo sa che esistono intellettuali cattolici che si opposero al comunismo anche ispirandosi a Maritain? Per inciso, a me Maritain non sembra esalatante, ma certo questo non giustifica i paralogismi da lei messi in piedi, come se la storia fosse una catena di causa-effetto: i marxisti pensano così, lo sapeva?
Quanto a Capograssi. Lo sa che aborriva i partiti che si dicevano "cristiani"? Si vada a leggere la testimonianza di Gabrio Lombardi. O anche Gabrio Lombardi era di sinistra e modernista? :-D
Tutto ciò che non profuma di FSSPPX e derive varie puzza di modernismo!
RispondiEliminaMD
<p><span>Gentile Sig. Luca, che la "teologia della liberazione" derivi per via diretta dal pensiero di Maritain è ammesso addirittura dai suoi fondatori (se ancora non l'ha fatto, consulti pure <span>GUTIERREZ,</span><span> </span>Teologia della liberazione<span>, Brescia, 1973, p. 61), nonché diffusamente ed autorevolmente rimarcato anche in ambito cattolico (fra i molti, potrebbe utilmente rinvenirlo anche in SIRI,</span><span> </span><span>Getsemani, Roma, 1987, </span><span> </span><span>p. 87 ss.). Certamente i libri di Maritain possono anche essere letti, ma non compresi e, pur tuttavia, continua ad apparirmi alquanto sorprendente la riproposizione del pensiero di Maritain come credibile ispiratore per spunti circa una possibile opposizione al comunismo, giacché le sue costruzioni teoretiche si affannano, all'opposto, nel vano tentativo di proporre l'obiettivo discernimento di istanze cristiane – pur se offuscate da una premessa ateistica – all’interno delle rivendicazioni proprie al</span><span> </span><span>social - comunismo, aprendo « … sino al massimo avvicinamento al comunismo … » ( in tal senso, DEL NOCE,</span><span> </span><span>I cattolici e il progressismo, Milano, 1994, p. 221) ed infatti tale pensatore francese è stato ravvisato incarnare « … colui che ha aperto la strada … » ad una forma di « … neomodernismo inteso, non più, al modo del vecchio modernismo, come alleanza fra il cattolicesimo e le forme di pensiero collegate alla reazione idealistica contro la scienza degli anni successivi al ’90… ma con il marxismo … » ( così DEL NOCE,</span><span> </span><span>Il problema dell’ateismo, Bologna, 1990, p. 574). Neppure la parziale e tardiva ritrattazione, operata da Maritain ne "Il contadino della Garonna", giungono a sostanzialmente intaccare questi elementi del suo pensiero ( veda in proposito MEINVIELLE,</span><span> </span><span>Il cedimento dei cattolici al liberalismo, (ed. it. a cura di Innocenti), Roma, 1991, spec. p. 223 ss.).</span></span>
RispondiElimina</p><p><span><span> </span></span><span></span>
</p><p><span>Infine, non posso esimermi dal denotare come Lei appaia piuttosto digiuno, anche per quel che concerne la rigida valutazione dei requisiti ideali (<span> </span>rectius<span> </span>ideologici) che presiedono alla designazione di un giudice costituzionale, ma pazienza, visto che (come Lei stesso afferma) ama comunque ridere, non posso che lasciarLa a seguitare in questa Sua lodevole occupazione; è vero l'ilarità insensata assai difficilmente si rivela una pratica intellettualmente stimolante, ma, forse, questo può comunque rappresentare per Lei un motivo di sollievo spirituale e, quindi, Le auguro di tutto cuore di poter seguitare in questa Sua forma di divertimento.</span>
</p>
<span>
RispondiElimina<span>Gentile Sig. Luca, che la "teologia della liberazione" derivi per via diretta dal pensiero di Maritain è ammesso addirittura dai suoi fondatori (se ancora non l'ha fatto, consulti pure <span>GUTIERREZ,</span><span> </span>Teologia della liberazione<span>, Brescia, 1973, p. 61), nonché diffusamente ed autorevolmente rimarcato anche in ambito cattolico (fra i molti, potrebbe utilmente rinvenirlo anche in SIRI,</span><span> </span><span>Getsemani, Roma, 1987, </span><span> </span><span>p. 87 ss.). Certamente i libri di Maritain possono anche essere letti, ma non compresi e, pur tuttavia, continua ad apparirmi alquanto sorprendente la riproposizione del pensiero di Maritain come credibile ispiratore per spunti circa una possibile opposizione al comunismo, giacché le sue costruzioni teoretiche si affannano, all'opposto, nel vano tentativo di proporre l'obiettivo discernimento di istanze cristiane – pur se offuscate da una premessa ateistica – all’interno delle rivendicazioni proprie al</span><span> </span><span>social - comunismo, aprendo « … sino al massimo avvicinamento al comunismo … » ( in tal senso, DEL NOCE,</span><span> </span><span>I cattolici e il progressismo, Milano, 1994, p. 221) ed infatti tale pensatore francese è stato ravvisato incarnare « … colui che ha aperto la strada … » ad una forma di « … neomodernismo inteso, non più, al modo del vecchio modernismo, come alleanza fra il cattolicesimo e le forme di pensiero collegate alla reazione idealistica contro la scienza degli anni successivi al ’90… ma con il marxismo … » ( così DEL NOCE,</span><span> </span><span>Il problema dell’ateismo, Bologna, 1990, p. 574). Neppure la parziale e tardiva ritrattazione, operata da Maritain ne "Il contadino della Garonna", giungono a sostanzialmente intaccare questi elementi del suo pensiero ( veda in proposito MEINVIELLE,</span><span> </span><span>Il cedimento dei cattolici al liberalismo, (ed. it. a cura di Innocenti), Roma, 1991, spec. p. 223 ss.).</span></span> <span><span><span> </span></span><span></span> </span>
<span>Temo che la Sua scarsa dimestichezza con le categorie della logica valgano ad affettare il Suo giudizio, anche in relazione ai paralogismi (kantiani?) dei quali mi accusa, in ogni caso, non posso però esimermi dal denotare come Lei appaia piuttosto digiuno, circa quel che concerne la rigida valutazione dei requisiti ideali (<span> </span>rectius<span> </span>ideologici) che presiedono alla designazione di un giudice costituzionale. In ogni caso, pazienza; visto che (come Lei stesso afferma) ama comunque ridere, non posso che lasciarLa a seguitare in questa Sua lodevole occupazione; è vero, l'ilarità insensata assai difficilmente si rivela una pratica intellettualmente stimolante e, se ben ci pensa, non costituisce neppure un indice di buona educazione, ma, forse, questo può comunque rappresentare per Lei un sufficiente motivo di sollievo spirituale e, quindi, non posso che augurarLe, di tutto cuore, di poter seguitare in [...]
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RispondiElimina<p><span>Gentile Sig. Luca, che la "teologia della liberazione" derivi per via diretta dal pensiero di Maritain è ammesso addirittura dai suoi fondatori (se ancora non l'ha fatto, consulti pure <span>GUTIERREZ,</span><span> </span>Teologia della liberazione<span>, Brescia, 1973, p. 61), nonché diffusamente ed autorevolmente rimarcato anche in ambito cattolico (fra i molti, potrebbe utilmente rinvenirlo anche in SIRI,</span><span> </span><span>Getsemani, Roma, 1987, </span><span> </span><span>p. 87 ss.). Certamente i libri di Maritain possono anche essere letti, ma non compresi e, pur tuttavia, continua ad apparirmi alquanto sorprendente la riproposizione del pensiero di Maritain come credibile ispiratore per spunti circa una possibile opposizione al comunismo, giacché le sue costruzioni teoretiche si affannano, all'opposto, nel vano tentativo di proporre l'obiettivo discernimento di istanze cristiane – pur se offuscate da una premessa ateistica – all’interno delle rivendicazioni proprie al</span><span> </span><span>social - comunismo, aprendo « … sino al massimo avvicinamento al comunismo … » ( in tal senso, DEL NOCE,</span><span> </span><span>I cattolici e il progressismo, Milano, 1994, p. 221) ed infatti tale pensatore francese è stato ravvisato incarnare « … colui che ha aperto la strada … » ad una forma di « … neomodernismo inteso, non più, al modo del vecchio modernismo, come alleanza fra il cattolicesimo e le forme di pensiero collegate alla reazione idealistica contro la scienza degli anni successivi al ’90… ma con il marxismo … » ( così DEL NOCE,</span><span> </span><span>Il problema dell’ateismo, Bologna, 1990, p. 574). Neppure la parziale e tardiva ritrattazione, operata da Maritain ne "Il contadino della Garonna", giungono a sostanzialmente intaccare questi elementi del suo pensiero ( veda in proposito MEINVIELLE,</span><span> </span><span>Il cedimento dei cattolici al liberalismo, (ed. it. a cura di Innocenti), Roma, 1991, spec. p. 223 ss.).</span></span>
<span>Temo che la Sua scarsa dimestichezza con le categorie della logica L'abbia altresì indotta a ravvisare quei paralogismi (kantiani?) dei quali mi accusa e, nella speranza che possa, prima o poi, giungere anche a comprendere, ad esempio, come democristiani e radicali si trovino a condividere fra loro numerose premesse teoretiche fondamentali ( per un solo rimando consulti pure </span><span>COMPOSTA, I cattolici di ieri e di oggi di fronte alla morale politica, in Questione cattolica e questione democristiana, Padova, 1987 )</span><span><span>, in ogni caso,</span> non posso comunque esimermi dal denotare come Lei appaia del pari piuttosto digiuno circa quel che concerne la rigida valutazione dei requisiti ideali (<span> </span>rectius<span> </span>ideologici) che presiedono alla designazione di un giudice costituzionale. Per concludere, visto che (come Lei stesso afferma) ama comunque ridere, non posso che lasciarLa proseguire in questa Sua lodevole occupazione; è vero l'ilarità [...]
<span><span>Gentile Sig. Luca, che la "teologia della liberazione" derivi per via diretta dal pensiero di Maritain è ammesso addirittura dai suoi fondatori (se ancora non l'ha fatto, consulti pure <span>GUTIERREZ,</span><span> </span>Teologia della liberazione<span>, Brescia, 1973, p. 61), nonché diffusamente ed autorevolmente rimarcato anche in ambito cattolico (fra i molti, potrebbe utilmente rinvenirlo anche in SIRI,</span><span> </span><span>Getsemani, Roma, 1987, </span><span> </span><span>p. 87 ss.). Certamente i libri di Maritain possono anche essere letti, ma non compresi e, pur tuttavia, continua ad apparirmi alquanto sorprendente la riproposizione del pensiero di Maritain come credibile ispiratore per spunti circa una possibile opposizione al comunismo, giacché le sue costruzioni teoretiche si affannano, all'opposto, nel vano tentativo di proporre l'obiettivo discernimento di istanze cristiane – pur se offuscate da una premessa ateistica – all’interno delle rivendicazioni proprie al</span><span> </span><span>social - comunismo, aprendo « … sino al massimo avvicinamento al comunismo … » ( in tal senso, DEL NOCE,</span><span> </span><span>I cattolici e il progressismo, Milano, 1994, p. 221) ed infatti tale pensatore francese è stato ravvisato incarnare « … colui che ha aperto la strada … » ad una forma di « … neomodernismo inteso, non più, al modo del vecchio modernismo, come alleanza fra il cattolicesimo e le forme di pensiero collegate alla reazione idealistica contro la scienza degli anni successivi al ’90… ma con il marxismo … » ( così DEL NOCE,</span><span> </span><span>Il problema dell’ateismo, Bologna, 1990, p. 574). Neppure la parziale e tardiva ritrattazione, operata da Maritain ne "Il contadino della Garonna", giungono a sostanzialmente intaccare questi elementi del suo pensiero ( veda in proposito MEINVIELLE,</span><span> </span><span>Il cedimento dei cattolici al liberalismo, (ed. it. a cura di Innocenti), Roma, 1991, spec. p. 223 ss.).</span></span>
RispondiElimina<span><span>Temo che la Sua scarsa dimestichezza con le categorie della logica valgano ad affettare il Suo giudizio, anche in relazione ai paralogismi (kantiani?) dei quali mi accusa, nello specifico merito, nutro comunque la</span> speranza che Lei possa, prima o poi, giungere anche a comprendere, ad esempio, come democristiani e radicali si trovino a condividere fra loro numerose premesse teoretiche fondamentali ( per un solo rimando consulti pure </span><span>COMPOSTA, I cattolici di ieri e di oggi di fronte alla morale politica, in Questione cattolica e questione democristiana, Padova, 1987 ).</span><span><span> </span></span></span><span><span>In ogni caso,</span> non posso comunque esimermi dal denotare come Lei appaia del pari piuttosto digiuno circa quel che concerne la rigida valutazione dei requisiti ideali [...]
Splendido Annarita!
RispondiEliminaLa FSSPX ha il sacrosanto diritto & dovere di esigere che, come la commissione ED ha riconosciuto e convalidato le centinaia e centinaia di annullamenti matrimoniali e nuove nozze ceLEBRATE, da Mons. Cantor OSB e dal suo gruppo, così le sia riconosciuto il diritto di poter, una volta avutone richiesta da persone "Probate", di reiterare sub conditione TUTTI i Sacramenti!
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