In questi giorni di commemorazione dei fedeli defunti, quale migliore ispirazione spirituale può venire se non dalla meditazione della famosa sequenza del Dies Irae, che grazie a Carlo vi presentiamo nella bellissima traduzione di Giovanni Papini niente meno?
Sequenza Dies Irae
1 Ecco il giorno dell’ira.
Ora in favilla, - come attestò Davide e la sibilla, -
il secol si dissolve all’alta squilla.
2 O futuro tremor dello spavento,
- quando Cristo verrà dal firmamento, -
chiedendo a tutti stretto rendimento.
3 Delle mirabil tromba corre il suono
- sui sepolcri del mondo a mò di tuono, -
e tutti i morti aduna attorno al Trono.
4 Stupiranno la Morte e la Natura
- che risorger vedranno ogni creatura -
per far risposta alla giudicatura.
5 Aperto il libro dove tutto fu scritto,
- il Giudice, seguendo il suo rescritto, -
giudicherà del mondo ogni relitto.
6 Assiso Cristo sopra il gran tumulto
- si svelerà tutto quel che fu occulto, -
né rimarrà nessun peccato inulto.
7 Che potrò dire misero ch’io sono?
- Qual sarà per difesa il mio patrono, -
se appena il giusto è certo del perdono?
8 Monarca di tremenda maestà,
- che la salvezza doni in carità, -
salva anche me, fontana di pietà!
9 Ricordati, Gesù, nel tuo soggiorno,
- che fui cagione anch’io del tuo ritorno: -
non mi perdere in quell’estremo giorno!
10 Per cercarmi e salvarmi fosti lasso,
- mi redimesti in Croce e dentro il sasso: -
fa che tanto travaglio non sia casso!
11 O Giudice di giusta punizione
- donami in grazia la tua remissione -
anzi il dì che dovrò render ragione.
12 Gemo che mi conosco peccatore:
- la colpa empie il mio viso di rossore -
perdona, Cristo al tuo supplicatore!
13 Tu che Maria di Maddala assolvesti
- e al ladro il Paradiso promettesti -
anche a me la speranza concedesti.
14 E s’anco il mio pregar non fosse digno
- non volere o Signor buono e benigno, -
ch’io bruci al fuoco eterno del Maligno.
15 Tra le pecore tue luogo mi appresta
- e dagli infetti capri mi sequestra -
ponendomi vicino alla tua destra.
16 Confusi resteranno i maledetti
- nelle cocenti fiamme avvolti e stretti: -
chiama me tra i gloriosi benedetti!
17 Ti supplico, disteso nella polvere,
- col mio cuore tritato e quasi cenere, -
fa che nel fine non mi debba perdere!
18 O giorno lagrimoso di spavento
- quando risorgerà dal bruciamento -
il reo per sostener giudicamento!
19 Anche a quei che tristo giace
- Tu perdona o Dio verace -
dona a tutti la tua pace!
Giovanni Papini
da “Il Frontespizio” novembre 1932
Ripreso in “Messale Romano” Centro Liturgico di Torino - Torino 1943
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RispondiEliminaSi capisce di più in latino
RispondiEliminaSequenza splendida, eccezionale la versione del Papini qui proposta.
RispondiEliminaGrazie.
Assiso Cristo sopra il gran tumulto
RispondiElimina- si svelerà tutto quel che fu occulto, -
né rimarrà nessun peccato inulto.
E' più forte di me. Mi viene da pensare al CVII.