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mercoledì 3 novembre 2010

Il Dies Irae di Papini

In questi giorni di commemorazione dei fedeli defunti, quale migliore ispirazione spirituale può venire se non dalla meditazione della famosa sequenza del Dies Irae, che grazie a Carlo vi presentiamo nella bellissima traduzione di Giovanni Papini niente meno?


Sequenza Dies Irae


1 Ecco il giorno dell’ira.
Ora in favilla, - come attestò Davide e la sibilla, -
il secol si dissolve all’alta squilla.

2 O futuro tremor dello spavento,
- quando Cristo verrà dal firmamento, -
chiedendo a tutti stretto rendimento.

3 Delle mirabil tromba corre il suono
- sui sepolcri del mondo a mò di tuono, -
e tutti i morti aduna attorno al Trono.

4 Stupiranno la Morte e la Natura
- che risorger vedranno ogni creatura -
per far risposta alla giudicatura.

5 Aperto il libro dove tutto fu scritto,
- il Giudice, seguendo il suo rescritto, -
giudicherà del mondo ogni relitto.

6 Assiso Cristo sopra il gran tumulto
- si svelerà tutto quel che fu occulto, -
né rimarrà nessun peccato inulto.

7 Che potrò dire misero ch’io sono?
- Qual sarà per difesa il mio patrono, -
se appena il giusto è certo del perdono?

8 Monarca di tremenda maestà,
- che la salvezza doni in carità, -
salva anche me, fontana di pietà!

9 Ricordati, Gesù, nel tuo soggiorno,
- che fui cagione anch’io del tuo ritorno: -
non mi perdere in quell’estremo giorno!

10 Per cercarmi e salvarmi fosti lasso,
- mi redimesti in Croce e dentro il sasso: -
fa che tanto travaglio non sia casso!

11 O Giudice di giusta punizione
- donami in grazia la tua remissione -
anzi il dì che dovrò render ragione.

12 Gemo che mi conosco peccatore:
- la colpa empie il mio viso di rossore -
perdona, Cristo al tuo supplicatore!

13 Tu che Maria di Maddala assolvesti
- e al ladro il Paradiso promettesti -
anche a me la speranza concedesti.

14 E s’anco il mio pregar non fosse digno
- non volere o Signor buono e benigno, -
ch’io bruci al fuoco eterno del Maligno.

15 Tra le pecore tue luogo mi appresta
- e dagli infetti capri mi sequestra -
ponendomi vicino alla tua destra.

16 Confusi resteranno i maledetti
- nelle cocenti fiamme avvolti e stretti: -
chiama me tra i gloriosi benedetti!

17 Ti supplico, disteso nella polvere,
- col mio cuore tritato e quasi cenere, -
fa che nel fine non mi debba perdere!

18 O giorno lagrimoso di spavento
- quando risorgerà dal bruciamento -
il reo per sostener giudicamento!

19 Anche a quei che tristo giace
- Tu perdona o Dio verace -
dona a tutti la tua pace!

Giovanni Papini


da “Il Frontespizio” novembre 1932
Ripreso in “Messale Romano” Centro Liturgico di Torino - Torino 1943

4 commenti:

  1. Si capisce di più in latino

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  2. Sequenza splendida, eccezionale la versione del Papini qui proposta.
    Grazie.

    RispondiElimina
  3. Assiso Cristo sopra il gran tumulto
    - si svelerà tutto quel che fu occulto, -
    né rimarrà nessun peccato inulto.

    E' più forte di me. Mi viene da pensare al CVII.

    RispondiElimina