Dedichiamo questo post alla memoria di Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica, ieri deceduto. Non ci interessa, ovviamente, valutare il profilo politico dell'uomo di governo. Lo ricordiamo invece per due elementi particolari che ci stanno particolarmente a cuore. Il primo: il fatto che fosse lettore di Messainlatino.it, come ci risulta dal fatto di essersi iscritto alla nostra newsletter comunicandoci la sua mail privata (a proposito: il servizio di newsletter al momento è inattivo, specie per la difficoltà di gestire il gran numero di indirizzi; ma chi non l'avesse già fatto si iscriva - nella colonna a destra - poiché contiamo di riattivarlo presto). Il secondo punto che desideriamo sottolineare è la sostanziale conformità di vedute con l'ex Presidente sulla Chiesa e sui suoi uomini, come risulta, tra l'altro, dall'intervista rilasciata a suo tempo al sito Petrus che riportiamo:
di Bruno Volpe
CITTA’ DEL VATICANO - Il ‘picconatore’ per eccellenza ne ha per tutti. Questa volta è il turno del Cardinale Carlo Maria Martini, del suo successore sulla Cattedra di Sant’Ambrogio, Dionigi Tettamanzi, dei Gesuiti e dei progressisti. Come dire, gli anni passeranno pure, ma il Senatore a Vita Francesco Cossiga, già Presidente della Repubblica, continua a non guardare - orgogliosamente - in faccia a nessuno.
- Presidente, il Cardinale Martini non sembra piacerLe affatto…
“Per carità, è indubbiamente un fior di galantuomo e un insigne biblista, ma - e lo dico con amarezza - di teologia capisce ben poco, eppure non perde occasione per mettere in discussione ciò che fa o dice il Papa teologo”.
- Continui, prego…
“Guardi, Martini e la teologia vivono su pianeti diversi. Lo dimostra la prefazione scritta dal Cardinale all’ultimo libro del cosiddetto teologo laico Vito Mancuso”.
- Scommettiamo che non Le piace neanche il libro di Mancuso…
“E’ un libro che può piacere solo ai cattolici adulti, ma essendo io infante e in comunione con la Chiesa, non lo condivido”.
- Non vorrà mica dire che Martini non è in comunione con la Chiesa?
“Mi limiterò a dire che Martini ha giurato fedeltà al Papa eppure, sino ad oggi, ha quasi sempre preso posizioni contrastanti con la Chiesa. Liberissimo di farlo: se Santa Romana Chiesa e la Congregazione per la Dottrina della Fede non hanno preso posizione, significa che lui ha ragione ed io torto. Naturalmente, la mia è una provocazione…“.
- Presidente, quale consiglio darebbe a Martini?
“Alla sua età dica basta, taccia e si ritiri a vita privata: ha già dato, ormai non è più la sua epoca. Ma purtroppo, veda, è in buona compagnia: prenda il Cardinale Lehmann della Conferenza episcopale tedesca o l’attuale Arcivescovo ‘buonista’ di Milano, il Cardinale Tettamanzi. Tra poco farà ballare nel Duomo anche le donne nude! Non c’è che dire, Tettamanzi è degno erede del suo predecessore!”.
- Vuole dare un consiglio anche a Tettamanzi?
“Certo. Rispetti il Motu Proprio del Papa sul rito tridentino invece di far il ‘bastian contrario’. E le danze tribali le organizzi in Africa, non nel Duomo di Milano”.
- Senatore Cossiga, torniamo a Martini. Sappiamo di un curioso retroscena…
“Faccio mea culpa: purtroppo, all’epoca, in quanto Presidente della Repubblica [rectius: del Consiglio dei Ministri], contribuii anch’io a farlo nominare Arcivescovo di Milano”.
- Come sarebbe a dire?
“Con il vecchio Concordato ci voleva la mia controfirma per rendere valida la sua nomina ed io ho dovuto firmare. Avrei dovuto diffidare di lui, è un gesuita”.
- Essere Gesuita è un peccato grave?
“Martini ha la mentalità tipica del progressista, che fa tanto snob. Eppure i Gesuiti sono il braccio armato della Chiesa. Curiosamente prima erano reazionari, poi hanno cavalcato la tigre del progressismo sfrenato, si sono persino rifatti alla teologia della liberazione. La cosa più grave è che non vengono mai richiamati all’ordine dalla Santa Sede. Un mistero…”.
- Veniamo al Concilio Vaticano II…
“Caro Volpe, io non sono contro il Concilio, ma censuro l’ermeneutica rivoluzionaria e progressista che ne è seguita e che sembra di moda sbandierare ancora oggi sotto le insegne del cosiddetto ‘cattobuonismo’. Lo stesso ‘cattobuonismo’ di Martini, tanto per intenderci. Ma poi, cosa vuole, io sono fedele sia al teologo Joseph Ratzinger che al Papa Benedetto XVI: siamo sicuri che lo siano anche i vari Martini e Tettamanzi?”.
non tutto nel pensiero del "GATTOSARDO", neppure dal punto di vista strettamente religioso è del tutto condivisibile (in particolare una visione del rapporto fra fede ed attività politica, non dissimile da quella che si è, giustamente, criticato in Jhon Kennedy), mi associo TOTO CORDE al DE PROFUNDIS, a colui che fu il presidente più amato e vi prego di estenderlo anche ad un altro celebre cattolico che ci ha lascito lo stesso giorno, il PROFESSOR NICOLA CABIBBO
RispondiEliminaEra il 13 ottobre del 2008 quando Petrus pubblicando questa intervista scatenando l'ira funesta dei difensori martiniani.... e chiunque in quei giorni, nei siti o nei blog o nei forum, usava questa intervista o la segnalava, veniva accusato di rivolta contro la Chiesa stessa... e di mettere i vescovi e i cardinali l'uno contro l'altro... :-D
RispondiEliminaPer la verità ci fu un solo Vescovo, di cui non rammento il nome, che intervenne pubblicamente per difendere Martini e Tettamanzi... ma rammento che la difesa fu estrosa, egli non avanzò con riferimenti atti a sconfessare quanto disse Cossiga, ma li difese attaccando Cossiga....accusandolo di egocentrismo....insomma, non è che rispose dando motivi chiari....
Mi da fastidio questa strumentalizzazione....se Cossaiga fosse stato un avversario della tradizione dubito gli sarebbe stato dedicato un post (se non per festeggiare)...
RispondiEliminaMa a vostro avviso si possono criticare in questo modo i Vescovi? San Josemaria, ad esempio, mi risulta che diceva che non si devono criticare i Vescovi (e forse neanche i Preti)..
RispondiElimina"Nulla Ecclesia sine Petro"..non c'è Chiesa senza Pietro...
RispondiEliminaSe i vescovi si possono permettere di criticare e disobbedire al Papa....permettete che il minimo che si possa fare è criticare e sbugiardarli pubblicamente?
E quindi?
RispondiEliminaPonti d'oro al nemico che scappa...ma agli amici che muoiono onori!
<span>- Presidente, quale consiglio darebbe a Martini?
RispondiElimina</span>“Alla sua età dica basta, taccia e si ritiri a vita privata: ha già dato, ormai non è più la sua epoca.
Da che pulpito... :)
Non è il caso di fare considerazioni sul suo lungo operato in politica.
Parce sepulto.
Spero che il giudizio, quello vero e giusto, alle 13,18 di ieri sia stato a lui favorevole. Il tempo per prepararsi l'ha avuto e questa è già una grazia.
Riposi in pace.
Dipende da quel dicono e da quel che fanno.
RispondiEliminaMai Cossiga s'è arrogato il diritto di ergersi contro il magistero del Papa su temi etici come ha fatto Martini.
RispondiEliminaPerò, un'esattezza nell'intervista di Cossiga c'è: afferma che col Tetta si sarebberi viste danzar le donne nude in chiesa. Mezze nude e poppe all'aria le aveva viste ballare, con la sua benedizione , Giov, P. II.
RispondiEliminaSì, appunto... che c'entra la strumentlizzazone?!?
RispondiEliminaSì, Dante. Sono d'accordo.
RispondiEliminaNon mi riferivo ai giudizi su Martini (e Mancuso), che condivido, ma ai consigli: tacere e ritirarsi a vita privata al raggiungimento di una certa età quando si è già dato ed essendo cambiati i tempi si appartiene ormai ad altra epoca.
Forse avrebbe dovuto aggiungere: faccia quel che gli dico e non quel che vede fare a me...
meno male...sono gli ultimi momenti per vedere qualche donna in chiesa e che non sia solo a sedere su una panca: le chirichette sono già nel mirino...chissà da dove deriva il principio che di fronte d Dio ci sono persone che hanno diritti e altre no...ma Dio avrà chiaro dentro di Sè quella differenza fra sacro e profano su cui a noi uomini ci punge continuamente vaghezza di filosofeggiare?
RispondiEliminameno male...sono gli ultimi momenti per vedere qualche donna in chiesa e che non sia solo a sedere su una panca: le chirichette sono già nel mirino...chissà da dove deriva il principio che di fronte d Dio ci sono persone che hanno diritti e altre no...ma Dio avrà chiaro dentro di Sè quella differenza fra sacro e profano su cui a noi uomini ci punge continuamente vaghezza di filosofeggiare?
RispondiEliminasi Dante, ma non in san Pietro, non nel Duomo di Milano..... ;)
RispondiEliminamaggio55 e er tripparolo.....uhmmmm! è come il giochino del nascondino che si faceva ai bambini con le dita della mano ed un pezzetto di carta sull'indice e il medio e si cantava: sparisce gigino, sparisce gigetto, ritorna gigino, ritorna gigetto.... :-D
RispondiEliminaInteressante anche questo passo scritto da Barile dal sito Petrus per ricordare Cossiga:
RispondiElimina<span> Indimenticabile la dichiarazione che ci rilasciò, all’epoca del Governo Prodi, sulla decisione di rivedere i benefici concessi alla Chiesa (in particolare l’esenzione dell’Ici).</span>
<span> ‘Presidente, è d’accordo con il premier?’, gli chiedemmo. E lui, sornione, esclamò:</span>
<span> “Come no… Anzi, di più: consiglio al cattolico adulto Prodi, sentiti i suoi fedelissimi, di mandare i marines sull’altra sponda del Tevere, di far occupare militarmente il Vaticano, di imprigionare il Papa, abolire i Trattati Lateranensi e ripristinare la Legge delle guarantige...". :-D </span>
<span></span>
<span>Quando fu pubblicata l’Enciclica ‘Spe Salvi’, fu lo stesso Cossiga a contattarci: </span>
<span>“Scrivete pure che mi è piaciuta addirittura più di quella precedente dedicata alla Carità. Se qualcuno avesse mai avuto dei dubbi, adesso è accontentato: Benedetto XVI è, nei fatti, già Dottore della Chiesa ed uno dei più grandi Pontefici della storia della Chiesa. Io lo definirei così: il cervello di Dio”.</span>
<span></span>
<span> Tanti, tantissimi i dialoghi con il Presidente. L’ultimo, solo poche settimane fa.</span>
<span> “L’ora è giunta e le valigie sono pronte”, disse. </span>
<span>E aggiunse:</span>
<span> “Sono prossimo agli 82 anni e non mi posso lamentare. E poi, come amava ripetere Giovanni XXIII, ‘siamo fatti di Cielo’, quindi dobbiamo essere lieti di tornare lassù”. </span>
<span>Siccome queste frasi ci sembrarono di cattivo presagio, provammo a sdrammatizzare: </span>
<span>‘Presidente, non si abbatta, è ancora giovane e forte’. </span>
<span>Replicò ironicamente: “Qui l’unico che viaggia ancora giovane e forte è Andreotti. Sta a vedere che ha fatto davvero il patto col diavolo...”. </span>
<span></span>
<span>‘Presidente, ma chi vorrebbe incontrare subito in Paradiso?’. La domanda arrivò spontanea per la facilità con cui Cossiga stava parlando della morte. Asserì: “I familiari che mi hanno preceduto. E un amico morto da innocente...”. ‘Chi?’. “Aldo Moro”. La voce del Presidente si ruppe dall’emozione e ci congedammo. Il ‘picconatore’ aveva appena ceduto il posto all’uomo.</span>
<span></span>
<span></span>
io sono cresciuto nei campi e da piccino giocavo solo a nascondinoe a rincorrere le lucertole... 8-) (poichè avevo e ho un zio agostiniano e sacerdote ogni tanto provavo anche a imitarlo con un altarino ma la mia mamma mi diceva che non si scherza con le cose di chiesa)
RispondiEliminaDunque, tu vai inm chiesa per veder un po' di donne nude? Sei proprio ridotto male.
RispondiEliminaHai ragione: sei ridotto così male che ti resta solo qualche chiesa per veder una donna nuda.
RispondiEliminaMa la differenza è che Cossiga, ormai fuori della politica attiva, vedeva lucidamente lontano e denunciava i mali della conduzione dell'Italia che profondamente amava, di quegli arcivescovi puoi dir la stessa cosa per quanto riguarda la Chiesa?
RispondiEliminaForse non sono stato chiaro: volevo dire che Tettamanzi aveva un precedente illustre a cui s'era ispirato.
RispondiEliminaEffettivamente il Presidente Cossiga è stato cattolico liberale, nell'accezione che oggi ha questo termine, diversa non solo da quello del cattolico " tout court" che non sente necessità di aggettivare la propria connotazione o, se si vuole dal cattolico "integrale", ma da quel cattolicesimo "democratico" in cui spesso l'aggettivo prevale sul sostantivo, a cui per frequentazioni, tradizioni familiari e patronaggi politici poteva più agevolmente assimilarsi. Non è, evidentemente, il mio modello.
RispondiEliminaTuttavia qui oggi mi voglio associare al cordoglio e alla preghiera per un uomo controverso, ma mai banale, di grande intelligenza e cultura,
anticonformista e estremamente lucido nelle sue analisi.
ma ci sono quelli che NON vogliono capirlo....
RispondiEliminaDopo questa intervista, che non conoscevo, ancora un plauso al mio conterraneo, che ha saputo essere coerentemente politico e cattolico.
RispondiEliminaE di questi ultimi tempi non deve essere stato facile.
Appunto.
RispondiEliminapeccato che Cossiga non abbia chiesto il funerale in Rito Antico!
RispondiEliminaParafrasando Grazia Deledda che definì S. Ignazio da Laconi il più sardo dei santi e il più santo dei sardi, un affettuoso saluto al presidente Cossiga, il più sardo degli statisti e il più statista dei sardi.
RispondiEliminaLa canonizzazione di José Maria è non l'ultimo dei motivi che mi fanno ritenere razionale l'ipotesi "CASSICIACUM"
RispondiEliminaabolire i Trattati Lateranensi e ripristinare la Legge delle guarantige...". Che concedeva al Papa un territorio sette volte più vasto dell'attuale stato Vaticano. la differenza era che le"guarentige...". erano una "gentile concessio"
RispondiEliminaCossiga avrebbe voluto una messa da requiem in rito anrico oppure non si può in alcun mido sapere?
RispondiEliminaHa mai frequentato messe nella forma straordinaria?
Cossiga era un cerchiobottista di prima categoria: se lo intervistava il TG3 trovava tutte le critiche possibile e immaginabili (e spesso immaginarie) su Berlusconi; se lo intervistava il TG4 le sue parole erano puro mieie su Berlusconi grande statista fino a sfiorare (e superare) il ridicolo. E' entrata nella leggenda la sua doppia collaborazione contemporanea sia con Libero che con Il Riformista sotto due pseudonimi, uno berlusconiano e uno dalemiano. Era un politicante democristiano cresciuto alla scuola di Moro e non ci si poteva aspettare niente di più e niente di meno. E non è necessariamente una critica.
RispondiEliminaSimilmente riguardo alle cose di Chiesa sguazzava allegramente dal tradizionalismo moderato tardo-ratzingeriano al riformismo conciliare primo-ratzingeriano a seconda di chi lo intervistava o della testata per cui scriveva. Il Figlio ha recentemente ripubblicato un suo articolo sulla grandezza del Concilio Vaticano II al cui confronto pure certi vescovi francesi paiono lefebvriani. In questa intervista sembra quasi che fosse un assiduo lettore di questo blog.
<span>Cossiga era un cerchiobottista di prima categoria: se lo intervistava il TG3 trovava tutte le critiche possibile e immaginabili (e spesso immaginarie) su Berlusconi; se lo intervistava il TG4 le sue parole erano puro mieie su Berlusconi grande statista fino a sfiorare (e superare) il ridicolo. E' entrata nella leggenda la sua doppia collaborazione contemporanea sia con Libero che con Il Riformista sotto due pseudonimi, uno berlusconiano e uno dalemiano. Era un politicante democristiano cresciuto alla scuola di Moro e non ci si poteva aspettare niente di più e niente di meno. E non è necessariamente una critica.
RispondiEliminaSimilmente riguardo alle cose di Chiesa sguazzava allegramente dal tradizionalismo moderato tardo-ratzingeriano al riformismo conciliare primo-ratzingeriano a seconda di chi lo intervistava o della testata per cui scriveva. Il Figlio ha recentemente ripubblicato un suo articolo sulla grandezza del Concilio Vaticano II al cui confronto pure certi vescovi francesi paiono lefebvriani.</span>
Gli statisti fanno gli stati. Cossiga era un uomo di stato. E' un'altra cosa.
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