I nuovi mostri", film ad episodi. Il brano che proponiamo è di Dino Risi (1977), in versione con sottotitoli in francese per i numerosi lettori francofoni:
Un cardinale, per un guasto alla macchina, deve fermarsi in una squallida borgata della periferia romana, di domenica, ed entra in una chiesa dove il parroco progressista, in maglione, dirige un 'collettivo di base' di popolani che reclamano per le loro condizioni abitative. In quella specie di rumorosa assemblea sindacale si strilla, si progettano manifestazioni anche violente, si propongono votazioni. Finché il parroco, in tono di sfida, chiede l'opinione del cardinale... E tutto finisce con un Tantum ergo.
Per un ateo 'fervente' come il grande Dino Risi, il 'mostro' beninteso è il cardinale, lo straordinario Gassman, che attualizza e applica tutti gli stereotipi marxisti della religione come alienante oppio dei popoli, ma anche quelli nietschiani del cristianesimo come fattore antivitalistico e svirilizzante. Infatti il porporato, solennissimo nell'alta statura e nel portamento, in talare rossa e chiroteche (perfino mentre viaggia!) con vistoso anello, accompagnato da autista e giovane segretario in tonaca e saturno, affronta i "burini" dapprima con decisione e autorità (memorabile il ceffone che appioppa al più facinoroso, giusto per dimostrargli coi fatti il disvalore della violenza...), quindi prosegue coi più classici discorsi molcenti per richiamare alla mitezza, al disinteresse per i beni terreni, all'obbedienza. Arriva perfino ad inventare un inesistente invito di Gesù alla mansuetudine; e il parroco che obbietta ("Ma quando l'ha detto questo?") è zittito da un popolano colla camicia aperta: "L'ha 'ddetto, l'ha 'ddetto, 'n l'hai visto 'l Gesù di Zeffirelli?": divertente stoccata di Risi al melenso filmone del collega regista. E infine, per completare con successo la sotttomissione e lo straniamento di quella gente ignorante, il cardinale gioca la carta vincente: la liturgia latina, l'organo, il gregoriano.
Ma se il cardinale è il 'mostro', non per questo fa buona figura il parroco progressista, pur sinceramente partecipe delle condizioni materiali dei suoi fedeli. Vediamo all'inizio quanto quel collettivo sia inconcludente e patetico ("E' un anno che cerco di spiegarvi...", dice): una specie di assemblea condominiale senza capo né coda. E poco dopo, il giovane parroco in maglione si troverà sconfessato dai suoi e dovrà ammettere che ha vinto il porporato.
Vulgus vult decipi: il popolo non aspetta altro che d'essere ingannato, sottintende Risi, e da 'mostri' come il cardinale, con la sua retorica ultraterrena e col suo sfoggio di pompe e canti latini. Nient'altro che utili instrumenta regni: questo è il messaggio trasparente dello sketch.
Ma la storia sottolinea anche quanto siano dissennati e patetici quei preti progressisti (anzi, quanto lo fossero: qualcuno tipo Farinella o De Capitani forse sopravvive ancora, ma son dinosauri nel Quaternario). E soprattutto, il film ricorda una verità che la Chiesa, nell'accecamento postconciliare, è sembrata dimenticare, proprio mentre straparlava di aprirsi al mondo e alla gente: che il mondo, e la gente, provano vivissimo bisogno di quel che si è gettato via: del sacro, della trascendenza, di una prospettiva ultramondana, del gregoriano e del latino! Poiché i preti, come sindacalisti e politici, valgon davvero poco.
Un'ultima notazione. Il film è del 1977, ma sembra (anzi è) di un altro millennio. Dobbiamo felicitarci che certe stupidità progressiste siano oggi così anacronistiche? Certo. Però osservate i particolari del film. Risi si sforza di creare un ambiente quanto più sciatto e profanato possibile: i popolani in canotte e ciabatte, i discorsi scurrili, i ragazzini che irrompono giocando a pallone. Epperò notate: c'è sì la 'mensa' postconciliare, ma dietro c'è ancora un altar maggiore con il tabernacolo e perfino con i candelabri; si intravvede addirittura un altare laterale ancora con i suoi lini; nella navata, ci son panche con inginocchiatoi e non anonime seggiole. Un popolano ricorda a memoria gli accordi dell'organo e tutti cantano il Tantum ergo. Certi retaggi, allora, erano ancor vivi, dopo pochi anni di pur micidiali bordate moderniste. Oggi, quel che non era nemmeno venuto alla mente di un regista, che pur voleva calcare la mano per rendere l'ambiente più sciatto e disadorno possibile, è divenuto in molti casi amarissima realtà.
Per un ateo 'fervente' come il grande Dino Risi, il 'mostro' beninteso è il cardinale, lo straordinario Gassman, che attualizza e applica tutti gli stereotipi marxisti della religione come alienante oppio dei popoli, ma anche quelli nietschiani del cristianesimo come fattore antivitalistico e svirilizzante. Infatti il porporato, solennissimo nell'alta statura e nel portamento, in talare rossa e chiroteche (perfino mentre viaggia!) con vistoso anello, accompagnato da autista e giovane segretario in tonaca e saturno, affronta i "burini" dapprima con decisione e autorità (memorabile il ceffone che appioppa al più facinoroso, giusto per dimostrargli coi fatti il disvalore della violenza...), quindi prosegue coi più classici discorsi molcenti per richiamare alla mitezza, al disinteresse per i beni terreni, all'obbedienza. Arriva perfino ad inventare un inesistente invito di Gesù alla mansuetudine; e il parroco che obbietta ("Ma quando l'ha detto questo?") è zittito da un popolano colla camicia aperta: "L'ha 'ddetto, l'ha 'ddetto, 'n l'hai visto 'l Gesù di Zeffirelli?": divertente stoccata di Risi al melenso filmone del collega regista. E infine, per completare con successo la sotttomissione e lo straniamento di quella gente ignorante, il cardinale gioca la carta vincente: la liturgia latina, l'organo, il gregoriano.
Ma se il cardinale è il 'mostro', non per questo fa buona figura il parroco progressista, pur sinceramente partecipe delle condizioni materiali dei suoi fedeli. Vediamo all'inizio quanto quel collettivo sia inconcludente e patetico ("E' un anno che cerco di spiegarvi...", dice): una specie di assemblea condominiale senza capo né coda. E poco dopo, il giovane parroco in maglione si troverà sconfessato dai suoi e dovrà ammettere che ha vinto il porporato.
Vulgus vult decipi: il popolo non aspetta altro che d'essere ingannato, sottintende Risi, e da 'mostri' come il cardinale, con la sua retorica ultraterrena e col suo sfoggio di pompe e canti latini. Nient'altro che utili instrumenta regni: questo è il messaggio trasparente dello sketch.
Ma la storia sottolinea anche quanto siano dissennati e patetici quei preti progressisti (anzi, quanto lo fossero: qualcuno tipo Farinella o De Capitani forse sopravvive ancora, ma son dinosauri nel Quaternario). E soprattutto, il film ricorda una verità che la Chiesa, nell'accecamento postconciliare, è sembrata dimenticare, proprio mentre straparlava di aprirsi al mondo e alla gente: che il mondo, e la gente, provano vivissimo bisogno di quel che si è gettato via: del sacro, della trascendenza, di una prospettiva ultramondana, del gregoriano e del latino! Poiché i preti, come sindacalisti e politici, valgon davvero poco.
Un'ultima notazione. Il film è del 1977, ma sembra (anzi è) di un altro millennio. Dobbiamo felicitarci che certe stupidità progressiste siano oggi così anacronistiche? Certo. Però osservate i particolari del film. Risi si sforza di creare un ambiente quanto più sciatto e profanato possibile: i popolani in canotte e ciabatte, i discorsi scurrili, i ragazzini che irrompono giocando a pallone. Epperò notate: c'è sì la 'mensa' postconciliare, ma dietro c'è ancora un altar maggiore con il tabernacolo e perfino con i candelabri; si intravvede addirittura un altare laterale ancora con i suoi lini; nella navata, ci son panche con inginocchiatoi e non anonime seggiole. Un popolano ricorda a memoria gli accordi dell'organo e tutti cantano il Tantum ergo. Certi retaggi, allora, erano ancor vivi, dopo pochi anni di pur micidiali bordate moderniste. Oggi, quel che non era nemmeno venuto alla mente di un regista, che pur voleva calcare la mano per rendere l'ambiente più sciatto e disadorno possibile, è divenuto in molti casi amarissima realtà.
Enrico
Almeno i bambini che entrano in chiesa per riprendere il pallone accennano ad un inchino passando davanti al Santissimo, oggi i bambini non sanno nemmeno che cosa sia il Santissimo in chiesa!!!
RispondiEliminaNello stesso film, c'è un altro episodio, protagonista Sordi. L'Albertone è un nobile romano, chiamato mentre sta in un locale da mammà. La mamma lo ha invitato ad una riunione di famiglia. Lungo la strada trova un ferito e cerca di portarlo in ospedale. Non riesce a ricoverarlo, perchè in ogni ospedale c'è un qualche problema. Alla fine, lo riporta dove lo ha trovato. TRa i tanti posti che tocca, c'è anche un ospedale gestito da suore. Alla suora portinaia accenna all'argomentto della riunione di famiglia: IL CASO LEFEVBRE. Anzi, per evitare confusioni con Ovidio Lefebvre, (protagonista dell'allora coevo scandalo Lockheed) specifica: LO SCISMA LEFEBVRE!
RispondiEliminaCaspita! e io che avevo sempre pensato che il "mostro " fosse il pretino progressista.......
RispondiEliminaQualcuno sa quando si fa il segno di croce alla fine di Lodi, Vespri e ore medie?
RispondiEliminaDurante la Prima, quando c'è il Deus in adiutorium 3 volte, ci si segna 3 volte? Ci si segna durante la benedictio (2 volte) e l'Adiutorium nostrum? Cosa significa V. Benedicite. R. Deus.?
Vi ringrazio se mi potete aiutare
:-D eccellente riepilogo di Enrico, eccellente...
RispondiEliminaQuando ogni tanto vediamo il video in famiglia, mio marito che si diverte a fare l'anticlericale con me e l'ateo, pur chiarendo che naturalmente il "mostro" sarebbe il cardinale, di fatto finisce per e esserlo il prete progressista proprio perchè perde voce e perde consenso dal suo "pubblico" dal suo GREGGE il quale, appunto, da un anno discute, ma non risolve nulla...quasi a riportare, volente o dolente, l'attenzione al fatto che la Chiesa non la puoi distruggere... ;)
E' come dire, per il prete progressista, che "dalla ragione passa al torto" per non sapere usare l'esperienza stessa della Chiesa che sapeva come prendere il popolino e sapeva come dargli speranza e fiducia...
Ciò che doveva essere il vero "mostro" (il cardinale che rappresenta il potere della Chiesa), diventa in realtà LA GARANZIA della ragione e del modo migliore per affrontare i problemi perfino sociali....naturalmente questa è la conclusione di chi usa ancora la ragione.... per chi vuole rimanere abbarbicato in una falsa visione del potere della Chiesa, il "mostro" resta il cardinale....
Si ma c'è da sottolineare che le care "suorine" del dopo Concilio...RIFIUTANO "il malconcio" perchè era l'ora di chiusura....anche questo particolare ha un suo significato....mentre Albertone, che riveste i panni del ricco nobile legato ai lefebvriani, si prende cura dello sfortunato...seppur alla fine deve riportarlo dove lo ha trovato....perchè trova TUTTO CHIUSO!
RispondiElimina;)
Avevo già visto diverse volte questo pezzo. E a mio avviso l'impressione che se ne trae è che sia il parroco ad essere nel torto. E in fondo se il film si intitola i NUOVI mostri, è evidente che la nuova realtà è rappresentata dal prete sindacalista, piuttosto che dal cardinale. Certo, alcuni atteggiamenti di quest'ultimo sono un po' esagerati, ma credo che riguardando questo spezzone ad anni di distanza, venga da pensare che il regista abbia (volente o nolente) evidenziato in che pessimo stato si riducano le istituzioni cattoliche nella misura in cui si lasciano trascinare dalle ideologie moderne.
RispondiEliminaDavvero divertente! :) Consiglio anche la visione di questo breve video tratto dal film Don Camillo e i giovani d'oggi (1972, regia di Mario Camerini)
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/v/rzTDDFCDeqU" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140
Vorrei far notare la finezza dell'altare maggiore con la mensa asportata.
RispondiEliminaE' proprio l'immagine ricorrente di molti presbitèri mutilati delle nostre chiese, dove al posto dell'altare maggiore rimane la sua parte posteriore "monumentale" priva della mensa del sacrificio e della pietra sacra, ovviamente .
Più che divertente, doloroso. Povero don Camillo.
RispondiEliminaA me sa tanto di una riunione del coniglio pastorale...
RispondiEliminaahah...
RispondiEliminaancora il coniglio pastorale !
....che mette a tacere i suoi ribelli spiriti all'intonare del Tantum Ergo !
(magari si avverasse....pazienza, sarà questione di tempo ....)
:)
Per Cinefilo/Cinofilo & Caterina63...<span> </span>http://www.youtube.com/watch?v=Yg4tC2HwFB0 ;)
RispondiEliminac'è da notare anche la falsificazione - a scopo satirico, non perchè si debba attribuire all'opinione personale di D. Risi, della devozione del popolo che rende venerazione all'atteggiamento del card. benedicente, che, come a dirigere il coro, con i suoi cenni fa inginocchiare e alzare i fedeli, quasi fosse incarnazione del "Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola....": una grandeur a cui tutti paiono soggiacere, anche i sindacalisti.... ma è naturalmente un' esagerazione iperbolica, per sottolineare l'alone di vanagloria di certi personaggi della categoria, visti così dall'occhio popolare.
RispondiEliminaInfatti in realtà i fedeli canta(va)no il Tantum ergo per adorare il del Ss.mo Sacramento esposto, non certo il cardinale !
( anche se......con questi chiari di luna......)
<span>c'è da notare anche la falsificazione - a scopo satirico, non perchè si debba attribuire all'opinione personale di D. Risi, della devozione del popolo che rende venerazione all'atteggiamento del card. benedicente, che, come a dirigere il coro, con i suoi cenni fa inginocchiare e alzare i fedeli, quasi fosse incarnazione del "Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola....": una grandeur a cui tutti paiono soggiacere, anche i sindacalisti.... ma è naturalmente un' esagerazione iperbolica, per sottolineare l'alone di vanagloria di certi personaggi della categoria, visti così dall'occhio popolare.
RispondiEliminaInfatti in realtà i fedeli canta(va)no il Tantum ergo, inginocchiandosi, per adorare il del Ss.mo Sacramento esposto, non certo il cardinale !
( anche se......con questi chiari di luna......)</span>
L'amico Andrea su oriensforum ci ha portato i VERI MOSTRI, non è un film, ma la triste realtà di troppo potere incondizionato ai Consigli Pastorali ed anche alle donne, qualunque siano le ragioni, queste reazioni sono spropositate.... dovremo stare al nostro posto....aggressione verbale in Chiesa a mons. Mani:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=8W59cSfMi6Y&feature=related
il fatto è recentissimo....e ritengo anche grave!
Il Vescovo doveva evitare di ridurre LA CHIESA ad un mercato....
dove arriveremo?
Grazie!!! lo rivedo sempre volentieri! :-D
RispondiElimina<span>Montecchio. S.Urbano, il parroco boccia il coro
RispondiEliminaI trenta coristi non partecipano più alle liturgie in chiesa
Don Stefano Manni: «Ho chiesto di fare generi più popolari. I fedeli non cantavano e la messa si era trasformata in un bel concerto»
25/06/2010
I canti sono troppo complicati e il parroco di Sant'Urbano scioglie il coro. Sulla vicenda, una sorta di segreto di pulcinella che tutti nella frazione conoscono ma di cui nessuno sembra aver notizia, le bocche sono sempre state cucite fino a quando don Stefano Manni, parroco della parrocchia di Sant'Urbano e Santissima Trinità, è uscito allo scoperto con una lettera pubblicata sul settimanale diocesano "La Voce dei Berici", in cui esprime la sua «vicinanza a don Luca Trentin riguardo la sospensione del servizio liturgico della Schola cantorum nella parrocchia di San Paolo a Vicenza», affermando di essere anche lui «reduce dello scioglimento del coro di una delle due parrocchie e che molti coristi se ne sono andati sbattendo la porta».
Alla base dello scioglimento del coro ci sarebbe la scelta di brani troppo complicati e una scarsa disponibilità da parte dei trenta coristi ad adattarsi alle indicazioni liturgiche. Spiega don Stefano: «Sono situazioni che si vivono un po' in tutte le parrocchie ma il problema di Sant'Urbano era che ormai il coro veniva inteso dai fedeli come un coro-concerto. La gente a messa non partecipava, non cantava. Così la liturgia si trasformava in un teatro, dove l'assemblea assisteva passivamente, i canti della tradizione venivano persi».
«Prima di decidere di sciogliere il coro - continua il parroco - ho divulgato un avviso spiegando la necessità di ritornare a proporre canti più semplici e inerenti alle indicazioni della liturgia. I coristi, però, non erano intenzionati a modificare le loro abitudini e così, dopo uno scontro verbale, ho sciolto il coro formandone uno interparrocchiale. I pochi elementi dell'ex coro che sono rimasti si sono uniti a quello già esistente di Santissima Trinità, con cui ho collaborato per incentivare i fedeli a partecipare alle funzioni».
L'ex coro, sulla faccenda, fa solo sapere di aver sempre proposto canti suggeriti dall'istituto diocesano di musica sacra per coivolgere i fedeli. Ma preferisce mantenere il riserbo su quanto accaduto per rispetto alla Chiesa e per i numerosi e messaggi positivi che il Papa ha lanciato in favore della musica sacra, in particolare al gregoriano.</span>
Divertente? bè mica tanto! è la trasposizione della cruda realtà che ben fa compredere il dramma dell'apostasia....Dio PREFERISCE L'AMORE AL RISPETTO? e che cosa è il rispetto se non quel SACRO TIMOR DI DIO che è uno dei Doni dello Spirito Santo così tanto accantonato nelle catechesi moderne e assente nei catechismi della CEI?
RispondiEliminaC'è da fare davvero il Mea Culpa per queste colpe del presente....
I sardi non accetteranno mai di à essere governati da un vescovo non sarto...che si chiami Mani o Piedi fa lo stesso...
RispondiElimina<span>I sardi non accetteranno mai di essere governati da un vescovo non sardo...che si chiami Mani o Piedi fa lo stesso...</span>
RispondiEliminaNon mi risulta che Gesù Cristo fosse un sardo....ergo non si fanno governare neppure da Lui? ;)
RispondiEliminaIn quest'altro video c'è la spiegazione:
http://www.youtube.com/watch?v=oD7o2fqRK54&feature=related
il vescovo ha parlato e spiegato anche troppo!
ma si sa, da dopo il Concilio bisogna GIUSTIFICARE TUTTO!
e questi sono i risulltati....
Un ammutinamento scandaloso e vergognoso, manco fosse per difendere L'EUCARESTIA!
do you remember Mani, <span>Arcivescovo di Cagliari</span>?
RispondiEliminahttp://www.youtg.net/it/cagliari/sant-eulalia-ca-fedeli-contestano-arcivescovo-mani
Si si, episodio bellissimo!!
RispondiElimina<span>Don Camillo e i giovani d'oggi di Emanuele è semplicemente bello. Però mi ha fatto pensare a quante divisioni fra noi cristiani quando Cristo ci chiama all'unità. Mi chiedo se non dovremmo tutti fare qualche cosa perchè questa disarmonia fra cattolici (lo ripeto, come noi) dovrebbe avere obiettivi più Alti. Ogni volta che dico qualcosa in questo blog ho paura di essere criticato duramente e questo, vi chiedo di credermi, di ignoranza che non escludo affatto. Comunque capisco i problemi che ci sono fra ciò che ho detto e la realtà, ma è anche vero il paradosso che pacatamente ho espresso.</span>
RispondiElimina<span>Cari saluti a tutti e tutte, Mattax</span><span> </span>
Cristo vuole l'unità nella Verità NON nella menzogna e nel minestrone delle svariate eresie come si usa oggi !
RispondiEliminae finiamola con questa solfa buonista dell'essere uniti sempre e comunque per non voler vedere gli errori, e lasciar correre tutti gli abomini e non correggerli : questo è pacifintismo o IRENISMO, traditore della vera Pace che solo Cristo può dare !
Si ricordi, Mattax, che Cristo ha detto ben chiaramente:
"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma una spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Gesù separa - DISTINGUE e mette in luce - chi vuole seguire Lui da chi vuol seguire lo spirito del mondo, che è governato da satana; separa e svela i cuori di tutti con la SPADA che è la sua Parola di Verità della quale S. Paolo dice proprio così:
" La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque SPADA a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore."
Con quella spada che non può essere invalidata da inganni umani pacifinti, Cristo separa tutti per svelare i cuori e poi radunarli Lui solo intorno a sè nella Verità, <span>non nelle menzogne e nei compromessi col mondo,</span> dicendo a tutti:
"CHI NON E' CON ME E' CONTRO DI ME".
Ma bisogna essere con Lui in tutto e per tutto, non per finta, manipolando la sua Parola secondo le proprie ideologie egolatriche e mondane, spacciando un vangelo-fai-da-te e imponendolo in nome di una unità ipocrita, che vuole scavalcare e FALSIFICARE la sua Volontà!
Non è più tempo di confusioni sincretistiche: ci hanno ingannato per 45 anni con il miraggio dell'irenismo relativista, dove sotto il nome "unità cristiana" si è fatto entrare tutto e il suo contrario.
Bisogna vedere e DISTINGUERE ad occhi aperti chi sono i veri e chi i falsi seguaci e maestri di cristianesimo, i tanti falsi profeti di oggi, prima di parlare di unità in Cristo !
l'episodio della contestazione all' Arcivescovo Mani ricorda abbastanza quello del film di Risi, per la concitazione del "popolo di Dio" che vuole affermare il proprio potere decisionale (denominazione riferita a tutte le aree politiche "di base" , che entrò nel parlare comune di moda negli anni '70)
RispondiEliminaperò.....con differenze decisive che segnano la nuova epoca subentrata alla svolta epocale del Concilio !
dunque i fatti di oggi:
<span>Vociante sollevazione popolare </span>contro l'annuncio dell'Arcivescovo, che dice:
"Questa non è Chiesa. Questa è baracca", sono queste le parole dall'Arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani che hanno fatto esplodere la rabbia dei numerosi fedeli accorsi alla chiesa di Sant'Eulalia per protestare contro il trasferimento di Don Mario Cugusi, sacerdote della zone della Marina dal 1988.
( Youtg.net ha filmato tutta la contestazione all'Arcivescovo del capoluogo )
..........
Trasferitosi poco dopo l'animata protesta nei locali della sacrestia (?...)
continuano le contestazioni; una signora imbufalita proclama, senza nessun timore reverenziale:
"Lei non si può permettere di chiamarci baracca ! NOI SIAMO IL CONSIGLIO PASTORALE !
Lei non è Cristo!....Se ne vada da Cagliari!"
Un parrocchiano di buona volontà si pone come intermediario pronto a conciliare gli animi, favorendo la libera espressione nel rispetto di tutti, e propone a Mons. Mani:
"Andiamo nel locale cinematografico ed ascolti la voce dei fedeli !"
..............
Da ciò si evince che, rispetto all'anno '77 molta acqua è passata sotto i ponti:
grande fierezza dei laici e consapevolezza del loro ruolo decisivo di Consiglio pastorale, che può influire sulle decisioni dell'autorità del Vescovo, ovvero:
-Il "popolo di Dio", conscio delle posizioni raggiunte nella compagine ecclesiale (almeno a Cagliari....) non si fa più mettere sotto i piedi, nè si fa intimidire dall'autorità ecclesiastica, come nel film di Risi;
- la chiesa, una volta Tempio del Signore è ridotta a luogo di assemblea simil-politico-sociale DALL'ECCLESIASTICO stesso, non dai preti-sindacalisti come nel film di Risi: questo è a mio avviso la realtà più grave, che nel film non esisteva ancora (era solo l'inizio della decadenza....), e i tumulti cedevano di fronte alla <span>forza della preghiera al SS.mo, </span>ancora sentita da tutti e venerata da tutti....
- il prelato è costretto a venire a patti con la BASE, non può imporre le sue decisioni, per quanto abbia voluto illustrarle : qui ci saranno i pro e i contro ?
(Il popolo di Dio non vuol più essere zittito: ma in nome di quale Chiesa alzerà la sua voce ? questo è il grave problema di oggi ! ...)
Comunque, osservando l'evoluzione dei nuovi organismi ecclesiali, nel confronto tra il film con Gassmann e l'episodio di Cagliari, riguardo alla Chiesa post-conciliare, a quanto pare, si potrebbe dire:
......chi di assemblearismo ferisce, di esso stesso perisce !
:(
<span>l'episodio della contestazione all' Arcivescovo Mani ricorda abbastanza quello del film di Risi, per la concitazione del "popolo di Dio" che vuole affermare il proprio potere decisionale (denominazione riferita a tutte le aree politiche "di base" , che entrò nel parlare comune di moda negli anni '70)
RispondiEliminaperò.....con differenze decisive che segnano la nuova epoca subentrata alla svolta epocale del Concilio !
Ecco dunque i fatti di oggi:
<span>Vociante sollevazione popolare </span>contro l'annuncio dell'Arcivescovo, che dice:
"Questa non è Chiesa. Questa è baracca", sono queste le parole dall'Arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani che hanno fatto esplodere la rabbia dei numerosi fedeli accorsi alla chiesa di Sant'Eulalia per protestare contro il trasferimento di Don Mario Cugusi, sacerdote della zone della Marina dal 1988.
( Youtg.net ha filmato tutta la contestazione all'Arcivescovo del capoluogo )
..........
Trasferitosi poco dopo l'animata protesta nei locali della sacrestia (?...)
continuano le contestazioni; una signora imbufalita proclama, senza nessun timore reverenziale:
"Lei non si può permettere di chiamarci baracca ! NOI SIAMO IL CONSIGLIO PASTORALE !
Lei non è Cristo!....Se ne vada da Cagliari!"
Un parrocchiano di buona volontà si pone come intermediario pronto a conciliare gli animi, favorendo la libera espressione nel rispetto di tutti, e propone a Mons. Mani:
"Andiamo nel locale cinematografico ed ascolti la voce dei fedeli !"
..............
Da ciò si evince che, rispetto all'anno '77 molta acqua è passata sotto i ponti:
grande fierezza dei laici e consapevolezza del loro ruolo decisivo di Consiglio pastorale, che può influire sulle decisioni dell'autorità del Vescovo, ovvero:
-Il "popolo di Dio", conscio delle posizioni raggiunte nella compagine ecclesiale (almeno a Cagliari....) non si fa più mettere sotto i piedi, nè si fa intimidire dall'autorità ecclesiastica, come nel film di Risi;
- la chiesa, una volta Tempio del Signore è ridotta a luogo di assemblea simil-politico-sociale DALL'ECCLESIASTICO stesso, non dai preti-sindacalisti come nel film di Risi: questo è a mio avviso la realtà più grave, che nel film non esisteva ancora (era solo l'inizio della decadenza....), e i tumulti cedevano di fronte alla <span>forza della preghiera al SS.mo, </span>ancora sentita da tutti e venerata da tutti....
- il prelato è costretto a venire a patti con la BASE, non può imporre le sue decisioni, per quanto abbia voluto illustrarle : qui ci saranno i pro e i contro ?
(Il popolo di Dio non vuol più essere zittito: ma in nome di quale Chiesa alzerà la sua voce ? questo è il grave problema di oggi ! ...)
Comunque, osservando l'evoluzione dei nuovi organismi ecclesiali, nel confronto tra il film con Gassmann e l'episodio di Cagliari, a quanto pare, si potrebbe dire riguardo alla Chiesa post-conciliare, </span>
<span> ......chi di assemblearismo ferisce, di esso stesso perisce !
:( </span>
<span><span>l'episodio della contestazione all' Arcivescovo Mani ricorda abbastanza quello del film di Risi, per la concitazione del "popolo di Dio" che vuole affermare il proprio potere decisionale (denominazione riferita a tutte le aree politiche "di base" , che entrò nel parlare comune di moda negli anni '70)
RispondiEliminaperò.....con differenze decisive che segnano la nuova epoca subentrata alla svolta epocale del Concilio !
Ecco dunque i fatti di oggi:
<span>Vociante sollevazione popolare </span>contro l'annuncio dell'Arcivescovo, che dice:
"Questa non è Chiesa. Questa è baracca", sono queste le parole dall'Arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani che hanno fatto esplodere la rabbia dei numerosi fedeli accorsi alla chiesa di Sant'Eulalia per protestare contro il trasferimento di Don Mario Cugusi, sacerdote della zone della Marina dal 1988.
( Youtg.net ha filmato tutta la contestazione all'Arcivescovo del capoluogo )
..........
Trasferitasi poco dopo l'animata protesta nei locali della sacrestia (?...)
continuano le contestazioni; una signora imbufalita proclama, senza nessun timore reverenziale:
"Lei non si può permettere di chiamarci baracca ! NOI SIAMO IL CONSIGLIO PASTORALE !
Lei non è Cristo!....Se ne vada da Cagliari!"
Un parrocchiano di buona volontà si pone come intermediario pronto a conciliare gli animi, favorendo la libera espressione nel rispetto di tutti, e propone a Mons. Mani:
"Andiamo nei locali cinematografico ed ascolti la voce dei fedeli !" </span></span>
<span><span>(saggio consiglio che, se attuato prima, avrebbe prevenuto la profanazione della Chiesa)
..............
Da ciò si evince che, rispetto all'anno '77 molta acqua è passata sotto i ponti:
grande fierezza dei laici e consapevolezza del loro ruolo decisivo di Consiglio pastorale, che può influire sulle decisioni dell'autorità del Vescovo, ovvero:
-Il "popolo di Dio", conscio delle posizioni raggiunte nella compagine ecclesiale (almeno a Cagliari....) non si fa più mettere sotto i piedi, nè si fa intimidire dall'autorità ecclesiastica, come nel film di Risi;
- la chiesa, una volta Tempio del Signore è ridotta a luogo di assemblea simil-politico-sociale DALL'ECCLESIASTICO stesso, non dai preti-sindacalisti come nel film di Risi: questo è a mio avviso la realtà più grave, che nel film non esisteva ancora (era solo l'inizio della decadenza....), e i tumulti cedevano di fronte alla <span>forza della preghiera al SS.mo, </span>ancora sentita da tutti e venerata da tutti....
- il prelato è costretto a venire a patti con la BASE, non può imporre le sue decisioni, per quanto abbia voluto illustrarle : qui ci saranno i pro e i contro ?
(Il popolo di Dio non vuol più essere zittito: ma in nome di quale Chiesa alzerà la sua voce ? questo è il grave problema di oggi ! ...)
Comunque, osservando l'evoluzione dei nuovi organismi ecclesiali, nel confronto tra il film con Gassmann e l'episodio di Cagliari, a quanto pare, si potrebbe dire riguardo alla Chiesa post-conciliare, </span>
<span> ......chi di assemblearismo ferisce, di esso stesso perisce !
:( </span></span>
<span><span><span>l'episodio della contestazione all' Arcivescovo Mani ricorda abbastanza quello del film di Risi, per la concitazione del "popolo di Dio" che vuole affermare il proprio potere decisionale (denominazione riferita a tutte le aree politiche "di base" , che entrò nel parlare comune di moda negli anni '70)
RispondiEliminaperò.....con differenze decisive che segnano la nuova epoca subentrata alla svolta epocale del Concilio !
Ecco dunque i fatti di oggi:
<span>Vociante sollevazione popolare </span>contro l'annuncio dell'Arcivescovo, che dice:
"Questa non è Chiesa. Questa è baracca", sono queste le parole dall'Arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani che hanno fatto esplodere la rabbia dei numerosi fedeli accorsi alla chiesa di Sant'Eulalia per protestare contro il trasferimento di Don Mario Cugusi, sacerdote della zone della Marina dal 1988.
( Youtg.net ha filmato tutta la contestazione all'Arcivescovo del capoluogo )
..........
Trasferitasi poco dopo l'animata protesta nei locali della sacrestia (?...)
continuano le contestazioni; una signora imbufalita proclama, senza nessun timore reverenziale:
"Lei non si può permettere di chiamarci baracca ! NOI SIAMO IL CONSIGLIO PASTORALE !
Lei non è Cristo!....Se ne vada da Cagliari!"
Un parrocchiano di buona volontà si pone come intermediario pronto a conciliare gli animi, favorendo la libera espressione nel rispetto di tutti, e propone a Mons. Mani:
"Andiamo nei locali cinematografico ed ascolti la voce dei fedeli !" </span></span>
<span><span>(saggio consiglio che, se attuato prima, avrebbe prevenuto la profanazione della Chiesa)
..............
Da ciò si evince che, rispetto all'anno '77 molta acqua è passata sotto i ponti:
grande fierezza dei laici e consapevolezza del loro ruolo decisivo di Consiglio pastorale, che può influire sulle decisioni dell'autorità del Vescovo, ovvero:
-Il "popolo di Dio", conscio delle posizioni raggiunte nella compagine ecclesiale (almeno a Cagliari....) non si fa più mettere sotto i piedi, nè si fa intimidire dall'autorità ecclesiastica, come nel film di Risi;
- la chiesa, una volta Tempio del Signore è ridotta a luogo di assemblea simil-politico-sociale dal Prelato stesso, non dai preti-sindacalisti come nel film di Risi: questo è a mio avviso la realtà più grave, che nel film non esisteva ancora (era solo l'inizio della decadenza....), e i tumulti cedevano di fronte alla <span>forza della preghiera al SS.mo, </span>ancora sentita da tutti e venerata da tutti....
- il prelato è costretto a venire a patti con la BASE, non può imporre le sue decisioni, per quanto abbia voluto illustrarle : qui ci saranno i pro e i contro ?
(Il popolo di Dio non vuol più essere zittito: ma in nome di quale Chiesa alzerà la sua voce ? questo è il grave problema di oggi ! ...)
Comunque, osservando l'evoluzione dei nuovi organismi ecclesiali, nel confronto tra il film con Gassmann e l'episodio di Cagliari, a quanto pare, si potrebbe dire riguardo alla Chiesa post-conciliare, </span>
<span> ......chi di assemblearismo ferisce, di esso stesso perisce !</span></span></span>
<span><span><span>l'episodio della contestazione all' Arcivescovo Mani ricorda abbastanza quello del film di Risi, per la concitazione del "popolo di Dio" che vuole affermare il proprio potere decisionale (denominazione riferita a tutte le aree politiche "di base" , che entrò nel parlare comune di moda negli anni '70)
RispondiEliminaperò.....con differenze decisive che segnano la nuova epoca subentrata alla svolta epocale del Concilio !
Ecco dunque i fatti di oggi:
<span>Vociante sollevazione popolare </span>contro l'annuncio dell'Arcivescovo, che dice:
"Questa non è Chiesa. Questa è baracca", sono queste le parole dall'Arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani che hanno fatto esplodere la rabbia dei numerosi fedeli accorsi alla chiesa di Sant'Eulalia per protestare contro il trasferimento di Don Mario Cugusi, sacerdote della zone della Marina dal 1988.
( Youtg.net ha filmato tutta la contestazione all'Arcivescovo del capoluogo )
..........
Trasferitasi poco dopo l'animata protesta nei locali della sacrestia (?...)
continuano le contestazioni; una signora imbufalita proclama, senza alcun timore reverenziale:</span></span></span>
<span><span><span>"Lei non si può permettere di chiamarci baracca ! NOI SIAMO IL CONSIGLIO PASTORALE !
Lei non è Cristo!....Se ne vada da Cagliari!"
Un parrocchiano di buona volontà si pone come intermediario pronto a conciliare gli animi, favorendo la libera espressione nel rispetto di tutti, e propone a Mons. Mani:
"Andiamo nei locali cinematografico ed ascolti la voce dei fedeli !" </span></span>
<span><span>(saggio consiglio che, se attuato prima, avrebbe prevenuto la profanazione della Chiesa)
..............
Da ciò si evince che, rispetto all'anno '77 molta acqua è passata sotto i ponti:
grande fierezza dei laici e consapevolezza del loro ruolo decisivo di Consiglio pastorale, che può influire sulle decisioni dell'autorità del Vescovo, ovvero:
-Il "popolo di Dio", conscio delle posizioni raggiunte nella compagine ecclesiale (almeno a Cagliari....) non si fa più mettere sotto i piedi, nè si fa intimidire dall'autorità ecclesiastica, come nel film di Risi;
- la chiesa, una volta Tempio del Signore è ridotta a luogo di assemblea simil-politico-sociale dal Prelato stesso, non dai preti-sindacalisti come nel film di Risi: questo è a mio avviso la realtà più grave, che nel film non esisteva ancora (era solo l'inizio della decadenza....), e i tumulti cedevano di fronte alla <span>forza della preghiera al SS.mo, </span>ancora sentita da tutti e venerata da tutti....
- il prelato è costretto a venire a patti con la BASE, non può imporre le sue decisioni, per quanto abbia voluto illustrarle : qui ci saranno i pro e i contro ?
(Il popolo di Dio non vuol più essere zittito: ma in nome di quale Chiesa alzerà la sua voce ? questo è il grave problema di oggi ! ...)
Comunque, osservando l'evoluzione dei nuovi organismi ecclesiali, nel confronto tra il film con Gassmann e l'episodio di Cagliari, a quanto pare, si potrebbe dire riguardo alla Chiesa post-conciliare, </span>
<span> ......chi di assemblearismo ferisce, di esso stesso perisce !</span></span></span>
:(
Ci sono stati molti Vescovi non sardi che sono stati apprezzati e amati; l'attuale non rientra sicuramente tra questi.
RispondiEliminaCome volevasi dimostrare: il coniglio pastorale non viene ascoltato ovvero non serve.
RispondiEliminaSpezzone già segnalato tempo fa... sempre divertente. Ma si menano sempre i soliti commenti....
RispondiEliminaI sardi, se sono veri cattolici e quindi prima cattolici e poi sardi, considerano sardo qualunque Vescovo il Santo Padre decida di dargli come pastore, e ne avranno il rispetto dovuto.
RispondiEliminaHo visto il video dell'indegna gazzarra e mi vergogno come cattolico e come sardo.
Nulla può giustificare un simile osceno comportamento dei fedeli verso l'Arcivescovo, fosse anche il peggiore mai esistito sulla faccia della terra (e non credo sia il caso di S. E. Monsignor Mani).
A "Quale unità" rispondo semplicemente che io sono felicemente figlio Di Dio nei Cieli. Comunque tutto quello che ha scritto ne tengo conto.
RispondiEliminaCari saluti, Mattax
Ma Mani non é lo stesso che ha proibito il convegno di Mandas sul Motu Proprio, che ha osteggiato l'applicazione del Motu Proprio nella sua Diocesi, che ha trasformato il seminario in residence universitario, che (a quanto riportato in data odierna su un quotidiano) avrebbe coperto un caso di pedofilia.............
RispondiEliminaSe ci fate caso, l'episodio non dice nulla, è esattamente equilibrato: ognuno può dargli l'interpretazione a seconda del punto di vista.
RispondiEliminaVi chiedo di mettere anche il film "Don Camillo e i giovani d'oggi" in quest rassegna. Secondo me è il film integrista per eccellenza. Non a caso è considerato dalla critica un film cupo e incomprensibile rispetto agli altri della serie. Gli ignoranti e in malafede occultano il vero Guareschi, quello che non voleva affatto le larghe intese cattocomuniste che vorrebbero far passare con il duo Fernandel/Cervi. Ogni volta che lo rimandano in tv lo guardo, swcondo me ha proprio tutti gli elementi per comprendere il disastro postconciliare, la secolarizzaione della società, lo sbandamento anarcoide che ha pervaso l'Italia.
RispondiEliminabellissimo! Certo che fa una brutta figura don Paolo Arnoldi quando cerca di fare il democratico e la gente preferisce il cardinale pre concilaire
RispondiElimina"Infatti il porporato, solennissimo nell'alta statura e nel portamento, in talare rossa e chiroteche (perfino mentre viaggia!)"
RispondiEliminaNon sono chiroteche, sono guanti prelatizi. I prelati, i vescovi e i cardinali hanno diritto a portare guanti e calze del colore del loro abito prelatizio anche fuori dalle funzioni, sia indossando il loro abito proprio sia l'abito piano. Entrando in una chiesa devono ritirare i guanti, e li rimettono uscendone. Gli unici guanti permessi in chiesa sono le chiroteche della Messa solenne pontificale, che d'altronde si distinguono assai facilmente dai guanti prelatizi (ed infatti dal filmato si evince senza difficoltà che non si tratta di chiroteche).
Posta questa parentesi, sia io sia altre persone avevamo inteso questo filmato come una satira contro il nuovo clima ecclesiale che evacua la fede dalla dottrina e dalla spiritualità cattolica, per ridurla ad un inane umanitarismo vagamente colorato di religione. Forse il regista non prevedeva questo effetto.