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lunedì 5 luglio 2010

Gli effetti del motu proprio nelle diocesi del mondo.


Da Rorate caeli (e relativi commenti) prendiamo questo conteggio redatto da Peter Karl Perkins inerente l'estensione delle Messe tridentine per effetto del motu proprio. Sono computate a parte quelle della Fraternità San Pio X, per meglio enucleare l'avanzata tradizionale per il solo effetto del motu proprio (la FSSPX, ovviamente, non aveva bisogno di attendere la liberalizzazione, che pur ha nobilmente richiesto a vantaggio di tutta l'ecumene, per impiantare nuovi centri di Messa).

Il primo numero accanto al nome di ogni paese si riferisce al 2005, all'inizio di questo pontificato, ed indica le diocesi che a quella data avevano una Messa tridentina almeno ogni domenica e festa di precetto. Si tratta quindi delle messe concesse in applicazione dei vecchi indulti del 1984 e 1988, quando l'arbitrio episcopale era sovrano (oggi lo è ancora, ma non più di diritto, solo di fatto). La seconda cifra recensisce invece la situazione delle diocesi 'virtuose' al 2010 (eventualmente tra parentesi con la specificazione di dati intermedi).

Si ripete: i numeri che seguono indicano il numero di diocesi (con almeno una, a volte più, Messe ogni domenica e festa di precetto), non il numero totale di Messe, che è ovviamente superiore (sia perché in molte diocesi vi sono più Messe, sia perché non si considerano ai fini del computo le Messe con intervallo maggiore di quello settimanale o tenute solo in giorni feriali). Indichiamo quando possibile anche il totale delle Messe 'regolari' e quelle della FSSPX (sempre considerando solo quelle che si celebrano almeno ogni domenica e festa di precetto).

Italia: 15, (41 nel 2008), 52 diocesi (più che triplicate, ma pur sempre meno di un quarto del totale). Totale diocesi esistenti: 214.
Totale Messe: 81 + Totale Messe FSSPX: 15.

Francia: 65 (74 nel 2008), 78 diocesi. Totale diocesi esistenti: 93.
Totale Messe: 201 + Totale Messe FSSPX: 215

Germania: 10, 23 diocesi. Totale diocesi esistenti: 28.
Totale Messe: 54 + Totale Messe FSSPX: 64

Spagna: 3, 11 diocesi. Totale diocesi: 69
Totale Messe: 16 + Totale Messe FSSPX: 4

Polonia: 6, 12 diocesi. Totale diocesi: 40
Totale Messe: 16 + Totale Messe FSSPX: 12

Portogallo: 0, 1 diocesi. Totale diocesi: 20
Totale Messe: 2 + Totale Messe FSSPX: 2

Austria: 5, 7 diocesi. Totale diocesi: 9
Totale Messe: 13 + Totale Messe FSSPX: 11

Svizzera: 3, 4 diocesi. Totale diocesi: 6
Totale Messe: 29 + Totale Messe FSSPX: 40

Belgio: 5, 6 diocesi. Totale diocesi: 8
Totale Messe: 15 + Totale Messe FSSPX: 6

Olanda: 1, 3 (incremento ma con perdita di Rotterdam, l'unica del 2005). Totale diocesi: 7
Totale Messe: 5 + Totale Messe FSSPX: 2.

Lussemburgo: 0, 1. Totale diocesi: 1
Totale Messe: 1. Totale Messe FSSPX: 0

Liechtenstein: 0, 1. Totale diocesi: 1
Totale Messe: 1. Totale Messe FSSPX: 0

Inghilterra e Galles: 9, 19. Totale diocesi: 22
Totale Messe: 38 + Totale Messe FSSPX: 18.

Scozia: 2, 3 diocesi. Totale diocesi: 8.
Totale Messe: 3 + Totale Messe FSSPX: 3

Irlanda: 4, 6 diocesi. Totale diocesi: 26
Totale Messe: 6 + Totale Messe FSSPX: 6

Filippine: 5, 7. Totale diocesi 86.

Australia: 10, 11 diocesi.

Nuova Zelanda: 2, 5. Totale diocesi: 6

U.S.A.: 112, 149 (significativo il numero di Messe già concesso dai vescovi ai tempi dell'indulto, segno dell'assenza in molti presuli americani della chiusura ideologica che affligge la maggior parte dei loro colleghi nel resto del mondo). Totale diocesi: 195
Totale Messe: 358 + Totale Messe FSSPX: 116.

Canada: 11, 14 diocesi. Totale diocesi: 71.
Totale Messe: 28 + Totale Messe FSSPX: 18

Messico: 1, 5 diocesi. Totale diocesi: 94.
Totale Messe: 11 + Totale Messe FSSPX: 11

Brasile: 7, 21 diocesi (triplicazione non comparabile con alcun altro paese latinoamericano). Totale diocesi: 272

Argentina: 2, 2 (accanita ostruzione del card. Bergoglio e complici) diocesi. Totale diocesi: 72

Colombia: 1, 2 diocesi

Peru: 1, 2 diocesi

Sud Africa: 0, 1 diocesi

Gabon: 1, 2 (grazie all'I.C.R.S.S.) diocesi

Ungheria: 1, 3 diocesi. Totale diocesi: 12.
Totale Messe: 3. Totale Messe FSSPX: 0

Repubblica Ceca: 1, 4 diocesi (Olomouc aggiunta questa settimana). Totale diocesi: 8
Totale Messe: 7 + Totale Messe FSSPX: 1 (a Brno).

Slovacchia: 0, 1 diocesi. Totale diocesi 6.
Totale Messe: 1. Totale Messe FSSPX: 0

Lituania: 0, 1 diocesi. Totale diocesi: 8
Totale Messe: 1 + Totale Messe FSSPX: 2

Svezia: 0, 1 diocesi. Totale diocesi: 1
Totale Messe: 2. Totale Messe FSSPX: 0


Enrico

40 commenti:

  1. Al di là dei dati (incoraggianti!!) sull'estensione delle messe tridentine, ciò che mi colpisce ancora una volta  è il numero delle diocesi italiane rispetto al resto del mondo. Mi sembra assurdo che da noi vi siano più diocesi che negli Stati Uniti o quasi lo stesso numero del Brasile...

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  2. L'impressione è che ci siano più vescovi che sacerdoti, ovvero, a coordinare sono in molti e a lavorare....

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  3. A tre anni dal MP risultati fallimentari. Come era prevedibile. Se prima non si restaura la dottrina di cui la Santa Messa è l'unica espressione, non è possibile ottenere risultati concreti ottimali. Se si fa il passaggio inverso (come si è fatto) si ottengono soltanto biritualismo e confusione dottrinale (oltre all'opposizione dei soliti noti). Inoltre, sarebbe  interessante che chi con indiscussa obiettività e, immagino, capillare lavoro, facesse un sondaggio tra i fedeli, ma anche tra i clebranti in tutte le diocesi ove si applica il MP in merito alle motivazioni della partecipazione/celebrazione al rito. Formalismo o questione dottrinale? Da una analisi fatta da noi nel piccolo del territorio italiano tra coloro che partecipano alla messa "extra-ordinaria", il risultato della risposta è stato all'89%: "è più bella e più sacra ma vado anche all'altra, in fondo è la messa in italiano tradotta in latino". Si è palesato il mostro teologico di cui molti di noi parlavano al momento della promulgazione. 

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    <p><img></img></p>

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  6. sono d'accordo in linea di massima, ma non genreralizzerei sul 'mostro teologico', che può essersi determinato, ma in eccezione.
    Piuttosto, ci vorrebbe una maggiore cura alla promozione della formazione in base alla ecclesiologia sana; ma finché avremo certi vescovi e i seminari continueranno a sfornare sacerdoti modernisti (tranne rare eccezioni) o neocatecumenali, la Chiesa è molto ma molto malmessa

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  7. Diverse diocesi italiane furono accorpate nel 1986, in seguito alla revisione del Concordato. Prima il loro numero era ancora più alto. Il fatto è che l'Italia, a differenza della maggior parte delle nazioni europee, non era passata attraverso la razionalizzazione illuminista, uno dei cui effetti fu appunto la drastica riduzione delle diocesi per contenere le spese e consentire allo Stato un maggior controllo sulla Chiesa. Nel nostro Paese, la suddivisione delle circoscrizioni ecclesiastiche aveva mantenuto (e in parte ancora mantiene) un assetto medievale. La cosa ha i suoi pro e i suoi contro. La grande diocesi funziona forse meglio quanto ad organizzazione, ma consente un controllo minore al Vescovo, costretto ad esercitare il proprio potere tramite un meccanismo molto complesso di vescovi ausiliari, vicari generali ed altri intermediari, che non di rado costituiscono veri e propri centri di potere alternativi. La piccola diocesi presenta caratteristiche opposte: peggio organizzata quanto alle attività centralizzate (seminario, uffici, ecc.), ma meglio controllata dal Vescovo, che può occuparsi di persona di tutte le questioni rilevanti ed essere vicino, anche fisicamente, al suo popolo. Anche per quanto riguarda il rapporto tra diocesi e Santa Sede, ci sono vantaggi e svantaggi: una grande diocesi costituisce un centro di potere assai rilevante, della cui influenza non si può tenere conto; l'articolazione del territorio in tante piccole diocesi, d'altra parte, può rappresentare un ostacolo per l'esecuzione uniforme delle direttive romane.

    Indipendentemente da queste considerazioni, sembra che in Italia la suddivisione in piccole diocesi abbia, in un certo modo, agevolato la diffusione del rito tradizionale. Il nostro, infatti, è l'unico Paese nel quale, dopo l'uscita del motu proprio, le celebrazioni in forma tradizionale sono considerevolmente aumentate (da 15 a 52 e riceviamo continuamente la notizia di nuove celebrazioni regolari). La cosa non sorprende. Se un territorio di 10.000 chilometri vi sono tre diocesi, è probabile che almeno uno dei vescovi non sia contrario all'applicazione del motu proprio: in quell'area, quindi, facilmente si otterrà una messa. Ma se sullo stesso territorio c'è un unica diocesi, tutto dipende dalle opinioni di una sola persona. Certo, i fedeli possono far valere i loro diritti anche se il vescovo è contrario. L'esperienza, tuttavia, dimostra che non tutti sono in grado di farlo nel dovuto modo.

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  8. Alexander Von Trotta5 luglio 2010 alle ore 11:06

    La risposta del restante 11% quale era invece? "Vado solo a questa messa perché l'altra è un coacervo di eresie"?

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  9. Il numero delle diocesi è direttamente figlio dell'antichità della cristianizzazione di un territorio: nell'antichità ogni città aveva il suo vescovo, che controllava la città e il suo contado. Italia e francia meridionale furono le zone di più antica cristianizzazione nell'impero romano; molto minori di numero le diocesi man mano che si sale verso nord: furono territori cristianizzati tardi e di scarso sviluppo urbano in cui, al contrario, in epoca medievale prevalsero le grandi abbazie.

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  10. personalmente sarei per diocesi piccole (salvo eccezioni come ad esempio Milano...ma con altri pastori ovviamente ;) ) che si organizzano tra loro per molte cose, come ad esempio i seminari...ma anche qui servono pastori intelligenti e soprattutto cattolici nel pieno senso della parola...

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  11. il problema non è che non tutti sono in grado di farlo nel dovuto modo.
    Io ho esperienza di tentativi di fatti 'nel dovutissimo e anche garbato modo' percorrrendo tutta la gerarchia dal parroco a Vallini fino all'Ecclesia Dei... alla fine, se avessimo potuto contare solo su quei tentativi inesorabilmente bocciati saremmo come in quelle diocesi dove la messa Tradizionale purtroppo ancora non decolla... si dà il caso che a Roma ci sono molte Chiese e molti Altari e c'è gente (sacerdote più un'esiguo gruppo di fedeli che ora tende ad aumentare) che non si arrende alla prima difficoltà: ora abbiamo due messe in due Chiesa diverse (sabato e domenica). Ovviamente l'inconveniente è la dispersione... e le distanze, che in una città come Roma possono essere proibitive: è per questo che la Parrocchia Personale di S. Trinità dei Pellegrini è insufficiente!

    Ma certo ora come ora c'è solo da ringraziare il Signore!

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  12. In occasione del Concordato (1929)la Chiesa s'assunse l'impegno di far coincidere le Diocesi con le Province del Regno.Ovviamente non fece niente di niente......Abbiamo Comuni (ad esempio Guidonia Montecelio)divise tra tre Diocesi:Roma,Tivoli,Sabina-Poggio Mirteto.Anzi quattro,se ci aggiungiamo l'Ordinariato Castrense,competente per tutta la zona militare dell'Aeroporto!.Invece d'abolire il latino o di cambiare la Dottrina,avrebbero potuto QUANTOMENO razionalizzare il territorio!Ma la Chiesa e' come la Repubblica italiana:non si butta nulla!Si sfasciano le regole ma si mantengono le poltrone!

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  13. <span><span>Matteo Castagna </span></span><span><span>A tre anni dal MP risultati fallimentari. </span></span>
    <span><span></span></span>
    Giudizio abbastanza ingeneroso. L'alternativa è fare a cornate col muro per vedere chi è più duro... per carità, anche le cornate ai muri giovano alla causa, però è bene prenderne coscienza.

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  14. Paragonando, Paese per Paese, le diocesi che in qualche misura non si oppongono al MP rispetto al totale, si hanno dei dati interessanti, come può verificarsi dalla tabella che allego. In particolare, la maggiore percentuale di diocesi che lo applicano e quindi, per sintesi, di Vescovi obbedienti, è concentrata nei Paesi centro europei e negli USA (dal 60% all'80% circa di Vescovi obbedienti), mentre nei Paesi latini navighiamo su valori molto più bassi (l'ITA è al 24% di Vescovi obbedienti, mentre il Sud America, SPA e POR sono a livelli ancora di molto minori). Fa eccezione la FRA con circa l'83% di diocesi che applicano il MP, ma c'è da dire che la consideriamo latina solo quando fa comodo. In realtà, è anche un Paese centro europeo. Ritengo che ciò sia dovuto al maggiore senso di identità cattolica che si è imposto in quei Paesi a causa del confronto continuo con lo scisma protestante. Da noi, invece, la cronica e provinciale esterofilia da cui siamo affetti ci spinge ad imitare quelle che sono le mode che "crediamo" vengano da quegli stessi Paesi, senza renderci conto che loro, invece, guardano spesso a noi - soprattutto nel campo religioso. Anche loro, in effetti, sbagliano. Non siamo quello che loro credono, nè quello che noi speriamo. E' un problema culturale, che ci trova disarmati, grazie all'ignoranza che ci hanno imposto nell'ultimo mezzo secolo e che continuano ad alimentare con i media.

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  15. I dati mostrano una certa diffusione della messa tridentina, o meglio dell'opportunità di parteciparvi. Penso che chi la ama possa rallegrarsene. Chi invece vedeva nel Motu proprio del 2007 il grimaldello per un'impossibile e assurda restaurazione non può che esserne deluso.

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  16. Che strano! Sono andato a vedere, sul sito relativo, gli orari delle Sante Messe in tutte le Chiese della diocesi. Non sono riportate le Messe in Rito Tridentino di Cagliari e Gesico. Sarà probabilmente un caso perchè il vescovo ci tiene tanto!

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  17. Per MIC: per cortesia puo dirmi in quale Chiesa romana è prevista la celebrazione VO il sabato? Grazie
    RR

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  18. la messa del sabato è a San Nicola in carcere, Via del Teatro di Marcello - ore 17,30

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  19. Anche le province cambiano repentinamente...

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  20. Vorrei ringraziare Daniele per la precisione e la competenza dei suoi interventi, e tutto senza mai neppure un pizzico di polemica con alcuno. Veramente grazie di cuore. 

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  21. Per quanto riguarda Lituania, non penso, che ci siano messe tradizionali oltre a quelle della FSSPX. Ci sia una a Vilnius, ma adesso e sospesa, ci sono gruppi stabili formati a Vilnius e a Kaunas, ma finora non sono riusciti ad ottenere qualcosa. In Lituania c'e un vescovo aperto alla tradizione, ma nella sua piccola diocesi di Šiauliai non c'e interesse per la messa tradizionale, almeno non che io lo sappia.

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  22. Nomen omen. Così i busti nudi sono inclusi nel pacchetto. Piuttosto è preoccupante che non siano ancora stati integrati con qualche manzo.

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  23. che significa esattamente
                     IMPOSSIBILE  E  ASSURDA  RESTAURAZIONE  ? ?

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  24. e che significa esattamente
                                          GRIMALDELLO    ? ?

    :(

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  25. Redazione di Messainlatino.it5 luglio 2010 alle ore 17:41

    Grazie, integriamo il pregevole grafico nel testo

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  26. con i vescovi che sono in circolazione il fatto che le diocesi siano grandi o piccole non fa alcuna differenza.
    Una diocesi grande con un vescovo che controlla niente o tre più piccole con tre vescovi mediocri per me pari sono

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  27. In realtà è proprio il fatto che in Italia abbiamo molte diocesi piccole a far sì che quelle interessate alle messe tridentine siano percentualmente meno.

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  28. No, purtroppo, il 9% ha risposto "non so" e solo l'1% "perché è l'unica vera Messa Cattolica" 

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  29. I dati parlano da sè. E restano fallimentari.

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  30. Nel senso che sono aumentate da novantacinque a cento.Punto.Tra cento e duecenquattordici ne corre!Eppoi nessun Comune sta a mezzo tra due province.Mentre abbiamo Comuni(ROMA!!!)che sono divise tra vari Vescovi!

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  31. Ma sono 100 e non 214!Eppoi nessun Comune e' diviso tra due o piu' province!O sta tutto in una o tutto in altra.

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  32. Che gran tristezza dover far dipendere la bonta' d'un rito dal "metraggio" dell'audience!La Chiesa ridotta come le democrazie!E' la fine di tutto,veramente.

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  33. Anch'io ringrazio Daniele, che ho apprezzato molto anche nei suoi interventi su Rinascimento Sacro; ma ritengo che la mia puntualizzazione, suffragata dall'esperienza, fosse più che necessaria, per senso di realismo e obiettività. 
    Mi ha colpito che sia stata inserita in conclusione la responsabilità di "chi non saprebbe chiedere nel dovuto modo" un diritto che è sancito da parole precise del Papa, come se ci fossero gruppi che accampano pretese e non formulano con garbo legittime richieste (non mi risulta che ci siano gruppi che si pongano con atteggiamenti di non rispetto).
    Con tutto il rispetto per le considerazioni precedenti, mi pare che questo significhi far ricadere sui fedeli responsabilità che non hanno. Ricordiamo con quanto dolore stanno subendo in tanti e di come sia diffuso e coriaceo l'atteggiamento dei vescovi!

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  34. <span>Anch'io ringrazio Daniele, che ho sempre apprezzato molto anche nei suoi interventi su Rinascimento Sacro; ma ritengo che la mia puntualizzazione, suffragata dall'esperienza, fosse più che necessaria, per senso di realismo e obiettività.   
    Mi ha colpito che sia stata inserita in conclusione la responsabilità di "chi non saprebbe chiedere nel dovuto modo" un diritto che è sancito da parole precise del Papa, come se ci fossero gruppi che accampano pretese e non formulano con garbo legittime richieste (non mi risulta che ci siano gruppi che si pongano con atteggiamenti di non rispetto).  
    Con tutto il rispetto per le considerazioni precedenti, mi pare che questo significhi far ricadere sui fedeli responsabilità che non hanno. Ricordiamo con quanto dolore stanno subendo in tanti e di come sia diffuso e coriaceo l'atteggiamento dei vescovi!</span>
    Qui non c' è nemmeno un pizzico di polemica, ma realismo...

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  35. La chiesa discente apprende quello che la presunta chiesa docente gli insegna. e questi, ahinoi, sono i frutti. Questa è la vera tristezza, altro che l'audience!

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  36. Si rammenta che la messa di precetto è solo il giorno di precetto. La cosiddetta pre-festiva in sostituzione della messa domenicale è una delle tante idiozie post-conciliari. Resta inoltre il fatto che la partecipazione ad un rito "che si allontana incredibilmente dalla dottrina cattolica" (card. Ottaviani e Bacci) come il NOM non fa assolvere il prececetto festivo.

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  37. Nomen Omen.Nella precedente diocesi era nomato tetta-vipera.E' destino di tutti i nani essere un po' viperini.Per rivalsa.

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