L'altro giorno abbiamo riportato un brano della lettera al Papa agl'Irlandesi in cui Benedetto XVI ricollega il diffondersi di comportamenti pedofili nella Chiesa al lassismo post Vaticano II, causando le ire di un vecchio conciliolatra come Zizola (vedi qui). Da un lato si chiarisce sempre più che lo scandalo pedofilia è utilizzato strumentalmente dall'ala modernista della Chiesa, anzi perfino da essa fomentato e alimentato (basta vedere, ad es., con quanto gusto ci sguazzano dentro Küng, quelli di Golias o di Noi siamo Chiesa: leggete due illuminanti post di Fides et forma, uno sul gesuita che ha premeditatamente riesumato adesso vecchi casi degli anni '70, l'altro sulla grancassa che Noi siamo Chiesa suona con gusto per richiamare attenzione sullo scandalo, con la connivenza dell'inadeguato cardinale di Vienna).
Dall'altro lato, gli approfondimenti e gli studi sociologici ci mostrano che la diffusione della pedofilia è figlia bastarda del Concilio. Chiariamoci: quell'inclinazione criminale c'è sempre stata, e la si può ritrovare nei gruppi progressisti come in quelli tradizionali. Ma finché la Chiesa aveva una dottrina e una disciplina solide, essa aveva i mezzi interni per contrastarla efficacemente. E infatti, notate che la maggior parte dei comportamenti devianti oggetto di scandalo iniziano dagli anni '60 in avanti.
Dall'altro lato, gli approfondimenti e gli studi sociologici ci mostrano che la diffusione della pedofilia è figlia bastarda del Concilio. Chiariamoci: quell'inclinazione criminale c'è sempre stata, e la si può ritrovare nei gruppi progressisti come in quelli tradizionali. Ma finché la Chiesa aveva una dottrina e una disciplina solide, essa aveva i mezzi interni per contrastarla efficacemente. E infatti, notate che la maggior parte dei comportamenti devianti oggetto di scandalo iniziano dagli anni '60 in avanti.
Oggi dedicheremo la giornata, 'monograficamente', a questo tema, con alcuni tra i più significativi interventi sul tema. Che non fanno che sviluppare l'intuizione di Benedetto XVI il quale, come appunto abbiamo visto, ravvisa nella temperie postconciliare una delle cause del tristo fenomeno. Il primo approfondimento è di Massimo Introvigne, sociologo delle religioni.
***
È evidente che la “Lettera ai cattolici dell’Irlanda” di Benedetto XVI non è rivolta ai sociologi. Il Papa parla a una Chiesa ferita e disorientata dalle notizie relative ai preti pedofili. Denuncia con voce fortissima i “crimini abnormi”, “la vergogna e disonore”, la violazione della dignità delle vittime, il colpo inferto alla Chiesa “a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione”. A nome della Chiesa “esprime apertamente la vergogna e il rimorso”. Affronta il problema dal punto di vista del diritto canonico – ribadendo con forza che è stata la sua “mancata applicazione” da parte talora anche di vescovi, non le sue norme come una certa stampa laicista pretenderebbe, a causare la “vergogna” – e della vita spirituale dei sacerdoti, la cui trascuratezza è alle radici del problema e cui chiede di ritornare attraverso l’adorazione eucaristica, le missioni, la pratica frequente della confessione. Se questi rimedi saranno presi sul serio è possibile che la Provvidenza, che sa trarre il bene anche dal peggiore di mali, possa nell’Anno Sacerdotale avviare per i sacerdoti “una stagione di rinascita e di rinnovamento spirituale”, dimostrando “a tutti che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (cfr Rm 5, 20)”. Peraltro, “nessuno si immagini che questa penosa situazione si risolverà in breve tempo”.
Tuttavia il Papa – che pure non intende certamente rubare il mestiere ai sociologi – offre anche elementi d’interpretazione delle radici di un problema che, certo, “non è specifico né dell’Irlanda né della Chiesa”. Dopo avere evocato le glorie plurisecolari del cattolicesimo irlandese – una storia di santità che non può e non deve essere dimenticata –, Benedetto XVI fa cenno agli ultimi decenni e alle “gravi sfide alla fede scaturite dalla rapida trasformazione e secolarizzazione della società irlandese”. “Si è verificato – spiega il Papa – un rapidissimo cambiamento sociale, che spesso ha colpito con effetti avversi la tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici”. C’è stata una “rapida” scristianizzazione della società, e c’è stata contemporaneamente anche all’interno della Chiesa “la tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo”. “Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano Secondo fu a volte frainteso”. “Molto sovente le pratiche sacramentali e devozionali che sostengono la fede e la rendono capace di crescere, come ad esempio la frequente confessione, la preghiera quotidiana e i ritiri annuali” furono “disattese”. “È in questo contesto generale” di “indebolimento della fede” e di “perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti” “che dobbiamo cercare di comprendere lo sconcertante problema dell’abuso sessuale dei ragazzi”.
In questo quarto paragrafo della “Lettera ai cattolici dell’Irlanda” Benedetto XVI entra su un terreno che è anche quello del sociologo, e che naturalmente non è rigidamente separato dagli altri elementi d’interpretazione. Certo, le norme del diritto canonico furono violate. Certo, la vita di pietà di molti sacerdoti si affievolì. Ma perché, precisamente, questo avvenne? E quando? Riprendendo temi familiari del suo magistero, Benedetto XVI elenca fra le cause il “fraintendimento” del Concilio – altrove ha parlato di una “ermeneutica della discontinuità e della rottura” –, non i documenti del Vaticano II in se stessi. Ma anche questo “fraintendimento” fu possibile in un quadro generale da cui la Chiesa non poteva completamente tenersi fuori, e che oggi è al centro di un vasto dibattito.
Benedetto XVI entra così nel vasto dibattito che è al centro della sociologia delle religioni contemporanea, quello sulla “secolarizzazione”. Il dibattito è stato particolarmente caldo alla fine del secolo XX, ma – anche attraverso scambi fra studiosi non sempre cortesi – è arrivato a un risultato che oggi la maggior parte dei sociologi condivide. Se le dimensioni della religione sono tre – le “tre B”, in inglese “believing” (credere), “belonging” (appartenere) e “behaving” (comportarsi) – tutti concordano che non c’è, in Occidente – perché è dell’Occidente che si parla, mentre per l’Africa o per l’Asia i termini sono diversi – una significativa secolarizzazione delle credenze (believing). La grande maggioranza delle persone si dichiara ancora credente. Nonostante un’attiva propaganda, il numero degli atei non aumenta. È invece chiaro a tutti che c’è un’ampia secolarizzazione dei comportamenti (behaving). Dal divorzio all’aborto e all’omosessualità la società e le leggi tengono sempre meno conto dei precetti delle Chiese. Il dibattito rimane vivo sulla secolarizzazione delle appartenenze (belonging) e sulla diminuzione della pratica religiosa, perché sul modo di raccogliere le statistiche ci sono molte polemiche e fra Stati Uniti ed Europa, così come fra diversi Paesi europei, i numeri variano. Non c’è dubbio, però, che in alcuni Paesi il numero di praticanti cattolici e protestanti sia sceso in modo particolarmente drastico negli ultimi cinquant’anni e che fra questi ci siano le Isole Britanniche, anche se in Irlanda le cifre assolute, pure in discesa, rimangono più alte della media europea.
Attenuatesi le polemiche sulla nozione di secolarizzazione, il dibattito si è ampiamente spostato sulle cause e le date d’inizio del processo, con un fitto dialogo fra storici e sociologi. Oltre una decina di anni di discussioni ha convinto la maggioranza degli studiosi che non si è trattato di un processo graduale. C’è stata una drammatica accelerazione della secolarizzazione – dei comportamenti e delle appartenenze, non delle credenze – negli anni 1960. Quelli che gli inglesi e gli americani chiamano “the Sixties” (“gli anni Sessanta”) e noi, concentrandoci sull’anno emblematico, “il Sessantotto” appare sempre di più come il tempo di un profondo sconvolgimento dei costumi, con effetti cruciali e duraturi sulla religione. C’è stato del resto un Sessantotto nella società e anche un Sessantotto nella Chiesa: proprio il 1968 è l’anno del dissenso pubblico contro l’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, una contestazione che secondo un pregevole e influente studio del filosofo americano recentemente scomparso Ralph McInerny – Vaticano II - Che cosa è andato storto? – rappresenta un punto di non ritorno nella crisi del principio di autorità nella Chiesa Cattolica. Ci si può anche chiedere se sia venuto prima l’uovo o la gallina, cioè se sia stato il Sessantotto nella società a influenzare quello nella Chiesa, o se non sia anche avvenuto il contrario. All’inizio degli anni 1990 un teologo cattolico poteva per esempio scrivere che la “rivoluzione culturale” del 1968 “non fu un fenomeno d’urto abbattutosi dall’esterno contro la Chiesa bensì è stata preparata e innescata dai fermenti postconciliari del cattolicesimo”; lo stesso “processo di formazione del terrorismo italiano dei primi anni ’70”, il cui legame con il 1968 è a sua volta decisivo “rimane incomprensibile se si prescinde dalla crisi e dai fermenti interni al cattolicesimo postconciliare”. Il teologo in questione era il cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel suo libro Svolta dell’Europa?.
Ma – ancora – perché gli anni 1960? Sul tema, per rimanere nelle Isole Britanniche, Hugh McLeod ha pubblicato nel 2007 presso Oxford University Press, un importante volume – The Religious Crisis of the 1960s – che fa il punto sulle discussioni in corso. Due tesi si sono contrapposte: quella di Alan Gilbert secondo cui a determinare la rivoluzione degli anni 1960 è stato il boom economico, che ha diffuso il consumismo e ha allontanato le popolazioni dalle chiese, e quella di Callum Brown secondo cui il fattore decisivo è stata l’emancipazione delle donne dopo la diffusione dell’ideologia femminista, del divorzio, della pillola anticoncezionale e dell’aborto. McLeod pensa, a mio avviso giustamente, che un solo fattore non può spiegare una rivoluzione di questa portata. C’entrano il boom economico e il femminismo, ma anche aspetti più strettamente culturali sia all’esterno delle Chiese e comunità cristiane (l’incontro fra psicanalisi e marxismo) sia all’interno (le “nuove teologie”).
Senza entrare negli elementi più tecnici di questa discussione, Benedetto XVI nella sua “Lettera” si mostra consapevole del fatto che ci fu negli anni 1960 un’autentica rivoluzione, non meno importante della Riforma protestante o della Rivoluzione francese, che fu “rapidissima” e che assestò un colpo durissimo alla “tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici”. Con molto acume un pensatore cattolico brasiliano, Plinio Corrêa de Oliveira, parlò a suo tempo di una Quarta Rivoluzione – successiva appunto alla Riforma, alla Rivoluzione francese e a quella sovietica – più radicale delle precedenti perché capace di penetrare “in interiore homine” e di sconvolgere non solo il corpo sociale, ma il corpo umano.
Nella Chiesa Cattolica della portata di questa rivoluzione non ci fu subito sufficiente consapevolezza. Anzi, essa contagiò – ritiene oggi Benedetto XVI – “anche sacerdoti e religiosi”, determinò fraintendimenti nell’interpretazione del Concilio, causò “insufficiente formazione, umana, morale e spirituale nei seminari e nei noviziati”. In questo clima certamente non tutti i sacerdoti insufficientemente formati o contagiati dal clima successivo agli anni Sessanta, e nemmeno una loro percentuale significativa, divennero pedofili: sappiamo dalle statistiche che il numero reale dei preti pedofili è molto inferiore a quello proposto da certi media. E tuttavia questo numero non è uguale – come tutti vorremmo – a zero, e giustifica le severissime parole del Papa. Ma lo studio della “Quarta Rivoluzione” degli anni 1960, e del 1968, è cruciale per capire quanto è successo dopo, pedofilia compresa. E per trovare rimedi reali. Se questa rivoluzione, a differenza delle precedenti, è morale e spirituale e tocca l’interiorità dell’uomo, solo dalla restaurazione della moralità, della vita spirituale e di una verità integrale sulla persona umana potranno ultimamente venire i rimedi. Ma per questo i sociologi, come sempre, non bastano: occorrono i padri e i maestri, gli educatori e i santi. E abbiamo tutti molto bisogno del Papa: di questo Papa, che ancora una volta – per riprendere il titolo della sua ultima enciclica – dice la verità nella carità e pratica la carità nella verità.
Fonte: Cesnur
Tuttavia il Papa – che pure non intende certamente rubare il mestiere ai sociologi – offre anche elementi d’interpretazione delle radici di un problema che, certo, “non è specifico né dell’Irlanda né della Chiesa”. Dopo avere evocato le glorie plurisecolari del cattolicesimo irlandese – una storia di santità che non può e non deve essere dimenticata –, Benedetto XVI fa cenno agli ultimi decenni e alle “gravi sfide alla fede scaturite dalla rapida trasformazione e secolarizzazione della società irlandese”. “Si è verificato – spiega il Papa – un rapidissimo cambiamento sociale, che spesso ha colpito con effetti avversi la tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici”. C’è stata una “rapida” scristianizzazione della società, e c’è stata contemporaneamente anche all’interno della Chiesa “la tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo”. “Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano Secondo fu a volte frainteso”. “Molto sovente le pratiche sacramentali e devozionali che sostengono la fede e la rendono capace di crescere, come ad esempio la frequente confessione, la preghiera quotidiana e i ritiri annuali” furono “disattese”. “È in questo contesto generale” di “indebolimento della fede” e di “perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti” “che dobbiamo cercare di comprendere lo sconcertante problema dell’abuso sessuale dei ragazzi”.
In questo quarto paragrafo della “Lettera ai cattolici dell’Irlanda” Benedetto XVI entra su un terreno che è anche quello del sociologo, e che naturalmente non è rigidamente separato dagli altri elementi d’interpretazione. Certo, le norme del diritto canonico furono violate. Certo, la vita di pietà di molti sacerdoti si affievolì. Ma perché, precisamente, questo avvenne? E quando? Riprendendo temi familiari del suo magistero, Benedetto XVI elenca fra le cause il “fraintendimento” del Concilio – altrove ha parlato di una “ermeneutica della discontinuità e della rottura” –, non i documenti del Vaticano II in se stessi. Ma anche questo “fraintendimento” fu possibile in un quadro generale da cui la Chiesa non poteva completamente tenersi fuori, e che oggi è al centro di un vasto dibattito.
Benedetto XVI entra così nel vasto dibattito che è al centro della sociologia delle religioni contemporanea, quello sulla “secolarizzazione”. Il dibattito è stato particolarmente caldo alla fine del secolo XX, ma – anche attraverso scambi fra studiosi non sempre cortesi – è arrivato a un risultato che oggi la maggior parte dei sociologi condivide. Se le dimensioni della religione sono tre – le “tre B”, in inglese “believing” (credere), “belonging” (appartenere) e “behaving” (comportarsi) – tutti concordano che non c’è, in Occidente – perché è dell’Occidente che si parla, mentre per l’Africa o per l’Asia i termini sono diversi – una significativa secolarizzazione delle credenze (believing). La grande maggioranza delle persone si dichiara ancora credente. Nonostante un’attiva propaganda, il numero degli atei non aumenta. È invece chiaro a tutti che c’è un’ampia secolarizzazione dei comportamenti (behaving). Dal divorzio all’aborto e all’omosessualità la società e le leggi tengono sempre meno conto dei precetti delle Chiese. Il dibattito rimane vivo sulla secolarizzazione delle appartenenze (belonging) e sulla diminuzione della pratica religiosa, perché sul modo di raccogliere le statistiche ci sono molte polemiche e fra Stati Uniti ed Europa, così come fra diversi Paesi europei, i numeri variano. Non c’è dubbio, però, che in alcuni Paesi il numero di praticanti cattolici e protestanti sia sceso in modo particolarmente drastico negli ultimi cinquant’anni e che fra questi ci siano le Isole Britanniche, anche se in Irlanda le cifre assolute, pure in discesa, rimangono più alte della media europea.
Attenuatesi le polemiche sulla nozione di secolarizzazione, il dibattito si è ampiamente spostato sulle cause e le date d’inizio del processo, con un fitto dialogo fra storici e sociologi. Oltre una decina di anni di discussioni ha convinto la maggioranza degli studiosi che non si è trattato di un processo graduale. C’è stata una drammatica accelerazione della secolarizzazione – dei comportamenti e delle appartenenze, non delle credenze – negli anni 1960. Quelli che gli inglesi e gli americani chiamano “the Sixties” (“gli anni Sessanta”) e noi, concentrandoci sull’anno emblematico, “il Sessantotto” appare sempre di più come il tempo di un profondo sconvolgimento dei costumi, con effetti cruciali e duraturi sulla religione. C’è stato del resto un Sessantotto nella società e anche un Sessantotto nella Chiesa: proprio il 1968 è l’anno del dissenso pubblico contro l’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, una contestazione che secondo un pregevole e influente studio del filosofo americano recentemente scomparso Ralph McInerny – Vaticano II - Che cosa è andato storto? – rappresenta un punto di non ritorno nella crisi del principio di autorità nella Chiesa Cattolica. Ci si può anche chiedere se sia venuto prima l’uovo o la gallina, cioè se sia stato il Sessantotto nella società a influenzare quello nella Chiesa, o se non sia anche avvenuto il contrario. All’inizio degli anni 1990 un teologo cattolico poteva per esempio scrivere che la “rivoluzione culturale” del 1968 “non fu un fenomeno d’urto abbattutosi dall’esterno contro la Chiesa bensì è stata preparata e innescata dai fermenti postconciliari del cattolicesimo”; lo stesso “processo di formazione del terrorismo italiano dei primi anni ’70”, il cui legame con il 1968 è a sua volta decisivo “rimane incomprensibile se si prescinde dalla crisi e dai fermenti interni al cattolicesimo postconciliare”. Il teologo in questione era il cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel suo libro Svolta dell’Europa?.
Ma – ancora – perché gli anni 1960? Sul tema, per rimanere nelle Isole Britanniche, Hugh McLeod ha pubblicato nel 2007 presso Oxford University Press, un importante volume – The Religious Crisis of the 1960s – che fa il punto sulle discussioni in corso. Due tesi si sono contrapposte: quella di Alan Gilbert secondo cui a determinare la rivoluzione degli anni 1960 è stato il boom economico, che ha diffuso il consumismo e ha allontanato le popolazioni dalle chiese, e quella di Callum Brown secondo cui il fattore decisivo è stata l’emancipazione delle donne dopo la diffusione dell’ideologia femminista, del divorzio, della pillola anticoncezionale e dell’aborto. McLeod pensa, a mio avviso giustamente, che un solo fattore non può spiegare una rivoluzione di questa portata. C’entrano il boom economico e il femminismo, ma anche aspetti più strettamente culturali sia all’esterno delle Chiese e comunità cristiane (l’incontro fra psicanalisi e marxismo) sia all’interno (le “nuove teologie”).
Senza entrare negli elementi più tecnici di questa discussione, Benedetto XVI nella sua “Lettera” si mostra consapevole del fatto che ci fu negli anni 1960 un’autentica rivoluzione, non meno importante della Riforma protestante o della Rivoluzione francese, che fu “rapidissima” e che assestò un colpo durissimo alla “tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici”. Con molto acume un pensatore cattolico brasiliano, Plinio Corrêa de Oliveira, parlò a suo tempo di una Quarta Rivoluzione – successiva appunto alla Riforma, alla Rivoluzione francese e a quella sovietica – più radicale delle precedenti perché capace di penetrare “in interiore homine” e di sconvolgere non solo il corpo sociale, ma il corpo umano.
Nella Chiesa Cattolica della portata di questa rivoluzione non ci fu subito sufficiente consapevolezza. Anzi, essa contagiò – ritiene oggi Benedetto XVI – “anche sacerdoti e religiosi”, determinò fraintendimenti nell’interpretazione del Concilio, causò “insufficiente formazione, umana, morale e spirituale nei seminari e nei noviziati”. In questo clima certamente non tutti i sacerdoti insufficientemente formati o contagiati dal clima successivo agli anni Sessanta, e nemmeno una loro percentuale significativa, divennero pedofili: sappiamo dalle statistiche che il numero reale dei preti pedofili è molto inferiore a quello proposto da certi media. E tuttavia questo numero non è uguale – come tutti vorremmo – a zero, e giustifica le severissime parole del Papa. Ma lo studio della “Quarta Rivoluzione” degli anni 1960, e del 1968, è cruciale per capire quanto è successo dopo, pedofilia compresa. E per trovare rimedi reali. Se questa rivoluzione, a differenza delle precedenti, è morale e spirituale e tocca l’interiorità dell’uomo, solo dalla restaurazione della moralità, della vita spirituale e di una verità integrale sulla persona umana potranno ultimamente venire i rimedi. Ma per questo i sociologi, come sempre, non bastano: occorrono i padri e i maestri, gli educatori e i santi. E abbiamo tutti molto bisogno del Papa: di questo Papa, che ancora una volta – per riprendere il titolo della sua ultima enciclica – dice la verità nella carità e pratica la carità nella verità.
Fonte: Cesnur
...sarebbe ora (e già da lungo tempo) che i sacerdoti, lasciando da parte una buona volta le scienze umane materialiste-storiciste (Marx-Freud in primis), ritenute per decenni un metodo di studio necessario (forse pari o superiore alla Teologia, e "al passo coi tempi che cambiano"), e creduti quasi una panacea, superiore alla Dottrina di Cristo e alla Medicina della Grazia santificante, tornassero non solo a S. Tommaso, ma a leggere e meditare testi illuminanti e salutari come questa pagina:
RispondiElimina<span>Circa la castità dei sacerdoti</span><span></span>
<span>tratto da </span><span><span>Istruzione al popolo </span><span>di</span><span> Sant'Alfonso Maria de'Liguori</span></span><span></span>
http://christusveritas.altervista.org/sant_alfonso_castita_sacerdoti.htm
(se i Santi hanno ancora da insegnare qualcosa, comunicandoci la Sapienza eterna, dalla Chiesa Trionfante alla Chiesa Militante, non persone "passate", ma viventi in mezzo a noi, come i veri fratelli maggiori nella Fede e nella Grazia che santifica in eterno !)
<span>...sarebbe ora (e già da lungo tempo) che i sacerdoti, lasciando da parte una buona volta le scienze umane materialiste-storiciste (Marx-Freud in primis), ritenute per decenni un metodo di studio necessario (forse pari o superiore alla Teologia, e "al passo coi tempi che cambiano"), e creduti quasi una panacea, superiore alla Dottrina di Cristo e alla Medicina della Grazia santificante, tornassero non solo a S. Tommaso, ma a leggere e meditare testi illuminanti e salutari come questa pagina: </span>
RispondiElimina<span><span>Circa la castità dei sacerdoti</span><span></span>
<span>(tratto da </span><span><span></span><span><span>Istruzione al popolo</span> </span><span>di</span><span> Sant'Alfonso Maria de'Liguori</span></span><span></span> )
http://christusveritas.altervista.org/sant_alfonso_castita_sacerdoti.htm
(...se i Santi hanno ancora da insegnare qualcosa, comunicandoci la Sapienza eterna, dalla Chiesa Trionfante alla Chiesa Militante, essendo non persone "passate", ma viventi in mezzo a noi, come i veri fratelli maggiori nella Fede e nella Grazia che santifica in eterno !)</span>
Sarebbe interessante studiare quale ruolo possa aver avuto nella "quarta rivoluzione" la riforma liturgica. Mi piacerebbe conoscere il parere del prof. introvigne in proposito.
RispondiEliminams
"E abbiamo tutti molto bisogno del Papa: di questo Papa ..."
RispondiEliminaParole più vere non furono mai dette! ;)
<p><span>Dato che si continua a insistere su questo tema adducendo che </span><span>“approfondimenti e gli studi sociologici ci mostrano che la diffusione della pedofilia è figlia bastarda del Concilio”</span><span>, perché allora non si promuove una petizione popolare per annullare il famigerato Concilio in cui lo spirito Santo, secondo alcuni punti di vista faziosi, ha agito impropriamente? E in cui migliaia di padri, presi da una sorta di sbronza collettiva, hanno agito in maniera sconsiderata? Citare poi blog tipo </span><span>fides set forma</span><span> o sociologi del calibro di </span><span>Introvigne</span><span> come se fossero la parola del vangelo, per avvallare certe tesi, è a dir poco deleterio.</span>
RispondiElimina</p><p><span>“Ma finché la Chiesa aveva una dottrina e una disciplina solide, essa aveva i mezzi interni per contrastarla efficacemente”.</span><span> Certo, prima non si poteva neppure parlare, pena l’isolamento da parte di tutti altro che misericordia! Poi c’era la pressione e il ricatto: nessuno poteva lasciare… </span>
</p><p><span>Grazie a Dio dagli anni 60 in poi si può invece “parlare” anche di queste aberrazioni… Questo ha prodotto non l’allontanamento dai seminari e la diminuzione delle vocazioni ma ha prodotto la “pulizia” da elementi nocivi… </span>
</p><p><span>Ma se la realtà la si vuole vedere al contrario, se si preferisce fomentare a tutti i costi discordie e insinuazioni, <span> </span>beh che dire? fate pure, io mi astengo. Se questo è il modo di costruire la “vera” Chiesa sono ben lieto di restarne fuori. Preferisco far parte dell’Unica Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, Santa, Cattolica, Apostolica, trasparente, povera e piena di misericordia e di santità, non di una chiesuola fatta di acidità e di sentenze contro tutti.</span>
</p><p><span>Che il Signore crocifisso, morto e risorto abbia pietà di noi tutti!</span></p>
Le definirei ... PAROLE SANTE!!!!!!!!
RispondiEliminaMatteo Dellanoce
Beh! Più che parlare di aberrazioni si è passato, a quanto pare, ai dati di fatto!
RispondiEliminaIl Concilio non è in questione. E' in questione l'uso che si è fatto del Concilio. E questo scoccia molto ai vari modernisti o neomodernisti perchè li mette di fronte alla loro singole responsabilità dimostrando, ancora ineccepibilmente, che la Chiesa è Una e Santa e Cattolica mentre non casti e molto meretrix sembrano quei vescovi che della Chiesa ne hanno fatto uno strumento di potere dell'uomo sull'uomo!
Infine, Egregio Multilink, una persona umana è fatta anche di emozioni le quali generano sentimenti ed opinioni ma partendo sempre dai fatti. Mi sembra che sociologi come Introvigne partano sempre dai fatti cosa che gli spiritoconciliaristi MAI HANNO FATTO FACENDO STRAME DEL CONCILIO!
Il buonismo in salsa tettamanziana è il lato viscido della cattiveria e dell'odio per l'uomo che viene avanti da 40 anni a questa parte! Il buonismo è la foglia di fico della "vergogna del mondo", il comunismo ieri ed il radicalismo oggi! Ergo! Qui non si giudicano le persone ma i comportamenti delle persone perchè Dio ci ha donato Volontà ed intelligenza e Cristo ci ha riconsegnato la Verità come bussula! Stia pure nella sua Chiesa fatta di falsità , menzogne, ricatti,apparenze, comando, di superficie, di soldi, e lasci a chi ama la Verità questa Chiesa, oscura perchè profonda ma in continua ricerca della Luce che la illumina,gioiosa perchè fatta di uomini che riconoscono il peccato come unica via per amare Dio, Libera perchè incapace di sottomettersi al mondo ma di inginocchiarsi di fronte alla Verità e che è talmente acida da corrodere la ruggine che il tradimento postconciliare ha creato sulla sua stupenda e bimillenaria armatura!
Con simpatia e tante preghiere
Matteo Dellanoce
L'esame di Massimo Introvigne è azzeccata ed è uno dei commenti, sull'argomento, più importante perchè non scrive semplicemente per "difendere" il Papa dagli attacchi, bensì descrive una situazione entro la quale il Papa è davvero l'unico garante della condanna di tale fenomeno e la chiave per uscirne fuori....
RispondiEliminaInteressante infatti quando spiega che:
Tuttavia il Papa – che pure non intende certamente rubare il mestiere ai sociologi – offre anche elementi d’interpretazione delle radici di un problema che, certo, “non è specifico né dell’Irlanda né della Chiesa”.
Il ruolo del Papa che è quello di essere Vicario di Cristo offre al mondo non solo l'immagine ma anche l'unica vera scuola DI UMANESIMO attraverso il quale l'Uomo può davvero non solo imparare su se stesso, ma uscire fuori dalle crisi culturali di questo tempo che gli hanno fatto smarrire l'identità...
I "fraintendimenti nell’interpretazione del Concilio " hanno generato una serie di problemi fra i quali quello di una perdita di identità del chi siamo... ed era ovvio che nei soggetti più deboli sempre esistiti (la Chiesa è santa ma abitata da peccatori in formazione di perfezione), questo ha determinato un crollo non solo dei controlli ma soprattutto NELLA FORMAZIONE...
La Chiesa per esempio, ha sempre denunciato il turismo sessuale, piaga anch'essa iniziata negli anni 70-80 ma stranamente mai cavalcata dai Media se non periodicamente...Tuttavia sarebbe abnorme dissociare questi problemi dalla CRISI DELLA FAMIGLIA (divorzio),e DALL'ABORTO problemi attraverso i quali i soggetti più deboli della società sono stati letteralmente abbandonati a se stessi, ma che sempre dentro la società sono rimasti finendo per infliggere ad essa una formazione errata sulle responsabilità comunitarie e appunto, sociologiche...
A differenza di ogni altra Istituzione però, la Chiesa è colei che unicamente ha sempre condannato il tutto, tutto ciò che deforma l'uomo lo degrada e con esso degrada la società...
continua.....
Dagli Anni '60 la Chiesa non ha più avuto nemici solo esterni, ma anche INTERNI.... è come se due nemici SI FOSSERO ALLEATI tentando di dare la colpa ad una sociologia dell'Uomo secondo loro errata: leggasi il celibato dei sacerdoti, il sacerdozio femminile, l'emancipazione femminile gridata con un esasperante femminismo che ha finito per omosessualizzare gli Uomini più deboli....l'inutilità del Matrimonio "per sempre", il sesso LIBERO senza se e senza ma....non dimentichiamo il crollo dell'istruzione e l'ignoranza dilagante...non solo l'analfabetismo non è stato debellato, ma molti di coloro che sanno leggere e scrivere non sanno neppure le più elementari nozioni di storia e geografia... l'abbandono della lettura e il dilagare della tecnologia usata malamente per chat, mp3, film, e milioni di pagine web cariche di spiritualità stile New-Age.....
RispondiEliminaE potremo continuare....
La Chiesa non è stata immune da tutto questo!
Da un lato ha continuato a combattere, grazie a Dio, ogni deformazione, ma dall'altra parte persone di Chiesa sono riuscite ad occupare anche posti importanti continuando dall'interno a devastare quel poco che s'era salvato: LA DOTTRINA SOCIALE SULL'UOMO di cui la Chiesa è sempre stata MADRE E MAESTRA....
Come ebbi modo di dire, da dopo il Concilio, TUTTO nella Chiesa ha subito una devastazione a partire dalla Messa non più insegnata come SACRIFICIO redentore ma come BANCHETTO FESTANTE ORGIASTICO....non a caso a Vienna ci fu lo scandaloso dipinto dell'Ultima Cena in senso orgiastico nel Duomo....l'Uomo dipinge QUEL CHE VEDE...quello che vive e gli viene insegnato, da qui le CHIESE ORRENDE di ultima generazione private della cultura Cattolica ed identificate in un contesto dentro il quale non c'è alcuna identità e dove il concetto di UGUAGLIANZA, malamente interpretato, sta alla base di nuove dottrine distruttive della vera identità Cattolica....
Uno dirà: ma cosa c'entra con la pedofilia?
c'entra eccome! perchè non è il singolo caso che deve interessarci, ma il contesto sociale e culturale che lo ha fomentato, protetto, mal-gestito ed usato come un male di cui responsabile sarebbe la dottrina cattolica sul celibato....(sic!)
Infine, tutta la questione, ha dimostrato ancora una volta di come certo potere dato alle Conferenze Episcopali sia stato controproducente a tal punto che alla fine è sempre il Papa quello più esposto e che alla fine dei giochi ha dovuto metterci una pezza....senza il Vicario di Cristo, senza il Papa, questi Vescovi non avrebbero mai risolto la situazione... la descrizione della situazione fatta dal vescovo di Trieste dove parla di una situazione "grave", descrive ciò che dicendo da tempo venivamo denigrati: l'esistenza di pastorali parallele, di disobbedienza al Pontefice, di UNA CHIESA PARALLELA...
Qualcuno finalmente comincia ad aprire gli occhi?
Multinik dice:
RispondiEliminaCerto, prima non si poteva neppure parlare, pena l’isolamento da parte di tutti altro che misericordia! Poi c’era la pressione e il ricatto: nessuno poteva lasciare…
Vogliamo sfatare quest'altra leggenda nera?
sociologicamente parlando aveva ragione la Chiesa di allora che PROTEGGEVA L'INFANZIA e teneva lontano gli scandali non nel senso che pensi tu, ma nel senso che veniva REPRESSO IL PECCATO...il concetto di Misericordia era proprio di NON abbandonare il prete perchè sarebbe finito anche nella pena capitale...al contrario la Chiesa LO ISOLAVA, lontano dalla tentazione MA CERCANDO DI RECUPERARLO...Nessuna pressione e nessun ricatto, al contrario, la Chiesa NON lo lasciava libero di andarsene per evitare che facesse danni altrove e dove non sarebbe più stata in grado di controllarlo....solitamente essi venivano confinati nei monasteri e sotto controllo del proprio confessore.... Nessun altra Istituzione al mondo ha saputo invece tenere alta la guardia contro questa piaga sempre esistita...frutto del peccato e delle aberrazioni deformanti delle ideologie del mondo....
<span><span>far parte dell’</span></span><span><span>’Unica Chiesa...trasparente, povera e piena di misericordia e di santità,....</span></span>
RispondiElimina................
<span><span>WH----Unica Chiesa .........</span></span>
<span><span>WH----trasparente, </span></span>
<span><span>WH----povera e </span></span>
<span><span>WH----piena di misericordia</span></span>
<span><span>WH----e di santità....</span></span>
<span><span>,.......</span></span>
<span><span> </span></span><span><span></span></span>
?........?.........?
!.........!.........!
<span><span>far parte dell’</span></span><span><span>’Unica Chiesa...trasparente, povera e piena di misericordia e di santità,....</span></span>
RispondiElimina................
<span><span>WH----Unica Chiesa .........</span></span>
<span><span>WH----trasparente, </span></span>
<span><span>WH----povera e </span></span>
<span><span>WH----piena di misericordia</span></span>
<span><span>WH----e di santità....</span></span>
<span><span>,.......</span></span>
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esattamente come quando si mette in quarantena un
RispondiEliminamalato affetto da una infezione ad alto rischio di contagio,
dunque <span>per il bene di un'intera popolazione:</span> erano PRUDENZA E PREVIDENZA, entrambe al servizio della VERA CARITA', AMORE DEL PASTORE PER IL SINGOLO E PER L'INTERO GREGGE !
altro che "volemose bene che tutto va bene così, continui pure ad espandersi piaga, malattia e peccato ed infetti, come gli pare, tutto il CORPO ! !
"Certo, prima non si poteva neppure parlare, pena l’isolamento da parte di tutti altro che misericordia! Poi c’era la pressione e il ricatto: nessuno poteva lasciare… "
RispondiEliminaEcco, si sostituisca il verbo "lasciare" con "celebrare (il Rito di sempre)" e abbiamo la definizione di quanto avviene oggi. Oh, gran progresso nella
Chiesa "Santa, Cattolica, Apostolica, trasparente, povera e piena di misericordia e di santità"... insomma una bella ONLUS in cui tutti possono dire la loro relativa verità....
<span> vera scuola DI UMANESIMO </span>
RispondiElimina..............
Così era !
...mentre pare che dal Concilio in poi, l'uomo, per diventare più umano dovesse ridimensionare e dimenticare di essere cristiano, COME SE CRISTO POTESSE ESSERE UN LIMITE ALLA CRESCITA DELL'UOMO:
esattamente COME QUANDO IL SERPENTE disse ai progenitori:
"Date retta a me: sarete come dèi (perchè Dio è geloso di voi e vuole PORRE LIMITI ALLA VOSTRA LIBERTA' ED AUTODETERMINAZIONE!"
...la storia è sempre quella, che si ripete in ognuno, ed oggi in misura macroscopica coinvolge l'intera Chiesa, a partire dai PASTORI, che non si sono sentiti più i "datori del Sacro"..., ma i datori del "superumano amore", lasciando in ombra e in oblio l'Amore di Cristo che salva il mondo dal PECCATO E DALLA DANNAZIONE: ecco le 2 parole obsolete che nessuno vuole più sentire nè pronunciare !
Pare che nessuno creda più che nasciamo e viviamo sempre feriti dal PECCATO ORIGINALE e sempre inclini al MALE e sempre bisognosi di Grazia e Salvezza: ha prevalso il mito del buon selvaggio, l'uomo naturalmente buono, che se gli capita di fare qualcosa di male (spostando sempre più in alto la soglia di PERCEZIONE DEL MALE....)
dirà sostenuto dal "gran coro dei socio-psicologi giustificanti"
che E' COLPA DELLA SOCIETA' E sempre DEGLI ALTRI,
mai responsabilità SUA !
Caro Enrico, ti ringrazio per aver linkato i due miei articoli. Purtroppo la situazione è molto grave e credo che informare su questi aspetti sia fondamentale e vitale per tutti noi cristiani...
RispondiEliminaUn caro saluto a tutti! ;-)
P.s. : vi consiglio la visione del film "IL DUBBIO" http://www.megavideo.com/?d=JN1DUISQ
Quando al 72mo minuto si blocca megavideo spegnete e riaccendete il Router e (se non avete fastweb) ripartite dal 72mo minuto!
<span><span><span>La Chiesa italiana ha seguito le direttive della S.Sede per vigilare e prevenire la pedofilia nel clero. Cosi' Bagnasco. Nella sua relazione al Consiglio episcopale permanente, Bagnasco sottolinea che di fronte agli scandali sulla pedofilia, la Chiesa ha imparato da Benedetto XVI a non tacere o coprire la verita' ''anche quando e' dolorosa e odiosa''; ''questo pero' -continua Bagnasco- non significa subire, qualora ci fossero, strategie di discredito generalizzate''. Fonte Ansa.</span>
RispondiElimina</span></span>
<span><span><span><span>a non tacere o coprire la verità</span></span></span></span>
RispondiEliminaah , sì....davvero ?
bene: speriamo che questa nuova "franchezza" valga anche per tutti gli altri ambiti in cui si compiono soprusi e violenze morali sulle coscienze e le anime! speriamo che le gerarchie, tutte, abbiano deciso di ricordarsi di quelle parole di Gesù:
<span>"Non abbiate paura di quelli che ucicidono il corpo, ma non hanno il potere di ucciderel'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire l'anima e il corpo nella Geenna";</span>
ma soprattutto di queste:
<span>In questo sta il giudizio: la Luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre della luce, perché le loro azioni erano malvagie.</span>
<span>Chi fa il male odia la luce e non si avvicina alla luce, per timore che le sue azioni siano svelate. </span>
<span>Chi invece fa la verità si avvicina alla luce, perché sia manifesto che le sue opere sono fatte in Dio.</span>
-----------
ma chissà se la Chiesa gerarchica si è davvero decisa a FARE LUCE, <span>in tutte le situazioni di violenze e soprusi, </span>e DAPPERTUTTO, in ogni luogo e qualsiasi situazione di criminosa violenza ANCHE morale e spirituale, che da oltre 40 anni è coperta da silenzio connivente e/o indifferente!
chi lo sa.....!
<span>ah sì....davvero ?
RispondiEliminabene: speriamo che questa nuova "franchezza" valga anche per tutti gli altri ambiti in cui si compiono soprusi e violenze morali sulle coscienze e le anime! speriamo che le gerarchie, tutte, abbiano deciso di ricordarsi di quelle parole di Gesù:
<span>"Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di ucciderel'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire l'anima e il corpo nella Geenna";</span>
ma soprattutto di queste:
<span>In questo sta il giudizio: la Luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre della luce, perché le loro azioni erano malvagie.</span>
<span>Chi fa il male odia la luce e non si avvicina alla luce, per timore che le sue azioni siano svelate. </span>
<span>Chi invece fa la verità si avvicina alla luce, perché sia manifesto che le sue opere sono fatte in Dio.</span>
-----------
ma chissà se la Chiesa gerarchica si è davvero decisa a FARE LUCE, <span>in tutte le situazioni di violenze e soprusi, </span>e DAPPERTUTTO, in ogni luogo e in qualsiasi situazione di criminosa violenza ANCHE morale e spirituale, che si trascina da oltre 40 anni, coperta da silenzio connivente e/o indifferente!
chi lo sa.....!</span>
CARA <span><span>Caterina63 o sei troppo giovane o vivi ancora nel mondo di Barbie, come fai a fare certe affermazioni? ci ha vissuto dentro un seminario? sia prima che dop il concilio? perche se non hai avuto queste esperienze è inutile proseguire il discorso.</span></span>
RispondiElimina<span><span>ciao</span></span><span></span>
<span></span><span><span></span></span><span></span>
Per l'appunto ho visto il film sabato scorso... ottimo spunto di riflessioni sul tema....
RispondiEliminaOttimo modo di argomentare le posizioni assumere il proprio bagaglio esperienziale come strumento valutativo del mondo esterno.
RispondiEliminaSe il discorso è impostato così è veramente meglio lasciar perdere... e continuare a vivere nel mondo di Ken o Big Jim
ma è veramente pazzesco!
RispondiEliminaè come se io dicessi: "Il ginecologo non può consigliare e curare la donna in gravidanza, perchè lui è uomo e non sarà mai incinto !
ma questa gente quando si renderà conto che questo è S-RAGIONARE ?
...la tragedia è che -di solito- quando si sentono simili discorsi, al 99% si tratta di quelli che vengono proprio <span>indottrinati</span> (mediante programmi accurati e tecnicamente collaudati di "brain-washing") a rinunciare all'uso della ragione, del tutto, fin dalla prima cosiddetta "catechesi per adulti" !
<span>ma è veramente pazzesco!
RispondiEliminaè come se io dicessi: "Il ginecologo non può consigliare e curare la donna in gravidanza, perchè lui è uomo e non sarà mai incinto ! "
ma questa gente quando si renderà conto che questo è S-RAGIONARE ?
...la tragedia è che -di solito- quando si sentono simili discorsi, al 99% si tratta di quelli che vengono proprio <span>indottrinati</span> (mediante programmi accurati e tecnicamente collaudati di "brain-washing") a rinunciare all'uso della ragione, del tutto, fin dalla prima cosiddetta "catechesi per adulti" !</span>
o peggio:
RispondiEliminacome se il medico, che cura un cancro o una meningite fulminante DOVESSE PER FORZA contrarre quelle malattie PER POTERLE CAPIREe curare i pazienti !
o come se il giudice DOVESSE DIVENTARE UN ASSASSINO per capire che cos'è un crimine e poterlo GIUDICARE !
________________
allora, VERAMENTE questi ripetuti in cento forme, che osserviamo ogni giorno e ascoltiamo inorriditi, sono i segni, non so dire se più grotteschi o tragici, dell'uccisione spirituale e morale, (e per di più anche oblio), del LOGOS STESSO !
<span>o peggio:
RispondiEliminaè come se il medico, che cura un paziente malato dil cancro o di una meningite fulminante, DOVESSE PER FORZA contrarre quelle malattie PER POTERLE CAPIRE e curare i pazienti !
...o come se il giudice DOVESSE DIVENTARE UN ASSASSINO per capire che cos'è un crimine e poterlo GIUDICARE !
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allora, VERAMENTE questi, ripetuti in cento forme, che osserviamo ogni giorno e ascoltiamo inorriditi, sono i segni, non so dire se più grotteschi o tragici, dell'uccisione spirituale e morale, </span>
<span>(e per di più anche oblio), del LOGOS STESSO !</span>
<span>o peggio:
RispondiEliminacome se il medico, che cura un cancro o una meningite fulminante DOVESSE PER FORZA contrarre quelle malattie PER POTERLE CAPIREe curare i pazienti !
o come se il giudice DOVESSE DIVENTARE UN ASSASSINO per capire che cos'è un crimine e poterlo GIUDICARE !
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allora, VERAMENTE questi, ripetuti in cento forme, che osserviamo ogni giorno e ascoltiamo esterrefatti, sono i segni, non so dire se più grotteschi o tragici, dell'uccisione e oblio del LOGOS STESSO !</span>
<span><span>o peggio:
RispondiEliminacome se il medico, che cura un cancro o una meningite fulminante DOVESSE PER FORZA contrarre quelle malattie PER POTERLE CAPIREe curare i pazienti !
o come se il giudice DOVESSE DIVENTARE UN ASSASSINO per capire che cos'è un crimine e poterlo GIUDICARE !
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allora, VERAMENTE questi, ripetuti in cento forme, che osserviamo ogni giorno e ascoltiamo esterrefatti, sono i segni, non so dire se più grotteschi o tragici, dell'uccisione e oblio del LOGOS STESSO !</span></span>
<span><span><span>o peggio:
RispondiEliminacome se il medico, che cura un malato di cancro o di meningite fulminante, DOVESSE PER FORZA contrarre quelle malattie PER POTERLE CAPIRE e curare i pazienti !
o come se il giudice DOVESSE DIVENTARE UN ASSASSINO per capire che cos'è un crimine e poterlo GIUDICARE !
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allora, VERAMENTE questi, ripetuti in cento forme, che osserviamo ogni giorno e ascoltiamo esterrefatti, sono i segni, non so dire se più grotteschi o tragici, dell'uccisione e oblio del LOGOS STESSO !</span></span></span>
l'esperienza vuisuta cnta più di mille parole sentite o lette superficilamente. La pedofilia è un grave crimine ed è un reato grave. il pedofilo va denunciato! o vogliamo ancorA NASCNDERE LA TESTA SOTTO LA SABBIA? Vogliamo cercare a tutti i costi capri espiatori per adfdossare loro le colpe di questo marciume? Il prete o è santo o non è prete! non si vada a dire che la pedfilia è nata in questi ultimi 40 anni...
RispondiEliminaun tempo veniva occultata oggi grazie a Dio la si denuncia!
Multinik... se non sbaglio ti stai contraddicendo!
RispondiEliminaMatteo Dellanoce
E pensare che persino Pietro rinnegò Cristo. Chiaramente non fu un Apostolo. I preti dovrebbero esser santi, come tutti noi, eppure la fragilità umana, l'assedio del demonio e tutte le circostanze che il pontefice ha illustrato ne fan dei peccatori anche pericolosi, però restan indispensabili per l'azione santificatrice della Chiesa.
RispondiEliminaI crimini van puniti e prevenuti: ma non si affermi ia stupida equazione: prete-santità o niente.
non ho mai pensieri millenaristici. Tendenzialmente sono realisticamente ottimista, ma le meditazioni sull'Apocalisse in questo periodo qualcosa di preoccupante me lo instillano più nella mente che nel cuore!
RispondiEliminaMah! L'anticristo sta siedendo sui troni delle nazioni un po' dappertutto. L'uomo è ridiventato schiavo dell'uomo ( basterebbe pensare all'aborto ma mettiamoci dentro tutto) l'attacco al Papa e la separazione non solo tra cristiani ma anche all'interno della Chiesa, l'odio verso i Papi.
Tutto questo non può però nascondere qella luce dei pochi che li difendono ed i molti che li amano!
Resurrexit...
Matteo Dellanoce