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mercoledì 24 febbraio 2010

Mons. Dho: "Ministri o Sacerdoti?"

Il mensile paolino “Vita Pastorale” di Febbraio contiene un Dossier intitolato “Sacerdozio o Ministro Ordinato” in relazione all’Anno Sacerdotale. Mons. Sebastiano Dho, Vescovo di Alba, a cui è affidato l’Editoriale, sviluppa a riguardo alcune considerazioni. Esse non brillano per originalità e, tuttavia, possiedono un certo interesse, essendo referenziali di una certa mentalità difficile a tramontare. Entriamo subito in medias res.

L’intera riflessione è ispirata dalla seguente domanda: «Sacerdozio o ministero ordinato? Oppure sacerdozio e ministero ordinato? Oppure ancora: solo Sacerdozio?». In altre parole Mons. Dho vuole indagare se la realtà del “sacerdozio” sia esclusiva oppure comprensiva oppure antitetica rispetto alla realtà del “ministro ordinato”: la questione non è squisitamente terminologica, bensì di pertinenza teologica, sacramentale ed ecclesiologica.
L’Eccellentissimo afferma preliminarmente che «non si tratta di una questione di primaria importanza», tuttavia in seconda battuta precisa che essa «si pone all’interno del quadro più ampio dell’ecclesiologia che per noi ovviamente non può che essere (almeno lo speriamo!) quella del concilio Vaticano II»: ed ecco scoperte le carte! Poiché l’ultimo concilio ha trattato ampiamente questioni teologiche riguardanti la struttura stessa della Chiesa, non desterebbe alcuno stupore il fatto che un Vescovo, trattando di problematiche pertinenti, vi facesse riferimento; sennonché il riferimento appare qui tutt’altro che neutrale. L’ “ecclesiologia del concilio” è riaffermata in modo difensivo ed esclusivo. “Difensivo”, giacché si presuppone che qualcuno possa minacciarne l’assolutezza; “esclusivo”, poiché è dato per scontato che ogni altro approccio è di per sé insufficiente. Quest’ attitudine teologica, di fatto possibile e molto praticata, reca in sé, più o meno nascostamente, l’idea che la Chiesa abbia ricevuto una nuova struttura, dunque una nuova essenza, mediante l’operato del Vaticano II; oltre ad essere un’attitudine fortemente dannosa nell’ambito dell’ermeneutica della continuità tanto auspicata da Papa Benedetto XVI, è esplicitamente esclusa dal magistero della Chiesa. La Congregazione della Dottrina della fede, in data 29 giugno 2007 ha infatti precisato che « il Concilio Ecumenico Vaticano II né ha voluto cambiare né di fatto ha cambiato tale dottrina [la precedente dottrina sulla Chiesa], ma ha voluto solo svilupparla, approfondirla ed esporla più ampiamente» (Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa).
Il Vaticano II, continua Mons. Dho, ha «reimpostato con chiarezza e coraggio una successione diversa rispetto a un certo passato, a riguardo dell’appartenenza e compiti all’interno della Chiesa: prima ciò che unisce perché comune a tutti e poi lo specifico proprio delle diverse vocazioni […] Il termine sacerdozio ha per sé un significato generale o comune che va ben specificato: sacerdozio di Cristo […] sacerdozio di tutti i battezzati, compresi (cosa che spesso si dimentica) anche i ministri ordinati […] sacerdozio poi ministeriale che di fatto per motivi vari storici, contingenti nel linguaggio corrente e immaginario collettivo, ha quasi monopolizzato il significato comune fino a far dimenticare l’accezione genuina [corsivo nostro]e quel che è più grave il contenuto teologico ed ecclesiale».
L’Eccellentissimo parte molto bene ricordando che il Sacerdozio originariamente e radicalmente non risiede né nei laici né negli ordinati, bensì in Cristo Signore Sommo ed Eterno Sacerdote. Ciò che ci risulta più difficile comprendere è come possa egli dire che tale termine è stato “monopolizzato” per designare i ministri ordinati perdendo così la propria accezione “genuina” e il proprio contenuto teologico che risiederebbe nel significato comune a tutti i battezzati. Ma come? Non si era detto che l’accezione genuina del termine è quella che rimanda direttamente al Sacerdozio di Cristo? Perché ora si dice che la snaturalizzazione del termine si è consumata quando esso ha cominciato a designare i ministri ordinati a scapito del significato comune a tutti i battezzati? Non si potrebbe ugualmente dire che designare i battezzati con il termine “sacerdoti” è una snaturalizzazione del termine giacché esso è da attribuirsi originariamente a Cristo? Certamente Cristo ha partecipato il proprio sacerdozio attraverso quei Sacramenti che conferiscono il Carattere (Battesimo, Cresima, Ordine Sacro); tuttavia sia il battezzato sia l’ordinato partecipano di un Sacerdozio che è loro trasmesso ma che non ha in essi la propria causa od origine. Dunque, perché affannarsi a dire che i ministri ordinati monopolizzano un termine che in vero non è loro proprio a scapito dei laici? Si aggiunga che il Sacerdozio di Cristo ha il proprio significato e il proprio compimento nell’Oblazione della Croce; ora, se i ministri ordinati sono coloro che, agendo in persona Christi, rendono presente in maniera incruenta e sacramentale quell’unico Sacrificio offerto una volta per tutte, partecipando in tal modo al Sacerdozio di Cristo, si potrà ancora insistere nell’affermare che essi “monopolizzano” un titolo che non conviene loro? Non si dirà piuttosto che essi sono assimilati a Cristo Sacerdote in modo più eminente rispetto alla partecipazione battesimale e dunque, ad essi conviene in modo più eminente e più proprio il termine di Sacerdote? La domanda è ovviamente retorica, giacché la Chiesa, attraverso la propria Tradizione e il proprio Magistero, ha già dato risposta.
«Ma c’è di più» prosegue Dho «il sacerdozio ministeriale non ha altro scopo di essere a servizio del sacerdozio comune dei fedeli (compresi, lo ripetiamo, i ministri stessi) affinché possano, in effetti, partecipare ai sacramenti e offrire il vero culto spirituale […] Paradossalmente, ma non troppo, potremmo dire che se è vero che non possono e non debbono mancare i ministri ordinati perché i fedeli laici siano in grado di vivere la fede, è altrettanto vero che se per ipotesi venissero a mancare tutti i fedeli non avrebbe più senso il ministero ordinato! Dunque tutti partecipi dello stesso Sacerdozio di Cristo, ma strettamente e indissolubilmente uniti, “ordinati l’uno all’altro”, per cui il dono specifico (ministero ordinato) ha senso unicamente nel e per il dono comune (sacerdozio)».
Non v’è dubbio che i Sacerdoti debbano spendere la propria vita interamente a servizio delle anime, questo nessuno lo nega. Ma è totalmente vero che l’unico senso del “ministero ordinato” sia servire il “sacerdozio” comune dei battezzati (si badi che le parentesi sono originali)? Non è piuttosto vero che tutto ciò che esiste, esiste radicalmente per Dio? Una visione totalmente ministeriale, dunque funzionale, del Sacerdozio ordinato non ne impoverisce l’essenza fino a dissolverla nel paradosso immaginato dallo stesso Mons. Dho? La Liturgia, essendo riflesso della divina Economia, conosce due movimenti: uno da Dio verso l’uomo, la Santificazione; uno dall’uomo verso Dio, il Culto dell’Altissimo. Una considerazione del Sacerdozio ordinato che ne sottolinei unilateralmente la funzione ministeriale verso i battezzati, riesce a rendere sufficientemente conto delle esigenze del Culto? Gesù Cristo ha istituito il Sacerdozio cattolico esclusivamente a servizio degli uomini o anche per Sé? Non è forse vero che egli in precedenza ha chiamato a Sé i propri Apostoli e solo successivamente li ha inviati? Se venissero, per ipotesi, a mancare tutti i fedeli, i Sacerdoti continuerebbero ad offrire Culto a Dio (oltre che ad intercedere per se stessi…Dho sembra dimenticarsene, eppure ha affermato per ben due volte che i “ministri ordinati” sono primariamente battezzati!), continuerebbero a ricevere il gemito di tutta la Creazione e a presentarlo a Dio, continuerebbero, come gli Angeli del Cielo, a cantare senza fine: Sanctus, Sanctus, Sanctus!

27 commenti:

  1. l'ecclesiologia non può che essere quella del Vaticano II?

    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

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  2. Giri di parole che potrebbero nascondere l'idea semantica ed epistemologica che la parola ministero, che sembra la categoria teologica oggi più importante , sia in realtà la unica chiave interpretativa del mistero del sacerdozio. Avere una visione così arida e quasi orizzontale e sociale del sacerdozio fa rabbrividire. Hanno definito gli ordini minori come ministeri e sono arrivati a concederli ai laici, fino a quando papa Benedetto ha fatto dei chiarimenti  circa la teologia sacramentaria inerente ai diaconi permanenti. Siamo tutti un popolo sacerdotale come dice san Pietro, e da questa epsressione che Lumen Gentium ci insegna dell'importanza del sacerdozio comune ma calcare in maniera subdola il concetto di ministero per sminuire il sacerdsozio ordinato a mò di semplice ''diaconia'' è surreale.

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  3. Dho? Ma chi? Bastianin Dho, l'ex vicario generale di Mondovì sotto Giustetti, che si è meritato la mitria per i paciughi fatti in diocesi? Hahahahaha....

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  4. Grazie alla direzione del blog per le opportunissime chiarificazioni. Prudenza. Mai fidarsi dell'erba verde.

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  5. Qualora scomparissero dalla terra tutti i fedeli, resterebbero tutti gli altri uomini da convertire e a cui amministrare i sacramenti. Ridurre l'umanità ai soli cattolici è già di di per sé un'assurdità. Quindi il sacerdozio come "servizio" agli uomini e mezzo per la loro santificazione e salvezza resterebbe intatto nella sua  necessità.
    Ma facciamo anche una più estrema ipotesi: la scomparsa di tutti gli "altri" uomini. I sacerdoti sarebbero ancora necessari per offrire il Santo Sacrificio latreutico, eucaristico, propiziatorio, impetratorio a favore delle anime del Purgatorio. Mons. Dho non  fa cenno al "secondo regno, dove l'umano spirito si purga". Ma per lui esiste? E' lecito dubitare.
    Altra ed ancor più estrema ipotesi: i sacerdoti ancora viventi per divina rivelazione vengono a conoscenza che tutte le anime del Purgatorio sono già state accolte nel Paradiso: il Sacrificio in tutti i suoi fini sopra indicati sarebbe celebrato a favore degli stessi sacerdoti.
    Infine: rimane un solo sacerdote? Continuerà ad offrire il Sacrificio per sé e per lodare la SS.ma Trinità. Aspetto quest'ultimo non evidenziato dal vescovo e che è il fine ultimo della S. Messa con e senza fedeli.

    Insomma il sacerdozio è necessario sino alla fine dei secoli.

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  6. Sì, ma è purtroppo una diffusa realtà.

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  7. «Sacerdozio o ministero ordinato? Oppure sacerdozio e ministero ordinato? Oppure ancora: solo Sacerdozio?».

    ................. :'( :'( :'(
    confesso che trovo assai grave che per parlare del Sacerdozio, dopo 2000 anni di storia si stia qui  ancora a porsi queste domande...quasi a farci sospettare che chi è oggi sacerdote non conosca più, appunto, LA PROPRIA IDENTITA'....
    Capisco, si tratta di un articolo, un approfondimento, lecito in sè, ma sbagliato a mio parere nel come è stato affrontato....credo semmai che l'autore avrebbe dovuto chiarire questa identità con meno parole  per non aumentarne la confusione e L'AMBIGUITA'...

    Quando qualcuno mi chiede chi è il Sacerdote gli rispondo con san Paolo:
    1Corinzi 4 1 Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.

    ergo Ministro=Sacerdote: ministro per la vocazione, sacerdote(=amministratore) nell'applicazione di questa vocazione e di questo ministero! Infatti Sacerdoti lo siamo anche noi laici per il Battesimo ordunque la differenza di tale sacerdozio sta nel Ministero acquisito mediante una vocazione specifica e particolare che si attua con il Sacramento dell'Ordine Sacro...per il quale solo loro possono diventare "amministartori dei Misteri di Dio"!
    ariergo esso è necessario fino al ritorno di Cristo (come sopra ha evidenziato Dante) per questo Gesù ha promesso l'assistenza nonostante i periodi di siccità e carestia, perchè le porte degli inferi non prevarranno garantendoci comunque sia la loro presenza che è la presenza di Cristo stesso....
    Si sente nostalgia di parole brevi, concise, ma dirette e chiare....supplichiamo i Vescovi di essere più diretti magistralmente e meno opinionisti

    Il vostro parlare sia si, si- no, no...il di più non aiuta affatto!

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  8. <span>Beh in Francia, certi illuminati vescovi, come Mons. Rouet, pensano che la crisi delle vocazioni, la mancanza di sacerdoti, è l`occasione per inventare qualcos`altro...per innovare...da qui tante iniziative che vanno tutte nel senso della clericalizzazione dei laici e della laicizzazione dei chierici.
    I sacerdoti diventano dei funzionari dell`Eucaristia, al servizio, ma sopratutto agli ordini dei responsabili laici. 
    Fuori tema, ancorchè, lontano da Roma, nel silenzio di Roma, ecco il vescovo ausiliare di Strasburgo,Mons. Kratz, concelebrare con una donna Pastore protestante 
     
    http://www.perepiscopus.org/ext/http://www.perepiscopus.org/article-la-photo-du-jour-45114771.html
    </span>

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  9. ................ne..ministri....ne sacerdoti...............!!!! li chiamerei..mercanti....da noi in Istria...e tutta la diocesi Istriana....dal Battesimo...al funerale...e tutte la Messe per i defunti....e' stata decisa la tariffa.....abbiamo...i prezzi come al supermercato....solo che da loro non c'e' la concorenza!!!!! E tanti...sacerdoti celebrano la Messa per i defunti anche alla domenica!!!!!!Giudicate voi!!!!!Fanno schifo!!!! A loro interessa...Dio....denaro!!!!!

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  10. <span>"Bisogna tenere fermamente che questo "sacerdozio" (virgolette originali) comune di tutti i fedeli (...) non differisce solo per grado, ma per essenza" Pio XII Magnificate Dominum 2 nov. 1954, AAS 46 (1954), p. 669  
     
    Dire che si tratta di due differenze specifiche dello stesso genere è eresia condannata.  
     
    Le parole dell'eccellentissimo:  
     
    "prima ciò che unisce perché comune a tutti e poi lo specifico proprio delle diverse vocazioni […] Il termine sacerdozio ha per sé un significato generale o comune che va ben specificato: sacerdozio di Cristo […] sacerdozio di tutti i battezzati, compresi (cosa che spesso si dimentica) anche i ministri ordinati […] sacerdozio poi ministeriale che di fatto per motivi vari storici, contingenti nel linguaggio corrente e immaginario collettivo, ha quasi monopolizzato il significato comune fino a far dimenticare l’accezione genuina"  
     
    Si cammina sul baratro dell'eresia sperando di non cadervi, tuttavia l'eccellentissimo non ha torto quanto dice che certi errori sono almeno insinuati dai testi del Vaticano II, solo che invece di chiamarli errori, egli li chiama "successione diversa rispetto a un certo passato".   Cioè "doctrina nova". 
     
    Canonicus</span>

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  11. "Il mondo potrebbe vivere senza sole, ma non senza Messa"    

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  12. Tanto per dire la logica stringente:

    1. «se per ipotesi venissero a mancare tutti i fedeli non avrebbe più senso il ministero ordinato!»

    2. ma poco prima ha detto:

    «il sacerdozio ministeriale non ha altro scopo di essere a servizio del sacerdozio comune dei fedeli (compresi, lo ripetiamo, i ministri stessi) affinché possano, in effetti, partecipare ai sacramenti e offrire il vero culto spirituale»

    3. ERGO se ci fossero ministri ordinati ci sarebbero fedeli da servire: LO RIPETIAMO, LORO STESSI. Il ragionamento per assurdo si rivela un assurdo ragionamento.

    E che la logica non fosse proprio STRINGENTE l'avevo già dedotto dall'effetto che fa leggere certe cose :) !

    Un saluto,

    Claudio

    PS: per la redazione: sono in ritardo con la scansione dell'orribile pubblicità di FAM CR, ma arrivo.

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  13. In effetti l'insegnamento citato di Pio XII è stato letterlamente ripreso dalla Lumen Gentium. Purtroppo i vari "padri" conciliari che insegnano la dottrina del Concilio, dalla quale "non possiamo non partire", non hanno mai nè studiato nè letto i testi del Concilio (e neppure conoscono il magistero cattolico dei duemila anni precedenti, magistero che spesso riportano in maniera caricaturale come se si tratasse di burle o cose del genere : purtroppo conoscono molto bene, invece, gli autori protestanto dai quali plagiano i loro nefasti scritti, i quali sono poi anche la fonte della versione caricaturale della dottrina cattolica che, nella loro somma ignoranza, essi spacciano per buona). E' inoltre evidente che con tanti giri di parole e fumose confusioni questo prelato, dal cui giudizio ci asteniamo, segue la purtroppo nutrita schiera di coloro che vogliono sbiadire la verità dogmatica ed ecclesiologica del sacerdozio ordinato cattolico, per relegarla in un angolo in favore del cosiddetto "sacerdozio comune dei fedeli", nel quale il sacerdozio ordinato dovrebbe - per loro - risolversi ed infine essere superato. In relatà costoro altro non vogliono che protestantizzare la chiesa cattolica o decattolicizzare e reandere protestante la Chiesa. Così verrano "le magnifiche sorti e progrssive" dell'ecumenisno e dell'unità ecc. Dimenticano tuttavia costoro che l'unità  della chiesa può basarsi soltanto sulla Fede, non sul suo smarrimento... e delle loro vuote parole, alla fine, non rimarrà nulla

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  14. tanto più che si sa da "che parte" proviene!

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  15. Quando, più di 30 anni fa, affrontai la "Storia delle religioni", alla domanda se esiste il "sacerdozio" nelle altre religioni, la risposta fu: il sacerdozio esiste solo nelle religioni che hanno il "sacrificio". Diversamente no! Quindi... l'Islam non ha sacerdozio, il Buddismo non ha sacerdozio, il cattolicesimo sì! Questo chè la Messa è il Sacrificio di Cristo. E il Sacerdozio non è dato solo per il servizio della comunità. Tant'è vero che la Chiesa, ab immemorabili, consacra sacerdoti anche tra gli eremiti, che non devono "servire" alcuna comunità (nel senso di apostolato spicciolo e diretto). Il sacerdote è, prima di tutto, consacrat per offrire il Sacrificio a Dio!

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  16. Mi piace sempre citare questa poco conosciuta pagina di Papa Paolo VI

    Giacché ogni Messa, anche se privatamente celebrata da un sacerdote, non è tuttavia cosa privata, ma azione di Cristo e della Chiesa, la quale nel sacrificio che offre, ha imparato ad offrire sé medesima come sacrificio universale, applicando per la salute del mondo intero l'unica e infinita virtù redentrice del sacrificio della Croce. Poiché ogni Messa celebrata viene offerta non solo per la salvezza di alcuni, ma anche per la salvezza di tutto il mondo. Ne consegue che, se è sommamente conveniente che alla celebrazione della Messa partecipi attivamente gran numero di fedeli, tuttavia non è da riprovarsi, anzi da approvarsi, la Messa celebrata privatamente, secondo le prescrizioni e le tradizioni della santa Chiesa, da un Sacerdote col solo ministro inserviente; perché da tale Messa deriva grande abbondanza di particolari grazie, a vantaggio sia dello stesso sacerdote, sia del popolo fedele e di tutta la Chiesa, anzi di tutto il mondo, grazie che non si possono ottenere in uguale misura mediante la sola Comunione.
    MYSTERIUM FIDEI n.33

    Mi sembra il commento più appropriato ;)

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  17. Insegno teologia sacramentaria in un seminario in Italia, condivido le osservazioni della Redazione: spesso ho incontrato l'idea esposta da questo Vescovo, condivido che è una visione troppo antropocentrica, come è tante volte la presentazione della dottrina cattolica al Vaticano II. 
    Ciò di cui però più abbiamo bisogno oggi è "ermeneutica della continuità".

    <p>Dalla dolorosissima crisi di identità che ha afflitto molti presbiteri si esce tenendo presente, nella continuità discontinua del sacerdozio tra AT e NT, che il sacedote è anzitutto "homo Dei" (1 Tm 6, 11), l' uomo di Dio, "homo ex hominibus assumptus", ossia scelto fra gli uomini (Eb 5,1), per dare gloria a Dio nella configurazione a Cristo supremo glorificatore del Padre. Al tempo stesso, tuttavia, il sacerdote è "pro hominibus constituitur in iis quae sunt ad Deum" (Eb 5,1), ossia costituito per gli uomini nelle cose che riguarda Dio, rendento presente Cristo il Buon Pastore che offre la sua vita per le sue pecore e le salva (Gv 10,11). 
    </p><p>Il servizio per la gloria di Dio e il servizio per la salvezza dei fratelli sono due esigenze del medesimo culto sacerdotale. Erroneamente esse sono state contrapposte tra loro, quasi che la concezione tridentina fosse solo rituale e quella del Vaticano II fosse solo missionale al servizio degli uomini.
    </p><p>Occorre, invece, tenere insieme ed armonizzare le due istanze, perchè giustamente il Tridentino contro gli errori del protestantesimo poneva in evidenza quelle funzioni cultuali fondamentali ed insostituibili del sacerdozio che opera in persona Christi, ma ciò può fecondamente venir integrato con l'arricchimento del Vaticano II circa l'esigenza missionaria del sacerdozio vissuto da Cristo nel Vangelo per la quale i presbiteri ricevono la grazia della speciale consacrazione per essere "ministri di Cristo Gesù fra i popoli mediante il sacro ministero del Vangelo, affinchè l'oblazione dei popoli sia accetta, santificata nello Spirito Santo (PO 2).
    </p><p>Uomo separato perchè consacrato a Dio per la sua gloria, costituito però per la salvezza degli uomini nelle cose che riguardano Dio, davvero grandi sono l'identità e i compiti sacerdotali, in questa economia voluta da Dio per la quale la vita divina, ordinariamente, giunge agli uomini attraverso dei ministri specifici da Lui stabiliti. 
    </p><p><span>

    <span><span>


    </span></span>
    </span>
    </p>

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  18. D'accordo quanto si vuole, ma non si uscirà da quest'impasse, se non si riconosce che alcuni accenti del Vaticano II e del post-Vaticano II, esaltano eccessivamente il sacramento dell'ordine in funzione "missionaria", di  predicazione, di servizio dei fedeli e ridadiscono con troppo debole convinzione il ruolo di "sacrificatore", che il Concilio di Trento aveva proclamato. Tra essi Lumen Gentium 10. Non dico che neghi delle verità, ma non vi è sufficiente affermazione dell'aspetto sacrificale della Messa, tanto da permetter a Mons. Dho di dire quel che ha detto e da permettere a Bugnini di richiamarsi al Vaticano II per la sua riforma protestantizzante.

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  19. In poche parole Mons. Dho è il frutto maturo di un albero, che non è necessariamente solo il Concilio, egli non è un novatore che salta fuori dal nulla. Non si può gridare allo scandalo solo contro gli eccessi di questo o quel vescovo, che restano deprecabili, ma bisogna anche risalire alle cause, con una certa serenità d'analisi.

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  20. Maestro di Cappella affranto25 febbraio 2010 alle ore 15:32

    Questo Vescovo piemontese giungerà tra pochi mesi alla pensione.
    Scriverò al suo nominato successore suggerendogli di fare ingresso in Cattedrale ad Alba con un bel buldozzer per demolire, come primo atto di alto magistero episcopale, l'osceno 'adeguamento liturgico' perpetrato in nome dello Spirito del Concilio a spese del popolo di Dio.

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  21. La Chiesa mai ha sottovalutato la missionarietà del sacerdozio, che avrebbe significato ignorare il precetto di Cristo di andare ed ammaestrare tutte le genti, e pertano la sua stessa natura missionaria. Proprio in virtù del loro sacerdozio gli ordinati, anche con la collaborazione di laici probati, sono stati inviati in ogni regione della terra ad edificare il Corpo Mistico, come si esprime il Catechismo tridentino.

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  22. ......................ho visto le foto..del Duomo di Alba!!!! Roba da non credere!!!!!! Roba da matti!!!!!........non ho parole!!!!

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  23. Secondo me l'adeguamento della Cattedrale albese ci andava... non così drastico però, un'opera del genere la vedo bene in una chiesa moderna!!

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  24. Be' che dire... un grande Vescovo!!!

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  25. Decisamente un ottimo Vescovo! Ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona, è molto attento alle realtà sociali attuali, in linea con il Concilio.

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  26. I vescovi ottimi sono convinto scrivano cose diverse! E' ovvio che scrivendo su F.C. ci si deve adeguare alla linea del settimanale.
    PS: forse avrete notato che i fogli 'progressisti' sono apertissimi solo ad ulteriori avventure a sinistra/anarchia, mentre risultano chiusi, chiusissimi, a qualunque tentativo di rinsavimento! Che Dio benedica tutti noi battezzati.

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  27. <span>I vescovi ottimi sono convinto scrivano cose diverse! E' ovvio che scrivendo su F.C. ci si debba adeguare alla linea del settimanale... ovviamente in nome della pluralità, bla, bla blà
    PS: forse avrete notato che i fogli 'progressisti' sono apertissimi solo ad ulteriori avventure a sinistra/anarchia, mentre risultano chiusi, chiusissimi, a qualunque tentativo di rinsavimento! Che Dio benedica tutti noi battezzati.</span>

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