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AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

giovedì 14 gennaio 2010

Pontificale al trono dell'Arcivescovo Burke a Imperia-Artallo


Domenica 24 Gennaio ore 10.30

Festa Patronale nella Parrocchia di S. Sebastiano Martire

in Artallo (IM)

S. Messa Ponficale nella forma straordinaria

celebrata da S.E. Mons. Raymond Leo Burke


Proprio gregoriano

Ordinario: Missa brevis (G.P. da Palestrina)

Offertorio: Gregoriano - Exultate Deo (G. P. da Palestrina)

Communio: Gregoriano - O bone Jesu (Heinrich Schutz) - Jesu dulcis memoria (G. P. da Palestrina)

Finale: Tota pulchra (P. A. Musilli)

***

Ore 15.30 Vespri Pontificali

in forma straordinaria

Magnificat (Orlando Di Lasso)

Per chi viene da fuori e desidera pranzare è possibile prenotarsi entro lunedì 18 Gennaio chiamando il numero 346.3734081. Costo del pranzo 15 euro.

14 commenti:

  1. Nella Diocesi di Mons. Oliveri Mons. Burke si sentirà a casa.
    Gaudeamus!

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  2. Ma che bello: Gregoriano, Palestrina e Heinrich Schuetz! Un vero gioiello musicale da non perdere. Mi sembra però mio dovere disilludere i fedeli da cinquanta anni in giù (quelli che hanno conosciuto solo la nuova liturgia modernista): non crediate che prima, in tutte le parrocchie del mondo, si godesse indisturbati del gregoriano e della polifonia. Nella mia città le messe più gettonate erano quelle biascicate in quindici minuti in un borbottìo incomprensibile e senza omelia. Di gregoriano se ne sentiva poco, molti invece canti del tipo "Per i miseri implora perdono", oppure "T'adoriam ostia divina" che non erano molto meglio delle chitarre attuali. E che dire dei Vespri cantati dalle donne in falsetto, in un latino storpiato? Magnifica espressione di fede, ma dal punto di vista del 'decorum' ... Lasciamo poi da parte i quadretti del Sacro Cuore, le statue della Madonna di Lourdes con grotta ed acqua corrente etc.: non proprio un modello di sacra bellezza. Altro aspetto non molto decoroso: dato che, farisaicamente, per adempire al precetto, bastava entrare all'offertorio, non vi immaginate le torme di uomini che si precipitavano in chiesa dopo l'omelia. Quanto alla vexata quaestio del modo in cui comunicarsi, il problema non esisteva. Tranne che a Pasqua le comunioni si contavano sulla punta delle dita: quasi tutte donne anziane, e se c'era un qualche giovane (parlo per esperienza\personale) veniva considerato al massimo un originale.
    Vogliamo tornare ad allora?

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  3. Io non c'ero pero` le testimonianze ed i documenti mostrano l'esistenza di liturgie eccellenti accanto a quelle sciatte descritte da settantenne. Pero` non mi risulta di persecuzioni verso chi voleva cantare la Messa di sempre con  il gregoriano e/o la polifonia sacra. 

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  4. Per carità, penso che nessuno dovrebbe essere perseguitato se vuole, e si fa, il gregoriano e la polifonia sacra (ho però dei dubbi  che Orlando di Lasso, che mi piace moltissimo possa definirsi un compositore 'sacro'. Il Concilio di Trento fu di altra opinione per quanto riguarda la polifonia tardo quattrocentesca e primo cinquecentesca). Dico solo che questo godimento estetico e sacro difficilmente sarà estendibile a tutto il popolo cristiano. Certo che allora c'erano delle liturgie eccellenti: delle oasi in cui sono stato anch'io a cantare il gregoriano sotto la guida di un benedettino coi fiocchi. Una su cento!(del resto anche oggi non mancano esempi di liturgie decorose). Se poi c'è opposizione e conflitto, questo dipende anche dal fatto che da parte di alcuni non ci si limita alle raffinatezze molto elitarie della preghiera versus Orientem o versus qualcos'altro, ma del gregoriano si fa una bandiera per dire che da quaranta anni la Chiesa e la maggioranza dei suoi fedeli e pastori vivono nella più completa eresia. A questo punto Orlando di Lasso, Palestrina, Schutz, Tommaso da Vitoria e cpmpagnia c'entrano poco.

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  5. Non sono solo i canti gregoriani e le scholae cantorum a rendere santo e cattolico il rito della Santa Messa. Questi sono elementi accessori. Non credo che fossero così pochi i giovani e gli uomini che frequentavano la chiesa e che si comunicassero, anche se tradizionalmente sono sempre state in maggioranza le donne. La gente di Fede frequenta anche  le messe lette. Ovviamente si dà risalto ad una Messa V. O. celebrata da un Vescovo, perchè non è un evento ordinario nella Chiesa post Vaticano II. Ed è normale che gli organizzatori, preti e laici, si diano da fare per renderla solenne e curata sotto tutti gli aspetti possibili. Il paragone con la nuova liturgia non regge. Vetus Ordo è... ordine.....Novus Ordo è caos.

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  6. Lungi dal voler sventolare bandiere ideologiche. Il gregoriano piu` semplice si puo` e si deve recuperare a livello parrocchiale non per ragioni estetiche elitarie, ma come veicolo di spiritualita` per tutti i fedeli. Siamo molto lontani da questo, me ne rendo conto, ma alla fine il cristianesimo sopravvivera` dove e` contornato e rafforzato da espressioni sensoriali della fede, che non puo` essere un fatto solo intimistico o intellettuale. I canti piu` melismatici e la polifonia richiedono ovviamente risorse maggiori.

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  7. Mi rendo perfettamente conto che anche un tempo non ovunque la liturgia risplendesse per sovrano decoro, tuttavia la situazione descritta da Settantenne mi pare concedere un po' troppo alla pur sempre legittima critica.
    Se da un lato il "gregoriano purissimo" non sempre e non ovunque risuonava nelle volte dei templi cattolici è pur vero che il concetto attuale di "gregoriano" filologicamente corretto è, a mio modesto avviso, un abominio. Anche il gregoriano è stato passato al vaglio del metodo storico critico...si è voluto reinventare un Medioevo di sana pianta, trascurando le modalità in cui la Tradizione aveva consegnato a noi questo nobile canto; non per nulla il movimento di rinascita del gregosiano è sorto in Francia dove la Rivoluzione Francese aveva spazzato via il monachesimo. Tutte le più austere Abbazie di Francia, ove il gragoriano risuona in forma purissima, sono reinterpretazioni "romantiche" di un tempo che non è più...tutto quello che si vuole, sono affascinanti e in grado di trasmettere un grande senso del soprannaturale...ma non sono l'unicum! Se prima del Concilio fossimo entrati in un Abbazia benedettina italiana, puta caso Finalpia, certo non avremmo trovato lo stile francese attuale delle Abbazie tradizionali...avremmo trovato liturgie assolutamente barocche.
    La gente semplice, la gente del popolo difficilmente apprezza delle liturgie cantate esclusivamente in gregoriano o in polifonia classica. D'altra parte, non tutto ciò che esula da quel patrimonio è spazzatura. Si dice che il Settecento e l'Ottocento siano secoli frivoli o melensi e che non abbiano prodotto nulla di liturgicamente corretto: non sono affatto d'accordo. Vi garantisco che il popolo apprezza maggiormente la liturgia antica quando è arricchita da un patrimonio vario che, senza trascurare gregoriano e polifonia classica, non disdegna composizioni contemporanee di qualità. Butto alcune pietre nello stagno.
    Perosi...ora sollevato alla gloria degli altari, ora svilito fin all'eccesso. Certo non è Palestrina, ma qualitativamente è buono e riscuote in genere un alto livello di cosenso popolare in virtù della semplicità espressiva che adopera (banale?...non so, de gustibus).
    Le messe melodiche ceciliane (Oltrasi, Campodonico, etc..): non sono l'"Aeterna Christi munera", ma non possono neanche essere paragonate alle chitarre...Hanno senza dubbio schemi espressivi talvolta un pò buffi per la nostra sensibilità, ma  i nostri nonni sono cresciuti con queste cose.

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  8. Caro settantenne "modernista" (che ci sarà di moderno, poi, nell'amare il NOM e la "mitica" ecclesiologia sottostante davvero non lo so) ed amante del bello: almeno nei canti popolari e devoti che tu beffeggi non c'erano (e non ci sono, perché talvolta vengono ancora intonati) errori teologici o di altra natura ed esprimevano la fede semplice, quella che sarebbe augurabile avere. Il punto è che il gregoriano o la musica di Pierluigi da Palestrina possono arricchire la forma liturgica della messa di sempre e non di quella di Paolo VI: non mi dire che le carte dicono che lo potrebbero, tanto sai benissimo, come lo so io, che non è così nella realtà.
    Quanto ai topoi antitridentini che ci ammannisci, li conosciamo già e come in ogni cosa c'è del vero, ma c'è molto che (ovviamente) non dici perché non ti conviene: vogliamo anche dire che c'era tanta gente che partecipava anche nei giorni feriali al Divino Sacrificio (sì, a quello <span>"biascicato in quindici minuti in un borbottìo incomprensibile e senza omelia")</span>, magari prima del loro duro lavoro o prima dell'inizio delle lezioni, come ricorda mio suocero che frequentava una scuola cattolica. Che dici, ne avranno tratto beneficio o mancava l'actuosa partecipatio con le chitarre? Il mio bisnonno, alla fine dell'800 e all'inizio del '900 serviva messa tutte le mattine e si comunicava: non era uno strano personaggio, era un insegnante ed era stato ufficiale dell'esercito borbonico.

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  9. Davide dè Arbizuola15 gennaio 2010 alle ore 15:27

    Caro Settantenne,
    Sono contento che Lei approvi la bellezza di quanto si sta facendo oggi o si andrà a fare nei giorni prossimi. 
    <p>Nella Sua vita ha fatto molteplici esperienze tra cui quella della superficialità nell’adesione alla fede un tempo, quanto la Santa Messa fosse vissuta supinamente come un tempo in cui dire il Rosario, sostituendo la sola presenza nella chiesa alla partecipazione attivamente orante come condizione necessaria per “prendere la S. Messa”. Oltre naturalmente all'assenza di Pulchrum nei canti.
    <p><span>Ma </span>la Chiesa per fortuna va avanti rispetto ai tempi in cui la scarsa cultura del Popolo cristiano non permetteva una profonda preparazione catechetica, teologica e liturgica del Popolo di Dio, in cui la gente andava a S. Messa senza chiedersi e chiedere spiegazioni su ciò che faceva, in cui forse neppure ci si poneva il problema di essere in grado di “dare ragione della speranza” che è in noi (cfr 1Pt 3,15).
    <p><span></span>La grazia del Concilio Ecumenico Vaticano II ha portato nel soffio dello Spirito proprio tutto questo: il Popolo di Dio maggiormente consapevole di se stesso e della propria vocazione alla santità, ora, nell’annuncio della Parola e nella celebrazione dei sacramenti trova quel Sacrificio che, solo, può salvarlo ed accompagnarlo nel cammino verso il Regno di Dio, che si costituisce nella stanza segreta del cuore dell’uomo nel quotidiano del rapporto con Cristo.
    <p>Così anche l'aspetto del decoro liturgico. Credo che proprio per questo motivo abbiamo ricevuto in dono il documento Sacrosanctum Concilium: per vivere in profondità una partecupazione attiva nella Santa Messa, anche in Quella di sempre.
    <p>Se Lei frequentasse un pò sia le celebrazioni che i momenti di incontro degli ambienti "Tradizionalisti" capirebbe meglio che non cerchiamo le brutte forme o le formalità d'abitudine, ma desideriamo ed operiamo per un Pulchrum in cui vivere e celebrare nei modi e nelle forme (sia liturgiche che teologiche) che la Chiesa nel suo Magistero ci dona.
    <p>Sia Positivo! "Tutto è Grazia" diceva S. Teresa di Gesù Bambino e del Santo Volto, anche le cose malfatte di un tempo che oggi possiamo evitare.
    <p>Con stima.
    <p>Davide

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  10. Caro Rutilio Namaziano,

     Certo che chi frequentava le messe mattutine  feriali ne avrà tratto beneficio, se vi andava con le dovute disposizioni interiori. Dubbi ne ho per quelli che vi andavano la domenica per adempiere il precetto festivo perdendo il minor tempo possibile. Ma qui non si tratta della vita interiore dei singoli credenti, ma di un atto pubblico della Chiesa come comunità (lo dice il termine stesso di liturgia): e che la liturgia di una volta non fosse sempre e dovunque edificante e bella, mi sembra difficile da negare. A mio parere questi difetti dipendevano anche dalla struttura stessa del rito. Ma su questo potremmo discutere. Non con lei però, visto che delle persone che mi hanno risposto è l'unico ad aver usato toni decisamente scortesi (settantenne modernista ...ci ammanisci ... non dici perché non ti conviene ... Quanto all'uso del 'tu' non mi sembra che sia ispirato da sentimenti di fraternità cristiana). Evidentemente le piace la polemica fine a se stessa

    PS Una curiosità. Perché ha scelto come pseudonimo il nome di uno degli ultimi esponenti non solo pagani, ma apertamente anticristiani, della poesia latina?

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  11. Redazione di Messainlatino.it16 gennaio 2010 alle ore 00:37

    Ben detto.

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  12. Ho letto un libro sull'abate Salvi di Subiaco, vescovo dal 1911 al 1961 circa, morto nel 1964 l'ultimissimo anno della vecchia forma, vi sono molte citazioni dai suoi scritti dove lamenta che in nessuna chiesa c'èra un coro e che tutte le messe erano disertate dagli uomini, si descrive che nessuna chiesa era degna per suppellettili. Incuriosito ho chiesto ad una anziana prozia, classe 1919, e mi ha sorpreso la sua risposta alla domanda di cosa ne pensasse della messa in latino,che fedelmente riporto : << Figlio mio andare a la messa o non andarci per niente era la stessa cosa, non si capiva niente, quando è venuta in italiano sono stata contenta>>.

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  13. Quando era in latino era come non andarci, ora che è in italiano non ci si va proprio!!!

    Starane attitudini del Popolo Santo di Dio....

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  14. Sinceramente devo dire che per far capire la bellezza della antica liturgia , specialmente ai neofiti ed anche agli anziani che forzatamente sono stati costretti ad abbandonarla da 40 anni, penso sia più utile una messa letta e dialogata (la fructuosa partecipatio esisteva anche prima)con  canti e specialmente la De Angelis ,l'Ave verum . il Panis angelicus, il Salutaris Hostia, la Salve Regina ecc.  Dovrebbe essere la S. Messo tipo da celebrare nelle chiese che hanno un solo sacerdote a disposizione. Le Nesse in terzo, i Pontificali sono belli ma difficilmete seguibili e realizzabili. Nel silenzig è esaltante anche la messa bassa letta chiaramente e seguita con fede e partecipatio cordis.

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