Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

venerdì 23 ottobre 2009

Nostra intervista a Mons. Pozzo


Siamo particolarmente lieti di poter pubblicare una breve intervista che Mons. Guido Pozzo (nella foto), nuovo Segretario da pochi mesi della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ci ha, molto cortesemente, appena concesso. Abbiamo spontaneamente evitato di sottoporgli domande sugli incipienti colloqui dottrinali con la FSSPX, data la delicatezza e necessaria discrezione della questione, per la quale pensiamo 'che il tacere è bello'. Ma i temi trattati sono comunque di estremo interesse, poiché riguardano punti salienti dell'applicazione del motu proprio. Dalle risposte si evince in particolare che:

1 - L'Ecclesia Dei continua a svolgere il ruolo delineato dal motu proprio Summorum Pontificum, di supervisione e controllo nell'applicazione dello stesso. Quando uscì quest'estate il motu proprio Ecclesiae unitatem, vi fu qualche preoccupazione - la cui infondatezza viene ora ribadita - che la Commissione dovesse d'ora innanzi occuparsi solo di problemi dottrinali con la FSSPX e potesse tralasciare le competenze assegnate dagli artt. 7 e segg. del m.p. Summorum Pontificum.

2 - Viene, ancora una volta, fatta giustizia di una certa vulgata progressista che del motu proprio intende dare un'interpretazione restrittiva, come se la Messa antica fosse da limitare e riservare solo ai tradizionalisti o, peggio, a gruppi che dovevano essere già formati prima ancora dell'emanazione del motu proprio

3 - E' precisato che il termine triennale previsto dalla lettera accompagnatoria del motu proprio è solo un bilancio dell'applicazione, e che ogni eventuale aggiustamento in caso di gravi difficoltà farà comunque salvo lo scopo essenziale del motu proprio (ossia, evidentemente, la liberalizzazione del Messale tridentino).

4 - Infine, mons. Pozzo ci spiega come la Commissione lavora allorché in una diocesi si verificano problemi. A giudicare dalla rapidità di soluzione, ad es., della situazione in Alaska (v. qui), è evidente che si tratta di un metodo assai efficace.

E sotto questo profilo, a rischio di apparire adulatori (ma ormai ci conoscete e sapete bene, leggendo i nostri post, che quello non è uno dei nostri pur molti difetti), ci piace dare atto dell'impressione di solidità e concretezza operativa che ci ha dato mons. Pozzo. Impressione rafforzata da quanto ci ha riferito chi ha avuto modo di affrontare con lui problemi applicativi del motu proprio ("una persona che, se dice che farà una telefonata, la fa davvero!") e anche dalla circostanza di essere riuscito ad impostare in pochi mesi il difficile lavoro preparatorio per i colloqui dottrinali che inizieranno lunedì. Ma ecco l'intervista.

***

- Monsignore, una diffusa interpretazione restrittiva del motu proprio sostiene che il provvedimento papale sia rivolto principalmente, se non esclusivamente, a quei gruppi e istituti che erano già legati alla forma tradizionale, e non abbia invece alcuna funzione di promozione della forma straordinaria. A questo aveva già risposto il card. Castrillòn Hoyos, affermando a Londra, nel giugno 2008, che il Papa vorrebbe il ‘rito gregoriano’ addirittura in tutte le parrocchie. Quale la Sua opinione?
Il Motu Proprio è rivolto a tutti i fedeli cattolici che desiderano la forma straordinaria della Liturgia Romana e non soltanto a coloro che, prima della sua promulgazione, fossero legati all’antica forma del rito romano. Se certamente esso vuol venire incontro a questi ultimi e sanare antiche ferite, scopo del documento è anche quello di consentire la diffusione della forma straordinaria, a beneficio di chi ancora non la conoscesse (poiché troppo giovane per averla praticata), o ritrovasse con gioia la Messa della sua gioventù. La sempre maggior diffusione di questo tesoro liturgico, patrimonio della Chiesa, può portare molti benefici spirituali e vocazionali, anche attraverso il mutuo arricchimento tra le due forme del rito romano.

- La lettera del Papa di accompagnamento al motu proprio fa riferimento ad un termine triennale, allorché saranno raccolte le relazioni dei Vescovi per valutare la situazione. Questo può voler dire, come taluni sostengono, che la liberalizzazione del Messale antico disposto dal motu proprio è da intendersi ad experimentum, o che comunque al termine di quella valutazione vi potrebbero essere restrizioni per la forma straordinaria, come per esempio il ritorno ad un regime analogo a quello degli indulti del 1984 o 1988?
La scadenza triennale si riferisce semplicemente ad un bilancio dei primi tre anni di applicazione. Se si verificheranno difficoltà serie, si troveranno rimedi adeguati, sempre tenendo presente lo scopo essenziale del Motu Proprio.

- Da molte parti sono segnalati ostacoli frapposti all’applicazione del motu proprio. Anche noi ci siamo passati... Che cosa deve fare un congruo gruppo di laici che si trovi in tali situazioni di difficoltà nell’ottenere una Messa settimanale in forma straordinaria? E quale può essere l’intervento della Commissione Ecclesia Dei?
La risposta è già scritta nel Motu Proprio: rivolgersi al Parroco ed eventualmente cercare un sacerdote disponibile. Ove questo si rivelasse impossibile, occorre rivolgersi al proprio vescovo, il quale è chiamato a cercare un’idonea soluzione. Se nemmeno in questo modo si ottenesse soddisfazione alla richiesta, si scrive alla Commissione Ecclesia Dei, che, peraltro, si relaziona con i vescovi, che sono naturalmente i nostri interlocutori: a loro si chiede una valutazione della situazione, per verificare quali siano le effettive difficoltà e come trovarvi rimedio.

- Grazie Monsignore. In effetti già il solo fatto di chiedere una relazione da parte della Sua Commissione può sbloccare molti casi ‘difficili’, anche per la difficoltà di giustificare per iscritto un diniego in assenza di valide ragioni ostative. Come abbiamo visto essere avvenuto in tempi rapidissimi, grazie al Suo intervento, ad Anchorage, in Alaska. Cambiando discorso, ha visto i risultati del sondaggio Doxa commissionato da Paix Liturgique e da noi?
Sì, mi era stato consegnato in anteprima alcuni giorni fa. Sono dati davvero notevoli ed incoraggianti, specie quell’assoluta maggioranza dei cattolici osservanti che, almeno secondo il sondaggio, ritiene del tutto normale la coesistenza nelle parrocchie delle due forme della Messa. Mi consta che una copia del sondaggio sia pervenuta anche al Santo Padre.

- Grazie ancora Monsignore e buon lavoro.

75 commenti:

  1. Sono contentissimo che una copia del sondaggio sia pervenuta anche al Romano Pontefice. Lunga vita a Benedetto XVI !

    RispondiElimina
  2. Nella terza domanda viene di nuovo alla luce il "congruo numero" di fedeli che fa richiesta di celebrazione more antiquo. SI POTREBBE FINALMENTE SAPERE CHE COSA SI INTENDE PER CONGRUO NUMERO E COME SI DEVE QUANTIFICARE? Su questo infatti sorgono i contenziosi più incresciosi con le autorità diocesane. Sarebbe bene che la Commissione Ecclesia Dei si pronunciasse chiaramente. Peter

    RispondiElimina
  3. Ma la Commissione egregia è o non è al corrente che i fedeli vengono anche impediti di aprire bocca alle prime due sillabe di richiesta, e cacciati in malo modo
    (anche col "non vedo, non sento, non parlo", nella migliore delle ipotesi, alla maniera di Azzeccagarbugli....) ?
    E' consapevole o no che "quantificare" e definire un "congruo numero", dal momento che in tante diocesi vige - fin dal luglio 2007 - una feroce consegna (militare, sì!,...) del silenzio, è quantomeno GROTTESCO ??
    O vogliamo continuare a edulcorare la situazione dicendo che "ci sono piccoli dissensi e intoppi qua e là, ma per lo più poche richieste..." ?
    (sempre ammesso che sia stato permesso a qualcuno di articolare più di quelle due sillabe iniziali di domanda)?!?

    RispondiElimina
  4. "La scadenza triennale si riferisce semplicemente ad un bilancio dei primi tre anni di applicazione. Se si verificheranno difficoltà serie, si troveranno rimedi adeguati, sempre tenendo presente lo scopo essenziale del Motu Proprio".

    Questo è il grande punto. Cosa accadrà dopo questo bilancio, che dovrebbe aver luogo l'anno prossimo? Le parole di mons. Pozzo fanno sperare, anche se sono vaghe. Partirà una "fase B" che spiani la strada a una maggiore applicazione del motu proprio? Io me lo auguro. Avevo espresso tempo fa l'ipotesi che il papa in questi tre anni abbia voluto capire, vedere, constatare di persona, in un'atmosfera di libero dibattito, qual è l'atteggiamento verso la tradizione nel mondo cattolico, quanti sono contro e quanti a favore. I papi non agiscono in questo modo? Chissà. Ci sono stati papi del passato che hanno nominato commissioni anche con componenti laici per dibattere su determinati problemi che intendevano affrontare (vedi ad esempio Paolo VI con l'Humanae Vitae). Certo poi di tali dibattiti il pontefice fa l'uso che crede, non ne è minimamente vincolato. Può darsi che Benedetto XVI abbia voluto vedere come rispondeva l'intero corpus ecclesiale. E' un'ipotesi. Spero che il motu proprio non sia un punto di arrivo, se no per la tradizione si metterebbe veramente male.

    RispondiElimina
  5. Ho fortunosamente visto un bellissimo video di una celebrazione della messa da parte degli anglo-cattolici. Era una bellissima messa in terzo con bellissimi paramenti tradizionali e lo stupore è stato che la messa è la traduzione pedissequa del messale di S.PioV°. Non appena la costituzione apostolica sarà in vigore, rispolverando un pò d'inglese, non avremo più bisogno della Summorum Pontificum e dei pretio e vescovi progressiti per ascoltare la VERA MESSA. Un bel trasferimento in massa dei tradizionalisti, con annesse offerte, forse poterbbe giovare a smuovere questo clero conciliare.Peter

    RispondiElimina
  6. La prossima volta chiedetegli perché il Papa non celebra secondo il rito straordinario. Sono passati due anni e non è mai successo!

    RispondiElimina
  7. Non c'è bisogno, per i fedeli, di prelature. Queste dovrebbero servir a garantire determinate realtà sacerdotali dal satrapismo dei vescovi.
    Di chiese vuote e chiuse ce ne sono per tutti. Ed anche molto belle.
    Se gli anglo-cattolici celebreranno in inglese si rivolgeranno solo ai loro fedeli. Se celebreranno col rito di Pio V in latino svolgeranno un'opera valida per tutti.
    Ma questo vale per tutti gl'istituti di stampo tradizionale: gli diano le chiese e le parrocchie, come accade in America, ed i fedeli della Tradizione troveranno casa un po' dappertutto.
    Però ricordiamoci che il problema non è solo la capacità di celebrar in rito antico: alle spalle c'è bisogno d'una preparazione teologica e morale ortodossamente cattolica.

    RispondiElimina
  8. Se il Papa è riuscito davvero a ricevere copia del sondaggio...si potrà fargli pervenire anche qualcos'altro come appunto quella "Lettera aperta" che la Redazione ha segnalato da tempo e posta in elenco....
    ^__^

    Comunque molto consolanti le risposte di mons. Pozzi e corretto il fatto che data la situazione non si poteva certamente approfittare dell'incontro per fare domande che sarebbero potute suonare come polemiche o contestazioni varie, legate soprattutto alla questione della FSSPX...

    ;-)

    RispondiElimina
  9. Come Caterina trovo consolanti le risposte di Mons. Pozzo e, con tutto l'ostruzionismo che c'è (io ancora non riesco ad avere una risposta dalla mia diocesi), confesso che sono ottimista :)

    RispondiElimina
  10. Anonimo ha detto...
    La prossima volta chiedetegli perché il Papa non celebra secondo il rito straordinario. Sono passati due anni e non è mai successo!

    *************************

    Fa certo soffrire che il Papa non celebri ancora con questo vero Rito...tuttavia per quanto contestabile ci possa apparire dobbiamo sforzarci di comprendere la situazione e soprattutto il carattere di Ratzinger volto a non forzare nulla, ma a giungere alle cose in modo docile, mite e "tutto a suo tempo"
    ^__^

    Ricordo che appena fu eletto Papa, io che lo seguivo da dieci anni e che nei vari forum (di catto-progressisti) venivo segregata perchè usavo sempre il suo materiale dottrinale...mi aspettavo una immediata rivoluzione...
    i primi due anni soffrii molto e giunsi a perdere ogni speranza...mi sentii perfino delusa, ma non mollai mai la corona del Rosario e quel filo di lucidità che qualcosa sarebbe dovuta accadere...
    Giunse così mons. Guido Marini...e con lui i piviali con la tiara e lo stemma di Benedetto XVI, per alcuni è sembrata una pagliacciata, per me che ho fatto la sarta ed uso l'uncinetto no ^__^ so comprendere il valore di certi pizzi e merletti...
    Poi è arrivato il trono di Leone XII, poi quello di Pio IX...poi quella poltrona rossa con lo stemma di Benedetto XVI sormontato dalla tiara...
    Era giusto che fosse così, che dalla LITURGIA e DAI SUOI ACCESSORI si cominciasse la pulizia della decadenza che aveva colpito le celebrazioni pontificie...

    Un passo alla volta ed ecco il pastorale...molto significativo perchè al centro c'è il Papa che da il mandato al Vescovo, è il segno di una Autorità di servizio...
    ecco che ritorna l'inginocchiatoio, dal Papa ora si riceve la Comunione PIEGANDO LE GINOCCHIA DAVANTI AL RE DEI RE, IL DIO FATTO CARNE...

    Arriva il MP, solo un anno prima una lettera dei vescovi francesi supplicava il Papa di non farlo...
    e non dimentichiamo allora i discorsi del Papa nel suo viaggio in Francia, TUTTI SULLA LITURGIA...
    e cambia così il ruolo dei protestanti ecumenici nelle liturgie cattoliche...ospiti si, ma ospiti appunto e non visibili...non come prima dove a momenti erano loro a guidare il Pontefice nel Magnificat...

    E' troppo poco?
    si, forse per alcuni si...ma per la pazienza di Dio evidentemente no ^__^
    Ho imparato così in questi anni a non disperare per quanto ancora ci sarebbero cose più urgenti nella Chiesa da fare che continuare a calarsi le braghe, per esempio, davanti agli Ebrei ^__^

    E' l'Anno Sacerdotale, mi attendo anch'io che il Papa celebri con la Messa di sempre per un semplice motivo: perchè certi gesti VALOGNO PIU' DI MILLE MOTU PROPRI...e mettono a tacere ogni contestazione e mettono a nudo i veri nemici della Chiesa...

    Spesso ci sono troppe parole e pochi fatti... ma molti vescovi e cardinali ci stanno abituando a molte sorprese, forse piccole e apparentemente insignificanti, ma sono sicura che porteranno frutto a suo tempo, quanto a noi non lasciamo mai a Satana la soddisfazione di vederci perduti e sconfitti, IL ROSARIO non venga mai abbandonato e ci tenga uniti con i fratelli e le sorelle della FSSPX e con quanti hanno davvero a cuore il BENE delle anime anche se nelle discussioni può sembrare di essere contro la Chiesa...

    ..fiat volùntas tua sìcut in caelo et in terra..

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  11. "Prendo e vado" dal Vescovo...gli dico: eccellenza ma non è il caso di aprire ai movimenti ed al posto di accorpare le parrocchie di darLe in gestione? Risposta: non possiamo controllarli!
    Capito! Loro non possono controllare. che cosa? ma si controillassero loro stessi!
    Hanno paura ( ed io ne sono certo) di vedere i loro Happy Hour aziendali svuotati e le Chiesa di chi testimonia piene!
    Il Vangelo di Giovanni 11,51 ( se non ricordo male) è chiaro: i molti capi pensavano a come farlo fuori!
    Matteo Dellanoce

    RispondiElimina
  12. condivido quanto ha scritto Caterina63. A chi si aspetta che Benedetto XVI celebri Messa V.O. rispondo: cosa ne sappiamo noi? Magari l'avrà già celebrata tante volte nella sua cappella privata. Però se la celebrasse pubblicamente avrebbe ben altro significato ma credo che se solo il card. Bertone o il card. Levada lo facesse (in luogo del Papa), molti episcopati disobbedienti, recalcitranti e perennemente contestatori del magistero benedettiano si darebbero una bella regolata. Fra sedia gestatoria e Messa V.O. indubbiamente la prima lascerebbe le cose come (purtroppo) stanno. Alessandro.

    RispondiElimina
  13. Anonimo ha detto...
    "Prendo e vado" dal Vescovo...gli dico: eccellenza ma non è il caso di aprire ai movimenti ed al posto di accorpare le parrocchie di darLe in gestione? Risposta: non possiamo controllarli!
    Capito! Loro non possono controllare. che cosa? ma si controillassero loro stessi!
    Hanno paura ( ed io ne sono certo) di vedere i loro Happy Hour aziendali svuotati e le Chiesa di chi testimonia piene!
    Il Vangelo di Giovanni 11,51 ( se non ricordo male) è chiaro: i molti capi pensavano a come farlo fuori!
    Matteo Dellanoce

    ****************************

    Posso dare ragione al tuo ragionamento solo in proporzione al fatto che molte parrocchie sono state date in gestione ai Neocatecumenali che NON sono affatto LA CHIESA e non agiscono in comunione con le direttive emanate dalla Santa Sede...
    In tal caso chi li controlla?
    Qui ci vuole davvero di dare la propria vita perchè il Signore susciti VESCOVI MARTIRI a tal punto da sacrificare se stessi perchè termini lo scempio NC e l'arte kikiana in alcune parrocchiere che hanno avuto in gestione e nelle quali sono stati fatti fuori i gruppi che c'erano prima...

    Cosa intendi dunque per "dare le parrocchie AI MOVIMENTI?"
    di quali movimenti parliamo?
    Certi casini li abbiamo proprio per l'assenza invece dell'autorità del vescovo e, paradossalmente in altre situazioni, li abbiamo per la convivenza di molti vescovi con l'errore...i quali NON si rendono neppure conto di cosa certi movimenti insegnano...

    Se mi basta avere la bocca piena della parola Cristo o operare in una Caritas....a cosa mi serve essere CATTOLICA? mi faccio protestante, o peggio, tenendomi il Cristo costruito A MIA IMMAGINE, per evitare quello fatto a immagine di Kiko...resto atea e confido nella MISERICORDIA DI DIO...

    Questo è il vero dramma...questo è necessario che i vescovi comincino a comprendere ascoltando quel piccolo gregge che vive in trincea ogni giorno...

    eh!

    RispondiElimina
  14. Non capisco bene l'inglese, ma guardate sul sito "Summorum Pontificum Alaska" come è finita, dopo la corrispondenza di mons. Pozzo, la vicenda di Anchorege......:))))
    (http://summorumpontificumak.blogspot.com/)

    Roberto

    RispondiElimina
  15. Con una Messa settimanale niente meno che nella cattedrale di Anchorage; a quanto pare a cominciare con l'Avvento.

    E tutto ciò con un vescovo che... andate a leggere il nostro post.

    RispondiElimina
  16. Se non sbaglio vi è da qualche parte una spiegazione che secondo le leggi canoniche, un gruppo per chiedere la messa VO bastasse che fosse composto da 3 persone. Mi sbaglio? Avevo letto male?
    Purtroppo non ho il tempo di fare la ricerca :-(
    Ex guardia svizzera

    RispondiElimina
  17. Perdonate il mio italiano. Ho scritto di fretta e senza rileggere. Chiedo venia.
    Ex guardia svizzera

    RispondiElimina
  18. Se il Papa dovesse celebrare la Messa in V. O. , , a mio avviso sarebbe il caso che tutti, lefebvriani e non , si recassero a Roma quel giorno, per assistere a questo evento glorioso.
    Anche a costo di non riuscire a vedere nulla, ma per poter dire..." io c'ero". E sarebbe opportuno esserci anche se la Messa non venisse celebrata in forma solenne, perchè, ovviamente, il valore sarebbe lo stesso , dimostrando così che i "Tradizionalisti" non sono quelli a cui interessano soprattutto le mitrie barocche e gli ermellini( pur meravigliosi e legittimi).

    RispondiElimina
  19. alla ex guardia svizzera: nel diritto privato italiano sussiste il broccardo "tres sunt collegium". Non so se esso valga anche il il diritto canonico. Alessandro

    RispondiElimina
  20. Secondo non ci sono pronunciamenti ufficiali sul numero minimo necessario di fedeli, anche per non mettere in difficoltà i fedeli stessi. Questo gruppo stabile deve essere messo in relazione al luogo ed alla frequenza media dei fedeli "ordinari". Se in una parrocchia, vanno a Messa la Domenica 50 persone in media, chiedere che il gruppo stabile di fedeli del V. O. sia composto da minino 13 persone è già troppo. E se si arriva a 12 od a 11 , che si fa? Si lascia che il parroco trovi il pretesto per dire di no?
    Se in una parrocchia vanno a messa già pochissime persone , e solo due o tre vorrebbero assistere ad una messa V.O..... non ne hanno diritto? Quelli che vivono in campagna o nelle periferie non hanno gli stessi diritti dei fedeli che vivono nelle città?
    Non mi sembra giusto che la gente debba prendere la macchina e fare ore di strada ogni Domenica e festa comandata. La Messa antica non è un capriccio, un vezzo. Siccome è una cosa buona in sè, andrebbe celebrata in ogni parrocchia , a prescindere dal numero dei fedeli che vi assistono........male di sicuro non fà!!!

    RispondiElimina
  21. Chiedo a Caterina:
    non so se ho capito bene dal tuo post, vuoi dire che il Papa perderebbe il suo stile fatto di mitezza, se celebrasse una Messa VO ?
    E perchè mai?
    C'è forse qualcuno che potrebbe interpretarlo come una provocazione?
    O non sarebbe piuttosto un ottimo esempio, dato dal sommo Vertice della Chiesa, che incoraggerebbe i timidi
    (e gli "intimidati") e sarebbe un segno eloquentissimo, rivolto ai restii, indicante che tale rito VO è
    "cosa sommamente buona e giusta" ?
    Un segno finalmente DECISIVO, per riportare la Liturgia al suo antico onore ?

    Franco

    RispondiElimina
  22. No no caro Franco ho detto esattamente il contrario: che se il Papa celebrasse con il VOM il gesto avrebbe più volore di centomila Motu Proprio ^__^

    Ho solo analizzato i tempi che oserei definire "tattici" di Benedetto XVI conosciuto quando era appunto il cardinal Ratzinger... e di quanto mi abbiano fatto sospirare ma che alla fine qualcosa è giunto
    ^__^

    RispondiElimina
  23. Prima che possa esser celebrata non dico in tutte le parrochie, ma almeno in alcune, dovranno passar parecchi, troppi anni.
    I preti, oggi, in gran maggioranza, non conoscono il latino e la liturgia, inoltre, va celebrata con adeguata preparazione.
    Inoltre i preti diocesani non possono esser obbligati, con la normaitiva in vigore, a celebrar secondo l'antico rito (mentre i preti diocesani di tendenza tradizionale son obbligati a celebrar il NO), perché l'antico è stranamente indicato dal Papa come extra-ordinario!
    Insomma non ci si crei illusioni.
    Una celebrazione pontificia sarebbe indubbiamente per noi un incoraggiamento e per altri una scoperta, ma non cambierebbe lo statu quo.
    Il Papa non ha la minima intenzione di render obbligatoria in tutte le parocchie una celebrazione della S. Messsa nella forma extra-ordinaria: ha paura delle reazioni episcopali. Ed anche se lo volesse, quanti decenni occorrerebbero per creare una nuova "classe" di sacerdoti consacrati al rito classico? E gl'istituti oggi esistenti non son così consistenti da poter offrir sacerdoti per il mondo intero.
    Questo Papa prenderà forse qualche altro provvedimento in merito, ma niente più.

    Come sempre ho detto, e mi piacerebbe esser sonoramente smentito, si distrugge con una riforma sbagliata
    una tradizione secolare, per ricostruir l'edificio sbriciolato necessità un secolo. Se basta, come non credo.

    RispondiElimina
  24. "strategie" a tempo indeterminato?
    ...ma intanto, mentre il Pastore temporeggia, i lupi continuano a divorare gli agnelli, dispersi e fuggitivi in tante direzioni....
    magari sfiduciati per non potersi sentir rassicurati da una guida forte e dalla parola imperiosa, che si imponga a tutti, in termini perentori e senza transigere (o sfumare nell'indefinitezza) su questioni importanti!
    Fedele scoraggiato

    RispondiElimina
  25. Il Papa ha paura delle reazioni episcopali:
    non posso che concordare (ahimè) col prof. Pastorelli.
    Tanto vale non girarci intorno, a questo macigno.
    Viva la chiarezza e la "luce impietosa della Verità" (come dice il card. Biffi).
    Può darsi che questa medicina amara ci sia più utile di tante false speranze che andiamo covando da 2 (o più) anni!

    Franco

    RispondiElimina
  26. DANTE, ma tu 10 anni fa pensavi che si potesse giungere alla Summorum pontificum? E se dal conclave fosse uscito Papa il Tetta? Alessandro

    RispondiElimina
  27. Sentite, il S. Padre sa che il problema è innescare i meccanismi...il resto poi, credetemi, viene da solo. Ma avreste mai immaginato dieci anni fa' una situazione come quella che ora viviamo.
    Sù un po' di fiducia, la speranza è una virtù telogolale, no?!
    E fidamoci di chi ha il carìsma per essere fediuto!
    Probabimmente sono la nostra pazienza e la costanza ad essere messi alla rova. Comunque, sommiamo un po' il tutto...e vedremo che il clima è cambiato. Certamente nelle zone intermedie ci sono ancora tante cose da cambiare e per cui lottare, ma il brutto tempo, checchè se ne dica e nonostante i sussulti, è finito perchè è il carìsma petrino su ce lo assicura e su queste cose è formalmente impegnato. Nessun altro prima di B16 lo aveva fatto in modo esplicito. Quindi accogliamo l'invito: "Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi!".
    Ci saranno ancora lotte e problemi ma il nostro posto è quì nell'unica Chiesa cum Petro, sub Petro perchè ibi ecclesia.
    Non è retorica, badate bene; nè piaggerìa o altro: è fede.

    Roberto

    RispondiElimina
  28. Scusate, posto di nuovo correttamente:

    Sentite, il S. Padre sa che il problema è innescare i meccanismi...il resto poi, credetemi, viene da solo. Ma avreste mai immaginato dieci anni fa' una situazione come quella che ora viviamo.
    Sù un po' di fiducia, la speranza è una virtù telogolale, no?!
    E fidiamoci di chi ha il carìsma per essere creduto!
    Probabilmente sono la nostra pazienza e la costanza ad essere messi alla prova. Comunque, sommiamo un po' il tutto...e vedremo che il clima è cambiato. Certamente nelle zone intermedie ci sono ancora tante cose da cambiare e per cui lottare, ma il brutto tempo, checché se ne dica e nonostante i sussulti, è finito perché è il carìsma petrino che ce lo assicura e su queste cose è formalmente impegnato. Nessun altro prima di B16 lo aveva fatto in modo esplicito. Quindi accogliamo l'invito: "Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi!".
    Ci saranno ancora lotte e problemi ma il nostro posto è qui nell'unica Chiesa cum Petro, sub Petro perché ibi ecclesia.
    Non è retorica, badate bene; né piaggerìa o altro: è fede.

    Roberto

    RispondiElimina
  29. Caro Roberto, hai ragione, il papa sa quello che fa, è un uomo pragmatico, non è come medico pietoso che fa la piaga purulenta, però si deve circondare di persone più attive, bisogna costruire altre Chiese da lasciare ai posteri, sicché quand'anche divenissero tutti neocat., appropriandosi delle nostre Chiese e guardando i nostri altari e il nostro decoro, forse si faranno domande, lasceremo traccia del nostro passaggio, un segno, una testimonianza.
    Cari saluti
    Pippo

    RispondiElimina
  30. L'aggiornamento delle posizioni allo scadere del terzo anno dalla promulgazione del Motu proprio sarà una buona occasione per fare il punto della situazione.

    Certo è che solo due anni fa ben pochi di noi avrebbero pensato di poter assistere a una Messa antica nella loro diocesi, pur a costo di sobbarcarsi onerosi pendolarismi. Questo semplice dato legittima e suggerisce un senso di supplementare gratitudine da parte nostra nei riguardi di Benedetto XVI. Se alcune strategie non ci risultano immediatamente perspicue, ciò può essere dovuto - oltre che a esitazioni e timori del Pontefice (spacciarle per certezze non sarà temerario?) o all'assenza di strategia - a nostre carenze di informazione e/o di analisi.

    E' bene non dimenticarlo. Forse è importante anche evitare di promuovere una visione pessimistica e di tenere a bada l'amarezza, che a volte rischia di diventare un autentico trascendentale del mondo "tradizionalista". La situazione non è rosea, ma è meno plumbea di venti - che dico? - di due anni fa.

    RispondiElimina
  31. So di preti che hanno fatto l'istituto tecnico e celebrano benissimo in vetus ordo. Perché a leggere gliel'hanno insegnato: avrebbero magari difficoltà con una versione di Tacito.
    Il papa potrebbe in futuro, tanto per dire, richiedere che almeno in certe occasioni durante l'anno si dicano in tutte le parrocchie messe vetus ordo. Si vedrebbe subito così se l'interesse c'è o non c'è. E se il latino fosse proprio un problema si potrebbe anche usare un messale vetus ordo in italiano, che già esiste ed è stato in uso per qualche anno prima del 1969.

    RispondiElimina
  32. per l'ex guardia svizzera: scusa non so rispondere alla tua domanda, ma sei il ben venuto ! il tuo italiano è quasi perfetto. ciao e speriamo di rileggere un tuo nuovo commento.
    Ale

    RispondiElimina
  33. I sondaggi vanno presi per quello che sono: strumenti relativamente informativi. In sé alla Chiesa non fanno né male né bene.

    Ciò detto, liquidare con una battuta condiscendente il sondaggio Doxa sulla Messa gregoriana non ha molto senso (senza con questo voler fare di Doxa e sondaggio ipostasi plotiniane). I dati emersi sono interessanti e offrono alla riflessione spunti non trascurabili. Come del resto è molto interessante il fatto che a marginalizzarne il contenuto siano anzitutto ipernovatori e ipernostalgici.

    RispondiElimina
  34. Tre persone fanno un gruppo stabile, secondo i canonisti:

    http://blog.messainlatino.it/2008/12/tre-persone-fanno-un-gruppo-stabile.html

    Ciò detto, ci vuole anche buon senso: tre abitanti di un paesino, dove l'unico prete dell'intera vallata fa già fatica a dir messa in tutte le parrocchie affidategli, dovrebbero come minimo esser pronti a far qualche chilometro. Ma questo è un caso limite: nell'applicazione del motu proprio, l'ultimo dei problemi è quello del numero dei richiedenti.

    RispondiElimina
  35. Quello che per celebrare la messa Vetus Ordo occorra padroneggiare il latino a menadito è uno degli argomenti prediletti dei suoi detrattori. Smentito, come ben dice Jacopo, dall'esperienza. Ciò non toglie che tra il clero la conoscenza del latino vada promossa a dovere.

    RispondiElimina
  36. Per celebrare una buona Messa non occorre sapere tutto il latino, molti buoni preti oltre al latino strettamente indispensabile alla Liturgia sapevano solo il lombardo e andavano benissimo, è sufficente divulgare il messale perché non accampino scuse, ma oltre ai preti servono subito nuove Chiese per instaurare un federalismo diocesano, prodromo al federalismo ecclesiale. Bisogna essere realisti ma fino a un certo punto, la Chiesa non si governa con i sondaggi, sono pericolosi, ne possono costruire di sfavorevoli e David quando fece un sondaggio fu punito (in 2Samuele 24:10) e, nel Nuovo Testamento, anche Roma fece un sondaggio con la complicità di Erode che è il nuovo Nimrod, peggiore di Esaù.
    Ci si affida alla preghiera, ci si affida alla Provvidenza e non ai sondaggi. La salvezza è stata posta sulla soglia della speranza.
    E PLURIBUS unam, sanctam, Catholicam, et apostolicam,

    RispondiElimina
  37. Cari amici, pensavo che i cristiani adulti catto-progressisti fossero più che sufficienti per insegnare al Papa come svolgere il suo ministero, invece pare che anche dalle nostre parti i professori non manchino. Detto questo mi complimento con Caterina63 che non si dedica a suggerire al Sommo Pontefice come si fà il Papa ma riconosce onestamente le trepidazioni, le paure, ma anche l'entusiasmo per quanto Benedetto XVI ha fatto e sta facendo. Ma vi ricordate le recite del vecchio mons. Marini?
    Riguardo l'incapacità di molti sacerdoti a celebrare col Messale di S. Pio V penso che il filmato didattico che c'è su Maranathà sia più che sufficiente.

    RispondiElimina
  38. Ma chi sei, federalista? Il senatùr?

    RispondiElimina
  39. Federalismo ecclesiale? In che senso?

    Se c'è una cosa che va evitata, comunque, è la costruzione di chiese - intese come edifici di culto - nuove, visto che non si è nemmeno in grado di conservare e tenere aperte quelle antiche. L'auspicio da fare è semmai che un giorno si arrivi a ripristinare i vecchi altari e le antiche balaustre e si torni a officiare in tante chiese oggi di fatto abbandonate. Di nuovi edifici, no, non c'è proprio bisogno.

    RispondiElimina
  40. Eh sì, Andria, "s'i' fosse papa" è un motto che va molto anche da queste parti. Basta non prenderlo troppo sul serio.

    RispondiElimina
  41. E che dire dei due CD prodotti e distribuiti dall' "Ecclesia Dei"?
    Li ho richiesti subito, a suo tempo; mi sono arrivati: dire che sono eccellenti per le nostre necessità è di poco! Sono ottimi (che, come si sa, in italiano è un superlativo).
    Mi pare che Maranatha riprenda proprio questi filamti.

    Roberto

    RispondiElimina
  42. Andria, se ti riferivi a me a proposito di quelli che vogliono insegnare al papa, non hai capito di cosa stavo parlando. Il papa non legge di certo i miei post e non ne ha alcun bisogno, lo so bene. Stavo solo interagendo con chi su questo blog avanza dubbi sul fatto che il papa non stia facendo niente per agevolare il motu proprio, o che se anche volesse non potrebbe far nulla perché gli legherebbero le mani. Io non lo credo e ho avanzato alcune ipotesi di pura scuola su quello che di positivo potrebbe accadere. Se non altro almeno ho la presunzione di aver mostrato che il pessimismo cosmico non è l'unica via percorribile in questo campo. Magari, chissà, poi le ipotesi saranno smentite da una realtà ancora più confortante.

    RispondiElimina
  43. La prelatura personale è il prodromo al federalismo ecclesiale, sembra che il papa stia navigando in questa direzione, poi diciderà alla fine cosa fare.
    san Luca negli Acta Apostolorum racconta un perla di saggezza:
    Gamaliele, dottore fariseo, stimato presso tutto il popolo, disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare, per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di queste faccende e lasciate stare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!».
    Questa è la saggezza della gente del Signore, e questa saggezza si confà ai nostri tempi, il federalismo ecumenico mette tutto (tradizionalismo e progressismo) nelle mani di Dio e san Luca, in questa pericope, ci insegna che Dio è Signore della storia altro che sondaggi.
    E PLURIBUS unam, sanctam, Catholicam, et apostolicam.
    Un caro saluto a tutti
    Pippo

    RispondiElimina
  44. Con profonda tristezza rilevo che la Redazione ha dovuto commissionare la rilevazione alla Doxa sull'interesse per la Messa tradizionale. Ma i Vescovi che cosa ci stanno a fare?
    Non sarebbe stato loro compito, come Pastori della diocesi verificarene il gradimento(mi si passi questo termine) presso i fedeli?
    O forse sono troppo occupati a gestire il loro orticello e far politica?

    RispondiElimina
  45. Il federalismo ecclesiale. Che vaccata! Ma come gli vengono in mente?

    RispondiElimina
  46. Il Papa ha già fatto Messe in VO. Se non ricordo male anche dei battesimi.
    Su Telepace e Sat2000 io le ho viste!
    Poi quando le fa "pubbliche" penso sia un problema di palinsest ( i tempi tv sono diversi) e di preparazione di chi alla TV la vede!
    La tradizione è PAZIENZA! Lavoriamo come quegli uomini fantastici del medioevo che iniziavano a costruire cattedrali con la consapevolezza che ne avrebbero goduto le generazioni successive.
    VIVA BENEDETTO XVI!
    Matteo Dellanoce
    Il Cireneo
    www.storialibera.it

    RispondiElimina
  47. Caro Welcome, ogni sondaggio è contro il pensiero di Dio, il papa e i vescovi non devono fare sondaggi, la Chiesa non si governa con i sondaggi, Iddio insegna: David quando fece un sondaggio fu punito (in 2Samuele 24:10) e, nel Nuovo Testamento, anche Roma fece un sondaggio con la complicità di Erode, il nuovo Nimrod, peggiore di Esaù.
    Ci si affida alla preghiera, ci si affida alla Provvidenza e non ai sondaggi.
    La vaccata l'ho fatta quando ero stolto e non capivo,
    davanti a Dio stavo come una bestia, adesso Gli sia gradito il meditare del mio cuore. Dio è Signore della storia altro che sondaggi.
    E PLURIBUS unam, sanctam, Catholicam, et apostolicam: attraverso la prelatura personale, nel federalismo ecclesiale, vivremo tutti in pace.
    Un caro saluto a tutti
    Pippo

    RispondiElimina
  48. "costruire altre Chiese da lasciare ai posteri..." ???

    Quali, quelle simil-kikian-luterane?

    "quand'anche divenissero tutti neocat.," ??!!

    ah sì...ho capito bene...???
    eccolo,
    il solito neocat-(s)mascherato che di soppiatto insinua nella coscienze sopite l'idea avanzante del
    NUovo Ordine Mondiale Ecclesial-sincretistico, vero ???

    RispondiElimina
  49. ...è evidente la spudoratezza con cui satana stesso sa servirsi di manipolatori del Vangelo per imbambolare gli ingenui fedeli, per farli abboccare a quest'idea federalistica, semplicemente LUCIFERINA, negatrice della Chiesa UNA, dicendo sfrontatamente: "Vedete, lo dice il
    Vangelo!"
    Libera nos Domine, dai lupi vestiti da agnelli: sia il Papa che noi tutti ne siamo circondati e asfissiati !

    RispondiElimina
  50. Scusate se esco, e di molto, fuori tema:ma avete letto cosa dice il Times della decisione vaticana di accogliere nella Chiesa Cattolica gli Anglicani Tradizionalisti?
    "Il Vaticano ha parcheggiato i suoi carri armati nel giardino dell'Arcivescovo di Canterbury", e ancora: "La mossa del Papa danneggerà il dialogo ecumenico e indebolirà la Chiesa d'Inghilterra". Ma questi inglesi non hanno proprio il senso del ridicolo?!! Già è un miracolo che una eresia nata dalle braghe di Enrico VIII sia durata cinque secoli, ma adesso la colpa della sua ormai prossima ingloriosa fine non è di un'assurda organizzazione para-ecclesiastica che fa stabilire le verità di fede dal parlamento e che, morta Elisabetta II, si troverà al suo vertice uno che come aspirazione massima ha quella di essere il tampax della sua amante, ma della clemenza del Papa?

    RispondiElimina
  51. il Times è permeato da uno spirito massonico, ricordiamoci che la massoneria è nata lì, loro odiano il federalismo ecumenico inaugurato dal papa, sono uomini naturali, pensano solo a dividere, vogliono un cristianesimo diviso per distruggerci. Preghiamo secondo le intenzioni del papa.
    Un saluto
    Pippo

    RispondiElimina
  52. Pippo, ma la vòi piantà co sto federalismo ecumenico? Tanto l'amo capito che sei er solito neocatecumeno? E bbasta, no? Eppoi li sondaggi, ma che t'hanno fatto. Aò quanto ce stai a scoccià!

    RispondiElimina
  53. Sono troppo oltre con l'età per la robaneocat, sono cose per ragazzi; caro amico a me i sondaggi non hanno fatto niente, quando ero più giovane, li ho usati per la mia azienda in indagini di mercato, il problema è che non si può gestire la Chiesa con i sondaggi, non si mercanteggia nel tempio e non si può chiedere al Vicario di Cristo di gestire la Chiesa come un'azienda, non si può trattare il successore di Pietro come un consulente aziendale, mi meraviglio di te che sei romano.
    Stai bene, buona Domenica.
    Pippo

    RispondiElimina
  54. Tuttavia!
    Il pluralismo nella Chiesa è doveroso! E' una questione di comune azione! La radice ( tradizione9 deve essere intatta ( substanzia) gli accidens ( le forme)possono mutare. ma sia chiaro! Niente orgette sodomite o happy hour al posto della Messa!
    Matteo Dellanoce

    RispondiElimina
  55. Interessante questa frase tratta da"profezie per il terzo millennio"della Beata Caterina Emmerich" rintracciabile su internet:
    "Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana , stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti:evangelici, cattolici, sette di ogni denominazione, ma Dio aveva altri progetti"(22 Aprile 1823).
    Preoccupante, ma l'ultima frase può consolarci.
    gabri

    RispondiElimina
  56. Andria mi hai tolto le parole di bocca... come si dice "qui in Italia sono tutti CT"... a leggere certi commenti, tra alcuni tradizionalisti, son tutti papi!

    Ah pippo, ma vai a Nimrod a fà il federalismo fiscale! E occhio alla scomunica laetae sondaggiae :P.

    RispondiElimina
  57. Non capisco tutte queste anime belle che sono contrari ai sondaggi. Il sondaggio della Doxa per lo meno smentisce gli spocchiosi che affermavano che la messa antica interessava pochissimi fedeli, i pochi tradizionalisti sparsi qui e là, e che quindi non c'era bisogno di applicare veramente il 'Summorum Pontificum' nelle parrocchie..
    E scusate se è poco...
    Salvatore

    RispondiElimina
  58. ALESSANDRO, non so coSa sarebbe accaduto col Tetta a S. Pietro. Io guardo alla realtà.

    Che Benedetto XVI avrebbe allargato le maglie dei provvedimenti di Giov. Paolo II si sapeva già: è dal 1976 che andava dicendo che mai s'era creata una simile frattura nella Chiesa e nella sua liturgia per cui la Chiesa dava l'impressione che si potesse distruggere ciò che sino a ieri era sacro. Si diceva sgomento. Se paolo VI aveva generato in lui tanto sogomento, non so perché noi si dovrebbe tacere su questa macchia enorme sul suo pontificato per un malinteso rispetto. E da cardinale Ratzinge ebbe anche a scrivermi sull'argomento poche parole.
    Si sapeva che Giov. Paolo II aveva convocato la Commissione cardinalizia (ne venimmo a conoscenza in buona parte grazie a Stickler che ne fu membro) per valutare la situazione e decidere sulla abrogazione e sul diritto di vita nel rito antico. Ma poi si fermò, in tutt'altre faccende affaccendato, come fece con Lefebvre: s'eran messi d'accordo grazie a Siri e poi lasciò il tutto in mano a Seper che annientò gli sforzi del cardinale genovese, con le conseguenze che sappiamo.
    Quindi il Motu Proprio per me non è arrivato all'improvviso. Semmai m'aspettavo di più della libertà condizionata.

    Quanto ai preti e il latino, evidentemente avete incontrato persone speciali: alle facoltà fanno pochissimo, un esame farsa, come quello di greco, preparato in un mese da miei amici sacerdoti addirittura con scarsa conoscenza dell'italiano perché stranieri, extracomunitari.

    E se si pensa che i preti usciti dagl'istituti tradizionalisti, salvo un men che sufficiente numero d'eccezioni, sbaglian a più non posso gli accenti che pur son segnati belli grossi nel messale, è detto tutto: evidente che non basta studiare il latino due ore setimanali per tre o quattro anni: dovrebbe durare, questo studi, o per tutti gli anni di seminario, visto che alle medie non si fa più.

    Ho insegnaoto a celebra la Messa ad alcuni sacerdoti: leggevano e niente capivano del Vangelo: mi toccava mettergli sotto il naso la traduzione e fargliela ripetere parola per parola.
    Ecco perché dico che si deve formare una classe di preti in grado di celebrar con cognmizione di causa la nostra messa. Tra preti celebranti e fedeli ch partecipano la differenza è notevole.
    Provate a chiedere ai vostri parroci di celebrar in latino il NO: l'ho chieso più volte almeno ad una ventina di preti, qui e in Lucchesia, e nessuno m'ha risposto positivamente: e chi l'ha mai studiaoto? Solo uno, in Lucchesia, privatamentre celebra in latino: viene dal classico e dall'Università.

    La Chiesa non ha bisogno di più Chiese. E' una per divina Costituzione. E tale deve restare, pena la dissoluzione. L'ho già scritto: il federalismo in Oriente è fallito, ogni chiesa va per la sua strada.

    RispondiElimina
  59. In occidente invece tutti allineati e coperti ? Pastorelli lei non è un ingenuo, sa bene come vanno le cose, lei non dice, ma può parlare, il gregge è preparato, è pronto ad accogliere il federalismo ecclesiale prodromico al federalismo ecumenico: tutte le grandi tradizioni della Chiesa, occidentali e orientali, sotto un unico vessillo, il vicario di Cristo felicemente regnante! Quindi accogliamo l'invito: "Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi!".
    Ci saranno ancora problemi ma il nostro posto è qui nell'unica Chiesa cum Petro, sub Petro, ubi Petro ibi ecclesia, E PLURIBUS, una, sancta, Catholica, apostolica.
    Bravo Pastorelli! I miei omaggi
    Pippo

    RispondiElimina
  60. Mom si può rimediare alle tendenze centrifughe occidentali, dovuuta all'atteggiamento rinunciatario della S. Sede causa d'ogmi aberrazione teologica, liturgica e disciplinare, proponendo per legge un federalismo centrifugo già sperimentato e fallito in Oriente.
    Utopia estremamente perniociosa sotto la quale si nasconde l'ecumenismo massonico.

    RispondiElimina
  61. Infatti, caro prof. Pastorelli,
    non è il caso di replicare ulteriormente a questo insidiosissimo spargitore di polvere negli occhi che continua a martellare il blog con parlantina melensa e tanto più pericolosa, quanto più lo riveste e (mal)maschera come APPARENTE nemico della massoneria: nella sua natura camaleontica e PACIFINTA è in grado di confondere e pervertire parecchi fedeli sprovveduti (sia qui che sul blog di Tornielli, da andare a leggere con i piedi di piombo e a distanza di sicurezza...)
    spargendo polvere negli occhi di tutti, con parolette melliflue di falsa aderenza alle Scritture, che usa con modi e fini zuccherino-velenosi, solo per creare confusione e incertezza aggravata!

    (veda un po'come si dimostra la sua natura perversa quando le dice "bravo!", facendo finta di non vedere che lei è contrario al federalismo)
    ---------------

    Non confondiamo la COMUNIONE ECCLESIALE con il federalismo, che nella Chiesa sarebbe solo

    ANARCHIA DISGREGATRICE,
    ANTI-CRISTICA !!!

    RispondiElimina
  62. MONITOR, dell'ironia cretina di quella scopa rotta, me ne infischio.
    Però, sarà forse pericoloso sul blog di Tornielli, ma qui non pesca niente. L'abbiamo smascherato ben bene e tu poni il sigillo.

    RispondiElimina
  63. "Utopia estremamente perniciosa sotto la quale si nasconde l'ecumenismo massonico."

    Esatto Dante, non avrei saputo dire meglio.
    Ci sono persone che sanno ad arte rivestire mille maschere, avanzano mascherati, sanno quale maschera mettere a seconda dell`ambiente in cui si trovano, cominciano con un preludio tutto dolce, miele e zucchero, in seguito ti servono la loro minestra, il loro succo, elixir di verità e finiscono con un`altra dose di miele.
    Il tutto ha un gusto dolciastro, facilemente individuato da chi non se se la fa contare, ma che può purtroppo ingannare chi questa coscienza non l`ha e non sono pochi.
    Sì, putroppo in molti si lasciano abbindolare da questi manipolatori.
    Ci sono i provocatori per professione, per gusto personale, ci sono gli strategi che obbediscono a regole prestabilite, prima addormenti le inquietudini, le diffidenze, poi servi il piatto principale e infine rimetti un strato di dolce.
    Effettivamente su questo blog, questo genere di prestazione è rapidamente smascherata, altrove, sono piuttosto inclini ad accusare i tradizionalisti di ogni male e a sorvolare a su certe enormità.
    Ma forse non le vedono.

    RispondiElimina
  64. Sciura Luisa lo spirito massonico è il nemico numero uno dell'ecumenismo, ci voglio divisi per far carne di porco con i cristiani, non è importante quel che possiamo dire noi sui bolg, l'importante è quel che fa il papa, preghi per il papa ché ne ha tanto bisogno

    RispondiElimina
  65. Bisogna seguire il percorso che sta tracciando il papa ché sa quello che fa, il problema è innescare i meccanismi, il resto poi, credetemi, viene da solo. La prelatura personale è il prodromo al federalismo ecclesiale, sembra che il papa stia navigando in questa direzione, poi diciderà alla fine cosa fare. Il papa è un uomo pragmatico, non è come Pastorelli borbottone e troppo pietoso, il medico pietoso fa la piaga purulenta, il medico sapiente agisce! incide per sanare e come sana? Con il federalismo ecclesiale! Ci saranno ancora problemi ma il nostro posto è qui nell'unica Chiesa cum Petro, sub Petro, ubi Petro ibi ecclesia, E PLURIBUS, una, sancta, Catholica, apostolica. Viva il federalismo ecclesiale! Viva il federalismo ecumenico! Viva il papa!
    Un abbraccio a tutti
    Pippo

    RispondiElimina
  66. WW PAPA BOSSI.

    RispondiElimina
  67. Che palle con questo federalismo ecclesiale! E cambia disco, figliolo, altrimenti ce lo fai a fette (lo stomaco, eh).

    RispondiElimina
  68. Pastorelli lasci stare il Bossi, un uomo che sta male, ringrazi Dio se lei è in salute, Bossi nonostante sia stato un anticlericale si è ravveduto e ha fatto tanto per la sua gente, in cielo ci si rallegra più per un peccatore pentito che per mille giusti, lei invece che cosa ha fatto per la sua gente? Per la sua gente ha fatto più del Bossi?
    Ci vuole più umiltà Pastorelli e più rispetto per le persone generose che stanno male. Si può esseri borbottoni pietosi ma bisogna avere rispetto e meno ruggine. Un saluto
    Pippo

    RispondiElimina
  69. Te l'ho già detto e lo ripeto: di ruggine son piene le tue rotelle federaliste. Vanno sostituite, ma non sono più rintracciabili i pezzi
    di ricambi.
    E il tuo smarmellar di bontà e umiltà: chi tanto la predica non ne ha e non la pratica.

    RispondiElimina
  70. sono convinto che dal 2010 ci sara' una esplosione della Messa VO. 40 anni nel deserto sono passati.Gianluigi.

    RispondiElimina
  71. Il federalismo nella Chiesa significa automaticamente federalismo dottrinale e quindi frammentazione. Ha pienamente ragione il Prof. Pastorelli. Si, diciamo che e' una versione dell' ecumenismo massonico= ritroviamoci sui punti in comune ma sulle divergenze, glissiamo, in pieno spirito sincretistico. La Chiesa cosi' si indebolisce e le anime rischiano la strada per l'abisso.La Verita' non si parcellizza.

    Ringrazio gabri per aver citato la profezia della Beata Emmerich(a me tanto cara per motivi di fede personale) perche' in quella frase c'e' quello che stiamo vivendo ma anche la speranza per il prossimo futuro.Suggerisco anche di meditare sulla profezia della stessa beata che parla di come vedesse due schieramenti(progressisti e tradizionalisti?.
    Inoltre consiglio le rivelazioni ricevute da madre Mariana di Jesus Torres approvate dalla Chiesa, oltre che sugli attacchi della libera muratoria, anche su un Prelato che il signore avrebbe suscitato per la difesa del sacerdozio di sempre....Saluti. Gianluigi.

    RispondiElimina
  72. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  73. Buona sera a tutti,
    Per caso finisco su sto sito vostro dove ho letto un puo di cose e mi viene una domanda che tocca da vicino il mio sacerdozio. Informo prima che non sono italiano e che non vivo in Italia.

    Dal titolo "Messa in Latino" mi viene da pensare cosi a voce bassa:"Bello aver la Santa Messa in latino, sarebbe meraviglioso poter saporire questa bella liturgia con canti dignitosi e cosi via ..." Poi mi viene l'abbiso che c'è tra realta pastorale e sogni sacerdotali e liturgici.

    Velo dico in modo direto e in tutta serina, ma velo devo dire:
    "Come posso solo imaginare una messa in latino allora che devo lottare ogni giorno per poter almeno celebrare una santa Messa."

    Beati voi che avete il lusso di potete celebrare già la santa Messa tutti giorni e che potete pure discorere sul celebrala in quel rito o un altro, io non ho QUESTO LUSSO, devo solo lottare per poter celebrare una santa Messa ogni giorno e spesso non posso che celebrarla in stanza mia.

    Si veramente, Beati voi che potete discore sul COME celebrarla allora che certi sacerdoti hanno solo una domanda unica al giorno COME FARE PER CELEBRARE MESSA OGGI.

    Fraternamente !

    In Xto per Maria

    ABS

    RispondiElimina
  74. Caro reverendo ABS,

    mi spiace che Lei sia in così gravi difficoltà. In quale paese si trova?

    RispondiElimina
  75. Laudetur Iesus Christus !

    Rimandato sul vostro sito dal mio Feedreader, vedo la sua risposta/domanda nei commenti.

    Io sono dalla Svizzera.

    RispondiElimina