LITTERAE APOSTOLICAE
MOTU PROPRIO DATAE
BENEDICTUS PP. XVI
1. Il compito di custodire l'unità della Chiesa, con la sollecitudine di offrire a tutti gli aiuti per rispondere nei modi opportuni a questa vocazione e grazia divina, spetta in modo particolare al Successore dell'Apostolo Pietro, il quale è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi che dei fedeli1. La priorità suprema e fondamentale della Chiesa, in ogni tempo, di condurre gli uomini verso l’incontro con Dio deve essere favorita mediante l'impegno di giungere alla comune testimonianza di fede di tutti i cristiani.
2. Nella fedeltà a tale mandato, all'indomani dell'atto con cui l'Arcivescovo Marcel Lefebvre, il 30 giugno 1988, conferì illecitamente l'ordinazione episcopale a quattro sacerdoti, il Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, istituì, il 2 luglio 1988, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei "con il compito di collaborare con i Vescovi, con i Dicasteri della Curia Romana e con gli ambienti interessati, allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Mons. Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche, alla luce del Protocollo firmato lo scorso 5 maggio dal Cardinale Ratzinger e da Mons. Lefebvre"2.
3. In questa linea, aderendo fedelmente al medesimo compito di servire la comunione universale della Chiesa nella sua manifestazione anche visibile e compiendo ogni sforzo perché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell'unità sia reso possibile di rimanervi o di ritrovarla, ho voluto ampliare e aggiornare, con il Motu Proprio Summorum Pontificum, l'indicazione generale già contenuta nel Motu Proprio Ecclesia Dei circa la possibilità di usare il Missale Romanum del 1962, attraverso norme più precise e dettagliate3.
4. Nello stesso spirito e con il medesimo impegno di favorire il superamento di ogni frattura e divisione nella Chiesa e di guarire una ferita sentita in modo sempre più doloroso nel tessuto ecclesiale, ho voluto rimettere la scomunica ai quattro Vescovi ordinati illecitamente da Mons. Lefebvre. Con tale decisione, ho inteso togliere un impedimento che poteva pregiudicare l’apertura di una porta al dialogo e invitare così i Vescovi e la "Fraternità San Pio X" a ritrovare il cammino verso la piena comunione con la Chiesa. Come ho spiegato nella Lettera ai Vescovi cattolici del 10 marzo scorso, la remissione della scomunica è stata un provvedimento nell'ambito della disciplina ecclesiastica per liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave. Ma le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero.
5. Proprio perché i problemi che devono ora essere trattati con la Fraternità sono di natura essenzialmente dottrinale, ho deciso - a ventuno anni dal Motu Proprio Ecclesia Dei, e conformemente a quanto mi ero riservato di fare4 - di ripensare la struttura della Commissione Ecclesia Dei, collegandola in modo stretto con la Congregazione per la Dottrina della Fede.
6. La Pontificia Commissione Ecclesia Dei avrà, pertanto, la seguente configurazione:
a) Il Presidente della Commissione è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
b) La Commissione ha una propria tabella organica composta dal Segretario e da Officiali.
c) Sarà compito del Presidente, coadiuvato dal Segretario, sottoporre i principali casi e le questioni di carattere dottrinale allo studio e al discernimento delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede, nonché sottometterne le risultanze alle superiori disposizioni del Sommo Pontefice.
7. Con questa decisione ho voluto, in particolare, mostrare paterna sollecitudine verso la "Fraternità San Pio X" al fine di ritrovare la piena comunione con la Chiesa. Rivolgo a tutti un pressante invito a pregare senza sosta il Signore, per l'intercessione della Beata Vergine Maria, "ut unum sint".
Dato a Roma, presso San Pietro, il 2 luglio 2009, anno quinto del Nostro Pontificato.
BENEDICTUS PP. XVI
_____________________________
1Cfr CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen Gentium, 23; CONC. ECUM. VAT. I, Cost. dogm. sulla Chiesa di Cristo Pastor aeternus, cap. 3: DS 3060.
2 GIOVANNI PAOLO II, Litt. Ap. Motu proprio datae Ecclesia Dei (2 luglio 1988), n. 6: AAS 80 (1988), 1498.
3 Cfr BENEDETTO XVI, Litt. Ap. Motu proprio datae Summorum Pontificum (7 luglio 2007): AAS 99 (2007), 777-781.
4 Cfr. ibid. art. 11, 781.
2. Nella fedeltà a tale mandato, all'indomani dell'atto con cui l'Arcivescovo Marcel Lefebvre, il 30 giugno 1988, conferì illecitamente l'ordinazione episcopale a quattro sacerdoti, il Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, istituì, il 2 luglio 1988, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei "con il compito di collaborare con i Vescovi, con i Dicasteri della Curia Romana e con gli ambienti interessati, allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Mons. Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche, alla luce del Protocollo firmato lo scorso 5 maggio dal Cardinale Ratzinger e da Mons. Lefebvre"2.
3. In questa linea, aderendo fedelmente al medesimo compito di servire la comunione universale della Chiesa nella sua manifestazione anche visibile e compiendo ogni sforzo perché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell'unità sia reso possibile di rimanervi o di ritrovarla, ho voluto ampliare e aggiornare, con il Motu Proprio Summorum Pontificum, l'indicazione generale già contenuta nel Motu Proprio Ecclesia Dei circa la possibilità di usare il Missale Romanum del 1962, attraverso norme più precise e dettagliate3.
4. Nello stesso spirito e con il medesimo impegno di favorire il superamento di ogni frattura e divisione nella Chiesa e di guarire una ferita sentita in modo sempre più doloroso nel tessuto ecclesiale, ho voluto rimettere la scomunica ai quattro Vescovi ordinati illecitamente da Mons. Lefebvre. Con tale decisione, ho inteso togliere un impedimento che poteva pregiudicare l’apertura di una porta al dialogo e invitare così i Vescovi e la "Fraternità San Pio X" a ritrovare il cammino verso la piena comunione con la Chiesa. Come ho spiegato nella Lettera ai Vescovi cattolici del 10 marzo scorso, la remissione della scomunica è stata un provvedimento nell'ambito della disciplina ecclesiastica per liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave. Ma le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero.
5. Proprio perché i problemi che devono ora essere trattati con la Fraternità sono di natura essenzialmente dottrinale, ho deciso - a ventuno anni dal Motu Proprio Ecclesia Dei, e conformemente a quanto mi ero riservato di fare4 - di ripensare la struttura della Commissione Ecclesia Dei, collegandola in modo stretto con la Congregazione per la Dottrina della Fede.
6. La Pontificia Commissione Ecclesia Dei avrà, pertanto, la seguente configurazione:
a) Il Presidente della Commissione è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
b) La Commissione ha una propria tabella organica composta dal Segretario e da Officiali.
c) Sarà compito del Presidente, coadiuvato dal Segretario, sottoporre i principali casi e le questioni di carattere dottrinale allo studio e al discernimento delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede, nonché sottometterne le risultanze alle superiori disposizioni del Sommo Pontefice.
7. Con questa decisione ho voluto, in particolare, mostrare paterna sollecitudine verso la "Fraternità San Pio X" al fine di ritrovare la piena comunione con la Chiesa. Rivolgo a tutti un pressante invito a pregare senza sosta il Signore, per l'intercessione della Beata Vergine Maria, "ut unum sint".
Dato a Roma, presso San Pietro, il 2 luglio 2009, anno quinto del Nostro Pontificato.
BENEDICTUS PP. XVI
_____________________________
1Cfr CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen Gentium, 23; CONC. ECUM. VAT. I, Cost. dogm. sulla Chiesa di Cristo Pastor aeternus, cap. 3: DS 3060.
2 GIOVANNI PAOLO II, Litt. Ap. Motu proprio datae Ecclesia Dei (2 luglio 1988), n. 6: AAS 80 (1988), 1498.
3 Cfr BENEDETTO XVI, Litt. Ap. Motu proprio datae Summorum Pontificum (7 luglio 2007): AAS 99 (2007), 777-781.
4 Cfr. ibid. art. 11, 781.
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COMUNICATO DELL’EM.MO CARD. WILLIAM JOSEPH LEVADA IN OCCASIONE DELLA PUBBLICAZIONE DELLA LETTERA MOTU PROPRIO "ECCLESIAE UNITATEM" DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Secondo quanto anticipato nella Lettera del Santo Padre ai Vescovi della Chiesa Cattolica riguardo alla remissione della scomunica dei quattro vescovi consacrati dall’arcivescovo Lefebvre (10 marzo 2009), viene pubblicata in data odierna la Lettera Motu proprio "Ecclesiae unitatem", con la quale viene ripensata e aggiornata la struttura della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1988.
Con il Motu proprio "Ecclesiae unitatem" viene innanzitutto spiegato il motivo principale di tale ristrutturazione. La remissione della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani è stato un provvedimento nell’ambito della disciplina canonica per liberare le persone dal peso della più grave censura ecclesiastica, pur nella consapevolezza che le questioni dottrinali rimangono e finché non siano chiarite, la "Fraternità sacerdotale S. Pio X" non può godere di uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa. Dato quindi che i problemi sono di natura essenzialmente dottrinale, il Santo Padre ha deciso di ripensare la struttura della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, collegandola in modo stretto con la Congregazione per la Dottrina della Fede.
La Pontificia Commissione Ecclesia Dei, mantiene l’attuale configurazione, con alcune modifiche nella sua struttura, che qui si riassumono:
1) Il Presidente della Commissione è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
2) La Commissione, con una propria tabella organica, è composta dal Segretario e da Officiali.
3) Compito del Cardinale Presidente, coadiuvato dal Segretario, è di riferire i principali casi e le questioni di carattere dottrinale all’esame e al giudizio delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede (Consulta e Membri della Sessione Ordinaria / Plenaria), e sottometterne le risultanze alle supreme disposizioni del Sommo Pontefice.
Il Cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e ora nominato Presidente della Commissione Ecclesia Dei, ha espresso la sua gratitudine al Santo Padre per la fiducia mostrata con questa decisione, assicurando il Santo Padre, anche a nome degli Officiali della Congregazione per la Dottrina della Fede, dell’impegno per il dialogo dottrinale con la Fraternità Sacerdotale di San Pio X.
Il Santo Padre, con Lettera autografa, ha vivamente ringraziato il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, finora Presidente, per la sua grande dedizione al lavoro della Commissione Ecclesia Dei. Ugualmente, il Santo Padre, tramite il Cardinale Segretario di Stato, ha ringraziato Mons. Camille Perl per tanti anni di servizio alla medesima Commissione. A tali ringraziamenti si è unito anche il Cardinale Levada, estendendoli ai Membri ed Esperti della Commissione il cui lavoro sarà ora ripreso dai Membri della Congregazione per la Dottrina della Fede nonché da esperti scelti secondo le necessità per studiare questioni particolari.
Dando il benvenuto alla nomina di Mons. Guido Pozzo a Segretario della Commissione, il Cardinale Levada ha rilevato la preparazione di Mons. Pozzo e il suo particolare interesse per le questioni di competenza della Commissione Ecclesia Dei. Finora, Mons. Pozzo è stato Aiutante di studio dell’Ufficio Dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede e Segretario Aggiunto della Commissione Teologica Internazionale.
Con il Motu proprio oggi pubblicato, il Santo Padre ha voluto mostrare particolare e paterna sollecitudine verso la "Fraternità San Pio X", al fine di superare le difficoltà che ancora permangono per il raggiungimento della piena comunione con la Chiesa.
Fonte: Vatican.va
TESTO IN LINGUA LATINA: LINK
Dicevo, ho ripetuto alla noia (come una zanzara) che il problema liturgico sarebbe passato in secondo piano (infatti si rimanda al MP precedente su tal tema e se ne spiegano i motivi), e si passa ad affrontare il problema principale, cioè quello dottrinale.
RispondiEliminaQui la fraternità si trova all'altra parte della "cattedra" e sarà tenuta a dar conto della sua interpretazione dottrinale dei testi controversi, non viceversa. Fa d'uopo quindi che laddove professi il contrario o si opponga a quanto professa e compie la Chiesa, essi sono in errore. E qui bisogna stare attenti alle conseguenze.
Il Papa ribadisce peraltro il fatto che la fraternità non ha alcun status canonico, ne esercita ministeri legittimi.
Ribadisce la paterna sollecitudine, a cui aggiungo io dovrebbe rispondersi con l'ovvia filiale attenzione (evito di esprimermi su come invece si sia mossa la fraternità su tal terreno).
Appropriata in tutto ciò la considerazione e la richiesta finale del Papa: Pregare
Effettivamente Il Novelliere è noioso proprio come una zanzara.
RispondiEliminaIl nuovo Motu Proprio non aggiunge alcun dato rispetto a quelli che avevamo sullo status della FSSPX, assolutamente nessuno.
Si tratta solo di pregare, lasciando da parte i "a cui aggiungo io", che se il Papa non ha voluto "aggiungere"... non ci interessano.
Ha ragione alumnus, le mie considerazioni sono superflue.
RispondiEliminaPossiamo tranquillamente considerare il problema essenziale:
quello dottrinale, (che è peggio di quello canonico, facilmente risolvibile).
Dimenticavo, ottima la nomina di Mons. Guido Pozzo a Segretario della Commissione.
Qui la fraternità si trova all'altra parte della "cattedra" e sarà tenuta a dar conto della sua interpretazione dottrinale dei testi controversi, non viceversa. Fa d'uopo quindi che laddove professi il contrario o si opponga a quanto professa e compie la Chiesa, essi sono in errore. E qui bisogna stare attenti alle conseguenze.
RispondiEliminaIl Papa ribadisce peraltro il fatto che la fraternità non ha alcun status canonico, ne esercita ministeri legittimi.
fa d'uopo più che altro rovesciare questo discorso.
La FSSPX non si trova "dall'altra parte" della Cattedra ma - nella stessa Cattedra - Membri della Fraternità e della Congregazione Dottrina della Fede dovranno confrontarsi e insieme raggiungere una convergenza.
La divergenze sono sì dottrinali, ma la Fraternità non ha introdotto dottrine estranee nella Chiesa né si è inventata un'altra Rivelazione; ciò che afferma è basato sul Magistero di Sempre, che in alcuni punti sembra in contrasto con l'onnipossente (per definizione dei novatori) cv2. E' SOLO su questi punti che si dovranno rivedere le formulazioni del cv2 e la loro effettiva portata dottrinale e dogmatica e darne una autorevole e definitiva interpretazione non ideologica ma di Autorità Magisteriale
E' a tutti noto che la Fraternità non ha alcuno status canonico ed è proprio questo che il Papa vuole risolvere e se, a causa di questo status, i ministeri che essa esercita sono illegittimi - ma non illeciti - gli stessi ministeri sono perfettamente e senza ombra di dubbio alcuno assolutamente VALIDI
Non fate altro che sottolineare questa illegittimità come un disco rotto; ma ormai è ben noto in che termini essa si pone, quindi basta con questa solfa e pensate ai casi vostri, che sono ben più controversi ed è proprio per questo che la Fraternità vi dà così fastidio
"Non fate altro che sottolineare questa illegittimità come un disco rotto"
RispondiEliminaLo dica al Papa lo ha ridetto Lui nel Motu Proprio.
E' un disco rotto il Papa???
Secondo lei si, perchè lo ha ripetuto.
È Roma che deve rendere conto delle dottrine che diffonde, nella misura in cui queste (a partire dal Vaticano II) sono difformi e in certi casi palesemente opposte a ciò che la Chiesa ha sempre infallibilmente insegnato. Al contrario la Fraternità non ha nulla da nascondere e, nella misura in cui aderisce alla dottrina di sempre insegnata dalla Chiesa, è nella verità.
RispondiEliminaRagazzi, mi basta ciò che dice il Papa.
RispondiEliminaCapisco che per alcuni è difficile da digerire ma E' così.
è davvero curioso notare come per i lefebvriani e simpatizzanti, essere esaminati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede appaia come motivo di vanto. In altri tempi si sarebbe detto "sotto processo da parte del Sant'Uffizio", e non doveva certo essere una cosa piacevole...
RispondiElimina"sotto processo da parte del Sant'Uffizio"
RispondiEliminaEffettivamente all'epoca era cosa roba molto....... "scottante"
Il passaggio sotto la direzione della Cdf è buona cosa perchè permetterà di affrontare e (speriamo) risolvere quelle incertezze dottrinali che si trascinano da 40 anni ormai.
RispondiEliminaAntonio
"sotto processo da parte del Sant'Uffizio"
RispondiEliminaEffettivamente all'epoca era cosa roba molto....... "scottante"
questo "fantasma del passato" per la FSSPX non esiste proprio e te lo sei inventato tu
semmai sotto processo, da entrambi i fronti, sono le ambiguità del cv2 e preghiamo tutti che vengano risolte per il bene della Chiesa!
"Sotto la direzione"
RispondiEliminaDirei più che altro sotto la "osservazione".
c) "Sarà compito del Presidente, coadiuvato dal Segretario, sottoporre i principali casi e le questioni di carattere dottrinale allo studio e al discernimento delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede, nonché sottometterne le risultanze alle superiori disposizioni del Sommo Pontefice."
I membri della fraternità non occupano posti di Presidente, ne di Segretario.
"fantasma del passato"
RispondiEliminaL'ultima vittima del "fantasma del passato" è stata la teologia della liberazione.
Anche quei teologi si presentarono baldanzosi e sicuri al "colloquio".
Su Novelliere,non fare il nominalista.
RispondiEliminaTu dici osservazione,va bene.
L'importante è che si chiariscano i punti controversi.
Antono
Lo dica al Papa lo ha ridetto Lui nel Motu Proprio.
RispondiEliminaE' un disco rotto il Papa???
Secondo lei si, perchè lo ha ripetuto.
il Papa ha scritto un documento ufficiale che - insieme a molte altre questioni - afferma la realtà attuale, che tutti conosciamo bene, ben più complessa e anche ricca rispetto alla monotona tiritera dell'illegittimità da lei così trionfalmente sbandierata: è su questo che lei è un disco rotto, non il Papa
Si si disco rotto.
RispondiEliminaE' che mi piace ripetere, alla fine uno capisce, o se non capisce perlomeno...... digerisce!
I membri della fraternità non occupano posti di Presidente, ne di Segretario.
RispondiEliminae allora?
I punti controversi li conoscono tutti: presidente, segretario e lefebvriani
l'importante è che si dialoghi e si faccia Verità. Nessuno deve insegnare o imporre niente a nessuno, devono cercare insieme la Verità e convenirne
"Avete il novo e il vecchio Testamento, E 'l pastor della Chiesa che vi guida: Questo vi basti a vostro salvamento"
RispondiElimina(Dante, Paradiso V, 76-78)
Il problema liturgico passato in secondo piano?
RispondiEliminaForse fa comodo al novelliere pensarlo, e immagino anche perchè, ma le distorsioni liturgiche, le aberrazioni liturgiche, gli scempi liturgici, che derivano da una errata applicazione che hanno purtroppo permesso anche certi testi di bugniniana memoria e ispirazione, sono parte integrante di una deriva dottrinale, di abusi dottrinali gravissimi .
+Qui la fraternità si trova all'altra parte della "cattedra" e sarà tenuta a dar conto della sua interpretazione dottrinale dei testi controversi, non viceversa. "
Mic ha già detto ciò che volevo dire e meglio di quanto avrei saputo fare!
LA FSSPX ha conservata intatta la dottrina cattolica, non ha aggiunto nè tolto niente, non ha inventato dottrine private, pseudo -teologie.
INSIEME si esaminerà se i testi del CV II sono realmente in continuità con la Tradizione.
Ciò che d`altronde domanda anche Mons. Gherarrdini nel suo eccellente libro.
I risultati di questo dialogo, spero saranno benefici a tutta la Chiesa che ha un gran bisogno di capire che cosa ha permesso che un certo spirito si impadronisca dei testi del concilio, per imporre la sua ideologia e zittire ogni altra voce.
Mic io torno ai miei impegni.
RispondiEliminaCiao. Passo più tardi.
Se poi qualche volta ci vediamo le offro un amaro e un caffè.
"INSIEME si esaminerà se i testi del CV II sono realmente in continuità con la Tradizione"
RispondiEliminaERRATO!
La Congregazione per la Dottrina della Fede esaminerà SE quanto afferma la fraternità sui testi, sono in linea col Magistero della Chiesa.
Saluti.
Ma non sì che paura non mi desse la vista che m'apparve d'un leone. Questi parea che contra me venesse con la test'alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l'aere ne temesse.
RispondiElimina"La Congregazione per la Dottrina della Fede esaminerà SE quanto afferma la fraternità sui testi, sono in linea col Magistero della Chiesa.
RispondiEliminaSaluti."
Non serve a nulla coraggioso anonimo che lei scriva errato in grosse lettere....perchè la FSSPX , parte dalla dottrina cattolica, dalla Tradizione cattolica, da quella Tradizione alla luce della quale il Santo Padre a più riprese ha detto deve essere letto e interpretato il Vaticano II.
Però quanto è buffo l`anonimato dietro il quale si celano coloro che con ogni evidenza non sono in sintonia con la linea di questo blog!
Io ho un impressione....badate,è solo un'idea. Cosa ci insegna l'esperienza? in genere il Sacerdote "tradizionalista" è un purista su ogni campo. Anche, a forziori, nel campo dottrinale. Ergo, FFSPX compresa nella galassia tradizionalista, che paura o che difficoltà potrebbe avere nel trattare con la COngregazione per la Dottrina della Fede? a mio parere pochine... Al contrario non scordiamoci che L'Ecclesia Dei è uno dei "dicasteri" più bersagliati dai fedeli in maniera diretta. Ragioniamo: "il mio vescovo non vuole la Santa Messa di San Pio V...Che fo? pronto Ecclesia Dei?". Ora non sarà solo L'Ecclesia Dei ma , soprattutto l'ex sant'Uffizio... e questo varrà per tutti... Lefebvriani o meno. Il presule riottoso di turno dovrà quindi rispondere a ben altro interlocutore, e rispondere anche delle relative motivazioni del diniego. Un conto è rispondere a L'Ecclesia Dei. Ben altro.... Mi spiego?
RispondiEliminaSimone da Varazze
"dalla Tradizione cattolica, da quella Tradizione"
RispondiEliminaNon mi risulta che faccia parte della Tradizione cattolica, ordinare vescovi senza mandato pontificio, ne mettere in dubbio un Concilio, ne rifiutare il Magistero dei Papi successivi al Concilio, ne essere nella "illeggittimità" canonica, ne tantomeno esercitare ministeri illegittimi.
Quindi credo che davanti alla parola cattolica ci starebbe bene un -prefisso-
Quanto al mio anonimato non è il tema del post, se ne faccia una ragione. Se ha terminato gli argomenti sul post non è mio problema.
a leggere certi commenti sembra quasi che sia il Papa che debba rientrare in comunione con i lefebvriani e non viceversa. Avete davvero un grande rispetto per la Sacra Gerarchia. Complimenti
RispondiEliminagerarchia?
RispondiEliminanon si sente nominare don Bux e Mons. Perl. nei componenti
che sara successo?
cadono molte speranze
brutta cosa i conti senza l'oste
senza l'oste
RispondiEliminahai l'aria di sapere anche chi è l'"oste", vero Anonimo?
affermi cose anche sballate con molta sicumera.
ma è il Signore che mette i confini al male ed è Lui ha in mano la Storia, anche questa brutta storia: chi è con Lui non ha nulla da temere
sento i piedi poggiare su solida pietr(o)a di fondamento, una "roccia" durissima
RispondiEliminaal sicuro dietro bronzee porte, dove non si prevarra
questo anonimo e' una mina vagante
RispondiEliminanon ci sara' nessuno credo che debba stare di qua o di la del tavolo .
il Santo Padre se ha rimesso le scomuniche lo ha fatto non in maniera asfissiante per la fraternita' SSPIOX . I ''LEFEVRIANI ,, SONO SEMPRE STATI E SONO CATTOLICI , DI CERTO PIU' DI KASPER E COMPANY ,
IL COLLABORARE CON ROMA sara' un collaborare per il ''BENE DELLA CHIESA . PERCHE SI INSTAURI TUTTO IN CRISTO CERTO CI SARANNO DELLE DIFFICOLTA' MA CI SARA' ANCHE DISPONIBILITA' NEL SUPERARLE SARA UN LAVORARE DURO PER IL BENE DELLA CHIESA ,, . MONSIGNOR FELLAY .
se la Chiesa avesse avuto a suo tempo un PONTEFICE tipo GPAOLO II BENEDETTOXVI , IL CASO LEFEVRE NON CI SAREBBE STATO .
A suo tempo quando fu imposto il messale di PAOLOVI , SI IMPOSTO !!!! FU IMPOSTO IN UN CLIMA DI PERSECUZIONE , DA CATACOMBE . HO CONOSCIUTO SACERDOTI MORTI PER IL DOLORE PER AVER SUBITO LA GOGNA , MESSI AL BANDO COME DEGLI APPESTATI E QUESTO , CHI DA SEMPRE E' RIMASTO FEDELE ALLA TRADIZIONE , NON SE LO E' DIMENTICATO !!!!!!!!!!!!! SE NE TEM
NGA CONTO !!!!!!!!!!!!!!!!
Il Novelliere non solo è noioso, ma non sta in sé dalla perfida gioia per il fatto che, a suo avviso, la Fraternità finalmente vien sottoposta a giudizio dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
RispondiEliminaE questo atteggiamento, estremamente superficiale e riprovevole, lo porta anche a veder ciò che nel Motu Proprio non c’è. E sciocchezze simili scrive anche qualche altro anonimo: oh, se s’imparasse a leggere e a documentarsi prima di scrivere!
Il por la questione dei colloqui dottrinali come una guerra con vincitori e vinti è assolutamente errato. Se i colloqui dovessero fallire, la sconfitta, sia chiaro, sarebbe di tutti i cattolici: perché il protrarsi di una rottura, anche se, come ho riportato in altro post, il card. Castrillon sa e pubblicamente afferma che non si può parlar di vero scisma, vien avvertito con sempre maggior dolore da tutti i veri cattolici, a cominciar dal Papa che nel suo documento in esame lo ribadisce a chiare lettere.
Non c’è alcun processo, nessun “redde rationem”. Finalmente iniziano quei colloqui dottrinali che la Fraternità ha chiesto senza interruzione ma invano per 40 anni e la cui necessità il Papa ha alfine formalizzato nel Summorum Pontificum.
Non c’è da una parte l’inquisitore che accusa e dall’altra l’eretico che tenta di difendersi.
Ci saranno due delegazioni: una di esperti dell’Ecclesia Dei – di cui fa parte pure il card. Levada (anche Ratzinger Prefetto della Fede era membro dell’Ecclesia Dei) - ed una di esperti della Fraternità, che, detto tra parentesi, ora si potrà avvalere anche delle risultanze del profondo studio di mons. Gherardini sul Vaticano II. E Gherardini è un’autorità in campo teologico.
I nodi cruciali cominciano ad esser affrontati in modo serio e sistematico, verbalmente e per iscritto, ed anche in spirito di carità nella verità: il Motu Proprio di Benedetto XVI a questo tende.
Da questi colloqui ci si aspetta un solo risultato: la certezza che quanto sostenuto in alcuni documenti o parti di documenti conciliari sia in effettiva continuità col Magistero precedente. L’insistenza del Papa sull’ermeneutica della continuità qualcosa deve pur significare. Se un concilio non è di per se stesso ultima istanza di verità ma dev’esser confortato dal Magistero precedente che la verità esprime, c’è qualcosa che non torna.
Esiste una frattura? I “dubia”, che non son soltanto di parte lefebvriana, han ragione d’esistere? V’è un difetto di linguaggio che rende equivoci documenti o parti di esso? Certe affermazioni, anche se contenute in costituzioni cosiddette dogmatiche, son verità vincolanti o son semplicemente affermazioni pastorali o pareri teologici che possono esser considerati non obbliganti in coscienza? Qual è la nota generale del concilio? Un concilio pastorale può esser dogmatizzato post factum? Queste risposte le deve dare la S. Sede che le elaborerà insieme alla S. Pio X, se si trovano concreti punti di convergenza, In caso contrario ci saranno relazioni distinte.
Ma la parola finale spetta al Sommo Pontefice.
Il Papa apre la porta a questi colloqui al fine di sanare una ferita nella Chiesa. Egli parla esattamente di “ritrovare la via della PIENA COMUNIONE”, riprendendo un’espressione del card. Castrillon, perché la comunione c’è ma dev’esser più perfetta.
Lo spirito del Papa è quello del Padre; dalla Fraternità si risponde con uno spirito filiale.
Se non scattan le trappole di settori curiali ostili, se non ci sarann bastoni frapposti da qualche frangia estremista della Fraternità, i colloqui arriveranno a buon fine. E si farà festa in cielo ed in terra.
sento i piedi poggiare su solida pietr(o)a di fondamento, una "roccia" durissima
RispondiEliminaal sicuro dietro bronzee porte, dove non si prevarra
sento i piedi poggiare sulle 'sabbie mobili' di questa temperie infida, ma i miei piedi e le mie mani sono inchiodati ad una Croce insieme al mio Signore (infatti in questa situazione e vedendo chi abbiamo davanti non possiamo che pregare e soffrire con Lui), che prima di uscire vittorioso dal Sepolcro di lì è dovuto passare e saremo in tanti a non lasciarlo solo mentre c'è chi si sente al sicuro dietro a bronzee porte e da quella Croce, altro che bronzee porte, l'orizzonte immenso di Dio SS. Trinità ci contiene e ci sostiene
Qualcuno sa che cosa "diventa" Mons. Perl che era vicepresidente della Ecclesia Dei?
RispondiEliminasi rimane stupiti a leggere certi astiosi commenti giustificati soltanto dall'ignoranza di certe circostanze, se non dal pregiudizio.
RispondiEliminaLe cose sono molto semplici:la Fraternità di San Pio X, come mi pare dicesse molto bene Mic, non ha dottrine nuove da sottoporre alla Congregazione della dottina della fede, non ha interpretazioni teologiche nuove, ma si basa sulla fede di sempre di cui non ha rinnegato nulla, sul catechismo di San Pio X , che, mi auguro non dovrebbe essere considerato eretico dalla Congregazione. La Fraternità ha soltanto da esporre le sue perplessità su passi o interpretazioni di alcuni documenti conciliari, questi sì nuovi, che la stessa ritiene, atorto o a ragione, non in linea con il Magistero dei Papi precedenti.
Qui non ci piove: un documento conciliare o la sua interpretazione non può essere in contrasto con il magistero infallibile precedente. E'inutile che certi commentatori si trincerino sempre dietro paraventi fumosi dei luoghi comuni e degli slogans.
Apprezzo invece molto il Prof. Pastorelli per la sua chiarezza e logicità.
Gabri
Egli parla esattamente di “ritrovare la via della PIENA COMUNIONE”, riprendendo un’espressione del card. Castrillon, perché la comunione c’è ma dev’esser più perfetta.
RispondiEliminaLo spirito del Papa è quello del Padre; dalla Fraternità si risponde con uno spirito filiale.
Se non scattan le trappole di settori curiali ostili, se non ci sarann bastoni frapposti da qualche frangia estremista della Fraternità, i colloqui arriveranno a buon fine. E si farà festa in cielo ed in terra.
Amen. E' per questo che preghiamo e in questo che speriamo.
Grazie per l'excursus completo e chiarissimo!
Papa(à) nel frattempo ne parliamo, mi ordino un po di sacerdoti...... illegittimamente..........
RispondiEliminasai non si può mai sapere.........
che ....... "spirito filiale"
Sapete come la penso sulla FSSPX. Tuttavia la via della piena comunione rimane la cosa più auspicabile, concordo con Pastorelli, perchè in caso contrario l'evidenza dello scisma ferirebbe la Santa Chiesa tutta.
RispondiEliminaA noi non resta che pregare affinchè questo non accada nella speranza che dei fratelli possano tornare legittimamente e lecitamente ad operare nella Chiesa.
Lasciatemi però dire che, se è vero che la Santa Sede deve delle risposte chiarificatrici sulla continuità della tradizione, anche da parte della Fraternità debbono farsi passi avanti verso il Concilio V. II, che ancora oggi non viene accettato da essi nemmeno dal punto di vista pastorale.
Che lo Spirito illumini le menti di questi uomini.
A noi, oltre che polemizzare, non ci resta che pregare.
"Quanto al mio anonimato non è il tema del post, se ne faccia una ragione. Se ha terminato gli argomenti sul post non è mio problema. "
RispondiEliminaCaro arrogante e codardo anonimo che cosa teme?
Se il gestore del blog accetta gli anonimi, non posso che accettarlo, anche se vorrei suggerire alla redazione di rifiutare i commenti anonimi, ancor più quando sono di un certo tipo!
Quale interesse può avere una persona che con ogni evidenza non simpatizza con l`ispirazione di questo sito, ma lo stesso vale per altri siti legati al Tradizione, di venire con arroganza e supponenza a scaricare veleno, astio o ironia ?
SIGNOR ANONIMO ,
RispondiEliminaSIA RESA GLORIA AL SIGNORE IDDIO SE LA FRATERNITA' SAN PIO X CI FA DONO DI SACERDOTI , IN QUESTI TEMPI DI ABBONDANZA POI !!!!.... , E SACERDOTI VERI CON LE PALLE ..... .
FINO ALLA NOIA E' STATO DETTO DEI SEMINARI VUOTI , DELLA CHIESE VUOTE , E TANTE BELLE ALTRE COSE NO!?!?
SALUTI !!!!!!!!!!!!!
A noi, oltre che polemizzare, non ci resta che pregare.
RispondiEliminaa noi non piace polemizzare, Giovanni. Ma se si leggono affermazioni pretestuose è necessario precisare i termini esatti della questione.
Non riesco a capire, perché dietro all'apparente smielatura, torni a parlare di 'scisma'. Quale scisma, di grazia? La Fraternità non si è MAI SEPARATA dalla CVhiesa né dal Papa!
Non si può fare nessun passo avanti verso l'errore, quindi che la FSSPX stia lontana dal Vaticano II
RispondiEliminaLUISA NON TE LA PRENDE
RispondiEliminaCERTI TIPI INVECE LI TROVO DIVERTENTI .
E POI ESSERE DISPREZZATI DI QUESTI TEMPI E DA CERTE PERSONE PER ME E' SOLO UN PUNTO D' ONORE !!!!!!!!!!
Spiacente se non sono..... allineato.
RispondiEliminaPerò do atto che la redazione, ove non nota offesa ne menzogna, non censura.
Tollera la mia arroganza e supponenza, veleno, astio e ironia.
E do atto che i Redattori esercitano nei miei confronti quella opera di carità cristiana, quella misericordia spirituale, di "sopportare pazientemente le persone moleste".
Questo va ascritto a merito dei cortesi Redattori ed è prova delle loro Virtù cristiane.
Operi cosi anche lei e le verrà ascritto a merito.
Papa(à) nel frattempo ne parliamo, mi ordino un po di sacerdoti...... illegittimamente..........
RispondiEliminasai non si può mai sapere.........
che ....... "spirito filiale"
l'ironico Anonimo dimentica (o non sa o finge di non sapere) che ogni anno a giugno avvengono le ordinazioni e nessuno le aveva sospese e per lo meno sono sacerdoti cattolici.doc
Stesso merito ha il Sig: Pastorelli, che più dei termini di "noiosa zanzara" o presuntuoso (e lo sono lo ammetto) non si spinge.
RispondiEliminaEleganza garbo e signorilità.
Va dato atto!
Oh, mic, devi trovare qualcosa su cui fare POLEMICA!
RispondiEliminaIl termine italiano "Polemizzare" non è solo la polemica cattiva che fai in questo momento.
In secondo luogo, ho premesso, che se i confronti non dovessero andare a buon fine, tu come lo chiameresti? Non ti piace "scisma"? Chiamiamolo "separazione", "scissione". Se, e sottolineo SE, Dio non voglia, il "tavolo" dovesse essere lasciato dalle due parti, sarebbe inutile continuare a sperare nella PIENA COMUNIONE.
A volte sembra quasi che tu voglia con tutte le tue forze fraintedere le mie parole. Rilassati, please! :)
"Non si può fare nessun passo avanti verso l'errore, quindi che la FSSPX stia lontana dal Vaticano II"
RispondiEliminaOn ne sait jamais des fois que le Vatican II attrape la gale!
Ahahahah!!!
Peccato che non si possa mettere le faccine!
Effettivamente davanti a commenti di questo genere non resta che una franca e sonora risata!
A volte sembra quasi che tu voglia con tutte le tue forze fraintedere le mie parole. Rilassati, please! :)
RispondiEliminaavere delle reazioni all'anfibologia ;) non significa non essere rilassati!
però adesso TE SALUTO passo e chiudo qui
Ai cari confratelli astiosi, livorosi e tenacemente anonimi qui comparenti.
RispondiEliminaPer voi è un esame dottrinale che vien fatto alla fraternità S.Pio X, per me è un esame che vien fatto al Concilio, proprio quel concilio di cui voi vi riempite la bocca e che considerate alla stregua di un nuovo evangelo.
Vi rendete conto confratelli ciò che un tempo non tanto lontano era considerato come una bestemmia, mettere in dubbio il significato d alcuni passi conciliari, ora viene addirittura oggetto di colloqui. Il che dimostra che quei testi sono così chiari che dopo 40 non si sa ancora come interpretarli.
E DI QUESTO DOBBIAMO RINGRAZIARE LA FSSPX. SE NON FOSSE STATO PER LORO IL CONCILIO AVREBBE SOSTITUITO VANGELO E TRADIZIONE
RICORDATEVELO ANONIMI REVERENDI
Credo che un amplissima letteratura mostri come il Vat II costituisca o avvii in molti punti qualcosa di nuovo che non aveva in se' la tradizione cattolica precedente. Il problema c'e', come il libro di Mons. Gherardini dimostra.
RispondiEliminaLa Fraternita' per contro nn ha inventato nulla.
Il Concilo e' pastorale?? altra domanda... ? bene teniamo tutti presente che si e' aperto e chiuso in un epoca definitivamente tramontata.... e forse in alcune pagine subiva l'influsso proprio di tempi ora conclusi.
Forse chi vuole dogmatizzare il CVII veramente vuole fermarsi in un epoca finita.... l'epoca della grande illusione... dell'utopia...
Infine nessuno mai che si prenda la briga e il rischio di risposte pertinenti sulle osservazioni critiche alla nuova Messa dei card. Bacci e Ottaviani.
Speriamo che tutti questi nodi vengano al pettine e GRAZIE A CHI ha avuto il carattere e la forza di portarli fino a questo livello.... DA SOLI E CONTRO TUTTI.
Certo, crogioliamoci ognuno nella sua convinzione.
RispondiEliminaAlla fine la Santa Madre Chiesa avrà l'ultima parola. Incontestabile.
P.s non sono un suo confratello
per don gian luigi e anonimo ha detto
RispondiEliminadi sicuro e ne sono convinto , NON SO come sarebbe la CHESA OGGI e se avremmo potuto chiamarla ancora CATTOLICA , senza la figura di MONSIGNOR LEFEBVRE .
Dobbiamo riconoscerne i meriti di un vecchio , che da SOLO in armi ha sfidato la CHIESA per difendere i principi eterni ed immutabili ....
"Sfidare" la Chiesa, "in armi", non la vedo una espressione felice, e nemmeno cattolica.
RispondiEliminaLa Chiesa si ama con l'obbedienza.
Lo sfidante della Chiesa sappiamo chi è, meglio non nominarlo......
Speriamo davvero che i colloqui dottrinali, si concludano in maniera positiva,anche se bisogna essere realisti, è molto difficile che ciò possa avvenire. Si perchè, o la S.Sede ammette, che effettivamente alcuni di quei documenti contengono errori, cosa che ritengo impossibile possa avvenire, perchè dovrebbero ammettere che hanno avuto torto in questi 40 anni, e il colpo che ne deriverebbe per la Chiesa sarebbe devastante. Oppure la FSSPX, accetterà i documenti conciliari così come sono, rinnegando di fatto l'opera di mons. Lefebvre e rendendo inutile, ciò che è stato fatto fino ad oggi. Insomma qualcuno dovrà cedere, perciò, temo che sia quasi impossibile che avvenga questa riconciliazione, salvo un miracolo del Signore.
RispondiEliminae si che ho nominato il demonio ....
RispondiEliminaLEFEBVRE NON era in novellino ... se ha disubbidito alla CHIESA , E' stato SOLO perche ' aveva la vista lunga ed e' stato profetico per tante cose .
ma dico il ceffo di linz che porta il SANTISSIMO SACRAMENTO infilzato su una picca va bene ,,, e tutto ok !?!?! ... non facciamo tante chiacchiere ozioze fa il piacere vai !!! .
Anonimo ha detto...
RispondiEliminaANONIMO HA SCRITTO
Stesso merito ha il Sig: Pastorelli, che più dei termini di "noiosa zanzara" o presuntuoso (e lo sono lo ammetto) non si spinge.
Eleganza garbo e signorilità.
Va dato atto!
8 luglio 2009 17.50
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Prima di far la predica agli altri, "medice, cura te ipsum"!
Non sembra le abbia fatto la predica. Le ho dato atto della sua correttezza.
RispondiEliminaIl presuntuoso me lo diedi da me tanti post fa, e lei lo riprese.
La noiosa zanzara non è offensivo e lo ha usato lei.
E non ha torto.
Se poi non accetta, ritiro ciò che ho detto.
SFIDARE LA CHIESA?
RispondiEliminaMons. Lefebvre non l'ha mai fatto.
Ha lottato contro il degrado morale, liturgico e dottrinale di settori ecclesiastici. A lui il concilio letto alla luce della Tradizione era sufficiente, purché ci fossero i chiarimenti dottrinali di cui ora la S. Sede riconosce la necessità.
Nella sua mens non poteva e non voleva sfidare la Chiesa, che va ben oltre un concilio pastorale. Lui pensava di render ancora un servizio alla Chiesa che sempre aveva servito con eroismo e fedeltà. Ed in continuazione questo ha proclamato.
Nella "battaglia per la sopravivenza" come lui la definiva, certo nel linguaggio la Fraternità e lo stesso vescovo son andati oltre il dovuto: ma la tempra di Lefebvre era quella del missionario dal linguaggio biblico e profetico. Credo che questo "genere letterario" possa spiegar certi toni.
La storia credo che rivedrà certi giudizi pronunciati sull'onda dell'emotività e della chiusura.
Alla base di tutto il difetto d'amore di Paolo VI e la sua ostinata negazione del diritto di esitenza ad un rito che non poteva esser abrogato.
Sicome un anonimo fa la predica agli altri, ad es. a Luisa, a Mic ecc., non avendo il buon senso di darvi almeno un nick, non sempre riesco a distinguere di quale ano imo si tratti.
RispondiEliminaNon alluidevo all'attenzione a me rivolta.
SIG PASTORELLI
RispondiEliminaHA FATTO BENISSIMO A RIPRENDERMI CIRCA '' HA SFIDATO LA CHIESA ,, MA NEMMENO ''HA DISOBBEDITO ,, .... ADESSO DOPO PIU' DI QUARANTANNI CONOSCIAMO E VEDIAMO BENISSIMO CHI IN VERITA' E' DSOBBEDIENTE E CHI SFIDA LA CHIESA CATTOLICA !!!!!!!!!!!!!
Alla Redazione.
RispondiEliminaGrazie l'ho visto il link. E' a caratteri cubitali quasi.
Signori, non ho scuse, non è questione di vista. E' questione che mi sto rimbambendo.
Caro Anonimo...
RispondiEliminaArrendersi difronte all'evidenza dei FATTI e' segno di buon senso e di animo corretto.
Se lei non e' mi confratello a me poco importa e anzi ci rido sopra allegramente.
Una amplissima bibliografia testimonia la presenza di troppi problemi e contradizioni. Lo stesso Pontefice per trovarvi una soluzione razionale parla ora di ermeneutica della continuita'....
(sara' sufficiente?? nn lo so'.. ma e' gia' una prima risposta contr precedenti silenzi assordanti), segno e' che i problemi
il CVII con se' li' porta e li crea.
Vado regolarmente alle Messe conciliari,ma nn per questo ho intenzione di negarmi un po' di spirito critico.
Mons. Lefebvre... un uomo di gran valore e un sacerdote fecondo e zelante....
Il Concilio Vat II° e' frutto di un' epoca che pensava che tutto fosse conciliabile il mondo e la Chiesa...
I fatti realisticamente sono altri sono altri...
RIPETO E' UNA STAGIONE STORICA CHIUSA. NESSUNO CI CREDE PIU' A PROSPETTIVE SIMILI.
TRANNE QUALCHE NOSTALGICO, SEMPLICE CONSERVATORE DI UN FRAMMENTO DI STORIA DI APPENA QUALCHE DECENNIO.
Se ho capito bene l' anonimo è don Gianluigi.
RispondiEliminaAllora, quando ragioniamo pacatamente mi piace tanto. La ringrazio del complimento, troppo buono, ma non lo merito.
Se entriamo nella logica anche io capisco il perchè dell'ermeneutica della continuità che ripete il Papa. Ma non la farei così grave.
Punto due Altro distinguo: una cosa è l giusta critica, una cosa l'attacco frontale a piè pari al Concilio.
Terzo, il valore a Mons. Lefebvre lo daranno i vescovi e i sacerdoti della fraternità. E con la piega che hanno preso (vedi punto due) non gli faranno fare bella figura.
Mi auguro che ci sia un po più di umiltà. Il loro sito è "visibile" e leggibile, come i loro opuscoli.
E mi permetta, sarebbe il caso che su alcune cose abbasssassero la testa.
Una cosa è una critica ai Documenti conciliari, altra è la critica, se non l'attacco alla Chiesa ed ai Papi postconciliari. Credo di saperlo qualcosa e di raffazzonarlo qualche ragionamento.
Cordiali saluti.
Riassunto:
RispondiEliminaLa FSSPX chiedeva la "liberalizzazione" della messa antica e la Santa Sede, dopo 40 l'ha concessa motu propio; la FssPX affermava che il rito antico non era abolito e la Santa Sede, dopo decenni in cui si comportava come se fosse abolito, ha ufficialmente riconosciuto che in realtà non era abolito.
La FSSPX è da decenni che chiede colloqui chiarificatori e la Santa Sede, che per decenni ha detto che non c'era nulla da chiarire, ora fa propia l'esigenza di questi colloqui.
La sottolineatura che sarà il Papa ad avere l'ultima parola appare come una sorta di monito ai molti che han distrutto intere foreste (nere o di qualsiasi altro colore siano) per preparare i bastoni da mettere tra le ruote: lavoro inutile quanto lo fu la pressione perché non ci fosse il motu propio SM.
INNOMINATO
Il riassunto è troppo "riassunto", contiene troppe omissioni e nella sua brevità già conta una imprecisione (l'anno scorso a giugno bastava accettare cinque punti e la FSSPX era già nella Chiesa da un anno, senza "colloqui" e già al lavoro...)
RispondiEliminaEsattamente i fatti sono questi....
RispondiEliminabrevemente riassunti....... non e' che si possano vedere in altro modo!!!!!!!!
cme penultimo anonimo... tengo a precisare che nn sono Don Gianluigi.
Penso cmq che troppe volte manchi su questo blog (nella pur legittima differenza di opinioni) un minimo di civile educazione e cristiano rispetto.....
Caro Innominato, grazie per il suo commento !
RispondiEliminaIl mio non è affatto un bemol, ma solo un auspicio.
Il Santo Padre ha promulgato il Summorum, Pontificum ma non sembra, dico sembra, sorvegliare la sua applicazione.
Sappiamo quanti vescovi ostacolano l`applicazione del SP, disobbediscono apertamente, non ho visto sinora sanzioni e nemmeno effetti visibili di un eventuale intervento del Papa dietro le quinte, con la discrezione e il tatto che lo caratterizzano.
La disobbedienza del clero che sta diventando una piaga della Chiesa provocata proprio da coloro che dovrebbero prender cura del gregge, non sembra provocare reazioni .
Dico questo perchè spero che nel dialogo con la FSSPX, il Santo Padre avrà un reale controllo,che seguirà da vicino le discussioni.
In lui ho fiducia, non mi spingo sino a dire, solo in lui...
A proposito leggevo un articolo di Izzo, in cui sembra il Papa riproponga l'accettazione dei 5 punti:
RispondiElimina1) promettiamo di essere sempre fedeli alla Chiesa Cattolica e al romano Pontefice, suo Pastore Supremo, Vicario di Cristo, Successore del Beato Pietro nel suo primato e Capo del corpo dei vescovi.
2) Dichiariamo di accettare la dottrina contenuta nel n. 25 della Costituzione dogmatica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II sul Magistero ecclesiastico e sull'adesione che gli e' dovuta.
3) A proposito di certi punti insegnati dal Concilio Vaticano II o relativi alle riforme posteriori della liturgia e del diritto, che ci sembrano difficilmente conciliabili con la Tradizione, ci impegniamo ad assumere un atteggiamento positivo e di comunicazione con la Sede Apostolica, evitando ogni polemica.
4) Dichiariamo inoltre di riconoscere la validita' del Sacrificio della messa e dei sacramenti celebrati con l'intenzione di fare cio' che fa la Chiesa e secondo i riti indicati nelle edizioni tipiche del messale romano e dei rituali dei sacramenti promulgati dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II.
5) Infine promettiamo di rispettare la disciplina comune della Chiesa e le leggi ecclesiastiche, specialmente quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico promulgato dal Papa Giovanni Paolo II, fatta salva la disciplina speciale concessa alla Fraternita' con legge particolare".
Recenti dichiarazioni del superiore della Fraternita' San Pio X, mons. Bernard Fellay, confermano la disponibilita' dei lefebvriani ad accettare quanto previsto in questi 5 punti, che anche il Papa ritiene ancora validi se nel documento di oggi li ha richiamti.
All'anonimo che crede mie parole quelle scritte da un anonimo.
RispondiEliminaCaro Anonimo con tutti sti anonimi non ci capisco più nulla. Io di certo mi firmo con nome cognome e indirizzo e non sono mai anonimo.
don gianluigi braga lucino como
Scusate, ma mi pare che si sia troppo monopolizzato la discussione sul problema FSSPX/S. Sede, certo interessante, ma non l'unico aspetto sul tavolo.
RispondiEliminaVoglio dire che da fedele che desidera in primis l'applicazione del Summorum Pontificum, sono un po' preoccupato adesso, che mi ritrovo senza la Ecclesia Dei che conoscevo. Insomma, se il vescovo nega o ci sono intralci, a questo punto devo riferirmi a Levada? E come è possibile che questi, che neppure è così tanto entusiasta della cosa e già è assai occupato, essendo Prefetto della Congregazione più importante e della Commissione teologia internaizonale, possa intervenire?
Non pensate che se la cosa vien delegata a questo mons. Pozzo, che non conosciamo tra l'altro, si perda notevolmente la capacità di far pressione sui vescovi, essendo costui un semplice prete? Se già adesso i vescovi non si pongono problemi a porsi in contrasto con un cardinale?
E com'è possibile che Pozzo e altri officiali gestiscano anche tutto il problema del rito, alla luce delle disposizioni del motu proprio? vale a dire, il calendario, i nuovi santi, i dubbi proposti da preti e laici ecc.? Insomma, resto di stucco...si parlava di potenziare la Commissione Eccl.Dei, mentre adesso se ne riduce largamente l'organico. E che fine ha fatto la famosa istruzione-circolare applicativa del motu proprio?
Infine, lasciamo che sia il Vaticano a gestire questi importanti colloqui e noi preoccupiamoci di questi aspetti, che ci toccano più da vicino e sui quali forse abbiamo anche un qualche diritto di parola.
Redazione, se ci sei, batti un colpo!
D.P.
I punti che uno dei tanti ostinati anonimi incapaci di inventarsi un nick, sono quelli dell'accordo Lefebvre-Ratzinger e che sono stati accettati dal Buon Pastore, da Campos, dalla Fraternità S. Pietro.
RispondiEliminaNon mi risulta che, a cominciare dalla Fraternità S. Pietro, staccatasi da Lefebvre dopo le consacrazioni episcopali, nell'88, queste associazioni abbian mai affrontato con la S. Sede i punti controversi del Concilio, che pure per queste comunità persistono, continuando esse ad aver sul Vaticano II le stesse riserve della Fraternità S. Pio X e che eran anche le loro, ma a cui han messo la sordina.
Che senso può avere, allora, un accordo così vago e di puro e semplice carattere pratico?
Mi sembra molto più costruttivo e serio che, prima del riconoscimento canonico, si sviscerino i problemi e si trovi una soluzione che non crei ulteriore confusione.
Come si può esser in comunione perfetta, come si presume siano gli Istituti di cui sopra (meglio: come si cerca di darcela a bere dall'una e dall'altra parte) se poi si mantengon riserve su punti centrali del concilio?
La Fraternità avrebbe potuto veder regolarizzata da tempo la sua posizione: ad un certo punto sembra sia stata offerta ai suoi vescovi persino la guida di tutte le comunità "tradizionaliste". Ma ha preferito rimaner "ai margini" per non vivere "dentro" nell'equivoco e nei compromessi.
Il D.P. del commento 8 luglio 2009 22.40 dice cose giuste.
RispondiEliminaIn effetti è da prevedersi rapidamente il declassamento e la limitazione del raggio d'azione della Commissione. E' il classico caso del proverbio: chi troppo vuole, nulla stringe.
La presenza di un masso ingombrante come il motu proprio SPC ha raggiunto il solo risultato di ricompattare tutti gli avversari, lasciando perplessi molti tutt'altro che progressisti.
Sarebbe stato meglio:
- stare nella situazione codificata da Wojtyla
- ed erodere le resistenze spiritoconciliari, attraverso:
- la via stretta dello studio rigoroso e della conseguente pubblicistica divulgativa, ma anche accademica
- lavorando così per l'autoriforma della riforma liturgica in senso più tradizionale
- rafforzando progressivamente ma senza strappi l'influenza e la capacità propulsiva e dissuasiva dell'Ecclesia Dei.
La discutibile gestione del caso Williamson non è che la punta dell'iceberg.
Se poi si aggiunge che SPC sembra scritto da giuristi con l'unico scopo di farlo agevolmente sabotare, il cerchio si chiude.
Mi sa tanto che il rimedio è stato peggiore del male.
La presenza nell'Ecclesia Dei di membri di varie congregazioni, compreso il Prefetto della CDF, avrebbe dovuto esser sufficiente a garantir la correttezza dottrinale
RispondiEliminadelle misure adottate.
S'era pensato in Curia, in un primo momento, ad una elevazione della Commissionae al rango di Congregazione. Poi s'è deciso per altra soluzione. Sinceramente non so quanto sarà produttiva tale scelta, che senza meno produrrà lungaggini burocratiche come minimo.
Signori commentatori,
RispondiEliminaquesto blog vorrebbe essere, più che un agone eristico, un ausilio informativo per chi lo legge e i commenti servono ad integrare e approfondire quelle informazioni.
Ma leggere l'ennesimo commento pro o contro Lefebvre o lo spirito del Concilio, diventa alfine inutile. Specie in considerazione del fatto che i commenti, solo oggi, sono stati 170!
Quindi, Signori, dovremo essere più rigorosi nella regola del rispetto dell'argomento trattato nel post. Per rispetto del lettore, che cerca nei commenti non le schermaglie verbali tra contraddittori, bensì quelle ulteriori informazioni o considerazioni che altri frequentatori del blog hanno voluto generosamente condividere.
E ancora, a tutti gli anonimi: o vi date un soprannome qualsiasi (fossero pure "bugninisantosubito" o "extramanipulumnullasalus"), oppure...
Dovete semplicemente selezionare, dopo aver scritto il commento, la casellina Nome/URL, inserire il nominativo di vostra fantasia nella riga del nome, lasciare in bianco la casella URL (se non volete metterci il link a un vostro sito) e via, il gioco è fatto!
La solita MANFRINA dell'autorità, del Supremo Pastore ,l'obbedienza.... Tutte cose SACROSANTE... fino a 50 anni fa e tirate fuori ad hoc solo per i "tradizionalisti", gli altri fanno un pò come cacchio gli pare!!! Infatti oggi nel caos post-conciliare vale tutto ed il contrario di tutto. Il C. V. II non ha definito nessun Dogma, niente di vincolante per la Fede .....ma i "Lefebvriani" se non lo accettano non possono essere riammessi nella Chiesa!?!?!
RispondiEliminaChe cosa dovrebbero accettare, se niente è vincolante??? Non si capisce bene. Dovrebbero accettare il nuovo corso ecclesiale intriso di porcate ecumeniste, di baci del Corano, di baciapiedi di eretici, di ammucchiate sincretiste? Dovrebbero forse credere che i Giudei non necessitano di Cristo per salvarsi? Dovrebbero credere che gli eretici fanno parte della Chiesa di Cristo senza professarne le Fede??
Il fatto è che ... i "Lefebvriani" hanno bisogno di una legittimità canonica e la Chiesa di oggi ha bisogno di loro perchè ha la coscienza sporca. Non conviene nè a gli uni nè agli altri sconfessarsi a vicenda. Bendetto XVI non ha promulgato il Motu proprio e tolto la scomunica perchè mosso a pietà esprimendo un gesto di" paterna misericordia". La misericordia la fa anche a se stesso perchè sa che le cose non vanno bene e si sente in colpa, forse, per il suo passato da teologo modernista. La Nuova Chiesa immaginata da Montini è un fallimento totale che sta sotto gli occhi di tutti. La "Chiesa Conciliare" ha cominciato ad autodistruggersi col suo stesso nascere.Il Papa giustamente ha condannato il Relativismo. Ma non sono forse gli stessi documenti conciliari ed il Magistero post-conciliare che hanno alimentato il relativismo teologico-dottrinale?
L'ecumenismo non è forse esso stesso generatore di confusione tra le menti dei semplici, che vedono il Papa mescolato a Stregoni, adoratori del dio alluce, adoratori delle vacche, degli spiriti della foresta, seguaci di Maometto, di Lutero etc..?? I semplici , aldilà delle elucubrazioni e dei documenti delle commissioni teologiche ( che i semplici non leggono) pensano che tutto può cambiare....persino la Messa. Questo non è relativismo????
caro filippo
RispondiEliminacondivido IN PIENO il tuo commento .
la redazione inoltre fa benissimo a riprenderci , ma come poter discutere della LITURGIA e del CVII , IGNORANDO monsignor LEFEBVRE o la FRATERNITA'
SSPIOX ?????? .
Non è che non si possa parlare della FSSPX e di Lefebvre. Anzi.
RispondiEliminaMa non han senso 80 commenti di invettive o apologie su Lefebvre, oppure geremiadi o esaltazioni dello stato attuale della Chiesa. Quanto l'argomento da trattare, e che pochi hanno affrontato nei commenti, è piuttosto: che prospettive apre questo nuovo motu proprio? Come sarà Levada? Che fine ha fatto mons. Perl? A chi vanno le competenze dell'Ecclesia Dei liturgiche e quelle di cui al Summorum Pontificum, visto che questo nuovo MP non ne fa cenno?
Non sono argomenti più interessanti?
Sacrosanto il richiamo della redazione.
RispondiEliminaA parer mio, questo MP dovrà essere completato dalla famosa Istruzione, propio perchè i poteri dell'Ecclesia Dei sono rimasti incerti fin dal 1988, un po' per cattiva tcnica normativa e molto per desistenza. Nel frattempo, si può già dire che:
- La Commissione resta un dicastero autonomo e quindi conserva tutte le competenze attuali;
- Sarà interessante valutare come sarà inteso in pratica il dovere di trasmettere alla CDF e al Papa i casi particolari e le questioni di indole dottrinale;
- Potenzialmente la Commissione è chiamata a fare da collettore e da filtro: collettore di denunce e filtro che scevri quelle dottrinali da i mille cavilli con cui si cerca di mascerare lo scisma latente sotto paludamenti giuridici, paludamenti che propio per questo l'Istruzione dovrebbe stracciare una volta per tutte.
Secondo l'ordinaria vacatio legis, questo MP enrerà in vigore fra tre mesi circa (dipenderà dalla data che sarà apposta sul fascicolo degli Acta Apostolicae Sedis); nel frattempo anche con le ferie di mezzo, è possibile che Levada decida di smaltire le pretiche arretrate e che si accorga, se già non l'ha fatto, e per questo gli occorre l'Istruzione. Staremo a vedere.
Guido Ferro Canale
In risposta alla reprimenda della Redazione,
RispondiEliminanel mio commento di ieri 8 luglio 2009 ore 23.20
non trovo nulla di fuori tema.
Anzi, lo trovo del tutto incentrato (e l'intervento di Una Voce, ancorchè troppo tranquillizzante, me lo conferma).
Potenzialmente la Commissione è chiamata a fare da collettore e da filtro: collettore di denunce e filtro che scevri quelle dottrinali da i mille cavilli con cui si cerca di mascerare lo scisma latente sotto paludamenti giuridici, paludamenti che propio per questo l'Istruzione dovrebbe stracciare una volta per tutte.
RispondiEliminaEssendo una dei tanti fedeli in attesa vana di applicazione del MP,
e prima di abbandonare ogni speranza, raccolgo questa informazione offerta dall'utente,
in merito al tema proposto per chiedere un chiarimento
(sempre se il blog è aperto anche alla lettura e comprensione dei "non addetti ai lavori", cioè non destinato esclusivamente a pura cronaca amministrativa e di "politica interna" della Santa Sede).
Gradirei che l’utente Guido Ferro Canale
Spiegasse in termini semplici - ad uso di semplici fedeli non addentro ai “movimenti tecnici di corridoio” interni alla Santa Sede e non avvezzi al linguaggio curiale – i seguenti quesiti
suscitati dalla notizia:
1. Quale sarebbe lo "scisma latente" a cui si accenna;
2. Chi lo potrebbe "mascherare sotto paludamenti giuridici"
e in quale modo;
3. Come l’Istruzione dovrebbe stracciarli;
4.In che cosa consiste l'Istruzione-circolare applicativa del motu proprio (che pare non esserci più?) e a quali Autorità era o sarà (?) consegnata?
Chiedo scusa di essere ignorante di eventi complessi che desidero
(se è permesso) conoscere e capire, per quanto possibile e utile alla mia condizione di semplice fedele, in questo mare magnum di notizie caotiche dove le pecore non sembrano essere più condotte semplicemente dal Pastore Vicario di Cristo,
ma da ben altre forze e potenze senza nome e volto, più potenti di lui, spesso in luoghi ignoti e poco rassicuranti...
Chiedo scusa alla Redazione se i miei quesiti sono tali da richiedere risposte di tipo didattico (vale qui l'Insegnare agli ignoranti ecc...?) e potrebbe dare luogo a "diramazioni" di colore polemico che riportino a controversie dottrinali e/o considerazioni storico-critiche
sulla situazione della Chiesa, ma... non potete immaginare quanto
anche i dibattiti, se pure accesi,
siano utili a quanti fedeli, come me, vogliono finalmente capire
(dopo un sonno della ragione indotto dal potere dominante sulle masse amorfe e acritiche per 40 anni)
- a che punto siamo oggi
- e COME siamo giunti a questo punto
...sempre se le diramazioni del dibattito non si espandono troppo lontano dal tema proposto, non sfocino nella polemica fine a se stessa (e praticata con evidenza da alcuni anonimi a scopo fazioso e distruttivo della chiarezza...) e a tale scopo provvederà la vostra intelligente e opportuna moderazione.
Da parte mia trovo utile, in questo senso e in giusta misura,
il dibattito che scaturisce
dalle semplici notizie,
dal momento che è connaturato all'uomo chiedersi: "Perchè accade o è accaduto questo"?
Se sbaglio, correggetemi.
GRAZIE
Giovanna
...dimenticavo,
RispondiEliminaLast but non least:
CHI maneggia il collettore
e CHI il filtro?
Non mi sembra domanda di poco peso, poichè purtroppo rinvia al famoso sempre valido,
e nella Chiesa di oggi, direi
più che pressante:
"Quis custodiet custodes?"
Si inizia ad intravedere il naufragio.
RispondiEliminaqueto motu proprio è stato per i lefebvriani come una MAZZATA tra capo e collo. speriamo serva a svegliarli
RispondiEliminaper au ha detto
RispondiEliminanon potevi sparala piu grossa ... le supera tutte .
<< SIA RESA GLORIA AL SIGNORE IDDIO SE LA FRATERNITA' SAN PIO X CI FA DONO DI SACERDOTI , IN QUESTI TEMPI DI ABBONDANZA POI !!!!.... , E SACERDOTI VERI CON LE PALLE ..... .>>
RispondiEliminaHabe(n)t duo et bene pendentes!
Cartellino giallo...
RispondiEliminaanonimo .
RispondiEliminaritornando a noi , i preti so preti n ' ce gnente da fa' .
i sacerdoti sono una razza di elite in via di estinzione ....
Esagerato!
RispondiEliminasig pastorelli
RispondiElimina... esagerato ... era per me , se si perche ???
grazie ...
1) Non sapevo che i sacerdoti fossero una razza.
RispondiElimina2) Questa presunta razza non è in via d'estinzione. C'è una diminuzione delle vocazioni ed è calato il numero dei saceroti nel mondo. Ma ci son tanti giovani che stanno rimpinguando le fila del clero secolare e regolare, il che fa ben sperare.
3) il sacerdozio finirà col mondo.
SIG PASTORELLI
RispondiEliminasono assolutamente d' accordo con lei . avrei dovuto mettere razza , anzi specie in estinzione fra virgolette .
io spero , io voglio io prego perche cio NON avvenga , fin' ora pero tranne rare eccezioni , ho potuto conoscere SACERDOTI VERI , SANTI , come mosche bianche . quando poi vengono messi in circolazione , automaticamente , dai colleghi manager , vengono subito isolati , invitati a fare le valige . con la collaborazione ed il sostegno di CHI ???
Di sacerdoti ce ne son ancora, solo che non fan notizia.
RispondiEliminaA volte devono affrontare anche ostacoli molto forti, ma è la prova della loro santità.
si ma quanto tutto e' triste maligno e squallido . solo l' esempio di quanto e' stato offeso NOSTRO SIGNORE , ci puo dare la forza di sopportare .
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