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venerdì 3 luglio 2009

Se la Chiesa non parla più di Dio

Camillo Langone su Il Giornale (1 luglio 2009) ha scritto un interessante articolo indirizzato al card. Angelo Bagnasco. Ne raccomandiamo la lettura integrale ( pag. 1 e pag. 2.) riportandone qui la conclusione in cui Langone torna sul tema delle "archistar":

"Parliamo piuttosto di Dio, come molto utilmente ci invita a fare nel cuore della lettera il cui titolo, lo ricordo, è «Camminare nelle vie dello Spirito». Quando si parla di Gesù e della Madonna, e non di economia immigrazione inquinamento istituzioni scuola, le folle accorrono, lo dimostra il crescente successo del pellegrinaggio Macerata-Loreto. Sarà bellissimo camminare insieme dietro al Santissimo Sacramento, però la Conferenza Episcopale non dovrebbe contribuire a farci inciampare. Che altro sono se non ostacoli alla preghiera le chiese commissionate e approvate dai vescovi italiani negli ultimi anni? Non vorrei ritornare al triste caso della chiesa di Foligno architettata da Fuksas per glorificare se stesso e combattere il dogma dell’Incarnazione, riducendo Dio a una parete di cemento. No, visto che siamo in estate, stagione di pellegrinaggi, le farei notare il bellissimo hangar costruito a San Giovanni Rotondo per ricevere le spoglie mortali di Padre Pio. Altro che raccoglimento, altro che adorazione, lassù sul Monte Gargano: il tabernacolo è nascosto, l’acqua santa evaporata, le candele mancanti e gli inginocchiatoi inesistenti, non c’è quindi da stupirsi se le ragazze si siedono per darsi lo smalto alle unghie mentre la gente intorno parla tranquillamente al telefonino. Eminenza, ci aiuti ad essere più mistici dandoci chiese più mistiche: perché la prossima lettera non la scrive agli architetti?"

22 commenti:

  1. L'architettura sacra è un tema che dovrebbe essere più approfondito nei nostri blog. Con le chiese antiche basta buttare in legnaia il "tavolo da cucina" per ricreare un ambiente sacrale, ma se continueranno a proliferare i cubi di Fuksas diventa tutto più complicato.
    Luigi C

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  2. E' una battaglia che commbatte con molta competenza e serietà Francesco Colafemmina sul blog Fides et Forma.
    Sulla competenza di alcuni (non tutti!) membri del Consiglio per i beni artistici e culturali della S. Sede nutro fortissimi dubbi.

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  3. La battaglia sull'architettura sacra è fondamentale ,per avere un'ambiente che esprima devozione al sacro. Francamente vedere certi orrori, come il tempio massonico di Renzo Piano costruito a S.Giovanni Rotondo, le opere di Fuksas e altri orrori, mettono a dura prova la fede dei credenti. E' necessario invece che gli edifici sacri vengano costruiti come si deve, soprattutto, bisogna affidare il progetto per la costruzione della chiese, ad architetti di provata fede cattolica e non ad atei e massoni, come invece purtroppo avviene oggi.

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  4. Ottimo articolo, bellissimo, occorre dire alla conferenza episcopale che è ora di finirla con le chiese garage. Ed è ora di cominciare a parlare di Dio, del Sacro Cuore, della Madonna, dell'Aldila: se non ne parlano i preti e i vescovi chi deve farlo???

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  5. Il Saputello Novelliere3 luglio 2009 alle ore 21:50

    "Ed è ora di cominciare a parlare di Dio, del Sacro Cuore, della Madonna, dell'Aldila".

    Ma và là: una volta tanto sono d'accordo.
    Anche se lo si fa in un garage, in treno, in pullman, in autobus, alla fermata, alla stazione, al supermercato, ovunque.

    Che poi mi chiedo, ma ogni uomo non ha un anima che proviene da Dio.

    Ed al Signor Pastorelli, che tanto insiste sul fatto del culto principale a Dio, e poi viene l'amore per i fratelli, il prossimo:
    come mai Gesù dice:
    Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare, e quivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, 24lascia quivi la tua offerta dinanzi all'altare, e va' prima a riconciliarti col tuo fratello; e poi vieni ad offrir la tua offerta.

    Sembra che gradisca prima che si ami il prossimo!

    I due comandamenti sono l'uno conseguenza dell'altro.
    Non si può rendere culto a Dio senza amare il prossimo.
    L'uomo è fatto a sua immagine e somiglianza.
    E nei vasi di creta che siamo, c'è l'Anima che viene da Dio.

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  6. il tabernacolo è nascosto?
    Chi cerca con cuore puro lo troverà!
    l’acqua santa evaporata?
    Basta chiedere che sia messa altra acqua santa!
    le candele mancanti?
    Portiamole da casa!
    gli inginocchiatoi inesistenti?
    Quante comodità si cercano!
    In ginocchio per terra e pazienza se si rovina il pantalone!

    Chi vuole può e supera tutti gli ostacoli!
    E da anche buon esempio!!!

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  7. E' utile una ricostruzione storia dell'architettura degli edifici religiosi.
    Come si dimostra agevolmente nella Scrittura, Dio paradossalmente - di fronte alla proposta dell'uomo di costruirgli una casa - risponde di non averne bisogno; ciò significa che, più che il luogo di Dio, l'edificio della chiesa è il luogo della comunità credente. Ogni comunità credente si edifica una chiesa a immagine di sè e del suo rapporto con Dio: prima era una semplice casa, indistinta dalle altre, testimonianza del rapporto di familiarità con Dio, poi chiese edificio, testimonianza della ellenizzazione culturale, con un Dio che cessa di essere in gioco nella storia dell'uomo concreto e si fa trascendente e iperuranico.
    Infatti avviene la ripresa di moduli architettonici come la basilica, a riprova di un atteggiamento ambivalente: la ripulsa del sacro pagano e di ogni tentazione sommosacerdotale primotestamentario, ma anche l'immediata trascrizione della liturgia a immagine non del Dio che si è fatto piccolo e povero, ma della tronfia corte regale umana, fatta immagine della così detta corte celeste e delle gerarchie angeliche; anche il Pantocratore dimostra che più che il povero Cristo in croce, è il Re dell'universo, ovvero il re umano caricato di valenze divine e ricodificato come immagine del Dio vivente.
    Questa ambiguità dura nel periodo cosiddetto romanico, eccessivamente mitizzato, così come dimostrano le omelie fiammanti di S. Bernardo e laa rivoluzione mistico-iconoclastica del movimento cisterciense.
    Il gotico non fa che allontanare Dio da questa terra, peraltro esaltando lo sforzo umano così fortemente che, non appena il pessimismo greve e lugubre del medioevo cessa, la rinascenza umanista può propugnare l'ideale della classicità: ilmodo a misura dell'uomo finalmente adulto. Tuttavia questa consapevolezza artistica è stata inquinata dal potere papale rinascimentale e dall'ideologia clericale che lo animava. Il ritorno al gotico e all'iconoclastia cisterciense caratterizzò architettoonicamente la Riforma protestante, mentre la reazione papale si configurò con le ampollose fantamagorie delle macchine architettoniche delle chiese barocche, che univano il misticimo sensuale potenzialmente eversivo del dogma alla rigida riesposizione dogmatica controriformistica. Il revival degli stili antichi nei secoli più vicini è invece sintomo di un modo di costruire che non possiede nè buona arte, nè teologia creativa.
    Nonostante gli sforzi dei più importanti architetti del novecento e nonostante la riforma liturgica e gli edifici conseguenti, rimane il vizio monumentale a proiettare il proprio narcisismo sulle rappresentazioni di Dio. Così sono anche le chiese di Fuksas, Piano e neocatecumenali: che ereditano volenti o nolenti, esplicitamente cattoliche o meno, lo stesso immaginario imperiale e imperalistico e la stessa idea precristiana di una chiesa come casa di Dio.
    Epoche diverse e differenti idee di Chiesa e di chiese, come si vede bene.
    Il ritorno alla base scritturistica si potrà avere solo contemporaneamente alla ritrovata coscienza che l'edificio della chiesa è prima di tutto il luogo della comunità credente che vive come una famiglia il rapporto con il Dio vicino; ciò necessita di piccoli edifici, umili, quasi catacombali, discreti nella loro programmatica non esibizione identitaria, guidati dalla lezione mistica e iconoclastica che già animava la predicazione profetica di San Bernardo e della povertà del movimento francescano degli spirituali.

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  8. Ma c'è miele in questo blog che tutti coloro che hanno lasciato, almeno nel cuore, la Chiesa cattolica (come l'Ochino... del XV secolo) finiscono per scrivere trattati su ogni argomento, forse non avendo altre cattedre (universitarie) o disdegnando pulpiti o amboni? Avete provato con Adista o con Noi siamo Chiesa?
    Suvvia dovreste saperlo che qui siamo più o meno tradizionalisti, legati alle chiare definizioni del Concilio di Trento! Avete proprio spirito missionario... non vi ricordate che non è politicamente corretto?
    Comunque un po' iconoclasta lo sono anch'io e vorrei trasformarmi da Rutilio in Leone (III Isaurico), ma solo quando vedo certe "aule liturgiche", a partire dalla enigmatica e opprimente opera di Fuksas! Li perdoni il Signore, io non ci riesco.

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  9. l'edificio della chiesa è prima di tutto il luogo della comunità credente che vive come una famiglia il rapporto con il Dio vicino;

    Questo e` quello che dici tu. Invece la Chiesa prega cosi` (Introito per la dedicazione di una chiesa):

    Terribilis est locus iste: hic domus Dei est, et porta caeli: et vocabitur aula Dei.
    Questo luogo e` terribile: questa e` la casa di Dio e la porta del cielo e si chiamera` aula di Dio.


    E Dio abita veramente e realmente nel tabernacolo.

    I fedeli hanno bisogno che venga comunicato lo stupore e la grandezza del mistero che si svolge. Altrimenti pensano di essere in un salotto un po' squallido. Se poi uno non ne ha bisogno, si faccia monaco cisterciense.

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  10. Rutilio Namaziano è, cronologicamente, l'ultimo autore del mondo letterario latino, prima del transito verso il Medioevo.
    Praticamente è l'ultimo giapponese che si oppone allo spirito del Concilio

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  11. Veramente, Bue muto, ad opporsi allo spirito del concilio cominciano ad essere in tanti, a cominciare da un vescovo vestito di bianco...

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  12. Cara redazione, sono luca ed è evidente che ci sono vari gruppetti (anche diversi tra loro, con sfumature diverse) che sono (in diversa misura) anticonciliari! però spesso rifletto su un dato che mi lascia perplesso, una realtà con la quale tutti i cristiani d'occidente si devono confrontare. Tutti i sottogruppetti cattolici pensano di essere "super" eletti: opus dei, neocatecumenali, rinnovamento, carismatici, CL, preconciliari, postconciliari, ecc... Ebbene io mi domando: chi ha ragione? Chi ha torto? Possibile che siano tutti eretici? se in tutte le Chiese d'occidente, durante il rito liturgico si recita la seguente sublime preghiera: "Sign-re Gesù Cristo che hai detto ai tuoi Apostoli: vi lascio la pace, vi do la mia pace, non guardare ai nostri peccati ma alla Fede della Tua Chiesa e DONALE unità e pace, SECONDO LA TUA volontà, Tu che vivi e regni...", ebbene se in tutte le Chiese d'occidente si prega così, perché noi siamo divisi? Perché ci stigmatizziamo a vicenda quasi fossimo eretici? Forse che il Sign-re non ascolta la preghiera fervente (per di più liturgica) di tanti fedeli e sacerdoti (di qualsiasi rito?). Per cortesia rispondete "senza buttarla in caciara" per aver il plauso di qualche affezionato. La mia è una domanda provocatoria ma seria: La divisione dipende dal libero arbitrio di gruppi di uomini che riconoscono Cristo come capo? i cristiani sono divisi contro la volontà di Cristo? Chi sono i "vasi di misericordia" di cui parla San Paolo nella lettera ai Romani? Se domani cambia il papa e decide sulla base di "nuove evidenze..." cose diverse da quelle disposte dall'attuale pontefice, che succede? Lo scomunicate? vi ponete fuori dalla Chiesa? io apprezzo molto la saggezza di Gamaliele che noi cristiani abbiamo fatto santo, inserendolo (mi pare il 3 agosto) anche nel calendario: «Se la loro teoria o attività è di origine umana, verrà distrutta; se essa viene da Dio, non riuscirete a
    sconfiggerli. Non vi accada, dunque, di trovarvi a combattere contro Dio!»

    Cordialità
    luca

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  13. Una curiosità. Alcuni qui mettono avanti il proprio distintivo; ad es., Inopportuno con il suo "no" ispano-siculo-veneto e Luca (che non mi ha risposto a proposito dell'orientamento della celebrazione) usa "D-o" al posto di "Dio" e "Sign-re" al posto di "Signore".
    Quello di Inopportuno sembra proprio un vezzo, invece Luca dovrebbe chiarire le sue motivazioni: in ambito cristiano, a lume di naso, non si dovrebbe avere paura a pronunciare anche i Nomi più santi ...

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  14. Il novelliere noioso come una zecca dovrebbe leggere i Comandamenti. Forse capirebbe che i primi comandmenti son dedicati ai doveri verso Dio.

    Dio ci ha creato per amarlo, servirlo e goderlo nell'altra vita.
    Da questo amore di Dio per noi e nostro per Dio, per il fatto d'esser tutti sue creature e suoi figli soggetti allo stesso dramma di peccato e redenzione, per essere stati riscattati dal Dio incarnato per amor nostro, deriva l'amore per il prossimo in quanto in esso è riflesso Dio.
    Si ama prima il creatore e poi la creatura. La più alta creatura è un nulla rispetto a Dio.
    Amare la creatura e non il Creatore o indipendentemente dal Creatore è filantropismo, umanitarismo illuministico- massonico, non "carità".

    A chi si levano le nostre preghiere? E chi le ascolta? Il Novelliere? E chi le esaudisce? A chi si offre il sacrificio? Al fratello o a Dio?

    Tale e così grave è il servizio all'altare ed anche solo la vicinanza ad esso che devi accostarti a quel Golgota con animo puro e persino libero da un solo dubbio o ricordo di cosa secondaria.
    Le parole citate infatti non dicono: "se tu hai qualcosa contro tuo fratello", ma "se tuo fratello ha qualcosa contro di te". E non è distinziine da poco.
    Tu potresti esser stato anche involontariamente causa del rancore di tuo fratello, e devi esser il primo a riconciliarti, senz'attender scuse, magari anche attribuendoti colpe che non hai commesso per degnamente salire all'altare.
    Quindi, caro Novelliere, impara a leggere ed anche sforzati di capire invece di sproloquiare a vanvera.

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  15. LUCA, comprendo il tuo stato d'animo e la tua sentita aspirazione ch'è quella che dovremmo aver tutti.
    Purtroppo la Chiesa è composta di uomini e spesso l'interesse particolare prevale su quello generale. Da qui le divisioni, anche su vasta scala.
    Diverso il caso di diversificazioni teologiche: se portano alla stessa conclusione ben vengano, perché sono un arricchimento, se portan lontano dalla Verità son opera del Maligno.
    Chi ha ragione e chi torto?
    Hanno torto coloro che metton in pericolo la Verità, quando proprio non la negano, han ragione coloro che la Verità professano integralmente, come è stata tramandata.
    Persino il Papa non può tradir la Verità. Nella Pastor Aeternus del Vaticano I si dichiara infallibilmente che l'assistenza dello Spirito Santo non è stata promessa al Papa per inventarsi nuove dotrine, ma per custodire quella ricevuta e tramandarla fedelmente. Questo è il compito primario di "Pietro".
    Ora, ove si escluda il problema dei riti che posson esser diversi -e, se il "contenuto" è identico, come da Concilio di Trento, la "forma" può esser varia, come dimostran le chiese orientali -
    il problema è esaminar le dottrine dei vari movimenti.
    Molti movimenti voglion crear una propria chiesa nella Chiesa, e questa è la vera divisione.

    Se domani un Papa dovesse modificar qualcosa rispetto a quanto operato dal Pontefice felicemente regnante, bisognerà veder in cosa e come si realizza questo mutamento. E non abbiam la sfera di cristallo.
    La legge a cui ci si deve attener sempre è quella di S. Vincenzo di Lerino: nel contrasto tra antico e nuovo, attenetevi all'antico perché in esso è la certezza della Verità.

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  16. Il Novelliere ha imparato qualcosa4 luglio 2009 alle ore 13:13

    Ottimo Signor Dante!

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  17. Il Novelliere rispetta il precetto.4 luglio 2009 alle ore 13:15

    Dimenticavo, mi perdoni di averla annoiato come una zecca!

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  18. Diciamo come una zanzara - aggiornando il detto - perché qui in campagna, a parte qualche cane e qualche gatto (pochi per fortuna), non ci son più né pecore né mucche mé muli né asini e neppur conigli. Qualche gallina, ma distante.
    O, se non ti piace nemmeno la zanzara, come la lucciola che stanotte girava in camera cercando invano di trovar la via d'uscir dalla finestra impedendomi d'addormentarmi.

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  19. Scommettiamo che il medievalista e forse ottocentista Pastorelli odia i gatti perchè rappresentano il diavolo?

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  20. L'anonimo prete inopportuno non sa a cosa attaccarsi.
    E' più facile ch'io veda il diavolo in qualche prete eretico che in un gatto al pelo del quale sono allergico,ma non mi scanso neppure davanti ad un gatto nero.
    Però preferisco i cani, soprattutto i pastori. Questione di cognome...

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  21. Il new deal della chiesa ha cambiato proprio tutto:dottrina,teologia,liturgia,musica,pure l'architettura.Hanno ragione quelli che vedono nel Grande Evento Ecumenico la nascita di una Nuova Chiesa,del tutto estranea alla Vecchia,per il semplice fatto di esserLe antitetica.Lo dissero Lercaro e Benelli e ce lo ricordano Kasper,Martini ed Enzo Bianchi.Se poi questa Chiesa sia migliore o peggiore di Quella precedente,e' un altro paio di maniche.Sostenere che,nonostante tutto(tutto quanto?quanto tutto? tutto!), ci sia stata continuita' e' la piu' colossale castroneria che sia mai stata detta dalla creazione del Mondo.Le conseguenze,per gravi che ne possano derivare,non modificano di un millesimo di millimetro la realta'oggettiva."come ha detto dottore?bilancia o capricorno?cancro,signora,cancro".

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione