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domenica 21 giugno 2009

Il velo muliebre in Chiesa: origine e significato

La donna deve portare sul capo il segno dell’autorità di Cristo sulla natura umana

Perché S. Paolo consiglia alle donne di tenere il capo coperto durante le azioni liturgiche?
Il Codice di Diritto Canonico del 1917 prescriveva alle donne di tenere il capo coperto in Chiesa, soprattutto al momento della Santa Comunione [1]. Nel nuovo Codice non c’è traccia di questa disposizione e ormai questa antica e venerabile usanza è caduta nel dimenticatoio; eppure essa era fondata su una disposizione dello stesso Apostolo San Paolo. Ma, tra l’esegesi razionalista moderna, che tende a storicizzare tutte le disposizioni particolari (“roba d’altri tempi...”), e il famigerato luogo comune per cui “l’uomo di oggi” non sarebbe più in grado ci capire certe cose, anche la consuetudine, per le donne, di coprire il capo in chiesa, è andata perduta.
Per non parlare poi di molte suore, che, un tempo ben vestite (chi non ricorda i cappelloni delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli?), oggi espongono il ciuffo, per andar di pari passo con chi ha gettato tonaca e coletto bianco alle ortiche (e qui, visti i magrissimi risultati estetici, avendo tolto il velo, c’è assai spesso da stenderne subito un altro, questa volta pietoso, come si suol dire). Ma guai se ci limitassimo a rimpiangere i tesori che ci hanno scippato: dobbiamo cercare, con l’aiuto della Madonna, anche per questo caso, le ragioni della Tradizione: e allora leggiamo le parole dell’Apostolo, e vediamo come alcuni Padri della Chiesa le hanno interpretate. Dalla prima lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi: [11,3] "Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. [4] Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. [5] Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. [6] Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.[7] L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. [8] E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; [9] né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. [10]Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. [11] Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; [12] come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. [13] Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? [14] Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, [15] mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. [16] Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio".
Da questo brano, noi possiamo ben comprendere i motivi per cui S. Paolo consiglia alle donne di tenere il capo coperto durante le azioni liturgiche. I motivi sono, essenzialmente, quattro:
1) La simbologia delle nozze tra Cristo e la natura umana. In chiesa, durante la liturgia, l’uomo e la donna non rappresentano solo se stessi, ma l’uomo – ogni uomo – rappresenta Cristo, lo Sposo: la donna rappresenta il genere umano, la natura umana sposa del Verbo. Possiamo comprendere ciò considerando la natura sponsale della fede (Ti sposerò nella fede e tu conoscerai il Signore – Os 2,22), il contesto generale della liturgia (l’atmosfera in cui la fede è esercitata nel modo più perfetto) e l’esplicito richiamo alle nozze di S. Paolo: E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo - 1 Cor 11, 8-9. Cristo sta all’uomo (maschio e femmina) come l’uomo sta alla donna. Inoltre l’uomo, diversamente dalla donna, è “immagine e gloria di Dio”, non per se stesso, ma in quanto rappresenta Cristo: perciò egli non può stare con il capo coperto, perché in questo modo egli “disonora il suo capo” (11,4) il suo proprio rappresentare Cristo: un uomo con il capo coperto non rappresenta bene Cristo, così una donna con il capo scoperto, non rappresenta bene la natura umana e la Chiesa sposa di Cristo. In questo senso Tertulliano dice: “Poiché io sono l’immagine del creatore, non c’è posto in me per un altro capo (che non sia Cristo)” (Contro Marcione, V, 8, 1).
2) Un segno della sottomissione a Cristo. Una donna con il capo coperto dal velo, ricorda a tutti coloro che sono in chiesa che la natura umana è sposa di Cristo: perciò la donna, in quanto rappresenta la natura umana, deve avere un segno della sua dipendenza sul suo capo (1 Cor 11,10): questo segno della dipendenza è il segno dell’autorità di Cristo nei confronti della sua Sposa, la natura umana. Perciò il Concilio Gangrense chiama il velo memoriale, ricordo della sottomissione. S. Giovanni Crisostomo lo chiama insegna della sottomissione; Tertulliano giogo della sua umiltà (cf. Cornelius a Lapide, ad loc.).
3) Il rispetto del perfetto equilibrio del cosmo. L’edificio della chiesa rappresenta il cosmo, ricolmato della gloria di Dio, specialmente durante la celebrazione della S.Messa (I cieli e la terra sono pieni della tua gloria…). Il cosmo è perfettamente ordinato (Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso - Sap 11,20). Nessuno può dimenticare la presenza, all’interno della chiesa-cosmo, della gerarchia celeste, perfettamente ordinata (Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa… - Eb 12,22). Non è quindi conveniente che in un cosmo perfettamente ordinato qual è la celebrazione liturgica, la ordinata relazione tra Cristo-Sposo e Chiesa-Sposa - la particolare relazione che la celebrazione liturgica ricrea nel modo più perfetto -, non sia mostrata (Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli - 1 Cor 11,10)
4) Un segno naturale di umiltà. Ultimo aspetto, ma non di minore importanza: "Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo" (1 Cor 11, 14-15). È obbligatorio, per le donne, portare il velo in Chiesa? Oggi non più, ma S. Paolo ce ne spiega i sempre validi motivi di convenienza.
Don Alfredo Morselli, 16 giugno 2009
NOTE
[1] Can. 1262. ... §2. “Viri in ecclesia vel extra ecclesiam, dum sacris ritibus assistunt, nudo capite sint [...] mulieres autem, capite cooperto et modeste vestitae, maxime cum ad mensam Dominicam accedunt”.

71 commenti:

  1. Molto bella l'analisi. Smettiamola con il rispetto umano e ricominciamo a farlo. Come consigliava, ancora negli anni '80 il card. Siri
    Luigi C

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  2. Ho trovato questo collegamento ad un sito deidcato all'Anno paolino, che può servire da approfondimento:
    http://www.letterepaoline.it/node/126
    anche per parare le facili accuse delle lollarde di maschilismo e di pregiudizi patriarcali.

    Anche l'abito ha una dimensione teologica, oltre che culturale. Tutto il contrario del proverbio. Si pensi al significato del "vestire a festa".
    Sarebbe il caso di studiare anche la simbologia delle nozze; nelle liturgie orientali è la coppia (maschi e femmina) ad essere avvolta dal velo: simbolizza la Chiesa domestica, come quella universale deve essere "sposa di Cristo".

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. io ho sempre riferito il velo della sposa alle parole dell'Angelo a Maria: "su te stenderà la Sua ombra la potenza dell'Altissimo" e - perché no? - lo stesso significato potrebbe avere il velo muliebre (che vedo confermato dalle parole dell'articolo: la donna rappresenta l'umanità-sposa), a prescindere, forse, dalle ragioni di modestia e di distogliere durante le celebrazioni l'attenzione dalle pettinature elaborate e ornate di un tempo

    Anche nel matrimonio ebraico c'è qualcosa di simile a quello delle chiese orientali: quasi in conclusione del rito si apre l’Aron (l'armadio sacro) e dinanzi ai rotoli della Torah il Rabbino copre con il suo Talleth (lo scialle della preghiera, le cui frange -ai quattro angoli- ricordano il Nome di Dio) il capo degli sposi pronunciando la benedizione.

    Anche oggi, in Israele ho visto donne ebree osservanti portare vesti lunghe e la testa coperta con un velo messo un maniera tale che tra l'altro conferisce loro una grazia e una femminilità tutte particolari

    Comunque è un simbolo molto bello che purtroppo si è perso, se reintrodotto occorrerebbe recuperarne il senso profondo... secondo me è bene puntare soprattuto al recupero della 'sostanza' della celebrazione: il sacrificio (da cui solo scaturisce la mensa escatologica e la lode e la gratitudine), la grandezza del mistero, la sacralità, la solennità e tutti i significati profondi che ogni momento della celebrazione antica possiede!

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  5. Oggi il nuovo Codex non lo prescrive come invece faceva il vecchio, ma non per questo mi sembra di poter dire che l'uso sia facoltativo: lo Spirito Santo per bocca di san Paolo non mi pare che si limiti solo a consigliare l'uso di coprirsi, ma vuole che ci si copra. A questo punto che il Codex lo imponga o ne taccia non fa differenza alcuna, attesa la superiorità della Parola (si dice così oggi, no?).
    Le argomentazioni dei novatori sono errate in radice: la Scrittura è per tutti gli uomini di tutti i tempi, pertanto il velo ha il suo valore oggi come lo aveva ieri. Ciò che dispiace un pò è che neppure nelle messe vetus ordo il sacerdote richiama alla fedeltà alla Parola anche con il coprirsi il capo, il quale, per altro, conferisce alla donna anche eleganza e bellezza.

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  6. Ciò che dispiace un pò è che neppure nelle messe vetus ordo il sacerdote richiama alla fedeltà alla Parola anche con il coprirsi il capo

    si, ma i richiami dovrebbero essere fatti non solo per una giusta 'osservanza', ma insegnando il significato profondo del velo che, vissuto pienamente insieme ad un vita sacramentale piena e VIVA, fondata su una davvero Santa e Divina Liturgia, non solo introdurrebbe nell'umanità 'dispersa' di oggi il senso della 'sottomissione' al suo Creatore Signore e Sposo, ma farebbe anche scoprire alle donne il loro vero ruolo, che non è certo quello di essere imitatrici né antagoniste degli uomini!

    Se le donne e gli uomini riscoprissero nei loro rapporti interpersonali e di coppia il significato autentico di queste cose (non i giuridismi e i sensi del dovere), forse qualcosa davvero nel mondo potrebbe cambiare.

    Se la sottomissione della donna ha la valenza del rispetto, del prendersi cura, dell'accogliere dell'ascoltare, del trasmettere quel che ha custodito nel cuore e l'atteggiamento dell'uomo è quello di Cristo per la Sua Chiesa, beh, certo che allora ci siamo.

    Chiaramente non è una realtà DATA, perché nessuno di noi riesce ancora a viverla in pienezza, ma è tutta da vivere e da costruire con l'aiuto della Grazia Santificante ed è un crescere nella Fede e quindi nell'Amore e anche nella Giustizia...
    noi non siamo giusti, ma è il Signore Misericordioso e Giusto, che ci giustifica sia col perdono, che con la trasformazione che opera in noi quando ci dona Sé stesso

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  7. Don Alfredo Morselli ha scritto un bellissimo articolo che risponde a domande che mi ero poste anni fa e che avevo poi chiuse nel "cassetto dei pensieri banali" perché mi erano parse "non rilevanti".
    Mi sbagliavo.
    Concordo poi con chi scrive che il velo nelle funzioni religiose conferisce alla donna una particolare eleganza e bellezza.
    Bisogna riconoscere che tra le altre cose, sicuramente più importanti, in questi quarant'anni ci siamo dimenticati, o siamo stati indotti a dimenticare, anche del senso del bello.
    Così degradando la Verità si è degradata la Bellezza.
    Infatti il degrado che ha coinvolto il linguaggio, i suoni, il canto, le cerimonie, i profumi, le immagini sacre, l’architettura, la simbologia, i paramenti del clero, l’abbigliamento dei fedeli ecc. esprime in modo inequivocabile il degrado della Verità che si professa.
    Non è del resto comune sentir dire dai fedeli cattolici che la nostra è una religione come le altre e che tutte portano a Dio e alla salvezza?
    Non mi si obbietti che in situazioni estreme di indigenza o di persecuzione la sostanza della Fede si esalta nella mancanza degli accidenti: le eccezioni confermano la regola.

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  8. Quando ero un bimbetto, vivevo in una società pressoché totalmente contadina, uscita dalla guerra. Fame e miseria. Eppure, le donne più povere, coi vestiti a toppe e scarpe scalcagnate, o con gli zoccoli di legno, prive di cappotto e magari coperte nell'inverno soltanto da uno scialle vecchio o da un "fazzolettone", una specie di plaid rustico color cinerino ripiegato a triangolo ed usato a mo' di scialle, un velo o un foularino leggero sulla testa lo portavano in chiesa.
    E così ancora nelle campagne lucchesi degli anni 50 e 60.

    Insomma s'è perduto il senso della sacralità di quel velo. Riportare le donne a quell'usanza lodevole credo sia impresa disperata.

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  9. Concordo poi con chi scrive che il velo nelle funzioni religiose conferisce alla donna una particolare eleganza e bellezza.

    concordo sulla bellezza dello scritto di don Alfredo Morselli, che ho 'gustato' anch'io; ma dopo quello che ho detto un post sopra sul 'significato profondo' del simbolo che il velo rappresenta e corrispondenti implicazioni riferite più agli effetti spirituali che all'eleganza e alla bellezza, mi aspettavo comunicazioni più sostanziose, a meno che io non abbia detto castronerie, nel qual caso siete autorizzati a correggermi

    Insomma s'è perduto il senso della sacralità di quel velo. Riportare le donne a quell'usanza lodevole credo sia impresa disperata.

    infatti, ma non pensa che se le donne fossero riportate a quell'usanza - non solo lodevole, ma anche in qualche modo 'formativa' e 'per-formativa' (sia pure in senso lato) per ciò che rappresenta anche nella celebrazione (stando a quanto già detto: donna=umanità sposa) - riconducendole al suo significato profondo e non esclusivamente in termini di 'osservanza' 'eleganza' e 'bellezza', molte più donne parteciperebbero al rito antico con il capo coperto e con molta compenetrazione nel gesto... e chissà che non possa venirne fuori anche qualcosa d'altro e di meglio per l'umanità? Questa potrà sembrarvi una sciocchezza - e vi assicuro che ho dovuto vincere un certo pudore nell'esprimerla - ma forse se non ci limitiamo a beccare sull'aia, tanto sciocchezza non è e forse ci fa capire una della tante (troppe) cose che nel corso dei secoli ci siamo persi e stentiamo a ritrovare!

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  10. Alla Santa Messa oggi celebrata dal Pontefice da san Padre Pio ;-)

    http://cache.daylife.com/imageserve/01H0aE73C86Fj/610x.jpg

    http://cache.daylife.com/imageserve/08TgbhWgUQ6fJ/610x.jpg

    l'Articolo andrebbe distribuito ai tanti ordini religiosi femminili che hanno dismesso l'abito gettando alle ortiche il velo dando un pessimo esempio....

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  11. Andatevi sul sito di Noi siamo Chiesa...e leggetevi come viene accolta la notizia dell'anno sacerdotale e della scelta di San Vianney come patrono e modello dei sacerdoti...squallido...i miei commenti sono quelli delle 14 e 14:07 di oggi...

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  12. Sono sostanzialmente d'accordo con gli intervenuti. Mi dispiace però che l'Anonimo delle 9,26 abbia posto la questione in termini di puro e semplice diritto canonico; non ho nessuna preclusione per le norme, ma queste nascono dalla "realtà": e ci vuole, anche come esercizio mentale, un approccio più teologico e celebrativo e meno giuridico.
    Ciò a tutela dall'accusa di rubricismo e ritualismo.

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  13. Sono l'anonimo delle 9,26.
    Non credo di aver messo l'accento sull'aspetto normativo, perché ora le norme canoniche non parlano dell'argomento; caso mai è il contrario: ho messo l'accento sulla Parola di Dio, sul suo valore per gli uomini di tutti i tempi, e se Dio dice che la donna deve coprirsi il capo non possiamo metterci a discutere, dobbiamo ubbidire e basta, cercando di penetrare il significato di un gesto che ci viene richiesto.
    Se oggi la prescrizione biblica non è più in vigore che ce lo si dica; se invece lo è ancora il non adeguarvisi è orgolgio e presunzione.
    Pertanto la questione è da me posta unicamente in questi termini: fedeltà o infedeltà alla Parola.

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  14. Per "rispetto umano" intendevo dire quella tentazione di non fare una cosa buona per vergogna o falso rispetto verso altri, temendo il loro giudizio.
    Luigi C

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  15. Io sono uno dei fortunati ad avere un parroco che, oltre a dire settimanalmente la Santa Messa V.O., invita caldamente le donne a coprirsi il capo e così (quasi) tutte lo fanno. Il problema a mio avviso è che c'è molta ignoranza nei fedeli sul significato del velo: occorre spiegarlo, magari ritagliando un minuto all'omelia, così come occorrerebbe spiegare poco alla volta il perchè di tante altre verità oggi non più di moda, di tante vicende, tradizioni, devozioni oggi cadute nel dimenticatoio. Spiegare le differenze sostanziali tra il V.O. e il N.O. L'ignoranza e le scontate accuse e prese di posizione dei nemici della Tradizione della Chiesa sono le cose da sconfiggere con l'insegnamento, con la spiegazione del perchè. Non tutti hanno avuto la fortuna di poter crescere in certi ambienti o di poter accedere a certa formazione. Bisognerebbe trovare un sistema più capillare per formare, per dare la possibilità a tutti di approfondire senza preconcetti. Io sono ancora piuttosto ignorante in materia, non ho certo la cultura e la preparazione di certi personaggi che qui intervengono con autorevolezza; a loro dico: non stancatevi mai di intervenire per ribadire i sani concetti, le verità, le nozioni anche se vi sembrano ovvie, perchè spesso per molti tali non sono.

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  16. "E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo."

    Ammetto che questi versi di San Paolo mi hanno sempre suscitato molta perplessità, perchè non riesco a trovarne un'interpretazione non maschilista. Lo dico con molto rispetto e volontà di capire le intenzioni dello Spirito. Per favore, qualcuno può aiutarmi?

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  17. Ringrazio Mic per i suoi interventi che mi hanno particolarmente toccata e dato materia su cui riflettere e meditare.

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  18. Guillaume Bélibaste21 giugno 2009 alle ore 19:37

    "La donna deve portare sul capo il segno dell’autorità di Cristo sulla natura umana".
    Così voi dite.
    Ma la gente comune, i poveri di Dio, leggono:
    "La donna deve portare sul capo il segno dell’autorità maschile".

    Ho dato una veloce lettura dei commenti, anch'io ho molta perplessità, anch'io non riesco a trovarne un'interpretazione non maschilista di tutti questi passi neotestamentari.
    Delle due l'una:
    o non sono abbastanza profetici e critici rispetto alla cultura patriarcale del giudaismo del 1° o, meglio, del 2° secolo dopo Cristo
    o risultano da interpolazioni compromissorie.

    Se però voi mi dire che è "Parola di Dio", ho l'impressione che ci sia un modo molto meno "fondamentalista e biblicista" di affrontare la questione.

    Infine: è così necessario uno chador cattolico?

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  19. Pour l'intervenant (Claudio) de 18.59:

    Cher Monsieur,

    Voyez Romano AMERIO, "Iota Unum", Capitolo IX, "La Chiesa e la donna", où le grand penseur suisse aborde la question que vous soulevez avec sa sagacité et profondeur habituelles (notamment le § 93, "La subordinazione della donna nella tradizione cattolica").

    A tous, pour ce qui concerne le voile, je me permets de rappeler la magnifique analyse de son symbolisme par Gertrud von LE FORT, dans "La Femme éternelle".
    Je suppose qu'il existe une traduction italienne de ce beau livre.

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  20. Guillaume Bélibaste!!

    Però, quanta fantasia nella scelta dei nick....un predicatore eretico, chiamato ultimo perfetto cataro....

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  21. io preferisco salomè senza veli

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  22. Se oggi la prescrizione biblica non è più in vigore che ce lo si dica; se invece lo è ancora il non adeguarvisi è orgolgio e presunzione.
    Pertanto la questione è da me posta unicamente in questi termini: fedeltà o infedeltà alla Parola.


    questa non è una testimonianza di fede, è una affermazione farisaica che dovrebbe essere estranea ad un cristiano, il cui Signore si è fatto Parola Vivente e ci si è donato in Corpo Sangue Anima e Divinità

    e ha mostrato una cosa che davvero appartiene SOLO all'uomo, ed è la ragione per cui le donne non possono diventare sacerdote: IL SACRIFICIO, l'IMMOLAZIONE.
    Dimenticate che nell'Antico Testamento venivano scelti gli agnelli maschi senza macchia?

    Che poi il sacrificio e l'immolazione, l'offerta di sé e della propria vita al Padre appartengano in Cristo ad ogni essere umano - come pure la Risurrezione, la lode, la gratitudine - questo è un altro discorso; ma nel culto è così

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  23. Je suppose qu'il existe une traduction italienne de ce beau livre.

    Grazie infinite! cercherò, se non lo trovo in italiano di procurarmelo in francese.
    Potrebbe gentilmente darmi un cenno anche sull'Editore?

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  24. Lasciamo stare i paragoni assurdi, lo chador è ben altra umiliante cosa e paragonarlo al velo femminile è uno sterile esercizio di estremismo lessicale...

    A scanso di equivoci vorrei chiarire che non sono un melloniano o che altro e non ho intenzioni da troll: esprimo con la massima umiltà la mia fatica nel capire l'ispirazione divina in frasi che mi lasciano oltremodo perplesso, tanto più in quanto provengono dall'Apostolo delle Genti che è una colonna della Chiesa (la Chiesa vera, quella fondata circa 2000 anni fa, non quella del '68).

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  25. Ecco fatto Mic:

    http://www.laprocure.com/livres/gertrud-von-fort/la-femme-eternelle_9782916727264.html

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  26. Il punto non è la contestualizzazione storica di alcuni precetti paolini, chiamata in causa da alcuni per interpretare in modo corretto alcuni passi ambigui delle sue lettere. Il punto è che
    prendere come articolo di fede tutto ciò che ha impartito alle comunità da lui fondate nel I secolo d.C.
    equivale a distorcere il Vangelo in alcuni dei suoi punti più innovativi e rivoluzionari,
    quelli cioè che rompono esplicitamente non solo con la tradizione ebraica e, nello specifico, con la Legge, ma anche con tutti i sistemi culturali intrisi di misoginia e discriminazione dell’”altro”,
    dove per “altro” si intendono tutti i soggetti emarginati nel mondo antico: donne, schiavi, barbari, lebbrosi, malati mentali, prostitute ecc.
    Dovremmo considerare PAROLA DI DIO quando Paolo ordina “…di non avere relazioni con chi, portando il nome di fratello, fosse fornicatore o ubriacone, ladro, maldicente, avaro, idolatra. Con gente simile non dovete neppure prendere il cibo insieme” (1 Cor. 5,11)??
    Gesù invece non ha mai evitato frequentazioni equivoche; anzi, spesso dava scandalo mangiando con “pubblicani e peccatori”, tanto da suscitare la disapprovazione dei suoi discepoli più stretti e l’avversione dei farisei legalisti.
    Gesù replicava alle critiche dei suoi avversari che “il medico è venuto per i malati, non per i sani” e che “i pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli”.
    E' l'esempio di Madre Teresa di Calcutta.

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    Risposte
    1. Se tu frequenti ladri, fornicatori, idolatri ecc., rischi di diventare come
      loro, perche' l'uomo tende ad imitare gli altri (dimmi con chi vai e
      ti diro' chi sei). Gesu', essendo figlio di Dio, non correva questo
      rischio, non ti pare?

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  27. C'è chi vuole mettere i veli e chi li vuole togliere, ma sempre la donna subisce.

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    Risposte
    1. è vero,in alcuni casi la donna potrebbe patire,se non ha il concetto del rispetto.Mettere il velo in chiesa non mi sembra un gran patire.Se una donna va da un politico va vestita in gran eleganza ,andare da Gesù si va anche in costume da bagno.......l'assurdo è questo

      Elimina
  28. Infine: è così necessario uno chador cattolico?

    detta così è di qualcuno che non ha capito (o non voluto prendere)nulla del meraviglioso simbolismo che si può cogliere dallo scritto di Don Alfredo Morselli, bypassando di proposito i miei post, da cui non emergeva nessuna interpretazione maschilista (né femminista)

    RispondiElimina
  29. E' l'esempio di Madre Teresa di Calcutta.

    che portava il velo ;)

    RispondiElimina
  30. Claudio ha detto...
    "E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo."

    Ammetto che questi versi di San Paolo mi hanno sempre suscitato molta perplessità, perchè non riesco a trovarne un'interpretazione non maschilista. Lo dico con molto rispetto e volontà di capire le intenzioni dello Spirito. Per favore, qualcuno può aiutarmi?


    *******************

    scherziamo?
    e lo dico da Donna^__^
    san Paolo ha anticipato la medicina e la scienza;-)
    prima del Novecento si credeva che fosse la donna a determinare il sesso del nascituro, lo studio sulla vita umana, grazie alla sana tecnologia ha permesso di PROVARE che è l'Uomo a stabilire il sesso del nascituro, ergo aveva ragione san Paolo: la Donna deriva dall'Uomo, infatti è il suo seme che lo determina nel concepimento...ma attenzione, aggiunge san Paolo dell'altro importante:
    L'Uomo NON resta incinto ergo non è l'Uomo fatto per la donna ma la donna per l'Uomo perchè è LEI CHE NE RACCOGLIE IL SEME NEL GREMBO VERGINALE..
    .

    San Paolo aveva anticipato TUTTI sullo studio dell'Uomo e della Donna...il secolo scorso la scienza stessa gli ha dato ragione, ma si è lungi dal rammentarlo e si continua a leggere questi passi paolini come pensieri contro la Donna...^__^

    Il discorso di san Paolo da fastidio a molti perchè sanno che la diversità che loro vogliono imporre (uomo-uomo, donne con donne...) è falsa, mentre la diversità creata da Dio la conferma la scienza stessa...

    grande san Paolo!!! ti Amo!!!!

    Fraternamente CaterinaLD

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    Risposte
    1. Grembo verginale...anche il grembo non verginale può accogliere.
      Attenzione alla retorica religiosa che è la più insopportabile.

      Elimina
    2. Ma, soprattutto, una volta che accoglie, in nessun caso può essere più "verginale"...

      Elimina
  31. P.S.

    Naturalmente poi il discorso paolino si allarga per trovare pienezza e compimento NELLA CHIESA e nel rapporto di Cristo con la Chiesa SUA SPOSA....è la Chiesa infatti CHE RACCOGLIE-RICEVE DAL SUO SPOSO e a sua volta, proprio come la Donna, la Chiesa da ai SUOI FIGLI il santo nutrimento... non è infatti la Chiesa che che genera Cristo ma il contrario...ma la Chiesa è indispensabile a Cristo per incontrarsi con l'Uomo così come Dio ebbe "bisogno di Maria" per l'Incarnazione divina e prodigiosa....

    ^__^

    Fraternamente CaterinaLD

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  32. Caterina ha giustamente sottolineato un aspetto che il femminismo ha abbandonato: la diversità (non certo in quanto a dignità) tra uomo e donna. Leggendo con la dovuta umiltà l'Apostolo si riesce a capire di più l'economia del Creatore, oggi difficile da comprendere a motivo di ideologie femministe che hanno "liberato" la donna trasformandola in un oggetto.
    E' più maschilista san Paolo con la sua gerarchia o l'attuale egualitarismo che tratta la donna come oggetto?

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    Risposte
    1. San Paolo, che non concede alla donna di decidere di se, cosa che il Signore fece dando agli uomini E ALLE DONNE il libero arbitrio.

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  33. Suggerisco la lettura di un interessantissimo articolo apparso su zenit.

    http://www.zenit.org/article-18354?l=italian

    Vi si parla del recupero del ruolo maschile [che comporta come corollario il risalto del ruolo femminile] prendendo come modello nientemeno che "il Figlio dell'Uomo", Gesù benedetto.

    Il livellamento maschio-femmina rientra nella grande categoria del livellamento ad ogni costo (che comprende di tutto un po', dal sette politico al vanno tutti in Paradiso) ed è molto più anticristiano di quel che sembra. Anzi, il mito dell'assoluta par condicio - consapevolmente o no - si oppone alla fantasia, alla libertà e in definitva alla signorìa di Dio.

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  34. La chiesa no deve vivere come se fosse chiusa in cella, ma nel mondo, no in base a un modello patriarcale ma all’amore fraterno. L’intimismo, lo spiritualismo, l'irenismo continuista e la devozione alle regole devono trasformarsi e aprirsi alla sofferenza dei fratelli.
    Questioni come questa del velo possono, aldilà della poesia teologale indubbiamente contenuta nella riflessione di mons. Morselli, risolversi in una nuova preoccupante chiusura nella cittadella delle proprie sicurezze.

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  35. "Anzi, il mito dell'assoluta par condicio - consapevolmente o no - si oppone alla fantasia, alla libertà e in definitva alla signorìa di Dio"

    Eppure veniamo fuori nudi tutti dal ventre.
    E nudi ritorneremo alla polvere, tutti perchè di polvere siamo fatti.
    La "par condico" di Dio.

    Non vorrei che si cadesse nel famoso "letteralismo" dei Testimoni di Geova (infatti nelle loro assemblee le donne mettono il velo).
    Lasciamo, nel dubbio, libertà. Chi converrà converrà e chi no, no.

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  36. La chiesa no deve vivere come se fosse chiusa in cella, ma nel mondo, no in base a un modello patriarcale ma all’amore fraterno.

    se la chiesa è chiusa nella cella del cuore del Suo Signore non può non vivere nel cuore del mondo e essere capace di cogliere le necessità, i segni dei tempi (quelli autentici e non quelli cui orientano le visuali prefabbricate)e portare le primizie del Regno in ogni concreta situazione

    quello che INOPPORTUNAMENTE definisci modello patriarcale, da sostituire con l'amore fraterno, è la regola aurea del progetto di Dio per l'umanità che è all'origine del vero amore fraterno, che non si autogenera, ma scaturisce dall'amore di Cristo morto e risorto per noi

    L’intimismo, lo spiritualismo, l'irenismo continuista e la devozione alle regole devono trasformarsi e aprirsi alla sofferenza dei fratelli.

    strano che qualcuno definisca intimismo, spiritualismo, irenismo continuista, devozione alle regole quello che, se non si ferma alle regole - e ti assicuro non ci si ferma - è spiritualità autentica (Adorazione in Spirito e Verità, non spiritualismo) che genera condivisione (non intimismo) Tradizione Viva e portatrice di Pace autentica (non irenismo con tinuista di modelli standardizzati)
    del resto, se non c'è continuità -pur nel necessario rinnnovamento - non esiste Tradizione e, senza Tradizione non esiste la Chiesa, ma qualcosa d'altro.

    se mai quella che tu impropriamente chiami "devozione alle regole" è fedeltà ad una Tradizione portante, che qualcuno sta cercando di scalzare per sostituirla con veri e propri "idoli" che invece di portare a Dio, fanno dell'uomo il Dio di se stesso e della pseudo-chiesa della sua appartenenza il Moloch, cui sacrificare il dono più grande di Dio: la propria libertà e la propria coscienza.

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  37. Non vorrei che si cadesse nel famoso "letteralismo" dei Testimoni di Geova (infatti nelle loro assemblee le donne mettono il velo).

    nel "letteralismo" non ci cadono, ci sono già i neo-protestanti che si definiscono cattolici e paradossalmente attribuiscono a chi ama la Tradizione quello che accade nelle loro assemblee, molto più vicine ai Testimoni di geova di quanto si possa credere, avuto riguardo al fanatismo, e alla -spesso irreversibile - dipendenza

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  38. Ecco fatto Mic:

    grazie Luisa! ho visto che c'è anche un legame con la mia amatissima Edith Stein :)

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  40. inopportuno ha detto...
    La chiesa no deve vivere come se fosse chiusa in cella, ma nel mondo, no in base a un modello patriarcale ma all’amore fraterno. L’intimismo, lo spiritualismo, l'irenismo continuista e la devozione alle regole devono trasformarsi e aprirsi alla sofferenza dei fratelli.
    Questioni come questa del velo possono, aldilà della poesia teologale indubbiamente contenuta nella riflessione di mons. Morselli, risolversi in una nuova preoccupante chiusura nella cittadella delle proprie sicurezze.

    ******************

    Ciò sarebbe vero se, come è stato accennato da Luisa, si rischiasse di agire come fanno i TdG o i Pentecostali il cui obbligo nel portare il velo non è il senso teologico che da la Chiesa, ma una letterale sottomissione ALL'UOMO mentre san Paolo, con tutta l'esegesi della Chiesa pone il discorso di sottomissione AL CRISTO PRESENTE NELL'EUCARESTIA...non a caso i vescovi portano lo zucchetto ^__^

    Io direi che il velo è come per la questione dell'inginocchiatoio: spiegandone l'uso va lasciato anche la libertà di usarli, certo è che se NON si catechizza in questi termini, se non si favorisce il loro uso, tutto rischia di diventare sempre un odioso obbligo....
    Io a capo scoperto in Chiesa e durante l'Eucarestia mi sento a disagio, per anni mi è stato LETTERALMENTE CHIESTO di NON mettere il velo perchè essendo l'unica che lo faceva e avendo compiti nella Chiesa, ERO RIDICOLA...ho sempre obbedito, ma con una grande pena nel cuore, alcune volte ho così rinunciato ad avere compiti nella Chiesa per poter mettere il velo, ponendomi quasi nascostamente agli ultimi banchi...

    Si chiede tolleranza per non portare il velo e per non inginocchiarsi alla Comunione, a quando l'applicazione della tolleranza per chi vuole mettere il velo e l'inginocchiatoio senza essere accusati di fanatismo?

    Fraternamente CaterinaLD

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  41. Il velo a Messa e il velo delle suore sono due questioni diverse, anche se accomunate da un significato storico-teologico.

    Per le suore, a rigore esse sono obbligate dal CIC ad indossare "L'abito loro proprio" a norma delle loro costituzioni.
    Il punto è che molti istituti, specie in America e in area anglosassone, hanno semplicemente omesso nella revisione delle costituzioni l'inserimento dell'articolo sull'abito, col risultato quindi che si vedono anziane e penose zitellone in tragicomiche "mises" pantalone-maglietta larga a fiori (e basta farsi un giro sul sito di un qualunque ordine religioso americano).

    Recentemente, purtroppo, anche la congregazione femminile parallela alla nostra ha reso opzionale l'uso del velo, nonostante l'esplicita contrarietà delle suore italiane (che, a parte quattro casi, continuano a portarlo).

    In chiesa, invece, il velo femmineo mi pare sia stato reso opzionale prima del nuovo rito, quindi - a che mi risulti - non dovrebbe essere strettamente obbligatorio per assistere alla Messa del '62.
    Comunque, non essendoci una norma precisa e vincolante, anche alle Messe antiche non può essere imposto.

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  42. Ludovico G. ha detto...


    Per le suore, a rigore esse sono obbligate dal CIC ad indossare "L'abito loro proprio" a norma delle loro costituzioni.
    Il punto è che molti istituti, specie in America e in area anglosassone, hanno semplicemente omesso nella revisione delle costituzioni l'inserimento dell'articolo sull'abito, col risultato quindi che si vedono anziane e penose zitellone in tragicomiche "mises" pantalone-maglietta larga a fiori (e basta farsi un giro sul sito di un qualunque ordine religioso americano).

    ************************

    per una idea visiva cliccate qui:

    http://www.oriensforum.com/index.php?topic=818.0

    ;-)

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  43. Per chi è su Facebook, c'è un certo padre Cortesi, passionista di Milano, che continua ad attaccare il blog, ma soprattutto il Paapa ed i santi. Ha attaccato pure questo post di don Alfredo.
    Cortesi ha scritto anche sul nostro blog e ha fondato un gruppo FB intitolato più o meno, "Arrestiamo i tradizionalisti"

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  44. Oh sì, padre Cortesi è un nostro devoto ed affezionato lettore. Ci comunicano molti dei suoi salaci commenti; ne abbiamo già un'antologia, che pubblicheremo in futuro poiché sono (involontariamente) spassosi.

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  45. Vi sembra proprio che il problema maggiore della Chiesa sia il velo delle donne in Chiesa? E perchè non tyornare al diritto di vita e di morte del "pater familias" visto che la donna è fatta per l' uomo e forse è anche senza anima...?!!??? Grandmere

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  46. Eh, già, il problema principale della Chiesa è la comunione ai divorziati risposati, come ha detto il card. Martini.

    Nessuno sostiene che il velo sia il punto centrale della fede. Ma ti dà fastidio se ne parliamo egualmente? Se sì, fattene una ragione.

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  48. Complimenti toto corde alla Redazione per la risposta "Eh gia'......".Nella sua sintetica brevita' taglia corto alla ormai irrancidita retorica dei novatores con la verve che d'ora in poi consiglio a tanti amici cattolici,copiando un po' della vis oratoria di voltaire(come vedete anche un trad sa essere saltem ecumenico!).un ministro straordinario dell'eucaristia viene ogni tanto a portare la Santa Comunione ad un mio parente malato.e' un tipo molto a quella che fu la page di qualche anno fa,cioe' tutto Parola e punto Sacramento.una volta io,con santa(?)malizia gli feci dono di un bel rosario.fece la faccia schifata e,abbassando le palpebre (la ptosi dei cretini supponenti),mi disse che solo la Parola aveva un senso nell'E cclesia (l'E vangelo).tutto il resto erano cose da "donnette",che non hanno diritto di cittadinanza nel contesto(quanto ci piace questa parola)ecclesiale(e pure questa).a quel punto gli dissi,con un cordiale sorriso:ma non ha visto che io sono una donnetta,ne ho il cervello la cultura i modi tutto?e' giusto che lei disdegni questo povero rosario,io non arrivo alle sue altezze!da allora quando mi vede scappa via..........

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  49. Sicuramente il velo indossato in chiesa non migliora una donna se ella si reca nel luogo sacro senza convinzione, ma solo per mostrare il capo d'abbigliamento nuovo alle altre persone. Da parte mia ho sempre ammirato mia nonna che lo indossava e se tornasse questa usanza mi farebbe molto piacere. Mi sembra un segno di rispetto per il luogo in cui si va a pregare. Su questo mi trovo d'accordo con le donne musulmane che portano il velo sempre per mostrare la loro sottomissione a Dio. Noi non mettendolo in chiesa facciamo un pò un atto di superbia e di questo ne ho anche già parlato con il mio parroco durante un colloquio privato. Anche lui si è detto dispiaciuto della perdita di quest'usanza. Certo io potrei indossarlo, ma sinceramente mi vergognerei in mezzo a tutte le altre che non ci pensano nemmeno a coprirsi il capo. Comunque grazie dello spazio concessomi. Annamaria

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  50. Sarebbe bellissimo tornare a portare il velo in Chiesa e nelle varie funzioni e processioni, finalmente se ne riparla dopo tanti anni di silenzio. Passiamo parola e speriamo che le donne finalmente decidano da sole di indossarlo.
    Questo potrebbe essere uno stimolo ad avere più controllo anche nell'abbigliamento, dato che negli ultimi anni si assiste a sconcezza e maleducazione nei luoghi Sacri, come se fossero discoteche, portando grande disturbo alla concentrazione e alla preghiera. Eppure io non sono una bacchettona, anzi, sono una che veste eccentrico ma per favore....un pò di educazione e di eleganza non guasterebbe.
    Grazie di tutto, Raffaella

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    1. Io personalmente, da quando frequento la S. Messa in F.E. sia nella mia città, sia fuori, porto sempre in testa il velo di pizzo "mantilla" che mi regalò mio padre, fatto a mano a Valencia. Non mi sento per nulla umiliata o sottomessa, solo rispettosa di N. Signore. Lo indosso con orgoglio, come il crocifisso al collo.

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    2. Senz'altro mi sbaglio, ma nel suo commento mi pare di percepire più compiacimento per il valore del pregiato capo d'abbigliamento che la coscienza delle filigrane motivazioni sopra esposte da illustri e ferratissimi commentatori, sul significato intrinseco ed estrinseco del velo femminile durante la Santa Messa.

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    3. Leggo stasera la sua risposta e preciso il mio pensiero, citando ciò che diceva il Santo Curato d'Ars: "Nulla è abbastanza bello per il Signore". Se ho peccato di superbia chiedo perdono, ma la mia intenzione era sottolineare che quando ci si reca davanti a Gesù è doveroso essere abbigliate MEGLIO che davanti a qualsiasi potente della Terra. Spero di aver chiarito il mio pensiero...

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  51. Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio..

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  52. mia madre oggi 75 enne ha sempre portato il velo, il parroco ultra moderno le ha detto che son o cose del passato........lo stesso prete durante la liturgia permette la proizione di diapositive e i canti stile festival di san remo........il diavolo è felice perchè è riuscito nel suo intento è riuscito a farsì che gli uomini di chiesa rendessero tutta la sacralità ridicola e hanno portato la banalità della vita del mondo moderno dentro al tempio......la messa del rito antico NON è " roba " x i nostalgici ...con questo rito quanti santi sono sugli altari??? con questo rito hanno pregato santi preti anonimi nei campi di concentramento e l'esempio piu' fulgido del dopo concilio Padre San Pio da pietralcina ha continuato a celebrare con il rito preconciliare!!!

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  53. Però io che frequento spesso la messa più che la necessità di far coprire il capo alle donne (San Paolo dice che la donna deve coprirsi il capo coi capelli a mò di velo...io li tengo lunghi circa un metro quindi penso che basti a coprirmi anche le spalle e la schiena!)...sarebbe il caso di convincere il gentil sesso a coprirsi innanzitutto le spalle puntualmente scoperte in periodo estivo e se ne vedeno di cotte e di crude per non dire di grasse e di magre...
    Però occorrerebbe anche una certa par condicio perchè se San Paolo visitasse le nostre chiese in estate noterebbe anche bei cosciotti in mostra da parte di uomini in calzoncini...
    Al di là delle motivazioni teologiche e neotestamentarie...un minimo di compostezza sarebbe richiesto a entrambe i sessi...

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  54. Risposte
    1. Qui: http://www.veilsbylily.com/
      c'è un assortimento completo di mantillas e veli da messa.
      Oppure su "RosaMysticaBoutique"
      https://www.etsy.com/uk/shop/RosaMysticaBoutique

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  55. Sono d'accordo con Luisa che il velo da solo non basta se poi si adotta un abbigliamento che scopre troppo il corpo. Stessa cosa anche per vari leggings super aderenti. Ci vuole un abbigliamento adatto al luogo in cui ci si trova. Non dico di rispecchiare un abito da suora, ma l'idea deve essere su quello stile. Una gonna al polpaccio è sufficiente per essere dignitosa e rispettosa. E come dice Luisa niente spalle scoperte. Giustamente ad Assisi in piena estate mi hanno pregata di coprire il top che indossavo come tutte le turiste. Non mi sono sentita obbligata. L'ho trovato un ragionevole consiglio anche se più che un consiglio era un obbligo. Altrimenti si perde proprio l'atmosfera del luogo sacro. Annamaria

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  56. Credo che un burka andrebbe bene.

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    1. Che esagerazione! Cosa c'entra il burka? E' osceno vedere tante donne vestite in modo indecente in chiesa!

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    2. Credo che il burka fosse citato in maniera ironica. Tuttavia la donna musulmana in tal modo mostra il suo rispetto verso il Dio in cui crede. Per cui non ci vedo nulla di divertente nel citare il burka.Le donne che lo indossano, lo fanno per loro scelta. Chi crede che siano obbligate, non ha capito il senso. Annamaria

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  57. Gesù è lo stesso ieri,oggi e sempre e così è la rivelazione annunciata dai profeti e dafli apostoli.Chi Siamo noi per cambiare le regole e fare ciò che piace a noi? se chiediamo a Dio delle grazie nel momento della malattia o per il lavoro e altro perchè diamo ascolto ai modernisti e non alla Parola di Dio? L'amore non è a senso unico.Dio è Amore ed è giusto ricambiare questo Amore mettendo in atto la sua Parola.

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  58. San paolo, l'apostolo per i pagani che ha probabilmente modificato anche un pò il cristianesimo tingendolo di un certo maschilismo essendo lui non sposato, quando si riferiva al velo si stava riferendo ai problemi delle Chiese nuove piene di pagani dove non c'era distinzione di capigliatura tra uomo e donna: i maschi si facevano crescere i capelli e le donne li tenevano corti e per evitare confusione introdusse il velo, ma se una donna ha i capelli lunghi ha già la sua chioma, il suo velo, l'obbligo del velo è per quelle con i capelli corti.

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  59. sa Paolo quando dice che la donna è sottomessa all'uomo dice anche che l'uomo è sottomesso a Cristo, quindi si annullano i sessi perchè Cristo rende degli angeli, c'è parità. E' un gioco di parole

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione