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lunedì 8 dicembre 2025

Orrori architettonici… e dove trovarli #260 a Livorno (LI)

Chiesa parrocchiale di Santa Teresa di Calcutta dell’ing. Marco Canonici e del geom. Stefano Caturegli (anno 2019).

Dopo aver guardato con raccapriccio i risultati degli investimenti economici anche della Diocesi di Livorno (3.400.000 euro), ribadiamo la domanda: se lo meritano l’otto per mille?

Lorenzo V.

Descrizione del progetto: La chiesa e i locali, posizionati a settentrione dell’area di sedime per allontanarsi dalle zone a rischio elevato di esondazione del torrente, sono orientati in modo da aprirsi verso il paesaggio peri-urbano a nord, ortogonalmente alla nuova strada tracciata in continuità a via della Padula. Da questa strada il primo elemento che si scorge è il campanile (alto 16 m), staccato dal corpo della chiesa e in posizione avanzata rispetto a quest’ultima, costituito da quattro setti in cemento armato posizionati in diagonale, con copertura piana a pianta quadrata. La torre delimita a est un ampio piazzale (ancora non completato) sul quale sorge una colonna crocifera realizzata contestualmente al resto del complesso. Il fronte della chiesa è definito da un portale a tutta altezza per un terzo occupato dalla porta d’accesso principale in alluminio e vetro, per la rimanente parte da una vetrata policroma. Sul sagrato si affaccia una cortina muraria inclinata, caratterizzata da due finestre a losanga, che costituisce il muro perimetrale della cappella feriale.
Lo sviluppo planimetrico dell’aula liturgica, pur segnato da una spiccata matrice direzionale longitudinale, punta a circoscrivere uno spazio avvolgente con una perimetrazione a tratti lineare a tratti curvilinea. La direzionalità portale-altare è accentuata dalla profilatura intradossale e estradossale della copertura lignea; quest’ultima si sviluppa piana lungo quest’asse (seppur in pendenza) e inclinata con angolazioni differenti verso i muri perimetrali. La conformazione del tetto contribuisce a gerarchizzare la spazialità interna della chiesa su ambiti diversi: l’aula centrale, una sorta di deambulatorio laterale sul quale si affacciano 3 cappelle laterali e l’area presbiterale. Quest’ultima, caratterizzata da una terminazione absidale, è collegata all’aula assembleare tramite un arco trionfale. Il catino absidale, un setto pieno in cemento armato, è interessato da 15 aperture circolari con vetrate policrome: un oculo (1,30 m .ca) centrale ma asimmetrico rispetto al portale circondato da altri piccoli oculi (30 cm .ca). Tale disegno, così come altre soluzioni tecnologiche, è rintracciabile in un’altra chiesa toscana progettata dal vescovo architetto Simone Giusti, a Cecina (Chiesa della Santa Famiglia, diocesi di Volterra).
Le finiture interne ed esterne degli elevati della chiesa, nella soluzione progettuale previste rispettivamente con blocchi Leca spillati e bocciardati color giallo Firenze e con un rivestimento in laterizio, sono invece costituite da superfici intonacate e tinteggiate con cromie tendenti al terra di Siena (gli esterni), tonalità più chiare gli interni. La pavimentazione è prevalentemente in gres porcellanato con l’aggiunta di tarsie marmoree di reimpiego (nell’area presbiterale) realizzate per il vicino Santuario di Montenero durante il Giubileo del 2000. La copertura lignea a vista, nella parte estradossale è invece rivestita da laminati in zinco-titanio.
A sinistra del portale, in vano rettangolare accessibile e visibile dall’aula, è installata una scala a chiocciola metallica che permette la fruizione di un vano soppalcato, a sbalzo sull’aula di preghiera, sul quale verrà collocata la consolle dell’organo. Sempre in prossimità dell’ingresso principale, come già anticipato, si sviluppa la cappella per le celebrazioni feriali. Quest’ultima è definita come uno spazio trapezoidale orientato con direzione opposta alla chiesa (quasi in maniera ortogonale), accessibile da quest’ultima ma non dal sagrato. La sacrestia, pensata fuori dal volume della chiesa, non è direttamente accessibile da quest’ultima in quanto mediata da spazi coperti di servizio che collegano la aree cultuali (aula principale).
Il progetto artistico mira a valorizzare la marcata direzionalità dello spazio liturgico attraverso precisi interventi concentrati nelle aree di ingresso e presbiterale. Il programma inziale, oggi realizzato solo parzialmente, prevedeva un preciso itinerario iconografico dai contenuti salvifici: l’umanità generata dalla Trinità creatrice (vetrata del portale dal tema trinitario), sanata dal peccato dalle acque battesimali (fonte battesimale non ancora realizzato a destra dell’aula) e guidata dall’esempio di fede dei Santi e della Vergine Maria (le statue collocate nei poli devozionali nelle cappelle di sinistra), riceve la salvezza alle mense della Parola e dell’Eucarestia. L’assemblea dei fedeli, seppur nella fissità della disposizione su quattro file di banchi frontali al presbiterio, si fa spazialmente partecipe a tale processo attraverso la relazione con il contesto architettonico, la riconoscibilità dei poli celebrativi (anche se quelli attualmente realizzati sono tutti riuniti in una pedana plenaria) e in particolare nel percorso processionale portale-altare.
L’altare, allestito al centro del presbiterio, è leggermente sopraelevato rispetto all’ambone e alla sede presidenziale per mezzo di una pedana circolare. Il manufatto è descrivibile come un parallelepipedo marmoreo a base rettangolare che ospita centralmente su tutte le facce una fascia bronzea in cui è rappresentata l’ultima cena di Gesù con gli apostoli (fronte principale) e la corona di spine (negli altri fronti). L’ambone e la sede sono installati sullo stesso livello in posizione avanzata rispetto all’altare, quasi a ridosso (soprattutto l’ambone) del margine gradonato del presbiterio. Anche il luogo della Parola, come già anticipato, ha la stessa matrice compositiva e materica dell’altare, caratterizzato da una fascia bronzea mediana che raffigura i quattro Evangelisti. La sede, anch’essa marmorea, invece è dotata di una lunetta bronzea posta nella parte superiore della spalliera in cui sono rappresentai al centro Cristo con le braccia aperte, sul lato sinistro figure di vari culti religiosi, sulla destra Madre Teresa che con un braccio stringe e sorregge una giovane vita mentre con l’altro tende la mano a Cristo. Un altro fregio bronzeo è posto al di sotto della seduta con riferimenti simbolici alle razze e le culture del mondo a richiamare i temi della fratellanza, del rispetto e dell’amore universale. Nella proposta artistica inziale Grigò era stato chiamato a progettare anche un crocifisso bronzeo, con stilemi grafici comuni alle altre opere citate, che però non è stato eseguito; attualmente al centro del catino absidale e al di sotto dei 15 oculi con vetrate policrome dai contenuti simbolici mariani (titolo lauretano di Stella del Mattino) è posizionato un crocifisso ricollocato dalla chiesa provvisoria.
La penitenzeria, arredo ligneo di riuso, è collocata in un luogo ben visibile dall’aula a sinistra del portale. Il fonte battesimale provvisorio, in attesa di esecuzione di quello definitivo a pianta ottagonale in marmo di carrara, è sistemato su una pedana gradonata nello spazio concavo dedicato a destra dell’aula, illuminato da un’apertura zenitale.
I poli devozionali costituiti dai due avanzamenti concavi della parte di sinistra dell’aula sono occupati attualmente da una statua della Santa titolare (la cappella più vicina all’ingresso) e da una statua mariana proveniente dalla chiesa precedente (la cappella in prossimità del presbiterio) ricollocata solo provvisoriamente in attesa dell’esecuzione di un’opera marmorea a tutto tondo dell’artista Grigò raffigurante la Vergine Maria con il Bambino (prevista nella proposta inziale insieme alla stazioni della via crucis ma non eseguite per mancanza di fondi).

Descrizione tratta dalla pagina beweb.chiesacattolica.it.

Fotografie degli esterni:



Fotografie degli interni:






Altare

Ambone

Sede