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martedì 2 dicembre 2025

Gagliarducci. "Leone XIV verso l’inizio del suo pontificato?"

Timore e speranza.
Luigi C.

17 Novembre 2025, Korazym.org, Andrea Gagliarducci

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 17.11.2025 – Andrea Gagliarducci] – La notizia che Papa Leone XIV convocherà un Concistoro per il 7 e 8 gennaio 2026 non è ancora stata ufficializzata dalla Sala Stampa della Santa Sede. Da quando il National Catholic Register ha diffuso la notizia, tuttavia, sono emerse numerose conferme – alcune da parte degli stessi cardinali – e la Lettera circolare inviata a tutti i cardinali, ha fatto il giro del web.
Questo Concistoro non sarà per la creazione di nuovi cardinali. Ci sono già una dozzina di cardinali in età di voto in più di quanto la legge rigorosamente consenta. Il numero di cardinali in età di voto non scenderà al di sotto del limite legale di 120 fino alla fine del 2026. Il Concistoro del 7 e 8 gennaio sarà dedicato alla discussione di questioni di importanza per l’intera Chiesa – una discussione che non si è verificata negli ultimi anni.

Papa Francesco convocò un Concistoro nel 2014, quando il Cardinale Walter Kasper tenne il suo discorso sulla famiglia, che suscitò un notevole dibattito. Poi, ce n’è stato un altro nel 2015, con diverse sessioni sulla riforma della Curia. E poi, nel 2022, per discutere della riforma della Curia già promulgata.

L’ultimo Concistoro straordinario di Papa Francesco – il primo in sette anni – ha lasciato tutti un po’ delusi. I cardinali erano divisi in gruppi linguistici, non c’era spazio per interventi prolungati in una sessione plenaria, e molti hanno avuto l’impressione che la collegialità – o sinodalità – di cui parlava Papa Francesco non fosse realmente applicata.

Leone XIV sta tornando a vecchi metodi. Benedetto XVI faceva sempre precedere il Concistoro per la creazione di nuovi cardinali da una riunione dell’intero Collegio Cardinalizio. Giovanni Paolo II convocò i cardinali in diverse occasioni per discutere insieme riforme e decisioni. Paolo VI amava persino incontrare i cardinali residenti a Roma subito dopo ogni viaggio apostolico, al suo ritorno, quasi prima ancora di mettere piede nell’Appartamento del Palazzo Apostolico.

Resta da vedere quale modello seguirà Leone XIV, ma la convocazione di un Concistoro il 7 gennaio è un segno significativo. Innanzitutto, il 7 gennaio è il primo giorno dopo la fine del Giubileo del 2025. Leone XIV prese deliberatamente la decisione di lasciar correre tutto durante il Giubileo e di chiudere tutti i dossier di Papa Francesco ancora aperti. La pubblicazione dell’Esortazione Dilexi te, quella della Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede sui titoli mariani, la prossima pubblicazione di un documento sulla monogamia preparato dal medesimo dicastero durante il pontificato di Papa Francesco, e persino l’imminente viaggio apostolico in Turchia e Libano sono questioni lasciate in sospeso dal predecessore di Leone XIV.

Alcune decisioni di Papa Francesco rimarranno in vigore l’anno prossimo. Ad esempio, un viaggio in Africa attualmente in preparazione, che Papa Francesco sognava di fare durante l’Anno Giubilare. Eppure, la fine del Giubileo segnerà anche fisicamente la fine dell’eredità di Francesco. Leone XIV si è preso il suo tempo per riflettere sulla questione, e ora probabilmente metterà le carte in tavola.

Cosa potrebbe succedere al Concistoro del 7 e 8 gennaio? Presumibilmente, il Papa vorrà ascoltare. Lo fa sempre. I Nunzi Apostolici affermano che il Papa vuole sempre essere informato primo sulla situazione del Paese in cui prestano servizio.

Ma poi, il Papa potrebbe anche definire la sua “squadra di governo”. Potrebbe presentare una bozza di quella che dovrebbe diventare la sua prima Enciclica. Potrebbe affrontare alcuni temi scottanti: l’impatto del periodo dei processi, la credibilità della Chiesa e le riforme necessarie per aggiustare la Curia.

Qualunque cosa accada, questo sarà un punto di svolta fondamentale. Dalle parole di Papa Leone XIV, dal modo in cui condurrà il Concistoro, possiamo capire come si svolgerà il suo pontificato. Abbiamo già visto alcune delle caratteristiche. La scorsa settimana, Leone XIV ha nominato il Padre Agostiniano Edward Danian Daleng Vicereggente della Prefettura della Casa Pontificia. Si tratta di una posizione che non esiste nell’organigramma – al massimo, potrebbe esserci un Reggente aggiunto – ma dimostra il desiderio del Papa di restituire centralità all’Istituzione. Il Vicereggente lavorerà a fianco del Reggente, Mons. Leonardo Sapienza, che ha governato la Prefettura negli ultimi anni. Papa Francesco, infatti, non ha mai nominato un Prefetto successore dell’Arcivescovo Gänswein. Papa Leone XIV potrebbe nominarne uno, e l’Arcivescovo Peter Rajic, attualmente Nunzio Apostolico in Italia, si dice che sia preso in considerazione per il posto.

La nomina di un Vicereggente dimostra consistente pratica del Papa di affidare posizioni chiave ad amici giovani e fidati. Spesso si tratta di Agostiniani, ma non necessariamente: i due Segretari particolari non lo sono. Tuttavia, si tratta di trentenni, di comprovata esperienza e fiducia, ad esempio.

Ai livelli più alti, tuttavia, il Papa desidera ripristinare una gerarchia precisa. La Prefettura della Casa Pontificia sarà un organo centrale. Resta da vedere come il Santo Padre riorienterà la Segreteria di Stato, e possiamo aspettarci alcuni cambiamenti al vertice dopo il Concistoro.

Attualmente, alla Segreteria di Stato mancano due posizioni cruciali, essenziali per il suo ruolo. Doppia operazione: l’Assessore e il Sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. L’Assessore è ancora più critico, poiché assiste il Sostituto per gli Affari generali nella gestione della Segreteria di Stato. Resta però da vedere se il Papa deciderà di apportare una modifica ancora più sostanziale alla Segreteria di Stato, nominando nuovi superiori per l’Assessore e il Sottosegretario. Anche questo sarà evidente dopo il Giubileo.

Nel frattempo, Leone XIV continua a “riparare” le lacune istituzionali. A seguito del rescritto che consente nuovamente agli enti vaticani di astenersi dall’investire tramite l’Istituto per le Opere de Religione, lo scorso 13 novembre il Papa ha istituito un organismo di coordinamento per l’Apostolato del Mare, noto come Stella Maris. Con la riforma della Curia, l’Apostolato del Mare era stato emarginato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ne aveva assunto le responsabilità ma non ne aveva creato una struttura. Ora, la struttura è in fase di realizzazione, anche se saranno necessari ulteriori passaggi per renderla efficace. Fa parte di un più ampio adeguamento alle riforme incompiute di Papa Francesco.

Forse ci stiamo davvero avvicinando solo molto lentamente all’inizio del nuovo pontificato, o almeno del nuovo governo pontificio. Il Papa sembra determinato a istituire un’istituzione e un’organizzazione solide, senza rinunciare a più dello stretto necessario degli elementi che hanno caratterizzato il pontificato di Francesco. Ci vorrà molto equilibrio affinché questo sforzo dia i suoi frutti.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican.