
Grazie a Korazym.org e ad Andrea Gagliarducci per questa utile analisi sul nuovo assetto della Curia che sta costruendo Papa Leone XIV.
InfoCatolica – In una nuova intervista il cardinale Müller insiste che la divisione proviene dal progressismo e non dalla tradizione: "In un'intervista televisiva (Raymond Arroyo-The World Over-EWTN) , il cardinale Gerhard Müller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha criticato le restrizioni al rito romano tradizionale e ha messo in guardia contro un crescente relativismo teologico in Vaticano, specialmente nei campi del dialogo interreligioso".
Luigi C.
24 Novembre 2025, Korazym.org, Andrea Gagliarducci
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.11.2025 – Andrea Gagliarducci] – Papa Leone XIV ha avviato un importante cambio generazionale nell’apparato di governo centrale della Chiesa, la Curia Romana. Questo cambio è iniziato in Segreteria di Stato la scorsa settimana, con la nomina di Anthony Onyemucho Epko ad Assessore e di Mihăiţă Blaj a Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato, l’organismo centrale e chiave della Curia Romana. Il cambio si estenderà a vari dicasteri della Santa Sede fino a quando non avremo una nuova schiera di ecclesiastici – gli uomini di Leone – in posizioni chiave in tutto l’apparato di governo. Il processo potrebbe richiedere del tempo, e forse protrarsi anche per gran parte del 2026.
La nomina dei due nuovi “viceministri” della Segreteria di Stato è stata resa pubblica dopo che entrambe le posizioni erano rimaste vacanti per oltre un mese. All’inizio della settimana si è celebrato il Giubileo del Personale Diplomatico e la foto di gruppo dell’incontro con il Papa rifletteva un periodo in cui la Segreteria di Stato era priva sia del suo Assessore che del suo Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
Ciò era insolito, poiché queste due posizioni non possono rimanere vacanti a lungo. Il Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, una sorta di “viceministro degli esteri”, è responsabile di dossier chiave, a partire da quello sulla Cina. L’accordo sino-vaticano per la nomina dei vescovi è sempre stato firmato, finora, a livello di “viceministri degli esteri”, e le delegazioni della Santa Sede che si sono incontrate periodicamente con le delegazioni cinesi per discutere i progressi dell’accordo sono sempre state guidate dal Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
In breve, si correva il rischio di arrivare al prossimo incontro di aggiornamento con la Cina a dicembre, senza un capo delegazione naturale che gestisce il dossier. La scelta è ricaduta su Mons. Blaj, un giovane con esperienza in diverse Nunziature, che di recente ha ricoperto l’incarico di Segretario particolare dell’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, il Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
Il ruolo dell’Assessore è ancora più cruciale. Infatti, ci sono due Sotto-Segretari per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e c’è anche un Sotto-Segretario per il settore multilaterale – Mons. Daniel Pacho – che può subentrare in assenza dell’altro “viceministro degli esteri”, sebbene le sue responsabilità non riguardino i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. Non esiste, tuttavia, un secondo Assessore nell’organigramma della Santa Sede. L’Assessore, coadiutore del Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, è responsabile del funzionamento della Segreteria di Stato. Svolge diverse mansioni, è anche membro del Comitato per la Sicurezza Finanziaria ed è responsabile della supervisione del suo funzionamento complessivo. Per l’incarico è stato scelto Mons. Epko, il primo Assessore a non provenire dai ranghi della Segreteria di Stato, dove tuttavia ha prestato servizio prima di essere nominato Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Epko ha anche scritto un libro in inglese sulla Curia Romana, uno dei pochi studi sulle origini, la storia e il funzionamento della macchina della Santa Sede, molto apprezzato nei paesi anglofoni.
Cosa possiamo dedurre da queste due nomine?
La prima è che Leone XIV ha iniziato a riorganizzare la Curia, e la nomina di Mons. Epko, esperto del settore, è un segnale molto chiaro. Non solo, Epko è un “outsider” nella Segreteria di Stato, ma è anche noto per la sua lealtà. Il suo nome non sembra essere stato proposto dall’attuale Sostituto, l’Arcivescovo Edgar Peña Parra, e questo è interpretato da alcuni osservatori come un segnale dell’imminente dipartita di Peña Parra dal suo incarico. Ma la scelta di Epko suggerisce anche profondi cambiamenti al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Epko era Sotto-Segretario e l’attuale Prefetto, il Cardinale Michael Czerny, compirà presto 80 anni. Czerny è stato uno dei simboli della “rivoluzione” di Papa Francesco, e lui stesso un custode della rivoluzione. Ed è stato Czerny a raccogliere l’eredità di Francesco organizzando l’incontro di Leone XIV con i movimenti popolari e dirigendo il discorso di Leone XIV sulla questione, profondamente intriso di spiritualità bergogliana.
A partire dal sotto-segretario, tuttavia, il dicastero potrebbe subire una profonda trasformazione, in attesa di un nuovo prefetto, che potrebbe anche fornire una nuova direzione. Finora, il dicastero si è concentrato sulla vecchia Sezione Migranti e Rifugiati, perdendo molte delle vecchie caratteristiche che aveva quando era il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Un altro segnale di un possibile rinnovamento del dicastero, è stata la recente riforma della pastorale del mare, che il Papa ha strutturato nella cosiddetta “Stella Maris”. Ma anche questa riforma deve superare la prova del tempo. Da un lato, deve affrontare una svista nella Praedicate Evangelium, la Costituzione apostolica di epoca bergogliana, che ha riformato la Curia sulla carta (e ha appena menzionato la pastorale del mare). Dall’altro, la nuova struttura sembra rispecchiare in qualche modo quella di Caritas Internationalis, che Papa Francesco aveva riformato con un approccio più manageriale, superando la riforma di Benedetto XVI, che aveva invece cercato di caratterizzare l’operato di Caritas Internationalis all’interno di un solido quadro teologico, piuttosto che manageriale.
Vedremo se Epko, in qualità di Assessore ed esperto della Curia Romana, avrà anche il compito di rimettere ordine in una macchina curiale il cui funzionamento si è fatto più complicato dopo le riforme di Papa Francesco.
La nomina di Blaj, tuttavia, sembra preludere a un’altra promozione: quella del suo superiore immediato, l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher. Il “ministro degli esteri” della Santa Sede potrebbe essere destinato ad un incarico curiale, magari con la porpora cardinalizia, e l’indizio sta proprio nella promozione concessa dal Papa al suo segretario particolare, una mossa che tipicamente preannuncia un trasferimento.
Se Peña Parra e Gallagher dovessero andarsene, la Segreteria di Stato subirebbe profondi cambiamenti. Ma non sarebbe l’unico organismo. Leone XIV ha già nominato un Vice-Reggente della Prefettura della Casa Pontificia, il Padre Agostiniano Edward Daniang Dalong, nel quale nutre grande fiducia, e tutto lascia supporre che la nomina aprirà la strada alla sostituzione dell’attuale Reggente, Mons. Leonardo Sapienza.
Anche l’Arcivescovo Diego Ravelli, attuale Maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, sembra pronto al trasferimento in una diocesi, perché il Papa vorrebbe scegliere qualcuno più vicino alla sua sensibilità e non apprezza l’idea di un arcivescovo come “chierichetto”.
Tutti questi cambiamenti dovrebbero avvenire dopo il Concistoro del 7-8 gennaio 2026, il cui tema Leone XIV non ha ancora annunciato. Ma ciò aprirebbe la strada ad un intenso periodo di ricambio generazionale, che culminerà in un Concistoro per la creazione di nuovi cardinali alla fine del 2026. Attualmente, i cardinali elettori sono 126, ma entro la fine del prossimo anno, il numero scenderà sotto i 120. Anche i nuovi cardinali, alla fine, avranno più voce in capitolo su ciò che Leone XIV vuole per la Chiesa.
Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican.