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martedì 25 novembre 2025

Traditionis custodes sta perdendo slancio…

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1308 pubblicata da Paix Liturgique il 24 novembre, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), commenta la notizia secondo la quale, durante il discorso tenuto all’assemblea plenaria della Catholic Bishops’ Conference of England and Wales, mons. Miguel Maury Buendía, Nunzio Apostolico in Gran Bretagna, ha informato i Vescovi che Papa Leone XIV chiederà al card. Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, «di essere generoso» quando gli sarà chiesto di dispensare dalle restrizioni alla liturgia tradizionale (QUI; QUI e QUI su MiL).
«È un segnale, un segnale discreto, quindi» ed «è importante cogliere "i segni dei tempi"», perché «ora, come era prevedibile, il tentativo di Traditionis custodes mostra segni di debolezza».

Lorenzo V.


Le sentinelle continuano per la 218ª settimana le loro preghiere in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici, durante la recente riunione plenaria della Catholic Bishops’ Conference of England and Wales, si è tenuto un incontro privato tra i Vescovi e mons. Miguel Maury Buendía, Nunzio Apostolico in Gran Bretagna, un diplomatico esperto che sa dire senza sembrare di dire, durante la quale è stato sollevato il problema ultra-delicato della liturgia tradizionale e dell’applicazione della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II [QUI; QUI e QUI su MiL: N.d.T.].

È chiaro che il diplomatico ha compiuto un atto ben ponderato, approvato o forse teleguidato dalla Segreteria di Stato. Cosa ha detto esattamente? Materialmente nulla che non sapessero già. Ha dichiarato ai vescovi che Papa Leone XIV non avrebbe abrogato la lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes, ma avrebbe autorizzato gli Ordinari diocesani che ne avessero fatto richiesta al Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti a concedere un’esenzione di due anni, rinnovabile, per le celebrazioni secondo il Missale Romanum del 1962. Apparentemente quindi nulla di nuovo, poiché questa autorizzazione concessa al Vescovo che ne fa richiesta di consentire la Santa Messa tradizionale – non i Sacramenti – per un periodo di due anni è la regola attuale.

Del resto, mons. Enda Edward Murphy, Capo ufficio del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha precisato lo stesso 14 novembre al sito Catholic News Service che sulle dispense menzionate dal mons. Miguel Maury Buendía «non si tratta altro che di una riaffermazione della prassi del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti da quando è entrato in vigore la lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes» [QUI: N.d.T.].

Il piccolo extra, in ciò che ha detto mons. Miguel Maury Buendía, a porte chiuse, è che sembra che i Vescovi che chiederanno l’autorizzazione di due anni per la Santa Messa tradizionale otterranno sempre l’autorizzazione. Ma non è sempre stato così sotto papa Francesco? Si danno solo esempi positivi: recentemente, nell’ottobre 2025, mons. Edward Charles Malesic, Vescovo di Cleveland (Ohio), ha ottenuto l’autorizzazione a mantenere l’uso del Missale Romanum tradizionale in due Parrocchie; nel luglio 2025, il mons. Michael James Sis, Vescovo di San Angelo (Texas), aveva ricevuto la stessa autorizzazione.

Ma la questione è talmente delicata che questa piccola mossa diplomatica del «io dico così; non ho detto niente» ha suscitato commenti in tutte le direzioni sulla stampa mondiale.

Ad esempio, Nico Spuntoni, vaticanista del quotidiano Il Giornale del 16 novembre, esulta: «Torna la Messa in latino». Egli ritiene di poter affermare che il mons. Miguel Maury Buendía abbia detto che Papa Leone XIV «ha intenzione di concedere ampie esenzioni dalle restrizioni a chi ne farà richiesta» [QUI: N.d.T.].

Al contrario, il sito Infovaticana del 14 novembre titola a grandi caratteri: «Il Nunzio Apostolico in Gran Bretagna afferma che Papa Leone XIV non revoca le restrizioni alla Santa Messa tradizionale»; poi in caratteri piccoli: «Ma accetterà richieste di dispensa per due anni», spiegando che è così che si è proceduto finora [QUI: N.d.T.].

Si può quindi dire che lo scopo di questa manovra pacificatrice estremamente cauta sia un invito implicito ai Vescovi pacificatori a chiedere permessi di due anni?

Ma in realtà, è minima la percentuale di Vescovi sul cui territorio si celebrano abitualmente Sante Messe tradizionali che hanno chiesto permessi. Mons. Michel Christian Alain Aupetit, allora Arcivescovo metropolita di Parigi, si era limitato a far notare a papa Francesco durante una visita ad limina che a Parigi si celebravano Sante Messe tradizionali nelle chiese parrocchiali (cosa che la lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes vieta), e gli era stato risposto che poteva continuare a farlo. Molti altri non avevano preso questa precauzione, alcuni aggiungendo addirittura che non avrebbero cambiato nulla perché Traditionis custodes era inapplicabile.

In definitiva, da questo evento, che non è realmente tale, ma che si aggiunge alla Santa Messa pontificale concessa al Pellegrinaggio Summorum Pontificum celebrata dal card. Raymond Leo Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, risulta che i Vescovi pacificatori avranno mano libera.

È un segnale, un segnale discreto, quindi. Il card. Jean-Marc Noël Aveline, Arcivescovo metropolita di Marsiglia e Presidente della Conférence des évêques de France, è andato due volte nella stessa direzione, con altrettanta cautela.

Sul quotidiano La Croix del 16 settembre 2025: «Per quanto riguarda la questione tradizionalista, in ogni ricerca spirituale – del sacro, del silenzio, della bellezza – c’è qualcosa di buono che merita di essere onorato. Papa Francesco voleva evitare che questo legittimo desiderio spirituale fosse pagato al prezzo di un allontanamento dalla comunione della Chiesa. Ciò che lo preoccupava non era tanto la questione liturgica quanto il rischio di perdere il legame con la grande Tradizione della Chiesa, nella quale si inserisce il Concilio Vaticano II. La sequenza non è stata molto chiara, lo ammetto. Il mio ruolo è quello di accogliere e accompagnare queste aspirazioni, proteggendole da ciò che potrebbe allontanarle dalla comunione ecclesiale e quindi, in ultima analisi, indebolire la fede» [QUI: N.d.T.].

E poi sul settimanale Le Point del 20 novembre 2025: «È chiaro che i giovani in cerca di identità hanno bisogno di ricollegarsi ai valori della tradizione. Ma bisogna stare attenti a non privare questi giovani del legame con quella che noi chiamiamo la tradizione della Chiesa, cioè fino al Concilio Vaticano II compreso. Qui a Marsiglia si nota una grande fluidità dei fedeli da una liturgia all’altra e i sacerdoti legati alla forma straordinaria concelebrano nella forma ordinaria. Evitiamo quindi di irrigidire le posizioni» [QUI: N.d.T.].

È importante, cari amici, cogliere «i segni dei tempi», come ci veniva insegnato al tempo del Concilio Vaticano II… I difensori della liturgia tradizionale vedono sicuramente aprirsi una nuova «finestra di opportunità», una nuova possibilità di far riconoscere le loro legittime richieste. Che lo si voglia o no, i progressi della liturgia tradizionale si sono sempre basati su un rapporto di forze. Ora, come era prevedibile, il tentativo della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes mostra segni di debolezza.

Care sentinelle, continuiamo a recitare il Rosario, in rue du Cloître-Notre-Dame, 10, dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nella Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), mercoledì e venerdì alle ore 17:00, d davanti alla Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), domenica alle ore 18:15, nella Basilique Sainte-Clotilde-et-Sainte-Valère (rue Las Cases, 23 bis, nel VII arrondissement), lunedì alle ore 12:45.

In unione di preghiera e amicizia.