Riceviamo e pubblichiamo.
QUI e sotto il video integrale.
"Sembra che quel famoso titolo del libro di Hans Urs von Balthasar, “Was dürfen wir hoffen?” (“Cosa ci è lecito sperare”, in modo più letterale, tradotto in italiano con “Sperare per tutti”) sia diventata un’abitudine escatologica di fondo del Cattolicesimo contemporaneo. Balthasar provava a fondare sulla speranza cristiana la salvezza di tutti, escludendo la realtà della dannazione. Una speranza difatti contro la fede della Chiesa che crede nella possibilità effettiva della dannazione di alcuni. Infatti, crediamo che all’inferno ci sono i dannati e non solo i demoni. Quella “speranza per tutti” è ormai un motto classico che si ritrova nelle parrocchie, nelle prediche…un po’ dappertutto. Sembra così il manifesto più appropriato per dimenticare o passare sotto silenzio i Novissimi: la morte, il giudizio, l’inferno e il paradiso. Già la parola “Novissimi” sembra suonare così male che non è più usata. Ma lo stesso contenuto viene tralasciato per far posto al sentimento della salvezza. Proviamo a fare un esperimento: quanti oggi sottoscriverebbero quello che San Pio X insegna nel suo Catechismo con domanda e risposta sui Novissimi? Solo una questione di formulazione, troppo manualistica, o invece una questione di contenuti ormai passati di moda? Contenuti, tra l’altro, che si ritrovano anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica".
Luigi C.
