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sabato 29 novembre 2025

Genova. Se Silvia Salis cancella il presepe

A Genova l’amministrazione guidata dall’astro nascente della sinistra sceglie di non allestire il tradizionale presepe nella sede comunale.
Grazie a Il Timone per questa notizia.
Luigi C.

Paola Belletti, Il Timone, 28 Novembre 2025

Quest'anno niente presepe a palazzo Tursi, sede principale del Comune di Genova. A volerlo è l'amministrazione guidata da Silvia Salis, a difendere la decisione è l'assessore alle Tradizioni, Tiziana Beghin, che con collaudato benaltrismo spiega quanto invece stiano facendo per la promozione dei valori del Natale e quanto poco importante sarebbe allestire un presepe nella sede della giunta: «L’amministrazione comunale non elimina nulla, semmai rafforza la tradizione culturale del Natale. Non è allineando un presepe sotto il colonnato del palazzo civico che si è valorizzata, in questi anni, la straordinaria tradizione presepiale genovese, come qualcuno vuole far credere». Genova ha una lunga tradizione nell'arte del presepe, e se la si vuole considerare solo come patrimonio artistico-culturale allora sì, il tour con "Passaporto dei Presepi" pensato dall'assessore Beghin e dal collega alla Cultura potrebbe essere la proposta più azzeccata. Se invece il presepe è e continua ad essere ciò che san Francesco per primo ha pensato, inventandosi la prima rappresentazione della Natività nella luminosa notte di Greccio il 24 dicembre del 1223, allora non è così e non è vero che "allineare" un presepe nella sede istituzionale più importante della città è inutile.

Il centrodestra ha reagito alla decisione della giunta al potere rivendicando l'importanza di continuare ad allestire il presepe, come messaggio chiaro ai cittadini genovesi e sottolineando come la decisione di non farlo abbia un peso politico che non intende trascurare. «"Secondo giorno delle commissioni sul bilancio e l'assessore competente si è “dimenticata” di avere la delega alle Tradizioni oltre che annunciare consapevolmente di aver cancellato, come scelta politica, il tradizionale Presepe che veniva allestita a Palazzo Tursi" attaccano i consiglieri della Lega in Comune Paola Bordilli e Alessio Bevilacqua», riporta primocanale. Ciò che diversi esponenti del centrodestra contestano è la ratio ideologica alla base di questa decisione, la stessa ideologia che è pericolosamente sottesa ad un'altra mossa messa in campo dalla giunta e che riguarda i bambini più piccoli: «Dopo aver introdotto l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole dell’infanzia, con l’Amministrazione che di fatto si sostituisce alle famiglie, adesso la giunta Salis cancella dal Comune anche il presepe, essenza del Natale e della nostra tradizione cristiana – attaccano i consiglieri comunali di FdI Alessandra Bianchi, Nicholas Gandolfo, Francesco Maresca e Valeriano Vacalebre –. Un simbolo che racchiude valori fondamentali come rispetto, solidarietà, famiglia. È l’ennesima presa di posizione ideologica di un’Amministrazione sempre più sbilanciata a sinistra, che mostra tutte le sue contraddizioni».

I presepi artistici genovesi non hanno bisogno di essere difesi come presidi slow food. Certo, sempre se si crede che un presepe è quello che è: ovvero la memoria viva del fatto dell'Incarnazione di Dio e dell'inizio, in quel Bambino e nella sua Famiglia, di una storia nuova, libera dalla schiavitù del peccato e della morte. La sinistra al potere a Genova, però, ci sembra affaccendata in tutt'altre faccende e con un'idea dei bambini drammaticamente lontana da quella che scaturisce dall'antropologia cristiana. La Salis rivendica con orgoglio la sperimentazione negli asili genovesi, animata dal sacro fuoco della "rieducazione" e agitando il solito stendardo della lotta alla violenza contro le donne. Più di 300 bambini dai 3 ai 5 anni saranno coinvolti in questo progetto che dovrebbe insegnare loro a riconoscere i modelli sbagliati nelle relazioni. Ai dei bimbi la cui fase evolutiva richiede risposte a bisogni essenziali di cura e sicurezza, oltre che di affetto, ascolto e gioco.

Invece no, per la sindaca-atleta, come riporta Open, ciò che occorre urgentemente è questo: «Crediamo che ci sia un gran bisogno di educazione sessuo-affettiva tra i giovani. A chi chiede “a cosa serve?” rispondo che se il modello di un bambino o di una bambina a casa è quello della violenza, avrà gli strumenti per capire che è sbagliato e che esiste un’alternativa», dice Salis. Sarà, ma a noi e alla maggioranza degli italiani pare che le cose importanti siano altre e che a queste sperimentazioni sulla pelle dei più piccoli sia doveroso opporsi con forza. Se la Salis è l'astro nascente della sinistra in perenne ricerca di identità, non si stupiscano se poi perdono le elezioni.