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giovedì 16 ottobre 2025

Luis Badilla.Caso Becciu, Sala Stampa Vaticana e altro

Grazie a Luis Badilla per questa analisi che spazia dal processo Becciu, alle presunte accuse all'ex Presidente del tribunale vaticano Pignatone fino alle polemiche con la Sala Stampa e i "protetti" da essa.
Luigi C.

“Caso Becciu”. La Corte d'Appello rinvia il dibattimento al 3 febbraio 2026, con prosecuzione i giorni 4, 5, e 6. La presenza della stampa.

            Lunedì 6 ottobre, al termine della quarta udienza del processo d'appello al cardinale Angelo Giovanni Becciu e altre persone, mons. Alejandro Arellano Cedillo, Presidente della Corte d'Appello comunicò di aver rinviato l'intero dibattimento al 3 febbraio 2026, con prosecuzione il 4, 5, e 6 febbraio. Al contempo è stato comunicato che la Corte si è riservata "di decidere, con separato provvedimento, sul dissequestro delle somme del fondo ‘Centurion’, sollevata dall'APSA". La Corte ha concesso alle parti "la data del 7 novembre 2025" per presentare delle memorie illustrative sulle questioni pregiudiziali, e un successivo termine fino al 28 novembre 2025 per eventuali repliche. Mons. Arellano Cedillo, ricorda il servizio di Vatican News “aveva dichiarato l'inammissibilità dell'appello proposto dal promotore di giustizia Alessandro Diddi rispetto alla sentenza di primo grado del 16 dicembre 2023 nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita del Palazzo di Londra, di cui il principale condannato era stato il cardinale che non ha votato in conclave.”

Novità nella copertura stampa del processo d’appello

           Dal 21 luglio 2021, giorno dell'inizio del processo voluto dal Papa contro il cardinale A.G. Becciu e altre 9 persone, la copertura stampa delle udienze che ovviamente si sono svolte tutte sino ad oggi nel territorio dello Stato Città del Vaticano, la copertura stampa è stata sempre affidata a un meccanismo a dir poco "singolare". Il luogo delle udienze era un problema: piccolissima e scomoda per una presenza massiccia di giornalisti. Alla fine, nel caso dei cosiddetti "vaticanisti", la gestione a rotazione dei giornalisti accreditati (pool) viene affidata direttamente a un'associazione privata, AIGAV, (Associazione Internazionale dei Giornalisti Accreditati in Vaticano). I professionisti accreditati come "vaticanisti" permanenti, stabili, dovrebbero essere 250-260 circa. Quattordici di questi hanno potuto entrare nel luogo dell'udienze del processo divisi in lingue, testate e paesi. Insomma: una presenza della stampa autogestita. Da pochi giorni fa quest'esclusività parecchio discutibile per molti giornalisti è finita. Con ciò dovrebbero finire alcuni comportamenti di quest'associazione criticati a più riprese.

Ora subentra anche la Sala stampa della Santa Sede e quindi i giornalisti interessati a far parte del pool devono comunicarlo direttamente alla Sala stampa vaticana e non più alle mailbox private e personali dei dirigenti dell'AIGAV.

Il press point del Papa. Non male. Un buon inizio che potrebbe aiutare a ulteriori novità nel rapporto di una parte consistente della stampa specializzata con la Sede Apostolica. Anche il Papa stesso vuole dare un suo contributo al ricupero di rapporti sani, meno tossici e dunque più veritieri. Diversi e importanti sono i motivi per cui Papa Leone, almeno così appare, privilegia un breve incontro personale aperto con i vaticanisti. Per ora lo ha fatto già cinque martedì, successivi. Accetta qualsiasi domanda. Risponde brevemente con chiarezza. Si può registrare in video e in audio. Nessun mistero. Nessun occultamento. Nulla insomma che permetta poi usare e abusare con le solite oscure formule tipo: “da indiscrezioni vicine a … giornalisti amici personali … mi è stato detto nell’incontro …”

Negli anni del pontificato di Francesco, questo delicatissimo rapporto con i media, vettori e persone, è stato nocivo per il Pontefice stesso e per la credibilità della stampa. La verità è che sia l’uno sia l’altro si sono strumentalizzati a vicenda tentando di trarre il massimo profitto. Purtroppo spesso tutto ciò si è fatto a scapito della verità e della corretta informazione. Si è arrivato al punto che il “buon” vaticanista è colui che esegue e non quello che racconta i fatti; quello fa scivolare mezze verità o manipolazioni e non quello che critica con rispetto e fondamento …

Molti operatori dei media in questi anni hanno dimenticato che il si rispetta e si ama la Chiesa solo con la verità.

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L'ex Presidente del Tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone, accusato di comprare case in nero a persone ritenute membri della mafia.

           Il 3 ottobre 2019, e cioè sei anni fa, Papa Francesco fece sapere di aver nominato   Presidente del Tribunale Vaticano l'ex Procuratore capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone in pensione da pochissimo tempo. Il giudice restò nell'incarico vaticano durante il famoso processo contro il card. Becciu e altri fino al 31 dicembre 2024. Da subito la figura di Pignatone è apparsa discussa e discutibile per via di alcune sue vicende giudiziarie personali, tuttora in corso. Durante i cinque anni di presidenza del Tribunale Vaticano sembrerebbe che questi processi che lo vedono imputato siano stati calmierati per motivi diplomatici: non inguaiare un alto dipendente della Santa Sede per di più di nomina pontificia. Finito l'incarico, dall’inizio dell’anno, Pignatone ha visto un'accelerazione dei suoi processi. 

          Pignatone, anche quando era ancora Presidente del Tribunale Vaticano, era indagato a Caltanissetta con un’accusa gravissima: favoreggiamento di Cosa Nostra. Pignatone, insieme all’ex collega Gioacchino Natoli, secondo l’accusa, avrebbero tentato a far distruggere bobine e brogliacci della famosa inchiesta Mafia&Appalti. Nell’inchiesta sarebbero emersi i rapporti di Pignatone con i fratelli Buscemi e con Bonura, dai quali avrebbe acquistato immobili nel primi anni Ottanta. Le case sono state acquistate da una immobiliare di cui facevano parte Vincenzo Piazza, Salvatore Buscemi e Francesco Bonura. Alcuni pentiti affermano che facevano parte di una loggia massonica siciliana.

          Nulla di tutto questo è nuovo. Alcune novità arrivano dalle conferme di certe accuse da parte del dr. Pignatone stesso. La questione è un’altra: perché, con quali ragioni serie e consistenti, Papa Francesco - a conoscenza di tutto ciò - ha deciso di nominare nel 2019 Giuseppe Pignatone Presidente del Tribunale del Vaticano? Era inopportuno e rischioso. Eppure Pignatone ha allestito e guidato, con tanto di sentenza a nome del Papa, il processo contro il cardinale Becciu e altre persone attualmente in fase di appello. Non è un dettaglio. Si tratta di un altro tassello del mosaico, piuttosto incoerente e sbrigativo, con il quale si voleva rinforzare l’immagine del “papa giustiziere”, capace di mandare a processo con tanto di defenestrazione un suo cardinale. Con troppa superficialità qualcuno, in modo maldestro, ha voluto trarre beneficio mediatico dall’immagine di un giudice presentato come implacabile e integerrimo?