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mercoledì 29 ottobre 2025

14ª Peregrinatio ad Petri Sedem a Roma e Città del Vaticano dal 24 al 26 ottobre 2025. Korazym.org #sumpont2025

Ancora sul Pellegrinaggio Summorum Pontificum a Roma.
QUI Nico Spuntoni. QUI AnsaQUI filmato. QUI FSSPX. QUI Franca Giansoldati. QUI e QUI Il Messaggero in inglese.
Luigi C.

25 Ottobre 2025, Vik van Brantegem, Korazim.org

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 25.10.2025 – Vik van Brantegem] – Ogni anno, dal 2012, dei rappresentanti del Popolo Summorum Pontificum riuniscono a Roma fedeli, preti e religiosi di tutto il mondo, che intendano partecipare alla nuova evangelizzazione al ritmo della forma antica del Rito romano – vale a dire una delle forme liturgiche della Chiesa Cattolica, nota anche come Messa Tridentina, Rito Romano antico o Vetus Ordo. Si tratta della forma del Messale Romano codificata nel 1570 dal Concilio di Trento e celebrata fino all’introduzione del Messale di San Paolo VI nel 1969, celebrata secondo l’ultima edizione del Messale tridentino pubblicato nel 1962 da San Giovanni XXIII. Questa forma della Messa, celebrata quasi esclusivamente in latino, è ora chiamata ufficialmente Forma Straordinaria del Rito Romano, secondo il Motu proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI del 2007.

Durante i tre giorni di Pellegrinaggio, i partecipanti testimoniano l’eterna giovinezza della liturgia usus antiquior. Il venerdì i pellegrini si ritrovano a Santa Maria dei Martiri (Pantheon) per assistere ai Vespri solenni. Il sabato, dopo un’adorazione eucaristica ed una processione, percorrendo le vie del centro di Roma, una Santa Messa pontificale solenne viene celebrata nella basilica di San Pietro. Il pellegrinaggio si conclude la domenica per la solennità di Cristo Re dell’Universo con Santa Messe di ringraziamento.

Al termine della trasmissione 5 Minuti di Bruno Vespa, in onda su RAI 1 la sera di venerdì 24 ottobre 2025, il notista politico e commentatore presso la redazione romana del Corriere della Sera Massimo Franco ha sottolinea come sia importante la notizia della Santa Messa Pontificale celebrata questo pomeriggio di sabato 25 ottobre all’Altare della Cattedra nella Basilica Papale di San Pietro in Vaticano dal Cardinale Raymond Leo Burke, nell’ambito della 14ª Peregrinatio ad Petri Sedem a Roma e Città del Vaticano dal 24 al 26 ottobre 2025, organizzato dal Coetus Internationalis Summorum Pontificum.




Come di consueto, il Pellegrinaggio è stato preceduto, nel mattina e nel pomeriggio di venerdì 24 ottobre, presso il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, dal 10º Incontro Pax Liturgica, che quest’anno è stato dedicato ai Cattolici che vivono la loro fede al ritmo della Tradizione.

Poi, alle ore 18.30 nella basilica di San Lorenzo in Lucina, l’Arcivescovo metropolita di Bologna, Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha presieduti i Vespri pontificali.




Oggi, sabato 25 ottobre alle ore 12.00 è stata recitata il Rosario davanti alla basilica dei Santi Celso e Giuliano in Banchi, seguita alle ore 13.00 dalla Processione verso la Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, dove alle ore 15.00 il Cardinale Raymond Leo Burke la celebrato all’Altare della Cattedra la Santa Messa pontificale della Beata Vergine Maria in Sabato.


Il programma del 14ª Peregrinatio ad Petri Sedem per domani domenica 26 ottobre prevede alle ore 08.30 la celebrazione della Santa Messa di ringraziamento di Cristo Re nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, celebrata dal Canonico Antoine Landais; alle ore 11.00 la celebrazione della Santa Messa pontificale di chiusura di Cristo Re nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, celebrata da Padre Brice Messionnier della Fraternità Sacerdotale di San Pietro, Parroco della Trinità dei Pellegrini; alle ore 16.30 la Santa Messa di ringraziamento di Cristo Re nella chiesa di Sant’Anna al Laterano, celebrata da Mons. Marco Agostini.




Omelia del Cardinale Raymond Leo Burke
Santa Messa della Beata Vergine Maria in Sabato
Peregrinatio ad Petri Sedem-Summorum Pontificum
Basilica Papale di San Pietro in Vaticano
25 ottobre 2025

Eccl 24, 23-31 – Gv 19, 25-27

Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.

È per me fonte di profonda gioia celebrare la Santa Messa Pontificale all’Altare della Cattedra di San Pietro, come culmine del Pellegrinaggio Summorum Pontificum del 2025. A nome di tutti i presenti, esprimo la mia sincera gratitudine a coloro che hanno lavorato con tanto impegno e dedizione per rendere possibile questo pellegrinaggio. Offro la Santa Messa per i fedeli della Chiesa in tutto il mondo, che si adoperano per custodire e promuovere la bellezza dell’Usus Antiquior del Rito Romano. Possa l’offerta odierna della Messa Pontificale incoraggiare e rafforzare tutti noi nell’amore verso il nostro Signore Eucaristico, il Quale, attraverso la Tradizione Apostolica e con amore instancabile e incommensurabile per noi, rinnova sacramentalmente il Suo Sacrificio sul Calvario e ci nutre con il frutto incomparabile di quel Sacrificio: il Cibo Celeste del Suo Corpo, del Suo Sangue, della Sua Anima e della Sua Divinità.

Celebrando la Santa Messa della Beata Vergine Maria in Sabato, contempliamo il Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, assunto nella gloria e che non cessa mai di battere d’amore per noi, figli che il suo Divin Figlio, morendo sulla Croce, ha affidato alla sua materna cura. Quando il Signore pronunciò le parole: «Donna, ecco tuo figlio! … Ecco tua madre!» rivolgendosi a Sua Madre e a San Giovanni Apostolo ed Evangelista, che stavano ai piedi della Croce, Egli esprimeva una realtà essenziale della salvezza che stava conquistando per noi: la piena cooperazione di Sua Madre, la Beata Vergine Maria, nell’opera della Redenzione.

Dio Padre, nel Suo piano d’amore per la nostra salvezza eterna, volle che la Beata Vergine Maria, fin dal primo istante della sua concezione, partecipasse alla grazia della salvezza che il Suo Divin Figlio avrebbe ottenuto sul Calvario. Con la sua Immacolata Concezione, Maria fu totalmente per Cristo e, in Cristo, totalmente per noi, fin dal primo momento del suo essere. La mediazione della nostra salvezza attraverso il Cuore Addolorato e Immacolato di Maria si manifesta nelle ultime parole pronunciate dalla Vergine Madre del Salvatore riportate nei Vangeli. Ella le rivolse ai servi durante le Nozze di Cana, quando questi, angosciati, si rivolsero a Lei per la mancanza di vino sufficiente per gli invitati degli sposi. Maria rispose al loro turbamento conducendoli al suo Divin Figlio, anch’Egli invitato al banchetto nuziale, con la sua istruzione materna: «Fate tutto quello che vi dirà».

Queste semplici parole esprimono il mistero della Divina Maternità, per il quale la Vergine Maria divenne Madre di Dio, portando nel mondo il Figlio di Dio incarnato per la nostra salvezza. Attraverso lo stesso mistero, Ella continua ad essere il canale di tutte le grazie che, in modo incommensurabile e incessante, sgorgano dal Cuore glorioso e trafitto del suo Divin Figlio nei cuori dei Suoi fratelli e sorelle, adottati nel Battesimo, mentre compiono il loro pellegrinaggio terreno verso la dimora eterna con Lui in Cielo. Noi siamo figli e figlie di Maria nel suo Figlio, Dio Figlio incarnato. Con sollecitudine materna, Ella attira i nostri cuori al suo Cuore Immacolato e glorioso, e li conduce a Lui, al Suo Sacratissimo Cuore, istruendoci con le stesse parole: «Fate tutto quello che vi dirà».

Nella Beata Vergine Maria contempliamo “l’espressione più perfetta” della Sapienza eterna di Dio — il Figlio di Dio, il Verbo all’opera fin dal principio della creazione, che ordina tutte le cose e, soprattutto, il cuore umano secondo la perfezione divina — “sia per la particolare fedeltà con cui vive la sua condizione di «serva» del Signore, sia perché in lei, in quanto madre del Cristo, i disegni divini hanno trovato il loro pieno compimento”. Ella è, secondo le parole ispirate del Libro dell’Ecclesiastico, “la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza”. Siamo ricolmi di speranza che il nostro Signore, Sapienza divina incarnata, ascoltando le preghiere della Madre della divina Grazia, sempre presente davanti a Lui, voglia avere misericordia anche della nostra generazione, ristabilendo l’ordine d’amore scritto da Dio nella creazione e, soprattutto, nel cuore di ogni uomo. Sforzandoci, in ogni momento della giornata, di riposare i nostri cuori nel Cuore glorioso e trafitto di Gesù, annunciamo al mondo la verità che la salvezza è venuta nel mondo. Uniti di cuore al Cuore Immacolato e glorioso di Maria, attiriamo le anime a Cristo, pienezza della misericordia e dell’amore di Dio in mezzo a noi, nella Sua santa Chiesa.

Quest’anno celebriamo sia il centenario dell’apparizione del Bambino Gesù, insieme alla Madonna di Fatima, alla Venerabile Serva di Dio suor Lúcia dos Santos, avvenuta il 10 dicembre 1925, sia il centenario della pubblicazione della Lettera Enciclica Quas Primas di Papa Pio XI, con la quale venne istituita nella Chiesa universale la festa di Cristo Re del Cielo e della Terra, l’11 dicembre 1925. Con ciò rendiamo testimonianza alla verità che Nostro Signore Gesù Cristo è il Re di tutti i cuori per mezzo del Mistero della Croce, e che la Sua Vergine Madre è la mediatrice attraverso la quale Egli conduce i nostri cuori ad abitare sempre più pienamente nel Suo Sacratissimo Cuore.

Nell’apparizione alla Venerabile Serva di Dio suor Lúcia dos Santos, il Signore ci ha mostrato il Cuore Addolorato e Immacolato della Madonna, coperto di molte spine a causa della nostra indifferenza e ingratitudine, e a causa dei nostri peccati. In modo particolare, la Madonna di Fatima desidera proteggerci dal male del comunismo ateo, che allontana i cuori dal Cuore di Gesù — unica fonte di salvezza — e li conduce alla ribellione contro Dio e contro l’ordine che Egli ha posto nella creazione e scritto nel cuore di ogni uomo. Attraverso le sue apparizioni e il messaggio che ha confidato ai pastorelli, i santi Francesco e Giacinta Marto, e alla Venerabile Lúcia dos Santos — messaggio destinato a tutta la Chiesa — la Madonna denunciava l’influsso della cultura atea sulla Chiesa stessa, che ha portato molti all’apostasia e all’abbandono delle verità della fede cattolica.

Allo stesso tempo, la Madonna ci ha insegnato a compiere atti d’amore e di riparazione per le offese arrecate al Sacratissimo Cuore di Gesù e al Suo Cuore Immacolato mediante la Devozione dei Primi Sabati del mese. Essa consiste nel confessare sacramentalmente i propri peccati, nel ricevere degnamente la Santa Comunione, nel recitare cinque decine del Santo Rosario e nel fare compagnia alla Madonna meditando sui misteri del Rosario. Dal messaggio della Madonna risulta chiaro che solo la fede, che pone l’uomo in una relazione di unità di cuore con il Sacratissimo Cuore di Gesù — attraverso la mediazione del Suo Cuore Immacolato — può salvare l’uomo dai castighi spirituali che la ribellione contro Dio porta inevitabilmente su chi la compie e sull’intera società, come pure sulla Chiesa stessa. La Devozione dei Primi Sabati è la nostra risposta di obbedienza alla Madre celeste, la quale non mancherà di intercedere per ottenere tutte le grazie di cui abbiamo così urgentemente bisogno, noi e il mondo intero. Questa devozione non è un atto isolato, ma esprime uno stile di vita: la conversione quotidiana del cuore al Sacratissimo Cuore di Gesù, sotto la guida e la materna protezione del Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Quando riflettiamo sulla ribellione contro l’ordine e la pace che Dio ha impresso in ogni cuore umano — ribellione che trascina il mondo, e perfino la Chiesa, in una crescente confusione, divisione e distruzione degli altri e di sé stessi — comprendiamo, come comprese Papa Pio XI, l’importanza del nostro culto a Cristo sotto il titolo di Re del Cielo e della Terra. Un simile culto non è una forma di ideologia. Non è l’adorazione di un’idea o di un ideale astratto. È comunione con Cristo Re, soprattutto mediante la Santissima Eucaristia, nella quale comprendiamo, accogliamo e viviamo la nostra stessa missione regale in Lui. È la realtà nella quale siamo chiamati a vivere: la realtà dell’obbedienza alla Legge di Dio scritta nei nostri cuori e nella stessa natura di tutte le cose. È la realtà dei nostri cuori, uniti al Cuore Immacolato di Maria, e che trovano sempre più pienamente il loro riposo nel Sacratissimo Cuore di Gesù.

La Messa Pontificale di oggi è celebrata secondo la Forma più antica del Rito Romano, l’Usus Antiquior. La Chiesa celebra il 18º anniversario della promulgazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, con il quale Papa Benedetto XVI ha reso possibile la celebrazione regolare della Messa secondo questa forma, in uso sin dai tempi di San Gregorio Magno. Nel privilegio di partecipare oggi al Santo Sacrificio della Messa, non possiamo non pensare ai fedeli che, nel corso dei secoli cristiani, hanno incontrato il Signore e hanno approfondito la loro vita in Lui attraverso questa venerabile forma del Rito Romano. Molti furono ispirati a praticare l’eroismo della santità, fino al martirio. Coloro fra noi che sono abbastanza anziani da essere cresciuti pregando Dio secondo l’Usus Antiquior non possono non ricordare quanto esso ci abbia aiutato a mantenere lo sguardo fisso su Gesù, specialmente nel rispondere alla nostra vocazione nella vita. Infine, non possiamo non ringraziare Dio per il modo in cui questa venerabile forma del Rito Romano ha condotto molti alla fede e ha approfondito la vita di fede di coloro che, per la prima volta, ne hanno scoperto l’incomparabile bellezza, grazie alla disciplina stabilita da Summorum Pontificum. Rendiamo grazie a Dio perché, attraverso Summorum Pontificum, tutta la Chiesa va maturando una comprensione e un amore sempre più profondi per il grande dono della Sacra Liturgia, così come ci è stata trasmessa, in una linea ininterrotta, dalla Tradizione Apostolica, dagli Apostoli e dai loro successori. Attraverso la Sacra Liturgia, nella nostra adorazione di Dio “in spirito e verità”, il Signore è con noi nel modo più perfetto possibile su questa terra: essa è la più alta espressione della nostra vita in Lui. Ora, contemplando la grande bellezza del Rito della Messa, lasciamoci ispirare e fortificare per riflettere quella stessa bellezza nella bontà della nostra vita quotidiana, sotto la materna protezione della Madonna.

Eleviamo adesso i nostri cuori, uniti al Cuore Immacolato di Maria, verso il Cuore glorioso e trafitto di Gesù, aperto per noi nel Sacrificio Eucaristico, mediante il quale Egli rende sacramentalmente presente il Suo Sacrificio sul Calvario. Eleviamo i nostri cuori — colmi di tante gioie e di tante sofferenze — alla sorgente inesauribile della Divina Misericordia e dell’Amore, confidando che nel Cuore Eucaristico di Gesù saremo confermati nella pace e fortificati nel portare la croce delle nostre pene con la stessa fiducia della Vergine Maria. Così, sotto lo sguardo costante e misericordioso della Beata Vergine Maria, potremo progredire con fedeltà e con tutto il cuore lungo il cammino del nostro pellegrinaggio terreno, fino alla nostra dimora eterna in Cielo.

Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.

Vaticano, torna la messa in latino: il pellegrinaggio degli ultra conservatori (mentre affiora il complotto curiale ai loro danni)
Leone XIV ha dato il benestare per la celebrazione giubilare affidata ai cardinali Burke e Zuppi
di Franca Giansoldati

In un’epoca dove le chiese sono ormai vuote e le messe vanno deserte, vedere fare la fila fuori (dalla chiesa di San Lorenzo in Lucina) per poter assistere ai solenni Vespri in latino è qualcosa di singolare. Per il piccolo esercito dei tradizionalisti che erano stati messi alla porta in malo modo da Papa Francesco quattro anni fa, il pellegrinaggio giubilare a Roma – naturalmente approvato da Leone XIV – rappresenta un segnale importante, una boccata d’ossigeno. Loro stessi raccontano di aver subito incredibili censure, tribolazioni, veti e limitazioni in tutte le diocesi del mondo. «Sono stati anni difficilissimi e ora avere ottenuto il permesso per tornare a celebrare in latino a Roma, domani persino a San Pietro, all’Altare della Cattedra, costituisce un segnale buono e fa sperare», spiega Christian Marquant, imprenditore e Presidente dell’Associazione Oremus Paix Liturgique, che raggruppa circa 600 realtà differenti sparse nel mondo. Bergoglio non ha mai amato troppo il mondo tradizionalista ritenendolo portatore di una visione settaria e così nel 2021, spinto da una corrente interna di consultori di stampo ultra progressista, volle firmare a tutti i costi un Motu proprio che cancellava il cammino di normalizzazione fatto a suo tempo da Benedetto XIV. Da allora nemmeno a San Pietro la Messa in latino era più la benvenuta, divenne un rito messo in un angolo al punto, racconta Marquant, che quando i fedeli chiedevano a cardinali o vescovi amici di celebrarne una per loro non trovavano mai nessuno. «Erano tutti terrorizzati per le conseguenze che avrebbero potuto avere dal Vaticano».

L’autorizzazione di Leone XIV al ritorno della Messa in latino a San Pietro è per tutti un segnale importante anche se al momento limitato al Pellegrinaggio giubilare, tuttavia ci sono molti altri elementi che fanno sperare il mondo tradizionalista.

In questi giorni è tornato a prendere corpo il complotto che si sarebbe consumato in Curia, nello scontro tra progressisti e conservatori, per le limitazioni alla Messa in latino. Una vera cospirazione ai danni dell’ala conservatrice della Chiesa. Diane Montagna, una giornalista americana, ha trovato tutti i documenti che provano che Papa Francesco in quel frangente fu portato a firmare il contestatissimo Motu proprio Traditionis custodes previa consultazione riservata fatta nel 2020 – quindi un anno prima – tra i vescovi e promossa dal Vaticano. Le risposte mostrarono che la stragrande maggioranza dei vescovi era a favore della Messa in latino, compreso il vetus ordo, nelle proprie diocesi, spiegando che la normalizzazione avviata da Ratzinger era da considerarsi una cosa sostanzialmente positiva. Solo una minoranza manifestò giudizi negativi e problematici. Bergoglio fu però portato ugualmente a firmare il documento.

Quando, nel 2021 Papa Francesco decise di procedere spiegò pubblicamente che le risposte ricevute dal Vaticano al questionario mandato ai vescovi avevano rivelato una situazione «che mi preoccupa e mi rattrista – disse – e mi convince della necessità di intervenire». In una lettera di accompagnamento ai vescovi del mondo sottolineava anche che «l’obiettivo pastorale dei miei predecessori… è stato spesso seriamente ignorato. Un’opportunità offerta da Giovanni Paolo II e, con ancora maggiore magnanimità da Benedetto XVI, è stato sfruttato per allargare le lacune, rafforzare le divergenze e incoraggiare disaccordi che feriscono la Chiesa, bloccano il suo cammino ed espongono la al pericolo della divisione». Le domande che affiorano non sono poche. Una su tutte: perché il Papa argentino fu indotto a credere il contrario quando vi era il risultato di un sondaggio che andava in ben altra direzione?

Il blog Messainlatino.it, un portale assai informato, offre voce al popolo conservatore piuttosto interdetto dopo che è emerso questo complotto. «Perché è stato fatto questo e con dolo per giunta, visto che le risposte della Chiesa universale sono state disattese affermando il contrario? Forse perché ci si è resi conto che la tradizione sta prendendo piede, e si è tentata la battaglia di retroguardia per sopprimerla?» Ora tutti gli occhi sono puntati su quello di dirà o farà Leone XIV, il cui programma di pontificato si basa sulla pace (interna ed esterna alla Chiesa).

Il Cardinale Robert Sarah afferma che Papa Leone è «consapevole della battaglia» sulle restrizioni alla Messa in latino

Il Cardinale Robert Sarah ha condiviso in un’intervista pubblicata lunedì di aver parlato con Papa Leone XIV delle preoccupazioni di coloro che hanno partecipato alla Messa tradizionale in latino e che il pontefice è consapevole delle loro difficoltà.

«Continuiamo a litigare per la liturgia, continuiamo a fare bullismo contro certe persone», ha dichiarato Sarah alla pubblicazione francese Tribune Chrétienne in un’intervista esclusiva, suggerendo che i Cristiani che partecipano e sostengono la Messa in latino non possono essere giustamente privati della Messa in latino, anche perché questi Cattolici praticano la loro fede in modo pieno e autentico.

«In realtà, quando guardiamo davvero ai Cristiani praticanti oggi, sono loro ad andare alla Messa tradizionale. Allora perché proibirglielo? Al contrario, dovremmo incoraggiarli», ha detto il presule. «Non so cosa farà il Papa, ma è consapevole di questa battaglia. È consapevole di questa difficoltà».

Il cardinale ha affermato di aver avuto «l’opportunità» di discutere la questione quando ha incontrato Papa Leone, ma non ha rivelato alcun dettaglio specifico sulla loro conversazione, incluso se Leone abbia indicato una linea d’azione riguardo alla Messa in rito antico.

Tuttavia, ha espresso la speranza che Leone tenga conto delle esigenze dei Cattolici che frequentano la Messa tridentina. Quando il suo intervistatore gli ha fatto notare che il Cardinale Raymond Burke ha ottenuto una Messa tradizionale nella Basilica di San Pietro, Sarah ha risposto: «Ciò avverrà, ma a tutti deve essere dato spazio. Il Papa è il padre di tutti, di ognuno di noi. È il padre dei tradizionalisti. È il padre dei progressisti, il padre di tutti. Non può ignorare i suoi figli. Ognuno ha il suo carattere, la sua sensibilità. Tutti devono essere tenuti in considerazione. Credo che cercherà di agire in questo modo».

In precedenza nella sua intervista, Sarah aveva sottolineato che la Messa è diventata un «campo di battaglia tra tradizionalisti e progressisti» e si era chiesto il perché, incoraggiando i fedeli a riflettere sulla provenienza dell’autorità di proibire una Messa: «Penso che dobbiamo riflettere su questo. È l’unico momento in cui l’uomo è in rapporto faccia a faccia con Dio», ha detto riferendosi alla Messa. «È l’unico momento in cui l’uomo è in contatto diretto con Dio, quando Dio lo ascolta, quando l’uomo parla con Dio».

«Perché dobbiamo combattere? Perché proibire questo? Perché proibire quello? Chi ci dà questo diritto? Chi ci dà questo potere? Qualcuno che ha un rapporto personale con Dio? Non abbiamo mai visto una cosa del genere nella storia della Chiesa», ha continuato il cardinale, riferendosi al divieto senza precedenti di una venerabile liturgia sviluppatasi organicamente nel corso di molti secoli.

«Quindi penso che se il Papa cerca di capirlo non sia facile, perché la questione è una questione di fede. Come crediamo, come preghiamo», ha detto Sarah, invertendo il detto latino «lex orandi, lex credendi».

Quando Leone ha finalmente affrontato pubblicamente la questione il mese scorso, ha evitato di dare una risposta chiara sulla sua posizione in merito alla legittimità delle restrizioni alla Messa latina tradizionale, affermando che l’argomento è «molto complicato». Inoltre, il Papa ha definito la Messa in latino un «argomento scottante» e ha rivelato di aver già ricevuto «numerose richieste e lettere» sull’argomento.

La Messa tradizionale della Chiesa è stata sottoposta a pesanti restrizioni nel luglio 2021 a causa della Traditionis custodes di Papa Francesco e delle successive misure imposte dal Cardinale Arthur Roche nel suo ruolo di Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Mentre il Vaticano, sotto Leone XIII, ha concesso a una parrocchia del Texas una proroga di due anni per celebrare la Messa latina tradizionale, il Papa non ha finora dato alcuna indicazione, nemmeno in questa decisione, che dichiarerà abrogata la Traditionis custodes o ne modificherà i diktat.

La Traditionis custodes è stata fermamente condannata dal clero e dagli studiosi come un ripudio della pratica perenne della Chiesa Cattolica e perfino del solenne insegnamento della Chiesa.

Il Cardinal Burke ha affermato che la liturgia tradizionale non può essere proscritta, nemmeno dal Papa stesso. «Si tratta di una realtà oggettiva della grazia divina che non può essere modificata da un mero atto di volontà, nemmeno dalla più alta autorità ecclesiastica», ha scritto il cardinale statunitense nel 2021.

La Bolla Quo primum di San Pio V del 1570 autorizzò in modo permanente la Messa tradizionale, dichiarando che poteva essere usata «liberamente e lecitamente» «in perpetuo» e che persino l’ira di Dio si sarebbe abbattuta su coloro che avessero osato limitare o abolire la Messa di sempre: «(…) Decretiamo e dichiariamo che le presenti Lettere in nessun tempo potranno venir revocate o diminuite, ma sempre stabili e valide dovranno perseverare nel loro vigore. E ciò, non ostanti: precedenti costituzioni e decreti Apostolici; costituzioni e decreti, tanto generali che particolari, pubblicati in Concilii sia Provinciali che Sinodali; qualunque statuto e consuetudine in contrario (…). Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo».