Testo tratto dal Martirologio Romano pubblicato per ordine del Sommo Pontefice Gregorio XIII, riveduto per autorità di Urbano VIII e Clemente X, aumentato e corretto nel MDCCXLIX da Benedetto XIV (quarta edizione italiana, Libreria Editrice Vaticana, MDCCCLV).
Oggi la Chiesa cattolica celebra, secondo il calendario romano tradizionale, il mercoledì della quattordicesima settimana dopo l’ottava di Pentecoste.
L.V.
17 Settembre 2025, Luna vigesimaquarta
Sul monte dell’Alvérnia, in Toscána, la commemorazione dell’Impressione delle sacre Stímmate, che, per meravigliosa grazia di Dio, furono impresse nelle mani, nei piedi e nel costato di san Francésco, Fondatore dell’Ordine dei Minori.
A Roma, il natale di san Robérto Bellarmíno, Confessore, della Compagnia di Gesù, Cardinale e già Vescovo di Cápua, chiarissimo per la santità, per la dottrina e per i copiosi lavori intrapresi a difesa della fede cattolica e della Sede Apostolica, il quale da Pio undecimo, Pontefice Massimo, fu innalzato agli onori dei Santi, e dichiarato Dottore della Chiesa universale. La sua festa si celebra il tredici Maggio.
A Roma, sulla via Tiburtína, il natale di san Giustíno, Prete e Martire, il quale, nella persecuzione di Valeriáno e Galliéno, fu celebre per la gloria della confessione. Questi seppellì i corpi del beato Pontefice Sisto secondo, di Lorénzo, Ippólito e moltissimi altri Santi, e finalmente, sotto Cláudio, compì il martirio.
Così pure a Roma i santi Martiri Narcísso e Crescenzióne.
Presso Liégi, nel Bélgio, il beato Lambérto, Vescovo di Utrecht, il quale, avendo per zelo di religione rimproverato la corte regale, innocente fu ucciso dai malvagi, e così entrò nella corte del regno celeste per vivere eternamente.
A Saragózza, nella Spagna, san Piétro di Arbues, primo Inquisitore della fede nel regno di Aragóna, il quale dagli apostati Giudei crudelmente trucidato per quella medesima fede cattolica, che difendeva valorosamente col suo ufficio, dal Papa Pio nono fu ascritto nel numero dei santi Martiri.
Nella Gran Bretágna i santi Martiri Sócrate e Stéfano.
A Noyon, in Fráncia, i santi Martiri Valeriáno, Macríno e Gordiáno.
Ad Autun san Flocéllo fanciullo, il quale, sotto l’Imperatore Antoníno e il Preside Valeríano, avendo molto sofferto, finalmente, sbranato dalle fiere, ricevette la corona del martirio.
A Córdova, nella Spagna, santa Colómba, Vergine e Martire.
Nella Frígia santa Ariánna Martire, sotto l’Imperatore Adriáno.
Nello stesso giorno santa Agatóclia, la quale, essendo serva di una donna infedele, fu per lungo tempo straziata dalla sua padrona con battiture ed altri tormenti, perché rinnegasse Cristo; finalmente, condotta innanzi al Giudice e più crudelmente tormentata, e tuttavia perseverando nella confessione della fede, dopo che le fu tagliata la lingua, fu gettata nel fuoco.
A Miláno la deposizione di san Sátiro Confessore, i cui meriti insigni sono ricordati da sant’Ambrógio, suo fratello.
Presso Bingen, nella diocesi di Magónza, santa Ildegárde Vergine.
A Roma santa Teodóra matrona, la quale, nella persecuzione di Diocleziáno, serviva con diligenza ai santi Martiri.
¶ Ed altrove moltissimi altri santi Martiri e Confessori e sante Vergini.
℟. Deo grátias.

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