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lunedì 8 settembre 2025

Luis Badilla. "Leone XIV, un Papa “sminatore”

Grazie a Luis Badilla per questa analisi dei primi tempi del pontificato di Leone XIV.
Luigi C.

Leone XIV, un Papa “sminatore”    

            Ormai lo stile di governo di Papa Leone XIV appare abbastanza chiaro. Soprattutto appare chiaro che questo stile è il suo metodo. Nulla di rivoluzionario. Ogni pontefice ha avuto un suo stile, un suo metodo, e ciò è stata la base sulla quale si sono caratterizzati i pontificati. Il metodo si Francesco, nella percezione dell’opinione pubblica, da subito, lo distanziò dal papato di Benedetto XVI e, ora, è evidente la diversità che si configura gradualmente, senza conflitti né contrapposizioni enfatizzate, tra il pontefice argentino e quello statunitense.

            Una componente dirimente del metodo di Leone è la capacità, silenziosa e impercettibile, di sminare il terreno, di bonificare aree di conflitto e di antagonismi, in particolare dove le polarizzazioni hanno lasciato ferite profonde e dolorose. In questo periodo, dall’inizio del suo pontificato, quattro mesi fa, il Papa ha agito in questo modo - con questo metodo - in numerose circostanze, evitando accuratamente protagonismi. Non pochi di questi eventi sono passati inavvertiti anche perché il Pontefice ci tiene seriamente all’assoluta separazione tra il suo governare la Chiesa e le regole e meccanismi propri del mondo mediatico.

Governare

            Nell’agenda di Papa Leone XIV, secondo quanto si evidenzia nei fatti, e cioè in quanto si è visto da maggio ad oggi, ci sono delle costanti molto illuminanti. Potrebbe apparire paradossale ma fra queste ne va sottolineata una rilevante, la principale: Leone vuole far sentire che la Chiesa ha un suo governo, che nonostante il mare in tempesta fuori e dentro, la barca di Pietro ha un timoniere. Questa Chiesa ha una visione del mondo, della sua complessità e delle molteplici minacce che insidiano le basi stesse delle diverse civiltà odierne, e quindi Leone esorta tutti, soprattutto la gerarchia, a saper dare risposte all’altezza delle grandi sfide. Il Vescovo di Roma, che in quattro mesi ha ricevuto vescovi diocesani in quantità raramente viste in passato, non smette di ricordare ai suoi interlocutori che “governare la diocesi significa pacificare, unire ciò che è diviso ed impedire altre divisioni”. In più incontri il Papa ha sempre ribadito che “governare è pascere e non comandare” e che “l’efficacia vera e creatrice sta nella testimonianza, nell’agire con il minimo possibile di parole”.

Trasparenza.

            A questi pensieri di Papa Leone XIV, trasmessi a diversi vescovi che ci hanno riferito quanto ascoltato, si aggiungono altri non meno dirimenti come per esempio il bisogno urgente di trasparenza. Questo richiama, ribadito spesso, il Santo Padre lo ha declinato con diversità interessanti e promettenti. Da un lato la “trasparenza come percorso di verità, come soffio capace di diradare opacità e occultamenti” e, al tempo stesso, “trasparenze per sradicare la confusione che si maschera di parole equivoche e imprecise”. Testimonianze diverse, recenti e autorevoli, confermano quanta priorità Papa Leone dà alla trasparenza e non solo in quanto condizione ineludibile del buon governo ma anche, e forse soprattutto, perché indispensabile per la credibilità nell’annuncio del Vangelo. L’annuncio, sembrerebbe dire il Pontefice, deve essere chiaro e lucido e nemmeno una virgola può essere usata per travisare o confondere la fede e i fedeli.

Guardare lontano

            Papa Leone ha spesso esortato a guardare lontano. E’ un insegnamento che attira e sa condividere. Sembrerebbe che la sua prima Enciclica, in preparazione, sarà un magistero tutto intriso dell'invito a saper guardare lontano. Nel dopo Angelus recente della domenica 31 agosto, è tornato su questa esortazione ricordando che “l’umiltà è la libertà da sé stessi” e che questa libertà “nasce quando il Regno di Dio e la sua giustizia hanno veramente preso il nostro interesse e ci possiamo permettere di guardare lontano: non la punta dei nostri piedi, ma lontano! Chi si esalta, in genere, sembra non avere trovato niente di più interessante di sé stesso, e in fondo è ben poco sicuro di sé stesso. Ma chi ha compreso di essere tanto prezioso agli occhi di Dio, chi sente profondamente di essere figlio o figlia di Dio, ha cose più grandi di cui esaltarsi e ha una dignità che brilla da sé stessa. Essa viene in primo piano, sta al primo posto, senza sforzo e senza strategie, quando invece di servirci delle situazioni impariamo a servire.